Archivi autore: leandro

De Rochemore, Henri-Philippe-Joseph

Henri-Philippe-Joseph De Rochemore
N. Cambrai 29 luglio 1718
M. Martinica 17 maggio 1768

Relazioni di parentela: Appartiene a una famiglia della nobiltà di Linguadoca, originaria della viguerie di Lune.l, che ha elmo numerosi ufficiali.
Figlio dell'ingegnere Henry de Rochemore (1687-1741), già allievo del matemati­co de Plantade e presidente fondatore della Societé royale des Sciences di Montpellier. Probabilmente celibe, secondo la Blanchard.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:

Produzione scientifica:
All'epoca della missione genovese gode della fiducia del maresciallo de Richelieu che, mentre testimonia di sue discussioni e divergenze con Morel de Conflans, ri­conosce a Rochemore «du merite et de la vivacité» e dice di temere di perderlo (SHAT, Al, 3230, lettera al ministro del 17 novembre 1747).
Un analitico stato di servizio steso nel 1759, quando iI R. era ingegnere in capo a Bordeaux e conservato negli archivi del Genio {SHAT, Génie, art. 3, section 2, n. 1) ci consente di ricostruire nei particolari la sua attività in Liguria:
- nella primavera del 1744, passato il fiume Varo, partecipa all'assedio di Nizza (Montalbano) e di Villafranca.
- Nell'estate partecipa al tentativo di penetrare in Piemonte attraverso la valle di Be­lin, partecipando all'attacco di Castel Delfino e all'assedio di Demonte e di Cuneo.
- Essendo stato tolto l'assedio di Cuneo dopo 4-3 giorni di trincea ed essendo l'esercito rientrato in Francia, durante l'inverno del 44-45 viene incaricato con il marche­se di Monteynard di «aller reconnoitre les monts apenins et les differents debou­chés par où l'armée pourroit deboucher en 1745>> e in particolare a <<faire une car­te de toutes les gorges des apenins jusqu'à Gènes» che insieme al mémoire di Mon­teynard venne consegnata al nuovo comandante, il maresciallo di Maillebois.
- Nella campagna del 1745 è impiegato nella Brigata di Bourcet che, a differenza delle altre brigate che rimangono a Savona, fa tutti gli assedi {Acqui, Tortona, Alessandria, Valenza, Casale) e il passaggio del Tanaro. Durante l'inverno si occu­pa di «retrancher» i castelli di Ponte di Stura, Gabbiano e Camino.
- Nella campagna del 1746, sempre col maresciallo di Maillebois, partecipa all'as­sedio di Asti, ripiegando poi su Novi, in terra genovese e quindì a Piacenza per riunirsi con gli spagnoli e con la brigata di Morel de Conflans, dalla quale viene distaccato per andare a fare lavori di fortificazione nella contea di Nizza e sul pas­saggio del Varo, fino a quando arriva il nuovo comandante, maresciallo di Bellei­sle, e prende il comando per fronteggiare il nemico che aveva passato il Varo per invadere la Provenza. Ricacciati al di là del Varo i nemici, l'esercito si ritira a Grasse, dove viene a sapere della rivolta di Genova contro gli austriaci. Belleisle invia un corpo di truppe che deve imbarcarsi a Tolone e Rochemore vi è coman­dato come capo di Brigata per passare a Genova insieme ad altri tre ingegneri con i quali deve imbarcarsi a Marsiglia. La nave, intercettata dagli inglesi, deve ripara­re a Monaco dove rimane bloccata per tre settimane. Sollecitato da Belleisle, per­ché a Genova servono ingegneri in vista dell'assedio, trova un pescatore che «a gran rischio e per cento luigi lo porta a Genova dove arriva all'inizio dell'assedio e dove è stato subito occupato a "retrancher le Mont des Frères" e il sobborgo di S. Pierre D'Arena e in seguito "le famose linee di Albaro'' e la Madonna del Monte, fino a quando viene tolto l'assedio».
- «Essendo morto durame l'assedio Rocher de la Branchoire sottobrigadiere degli ingegneri [ ... ]ho sempre fatto il servizio di sotto brigadiere fino alla Pace con let­tera del Ministro al Ms. de Conflans».
- «Nel 1748, i nemici minacciando di tornare ad assediare ancora Genova e diri­gendo la loro marcia a Levante, il maresciallo de Richelieu prese la decisione di uscire da Genova riunendo l'esercito e trasportando il quartier generale a Sestri del Levante, dove ci si è trincerati sulle alture» (Génie, art. 3, section 2, n. 1).

Carte e memorie

Dopo la citata missione dell'inverno 1744-45, svolta insieme al marchese di Monteynard, a giudicare dallo stato di servizio, de Rochemore sembra più interessato all'arte della fortificazione che alla cartografia e alle reconnaissances, a differenza di Rocher de la Branchoire a cui succede. E tuttavia l'inventario dell'archivio del Genio (art. 14, Spezia 1 e 4) mostra un'intensa attività anche in questo campo:
- Memoire sur la Spezia, le fotr de S. te Marie et le Lazaree avec projects (2 disegni), 1747.
- Memoire sur le fort S.te Therese (1 disegno), 1747.
- Memoire sur la ville et le chateau d Sarzane, (due disegni), 1747.
- Pian de Sarzane et de ses environs ( 1 disegno), 17 48.
. Carte e disegni che, come tutto l'«Article 14», sono andati dispersi nel corso del- l'ultima guerra mondiale.
Il Mèmoire composto dal marchese di Monteynard insieme a Rochemore e a un secondo ingegnere Nicolas Sarrebourse seigneur de Pontleroy (citato nel doc. solo con quest'ultima designazione) si conserva in SHAT, Dépot de la Guerre, M.R 1400 con il titolo: Memoire sur les chemins de la Cote de Genes et les debouchez sur le Tanaro, Ceva, Aleandrie et Totone, relatif a la Carte cy jointe. Quanto alla carta nella lettera di accompagnamento del Monteynard figura con il titolo: Carte figuree des Chemins de la Cote de Genes et des debouchez en Piemont. In questa lettera da Genova del 3 maggio 1745 Monteynard espone al ministro i criteri e le precauzioni seguiti nella reconnaissance e il mancato contatto con le <>.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingegnieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-184), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Morel de Conflans, Rocher de la Branchoire, Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Razaud, Joseph

Joseph De Razaud
N. Avignone 1685
M. Versailles 6 aprile 1754

Relazioni di parentela: Grazie a due matrimoni si imparenta o allea con le famiglie degli ingegneri Camelin e de Thiville.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare ed incisore di piante

Biografia:

Produzione scientifica:
La sua attività in Italia e in Liguria si esplica soprattutto nei due bienni 1744-5 e 147-48 quando comandando gli ingegneri francesi in Italia si sposta sul fronte oc­cidentale e firma un bel Plan de l'attaque de Vintimille conservato nell'archivio del Genio (SHAT, Genie, art. 15). e pubblicato in L.C. Forti. Non applica al nostro paese la sua competenza di incisore di piante.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Lousi Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1818), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.

Altro:

Rimandi ad altre schede: De Rochemore, Morel

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Pene, Louis

Louis De Pene
N. Marsiglia 20 aprile 1691
M. Perpignan 4 ottobre 1761

Relazioni di parentela: Famiglia provenzale originaria di Draguignan, stabilitasi a Marsiglia nel secolo XVII, che vantava un'antica nobiltà e molti avvocati, procuratori e ben sette inge­gneri del re, imparentata con altre famiglie di ingegneri (Bourcet, Polastre, Roger, Tardif ... ). Uno di questi (Charles de Pène, 1636-1701) costruì la carte delle coste marittime del Mediterraneo e fu nominato nel 1686 direttore della Galerie des Plans et reliefs del re; il fratello Pierre nel 1684 guidò le colonne francesi nell'at­tacco di Genova. Il nostro fa parte del ramo cadetto che godeva deI titolo di «Signore di Vaubonnet». Il figlio Claude-Louis (1720-1745), ingegnere volontario dal 1741, muore in servizio a Cuneo nel 1745.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:

Produzione scientifica:
Partecipò alla spedizione di Maiorca, e alla campagna cli Spagna fra il 1715 e il 1720. Cavaliere di San Luigi. Campagne d'Italia dal 173.3 al 1735 come sotto-brigadiere (Piz­zighettone, Milano, Novara). Campagna d'Italia dal 1744 al 1746 (Tortona, Genova).
Non si conoscono cane. Un Memorie sur le retranchement de campagne proposé a faire pour couvrir le faubourg de St. Pierre d'Arena, datata 14 giugno 1746 si con­serva in SHAT, Génie, Art. 14, Génes 1.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire dei Ingénieurs militaire 1671-1797, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
E. POLEGGI, Carte francesi e porti italiani nel Seicento, Genova, Sagep, 1991

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Montgran, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste De Montgran
N. Marsiglia 1698
M. Marsiglia 16 dicembre 1777

Relazioni di parentela: Membro di una famiglia nobile originaria di Vivarais, fissata a Marsiglia e Dunkerque nel XVIII secolo, che vantava lunghe tradizioni nel mestiere delle armi sia di mare che di terra.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Nato a Marsiglia verso la fine del 1698 da Noble Jean-Baptiste ecuyer, consigliere del re e commissario delle galere del re (cinque fratelli tutti militari). Morto a Marsiglia il 16 dicembre 1777.

Produzione scientifica:
Dopo aver partecipato alle campagne nei Paesi Bassi dal 1744 al 1746, partecipa alla spedizione di Genova nel 1747 prima di ritirarsi dall'attività nel 1748 con i titoli di cavaliere di San Luigi e di capitano riformato. La sua attività in Liguria in qualità di sottobrigadiere degli ingegneri sembra limitata all'assedio di Ventimi­glia. Infatti, secondo la testimonianza dell'ingegnere Vialis, giunto a Genova alla fine di giugno «non volle fare alcun servizio, per il fatto che il ministro non aveva voluto impiegarlo come sottobrigadiere» (SHAT, Génie, 15 S3).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des lngénieurs milìtaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.

Altro:

Rimandi ad altre schede: DE VIALIS, MOREL

Autore della scheda: Massimo Quaini



De la Naverre, Noble Pierre-Philibert (alias Navere)

Pierre-Philibert Noble
N.
M. 1774

Relazioni di parentela: Appartiene a una famiglia della borghesia parigina che dopo aver dato diversi uomini di legge, anche in seguito ad alleanze con gli ingegneri Grillot de Prédelys produce due ingegneri topografi che hanno lavorato in Italia anche in tempo di pace per stabilire i confini fra Francia e Piemonte e fra quest'ultimo e la Repubblica di Genova. Ha un figlio, Claude-François, che si forma alla scuola di Mezieres ( del quale non viene fatta la scheda per non aver avuto contatti con i cartografi liguri) e un fratello che si chiama François de La Naverre, sieur de Fleurigny (1689-1754). Partecipa alla campagna d'Italia del 1734-35 e alla delimitazione dei confini di Francia con lo stato sardo nel 1734-35. Succede al fratello anche nel­la mediazione per il trattato sui confini fra il Piemonte e la Repubblica di Genova.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, topografo

Biografia:
Nato probabilmente a Parigi nell'ultimo guano del secolo XVII. Muore nel 1747 nel corso della campagna d'Italia.

Produzione scientifica:
L'attività che più ci interessa è quella di topografo, nella quale eccelleva (come ri­sulta dalla sua scheda personale citata da A. Blanchard, Dictionnaire, s,v.), Per queste sue qualità, nel 1730, venne scelto dal re di Francia come arbitro nella demarcazione dei confini fra lo stato genovese e quello piemontese e a questo titolo venne in contatto con i cartografi italiani che si occuparono della vicenda: Francesco Gallo Matteo Vinzoni. Nelle filze della Giunta dei Confini dell'ASG esi­stono documenti interessami non soltanto sull'espletamento della missione, ma anche indizi di uno scambio di vedute, metodi e perfino di un manuale di inge­gneria dal topografo francese al Vinzoni.
La sua attività cartografica non è stara finora studiata. Della missione al confine fra Liguria e Piemonte, nell'area delle Viozene, si conserva nell'Archivio di Stato di Genova e quello di Torino la carta sottoscritta insieme a Francesco Gallo e Matteo inzoni:
Tipo della Viozena fatto dalli ùinfrascritti [ingegneri di S.M. il re di Sardegna e della Serenissima Repubblica di Genova con l'intervento dell'Ingegniere di S.M. Cristia­nissima, disegno a mano con colorazione all'acquarello di cm 129x81 sottoscritto da Pierre Delanaverre, Francesco Gallo) Matteo Vinzoni (ASG) Raccolta cartogra­fica, b. 20, n1. 1189). Altra copia in formato ridotto (cm 67x43) probabilmente fatta dal Vinzoni per uso personale e conservata nel suo archivio si trova oggi nella medesima Raccolta, b. 20) n. 1192.
Del fratello François de La Naverre, sieur de Fleuigny si conservano tre carte sem­pre controfirmate insieme a Francesco Gallo e Matteo Vinzoni:
- Tipo generale del Territorio di Rezzo con suoi confin i ... (b. 4, n. 180).
- Tipo generale del Territorio di Cosio, Mendatica e Monteogrosso ... (b. 5,214).
- Tipo della Lavina, Dominio di S. Maestà il Re di Sardegna e della Calderaia, Do­minio della Serenissima Repubblica di Genova.,. (b. 10, 621

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des lngénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
M. QUAINI, A A proposito di «scuole» e «influssi>>nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografi e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia Pat ria, 1987, II, pp. 783-802.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Matteo VInzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini



De La Blottiere, Francois

Francois de La Blottiere
N.
M. Montpellier 29 novembre 1739

Relazioni di parentela: Non si conosce nulla dell'origine e delle professioni della famiglia. Muore celibe.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Nato verso il 1673 e morto a Montpellier il 29 novembre 1739 all'età di circa 66 anni e ancora in attività,

Produzione scientifica:
Importante la sua attività in Italia nel 1733-34, in particolare negli assedi di Pizzighettone, Novara (dove è autore del piano d'attacco vittorioso) e Tortona. è considerato un «très remarquable topographe>> (Blanchard, l98l ): capacità che mette a profitto sia nel!a cartografia sia nelle memorie e reconnaissances. ln particolare si dedica si dedica alla conoscenza delle Alpi occidentali e dei Pirenei, sui quali lascia diverse carte e corposi mémoires conservati negli archivi francesi (in particolare nella Biblioteca dell'Ispezione del Genio di Parigi, nel fondo Memories et Reconnaissances del Depot de la Guerre (SHT, Vicennes) e anche presso la Bibliothè­que De Cessole - Musee Massena di Nizza).
Nei mesi di marzo-aprile 1736, a conclusione della campagna d'Italia ispeziona e descrive le montagne appenniniche e tutte le rispettive strade da Livorno al colle di Tenda, fornendo un modello descrittivo di straordinaria precisione intitolato Description des montagnes apenines, depuis le Mont Aventin jusqu'au Col de Ten­de, comme aussi des costes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice e contenuto nel ms. Memorie concernat les frontieres de Piémont et de Savoye, diffuso in diverse co­pie (copia anche al Museo .Massena di Nizza, Bibliothèque de Cessole).
Altre copie sono ricordate da M. de Lavis-Trafford nei suoi lavori sulla cartografia delle Alpi.
è anche autore del Project d'un systeme general de guerre en Lombardie, al quale era allegata una grande carta di 7x4 piedi (nel memoire conervato a Nizza; in altri ms. compaiono invece 10 carte. Non vi mancano osservazioni anche sulla Liguria e la Spezia. L'itinerario da Livorno a Nizza della Description des montagnes apenines (parzialmente pubblicato in Quini 1981) è completo da Detail de toutes les villes er principaux endroits qui se trouvent situez sur les bordes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice comme aussi les portes, golfes et rades, alle pp. 45-62 del memoire conservato a Nizza.
In conclusione, le sue conoscenze sulla Liguria, come anche sulla montagna alpina, appenninica e anche pirenaica, sono da considerarsi veramente eccezionali anche dal punto di vista storico-geografico, come indicato da Numa Broc.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLACHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, lmpr. Louis Jean, 1981.
N. BROC, Les montagnes au siecle des Lumieres: perception et rapresentation, Parigi, 1990.
P. PRESSENDA, Carte topografiche e memorie cartografiche. Un contributo alla storia della cartografia alpina, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
M. QUAINI, La conoscenza del territorio ligure fra medio evo ed età moderna, Genova, Sagep, 1981.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Donnadieu

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Cotte, Pierre-Paul

Pierre-Paul De Cotte
N.
M. Parma 1770

Relazioni di parentela: è probabilmente originario di una famiglia di Pezenas nella Linguadoca, aggregata alla nobiltà tra il XVII e il XVIII secolo e dedita al mestiere di ingegnere milita­re (Blanchard, 1981). Si può avanzate l'ipotesi che Pierre-Paul, non citato dalla Blanchard, facesse parte di un ramo cadetto della famiglia o fosse comunque imparentato con Bernard Cotte (1661-1714) e Barthélémy-Louis-Marie Dc Cotte (1756-1817), ambedue ingegneri. Né si sa se siano esistiti rapporti di parentela con il più celebre Robert de Cotte, architetto civile.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare e cartografo

Biografia:
Secondo l' Alizeri era noto ne! popolo con il soprannome di Colonnello Ricotta. La malignità sembra basata su una testimonianza di F.M. Accinelli, il quale accusa di «imperizia» e «scipitaggine>>Monsieur Decotté-[sic] «detto per ischcrzo Monsieur Recotto», aggiungendo che «l'affezione de' Genovesi a' forestieri è sempre stata cagione di rimarchevoli inconvenienti sì al publico che al privato» (Accinelli, 11, p. 25). F. Alizeri riferisce il soprannome ai maso: lavori <> (Alizeri, 1864, p. 93).

Non si conosce né il luogo né la precisa data di nascita (ma intorno all'anno 1714-5 .15). Da un prospetto della Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-6 (ASC, Foglietta, 1209) si ricava infatti che era di nazione francese, di anni 50 e con moglie a carico. Lavora per la Repubblica di Genova dal 1745 al 1765 e da questo anno alla morte per il Ducato di Parma. Muore a Parma nel 1770.

Produzione scientifica:
Dopo l'attività svolta fino al 1744 in Germania, dove risulta essere distaccato «dal serviggio di Francia», nel 1745-46 svolge per due mesi una missione a Serravalle Scrivia e poi per dieci mesi in Corsica, nei presidi di Calvi, Aiaccio, Bonifacio e Bastia (ASG, Foglietta, 377 e Senarega, 271).
Rientrato a Genova per le esigenze della guerra in corso, svolge fra il 1746 e il 1748, per conto del Magistrato di Guerra e altre magistrature, diversi incarichi a Savona, Genova, Portofino, la Spezia. Fra questi spiccano le missioni volte «a riconoscere le fortezze tutte della Riviera di Levante e della Riviera di Ponente» fi­no a Nizza, dimostrando sempre «prontezza e zelo indefesso» e meritandosi nel 1749 il titolo di Colonnello (ASG, Foglietta, 383).
Nel 1749 esegue a Savona la demolizione di 126 case del Borgo della marina, la ristrutturazione della Fortezza e la riapertura del porto <<totalmente chiuso ed impe­dito». Dall'insieme di questa prima fase di attività «sussiste che in tutte le occasio­ni di pubblico comando si è sempre impiegato con speciale atrenzìone, speditezza e disinteresse, avendo già egli prima d'ora formati i Piani delle fortezze di Terra­ferma ed anche delle piazze di Corsica con avere anche suggerito vari lavori [ ... ]» (ASG, Senarega, 271, 18 maggio 1753).
Dal 1749 al 1752 dirige a Genova i lavori della grande caserma dello Sperone progettata dal maresciallo Sicre. Nel 17.50 è a Gavi per riparare i danni causati dall'assedio.
Nel 1751 lavora alle fortificazioni del Golfo della Spezia e in particolare alla For­tezza di S. Maria.
Nel 1752 lavora a Sarzana per opere di arginamento del torrente Chiara.
Nel 1753, tenuto conto dell'indisposizione del maresciallo Sicre e della abilità dimostrata nelle <<incombenze proprie del suo istituto ma anche per altre straordinarie appoggiategli», gli viene portato lo stipendio a L 180 mensili (ASG, Senarega, 271). Nel 1754 viene incaricato della progettazione della strada carrozzabile Sestri Levan­te -Parma per il passo di Cento Croci (già assegnata a Matteo Vinzoni nel 1751) e l'anno seguente subisce in zona un attentato «a motivo di zelo dimostrato per il pubblico serviggio» onde viene invitato a trasferirsi sotto scorta da Varese a Sestri e quindi in Genova (Senarega, 277). Nel 1756 viene riconosciuto dal Magistrato di Corsica come «il solo che abbia cognizione del paese» corso (ASG, Senarega, 278) e lavora anche ad alcuni rilievi della Fortezza di Gavi (ASG, Foglietta, 1261).
Dal 1757 è nuovamente a Genova dove lavora soprattutto alle fortificazioni pro­gettando e realizzando il forte Diamante in virtù di un finanziamento di L. 50.000 di Giacomo Filippo Durazzo.
Nel 1758 ha modo di criticare l'operato del brigadiere Flobert a proposito del­le fonificazioni del Golfo di Vado (già soggetto a critica da parte di Matteo Vinzoni l'anno precedente). Si riparla anche dei lavori progettati alle fortificazione del Golfo della Spezia, già interrotti per mancanza di fondi. Nello stesso anno si denuncia l'assenza dell'ingegnere alle mostre o riviste che gli ufficiali sono tenuti a fare davanti ai Deputati del magistrato di Veditoria per le paghe delle truppe.
Nel 1760 viene incaricato di lavorare alle fortificazioni di Ovada, dovendo, per ragioni di salute, far cambiare aria alla consorte.
Nei primi mesi del 1761 è in Corsica insieme agli ingegneri Gustavo, Ferretto e Policardi (ASG, Senarega, 289).
Nel 1763 torna a lavorare alla strada per Parma, compiendo ricognizioni sui luoghi e presentando l'anno successivo un Piùlan géographique del tracciato da Fornovo al passo di Cento Croci, e, sempre con la collaborazione dell'ingegnere parmense Boldrini, anche del tracciato fino al mare, con relazioni e memorie conservate nell'Archivio di Stato di Parma (ASP, Strade, 77 /87-89) .
Nel marzo del 1765, dopo aver richiesto il congedo che gli viene concesso «con le consuete onorifiche lettere patenti» (ASG, Senarega, 298), passa al servizio del Ducato di Parma dove lavora fino al 1770, anno della sua morte. Il Benassi osser­va che il C, venne <<riformato senza pensione dalla Repubblica per accuse di negligenze, malversazioni ed errori nella costruzione dei forti della Bastia in Corsica» ma che, a riprova dell' insussistenza delle accuse, venne «raccomandato caldamen­te da Marcello Durazzo [ ... ] e quindi assunto al servizio ducale» con decreto del 28 maggio, con il titolo di ingegnere in capo, il grado <li colonnello di fanteria e paga mensile dì Lire 7.50 (Benassi, 1923). In realtà le accuse erano semplici voci che circolavano in Genova, dovute probabilmente più a risentimenti contro la famiglia Durazzo che lo proteggeva che i suoi effettivi demeriti (lo stesso inviato di Parma, che le raccolse, non sembra dar molto credito a tali voci), Curiosa l'accusa di essere troppo condiscendente nei confronti della moglie «la quale nelle sue spedizioni ha sempre desiderato di andare con il marito» (Forti, 1992 , p. 211).
La sua attività nello Stato parmense è indirizzata soprattutto alla definitiva delineazione della Strada di Genova (o di Centocroci) e alla stima dei terreni da espropriare, in collaborazione con gli ingegneri Regalia, Borell, Bresciani e di G.P. Sardi, assunto nello stesso anno 1765 e impegnato nell'opera di catastazione. Del­l' «apporto della nuova cultura ingegneristica francese filtrata a Parma, col de Corre, attraverso Genova>> (Zermani, 1881 ), rimangono tracce consistenti nell'Ar­chivio di Stato di Parma, in gran pane ancora da studiare.
Come per altri ingegneri liguri (Carbonara, Vinzoni e Brusco) è accertata anche una certa attività professionale, in particolare per la famiglia Durazzo, per la quale risulta aver progettato e diretto la costruzione del palazzo di Cornigliano, come risulta dal Catalogo della Biblioteca di Giacomo Filippo Durazzo in cui compare questa citazione: <> (Archivio Durazzo, Cataloghi, n. 20).
Muore a Bardi l' 11 agosto 1770. Con decreto del 28 agosto viene concessa alla moglie l'annua pensione di lire 3600. NeI ruolo di capo ingegnere gli succede il piacentino Gioseffo Porcelli, perito camerale (Benassi, 1923 e ASP, Strade, busta 1).

Carte e memorie

Nella Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova si conserva un buon numero dì piante su diversi luoghi della Repubblica e della Corsica in cui si dimostra buon topografo e sulle quali si veda il catalogo della stessa. Particolarmente interessami quelle relative alla progettazione della strada Sestri Levante - Parma. Diverse memorie sulle piazzeforti della Liguria e della Corsica si conservano in diversi fondi dell'ASG.
Nell'Archivio di Staro di Parma carte e memorie si conservano nel fondo Strade, fra cui la Relazione riguardante la Mappa per una strada carregiabile da Fornovo o Sala di Parma fino a Sestri levante di Genova portata a sua Eccel.za il Sig. D. Guglielmo du Tillot, redatta da G.B. Tamburini nel 1764, in cui si motiva la chiamata del de Cotte e si anticipa la sua perlustrazione sul tracciato nell'anno 1763 in virtù di una <> (Strade, 77/87-89). Nel fondo Ponti e Strade esistono co­pie dì varie memorie, per ultima quella di Giacomo Brusco in cui si discutono i progetti per superare sul versante genovese il monte di Ceentocroci dei capitani genovesi Ferretto e Gustavo e dell'ingegnere Porcelli di Parma.


Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F.M. 1750, ACCINELLl, Compendio delle storie di Genova dalla sua fondazione sino all'anno 1750, Lipsia, 1750, 2 voll.
F. ALZIERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla sua fondazione dell'Accademia, I, Genova, Sambolino, 1864.
U. Benassi, Guglielmo Du Tillot. Un ministro riformatore del secoloXVIII. Du Tillot ministro d'Azienda: l'economia, in Archivio Storico delle Province Parmensi, XXIII (1923), pp. 56-73.
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingenieurs militaries 1691-1791, Montpellier, Imp. Louis Jean, 1981.
F. BONORA, Il palazzo Durazzo Bombrini a Cornigliano, Genova, Sagep, 1991.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri militari a Genova alla metà del Settecento, in <>, II, 1986, pp. 107-115.
M. QUAINI, A proposito di <> e <> nella cartografia genovese del Settecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia e Patria, 1987, II, pp. 783-802.
M. QUAINI, Levanto nella storia, I, Genova, Compagnia dei Librai -Comune di Levanto, 1988.
L. ROSSI, Lo specchio del Golfo, Sarzana, Agorà, 2003.
P. ZERMANl, Rappresentazione e ingegneria del territorio negli Stati Parmensi sotto i primi Borboni, in <>, 19, 1981, pp. 37-49.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Giacomo Brusco; Policardi, Matteo Vinzoni.

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Combes, Benjamin (alias DeScombes)

Benjamin de Combes
N. 1649
M. Caen 1710

Relazioni di parentela: Ha un fratello, Michel, ingegnere, e diversi figli che non continuano l'attività.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Figlio di un «capitano delle armate navali» nasce nel 1649. Esce da una famiglia di ufficiali di marina cli cui si ignora l'origine provinciale (secondo una testimonianza dell'ingegnere Claude Masse i Descombes sarebbero figli di un patrone di barca dell'isola di Yeu) e che riceve il titolo nobiliare nel 168.5. Muore ancora in attività, all'età di 61 anni, nel 1710 a Caen.

Produzione scientifica:
L'attività riguardante la Liguria (che fu comune anche a un terzo fratello Pierre), svolta nel 1684, è connessa al bombardamento di Genova, dove fa ricognizioni, leva piante in incognito e guida anche lo sbarco sulla spiaggia di Sampierdarena.
Le sue cane relative a Genova sono conservate negli archivi militari francesi e sono state studiate da E. Poleggi.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
E. POLEGG[, Carte francesi e porti italiani del Seicento, Genova, Sagep, 1991.
M. QUAINI (a cura di), Carte e Cartografi in Liguria, Genova, Sagep, .1986;.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chauchard, Alexis-Nicolas

Alexis-Nicolas Chauchard
N. Parigi 18 ottobre 1799
M. 1798

Relazioni di parentela: Non risultano

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo

Biografia:
Nasce a Parigi il 18 ottobre 1739 da Alexis Chauchard, chirurgo, e da Louise- Marie mARICE.
Muore nel 1798 nel corso dell'evacuazione militare dell'isola di Santo Domingo.

Produzione scientifica:
Inizia la sua attività di cartografo dei confini nel 1764 al seguito di Grandpré, brigadiere di fanteria, incaricato nel 1768 di far levare la Carte des Aldudes (paese al confine con la Spagna) definita da Berthaut «un beau travail, qui n'a malheurese­rnent pas été achevé». In seguito a questo lavoro continuato per circa sei a anni merita un giudizio molto lusinghiero da parte di Grandprè: «un sujet qui a du zèle, des talents, de l'intelligence>> e che può diventare «un des meilleurs ingénieurs géographes que le Roy puisse avoir à son service soit à la guerre soit pendant la paix», visto che era stato anche distinto in due campagne di guerra in qualità di «Marechal des logis» (SHAT, Dépot de la Guerre, YA 92). La previsione, a giudi­care dalle notizie della sua attività dare dal Berthaut, sembra essersi pienamente avverata. Le operazioni alle quali partecipò, soprattutto sul confine settentrionale, servirono a rettificare la carta di Francia di Cassini.
Continua a lavorare sotto gli ordini di Grandpré fino al 1776, con incarichi di fi­ducia nelle Fiandre e in Haynaut, con piena soddisfazione del marchese di Monteynard. Nel 1776 viene impiegato, insieme a molti altri cartografi, a levare la car­ta delle coste della Bretagna.
Dopo diciassette anni di servizio come ingegnere geografo venne privato del suo stato da De Vault, direttore del Dépòt, senza motivo e malgrado il maresciallo di campo Grandpré avesse rinnovato il suo giudizio più che lusinghiero, come scrive lo stesso C. nella supplica del 21 dicembre 17771 volta ad ottenere una pensione adeguata per la moglie e i tre figli.
Diventa allora «ingegnere geografo militare di S.A. il Conte d'Artois». A questo punto si perdono le informazioni sulla sua attività, ad eccezione di una supplica al re della figlia Marie-Victoire dalla quale si apprende che <<Nicolas Chauchard, ancien Capitaine d'infanterie, ingénieur géographe militaire de mons. Le Comte d'Artois d'Artois et chevalier de l'ordre militaire de Saint Louis, partit en 1790 avec son fils unique pour se rendre à l'armée du prince de Condé, où il fut employé en qualité de Grand Maitre Maréchal des Logis jusqu'à l'époque où cette armée fut dispersée, qu'il passa alors en Amérique en qualité d'ingénieur en chef de Sa Majesté Britannique», dove combattendo insieme ad altri emigrati trova la morte nel 1798, dopo l'evacuazione di Santo Domingo. La figlia chiede non solo il rico­noscimento dei servizi prestati da controrivoluzionario ma soprattutto il riconoscimento della sua attività di cartografo e in particolare del suo capolavoro: la Carta della Germània frutto di venti anni di lavoro, per la quale sacrificò la fortu­na della sua sposa e che fu costretto a vendere prima di sfuggire al Terrore (SHAT, Dépòt de la Guerre, YA 92). Di questa carta, pubblicata nel 1781-84 in 9 fogli e nel formato della carta di Cassini, Berrthaut dice che era tornata utile an­che nel periodo napoleonico.
La stessa sorte aveva subito la Carta dell'Italia <li cui Berthaut dice che fu quella di cui più ebbe a servirsi l''Armée d'Italie nella sua prima campagna: «la maggior par­te dei canovacci delle reconnaissances, preparati prima di andare sul terreno, erano ingrandimenti di questa carta» (Berthaut, I, p. 186). Limitata all'Italia settentrionale era stata stampata in 4 fogli a Parigi nel 1791 dall'ingegnere geografo Dezau­che. Se dobbiamo credere alle memorie di de Bourienne, venne utilizzata da Na­poleone anche nella preparazione della seconda campagna d'Italia. In questi ter­mini, infatti, Louis de Bourienne ci rappresenta il Bonaparte alla vigilia della di­scesa in Italia: «Le Premier Consul me dit de faire dérouler dans son cabinet la grande carte d'Italie de Chauchard; il s'etendir dessus et me fit mettre a coté de lui. Puis il piqua avec une serieuse attention des épingles dont les tètes étaient garnies de cire rouge et de cire noire. Il me dit: Passant par les Alpes ic (en montrant le Grand-Saint-Bernard) je tombe sur Melas et je le joins ici, et il plaçait une épin­gle rouge dans la plaines de la Scrivia, entre Alexandrie et Tortone où la bataille de Marengo aura lieu» (L. e G. Aliprandi, 2005). Ma sappiamo che Bourienne è poco affidabile.
Berthaut dice ancora che all'Armée d'ltalie venne utilizzata anche una Carta del Tirolo cli Chauchard (Benhaur, I, p. 186).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
L. e G. ALlPRANDl, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, I, Ivrea. Priuli e Verlucca, 2005.
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-.1831, 2 voll., Paris, Impr. du Services Geographique, 1902, vol. I.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chabrier, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste Chabrier
N. Aigueperse 1 luglio 1769
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono per ora relazioni di parentela che possano far pensare a una dinastia. Nello stesso periodo è in attività come ingegnere geografo un altro Cha­brier di nome Auguste che viene spesso confuso col nostro ma non sembra avere nessun grado di parentela.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Aigueperse, dipartimento del Puy de Dòme il primo luglio 1769 da Joseph Chabrier e Gabrielle Raymond. La sua attività militare si chiude nel 1808 con le dimissioni dovute a una grave ferita. Muore dopo il 1840.

Produzione scientifica:
All'inizio del 1793 è inviato in Italia, dove «ho servito -dice -senza interruzione, in qualità di ufficiale del Genio, fino al primo nivoso a. 8» (22 dicembre 1800). Di stanza a Nizza è nominato dal generale Bonaparte aggiunto al cittadino Andreos­sy, diretwre <lei pomi dell'Artiglieria, ed è incaricato della strada di Nizza a Esa (Eze). Nella primavera del 1794, come aggiunto del Genio di prima classe, è incaricato di «levare trigonometricamente la carta della valle di Nizza» (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160, nota dei servizi svolti fino all'anno 10-11). Nell'anno se­guente si trova alla battaglia di Loano, dove è incaricato di fare il pian del campo di battaglia. Comandando il Genio a Loano, fa costruire sul Centa un ponte mobi­le di sua invenzione. Segue l'esercito a Peschiera e al blocco di Mantova e, dopo essere stato incaricato di vari lavori di fortificazione, riceve l'ordine di raggiungere l'Armèe de Rome.
A Roma nel marzo 1798 viene incaricato da Campredon (comandante generale del Genio) di fare la <<reconnaissance générale» dello Stato romano, particolar­mente delle sue frontiere meridionali, comprensiva di una memoria sulla boni­ficare delle paludi pontine approvata dall'Institut National. In seguito a questo lavoro viene chiamato allo stato maggiore del generale Championnet nel mo­mento in cui prende il comando dell'Armée de Naples. Questi, avendo apprezza­to le sue qualità lo promuove da capitano aggiunto del Genio a chef de Bataillon e gli attesta tutti i suoi meriti (in particolare per aver levato una «carta prezio­sa»). Dopo essere stato nominato capo di stato maggiore della divisione di Roma dal generale Macdonald e poi della divisione Lemoine dell'Armée d'ltalie, viene aggregato all'Armée des Alpes et d'Italie fino alla fine del 1799. Alla morte del generale torna a Parigi dove gli si assegna il comando degli Ingegneri geografi «attachés au Génie à l'Armée de reserve». Partecipa alla battaglia di Marengo. Il 24 giugno 1800 viene incaricato di fare la Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini voluta dal primo console ed estesa successivamente anche alla valle del Tanaro e fino alle sorgenti del Po. Il 2 no­vembre 1801 viene incaricato di levare trigonometricamente il campo di batta­glia di Marengo, operazione che lo occupa fino a novembre del 1802 quando gli viene ordinato di andare in Svizzera.
Sulla base di questo curriculum e come capo sezione degli Ingegneri geografi, con domanda del 27 dicembre 1802 chiede di essere confermato in un grado corri­spondente a·quello di capo di battaglione accordatogli dal generale Championnet per i servizi resi nell'Arméé di Napoli.
A questo punto terminano i suoi servizi in Italia essendo successivamente impie­gato in Germania al seguito del maresciallo Bernadette (dove rimane impelagato in una questione di matrimonio con la figlia del Bailli di Lavemburg). Nel 1807 presenta domanda di dimissioni dal corpo degli Ingegneri geografi per condizioni precarie di salute e di vista a causa delle fatiche della guerra e di una ferita che lo sfigurava. Non si hanno più notizie fino al 1832, quando, alla bella età di 63 anni, presenta al ministro della Guerra domanda <li essere riammesso in ser­vizio, offrendo le sue competenze e la sua grande esperienza e «facilitè à recon­naitre et à figurer le terrain propre aux opérations d'une armée en campagne et à rediger des rapporrs sur ce sujer. J'ai parcouru - dice - toute l'Iralie, fait des reconnaissances militaires dans l'Etat Romain et dans le Royaume de Naples qui ont facilité nos premières campagnes dans ces contrées; j'ai encore entre mes mains un pian très détaillé du littoral des Etats Romains depuis Orbitello er Por­to-I-fercole jusq'au delà de Terracina, et une Carte manuscrite de la frontière de ces Etats du còté de Naples avec indicadon des chemins et des positions milirai­res etc. Un séjour de 10 ans en Italie m'a procuré non seulement la connaissance du pays, mais encore celle du langage et des mceurs». La domanda non ebbe seguito, visto che nel 1840 presenta una domanda di integrazione della pensione di impiegato del Département de la Seine come riconoscimento dei servizi militari prestati, dice, dal 1788 al 1808 (SHAT, Dossiers Ingénieurs géographecs, X em 17_5, sub nome).

Carte

Della sua attività di topografo rimane nell'archivio militare di Vincennes una fit­ta corrispondenza con il direttore del Dépot in cui descrive i suoi lavori in ma­niera molto analitica. Le carte si conservano nello stesso archivio. Fra le sue pro­duzioni sembra prediligere la carta del campo di battaglia di Marengo, di cui scrive: «j'exécutai seul cette commission pénible, dans la saison la plus rigoureu­se, au milieu de l'hiver; je déterminai les longitudes et les latimdes et je recucillis tout ce qui avait rapport à l'histoire naturelle et à l'historique de ce pays célè­bre» (Dossier cit.).
A proposito di questa carta, in una lettera a Andreossy del 24/5/1802 scrive: «Le plan de la Bataille de Marengo qui a 18 decimètres de longueur sur 15 de hauteur est si détaillé qué je n'ai terminé qu'hier de mettre le trait à l'encre, pourtant j'ai constamment travaillé onze heure chaque jour [ ... ] j'ai près de 1200 noms à écri­re. J' ai toures les notes désirables sur Marengo et Ics environs, je les rédigerai à Paris>, (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160).
La documentazione prodotta nel corso e dopo la sospensione della «Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini» sono raccolti nell'archivio del Dépòt e si compongono di tre rapporti che sono solo un riassunto «cles notes nombreuses que j'ai recueillies sur la topographie militare et l'histoire naturelle des Apennins». Quanto alla carta, secondo un inventario coe­vo, si compone di 7 fogli dedicati allo Stato piacentino, due fogli che comprendo­no l'Appennino ligure e piemontese nell'area di feudi imperiali e le sorgenti della Trebbia e dell'i\veto, della Srnifora e del Curone, della Vobbia e della Scrivia e due fogli che riguardano il Milanese.
Nell'archivio cartografico del Dépot, sotto la collocazione M 13 B I 83 si trova la Carte des /fiefs Imperiaux in 5 fogli alla scala <li 1 :42.000, non tutti ugualmente rifiniti essendo stata sospesa. Sotto la colloc. M13 B I 82 sono raccolti diversi materiali per servire alla medesima carta, interessanti anche per capire le varie fasi del lavoro.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-1831, Paris, 2 voll., lmpr. du Service Géographique, 1902.
V. PANSINI, Un'operazione di cartografia e statistica 1801-1810, tesi di laurea in Storia Moderna, Università di Genova, 1994-95.
M. QUAlNI, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere geografo nelle periferie dell'impero napoleonico, in Quaderni storici XXX, 1995, pp. 679-696.
M. QUAIN - G. FERRERO, li contributo degli ingegneri geografi alla conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. il caso della Val Trebbia da Matteo Vinzoni a Jean-Baptiste Chabrier, in G. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746. Una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, 1998, II, pp. 489-504.
V. VALERIO, Società, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, Istituto Geografico Militare, .1993.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini