Archivi autore: riccardo

Tamiatti, Giovanni Battista

Giovanni Battista Tamiatti
N. Cerrione
M. 1779

Relazioni di parentela: Figlio di Eusebio Tamiatti, notaio e misuratore.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: misuratore

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1760 vende la Piazza da misuratore che il padre, deceduto nell’anno precedente, gli ha lasciato in eredità (ASTO, Controllo Generale Finanze, Notai e Misuratori, reg. 15, f. 66 v.): Eusebio Tamiatti, oltre ad essere notaio, aveva infatti ottenuto le patenti di agrimensore nel 1709 (ASTO, Camerale, Patenti Piemonte, art. 687, reg. 137, f. 131) ed aveva fatto acquisto della Piazza sin dal 1733 (ASTO, Controllo Generale Finanze, Vendite di Piazze da Misuratori, reg. 1, f. 8v). Della sua attività di cartografo è stato identificato solamente un tipo della “Valle detta dell’Arca” in territorio di Castellengo (ASBI, Arch. Frichignono di Castellengo, Disegni, 93), ma la sua vicenda contribuisce comunque a confermare il legame esistente tra le professioni di notaio e misuratore, tanto in una carriera individuale, sia nell’ambito delle scelte professionali a livello familiare.
Giovanni Battista è invece autore, nel 1741-42, della misura generale di Gaglianico, in provincia di Biella, la cui carta viene presentata alle autorità comunali da suo padre solo nel 1756, come si evince dalla dichiarazione apposta sulla mappa stessa.
Suo figlio Giuseppe invece intraprende probabilmente un’altra carriera dal momento che il 28 luglio 1779 vende a Gio Bernardo Amosso la Piazza lasciatagli in eredità dal padre (l’atto è menzionato in ASTO, Controllo Generale Finanze, Notai e Misuratori, reg. 33, f. 123, patenti di Carlo Giuseppe Signora).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:
- Mappa della Misura Generale del Territorio di / Gaglianico formata da me sottoscritto Misuratore / negli Anni 1741, e 1742, 15 giugno 1776, copia di Felice Castellanis tratta dall’originale sottoscritto Gio Batta Tamiatti del 15 dicembre 1742 (ASTO, Azienda Generale Finanze, Catasto Antico del Piemonte, Gaglianico, all. A, pf. 19).

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede: Felice Castellanis.

Autore della scheda: Elena Marangoni

Suave, Pietro

Pietro Suave
N. Castelnuovo Belbo
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: misuratore, agrimensore

Biografia:

Produzione scientifica:
La produzione sinora identificata è legata alla committenza della famiglia Crova di Vaglio, che è fra le non numerose famiglie nobili piemontesi a commissionare la realizzazione di cabrei dei propri beni (si veda anche la scheda relativa a Pietro Giovanni Petrino). I due libri figurati realizzati da Pietro Suave nel 1723 e nel 1730 non appartengono a tale categoria, poiché non sono sottoscritti da un notaio e non rivestono quindi valore legale, ma contribuiscono comunque a confermare una particolare tradizione di quella famiglia per l’utilizzo della cartografia quale strumento di gestione del proprio patrimonio fondiario.
Il libro di misure del 1723, composto da cinque fogli numerati, è offerto da Suave al barone Crova con una singolare dedica, capace di evocare le difficoltà del lavoro di agrimensura: “Dopo molti Giri fatti atorno à certe coline, non con pocca fatica, alla Fine sono constretto dare alla luce il parto de miei sudori, et ecco ad innondare queste carte con certe linee, et ponti, angoli, et treangoli, quali dubitando io, che essendo queste opere di debole Geometra, non venissero col tempo contaminate, et per evitare tal sospetto, penso di apogiarle al ombra di V.S.Illma alla cui presenza resterà immobile colui, che pretendesse di stender mano per contaminare tali disegni, a fine di disonorare l’autore delle med[esim]e [...]”(ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 1). Seguono le mappe, nelle quali l’acquerello è utilizzato solo per alcuni dettagli (gli edifici, rappresentati in alzato, i rivi, l’indicazione dell’orientamento) mentre le destinazioni d’uso non sono rappresentate graficamente ma elencate a margine. Il successivo libro dei boschi raffigura beni situati nei territori di Nizza, Vaglio, Rocchetta Palafea, Mombaruzzo e Castelvero ed è composto da 80 fogli numerati, con mappe delineate in inchiostro nero e rosso, con l’utilizzo di acquerello verde nel solo frontespizio; insieme a tale documento sono conservate alcune mappe di autori diversi identificate come “Allegati al libro dei boschi” e di datazione posteriore ad esso, tra cui una a firma dello stesso Suave.
I lavori eseguiti per la famiglia Crova rappresentano probabilmente solo gli esordi della sua carriera: nel 1764 infatti entra in possesso di una Piazza per il Monferrato affittandola dagli eredi dell’agrimensore Gio Batta Costa ed in tale documento viene qualificato come misuratore (ASTO, Controllo Generale Finanze, Notai e Misuratori, reg. 19, f. 18), ma sinora non sono state reperite altre attestazioni della sua attività.

Produzione di cartografia manoscritta:
- 1723 / Libro di misure dedicate all’ / Ill.mo Sig.re Barone / Crova, 2 dicembre 1723 (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 1).
- 1730 / LIBRO FIGURAto / DI TUTTI / LI BOSC[H]I DELL’ / ILLSS.MO / SIGNORE BARONe / CROVA, 27 maggio 1730 (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 2).
- [Tipo di due pezze di bosco appartenenti al barone Crova poste sulle fini di Nizza], s.d. (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 2 bis).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Elena Marangoni

Stassi, Pietro

Pietro Stassi
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio di Niccolaio.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
A fine Settecento si firmava come "Agrimensore", mentre nel 1819 si definiva già "ingegnere".

Produzione scientifica:
Svolse attività come perito ingegnere nelle comunità pisane di S. Giuliano e di Vecchiano e nel 1825 entrò nel Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade.
Sia nel 1819 che nel 1833 operò per conto della Magistratura Comunitativa di Bagni di S. Giuliano, che lo incaricò di dirimere una controversia per alcuni terreni di proprietà di un ente religioso amministrati dall'ente pubblico, di cui lo Stassi redasse le planimetrie (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 430).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta di terreni ubicati nella campagna del Pisano, fine del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 130).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987, p. 111; Rombai, 1987, p. 374; Rombai, 1993, p. 44; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 486-487; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Stassi, Niccolò

Niccolò Stassi
N.
M.

Relazioni di parentela: Padre di Pietro.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Operò come architetto e “aiuto” ingegnere dell'Ufficio dei Fossi di Pisa e, saltuariamente, per conto dei Cavalieri di Santo Stefano, nella seconda metà del XVIII secolo.

Produzione scientifica:
Tra il 1764 e il 1794 eseguì diversi importanti lavori alla Certosa di Calci.
Fra i numerosi progetti in ambito pisano ricordiamo: la ristrutturazione di S. Marta e di S. Cassiano; l’abbellimento del Teatro Pubblico (con l'architetto Mattia Tarocchi); il rifacimento del campanile della chiesa di S. Sisto (1765); il rifacimento del campanile della chiesa filiale di San Rocco (1765); la ristrutturazione della Villa Del Rosso di Capannoli (1771); i lavori al Palazzo dei Cavalieri di S. Stefano per ricavarne dei locali per il nuovo Istituto della Carovana (1777); i lavori al Palazzo Pretorio e al Palazzo delle Vele (1785); il rifacimento della Chiesa di S. Vito in Lungarno Simonelli (1787).
Si occupò anche della Tenuta di Migliarino, realizzando una bella pianta acquerellata assai ricca di indicazioni (in AS, Piante, c.n.n.).
Nel 1765 realizzò l'allestimento per i funerali del granduca e imperatore Francesco I di Lorena nella Chiesa dei Cavalieri di S. Stefano.
Nel 1793 avanzò domanda per il posto di Maestro di Architettura presso l'Istituto della Carovana stefaniana, ma la richiesta venne respinta.
Da allora, sembra finire il suo impegno di architetto, mentre continuò quello di ingegnere al servizio del pisano Ufficio Fiumi e Fossi.

Produzione di cartografia manoscritta:
Disegni diversi relativi al progetto di alcuni lavori di ristrutturazione del Palazzo Salviati di Pisa, 1754 (AS, Piante, n. 106);
Inserto rilegato di 16 piante di appezzamenti fondiari del Comune di Calci, seconda metà del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 168);
Piante di poderi (3 carte) posti nel Pisano, con Giovanni Giuseppe Ricci, 30 gennaio 1761 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 563-565);
Pianta di porzione del Palazzo delle due scale, progetto eseguito (in più copie) per l'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano e approvato dal Granduca, 1777 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 151);
Pianta della Villa Galletti a Montecastello presso Pontedera, 1781;
Pianta della tenuta di Migliarino (AS, Piante, c.n.n.);
Pianta di alcune Tenute poste nella Pianura Pisana, realizzata insieme a Giovanni Michele Piazzini, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 607);
Pianta della Fortezza di Pisa, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 200);
Pianta del territorio di Pietrasanta, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 367);
Nota di tutte le fonti che si trovano nella citàà di Pisa, sì pubbliche come private, disegno a penna colorato, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 492);
Pianta che dimostra il mulino progettato farsi ai Bagni di Pisa, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 528).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987, p. 116; Rombai, 1987, p. 374; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 152, 399-400 e 411; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989, p. 134; Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, pp. 46-47; Mazzanti e Sbrilli, 1991, pp. 243-258; Rombai, 1993, p. 44; Melis, 1996, p. 263; Giglia, 1997, p. 111; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche; AS, Piante.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Stanchi, Filippo

Filippo Stanchi
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò la mappa 433/65 Ripalta.
Altre notizie risalgono al 1675, quando risultava firmare alcune misure relative alle proprietà fondiarie del capitolo di Santa Maria Maggiore.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Spinelli, Giacomo Giovanni

Giacomo Giovanni Spinelli
N.
M.

Relazioni di parentela: Forse figlio di Gio.Batta Spinelli, pure perito.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Pubblico perito

Biografia:
Friuli- XVII-XVIII sec.

Produzione scientifica:
Pubblico perito del fiume Tagliamento nella zona di Valvasone. Forse commissario esaminatore all’esame di licenza per pubblici periti, a Udine nel 1701

Produzione di cartografia manoscritta:
[Carta dell’alveo del Tagliamento presso Valvasone «Grava del Tagliamento»], Udine, 1696

• [Disegno del castello della “Chiusa”], 1703, (Archivio di Stato, Venezia)

• [Disegno delle rive del fiume Tagliamento e delle Ville circostanti nella zona di Spilimbergo, Dignano, Valvasone ], 27 Luglio1709, (Archivi Storici Diocesani- Archivio Capitolare di Udine, Udine)

• [Carta della zona di confine tra il Friuli veneziano e i possessi della Casa d’Austria],1713, (Archivio di Stato- Provveditori alla Sanità, Venezia)

• [Carta di parte della Slavia Friulana],1714, (Archivio di Stato- Provveditori alla Sanità, Venezia)

Produzione di cartografia a stampa:
[Carta del Friuli occidentale «Parte della Patria del Friuli»], 1688

• [Pianta della città di Udine «Novissima pianta della città d’Udine metropoli del Friuli con l’indice de luoghi più conspicui cioè templij, ospitali et fabbriche publiche presa in disegno da Gio. Giacomo Spinelli geometra e dedicata all’illustrissima Convocatione »], 30 giugno 1704, (Archivi Storici Diocesani- Fondo disegni e stampe - n.13, Udine; (Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, Udine)

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
PESARO A., Di carta, terre. Di terre carte. Il territorio friulano rappresentato e significato in antiche carte manoscritte, Udine, Gaspari editore, 2006, p.37
DE PIERO G. Brevi note storiche sulle antiche parrocchie della città di Udine, Udine, 1982



DI DONATO M., a.c.d., Le carte salvate. Piante e stampe storiche restaurate della Biblioteca Civica “Joppi” di Udine, Udine, 1993
DE MARTIN PINTER A., Due carte geografiche del territorio cividalese dei secoli XVI e XVII, estr. da “Quaderni Cividalesi”, 99, III serie, Cividale, 1992, p. 82
BERGAMINI G.- DONAZZOLO CRISTANTE C., Udine illustrata: la città e il territorio in piante e vedute dal XV al XX secolo, Padova, 1992, p. 49
LAGO L., Theatrum Adriae, Trieste, 1989, pp.179-180, figg.114-115; p.290, n. 291, p.291, n. 292, n. 294, n. 295
LAGO L. - ROSSIT C., Theatrum Forii Iulii. La Patria del Friuli ed i territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il sec. XVIII, Trieste, Ed. Lint, 1988,tav. CXXVIII, tav.CXXIX, tav. CXXX,p.189
BIANCO F., Comunità di Carnia. Le comunità di villaggio della Carnia (secoli XVII-XIX), Udine, Arti Grafiche Friulane, 1985, pp.92 e 94
RIZZI A., Udine tra storia e leggenda nell’arte e nell’iconografia, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Fagagna, Grafiche Tirelli, 1983, p.195
RIZZI A., Udine, piante e vedute, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Plaino, Grafiche Missino,1983, p. 56, n. 19
TENTORI F., Udine: mille anni di sviluppo urbano, Udine, 1982, p.349
Arti Antiche, catalogo della mostra, Udine, 1978
MUSI F.- TOSOLINI G., a.c.d., Società Alpina Friulana. Mostra cartografica, Udine, 1974,p.19,n.44
CAPORIACCO (di) G., Udine appunti per la storia, Udine,1972, pp.16, 124, 154
LAGO L., L’opera cartografica di Giovanni Giacomo Spinelli, Trieste, 1970, pp.9-15, 17, 28-38, 39-41
CATONE L., La Città di Udine nelle piante e nelle vedute prospettiche dei sec. XVI, XVII e XVIII, Tesi di laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Magistero, a.a. 1967-1968, p.118
CAPORIACCO (di) G., Storia dei periti pubblici agrimensori geometri in Friuli, Udine, 1966, p. 43
CUCAGNA A., Il Friuli e la Venezia Giulia nelle principali carte geografiche regionali dei secoli XVI, XVII e XVIII. Catalogo ragionato della Mostra storica di cartografia, “Atti del XVIII Congresso Geografico Italiano”, Vol. III, Trieste, 1964, pp.253-255, n. 85, p. 365
MAZZARIOL G., Catalogo del fondo cartografico queriniano, Venezia, Lombroso, Ed., 1959, p. 52, n.103
SCARIN E., Udine, ricerche di geografia urbana, Udine, 1941, p.4
MUSONI F., Udine. Dalle origini al principio del sec. XVI, Udine, 1915, p. 25
TELLINI A., Carta geologico-agraria del podere d’istruzione del R. Istituto Tecnico di Udine, Udine, 1900, p.22
MARINELLI G., Saggio di cartografia della regione veneta,
“Monumenti Storici pubblicati dalla R. Deputazione Veneta di storia Patria”, vol. VI, serie IV, Miscellanea, vol. I, Venezia, 1881, p.34, n. 164, p. 39, p. 75, n.363; p.204, n. 992

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Sperandio, Tommaso

Tommaso Sperandio
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo come misuratore dei possessi del Capitolo di Santa Maria Maggiore nel 1690.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Spannocchi, Tiburzio

Tiburzio Spannocchi
N. Siena 18 ottobre 1541
M. Madrid 4 febbraio 1606

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Tiburzio Spannocchi nacque a Siena il 18 ottobre del 1541 da Bianca di Daddo Nicoluccio e da Luca, discendente da una nobile famiglia, il cui capostipite, Ambrogio di Ser Mino da Spannocchia, era vissuto a metà del Trecento. Morì a Madrid il 4 febbraio 1606

Produzione scientifica:
Al seguito di Marcantonio Colonna, Generale delle Armate Pontificie, si distinse nella lotta contro i Turchi, prendendo parte alla battaglia di Lepanto, che riaffermò il ruolo dominante della Spagna nel Mediterraneo palesando, al tempo stesso, la posizione strategica della Sicilia, “primo baluardo dell’Europa, frontiera di Africa, Asia, piazza d’armi delle forze marittime e cattoliche”, di fondamentale importanza anche per la sua produzione granaria che copriva gran parte del fabbisogno del Mediterraneo polarizzando nei suoi caricatori le flotte mercantili catalane, ragusee e nordiche.
Nel 1577 Tiburzio Spannocchi fu incaricato dallo stesso Colonna, divenuto intanto Vicerè di Sicilia, di compiere ricognizioni lungo le coste siciliane al fine di valutarne il sistema difensivo ed individuarne eventuali punti deboli per elaborare un piano organico di difesa dell’Isola. La sua “Descripcion de las Marinas de todo el Rejno de Sicilia” fu molto apprezzata dal sovrano spagnolo, tanto che nel 1580 fu inviato dal Vicerè in Spagna, dove fu esaminato dal Consigliere D.Francisco de Ibarra, che pur rilevandone la scarsa esperienza nei campi di battaglia, lo dichiarò “abilissimo artista, molto competente nell’arte fortificatoria e tale da offrire garanzie di fedeltà” offrendogli di entrare al servizio del Re.
In Spagna Tiburzio Spannocchi si occupò di ripristinare le fortificazioni di Fuerteventura, al confine tra Francia e Spagna. Attese poi alla ristrutturazione delle strutture difensive di Fuenterrabia. Nel 1581 elaborò i piani per la realizzazione dei forti sullo Stretto di Magellano con le istruzioni per edificarli . Intanto si profilava per la Spagna la conquista del Portogallo, il cui pretendente al trono si era rifugiato nelle isole Azorre, dove nel 1583 Spannocchi fu inviato al seguito del marchese di Santacroce, che lo aveva conosciuto a Lepanto. Nel 1584 elaborò un piano di fortificazione dell’isola Terceira, occupata durante la spedizione.
Tornato a Madrid fu incaricato, in quello stesso anno, di disegnare per la Corte le planimetrie di Aranjuez e dell’Escoril.
Il suo parere fu sentito anche in merito alle fortificazioni americane. Nel 1588 approvò il progetto elaborato da Antonelli per la fortificazione del Caribe ed elaborò piani per la fortezza del Morro a l’Avana e per il forte della Punta del Judìo a Cartagena del Indias. Fu poi inviato a Pamplona per la costruzione della cittadella, secondo il progetto elaborato precedentemente dal Fratin, presentando nel 1589 il resoconto del suo intervento; le sue lamentele per lo scarso apprezzamento del suo lavoro gli fruttarono un aumento dello stipendio e la nomina a “Gentiluomo di Casa Reale”.
Il suo prestigio intanto cresceva anche per la morte di altri ingegneri che avevano lavorato per la corona, come Antonelli e Palearo.
A seguito degli assalti della flotta inglese di Drake, fu incaricato di ispezionare Vigo e la Coruña. Nel 1590 fu chiamato a Lisbona dove compì dei sopraluoghi e realizzò i disegni per la creazione di un forte alla foce del Tago per fermare l’ingresso di nemici. Per Cadice, saccheggiata nel 1596 dagli Anglo-Olandesi, elaborò i progetti per nuove strutture difensive, affidandone l’esecuzione al Rojas. Lavorò anche alle opere di fortificazione in Aragona, specie a Saragozza e nelle valli dei Pirenei. Elaborò il progetto della cittadella di San Pedro in Jaca a schema pentagonale, comune nella seconda metà del 500 e perfezionò con due suoi allievi, Ambrogio Urbin e Girolamo de Soto, le difese della cittadella moresca di Aljaferia, usata come palazzo reale, che si voleva trasformare in sede del Tribunale della Inquisizione .
Tra il 1594-98 fu incaricato delle fortificazioni lungo il golfo di Biscaglia, che essendo assai articolato si prestava agli sbarchi nemici. Visitò Fuenterrabia e la Guipuzcoa, progettandone le difese ed affidandone l’esecuzione al de Soto.
Con il sostegno del duca di Lerma, per il quale aveva progettato una casa a Valladolid poi non realizzata, il 15 aprile del 1601 fu nominato “Ingeniero Major de los Reinos de España” acquisendo competenza su tutte le opere di fortificazione. In questa veste, alla vigilia dell’azione dell’Armada contro l’Inghilterra, pronunciò un discorso, il cui testo è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, nel quale esaminava gli elementi favorevoli alla Spagna, ma anche le potenzialità nemiche, indicando i luoghi dei probabili attacchi. Fu poi inviato nella valle del Guadalquivir per progettare strutture atte ad arginare i frequenti disordini della popolazione di origine moresca; scrisse, inoltre, un trattato sulla difesa di Siviglia dalle inondazioni del Guadalquivir.
Nel 1602 andò alle Baleari per perfezionarne le difese e l’anno seguente, recatosi a Cadice per il rafforzamento della cinta muraria, costruì mulini azionati dalle onde per cui aveva avuto il “privilegio d’invenzione” .
Nel 1605, come si evince da una lettera di Filippo III al Governatore del Brasile Diego Botelho, fu incaricato di studiare le difese di Salvador e di Recife. La sua presenza era così importante che nello stesso anno gli fu negato il congedo di alcuni mesi per tornare in Italia a rendere omaggio al Papa Paolo V, suo parente.
Tra i suoi meriti ci fu quello di aver formato Cristobal de Tojas, Leonardo Turriano, Geronimo Soto ed altri, grazie al suo insegnamento presso l’Accademia di matematica, fondata da Filippo II.

Della sua produzione resta solo una piccola parte; la sua raccolta di piante e di progetti di fortificazioni, elaborata su incarico del sovrano per il “Deposito topografico dei piani delle fortezze”, andò probabilmente dispersa durante la guerra di Successione.
Al di là dei rilievi relativi al Castello di San Pedro in Jaca e della Alijaferia di Saragozza, la sua opera più significativa giunta a noi resta la “Descripción de las Marinas de todo el Reino de Sicilia”, un manoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale di Madrid con il numero 788. Si compone di 101 fogli di mm.345 x 240, tranne i ff.19-20 e 22, che misurano mm 605 x 470 e 345 x 285.
Si tratta di un’opera redatta in parte in lingua italiana e in parte in Spagnolo, avviata probabilmente sotto Filippo II, come suggerisce lo scudo colorato sul frontespizio, e completata intorno al 1596 sotto Filippo III, cui è dedicata. Sintetiche le pagine in lingua spagnola, contenenti la dedica ed una descrizione delle peculiarità della Sicilia e delle sue difese, compilate forse in un secondo momento, quando già lo Spannocchi si trovava in Spagna; analitica la parte in Italiano, che esamina capillarmente le peculiarità e i sistemi di controllo dei diversi territori costieri. Lo spazio litoraneo siciliano, descritto nelle sue peculiarità morfologiche e produttive, viene percepito dallo Spannocchi come una frontiera unica da tutelare con un organico sistema difensivo, articolato sulle strutture esistenti e su altre da creare ove necessario.
Il manoscritto, oltre alla dedica al sovrano, comprende quattro capitoli relativi alla descrizione della Sicilia e delle sue risorse economiche; alle cause che hanno motivato l’indagine e ai risultati raggiunti; ai sistemi di controllo in atto e a quelli progettati e, infine, al costo dei materiali, ai pesi, alle misure e alle monete in uso in Sicilia. Segue poi una tavola sinottica in lingua spagnola che offre, per le singole marine, indicazioni sul carico demografico, sui limiti territoriali, sulla consistenza delle strutture difensive esistenti e delle milizie pubbliche e private poste a loro tutela e, infine, sui siti ove erigere nuove torri con i relativi costi.
Imponente l’apparato iconografico, volto ad illustrare al sovrano lontano le peculiarità del territorio costiero dell’isola di Sicilia, che per la sua posizione, si rivelava strategica nella lotta contro gli assalti barbareschi e per le sue risorse economiche andava difesa ad ogni costo. La prima tavola acquerellata (605 mm x 470 mm) riproduce l’intera Isola; è costruita con il Nord in alto ed ha una scala di riduzione di 50 miglia. Presenta molti elementi riconducibili alla cartografia nautica, dalle rose dei venti ai rombi che da esse si diramano, dalla attenzione riservata alla delineazione delle peculiarità della cimosa costiera (porti, approdi, foci fluviali) alla modestia delle indicazioni relative all’entroterra, limitate ai fatti geografici più significativi, ed infine ai toponimi inseriti perpendicolarmente alla linea di riva, sì da consentire di leggere la carta ruotandola. Seguono 60 rilievi acquerellati di grande suggestione ed elaborati con tecnica iconografica differente: per i centri urbani più importanti planimetrie redatte su un piano perpendicolare all’osservatore; per il profilo costiero semplici rilievi con le peculiarità morfologiche e vedute a volo d’uccello dei centri abitati. Sui vivagni, inoltre, 79 piccoli schizzi riproducono la sagoma delle torri e dei castelli esistenti lungo i litorali. Un apparato iconografico composito, dunque, che può essere considerato il primo atlante manoscritto della Sicilia.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Biblioteca Nazionale di Madrid, Ms 788
Biblioteca Nazionale di Madrid, Ms 2355, f.67, Muerte del Principe Emanuel Filiberto de Sabota, Virrey de Sicilia y principe de la Mar. Relacion de su entierro y honras .1624
Biblioteca Nazionale di Madrid, Ms 979, Discorso al Re Catt. Per l’impressa d’Inghilterra. Del Cavalier fra Tiburio Spannocchi.
Archivio Generale di Simancas, M.P. y D. XXXVIII-92
Archivio Generale di Simancas, Guerra Antigua, l.171,f.147.
Archivio Generale di Simancas, M.P.y D.V-85
Archivio Generale di Simancas,Mar y Tierra, l.597, año 1602.
Biblioteca Centrale Militare di Madrid, Collección Aparici, t.I,III, V,VI,VII,IX.

MOSQUERA DE FIGUEROA C.,Commentario en breve compendio de disciplina militar, en que se scrive la jornada de las islas de los Açores. En Madrid, año 1596, f.70-71.
Parecer que dio el Comendador Tiburio Spanoqui Cavallero del Abito de San Juan, ingeniero mayor de su Magestad y Gentilhombre de su Casa. A la muy noble y muy leal Ciudad de Sevilla, sobre los Reparos que convienen para la inundación del Rio Guadalquivir. Impreso en Se villa en Casa de Francisco Pérez. Año de 1604.
DELLA VALLE G., Lettere Sanesi del padre maestro, vol.III. Roma,1786, pp.395-396)
MAGGIOROTTI L.A., L’opera del genio italiano all’estero. Gli architetti militari. Vol.III. Roma, Libreria dello Stato, 1939.
DEL ARCO A., La ciudadela de Jaca. “Archivio Español de Arte”, 1945, pp.277-29
GARCIA MERCADAL J., Viajes de extranjeros por Espana y Portugal, vol.I. Madrid, 1952,p.1469.
CERVERA VERA L., El consunto palacial de la Villa de Lerma. Valencia, 1969, p.60
FERNANDEZ CANO V., Las defensas de Cadiz en la Edad Moderna. Sevilla, 1973
LLAGUNO E., Noticias de los arquitectos y arquitectura de Espana.,1977, tomo III, p.85-266
POLTO C., La Sicilia di Tiburzio Spannocchi. Una cartografia per la conoscenza e il dominio del territorio. Firenze, I.G.M., 2001.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Spagni, Giovanni Battista

Giovanni Battista Spagni
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Vissuto nel XVI secolo.

Produzione scientifica:
Negli anni 1587-88 il nome di Giovanni Battista appare nei cosiddetti “Recapiti alle Reformagioni” e viene indicato come perito agrimensore e “testimonio” di aver visto la pertica scolpita su una colonna nella Chiesa di S. Giovanni a Reggio della quale è data indicazione nello Statututo di Reggio ( tale pertica di sei braccia era utilizzata a Reggio e nel suo distretto). Apparve nel 1616 insieme al figlio Andrea nel volume “Misure e piante delle possessioni della Eredità ovvero Fabbrica detta la Girolda”. Da questo momento molti lavori furono effettuati insieme al figlio. Nello stesso anno infatti si incontrano come esecutori dei rilievi dei Beni della Casa della Carità.
E’ considerato valido tecnico cartografo, dedito prevalentemente alle rilevazioni delle proprietà private.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
ARTIOLI N., Mappe prediali reggiane del’600, in “Il Filugello”, n. 4, Reggio Emilia ,1968

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Maria Luisa Scarin

Spagni, Andrea

Andrea Spagni
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Vissuto nel XVII secolo.

Produzione scientifica:
Nel 1645 fece la rilevazione di un possesso della Confraternita di S. Rocco nei Borghi di S. Stefano. Dello stesso anno vi sono misurazioni e mappe di un “beneficio del Principe” a San marco.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
BIBLIOGRAFIA
ARTIOLI N., Mappe prediali reggiane del’600, in “Il Filugello”, n. 4, Reggio Emilia ,1968

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Maria Luisa Scarin