Archivi autore: riccardo

Villamaci, Luca

Luca Villamaci
N. Messina
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nacque a Messina tra il 1648 e il 1649.

Produzione scientifica:
Nel 1678 si trasferì in Francia, ove restò fino alla morte, e si affermò in campo artistico con il nome di Villamage. Alcuni suoi vasi di notevole pregio sono conservati a Versailles. A Marsiglia, per le sue competenze in matematica, ricoprì la carica di Ingegnere dell’Arsenale.
Presso la Biblioteca Nazionale di Parigi sono conservati tre suoi rilievi di un certo pregio, realizzati nel 1699: “Vue de la Ville et port de Palerme” ; “Plan de la Ville et Rade de Melasse en l’Isle de Sicile” ; “Vue de la Ville et port de Messine”.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
GALLO C.D., Annali della città di MessinaCapitale del Regno di Sicilia dal giorno della fondazione fino ai tempi presenti. Messina, Gaipa, 1756-1954. (rist.Messina, G.B.M., 1985, v.IV, p.76.
GROSSO CACOPARDO G., Memoria dei pittori messinesi e degli esterni che in Messina fiorirono. Messina, Pappalardo, 1821, p.197.
LA CORTE CAILLER G., La pittura a Messina nel ‘400. Messina, Tip.D’Amico, 1905.
GIUFFRE’ M., Palermo città murata dal XVI al XIX secolo. “Quaderno IDAU”,6, 1976, pp.41-68.
DE SETA C.-DI MURO L., Palermo. Bari, Laterza, 1980, p.46.
DI MATTEO S., Iconografia storica della provincia di Palermo. Mappe e vedute dal Cinquecento all’Ottocento. Palermo, Provincia Regionale e Assessorato ai Beni e Attività Culturali, 1992, p.110.
DUFOUR L., Atlante storico della Sicilia. Le città costiere nella cartografia manoscritta. 1500-1823. Siracusa, Arnaldo Lombardi Editore,1992, pp. 67;155;187.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Vigna, Carlo Giuseppe Antonio

Carlo Giuseppe Antonio Vigna
N. Ivrea
M.

Relazioni di parentela: Figlio del misuratore Carlo Antonio Vigna (v. scheda).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: architetto, misuratore

Biografia:
Di Ivrea. Attività documentata dal 1770 al 1791.

Produzione scientifica:
La produzione sinora identificata è limitata alla pianta di una chiesa di Ivrea ed al catasto di quella città, del quale è conservato presso l’Archivio di Stato di Torino solamente il sommarione e non la mappa. Nel verbale riportato sul volume si definisce “condeliberatario” della misura generale della città e territorio di Ivrea per contratto del 9 gennaio 1771, senza però citare quali fossero gli altri misuratori coinvolti. La mappa catastale sarebbe stata ultimata nel 1778, pubblicata e poi collaudata dal misuratore Gio Stefano Maffej.
Non sembrano invece a lui attribuibili altre carte risalenti agli anni del governo francese e sottoscritte “Vigna”, senza specificazione dell’autore, conservate presso il fondo Dipartimento della Sesia dell’archivio di Stato di Stato di Vercelli ed il fondo Carte Topografiche per A e B dell’archivio di Stato di Torino: il primo gruppo è costituito da carte del 1806 e del 1812 in cui l’autore si qualifica come geometra, mentre il secondo fondo comprende i Plan géometrique di diverse comunità piemontesi redatti in seguito ad un’ordinanza del governo del 1802 sotto la direzione dei geometri Furno e Momo, affiancati da diversi arpenteurs tra i quali Vigna: nella mappa di Vercelli tuttavia la sottoscrizione è di “Giacinto Vigna” e pare quindi possibile attribuire a tale autore anche le altre carte comprese in quella serie.

Produzione di cartografia manoscritta:
- Pianta della Chiesa di S. Gaudenzio [...], 29 agosto 1789 (AST, Carte Topografiche e disegni, Controllo Generale Finanze, Tipi annessi alle patenti secolo XVIII, Ivrea, 254).
- [Catasto della città e territorio di Ivrea], 16 luglio 1791, copia (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Ivrea, all. E, vol. 59).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede: Carlo Antonio Vigna, Gio Stefano Maffej.

Autore della scheda: Elena Marangoni

Vigna, Carlo Antonio

Carlo Antonio Vigna
N. Ivrea
M.

Relazioni di parentela: Padre dell’architetto Giuseppe Antonio

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: misuratore

Biografia:
Di Ivrea. Attività documentata dal 1744 al 1791.

Produzione scientifica:
Tra il 1744 ed il 1750 sottoscrive le piante e i prospetti degli edifici contenuti nel Cabreo della Commenda dei Santi Giovanni e Nazario ad Ivrea, appartenente all’Ordine di Malta, realizzato dall’agrimensore Pietro Paolo Verga. Nel febbraio 1749 diventa proprietario di una Piazza da misuratore del Piemonte che acquista dalle Regie Finanze, e lascerà poi in eredità al figlio (Ivi, reg. 5, f. 128 v.).
E’ noto soprattutto in qualità di autore di catasti e in particolare per essere stato chiamato, nel 1752, ad affiacare Giacomo Maria Isnardi (v. scheda) per il completamento della misura generale della città di Alba: Isnardi aveva assunto quell’incarico l’anno precedente ma le autorità cittadine contestano il suo metodo di lavoro e chiedono una perizia. Viene inviato a dirimere la lite l’ingegnere topografo Antoine Durieu (v. scheda) che, verificando le difficoltà effettivamente incontrate dall’Isnardi, soprattutto nell’uso della tavoletta pretoriana, decide di affiancargli Carlo Antonio Vigna. La redazione della carta viene completata da Isnardi e Vigna nel 1756, ma in seguito alla pubblicazione vengono sollevate opposizioni da parte di diversi cittadini per la cui soluzione è prima chiamato ad intervenire Carlo Giacinto Maffei e, nel 1758, vengono nominati due periti di parte: Gio Tommaso Monte per la città di Alba e Giovanni Antonio Borgese per i due misuratori. L’ingegnere Pietro Denisio (v. scheda) intervenuto quale terzo perito, dà infine ragione al Borgese giudicando corretto il lavoro presentato da Isnardi e Vigna, ma nonostante ciò la misura non viene acquisita dalle autorità cittadine (PALMUCCI 2003, pp. 130-131).
Tra il 1761 ed il 1762 è impegnato nella misura generale della città di Valenza (Alessandria) in qualità di sublocatore di Pietro Maria Bottino; sottoscrive l’incarico l’8 giugno 1761 ed assume quali suoi assistenti Giuseppe Marchini, Michele Bellati e Vincenzo Zoccola.
Successivamente realizza i catasti di diverse comunità della provincia di Ivrea:, Andrate, , Caravino, Borgofranco, Montestrutto e Chiaverano che lo occupa dal 1769 al 1779.
La sua carriera termina nel 1785, anno in cui cede la Piazza al figlio Giuseppe Antonio (AST, Controllo Generale Finanze, Notai e Misuratori, reg. 36, f. 37 v.).

Produzione di cartografia manoscritta:
- CABREO/ Dei Beni, Fabbriche, e Chiese della/ Commenda d’Ivrea sotto il Titolo/ de Santi Giovanni, e Nasario tenuta/ dal Sig.r Commendatore Ammiraglio/ e Baylivo Fra Antonio Maurizio Solaro/ di Breglio provisto della medema/ a cui si e proceduto dalli Nodaro/ Paulo Antonio Milano Dele/ gato dal Real Senato per/ rescritto delli 10 Ottobre/ 1744 ed Agrimensore/ Pietro Paulo Verga, con piante e prospetti sottoscritti da Vigna (AST, Ordine di Malta, cart. 143).
- Carta Tippografica del profilo della muraglia di recinto della presente Città cioè dalla parte verso il naviglio [...], 21 aprile 1744 (AST, Carte Topografiche e Disegni, Camerale, Tipi articolo 663, Ivrea, 52).
- Mappa del Territorio della Città di Valenza [...], 30 giugno 1763, copia sottoscritta da Giuseppe Paneaglio, Pietro Maria Bottino, Carlo Antonio Vigna, tratta dall’originale del 13 novembre 1762 sottoscritto da Pietro Maria Bottino, Carlo Antonio Vigna, Giuseppe Marchini, Michele Bellati, Vincenzo Giuseppe Zoccola (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Valenza, all. A, pf. 103/A).
- Mappa del Territorio di Andrate Provincia di Ivrea, 8 marzo 1765 (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Andrate, all. C, rot. 36/A-B).
- Catasto della Comunità di Caravino, 28 luglio 1770 (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Caravino, all. D, vol. 51).
- Copia di Mappa del Territorio di Montestrutto, 1770 (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Montestrutto, all. A, pf. 45).
- [Mappa del Territorio di Chiaverano], 9 ottobre 1780, copia tratta dall’originale del 1779 (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Chiaverano, all. C, rot. 179).
- Mappa del Territtorio di Borgo Franco Provincia d’Ivrea, 2 settembre 1764 (AST, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Borgofranco, all. C, rot. 195).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
- L. PALMUCCI, «Tanto per servizio del Principe che per l’utile del pubblico». Misuratori, estimatori e cartografi-agrimensori, in D. BALANI, D. CARPANETTO, Professioni non togate nel Piemonte d’Antico Regime, Torino 2003, pp. 111-141.

Rimandi ad altre schede: Giacomo Maria Isnardi, Carlo Giacinto Maffei, Giuseppe Antonio Vigna, Vincenzo Zoccola.

Autore della scheda: Elena Marangoni

Vida, Antonio

Antono Vida
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
XVIII sec.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
LAGO L., Theatrum Adriae, Trieste, 1989

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Vestri, A.

A. Vestri
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
XVII sec.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
LAGO L., Imago Italiae, la fabbrica dell’Italia nella storia della cartografia tra Medioevo ed Età Moderna, edizioni EUT, Trieste, 2002

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Vespasiano, Felice Angelo

Felice Angelo Vespasiano
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Agrimensore di Ariccia, attivo al servizio del monastero di San Paolo di Albano.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Vergami, Camillo

Camillo Vergami
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
LAGO L. ,Imago Adriae, Trieste, 1996

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Veraci, Paolo

Paolo Veraci
N. Firenze 19 maggio 1776
M. Firenze 9 febbraio 1841

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere e architetto

Biografia:
Nacque a Firenze il 19 maggio 1776 e vi morì il 9 febbraio1841. Nel 1827 risultava ammogliato e con famiglia composta dalla madre, un fratello impiegato, la moglie e quattro figli.

Produzione scientifica:
Dal 1° marzo 1800 a tutto febbraio 1803 fu Provveditore di Strade della Comunità di Firenze.
Dal 1° marzo 1807 a tutto dicembre 1825 fu Ingegnere della stessa Comunità; e dal 1808 a tutto l’anno 1825 anche perito ingegnere della Comunità del Galluzzo (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1342, fasc. 1).
Nel 1825 entrò nel Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade dove rimase in servizio fino a tutto il 1840.
Fu autore di numerosi progetti di restauro e mantenimento di edifici pubblici fiorentini: Porta alla Croce, Pubblici Macelli, Lungarni, Palazzo di Parte Guelfa e Cimitero della Misericordia detto dei Pinti (ristrutturato nel 1837 con la costruzione di due loggiati semicircolari saldati insieme da una cappella dedicata all’Immacolata Concezione) (Cresti e Zangheri, 1978, p. 233).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Riferimenti bibliografici e archivistici

Cresti e Zangheri, 1978, p. 233; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Veraci, Giovanni Maria

Giovanni Maria Veraci
N.
M. 1781

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: ingegnere

Biografia:
Fiorentino, nacque alla fine del XVIII secolo o all’inizio del XIX e morì nel 1781.
Fu attivo per circa mezzo secolo dal 1722 fino ai primi anni '70.

Produzione scientifica:
Uno dei primi incarichi che ricevette dallo Stato, esattamente dall’Ufficio dei Nove, fu relativo ad un problema di confinazioni in Lunigiana, per il quale nel 1722 ottenne il pagamento di lire 10 al giorno, oltre a vitto ed alloggio (ASF, Consulta poi Regia Consulta, f. 469, cc. 79-80).
Fra il novembre 1722 e l’ottobre 1724 si recò più volte (con il matematico Guido Grandi e con gli ingegneri Gabrielli e Giannetti) a visitare il Serchio fra Barga e Gallicano, per cercare di risolvere la disputa relativa ai lavori di difesa fluviale fatti dai toscani e contestati dai lucchesi; nell’occasione, venne disegnata una mappa dell’area a seguito di attente misurazioni e livellazioni (Barsanti, 1994, p. 84; Gallo, 1993, p. 128).
Anche nell’area di confine della Valdinievole, e precisamente nel luogo di Pianpelato di Pescia e dintorni, il 6 luglio 1722 Veraci e Giulio Ambrogio Giannetti redassero la Pianta di parte del confine di Pietrabuona con lo Stato di Lucca ecc. Il lavoro dovette proseguire a lungo, se nello stesso cartone si conservano una Dimostrazione ideale della foce descritta nella sentenza Fioraia e Altogradi del 1570 tra Castelvecchio e la Stiappa riconosciuta ocularmente dall’ingegnere Gio. M. Veraci il 28 settembre 1723, e una Dimostrazione in pianta del luogo ove il dì ... ottobre 1728 furono restaurati i termini 3 e 4 posti dai Sigg.i Fioraia e Altogradi concordata da Veraci e Giannetti (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 97, c. 22: Vivoli, 2003, pp. 170-171).
Nel 1730, insieme a Giuseppe Ignazio Rossi, venne invitato a studiare la situazione della confluenza del Fiume Bisenzio in Arno: i due periti realizzarono per l'occasione (in data 1731) tre interessanti rappresentazioni del corso d'acqua (ASF, Piante dei Capitani di Parte, piante sciolte, n. 4).
Nel 1733 e nel 1745 fu nuovamente chiamato ad occuparsi dello stesso corso d'acqua. La prima volta fu per risolvere definitivamente l'intricata questione della terminazione dell'alveo del Bisenzio, annoso problema che aveva visto impegnati per oltre un secolo e mezzo periti della Parte (si ricordano, nel 1586, Davide Fortini e Luigi Masini, nel 1631 Stefano Fantoni, nel 1692 Michele Gori), in collaborazione con i periti Sansone Pieri e Pier Antonio Tosi.
Il secondo intervento, con Giovanni Filippo Ciocchi, era finalizzato a verificare la situazione degli argini nei pressi del mulino di S. Moro (Piccardi, 2001, pp. 47-48 e 55).
Nel 1735, con altri ingegneri al seguito del matematico Guido Grandi (come Rossi e Tosi) fu nel Valdarno di Sotto tra l’Arno e il Canale Usciana emissario del padule di Fucecchio. Per impedire gli allagamenti prodotti dalle esondazioni del fiume e della zona umida, suggerì – senza successo – di costruire due antifossi laterali al Canale (Barsanti e Rombai, 1986, p. 87).
Sempre negli anni della Reggenza lorenese, esattamente dal 1740, fece parte di una Deputazione – composta, oltre che dal Veraci, dal Segretario Pompo Neri e dal matematico Tommaso Perelli – con l'incarico di "visitare" il territorio pisano per compiere indagini approfondite e mettere a fuoco la situazione e i bisogni di quella provincia. Ne fu fatta una visita accurata da Pontedera al mare, con redazione di mappe e profili.
Nel 1741, sempre in compagnia del Perelli, analizzò con proposta di pronti interventi illustrati in due mappe a china nera e in una memoria, per l’ufficio dei Capitani di Parte Guelfa, la situazione delle sponde dell’Arno e del canale d’Usciana (emissario del padule di Fucecchio) nel Valdarno di Sotto tra Fucecchio e Montecalvoli, dopo una grave esondazione. Del problema tornò ad occuparsi nel 1751, allorché fu chiamato, insieme agli ingegneri Angelo Maria Mascagni e Antonio Falleri, ad occuparsi della costruzione di un Antifosso per impedire le frequenti inondazioni dell'Usciana nella pianura. Il progetto fu eseguito l'anno successivo a cura dei tre periti suddetti.
Nel 1742 progettò la riescavazione e la parziale canalizzazione del Fosso Martello nella pianura di Grosseto (Barsanti, 1984, p. 108).
Tra il 1742 e il 1745, fece parte, assieme ad Antonio Falleri, della deputazione incaricata di risolvere la questione confinaria fra Pontremoli e Stato di Genova (rappresentato dagli ingegneri cartografi Matteo Vinzoni e Domenico Carbonara) (diversi prodotti cartografici relativi alla questione, non firmati, sono in ASGe, Mappe e tipi cartografici vari, I. b) (Raffo Maggini, 2001, pp. 21-29). Del 1744 è la pianta disegnata insieme a Vinzoni e con l’aiuto dell’altro ingegnere toscano Donato Maria Fini: Parte del tipo geometrico fatto sotto dì XXII novembre MDCCXXXXIV e sottoscritto da due ingegneri, toscano e genovese, Giovan Maria Veraci ingegnere e Matteo Vinzoni colonnello con disegno di Donato Maria Fini (copia del 1783 in ASF, Miscellanea di Piante, n. 77) (Raffo Maggini, 2001, p. 29; e Barsanti e Rombai, 1987, p. 21).
Fra i numerosi incarichi ricoperti come ingegnere delle Regie Possessioni si ricorda quello di coordinatore del gruppo di cartografi costituito da Bernardo Sansone Sgrilli, Angiolo Maria Mascagni, Giuseppe Maria Forasassi, Giuseppe Soresina, Giuliano Anastasi e altri, che furono impegnati nel rilevamento e nelle realizzazioni delle piante in grande formato delle innumerevoli fattorie e delle ville granducali, ordinati dalla Reggenza Lorenese a partire dal 1740, e conservati nel relativo archivio dello Scrittoio delle Regie Possessioni.
Intorno alla metà del secolo fece parte della Commissione fiorentina incaricata di esaminare il problema del restauro del tetto della Chiesa di S. Maria della Spina a Pisa; vi figurano anche i "capi maestri" Filippo Belli e Giuseppe Cianfanelli e gli ingegneri architetti Felice Innocenzio Ramponi, Anton Giuseppe Fornari, Anton Domenico Somigli, Bernardino Ciurini/Curini e Antonio Falleri (Melis, 1996, p. 252).
Nel 1755 entrò al servizio del Cavalieri di Santo Stefano come ingegnere, in sostituzione di Luigi Orlandi: fu il primo tecnico “stabile” e vi rimase almeno fino al 1776 e forse fino al decesso nel 1781; dal 1769 gli venne concesso (come egli stesso aveva richiesto, fin dal marzo 1764, adducendo la mole crescente del lavoro) un aiuto nella persona del giovane Giovanni Franceschi (Giglia, 1997, pp. 88 e 112).
Il compito principale dell'ingegnere dell'Ordine era quello di dirigere ed assistere i lavori della Valdichiana e, più in generale, di sovrintendere alla gestione territoriale dei beni dell'ente anche nel Pisano e nel Fiorentino; il servizio per i Cavalieri comportò, pertanto, la redazione di numerose relazioni, perizie, cartografie e interventi di sistemazione idraulica ed edilizia, sia a Pisa che nei territori delle fattorie dell’Ordine (Valdichiana, Valdelsa e pianura pisana).
Questa intensa attività non impedì a Veraci – come avveniva di regola per i tecnici granducali – di svolgere altre commissioni per lo Stato lorenese.
Tra l’ottobre 1758 e la primavera 1759 fece parte del gruppo di collaboratori (con Montucci, Grazzini, Ciocchi, Fortini e Masini) di Leonardo Ximenes nella visita idraulica della pianura grossetana e castiglionese, per farvi le opportune osservazioni e livellazioni funzionali alla predisposizione di un progetto di bonifica generale di quel territorio, e con effettuazione anche di lavori ai fossi e al porto di Castiglione (Barsanti e Rombai, 1987, p. 66).
Nel febbraio 1759 relazionò insieme al collega Masini sullo stato dei lavori alle nuove saline di Castiglione della Pescaia (Barsanti, 1984, p. 112).
Nel 1762 fu anche al servizio, come perito, del marchese Feroni proprietario della Fattoria di Bellavista in Valdinievole (Barsanti e Rombai, 1986, p. 122; Barsanti e Rombai, 1987, p. 53).
Nel 1769, in Valdichiana, collaborò con Perelli (insieme a Bombicci e Salvetti) per elaborare – contro il piano di Ximenes, contrario al proseguimento delle colmate e favorevole allo sbassamento della Chiusa dei Monaci per consentire almeno il parziale prosciugamento naturale della valle – un progetto minimale incentrato sulla ripulitura del Canale Maestro, il miglioramento delle confluenze nel Canale dei suoi tributari e il rifacimento ad una sola arcata dei Ponti di Arezzo (Barsanti e Rombai, 1986, p. 101; e Di Pietro, 2005, p. 123).
Nel 1773, la granducale Magona del Ferro lo incaricò di portarsi – in compagnia del Franceschi – a Mammiano nella Montagna Pistoiese per verificare il migliore dei due tracciati proposti da Ximenes e dal magoniere Setticelli per la nuova strada rotabile da aprire tra la nuova via Modenese e lo stabilimento siderurgico di Mammiano Basso. Veraci tornò da solo a Mammiano anche qualche mese dopo e giudicò il tracciato Setticelli più conveniente di quello Ximenes: la strada poté essere allora costruita, anche se fu ultimata solo nel 1785 (Tognarini, a cura di, 1990, pp. 15, 306 e 337).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta di parte del confine di Pietrabuona con lo Stato di Lucca ecc., con Giulio Ambrogio Giannetti, 6 luglio 1722 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 97, c. 22: Vivoli, 2003, pp. 170-171);
Pianta disegnata dall’ingegner Gio. Maria Veraci circa l’accomodamento della differenza di Alebbio con Grangnola nel Marchesato di Fosdinovo […], 1722 (ASF, Piante antiche dei Confini, 72);
Dimostrazione ideale della foce descritta nella sentenza Fioraia e Altogradi del 1570 tra Castelvecchio e la Stiappa riconosciuta ocularmente dall’ingegnere Gio. M. Veraci il 28 settembre 1723 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 97, c. non n.: Vivoli, 2003, pp. 170-171);
Pianta di una zona controversa del Lago di Massaciuccoli al confine fra Toscana e Repubblica di Lucca, con l'ingegnere di parte lucchese Giulio Ambrogio Giannetti, 1724 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 168);
Dimostrazione in pianta del luogo ove il dì ... ottobre 1728 furono restaurati i termini 3 e 4 posti dai Sigg.i Fioraia e Altogradi, con Giulio Ambrogio Giannetti (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 97, c. non n.: Vivoli, 2003, pp. 170-171);
Tre mappe della confluenza del Fiume Bisenzio in Arno, con Giuseppe Ignazio Rossi, 1731 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, piante sciolte, n. 4);
Mappe e profili (13 figure) della Pianura Pisana e del basso corso dell’Arno, con Tommaso Perelli, 1740 (in parte editi nella memoria di Perelli del 1774);
Due mappe per i lavori da farsi alle ripe del fiume Arno da Castelfranco a Montecalvoli causati dalla piena del 1740, con Giovanni Maria Veraci, 1 dicembre 1741 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 1153, ins. 85);
Carta topografica del territorio controverso in Lunigiana tra le Comunità di Pontremoli (Granducato di Toscana) e Godano (Genova), con l’ingegnere di parte genovese Matteo Vinzoni e la collaborazione di Donato Maria Fini, 1744 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 77);
Pianta di un territorio controverso al confine fra Toscana e Marchesato di Fosdinovo in Lunigiana, metà del XVIII secolo (ASF, Miscellanea di Piante, n. 135);
Pianta della colmata grande del Fiume Foenna nella Fattoria di Bettolle, 1770 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 26);
Pianta della Contea d'Urbech nel Casentino, 1776 circa (ASF, Miscellanea di Piante, n. 260);
Pianta del Feudo del Marchese Niccolini nel Valdarno, 3 gennaio 1773 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 41);
Livellazione dell’andamento della gora che conduce l’acqua alle cartaie e mulini di Colle dal ponte di Marziale fino a’ dove secondi edifizi, 1776 (ASS, Comune di Colle Val d’Elsa. Carte Topografiche. Carte Topografiche relative ad affari amministrativi, c. 10).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti e Rombai, 1986, pp. 87, 101 e 122; Barsanti e Rombai, 1987, pp. 21, 53 e 66; Barsanti, 1984, pp. 108 e 112; Barsanti, 1987, pp. 97 e 139-140; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 79, 96-98, 126, 139 e 187; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989, pp. 91-93; Tognarini, a cura di, 1990, pp. 15, 306 e 337; Gallo, 1993, p. 128; Vivoli, 1994; Melis, 1996, p. 265; Nanni, Pierulivo e Regoli, 1996, pp. 61 e 79; Giglia, 1997, pp. 88 e 112; Piccardi, 2001, pp. 47-48 e 55; Guarducci, 2001, pp. 238-240; Vivoli, 2003; Di Pietro, 2005, p. 123; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Consulta poi Regia Consulta; ASF, Piante dei Capitani di Parte; ASF, Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Miscellanea di Finanze A; ASF, Piante antiche dei Confini; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASS, Comune di Colle Val d’Elsa. Carte Topografiche. Carte Topografiche relative ad affari amministrativi.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Venturi, Giambattista

Giambattista Venturi
N. 1746
M. 1822

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: abate

Biografia:

Produzione scientifica:
Il Venturi come cartografo fa parte del nuovo corso della rilevazione del territorio avendo lavorato nella seconda parte del 1700 e nei primi venti anni del 1800. Non bisogna dimenticare che era stato un grande collezionista di carte ( basti pensare al Fondo Venturi presente alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia), ma soprattutto egli aveva notevoli ed approfondite conoscenze della trigonometria e della geometria ed era propenso a seguire tutti i nuovi metodi di costruzioni cartografiche e ad utilizzare i vari strumenti creati in altri paesi come la Francia o l’Inghilterra.
Come molti altri cartografi realizzò e partecipò a numerosi lavori che riguardavano sia la regimentazione delle acque sia la costruzione di ponti e strade ( aveva avuto l’incarico di ingegnere delle acque e delle strade dal Duca), in ogni suo lavoro teneva sempre presenti le opere cartografiche precedenti soprattutto quelle storiche idrauliche.
Molte comunque furono le opere portate a termine. Nel 1785 condusse a buon fine il prosciugamento delle Paludi di Fontana attraverso un grande lavoro di livellazione e con la costruzione di una mappa del territorio considerato e del suo circondario. Aveva comunque, come era sua abitudine, tenuto presente la carta costruita nel 1752 dall’ingegnere Andrea Abbati.
Tutte le conoscenze ricavate dai vari suoi studi gli diede la possibilità di compilare voci del Dizionario topografico-storico degli Stati Estensi e partecipare alla stesura della vasta opera “Ccorografia dei territori di Modena, Reggio e degli altri stati appartenenti alla casa d’Este”.
Nel 1792 costruì insieme ad altri periti (Vandelli Zannini e Gibertini) la mappa del F. Panaro nel tratto del confine tra Sorbara e Bomporto nel modenese con annesse sezioni del corso d’acqua. Proprio per questo suo interesse all’idraulica e soprattutto perché collegava ciò alla scrittura di regolamenti per la manutenzione degli argini dei fiumi ecc. fu definito “ingegnere pratico”.
Sempre in questi anni fece il progetto per contrastare le esondazioni del F. Panaro a Finale Emilia e fece tutta una serie di esperimenti per vedere se dopo l’applicazione del progetto vi sarebbero stati danni alle attività molitorie. Di tutto questo suo vasto lavoro di approfondimento del grave problema è rimasta la mappa di Finale con l’illustrazione di tutta la rete idraulica del circondario.
Uno dei grandi progetti del Venturi era stato quello di creare una mappa dello Stato Estense e vi lavorò dal 1788 al 1795. Questa mappa doveva basarsi sul metodo della triangolazione, comunque egli aveva fatto alcuni rilevamenti del territorio lungo il Secchia e tra Modena e Rubiera con la costruzione di una carta divisa in due parti: la prima ben delineata la seconda appena accennata mediante semplice disegno.
Una capacità del nostro era però quella legata alla diplomazia e quindi gli fu data tutta una serie di incarichi da parte governativa di varia entità e soprattutto quelli riguardanti le varie questioni confinarie. Così nel 1798 insieme ad Assalini definì la demarcazione confinaria nel dipartimento del Crostolo.
Ebbe poi l’incarico di ambasciatore in Svizzera e qui scrisse “Gli appunti di geografia e di geologia del territorio elvetico”. Comunque continuò ad occuparsi delle discipline a lui care, ma il grande progetto della carta dello Stato Estense sfumò sia nel 1808 quando Napoleone affidò ai militari la costruzione delle carte dei vari territori sia quando il Duca nel 1815 istituì l’Ufficio Topografico del Genio Militare per cui tutto ciò che era inerente alla costruzione delle carte era affidato a personale militare. Il Venturi comunque collaborò soprattutto fornendo varie carte a Giuseppe Carandini ed con l’incarico di dirigere la pubblicazione di un foglio della carta del Ducato .In questo senso operò fino a pochi mesi dalla sua morte.
Una vasta parte delle lettere,di molti documenti del materiale preparatorio per per le piante di città, ecc. si trova nella biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ma v’è anche materiale a Modena.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
DAVOLIO C., Venturi collezionista di stampe, in Giambattista Venturi scienziato, ingegnere, intelletuale fra età dei lumi e classicismo (a cura di W.Bernardi, P. Manzini, Marcuccio R.), Biblioteca della Scienza, vol. 49, Olschki, 2005, pp. ?
DE BRIGNOLI DI BRUNHOFF G., Del cavalier abate Giambattista Venturi reggiano. Notizie biografiche con appendici, in Notizie biografiche in continuazione della Biblioteca Modonese del cavalier abate Girolamo Tiraboschi, III, Reggio Emilia, Torreggiani, 1835.
DE TONI G.B., Giambattista Venturi e la sua opera vinciana. Scritti inediti e l’Essai, Roma, Pubblicazioni dell’Istituto di studii Vinciani in Roma, 2, 1924.
LUDOVISI A., L’opera cartografica di Venturi, in Giambattista Venturi scienziato, ingegnere, intelletuale fra età dei lumi e classicismo (a cura di W.Bernardi, P. Manzini, Marcuccio R.), Firenze, Olschki, 2005, pp. 119-157.
MARCUCCIO R., Il fondo Venturi della Biblioteca Panizzi, Bologna, Patron ed., 2001.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Maria Luisa Scarin