Archivi autore: riccardo

Toro, Bernardino

Bernardino Toro
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Non sono note le eventuali relazioni familiari con Ortensio Toro.

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò la mappa 433A/21 San Cesario, copiata da una carta originale appartenente al monastero romano dei Santi Domenico e Sisto.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Torcia, Michele

Michele Torcia
N. Calabria 1736
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Ricoprì importanti cariche pubbliche che lo portarono a viaggiare in Olanda, Inghilterra e Francia. Autore di un breve trattato Tremuoto accaduto nella Calabria, e a Messina alli 5 febbraio 1783 descritto da Michele Torcia, Archiviario di S.M. Siciliana e Membro dell’Accademia Regia, Napoli, 1783, che comprende l’incisione sotto indicata.

Carta Geografica delle due Calabrie Ulteriore e Citeriore. Con parte della Sicilia, 1783.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Accattatis L., Biografie degli uomini illustri delle Calabrie, vol. III, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1977, pp.167-171; I. Principe, Carte Geografiche di Calabria nella Raccolta Zerbi, Vibo Valentia, Edizioni Mapograf, 1990, p.146; A.M. Rao, La Calabria nel Settecento, in A. Placanica ( a cura di), Storia della Calabria moderna e contemporanea, Roma, Gangemi Editore, 1992, pp. 303-410.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Maria Luisa Bonica

Tomai, Tommaso

Tommaso Tomai
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Originario di Rignano, secondo la definizione annessa al suo nome nella sottoscrizione della mappa.

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò la mappa 433/38 Verzano, per conto dei monaci di Sant’Oreste.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Titi, Filippo

Filippo Titi
N. Città di castello 1639
M. 1702

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Architetto, erudito, dilettante di pittura, storico dell’arte.

Biografia:
Città di Castello, 1639 – 1702. Di nobile famiglia tifernate.

Produzione scientifica:
Ordinato sacerdote nel 1658, divenne canonico e protonotario apostolico di Città di Castello. Come architetto collaborò alla progettazione del palazzo del cardinal Carpegna, suo protettore. Per questo motivo, quando il cardinale divenne, nel 1671, responsabile delle opere d’arte di Roma, il Titi compilò con competenza una guida di Roma intitolata Studio di pittura, scoltura et architettura nelle chiese di Roma, più volte stampata a Roma tra 1672 e 1763.
Come era abitudine degli editori di atlanti fu richiesto da Giacomo Cantelli da Vignola, curatore dell’atlante Mercurio Geografico, edito a Roma dalla Stamperia De Rossi a partire dal 1692, di redigere alcune carte dei luoghi a lui noti. Sono infatti attribuibili a lui la Legatione della Romagna, la Legatione del Ducato di Ferrara, la Legatione del Ducato d’Urbino. Fu autore anche di altre carte pubblicate sciolte, quali il Marchesato del Monte S. Maria (1676), e Città di Castello latine Tifernum in Umbria.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. Prinzi, Filippo Titi. La prima grande vera guida di Roma, Introduzione a Filippo Titi, Descrizione delle pitture, sculture e architetture esposte al pubblico in Roma (Roma 1763), rist. anastatica Roma, Multigraphica, 1978; Giorgio Mangani, Emblemi urbani. Le città della provincia di Ancona e la loro rappresentazione cartografica nell’età della stampa (secc. XVI-XVIII), in Fabio Mariano, L’immagine delle città. La provincia di Ancona tra vedutismo e cartografia, Ancona, il Lavoro Editoriale, 2001, pp. 73-123.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giorgio Mangani

Terreni, Jacopo

Jacopo Terreni
N.
M.

Relazioni di parentela: Fratello di Antonio, con il quale collaborò a molte opere, fece parte della stessa famiglia di artisti che ebbe come capostipite Giuseppe Maria.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Di origine livornese.

Produzione scientifica:
Il Ginori Lisci attribuisce ai tre disegnatori Terreni la realizzazione delle vedute contenute nel cabreo della Tenute granducali di Coltano e San Rossore nella Pianura Pisana del 1785 (in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XXXV); è proprio in questi anni che la tenuta granducale di Coltano venne accorpata con quella di S. Rossore e i Lorena dettero un forte impulso all'allevamento dei cavalli e dei bovini.
Si tratta di una bella raccolta, anonima, composta di 33 tavole di grande formato, tra mappe delle varie tenute e planimetria e vedute prospettiche e sezioni di edifici con belle e animate scene. Le figure sono precedute da descrizioni dei beni con gli interventi recenti e in atto per rendere la proprietà granducale innovativa sul piano produttivo. Nel complesso, l'opera si qualifica come il prodotto di autori veramente competenti.
Da segnalare l’origine curiosa di tale raccolta, realizzata per essere donata al Re di Napoli Ferdinando I di Borbone, che in quell’anno era in visita in Toscana. Il sovrano fu accompagnato a visitare la tenuta e, rimasto eccezionalmente colpito, richiese il permesso di inviare un proprio amministratore per studiare da vicino la gestione dell'azienda ed ottenere una rappresentazione dettagliata di tutte le singole costruzioni. Fu così che il granduca Pietro Leopoldo ordinò ed ottenne lo splendido cabreo della Tenuta di Coltano-S. Rossore, e ne donò una copia all'augusto cognato.
Una curiosa notizia comparsa sulla "Gazzetta Toscana" dell'epoca, ci informa che nell'estate 1785, nel corso della sua visita in Toscana, il re di Napoli Ferdinando I di Borbone volle visitare la casa dei fratelli Terreni. Ciò fa pensare che tale visita possa essere collegata in qualche modo al dono del noto cabreo e al desiderio del sovrano partenopeo di conoscerne gli autori.
L’opera per la quale Antonio e Jacopo Terreni sono maggiormente conosciuti e apprezzati è senza dubbio il corpo vedutistico che correda il Viaggio pittorico della Toscana, di Francesco Fontani, bibliotecario e georgofilo, pubblicato in tre volumi di grande formato tra 1801 e 1803. Questo lavoro è fatto di immagini e di descrizioni geografiche e storico-erudite dei luoghi, e fa affidamento proprio sulla selezione di “tutto quel più che illustra e rende superiore a molte altre Provincie la deliziosa Toscana” (centri storici, monumenti urbani ed extraurbani, paesaggi monumentali e resti archeologici), in termini di corredo visuale e di capacità evocativa: il Viaggio comprende infatti ben 220 vedute all’acquatinta prese dal vero, opera originale del pittore e disegnatore Antonio Terreni (coadiuvato dal fratello Iacopo), e costituisce un'operazione anticipatrice, in Italia almeno, del voyage pittoresque che preannunciava le cosiddette “guide pratiche”: un genere destinato a diffondersi nel corso del XIX secolo, per l'affermazione di correnti turistiche sempre più numerose e meno colte rispetto agli aristocratici grand-tourists dei secoli XVII-XVIII. Quella del Fontani non è un’opera enciclopedica – come invece gli odeporici toscani tardo-settecenteschi scritti sul modello di Giovanni Lami – ma è finalizzata alla selezione dei contenuti utili ad evidenziare la “qualità particolare di luoghi e spazi degni di osservazione” che il viaggio collega fra loro in un percorso ideale attraverso la Toscana. In altri termini, il Viaggio può essere considerato “un itinerario ideale” ma sempre ben documentato fra storici, artisti, naturalisti e geografi del passato e del presente: autori tutti ben conosciuti dal Fontani, che non visitò le località trattate, come invece dovettero fare i Terreni, ma badò ad operare secondo la prassi compilativa del geografo en chambre. L’opera del Fontani “ci guida per tutta la regione attraverso le città e i loro monumenti ma anche i luoghi meno conosciuti [...]. Ciascuno dei tre volumi presenta una selezione dell’itinerario, in modo da partire ogni volta da una delle maggiori città per poi sviluppare un percorso insieme geografico e tematico”: il viaggio si snoda da Firenze a Prato, Pistoia, Lucca, la Versilia-Apuania e la Lunigiana; riparte da Pisa per Livorno, la Maremma, la Valdelsa, il Valdarno di Sotto; e infine prosegue da Siena per le Crete, l’Amiata, la Valdichiana, Arezzo, la Valtiberina, il Casentino, la Romagna Toscana, il Mugello e il Valdarno di Sopra, per riportarci a Firenze (Greppi, 1998, pp. 67-87).
Con il fratello Antonio, Jacopo realizzò l’affresco della volta raffigurante lo Sposalizio della Vergine e le finte quinte prospettiche della cappella di San Giuseppe della Chiesa di S. Caterina a Livorno dedicata alla Madonna del Rosario. Altri affreschi erano stati realizzati nello stesso edificio nel 1783 dal congiunto Giuseppe Maria.

Produzione di cartografia manoscritta:
Vedute del cabreo della Tenute granducali di Coltano e San Rossore nella Pianura Pisana, attr., 1785 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, tomo XXXV).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, pp. 247-254; Greppi, 1998, pp. 67-87; ASF, Piante delle Regie Possessioni.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Terreni, Antonio Luigi

Antonio Luigi Terreni
N.
M.

Relazioni di parentela: Fratello di Iacopo, con il quale collaborò a molte opere, fece parte della stessa famiglia di artisti che ebbe come capostipite Giuseppe Maria.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Di origine livornese.

Produzione scientifica:
Collaborò alla realizzazione dei disegni inseriti nella Raccolta dei disegni delle Fabbriche Regie e de' Bagni di Montecatini..., del 1787, incisa a Firenze da Cosimo Zocchi, di autori vari fra cui Antonio Capretti, Niccolò Gaspero Maria Paoletti, Gaetano Vascellini, e altri, a corredo del trattato Dei Bagni di Montecatini, di Antonio Bicchierai (in ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 221);
Il Ginori Lisci attribuisce ai tre disegnatori Terreni la realizzazione delle vedute contenute nel cabreo della Tenute granducali di Coltano e San Rossore nella Pianura Pisana (in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XXXV); è proprio negli anni fra ’70 e ’90 del XVIII secolo che la tenuta granducale di Coltano venne accorpata con quella di S. Rossore e i Lorena dettero un forte impulso all'allevamento dei cavalli e dei bovini.
Si tratta di una bella raccolta, anonima, composta di 33 tavole di grande formato, tra mappe delle varie tenute e planimetria e vedute prospettiche e sezioni di edifici con belle e animate scene. Le figure sono precedute da descrizioni dei beni con gli interventi recenti e in atto per rendere la proprietà granducale innovativa sul piano produttivo. Nel complesso, l'opera si qualifica come il prodotto di autori veramente competenti.
Da segnalare l’origine curiosa di tale raccolta, realizzata per essere donata al Re di Napoli Ferdinando I di Borbone, che nel 1785 era in visita in Toscana. Il sovrano fu accompagnato a visitare la tenuta e, rimasto eccezionalmente colpito, richiese il permesso di inviare un proprio amministratore per studiare da vicino la gestione dell'azienda ed ottenere una rappresentazione dettagliata di tutte le singole costruzioni. Fu così che il granduca Pietro Leopoldo ordinò ed ottenne lo splendido cabreo della Tenuta di Coltano-S. Rossore, e ne donò una copia all'augusto cognato.
Una curiosa notizia comparsa sulla "Gazzetta Toscana" dell'epoca, ci informa che nell'estate 1785, nel corso della sua visita in Toscana, il re di Napoli Ferdinando I di Borbone volle visitare la casa dei fratelli Terreni. Ciò fa pensare che tale visita possa essere collegata in qualche modo al dono del noto cabreo e al desiderio del sovrano partenopeo di conoscerne gli autori.
L’opera per la quale Antonio e Jacopo Terreni sono maggiormente conosciuti e apprezzati è senza dubbio il corpo vedutistico che correda il Viaggio pittorico della Toscana, di Francesco Fontani, bibliotecario e georgofilo, pubblicato in tre volumi di grande formato tra 1801 e 1803. Questo lavoro è fatto di immagini e di descrizioni geografiche e storico-erudite dei luoghi, e fa affidamento proprio sulla selezione di “tutto quel più che illustra e rende superiore a molte altre Provincie la deliziosa Toscana” (centri storici, monumenti urbani ed extraurbani, paesaggi monumentali e resti archeologici), in termini di corredo visuale e di capacità evocativa: il Viaggio comprende infatti ben 220 vedute all’acquatinta prese dal vero, opera originale del pittore e disegnatore Antonio Terreni (coadiuvato dal fratello Iacopo), e costituisce un'operazione anticipatrice, in Italia almeno, del voyage pittoresque che preannunciava le cosiddette “guide pratiche”: un genere destinato a diffondersi nel corso del XIX secolo, per l'affermazione di correnti turistiche sempre più numerose e meno colte rispetto agli aristocratici grand-tourists dei secoli XVII-XVIII. Quella del Fontani non è un’opera enciclopedica – come invece gli odeporici toscani tardo-settecenteschi scritti sul modello di Giovanni Lami – ma è finalizzata alla selezione dei contenuti utili ad evidenziare la “qualità particolare di luoghi e spazi degni di osservazione” che il viaggio collega fra loro in un percorso ideale attraverso la Toscana. In altri termini, il Viaggio può essere considerato “un itinerario ideale” ma sempre ben documentato fra storici, artisti, naturalisti e geografi del passato e del presente: autori tutti ben conosciuti dal Fontani, che non visitò le località trattate, come invece dovettero fare i Terreni, ma badò ad operare secondo la prassi compilativa del geografo en chambre. L’opera del Fontani “ci guida per tutta la regione attraverso le città e i loro monumenti ma anche i luoghi meno conosciuti [...]. Ciascuno dei tre volumi presenta una selezione dell’itinerario, in modo da partire ogni volta da una delle maggiori città per poi sviluppare un percorso insieme geografico e tematico”: il viaggio si snoda da Firenze a Prato, Pistoia, Lucca, la Versilia-Apuania e la Lunigiana; riparte da Pisa per Livorno, la Maremma, la Valdelsa, il Valdarno di Sotto; e infine prosegue da Siena per le Crete, l’Amiata, la Valdichiana, Arezzo, la Valtiberina, il Casentino, la Romagna Toscana, il Mugello e il Valdarno di Sopra, per riportarci a Firenze (Greppi, 1998, pp. 67-87).
Con il fratello Jacopo, Antonio realizzò l’affresco della volta raffigurante lo Sposalizio della Vergine e le finte quinte prospettiche della cappella di San Giuseppe della Chiesa di S. Caterina a Livorno dedicata alla Madonna del Rosario. Altri affreschi erano stati realizzati nello stesso edificio nel 1783 dal congiunto Giuseppe Maria.

Produzione di cartografia manoscritta:
Vedute diverse degli edifici termali del complesso di Montecatini (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 221, poi stampate);
Veduta delle Cascine, 1801-1803, Firenze, acquatinta (BNCF, Nuove Accessioni, VI, 83);
Veduta del Poggio Imperiale, acquatinta disegnata da Terreni e incisa da G. Pera (in BNCF, Nuove Accessioni, 98);
Vedute del cabreo della Tenute granducali di Coltano e San Rossore nella Pianura Pisana, attr., 1785 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, tomo XXXV).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, pp. 247-254; Barsanti, 1987, p. 84; Barsanti, 1992, p. 66; Rombai e Torchia, 1994, pp. 135 e 137; Greppi, 1998, pp. 67-87; ASF, Piante delle Regie Possessioni; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; BNCF, Nuove Accessioni.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Tedeschi, Antonino Maria

Antonino Maria Tedeschi
N. Noto 1745
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Fu ordinato sacerdote a Modica nel 1769. Tra il 1777 e il 1823 ricoprì, con un breve intervallo, la carica di Vicario Curato di Pachino, centro rurale di nuova fondazione, creato nel 1758. Dal 1795 fece parte dell’Accademia dei Trasformati
Nella biblioteca comunale di Noto è conservato un suo manoscritto del 1780, i “Commentari sacro-politici dell’antica ingegnosa città di Noto”, di notevole importanza per la storia della città. Si sa che aveva redatto anche una storia di Pachino, purtroppo andata perduta. Fu anche autore di scritti di carattere religioso. Altri suoi manoscritti, rinvenuti recentemente sono attualmente oggetto di studio.
Come cartografo va menzionato per avere redatto il rilievo “ La città di Noto nel suo essere prima del terremoto del 1693. Dedicato all’Illustrissimo Sig.r D.Pietro Mario Di Lorenzo”, copia dell’originale andato perduto di Padre Antonino Cantone (v.), raffigurante l’antica Noto prima del sisma del 1693, che distrusse la città, ricostruita poi in un sito più a valle dell’originario. la copia di Tedeschi, conservata presso la biblioteca comunale di Noto, rimane l’unica rappresentazione cartografica dell’antica città.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Tavanti Chiarent, Giovanni

Chiarenti Giovanni Tavanti
N. Arezzo 15 aprile 1797
M.

Relazioni di parentela: Figlio di Francesco, che aveva ricoperto l’incarico per 43 anni di Podestà in diversi luoghi del Granducato.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Fu geometra di seconda classe per il catasto francese, con nomina nel 1812.
Nel 1819 ebbe l’incarico di Provveditore provvisorio della Comunità di Montaione.
Fu perito del catasto dal 12 luglio 1823 e fino al 1825 (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1342, fasc. 3).
Nel ruolo di Ingegnere di Circondario (con nomina del 13 dicembre 1825), fu nel 1826 ad Asciano (in quinta classe); nel 1827-1829 a Montalcino (promosso in quarta classe); nel 1830 a Massa Marittima; nel 1831-32 a Grosseto, dove divenne ispettore, per la Direzione del Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade fino al 1846; dal 1847 al 1849 fu ingegnere ispettore ad Arezzo; nel 1850-1860 risultava "Ingegnere in capo di 1° classe" nel Compartimento Aretino per la Direzione Generale dei Lavori d'Acque e Strade e delle Fabbriche Civili dello Stato.
Nel 1858 delineò un dettagliatissimo prospetto, dedicato “a S.E. il Ministro di Grazia e Giustizia” e dato alle stampe a spese del Tavanti presso la Tipografia dei Fratelli Giachetti di Prato, riportante dati e informazioni (demografiche, socio-politiche, ecc.) sul Granducato di Toscana aggiornati al 1857 (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 256 c).

Produzione di cartografia manoscritta:
Tavola con 3 disegni sui lavori al traghetto dell'Alberese sul fiume Ombrone, 1830-40 (ASGr, Camera di Soprintendenza Comunitativa, n. 393, f. 27, c. 9);
Pianta e profili di un tratto di strada amiatina presso Casteldelpiano con il disegno di un opificio idraulico, 1840 ca. (ASGr, Camera di Soprintendenza Comunitativa, n. 388, c. 828).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 224; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 182; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, pp. 59 e 67; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade; ASGr, Camera di Soprintendenza Comunitativa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Taramelli, Torquato

Torquato Taramelli
N. Bergamo 1845
M. Pavia 1922

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Geologo, geografo, saggista

Biografia:

Produzione scientifica:
Geologo, geografo, saggista. Autore di parecchi saggi di carattere geologico, idrografico riguardanti il Friuli.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:
• [Carta geologica del Friuli (al 200.000) e spiegazione della medesima], Parma , 1881

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
NAZZI G., (acura di), Dizionario Biografico friulano, III ed., Clape Culturâl Acuilee, Udine 2002
MARCHETTI G., Il Friuli. Uomini e tempi, Udine, 1979, pag.1019
SERENI L., Gli annali scientifici, “Messaggero Veneto”, Udine, 26.7.1966

LAGO L. – ROSSIT C., Theatrum Fori Iulii. La Patria del Friuli ed i territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il secolo XVIII, Trieste, 1988, vol.I, p.35, fig.8, p. 36, 37, 45, vol.II, p. 90

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Taraburella, Francesco

Francesco Taraburella
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Originario di Frascati, secondo la definizione annessa al suo nome nella sottoscrizione delle mappe.

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò le mappe 429/28 Pedica della Posicola e 429/37 San Matteo.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli