Mazzoni, Carlo Maria

Carlo Maria Mazzoni
N. Calcaferro 1720
M.

Relazioni di parentela: Carlo Maria Antonio di Giovanni di Carlo Mazzoni e di Innocenza di Giovanni di Nicola Bramanti nacque alle Mulina di Stazzema (oggi Provincia di Massa e Carrara), esattamente a Calcaferro, nel 1720 da una famiglia di origini piuttosto umili, che si era stabilita là intorno alla metà del XVII secolo, provenendo da Gombia nel Parmense, probabilmente per lavorare nelle vicine ferriere granducali. Il padre Giovanni (nato nel 1693) e il nonno Carlo (nato nel 1659) erano entrambi Stazzemesi, mentre il bisnonno Giovan Maria di Giovan Battista vi era immigrato intorno al 1630, sposando una donna del posto, certa Ippolita di Giovanni Gabbrielli. Carlo Maria fu battezzato nella Pieve di Stazzema il 20 aprile del 1720; non si conosce l’anno della morte (risalente probabilmente ai primissimi anni del XIX secolo) e le notizie sulla sua attività professionale arrivano fino al 1784. Ebbe due fratelli: Giovan Battista (minore di 2 anni) e Maria (minore di 5); e tre figli: Giovanni Nicola, anche lui ingegnere, Zoa e Aristodemo (Bramanti, 2001, pp. 92 e 98-102).
Le poche notizie biografiche che abbiamo sul Mazzoni derivano principalmente dai Commentari storici di Vincenzo Santini che lo definisce di livello assai superiore al contemporaneo e concittadino collega ingegnere Agostino Silicani (con il quale collaborò per una perizia sul fiume Seravezza nel 1769); ma soprattutto è stata utile l’attenta ricerca di Alessandro Bramanti, discendente del Mazzoni per linea materna.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Fin dal 1761-62 aveva il titolo di Accademico Fiorentino.
Non abbiamo notizie certe relative ad una sua permanenza all’estero, in Spagna o in Francia, e non sappiamo neanche se tale esperienza si riferisce a lui o al figlio Luigi; secondo il Bramanti, “la perizia dimostrata nelle prime carte conosciute non può che essere il frutto di una meditata e lunga preparazione presso validi insegnanti, magari all’estero” (2001, p. 100).
La prima testimonianza dell'attività del Mazzoni per conto dell'Uffizio dei Fiumi e Sciali è un progetto del 1761 per la regimazione e sistemazione del Fiume Vecchio, un canale che seguiva l’antico andamento del fiume Versilia attraversando la pianura Pietrasantina, per dirigersi poi verso Motrone (in ASCP, f. C.12, c. 1632).
Ebbe frequenti incarichi dal governo lorenese prima sotto Francesco Stefano e poi sotto il figlio Pietro Leopoldo.
Nel complesso, il Mazzoni può dirsi un personaggio che, pur ricoprendo importanti cariche e lavorando a progetti ufficiali, rimase un po' in ombra, anche se si può considerare a ragione uno dei migliori ingegneri e cartografi del pietrasantino. Notevoli erano infatti le sue capacità grafiche e la sua precisione nella tecnica cartografica, così come assai ricco è l'apparato documentario che accompagna spesso le rappresentazioni.
Tra il 1762 e il 1764 compilò la Pianta Corografica del Capitanato di Pietrasanta: si tratta di un esempio notevole di cartografia che, insieme all’altra analoga ‘totalizzante’ figura subregionale (del 1767, relativa alla Valtiberina e alla nuova carta dello stesso Capitanato di Pietrasanta del 1772), costituisce un esempio di qualità eccezionale nel panorama della cartografia coeva non riferibile al genio di Ferdinando Morozzi, per la qualità del prodotto (la carta si distingue anche per l'alto livello grafico-pittorico e ornamentale) e per la quantità dei contenuti non solo mineralogici, ma pure degli opifici e di tutte le emergenze paesistico-territoriali anche minime, come sedi umane, strade e corsi d’acqua con la relativa toponomastica.
Nonostante questo pregio, l’ingegnere dovette penare per ottenere dall’amministrazione granducale il rimborso delle spese sostenute – ben 400 scudi – per la costruzione della carta commissionatagli dalla Reggenza “in veduta di più progetti stati avanzati per l’apertura di nuove strade comunicative colla Lombardia, il prosciugamento delle campagne paludose, ecc., come anche di aprire uno sbocco e porto in mare”, tanto che nel 1766 viene definito da un onesto funzionario del compartimento delle finanze “ridotto in estrema miseria e pieno di debiti”. Solo allora il nuovo granduca, Pietro Leopoldo, ordinò di versargli “i 400 scudi per le sue fatiche, la pianta potendo sempre essere di qualche utile, e per ricompensarlo per il suo zelo” (ASF, Miscellanea di Finanze A, f. 116, c. 589) (Rombai, 1987, pp. 292-293).
Con motuproprio del 26 marzo 1766, l’ingegnere Mazzoni fu incaricato dal granduca Pietro Leopoldo di collaborare col barone Carlo Federigo d’Eder, primo ispettore delle miniere di Transilvania, che era stato inviato a “visitare e riconoscere le miniere del Granducato. Il successo maggiore della missione dell’ispettore fu quello della individuazione di un nuovo giacimento di rame nella montagna di Sasseto posta nella Contea di Montauto in Valtiberina, che Mazzoni cartografò nel 1767 con precisione in una grande rappresentazione della valle, la Pianta topografica della Val di Tevere in Toscana.
Lo stesso Mazzoni fu autore di altre figure tematiche inquadranti aree più esigue delle Alpi Apuane, come: la miniera di piombo e argento del Bottino, quella di cinabro di Levigliani, o del Monte di Solioni, quella di piombo e argento dello Zulfello e del canale dell’Angina presso Sant’Anna di Stazzema, e infine quella di piombo e zinco della Materrata e della Buca del Tedesco presso il Monte Corchia. Tutte queste cartografie si fanno apprezzare per la ricchezza dei contenuti topografici e per la chiarezza del disegno che denotano l’alto livello tecnico del Mazzoni.
Sempre in questo ambito, nei primi mesi del 1768 troviamo nuovamente il Mazzoni in Valtiberina, esattamente a Montauto, presso Anghiari, per verificare alcune operazioni minerarie intraprese un anno prima da alcuni minatori tedeschi diretti da Giovan Giorgio Lemon; in una sconsolata lettera indirizzata all’alto funzionario lorenese Schmidweiller, Carlo Maria chiedeva di poter rientrare a Pietrasanta, dal momento che ogni ricerca di siti minerari risultava inefficace (Bramanti, 2001, p. 101).
Diversi lavori di Carlo Maria sono riconducibili anche al settore idraulico e quindi alla sua attività presso l’Ufficio dei Fiumi e Fossi e presso la Magistratura di Acque e Strade di Pietrasanta: molte sono le carte prodotte dal Nostro relativamente al controllo e alla regimazione dei corsi fluviali, in particolare quelli del Capitanato di Pietrasanta. Fra queste ricordiamo: la Pianta del fiume Seravezza, del 1769, redatta in collaborazione con l'ingegnere Agostino Silicani.
Altro settore d'intervento fu quello della viabilità, soprattutto dal 1776, allorché passarono alle comunità (e quindi in questo caso all'Uffizio Fiumi e Sciali) le competenze in materia di costruzione e manutenzione delle strade.
Negli anni precedenti, dopo la parentesi “mineraria”, aveva partecipato ai lavori di rifacimento della strada della Marina che da Seravezza conduce al Forte dei Marmi (Bramanti, 2001, p. 101).
In data 23 marzo 1778 l'impegno del Mazzoni in questo settore è testimoniato da una relazione sui lavori di manutenzione da farsi alla Strada Regia che attraversava il Pietrasantino per due tratti; nel documento l'ingegnere – adempiendo a quanto stabilito dal Governo centrale in materia – analizzava la qualità e la quantità dei materiali occorrenti, il tempo necessario, le eventuali difficoltà e preventivava la spesa, dimostrando grande precisione e professionalità.
In generale, sappiamo che nel periodo compreso tra il 1776 e il 1783, collaborando anche con gli ingegneri Agostino Fortini e Francesco Pieraccini, diresse nuove operazioni alla strada di Marina, consistenti nell’inghiaiatura di ampi tratti, nella costruzione o ricostruzione di palizzate e di spallette, nel livellamento dei tratti più difficoltosi e nella realizzazione del nuovo ponte detto “della Barbiera”, con una spesa complessiva di oltre 11.000 lire (Bramanti, 2001, p. 101; si veda in ASF, Magona, f. 1478, c. 38).
A quanto sappiamo, l'ultimo lavoro del Mazzoni si inserisce proprio nel settore viario; si tratta infatti della compilazione del Campione delle Strade situate dentro il circondario di Pietrasanta e nei territori soggetti alla sua Comunità, disegnato nel 1783 (è conservato in ASCP). Lo stradario rappresenta, in 25 mappe, tutte le strade del Capitanato, nonché molti elementi significativi dei territori lambiti da esse (ovviamente ponti ma anche edifici soprattutto pubblici e religiosi, piazze, fonti, porte cittadine, e poi i principali riferimenti idrografici) e riporta (in una cornice interna al disegno) le descrizioni dei singoli tracciati; alcune pagine introduttive ci offrono poi un utile indice ed una descrizione generale del territorio. Alla carta 5 è raffigurata la Mappa della Città di Pietrasanta, con l'abitato dalla caratteristica forma di terranuova racchiusa entro il circuito murario (Boncompagni e Ulivieri, 2000, passim).
Non è datata ma porta la firma del Mazzoni (che si definisce "Ingegnere di S.A.R.") la Planimetria di Porto Pisano di Livorno, incisa (come si legge) in Via de' Cappuccini (in BNCF, Nuove Accessioni, VII, 15): si tratta di un interessantissimo esempio di tematismo geografico-storico, costruito mettendo a confronto rappresentazioni cartografiche del XV-XVI secolo per soddisfare curiosità erudite ed esigenze editoriali.
L’ultimo documento firmato dal Mazzoni che si conosce è la “pubblicazione” dello stradario, ossia il riconoscimento del valore pubblico, in data 8 agosto 1784 (Boncompagni e Ulivieri, 2000, p. 59)

Produzione di cartografia manoscritta:
Terra prativa e boschiva confinante con la fossa dell’Oncino, la via di Caranna e la “Via di S. Maria del Fiore”, 1753 (ASCP, Fondo cartografico, c. n. n.);
Pianta Corografica del Capitanato di Pietrasanta, 1762-1764 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 192);
Pianta topografica ed altimetrica minerale della Montagna Acuti e de’ suoi monti aggiacenti nel Capitanato di Pietrasanta, 1766 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 2/a, 2/b);
Pianta topografica ed altimetrica minerale della Montagna Gabbari e de’ suoi monti aggiacenti nel Capitanato di Pietrasanta, 1766 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 86/a);
Pianta topografica ed altimetrica minerale della Montagna di Corchia per alcuni monti a quelli aggiacenti nel Capitanato di Pietrasanta e nel Comune di Terrinca situati, 1766 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 86/b);
Pianta topografica ed altimetrica minerale della Montagna di Salioni per alcuni monti a quelli aggiacenti nel Capitanato di Pietrasanta in Comune di Livignani, 1766 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 188);
Rappresentazione di alcuni filoni di marmo di Seravezza, 1767 (ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi, 1979, fasc. 16), cinque disegni non firmati ma facilmente attribuibili;
Pianta topografica della Val di Tevere in Toscana, 1767 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 248);
Pianta del fiume Seravezza, 1769, insieme ad Agostino Silicani (ASCP, Fondo Cartografico. Acque e Strade, fasc. 3).
Mappa Topografica del Capitanato di Pietrasanta con l’indicazione dei Paesi, Ville e Comunità, dei Minerali e dei Marmi, 20 settembre 1766 (ASF, Piante dello Scrittorio delle Fortezze e Fabbriche, 366);
Planimetria di Porto Pisano di Livorno, s.d. (BNCF, Nuove Accessioni, VII, 15);
Campione delle Strade situate dentro il circondario di Pietrasanta, 1783 (ASCP, Stradario Mazzoni).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Santini, 1964, vol. 7, p. 384; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 59-60, 101-103, 150 e 176; Riparbelli, 1989, pp. 106-107; Azzari, 1990, passim; Vivoli, 1992, pp. 40-41; Rombai e Torchia, 1994, p. 148; Boncompagni e Ulivieri, 2000, passim; Bramanti, 2001, passim; Nepi, a cura di, 2003, pp. 33, 48 e 56-57; ASF, Magona; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Miscellanea di Finanze A; ASF, Piante dello Scrittorio delle Fortezze e Fabbriche; BNCF, Nuove Accessioni; ASCP, Fondo Cartografico. Acque e Strade.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci