Archivi autore: leandro

Brossier, Simon-Pierre

Simon-Pierre Brossier
N. Versailles 9 gennaio 1756
M. Parigi 5 aprile 1832

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo, direttore del Bureau topografico di Milano per tutta l'età napoleonica.

Biografia:

Produzione scientifica:
L'attività che concerne l'Italia ha inizio dopo che nel 1794 viene assegnato al gabi­netto topografico del Comitato di salute pubblica e da questo importante centro di informazione, voluto da Carnot, nel 1796 viene inviato in Piemonte come commissario del governo nella delimitazione del confine fra la Francia e gli Stati del re di Sardegna. In questa occasione ha modo di conoscere e apprezzare i topografi piemontesi con alcuni dei quali si troverà in seguito a collaborare.
Aggiunto allo staro maggiore dell'Armèe des Alpes dal luglio del 1799, viene inca­ricato nel 1800 delle reconnaissances in Savoia necessarie per decidere il passaggio dell'esercito guidato dal Bonaparte. Con il grado di colonnello partecipa alla campagna, assistendo all'assedio di Bard, al passaggio del Ticino e alla battaglia di Ma­rengo, Per i meriti acquisiti ottiene il grado di aiutante generale e la nomina a capo del Bureau topografico dell'Armée d'Italie. Sciolto questo ufficio, viene incaricato di costituire a Milano il Bureau della Repubblica Italiana incaricato di confezionare subito la Carta tra l'Adda e l'Adige, che successivamente fu ampliata alla Carta tra l'Adige e il Piave e tra il Piave e l'Isonzo (per non dire di altre operazioni compiute nel Polesine e in Dalmazia).
Da questo momento Brossier diventa il principale referente del Depot de la Guerre in Italia e il coordinatore delle principali operazioni topografiche, anche se non sempre felicemente a causa del suo carattere accentratore e insofferente di chiun­que potesse fargli ombra agli occhi di Napoleone. Non furono facili i suoi rappor­ti con gli ufficiali del Genio operami in Italia, in particolare con J.B. Chabrier, con gli astronomi di Brera e con il governatore italiano, infine anche con J.F.M. de Martinel, incaricato della Carta dei campi di battaglia. Malgrado ciò, continuò ad avere la fiducia del ministro della Guerra e di Napoleone e rimase in Italia fino al 1814.
Abile nell'organizzazione, pretendeva di essere quotidianamente informato dagli ufficiali topografi che lavoravano con lui. La mole cli documentazione prodotta dal suo ufficio e conservata al Depot de la Guerre (SHAT dì Vincennes) ci con­sente così di ricostruire nei minimi dettagli tutte le operazioni svolte sotto la sua direzione.
Durante la Restaurazione venne ancora impiegato nella demarcazione delle frontiere del nord della Francia, ottenendo nel 1817 la nomina di maresciallo di campo insieme al pensionamento.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
V. ADAMI, Gli studi topografici in Lombardia negli ultimi anni del secolo XVIII e nei primi del secolo XIX, in «L'Universo», IV, 1923, n. 3-4.
COL. BERTHAUT, Les Ingénieurs géographes militaires 1624-1831, 2 voli., Paris, Impr. du Service Géographique, 1902.
M. SIGNORI, L'attività cartografica del Deposito della guerra e del corpo degli ingegneri topografi nella Repubblica e nel Regno d'Italia, in Cartografia e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure Storia Patria, II, 1987, pp. 495-.525.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Chabrier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Vinzoni, Panfilo Junior

Panfilo Junior Vinzoni
N. Levanto 25 dicembre 1730
M. Levanto 17 agosto 1790

Relazioni di parentela: Figlio di Matteo Vinzoni. Muore celibe e lascia parte del patrimonio cartografico suo e del padre a Giacomo Brusco.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere cartografo militare della Repubblica di Genova al servizio della Giunta dei Confini.

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Non esistono studi dedicati esclusivamente a Panfilio Vinzoni jr, si rimanda perciò alla bibliografia relativa a Matteo Vinzoni.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Agostino Vinzoni

Vinzoni, Matteo

Matteo Vinzoni
N. Levanto 6 dicembre 1690
M. Levanto 12 agosto 1773

Relazioni di parentela: Figlio di Francesco Antonio Panfilio senior, capitano delle milizie locali («stipen­diato di Levanto»).
Il fratello Giovani Tommaso, protonotaro apostolico, lo sostituisce in alcuni rilievi in Val di Vara. Dei due figli, l'uno, Giovanni Francesco notaio, è collaboratore saltuario del padre, l'altro, Panfilio junior, che raggiunge il grado colonnello, ne prende il posto.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere cartografo e ufficiale della Repubblica di Genova.

Biografia:
Nato a Levanto il 6 dicembre 1690. Morto il 12 agosto 1773 nella stessa città di Levanto, trova sepoltura nella parrocchia di S. Andrea, dove ancora esiste l'epi­grafe voluta e fatta incidere dal cartografo.

Produzione scientifica:
In qualità di ingegnere militare e cartografo al servizio della Giunta dei Confini della Repubblica di Genova opera in tutto il territorio della Repubblica ottenendo via via i gradi militari di capitano, maggiore, colonnello e infine, nel 17 63, quando è collocato in pensione, quello di brigadiere.
La sua attività è documentata nel fondo Pratiche depositate dal Colonnello Vinzoni alla Giunta dei Confini, conservato in ASG (filze Vinzoni), di cui si riporta l'elen­co nell'appendice (vedi allegato a). Si tratta di 15 faldoni contenenti brogliacci di carte, disegni, note di viaggio e di spesa, appunti e minute di relazioni, lettere e documenti vari. Alcuni di questi sono riportati negli allegati successivi della mede­sima appendice. Si tratta comunque di uno dei rari archivi personali di un carto­grafo di antico regime che ci sia pervenuto nella sua interezza.
La sua multiforme attività di ingegnere-cartografo può essere così suddivisa:

Tra il 1715 ed il 1730 opera prevalentemente nel Levante ligure per la gestione delle controversie con Parma e Granducato di Toscana, esegue rilievi in Corsiéa ed intraprende i rilievi per la Pianta delle due Riviere divise ne' Commissariati di Sanità. Dopo il 1727 opera anche nel Ponente ligure.
Tra il 1729 ed il 1740 è impegnato prevalentemente nella definizione dei confini del Ponente ligure con il regno di Sardegna, che erano stati modificati dagli accordi conseguenti alle guerre di successione.
Tra il 1740 ed 1750 esegue rilievi nell'intera Repubblica. È particolarmente im­pegnato nei problemi derivanti dalla guerra di successione austriaca e nelle rico­gnizioni necessarie per la conduzione della guerra. Nel 17 46 viene fatto prigio­niero dalle truppe austriache e rinchiuso nel Castello di Milano. Partecipa nel 17 48 al convegno di Nizza, convocato per l'attuazione del trattato di Aquisgrana. Nel 1749/50 esegue una serie di rilievi relativi al territorio di Albenga e dei feu­di compresi tra il regno di Sardegna e Genova, occupandosi anche dei problemi idrografici della Piana.
Dopo il 1750 e fino al 1773, svolge la maggior parte della sua attività nel Levan­te ligure, realizzando anche progetti di opere civili (strade, ponti, studio di vie alternative per la comunicazione tra Genova e Milano). Nel 1755 consegna la Pianta delle due Riviere ...
Nel 1763 realizza la carta generale del Dominio della Repubblica e viene pro­mosso brigadiere. Quest'opera è andata perduta. Nel 17 64 viene nominato capo del Corpo degli Ingegneri (ASG, Foglietta, 1209).
Muore il 12 agosto 1773. Dieci giorni prima firma il suo capolavoro: Il Dominio della Serenissima Republica de Genova in Terra/erma, che, essendo ancora in­completo, non viene consegnato e rimane nelle mani di Panfilio che probabil­mente lo consegnerà per il suo definitivo completamento al Brusco. Di questo Atlante l' Alizeri, oltre a consentirci di ricostruire il viaggio che lo ha portato fi­no a noi, ha offerto una traccia interpretativa che finora non è stata colta: «per queste (e molte altre ch'io non accenno) perlustrazioni in Liguria, gli fu così no­to, e quasi misurato a palmo a palmo il paese, che a gioco di memoria potè de­scriverlo minutamente in due volumi, i quali anche oggi si conservano mano­scritti da un nostro valente giureconsulto» (si trattava dell'avvocato Enrico Bixio, nipote di Giacomo Brusco).

Produzione di cartografia manoscritta:
L'elenco seguente contiene solo i principali documenti cartografici che assomma­no ad alcune centinaia.

- Levanto 5, ASG, busta 10, 635. Carta relativa ai confini tra Genova, il Grandu­cato di Toscana e Parma (1712).
- Levanto 3, ASG, busta 10,633. Pianta precisa del borgo assegnabile al 1722.
- Rapallo 1-2, ASG, busta 15, 867. Realizzata prima del 1730 e firmata Capitano M. Vinzoni. Pianta dei confini della Podesteria di Neirone e del Capitaneato di Rapallo con le Castellanie di Torriglia e Santo Stefano.
- Piano dell'Aquedotto di Genova distinto nelle rispettive custodie (1729) Comune di Genova, Biblioteca della storia dell'arte, Atlante n ° 27.

- Una serie di carte relative al Ponente ligure:

Pieve di Teca 1, ASG, busta 13bis, 797 (anno 1730).
Bordighera 2, ASG, busta 2, 113 (ca. 1730).
Viozena 1, ASG, busta 20, 1189, in diverse copie (1731).
Costa Raineri, ASG, busta 5, 221 (17 3 5).
Bormida, ASG, busta A, 154 (1737).
Briga 2, ASG, busta, 119 (1737).
Caprauna 5, ASG busta 4, 153 (1737).
La maggior parte di questi documenti è stata redatta in contraddittorio con inge­gneri piemontesi e con la mediazione di ingegneri francesi con funzioni di arbitri. Una serie di carte relative alla vertenza tra Sassello e Mioglia:
Mioglia, ASG busta 11, 657/58/59/60/61/62/63/64/66 degli anni 1741-42.
Sassello, ASG busta 17,971 e 972 degli anni 1741/42.
- Genova 4, Riviera di Levante, ASG busta 7,306 (1748).
- Genova 5, Riviera di Ponente, ASG busta 7,307 (1748).
Questi due documenti di grande formato (circa 2,5xl,8 metri quadrati), sono dedicati al maresciallo di Francia duca di Richelieu che comandava le truppe francesi, alleate di Genova, durante la guerra di successione austriaca.
- Una serie di carte relative a parte della Riviera di Ponente (Finale, Podesteria della Pietra, Contado di Albenga, Marchesato di Zuccarello, ed altri Stati di Ge­nova) fino ai confini con il Piemonte avendo incluso i feudi intermedi:
- Genova 14, ASG busta 7, 316 (1750). Pianta di circa 1,7x0,97 metri quadrati, contenente il contado di Albenga, il tratto di costa ç:ompreso tra Albenga e Finale, l'entroterra fino a Ormea e Garessio.
Finale, ASG busta A, 2 (1750).
Albenga, ASG busta D, 77 firmata anche dal figlio Panfilio jr. (1751).
Pietra Ligure 1, ASG busta 13, 795 firmata anche da Panfilio jr. (1751).
- Genova, ASG busta 164 (1750).
- Genova, 17, ASG busta 7,319 (1756).

Di piccolo formato sono due carte di tipo dimostrativo realizzate per fornire al Senato della Repubblica indicazioni circa vie di comunicazione tra Genova e Milano alternative a quelle più usate che attraversavano territori ostili.
Centocroci 10, ASG busta 5, 193, firmata anche da Panfilio jr. (1762). Carta avente dimensione di circa 0,96xl,75 metri quadrati. Si tratta del progetto per la realizzazione di una strada carreggiabile da Sestri Levante al passo di Cento Croci.

Pianta delle due Riviere della Serenissima Repubblica di Genova divise nei Commissariati di Sanità, Genova, Biblioteca Civica Berio, Sezione di Conservazione e Raccolta Locale, m.r.Cf.2.8.
Atlante costituito da 36 tavole realizzato tra il 1720 ed il 1758, contenente tutti i commissariati di Sanità con la descrizione delle regole di guardia per la prote­zione della costa da eventuali contagi.
- Il Dominio della Serenissima Republica de Genova in Terra/erma Genova, Bi­blioteca Civica Berio, Sezione di Conservazione e Raccolta Locale, m.r.Cf.
Si tratta di due volumi contenenti:
- Una tavola di assieme (lo Stato della Repubblica di Genova, datato 1771).
- Una descrizione della città di Genova, con una veduta prospettica.
- Circa 120 piante dei singoli centri e delle relative Podesterie. Ogni pianta è dotata di un descrizione sintetica del territorio, completa di notizie storiche e leggende.
Circa 30 vedute prospettiche, molte delle quali finemente acquarellate.

Altre opere di interesse cartografico o geografico:

- Indice delle Città Borghi Luoghi e Ville che compongono il Dominio della Serenis­sima Repubblica di Genova in Terra Ferma (manoscritto di cui si conoscono di­verse copie, redatto dal Vinzoni a commento della grande carta del 17 64 andata perduta).

Non è difficile trovare carte del Vinzoni in altri archivi, anche esteri. Alcuni tipi ma­noscritti si trovano sia all'Archivio di Stato di Torino, sia nella Collezione Cartes et plans delle Archives Nationales de France, in particolare una grande carta relativa al­la controversia di confine fra Chiusola e Zeri (1773-74), studiata da L. Rossi (2001).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
- T.O. DE NEGRI, Il feudo di Suvero, Strada Reggia e Gambatacca nel Settecento, in «Bollettino Ligustico», XI, 1958;
- Pagine per un Atlante: M. Vinzoni alla scuola del padre, in «Bollettino Ligustico», XI, 1959;
- M. Vinzoni e la cartografia Liguria nel settecento, in «Annali di ricerche e studi di geografia», XVI, 1960;
- M.Vinzoni e l'Atlante storico del Genovesato, in «La Casana», 4, 1971;
- M. Vin­zoni architetto e le fabbriche di Brignole e Grappoli, in «Bollettino Ligustico», XXV, 1973;
- I commissariati della Val Trebbia e la mùsione di M. Vinzoni, in «Bollettino Ligustico», XXVI, 1974.
- R. GHELFI, Matteo Vinzoni e Sarzana, in «Studi Sarzanesi», 1, 2002, pp. 27-28.
- U. LEVRERO, M. Vinzoni Ingegnere e cartografo della Repubblica di Genova, in «A Compagna», IV, 1931; M. Vinzoni contributo alla storia della cartografia Geno­vese nel sec. XVIII, in «Genova», 1932, 2.
- M. QUAINI, La conoscenza del territorio Ligure tra evo ed età moderna Genova, Sagep, 1981; Introduzione a Pianta delle Due Riviere Serenissima Repubblica di Genova, Genova, Sagep, 1983; Formazione e ruolo degli Ingegne­ri-geografi nella vita della Repubblica (1656-1717), in <<Atti della Società Ligure di Storia Patria», XXIV, 1, 1984; M. Vinzoni: la formazione dello sguardo e del linguaggio di un cartografo, in Studi in memoria di T.O. De Negri, «Bollettino Ligustico», 1986; Diversi saggi in Carte e Cartografi in Liguria, Catalogo della mostra del 1986, Genova, Sagep, 1986 e ristampa 1991; La formazione della raccolta cartografica dell'Archivio di Stato, in Miscellanea di studi in onore di Luigi Bulferetti, in «Miscellanea Storica Ligure», XIX, 1987; I cartografi Vinzo­ni e la rissosa comunità di Levanto, in «Bollettino Ligustico», 1999; La mongol­fiera di Humboldt, Reggio Emilia, Diabasis, 2003.
- M. QUAINI - G. FERRERO, Il contributo degli ingegneri geografi conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. Il caso della Val Trebbia da Matteo Vin­zoni a Jean Baptìste Chabrier, in C. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746: una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, Archivio di Stato di Genova/Biblioteca Franzoniana, 1998.
- M.S. ROLLANDI, Tradizione ed innovazione in un feudo della Lunigiana M. Vinzoni a Grappoli, in Atti II Convegno Nazionale della Società Italiana degli Storici dell'economia (1993), Bologna, Monduzzi editore, 1996, pp. 65-78.
- L. ROSSI, Per un contributo alla cartografia «minore» e alla toponomastica della Lunigiana. Un grande «Tipo Geometrico» inedito di Matteo Vinzoni conservato nelle Archives Nationales di Parigi, in La cartografia degli autori minori italiani, a cura dì C. CERRETI - A. T ABERINI, in «Memorie della Società Geografica Ita­liana», LXV, Roma, 2001, pp. 439-469.
- R. SOPRANI - C.G. RATTI, Le vite de' Pittori, Scultori ed Architetti genovesi ... , 2 voli., Genova, Casamara, 1768-1769.

Altro:
Repertori carto-bibliografici

C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.
A.M. SALONE -F. AMALBERTI, Corsica. Immagine e cartografia, Genova, Sagep, 1992.
M. STORTI, Il territorio attraverso la cartografia, La Spezia, Luna Editore, 2000.


APPENDICE

Le «Filze Vinzani»
Nell'Archivio di Stato di Genova è conservato un fondo il cui titolo ufficiale è: «Magistrato di Comunità. Pratiche depositate dal Colonnello Vinzoni alla Giunta dei Confini». Comu­nemente chiamato «Filze Vinzoni», è costituito da 15 faldoni suddivisi in circa 90 buste, ognuna delle quali raccoglie molte diecine di manoscritti. I faldoni di questo fondo sono in­dividuati dai numeri 99 7 114.
Ogni busta contiene il frontalino della filza come originariamente individuato dall'autore. Il frontalino riporta un riassunto del contenuto della filza ed è completo delle date di riferimento.
I documenti contenuti in busta possono avere origine e tipologia differente:
• Lettere, istruzioni e richieste varie del Senato della Repubblica o di singole magistrature e minute delle risposte.
• Appunti e note di viaggio.
• Ricerche d'archivio e notizie storiche.
• Brogliacci dei rilievi topografici.
• Minute di documenti cartografici e schizzi prospettici.
• Bozze di note di spesa relative alle missioni.
• Richieste di pagamento.
• Poesie in celebrazione di Genova.
• Corrispondenza personale (lettere a familiari e amici).
L'origine del fondo è nota ed è stata ricostruita da Quaini, 1987. Il colonnello Vinzoni, nel­lo svolgimento dell'attività per conto di varie magistrature della Repubblica, aveva raccolto una quantità notevole di informazioni e documenti, avendo l'abitudine di registrare e con­servare tutti gli appunti e brogliacci relativi alle carte che stava realizzando. Per fare solo qualche esempio: della Pianta delle due Riviere [ ... ] divisa ne' commissariati di Sanità (il co­siddetto Atlante della Sanità) nel fondo si conserva il diario steso nel corso della missione che ci fa capire molto bene i metodi di rilevazione. Un analogo diario ci è rimasto anche per la sua prima missione in Corsica (vedi Quaini, in Amalberti -Salone, Corsica ... 1992). Il primo a rendersi conto dell'importanza di questo fondo è stato Undelio Levriero, che col suo saggio del 1932 aprì la strada a Teofilo Ossian De Negri, che su questi documenti ha ri­costruito parte dell'attività del cartografo.
Come ha fatto a pervenire nell'Archivio di Stato l'archivio personale, familiare di un carto­grafo? La Giunta dei Confini, organo della Repubblica dalla quale il cartografo dipendeva, giudicando a ragione che questo archivio fosse essenziale per gli interessi e la sicurezza del­lo Stato, nel 1755 ordina che venga consegnato al Senato. A malincuore Vinzoni si separa di una parte consistente del suo archivio. Alla sua morte, avvenuta il 12 agosto 1773, i figli Panfilio jr. e Gio. Francesco consegnarono alla Repubblica quanto non era stato consegna­to o era stato realizzato dal padre dopo il 1755. Nel 1790, alla morte del fratello, Gio. Fran­cesco consegna l'ulteriore parte dell'archivio sviluppata da Panfilio jr, che aveva continuato l'attività paterna.
La decisione della Giunta dei Confini aveva causato notevole disappunto in Matteo Vinzo­ni, che la interpretò come mancanza di fiducia nei suoi riguardi, ma salvaguardò un patri­monio di migliaia di documenti di inestimabile valore, contenenti informazioni relative alla vita nei secoli XVII e XVIII.
Ce ne possiamo rendere conto scorrendo l'elenco completo delle filze qui di seguito riportato.

Epigrafe

D.O.M.

Germanica Natione Pressus
Sub Marchiane Botta
Populus Genuensis
/E,xtro Patria? Libertatis Ebrius
Nullo Duce
Ducente Dea
Virginisque Maria: nomine invocato Die Decima Decembris
Deiparm Laurentanm Sacrata
Hostes ad Portas Occidentales
Multiplici Propugnaculo Stipatas
'Igne, Ferro, Cede, Captivitate
Terruit, Vicit, Dispersi!, Fugavi!

Anno Domini 1746

Gli altri sette fogli contengono composizioni analoghe. Una di esse celebra il maresciallo Richelieu, capo degli alleati francesi. L'ultima, costituita da due sonetti, è un'invettiva contro il marchese Antoniotto Botta Adorno che comandava le truppe di occupazione austro-piemontesi.

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Bassignani; Giacomo Brusco; De La Naverre; Panfilo Vinzoni

Autore della scheda: Agostino Vinzoni

Tallone, Gaetano Lorenzo

Gaetano Lorenzo Tallone
N.
M. Genova 25 maggio 1770

Relazioni di parentela: Cognato di Gherardo de Langlade e figlio di Filippo Tallone che compare nel Rollo degli Ufficiali della Repubblica del 173 7 con il titolo di Quartier Mastro giubilato con paga mensile di L. 50, mentre il figlio vi compare con il titolo di Cpitano Ingegnere e Quartier Mastro Maggiore (e paga di L. 80). Vi compare anche un Antonio Tallone come aiutante del sopraddetto e paga di L. 30 mensili (ASG, Foglietta, 372)

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Capitano, ingegnere, cartografo.

Biografia:
Di origine corsa, ma non si conosce con precisione data e luogo di nascita. Nato presumibilmente negli ultimi anni del secolo XVII (verso 1697), muore a Genova il 25 maggio 1770.

Produzione scientifica:
Conclusa la fase più formativa, viene soprattutto impiegato dalla Giunta dei Confini nelle campagne volte alla demarcazione dei confini col Piemonte e alla «piantagione dei termini nel Monferrato» che si svolgono nella prima metà de­gli anni '30. Ma in questa attività non darà sempre buona prova, soprattutto quando è necessario confrontarsi con gli ingegneri e i diplomatici sabaudi, per cui viene progressivamente sostituito con Matteo Vinzoni, Alberto Medoni e Domenico Carbonara. Nel 1735 subentra al padre nell'incarico di Quartier Ma­stro Maggiore, alternandolo con altre missioni assegnategli dalla Giunta dei Confini. All'inizio della guerra di successione, tra il 1746 e il 1747 viene incaricato dal Ma­gistrato di Guerra dell'allestimento delle nella valle Stura di Ovada e successivamente, sempre nel corso della stessa guerra, di demolire le stra­de nel sarzanese.
Conclusa la guerra, riprende il suo incarico di Mastro che mantiene sino al 17 65, quando viene giubilato e sostituito da Michele Codeviola.
Carte

Della sua produzione cartografica si da l'elenco in forma abbreviata, desumendolo dai cataloghi della Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova (con l'av­vertenza anche in questo caso di non seguire le attribuzioni ipotizzate dalle autrici dell'ultimo catalogo per le carte non sottoscritte):

- Apricale 1 e 2: Tipo geometrico riguardante la differenza de' confini vertente tra Apricale del Marchesato di Dolce Aqua con Baiardo ... e Pezza di rapporto rappresen­tante le apparenze e i profili ... relativa alla medesima controversia, sottoscritti nel 1732 insieme all'ingegnere piemontese Pietro Audibert.
- Bagnasco 1 e 2: Tipo geometrico riguardante le differenze di confini tra Bagna­sco e Massimino sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732 e delineato da Carbonara.
- Belforte 1, 2, 3: Tipo geometrico concernente le differenze fra Belforte Monfer­to e Rossiglione Genovesato, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1731 e aggiomato nel 1735 da Pinto e Tallone nell'indice.
- Belforte 5 e 6: Tipo di una parte di territorio posseduto da Tagliolo e preteso da Rossiglione, sottoscritto da Willencourt e Tallone nel 1731.
- Belforte 7, 8, 9, 10: Tipo geometrico e pezze di rapporto fra Belforte Monferrato e Ovada Genovesato, sottoscritti nel 1731 da Willencourt e Tallone, aggiornato nel 1735 insieme a Pinto nell'indice.
- Carpasio 1: Tipo geometrico riguardante le differenze di confini tra Carpasio e Glori, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732.
- Finale 16: «Pianta del marchesato e delle Langhe del Finale». Grande carta (cm 380x420) impostata nel 1722 da Gherardo de Langlade e terminata da Tallone.
- Larzeno 1 e 2: Tipo geometrico riguardante le controversie di confini tra Larze­no e Calderaia, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732.
- Valle dei Ratti, Tipo Geografico del territorio della Valle de Ratti (Borbera) sotto scritto dal Tallone e non datato.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Com­pagnia dei Librai, 1992.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri Militari a Genova alla metà del Settecento, «Bollettino Ligustico», III, 1986, pp. 107 -115.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Codeviola, Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Stefanini, Giacinto

Giacinto Stefanini
N.
M. Levanto 1812

Relazioni di parentela: Non si conoscono rapporti di parentela né ascendenti né discendenti che possano far pensare a una dinastia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La data precisa della nascita rimane per ora oscura, ma si presume sia nato a Le­vanto intorno al 1770. Muore assassinato, a Levanto, nel 1812. In un registro del- 1' archivio comunale della località (registro 189) si conserva notizia dell'omicidio. Con lettera del 31 maggio 1812 il maire informa il prefetto del fatto avvenuto nel­la notte del giorno precedente. Con lettera successiva (6 giugno 1812) si descrive la dinamica del fatto in questi termini: il «capitano dimissionario del Genio, Gia­cinto Stefanini, mentre si recava a casa con la figlia Luisa di anni 15, alle ore 1 O della notte, in località Piano di S. Rocco del comune di Levanto, veniva assalito e pugnalato a morte». L'omicida riconosciuto dalla figlia è il nipote, Francesco Bar­letta, che uccide per vendicarsi della mancata restituzione di somme dovute dal padre dello Stefanini.

Produzione scientifica:
Il 16 dicembre 1796 firma, a Genova, con Giacomo Brusco, Francesco Pezzi e Ago­stino Menici, la Relazione per la batteria sulla punta detta della Torre d'Amore da leuante della cittd e sulla punta o penisola di Sant'Andrea da ponente (Fara, 2006, p. 207l.
Conosciamo poi una carta intitolata Piano dell'attacco di Serravalle successiva al giugno 1798: ASG, Raccolta cartografica, n. 1079, Serravalle, 7, busta 17 bis (per la scheda descrittiva si rimanda al catalogo di Barlettaro-Garbarino, 1986).
Redatta attorno al 1800 è la Descrizione del Golfo della Spezia, delle sue fortificazioni, e dello stato attuale delle medesime e Sentimento sulla difesa del Golfo della Spezia.
Nel 1805, insieme a Girolamo Spinola, esegue rilievi sul terreno dello Sperone e del Diamarne, chiavi del sistema difensivo genovese (ISCAG, FT 2560, 2562). Nel 1806 esegue un rilievo della Spezia e del suo circondario (Pian de la ville de la Spezzia et de ses environs levé trigonométriquement (ISCAG, FT 64/ A, 4014) e il Pian de !'anse des Graces dans le Gol/e de La Spezia avec sondes (ISCAG, FT 64/A, 4023) con risultati molto lodati dai contemporanei. La precisione del Pian de la mlle sarà superata solo con l'introduzione del sistema a curve di livello da parte dei topografi francesi comandati dal capo di battaglione P.-A. Clerc (Rossi, in stampa). Così A. Fara: «Il capitano Stefanini svolse nel 1806 il rilievo della cinà e dell'Ansa delle Grazie sulla costa occidentale del Golfo. Egli adottò una rappresentazione classica dell'orografia, a sfumo e luce obliqua, che non era an­cora quella delle curve orizzontali che verrà impiegata dopo qualche anno in ma­niera sistematica proprio sul territorio della Spezia. Ma il suo rilievo della città assume ora una notevole importanza nella cartografia della Spezia. Si distingue per l'esattezza trigonometrica e rappresenta una delle piante fondamentali per lo studio della città ancora chiusa nelle mura seicentesche e dotata di sei porte» (Fara 1983, p. 32).
Fara dice anche che nello stesso anno, su ideazione del capitano Etienne Delmas, Stefanini compila il progetto per una ridotta fra il monte Due Fratelli e lo Spero­ne, alle spalle di Genova (ISCAG, FT 2533, 2537) e che con Etienne Delmas e Francesco Pezzi collabora alla stesura del Mémoire sur le golphe de la Spezia di Hyacinthe Boucher de Morlaincourt datato luglio 1807.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
P. CEVINI, La Spezia, Genova, Sagep, 1984. A. FARA, La Spezia, Bari, Laterza, 1983.
A. FARA, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Firenze, Olschki, 2006.
L.C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dal­l'analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 232-238.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
L. ROSSI, La nascita della cartografia a curve di livello in Italia, in A. CANTILE (a cura di), La cartografia in Italia. Nuovi metodi e nuovi strumenti dal Settecento a oggi, Firenze, Istituto Geografico Militare, 2007.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Clerc, Pezzi

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Policardi, Domenico

Domenico Policardi
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Capitano ingegnere, cartografo.

Biografia:
Originario del Regno di Corsica, esattamente di Bastia, non si conosce la data di nascita. Risulta esercitare il servizio militare dal 1732. Muore il 10 marzo 1787 con il titolo di Capitano Ingegnere e la paga di L. 90 mensili (ASG, Foglietta, 1035

Produzione scientifica:
Col titolo di volontario e al seguito del Medoni fra il 17 44 e il 17 45 fa le sue prime esperienze nella fortificazione dei passi della valle di Finale.
Dopo aver fatto ulteriore «pratica sul terreno» al seguito delle truppe spagnole, rientra in servizio sempre col titolo di volontario e presta la sua attività a Sanremo e in Corsica, dove viene mandato nel 1755 in qualità di Aiutante Ingegnere del capi­tano Medoni diventato cieco e dove si distingue nella direzione ed edificazione del baluardo di S. Carlo in Bastia in sostituzione del capitano Medoni rientrato a Gnova. In seguito alla buona prova data, gli vengono appoggiati altri lavori in Bastia e Saint Florence, la cui buona esecuzione viene approvata dal Brigadiere Flobert. In seguito alla proposta di riforma del corpo degli ingegneri militari avanzata dal­lo stesso Flobert nel 1756, Policardi, essendogli riconosciuto dal Magistrato di Corsica «ottime qualità», nel gennaio del 1757 viene aggregato al corpo col titolo di primo Tenente Ingegnere e paga di L. 50 mensili (ASG, Foglietta, 388 e 1240; Senarega, 284). Con tale grado viene prima inviato a Vado per i lavori alle fortifi­cazioni diretti dal Flobert e poi in Corsica, dove rimane a lungo.
Ceduta la Corsica alla Francia nel 1768, Policardi, non molto soddisfatto del trat­tamento economico, tenta di farsi assumere dal Re di Francia di cui, essendo cor­so, si sente suddito. La carta della Corsica stampata a Genova nel 1769 e dedicata all'ambasciatore francese, va letta anche in questa chiave. Nel 1776 entra in con­tatto con l'ambasciatore francese a Genova, De Pinet, che promettendogli l'assun­zione lo convince a collaborare con il Dépòt de la Guerre fornendo carte e infor­mazioni riservate sul territorio della Repubblica. In meno di due anni fornisce di­verse carte dello Stato Genovese e della Corsica che ancora oggi si trovano negli archivi francesi.
Dopo questo episodio di vero e proprio spionaggio cartografico e tradimento del suo datore di lavoro e committente ufficiale il P. vive ancora 10 anni in Genova. Nel 17 84 invia una supplica al Senato, con allegato disegno, perché gli sia ricono­sciuta con «paterna munificenza e per sollievo del suo bisognevole stato» l'inven­zione del moto perpetuo, ottenuto con «una macchina idrostatica che allo stesso moto assai s'avvicina: consiste questa in una poca quantità di acqua distribuita in due picoli recipienti con la quale si macinano diversi molini sempre con la detta acqua stagnante e per ora col solo aiuto leggiero di una persona a continuare il moto» (ASG, Confinium, 155).

Produzione di cartografia manoscritta:
Diverse carte manoscritte e anche a stampa testimoniano le capacità cartografiche del Policardi. In ASG, Raccolta Cartografica si conservano diversi «tipi» relativi al­la Corsica (Bonifacio, Furiani, Bastia ecc.) e a diverse località della Liguria (Geno­va, Portofino, Lavagna, Gavi).
Fra le carte manoscritte, a esemplificazione della tecnica più raffinata usata dal P. basti citare:
- Gavi 1: Carta Geometrica in Pianta e Profili della Città Fortezza e parte del terri­torio di Gavi nelle viccinanze del fiume Lemo, torrente Neirone e suoi influenti ... anno 1785 (ASG, Raccolta Cartografica, Busta 9. bis, 291).
Diverse carte, frutto dell'attività spionistica del P. sono conservate presso l' archi­vio e la raccolta cartografica del.Dépot de la Guerre a Vincennes (Parigi).

Produzione di cartografia a stampa:
L'unica carta a stampa che finora si conosce è la
-Carta dell'isola di Corsica ... Domenico Policardi Capitano Ingegnere in Genova l'anno 1769 dedicata a Giuseppe Rocco Boyer de Fronscolombe, ambasciatore del Re di Francia presso la Repubblica di Genova.
Due copie si conservano presso la Biblioteca Nazionale di Francia (Richelieu). Una copia del fondo cartografico corso della Biblioteca Nazionale di Napoli è sta­ta segnalata e descritta da V. Aversano, 2000.

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
V. AVERSANO, Il fondo cartografico corso nella Biblioteca Nazionale di Napoli e la «Pianta Topografica della Corsica» del 177 3 ... , Università degli Studi di Saler­no, 2000, pp. 27-30.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Com­pagnia dei Librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri Militari a Genova alla metà del Settecento, in «Bollettino Ligustico», III, 1986.
M. QUAINI, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
M. QUAINI, Ingegneri e cartografi nella Corsica genovese fra Seicento e Settecento, in A.M. SALONE -F. AMALBERTI, Corsica immagine e cartografia, Genova, Sagep, 1992.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Flobert

Autore della scheda: Massimo Quaini

Pezzi, Francesco

Francesco Pezzi
N. 1764
M. novembre 1813

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, professore di matematica e ingegneria militare.

Biografia:
Molte tra le notizie riguardanti la carriera militare di Pezzi sono reperibili presso il Service Historique de l'Armée de Terre di Vincennes dove si conserva il fascicolo personale comprendente tra l'altro lo stato di servizio (SHAT, 2Y e, François Pezzi). Il primo settembre 1781 si addottora all'Università di Genova sostenendo una «pubblica disputa di matematica» (Farinella, 1986, p. 767).
Il 16 gennaio 1782 è Cadetto nel corpo del Genio della Repubblica di Genova. Dal 1783 al 1786, subentrato ad Agostino Domenico Menici, si forma all'Accade­mia di Architettura militare e artiglieria di Strasburgo usufruendo di un lascito di G. Giacomo Grimaldi a favore di giovani cadetti-ufficiali della Repubblica.
Fin dal 1784 (ma la data precisa appare controversa perché nello stesso periodo Pezzi risulta seguire i corsi a Strasburgo) «fa scpla gratis» insegnando matematica elementare all'Università di via Balbi in Genova (Forti, 1986, p. 234).
Il 24 luglio 1786 è nominato con Menici tenente del corpo degli ingegneri della Repubblica con paga di f,. 35 «fino alla morte del Cap. Policardi» (ASG, Foglietta, 1035). Lavorerà a lungo come aiutante di Giacomo Brusco.
Il 3 aprile 1788 ottiene la cattedra (retribuita) di matematiche elementari all'Uni­versità, presentando come titolo scientifico la traduzione dal latino in francese del­l'Introduction à l'analyse des infiniment petits de M. Euler. Première partie (Fari­nella, pp. 766 e 772).
Nel 1789, con Menici, istruisce la pratica per la promozione a capitano (ASG, Confinium, 163, Diversorum Collegi, 367). Opera nel Gotfo della Spezia con Gia­como como Brusco (Rossi, 2003, p. 94) e si occupa di analizzare il sistema difensivo co­stiero in vista di un suo potenziamento.
Il 17 febbraio 1794 è nominato capitano in seguito all'incremento dell'organico del corpo degli ingegneri con l'inserimento dei tenenti Giacinto Stefanini e Vin- cenzo Chiodo.
Tra il 1794 e il insieme al Menici, prende parte attiva al movimento rivolu- zionario che porterà alla nascita della Repubblica Democratica Ligure (Forti, 1992, p. 269). Nel 1797 è eletto da Bonaparte nel Governo provvisorio. Il 25 lu­glio 1797 è nominato 2° capo Battaglione del Corpo Imperiale del Genio francese (nel quale è confluito il Corpo del Genio Ligure), sottoposto al colonnello coman­dante Giacomo Brusco.
Nel marzo 1799 fa parte del Consiglio di Guerra straordinario indetto per risolve- re il problema della difesa costiera delle due Riviere (Forti, 1992, p. 270). È con Massena durante il blocco di Genova (1800).
Nel Regolamento per lo Corpo del Genio (1802), art. X, conservato nel Registro del burò del genio dell'anno V, cioè 1801 (collezione privata; vedi anche Quaini 1, 1986, p. 38) si specifica l'affido al Comandante in Seconda del corpo (in quel momento ruolo ricoperto dal Pezzi) della direzione della scuola per ingegneri e subalterni. Nello stesso anno è affidato a Pezzi il compito di levare i piani di alcu­ne fortificazioni genovesi.
Dal 1805, divenuto capo battaglione del Genio imperiale, è dì nuovo nel Golfo della Spezia per riorganizzarne il sistema difensivo.
Nel 1806 subentra a Brusco col grado di colonnello. Nel 1807 diviene direttore interim della Direzione di Genova delle fortificazioni (Fara, 2006, p. 216).
Nel 1809 cade da cavallo durame una visita alle fortificazioni nella parte orientale del Golfo fratturandosi un femore.
Insignito della Legion d'Onore, muore a Genova nel 1813 lasciando moglie e due figli. È sostituito da François Marie Riverieulx (Fara, 2006, pp. 235 e 260).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. FARA, La Spezia, Bari, Laterza, 1983.
A. FARA, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Firenze, Olschki, 2006.
C. FARINELLA, Un matematico genovese del XVIII secolo. Lettere di F. Pezzi a A.
M. Lorgna e S. Canterzani, in «Miscellanea storica ligure», XVIII, n. 2, Studi in onore di Luigi Bulferetti, Genova, Istituto di Storia Moderna e Contempora­nea, 1986, pp. 765-881.
L. C. FORTI, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dal­l'analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 232-238.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINI 1, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in ID. (a cura di), Carte e cartografi' in Liguria, cit., pp. 7-60.
M. QUAINI 2, Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in ID. (a cura di), Carte e cartografi in Ligurza, cit., pp. 171-218.
M. QUAINI 3, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Set­tecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografi'a e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1986, II, pp. 783-802.
L. Rossi, Lo specchio del Gol/o. Paesaggio e anima della provincia spezzina, Sarza­na, Agorà, 2003.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco: Policardi; Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Multedo, Ambrogio

Ambrogio Multedo
N. Genova 30 marzo 1753
M. Genova 25 febbraio 1840

Relazioni di parentela: Figlio di Angelo G.B. Multedo e Giacinta Novaro. La famiglia è originaria di Cer­vo, dove un nobile Gio. Ambrosia Multedo nel 17 46 rivolge supplica al Magistra­to di Guerra per trasferire la propria patente di «Capitano della Compagnia de' Scielti» al nipote Carlo Giuseppe Viale (ASG, Foglietta, 379).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Matematico, cartografo e abate

Biografia:
Nasce a Genova il 30 marzo 1753 e muore il 25 febbraio 1840 in Genova. Viene sepolto nella chiesa di N.S. Assunta in Carbonara dove si conserva l'iscrizione dettata dall'abate Spoterno.

Produzione scientifica:
Morto il Correard, Multedo gli successe nella cattedra di matematiche sublimi dell'ateneo genovese che mantenne fino al 1816. Quando a Parigi «i matematici di molte parti d'Europa s'adunavano a determinare l'unità delle misure e dei pesi>> vi rappresentò lo stato genovese ed ebbe modo di farsi apprezzare e di coltivare anche in seguito l'amicizia di alcuni dei maggiori scienziati tempo colà convenuti. Rientrò a Genova nel dicembre 1800, dopo aver consegnato al Bonaparte una sua memoria in cui dimostrava che il titolo di capitale politica della Repubbli­ca italiana si addiceva più a Genova che a Milano. A Genova oltre all'insegnamen­to della matematica si occupò di progetti stradali e meteorologia soprattutto per i naviganti (materia collegata alla Nautica che fin dal 1778 aveva proposto di inse­gnare nella Scuola che doveva sorgere all'interno dell'Accademia Ligustica).

Carte e Memorie

L'unica carta di cui si conosce l'esistenza riguarda la valle di Andora e porta que­sto titolo: Carta tipografica (sic) della Magnifica Comunità e valle di Andora. Incisa e stampata dall'editore Sci onico in Genova nel 1785 come allegato alla memoria dell'avvocato Angelo M. Anfosso sui diritti della medesima Comunità. Venne co­struita nel 1785, come risulta da documentazione inedita (A.S.G., Con/inium, 157). Il 2/11/1785 i consoli di Laigueglia scrivono al Senato che «nei giorni ad­dietro siasi portato in questa V alle di Andora certo Prete Ambrogio Moltedo del luogo del Cervo e che furtivamente, senza farne in prima parola a questo M.co Po­destà, abbia cannellato terreni, preso livelli, osservato termini e confini e posto in pratica tutto quello che è necessario per formare un disegno di quella V alle».
Fra le sue memorie va citato anche il Rapporto presentato alla Commissione straor­dinaria di governo sul nuovo sistema metrico dal cittadino prete Ambrogio Multedo, Scionico, Genova 1801, pp. 14.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
AA. Vv., Il territorio di Albenga da Andora alla Caprazoppa. Quattro secoli di carto­grafia, Bordighera, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 1990, pp. 68-70.
P. SCOTTI, I toponimi di una Carta della «Magnifica Comunità e valle di Andora» (sec. XVIII), in «Atti dell'Accademia Ligure di Scienze e Lettere», X, 1954, pp. 112-126.
G.B. SPOTORNO, Vita e studi del cav. abate Multedo, in «Nuovo Giornale Ligusti­co», NS. voi. III, s.d., pp. 107-113.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini

Codeviola, Michele

Michele Codeviola
N.
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono rapporti di parentela né ascendenti né discendenti che possano far pensare ad una dinastia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La nascita rimane oscura. Dalle suppliche rivolte al governo genovese si sa che do­vette essere nato a Genova nel secondo decennio del Settecento ma che «in tenera età» si era trasferito in Catalogna. Il Quarenghi, non sempre pienamente affidabi­le, dice che nasce a Genova nel 1717 ma che in gioventù vive e studia a Barcello­na. Secondo il prospetto dell' Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-65 (ASG, Foglietta, 1209) risulta essere di nazione genovese, avere 46 anni e dun­que di essere nato intorno all'anno 1718. Anche la data della morte non è stata finora precisata: secondo fonti archivistiche il C. avrebbe goduto della pensione fino all'anno 1800, secondo altri sarebbe morto nella primavera del 1801.

Produzione scientifica:
La sua attività, che ha riguardato soprattutto il campo dell'artiglieria e delle fortifi­cazioni, è stata ricostruita in maniera dettagliata da L.C. Forti, al quale si rimanda. Riassumendo, si può dire che all'iniziale attività svolta soprattutto in campo didatti­co con la preparazione nel 1755 del manuale Descrizione dell'artiglieria antica e moderna secondo il stile di varie nazioni composta dal Cap. Michele Codeviola, direttore nell'Accademia Linguistica del Architettura militare e civile ( che si conserva nell' Archi­vio Storico del Comune di Genova), si dedica, fra il 1756 e il 1760, al rilievo siste­matico di tutte le fortificazioni nella Capitale e successivamente anche in Corsica. Della sua attività di insegnante presso l'Accademia l' Alizeri non dà un giudizio molto positivo, limitandosi a definirlo «zelantissimo (qual ch'egli fosse per gno) delle discipline accademiche» e non apprezzando il fatto che allora «l'archi­tettura civile si apparava ad un tempo colla scienza delle fortificazioni, colla geo­metria, colla aritmetica e colle pratiche degli artiglieri» al punto da sostenere che «l'insegnamento di lui procedeva per siffatto miscuglio da uscirne non già profitto per molti, sebbene una _confusione per tutti» (Alizeri, 1864, p. 104).
Nel 17 65, in occasione della generale riforma del corpo degli ingegneri, il C. ven­ne nominato «Quartier Mastro Maggiore» al posto di Gaetano Tallone, giubilato insieme a Alberto Medoni e Matteo Vinzoni. Da una relazione anonima approvata dal Magistrato nello stesso anno risulta che tale carica doveva essere conferita a «un Ingegnere dello Stato maggiore di ben nota habilità ed esperienza» e che fra i compiti da eseguire quelli cartografici non erano i minori: «Doverà formare una Pianta esattissima di questa Capitale che comprenda il terreno adiacente alli due Torrenti di Polcevera e Bisagno, per poter comprendere ed imparare con fonda­mento qual sia la parte più forte e più debole di questa Piazza [ ... ]» e ancora «la Pianta e Profili delli Quartieri ed Alloggi» e «li sei Disegni delle comarche in che si considera diviso il Recinto delle amiche e nuove mura e de' Postamenti e fortifi­cazioni esteriori» (ASG, Foglietta, 1242).

Carte e Memorie

Da allora e fino alla sua giubilazione nel 1788 si occuperà esclusivamente delle fortificazione di Genova con una infinità di progetti caratterizzati sempre da di­segni in scala, che si trovano sparsi in diversi istituti di conservazione. Su alcune delle questioni più rilevanti, dall'ampliamento della cerchia daziaria e ddperi­metro urbano della città al rinforzo della difesa del fronte marittimo e terrestre della Capitale, il C. si trova a collaborare con gli altri ingegneri e in particolare con G. Brusco, che nel 1788 gli subentrerà nelle funzioni. Particolarmente cura­te sono le planimetrie del porto che il Codeviola disegna fra 1784 e il 1787 quando, oltre che sul miglioramento della funzionalità dello scalo, si discute, an­che con l'intervento dell'abate Ximenes e di altri esperti, del prolungamento del Molo Nuovo.
Anche dopo la giubilazione, dovuta a detta del Magistrato a «varie mancanze commesse» negli ultimi anni, il C. continua a lavorare in particolare alla sua opera cartografica di maggior impegno commissionatagli da Carlo F. Doria: il «Libro de' disegni delli Quartieri, Corpi di Guardia e Terreni coltivati nel recin­to delle vecchie e nuove mura» che il Nostro consegna al Doria nel 1791 in due volumi riccamente rilegati in pelle. Lavoro che gli era costato 506 giornate lavo­rative di due misuratori e tre anni e mezzo di lavoro a tavolino. Di questa opera si è conservato solo «il Libro de disegni delli Quartieri et Alloggi che sono nel recinto delle Nuove Mura della Città di Genova» (Biblioteca delle Belle Arti del Comune).
È anche andata dispersa la grande planimetria del territorio di Genova, che il Forti identifica con la carta in 24 fogli usata anche dai francesi, completata dal Codeviola negli anni 1797-99 ma costata a quanto dice l'autore «quindici anni di sudori».

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, I, Genova, Sambolino, 1864.
R. DELLEPIANE, Mura e fortificazioni di Genova, Genova, Nuova editrice genovese, 1984.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINJ, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e ùtituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
C. QUARENGHI, Ricerche storico-illustrative sulle fortificazioni di Genova e del Ge­novesato (1875), Archivio Storico del Comune di Genova, Manoscritti, n. 774.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; De Sicre; Flobert; Tallone; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Brusco, Tommaso (Di Gerolamo)

Tommaso Brusco
N. Savona
M. Francia

Relazioni di parentela: Nipote di Giacomo Brusco, continua l'attività del più illustre zio che, non avendo figli maschi, non tralasciò di avviare al suo stesso mestiere i parenti più stretti: il fratello Stefano, pittore, firma alcune piante di Savona conservate all'ISCAG e il figlio di lui, Antonio, risulta avere nel 1803 il titolo di tenente del Genio.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Savona intorno al 1788 è figlio del pittore Gerolamo fratello del Giacomo. Muore in Francia, dove si era trasferito definitivamente.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Non si conoscono carte.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, II, Genova, Sambolino, 1865, pp. 318-319.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; Gustavo

Autore della scheda: