Archivi categoria: Cartografi Terrestri Stranieri operanti in Liguria

De Pene, Louis

Louis De Pene
N. Marsiglia 20 aprile 1691
M. Perpignan 4 ottobre 1761

Relazioni di parentela: Famiglia provenzale originaria di Draguignan, stabilitasi a Marsiglia nel secolo XVII, che vantava un'antica nobiltà e molti avvocati, procuratori e ben sette inge­gneri del re, imparentata con altre famiglie di ingegneri (Bourcet, Polastre, Roger, Tardif ... ). Uno di questi (Charles de Pène, 1636-1701) costruì la carte delle coste marittime del Mediterraneo e fu nominato nel 1686 direttore della Galerie des Plans et reliefs del re; il fratello Pierre nel 1684 guidò le colonne francesi nell'at­tacco di Genova. Il nostro fa parte del ramo cadetto che godeva deI titolo di «Signore di Vaubonnet». Il figlio Claude-Louis (1720-1745), ingegnere volontario dal 1741, muore in servizio a Cuneo nel 1745.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:

Produzione scientifica:
Partecipò alla spedizione di Maiorca, e alla campagna cli Spagna fra il 1715 e il 1720. Cavaliere di San Luigi. Campagne d'Italia dal 173.3 al 1735 come sotto-brigadiere (Piz­zighettone, Milano, Novara). Campagna d'Italia dal 1744 al 1746 (Tortona, Genova).
Non si conoscono cane. Un Memorie sur le retranchement de campagne proposé a faire pour couvrir le faubourg de St. Pierre d'Arena, datata 14 giugno 1746 si con­serva in SHAT, Génie, Art. 14, Génes 1.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire dei Ingénieurs militaire 1671-1797, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
E. POLEGGI, Carte francesi e porti italiani nel Seicento, Genova, Sagep, 1991

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Montgran, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste De Montgran
N. Marsiglia 1698
M. Marsiglia 16 dicembre 1777

Relazioni di parentela: Membro di una famiglia nobile originaria di Vivarais, fissata a Marsiglia e Dunkerque nel XVIII secolo, che vantava lunghe tradizioni nel mestiere delle armi sia di mare che di terra.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Nato a Marsiglia verso la fine del 1698 da Noble Jean-Baptiste ecuyer, consigliere del re e commissario delle galere del re (cinque fratelli tutti militari). Morto a Marsiglia il 16 dicembre 1777.

Produzione scientifica:
Dopo aver partecipato alle campagne nei Paesi Bassi dal 1744 al 1746, partecipa alla spedizione di Genova nel 1747 prima di ritirarsi dall'attività nel 1748 con i titoli di cavaliere di San Luigi e di capitano riformato. La sua attività in Liguria in qualità di sottobrigadiere degli ingegneri sembra limitata all'assedio di Ventimi­glia. Infatti, secondo la testimonianza dell'ingegnere Vialis, giunto a Genova alla fine di giugno «non volle fare alcun servizio, per il fatto che il ministro non aveva voluto impiegarlo come sottobrigadiere» (SHAT, Génie, 15 S3).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des lngénieurs milìtaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.

Altro:

Rimandi ad altre schede: DE VIALIS, MOREL

Autore della scheda: Massimo Quaini



De la Naverre, Noble Pierre-Philibert (alias Navere)

Pierre-Philibert Noble
N.
M. 1774

Relazioni di parentela: Appartiene a una famiglia della borghesia parigina che dopo aver dato diversi uomini di legge, anche in seguito ad alleanze con gli ingegneri Grillot de Prédelys produce due ingegneri topografi che hanno lavorato in Italia anche in tempo di pace per stabilire i confini fra Francia e Piemonte e fra quest'ultimo e la Repubblica di Genova. Ha un figlio, Claude-François, che si forma alla scuola di Mezieres ( del quale non viene fatta la scheda per non aver avuto contatti con i cartografi liguri) e un fratello che si chiama François de La Naverre, sieur de Fleurigny (1689-1754). Partecipa alla campagna d'Italia del 1734-35 e alla delimitazione dei confini di Francia con lo stato sardo nel 1734-35. Succede al fratello anche nel­la mediazione per il trattato sui confini fra il Piemonte e la Repubblica di Genova.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, topografo

Biografia:
Nato probabilmente a Parigi nell'ultimo guano del secolo XVII. Muore nel 1747 nel corso della campagna d'Italia.

Produzione scientifica:
L'attività che più ci interessa è quella di topografo, nella quale eccelleva (come ri­sulta dalla sua scheda personale citata da A. Blanchard, Dictionnaire, s,v.), Per queste sue qualità, nel 1730, venne scelto dal re di Francia come arbitro nella demarcazione dei confini fra lo stato genovese e quello piemontese e a questo titolo venne in contatto con i cartografi italiani che si occuparono della vicenda: Francesco Gallo Matteo Vinzoni. Nelle filze della Giunta dei Confini dell'ASG esi­stono documenti interessami non soltanto sull'espletamento della missione, ma anche indizi di uno scambio di vedute, metodi e perfino di un manuale di inge­gneria dal topografo francese al Vinzoni.
La sua attività cartografica non è stara finora studiata. Della missione al confine fra Liguria e Piemonte, nell'area delle Viozene, si conserva nell'Archivio di Stato di Genova e quello di Torino la carta sottoscritta insieme a Francesco Gallo e Matteo inzoni:
Tipo della Viozena fatto dalli ùinfrascritti [ingegneri di S.M. il re di Sardegna e della Serenissima Repubblica di Genova con l'intervento dell'Ingegniere di S.M. Cristia­nissima, disegno a mano con colorazione all'acquarello di cm 129x81 sottoscritto da Pierre Delanaverre, Francesco Gallo) Matteo Vinzoni (ASG) Raccolta cartogra­fica, b. 20, n1. 1189). Altra copia in formato ridotto (cm 67x43) probabilmente fatta dal Vinzoni per uso personale e conservata nel suo archivio si trova oggi nella medesima Raccolta, b. 20) n. 1192.
Del fratello François de La Naverre, sieur de Fleuigny si conservano tre carte sem­pre controfirmate insieme a Francesco Gallo e Matteo Vinzoni:
- Tipo generale del Territorio di Rezzo con suoi confin i ... (b. 4, n. 180).
- Tipo generale del Territorio di Cosio, Mendatica e Monteogrosso ... (b. 5,214).
- Tipo della Lavina, Dominio di S. Maestà il Re di Sardegna e della Calderaia, Do­minio della Serenissima Repubblica di Genova.,. (b. 10, 621

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des lngénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
M. QUAINI, A A proposito di «scuole» e «influssi>>nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografi e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia Pat ria, 1987, II, pp. 783-802.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Matteo VInzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini



De La Blottiere, Francois

Francois de La Blottiere
N.
M. Montpellier 29 novembre 1739

Relazioni di parentela: Non si conosce nulla dell'origine e delle professioni della famiglia. Muore celibe.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Nato verso il 1673 e morto a Montpellier il 29 novembre 1739 all'età di circa 66 anni e ancora in attività,

Produzione scientifica:
Importante la sua attività in Italia nel 1733-34, in particolare negli assedi di Pizzighettone, Novara (dove è autore del piano d'attacco vittorioso) e Tortona. è considerato un «très remarquable topographe>> (Blanchard, l98l ): capacità che mette a profitto sia nel!a cartografia sia nelle memorie e reconnaissances. ln particolare si dedica si dedica alla conoscenza delle Alpi occidentali e dei Pirenei, sui quali lascia diverse carte e corposi mémoires conservati negli archivi francesi (in particolare nella Biblioteca dell'Ispezione del Genio di Parigi, nel fondo Memories et Reconnaissances del Depot de la Guerre (SHT, Vicennes) e anche presso la Bibliothè­que De Cessole - Musee Massena di Nizza).
Nei mesi di marzo-aprile 1736, a conclusione della campagna d'Italia ispeziona e descrive le montagne appenniniche e tutte le rispettive strade da Livorno al colle di Tenda, fornendo un modello descrittivo di straordinaria precisione intitolato Description des montagnes apenines, depuis le Mont Aventin jusqu'au Col de Ten­de, comme aussi des costes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice e contenuto nel ms. Memorie concernat les frontieres de Piémont et de Savoye, diffuso in diverse co­pie (copia anche al Museo .Massena di Nizza, Bibliothèque de Cessole).
Altre copie sono ricordate da M. de Lavis-Trafford nei suoi lavori sulla cartografia delle Alpi.
è anche autore del Project d'un systeme general de guerre en Lombardie, al quale era allegata una grande carta di 7x4 piedi (nel memoire conervato a Nizza; in altri ms. compaiono invece 10 carte. Non vi mancano osservazioni anche sulla Liguria e la Spezia. L'itinerario da Livorno a Nizza della Description des montagnes apenines (parzialmente pubblicato in Quini 1981) è completo da Detail de toutes les villes er principaux endroits qui se trouvent situez sur les bordes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice comme aussi les portes, golfes et rades, alle pp. 45-62 del memoire conservato a Nizza.
In conclusione, le sue conoscenze sulla Liguria, come anche sulla montagna alpina, appenninica e anche pirenaica, sono da considerarsi veramente eccezionali anche dal punto di vista storico-geografico, come indicato da Numa Broc.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLACHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, lmpr. Louis Jean, 1981.
N. BROC, Les montagnes au siecle des Lumieres: perception et rapresentation, Parigi, 1990.
P. PRESSENDA, Carte topografiche e memorie cartografiche. Un contributo alla storia della cartografia alpina, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
M. QUAINI, La conoscenza del territorio ligure fra medio evo ed età moderna, Genova, Sagep, 1981.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Donnadieu

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Cotte, Pierre-Paul

Pierre-Paul De Cotte
N.
M. Parma 1770

Relazioni di parentela: è probabilmente originario di una famiglia di Pezenas nella Linguadoca, aggregata alla nobiltà tra il XVII e il XVIII secolo e dedita al mestiere di ingegnere milita­re (Blanchard, 1981). Si può avanzate l'ipotesi che Pierre-Paul, non citato dalla Blanchard, facesse parte di un ramo cadetto della famiglia o fosse comunque imparentato con Bernard Cotte (1661-1714) e Barthélémy-Louis-Marie Dc Cotte (1756-1817), ambedue ingegneri. Né si sa se siano esistiti rapporti di parentela con il più celebre Robert de Cotte, architetto civile.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare e cartografo

Biografia:
Secondo l' Alizeri era noto ne! popolo con il soprannome di Colonnello Ricotta. La malignità sembra basata su una testimonianza di F.M. Accinelli, il quale accusa di «imperizia» e «scipitaggine>>Monsieur Decotté-[sic] «detto per ischcrzo Monsieur Recotto», aggiungendo che «l'affezione de' Genovesi a' forestieri è sempre stata cagione di rimarchevoli inconvenienti sì al publico che al privato» (Accinelli, 11, p. 25). F. Alizeri riferisce il soprannome ai maso: lavori <> (Alizeri, 1864, p. 93).

Non si conosce né il luogo né la precisa data di nascita (ma intorno all'anno 1714-5 .15). Da un prospetto della Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-6 (ASC, Foglietta, 1209) si ricava infatti che era di nazione francese, di anni 50 e con moglie a carico. Lavora per la Repubblica di Genova dal 1745 al 1765 e da questo anno alla morte per il Ducato di Parma. Muore a Parma nel 1770.

Produzione scientifica:
Dopo l'attività svolta fino al 1744 in Germania, dove risulta essere distaccato «dal serviggio di Francia», nel 1745-46 svolge per due mesi una missione a Serravalle Scrivia e poi per dieci mesi in Corsica, nei presidi di Calvi, Aiaccio, Bonifacio e Bastia (ASG, Foglietta, 377 e Senarega, 271).
Rientrato a Genova per le esigenze della guerra in corso, svolge fra il 1746 e il 1748, per conto del Magistrato di Guerra e altre magistrature, diversi incarichi a Savona, Genova, Portofino, la Spezia. Fra questi spiccano le missioni volte «a riconoscere le fortezze tutte della Riviera di Levante e della Riviera di Ponente» fi­no a Nizza, dimostrando sempre «prontezza e zelo indefesso» e meritandosi nel 1749 il titolo di Colonnello (ASG, Foglietta, 383).
Nel 1749 esegue a Savona la demolizione di 126 case del Borgo della marina, la ristrutturazione della Fortezza e la riapertura del porto <<totalmente chiuso ed impe­dito». Dall'insieme di questa prima fase di attività «sussiste che in tutte le occasio­ni di pubblico comando si è sempre impiegato con speciale atrenzìone, speditezza e disinteresse, avendo già egli prima d'ora formati i Piani delle fortezze di Terra­ferma ed anche delle piazze di Corsica con avere anche suggerito vari lavori [ ... ]» (ASG, Senarega, 271, 18 maggio 1753).
Dal 1749 al 1752 dirige a Genova i lavori della grande caserma dello Sperone progettata dal maresciallo Sicre. Nel 17.50 è a Gavi per riparare i danni causati dall'assedio.
Nel 1751 lavora alle fortificazioni del Golfo della Spezia e in particolare alla For­tezza di S. Maria.
Nel 1752 lavora a Sarzana per opere di arginamento del torrente Chiara.
Nel 1753, tenuto conto dell'indisposizione del maresciallo Sicre e della abilità dimostrata nelle <<incombenze proprie del suo istituto ma anche per altre straordinarie appoggiategli», gli viene portato lo stipendio a L 180 mensili (ASG, Senarega, 271). Nel 1754 viene incaricato della progettazione della strada carrozzabile Sestri Levan­te -Parma per il passo di Cento Croci (già assegnata a Matteo Vinzoni nel 1751) e l'anno seguente subisce in zona un attentato «a motivo di zelo dimostrato per il pubblico serviggio» onde viene invitato a trasferirsi sotto scorta da Varese a Sestri e quindi in Genova (Senarega, 277). Nel 1756 viene riconosciuto dal Magistrato di Corsica come «il solo che abbia cognizione del paese» corso (ASG, Senarega, 278) e lavora anche ad alcuni rilievi della Fortezza di Gavi (ASG, Foglietta, 1261).
Dal 1757 è nuovamente a Genova dove lavora soprattutto alle fortificazioni pro­gettando e realizzando il forte Diamante in virtù di un finanziamento di L. 50.000 di Giacomo Filippo Durazzo.
Nel 1758 ha modo di criticare l'operato del brigadiere Flobert a proposito del­le fonificazioni del Golfo di Vado (già soggetto a critica da parte di Matteo Vinzoni l'anno precedente). Si riparla anche dei lavori progettati alle fortificazione del Golfo della Spezia, già interrotti per mancanza di fondi. Nello stesso anno si denuncia l'assenza dell'ingegnere alle mostre o riviste che gli ufficiali sono tenuti a fare davanti ai Deputati del magistrato di Veditoria per le paghe delle truppe.
Nel 1760 viene incaricato di lavorare alle fortificazioni di Ovada, dovendo, per ragioni di salute, far cambiare aria alla consorte.
Nei primi mesi del 1761 è in Corsica insieme agli ingegneri Gustavo, Ferretto e Policardi (ASG, Senarega, 289).
Nel 1763 torna a lavorare alla strada per Parma, compiendo ricognizioni sui luoghi e presentando l'anno successivo un Piùlan géographique del tracciato da Fornovo al passo di Cento Croci, e, sempre con la collaborazione dell'ingegnere parmense Boldrini, anche del tracciato fino al mare, con relazioni e memorie conservate nell'Archivio di Stato di Parma (ASP, Strade, 77 /87-89) .
Nel marzo del 1765, dopo aver richiesto il congedo che gli viene concesso «con le consuete onorifiche lettere patenti» (ASG, Senarega, 298), passa al servizio del Ducato di Parma dove lavora fino al 1770, anno della sua morte. Il Benassi osser­va che il C, venne <<riformato senza pensione dalla Repubblica per accuse di negligenze, malversazioni ed errori nella costruzione dei forti della Bastia in Corsica» ma che, a riprova dell' insussistenza delle accuse, venne «raccomandato caldamen­te da Marcello Durazzo [ ... ] e quindi assunto al servizio ducale» con decreto del 28 maggio, con il titolo di ingegnere in capo, il grado <li colonnello di fanteria e paga mensile dì Lire 7.50 (Benassi, 1923). In realtà le accuse erano semplici voci che circolavano in Genova, dovute probabilmente più a risentimenti contro la famiglia Durazzo che lo proteggeva che i suoi effettivi demeriti (lo stesso inviato di Parma, che le raccolse, non sembra dar molto credito a tali voci), Curiosa l'accusa di essere troppo condiscendente nei confronti della moglie «la quale nelle sue spedizioni ha sempre desiderato di andare con il marito» (Forti, 1992 , p. 211).
La sua attività nello Stato parmense è indirizzata soprattutto alla definitiva delineazione della Strada di Genova (o di Centocroci) e alla stima dei terreni da espropriare, in collaborazione con gli ingegneri Regalia, Borell, Bresciani e di G.P. Sardi, assunto nello stesso anno 1765 e impegnato nell'opera di catastazione. Del­l' «apporto della nuova cultura ingegneristica francese filtrata a Parma, col de Corre, attraverso Genova>> (Zermani, 1881 ), rimangono tracce consistenti nell'Ar­chivio di Stato di Parma, in gran pane ancora da studiare.
Come per altri ingegneri liguri (Carbonara, Vinzoni e Brusco) è accertata anche una certa attività professionale, in particolare per la famiglia Durazzo, per la quale risulta aver progettato e diretto la costruzione del palazzo di Cornigliano, come risulta dal Catalogo della Biblioteca di Giacomo Filippo Durazzo in cui compare questa citazione: <> (Archivio Durazzo, Cataloghi, n. 20).
Muore a Bardi l' 11 agosto 1770. Con decreto del 28 agosto viene concessa alla moglie l'annua pensione di lire 3600. NeI ruolo di capo ingegnere gli succede il piacentino Gioseffo Porcelli, perito camerale (Benassi, 1923 e ASP, Strade, busta 1).

Carte e memorie

Nella Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova si conserva un buon numero dì piante su diversi luoghi della Repubblica e della Corsica in cui si dimostra buon topografo e sulle quali si veda il catalogo della stessa. Particolarmente interessami quelle relative alla progettazione della strada Sestri Levante - Parma. Diverse memorie sulle piazzeforti della Liguria e della Corsica si conservano in diversi fondi dell'ASG.
Nell'Archivio di Staro di Parma carte e memorie si conservano nel fondo Strade, fra cui la Relazione riguardante la Mappa per una strada carregiabile da Fornovo o Sala di Parma fino a Sestri levante di Genova portata a sua Eccel.za il Sig. D. Guglielmo du Tillot, redatta da G.B. Tamburini nel 1764, in cui si motiva la chiamata del de Cotte e si anticipa la sua perlustrazione sul tracciato nell'anno 1763 in virtù di una <> (Strade, 77/87-89). Nel fondo Ponti e Strade esistono co­pie dì varie memorie, per ultima quella di Giacomo Brusco in cui si discutono i progetti per superare sul versante genovese il monte di Ceentocroci dei capitani genovesi Ferretto e Gustavo e dell'ingegnere Porcelli di Parma.


Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F.M. 1750, ACCINELLl, Compendio delle storie di Genova dalla sua fondazione sino all'anno 1750, Lipsia, 1750, 2 voll.
F. ALZIERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla sua fondazione dell'Accademia, I, Genova, Sambolino, 1864.
U. Benassi, Guglielmo Du Tillot. Un ministro riformatore del secoloXVIII. Du Tillot ministro d'Azienda: l'economia, in Archivio Storico delle Province Parmensi, XXIII (1923), pp. 56-73.
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingenieurs militaries 1691-1791, Montpellier, Imp. Louis Jean, 1981.
F. BONORA, Il palazzo Durazzo Bombrini a Cornigliano, Genova, Sagep, 1991.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri militari a Genova alla metà del Settecento, in <>, II, 1986, pp. 107-115.
M. QUAINI, A proposito di <> e <> nella cartografia genovese del Settecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia e Patria, 1987, II, pp. 783-802.
M. QUAINI, Levanto nella storia, I, Genova, Compagnia dei Librai -Comune di Levanto, 1988.
L. ROSSI, Lo specchio del Golfo, Sarzana, Agorà, 2003.
P. ZERMANl, Rappresentazione e ingegneria del territorio negli Stati Parmensi sotto i primi Borboni, in <>, 19, 1981, pp. 37-49.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Giacomo Brusco; Policardi, Matteo Vinzoni.

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chabrier, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste Chabrier
N. Aigueperse 1 luglio 1769
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono per ora relazioni di parentela che possano far pensare a una dinastia. Nello stesso periodo è in attività come ingegnere geografo un altro Cha­brier di nome Auguste che viene spesso confuso col nostro ma non sembra avere nessun grado di parentela.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Aigueperse, dipartimento del Puy de Dòme il primo luglio 1769 da Joseph Chabrier e Gabrielle Raymond. La sua attività militare si chiude nel 1808 con le dimissioni dovute a una grave ferita. Muore dopo il 1840.

Produzione scientifica:
All'inizio del 1793 è inviato in Italia, dove «ho servito -dice -senza interruzione, in qualità di ufficiale del Genio, fino al primo nivoso a. 8» (22 dicembre 1800). Di stanza a Nizza è nominato dal generale Bonaparte aggiunto al cittadino Andreos­sy, diretwre <lei pomi dell'Artiglieria, ed è incaricato della strada di Nizza a Esa (Eze). Nella primavera del 1794, come aggiunto del Genio di prima classe, è incaricato di «levare trigonometricamente la carta della valle di Nizza» (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160, nota dei servizi svolti fino all'anno 10-11). Nell'anno se­guente si trova alla battaglia di Loano, dove è incaricato di fare il pian del campo di battaglia. Comandando il Genio a Loano, fa costruire sul Centa un ponte mobi­le di sua invenzione. Segue l'esercito a Peschiera e al blocco di Mantova e, dopo essere stato incaricato di vari lavori di fortificazione, riceve l'ordine di raggiungere l'Armèe de Rome.
A Roma nel marzo 1798 viene incaricato da Campredon (comandante generale del Genio) di fare la <<reconnaissance générale» dello Stato romano, particolar­mente delle sue frontiere meridionali, comprensiva di una memoria sulla boni­ficare delle paludi pontine approvata dall'Institut National. In seguito a questo lavoro viene chiamato allo stato maggiore del generale Championnet nel mo­mento in cui prende il comando dell'Armée de Naples. Questi, avendo apprezza­to le sue qualità lo promuove da capitano aggiunto del Genio a chef de Bataillon e gli attesta tutti i suoi meriti (in particolare per aver levato una «carta prezio­sa»). Dopo essere stato nominato capo di stato maggiore della divisione di Roma dal generale Macdonald e poi della divisione Lemoine dell'Armée d'ltalie, viene aggregato all'Armée des Alpes et d'Italie fino alla fine del 1799. Alla morte del generale torna a Parigi dove gli si assegna il comando degli Ingegneri geografi «attachés au Génie à l'Armée de reserve». Partecipa alla battaglia di Marengo. Il 24 giugno 1800 viene incaricato di fare la Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini voluta dal primo console ed estesa successivamente anche alla valle del Tanaro e fino alle sorgenti del Po. Il 2 no­vembre 1801 viene incaricato di levare trigonometricamente il campo di batta­glia di Marengo, operazione che lo occupa fino a novembre del 1802 quando gli viene ordinato di andare in Svizzera.
Sulla base di questo curriculum e come capo sezione degli Ingegneri geografi, con domanda del 27 dicembre 1802 chiede di essere confermato in un grado corri­spondente a·quello di capo di battaglione accordatogli dal generale Championnet per i servizi resi nell'Arméé di Napoli.
A questo punto terminano i suoi servizi in Italia essendo successivamente impie­gato in Germania al seguito del maresciallo Bernadette (dove rimane impelagato in una questione di matrimonio con la figlia del Bailli di Lavemburg). Nel 1807 presenta domanda di dimissioni dal corpo degli Ingegneri geografi per condizioni precarie di salute e di vista a causa delle fatiche della guerra e di una ferita che lo sfigurava. Non si hanno più notizie fino al 1832, quando, alla bella età di 63 anni, presenta al ministro della Guerra domanda <li essere riammesso in ser­vizio, offrendo le sue competenze e la sua grande esperienza e «facilitè à recon­naitre et à figurer le terrain propre aux opérations d'une armée en campagne et à rediger des rapporrs sur ce sujer. J'ai parcouru - dice - toute l'Iralie, fait des reconnaissances militaires dans l'Etat Romain et dans le Royaume de Naples qui ont facilité nos premières campagnes dans ces contrées; j'ai encore entre mes mains un pian très détaillé du littoral des Etats Romains depuis Orbitello er Por­to-I-fercole jusq'au delà de Terracina, et une Carte manuscrite de la frontière de ces Etats du còté de Naples avec indicadon des chemins et des positions milirai­res etc. Un séjour de 10 ans en Italie m'a procuré non seulement la connaissance du pays, mais encore celle du langage et des mceurs». La domanda non ebbe seguito, visto che nel 1840 presenta una domanda di integrazione della pensione di impiegato del Département de la Seine come riconoscimento dei servizi militari prestati, dice, dal 1788 al 1808 (SHAT, Dossiers Ingénieurs géographecs, X em 17_5, sub nome).

Carte

Della sua attività di topografo rimane nell'archivio militare di Vincennes una fit­ta corrispondenza con il direttore del Dépot in cui descrive i suoi lavori in ma­niera molto analitica. Le carte si conservano nello stesso archivio. Fra le sue pro­duzioni sembra prediligere la carta del campo di battaglia di Marengo, di cui scrive: «j'exécutai seul cette commission pénible, dans la saison la plus rigoureu­se, au milieu de l'hiver; je déterminai les longitudes et les latimdes et je recucillis tout ce qui avait rapport à l'histoire naturelle et à l'historique de ce pays célè­bre» (Dossier cit.).
A proposito di questa carta, in una lettera a Andreossy del 24/5/1802 scrive: «Le plan de la Bataille de Marengo qui a 18 decimètres de longueur sur 15 de hauteur est si détaillé qué je n'ai terminé qu'hier de mettre le trait à l'encre, pourtant j'ai constamment travaillé onze heure chaque jour [ ... ] j'ai près de 1200 noms à écri­re. J' ai toures les notes désirables sur Marengo et Ics environs, je les rédigerai à Paris>, (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160).
La documentazione prodotta nel corso e dopo la sospensione della «Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini» sono raccolti nell'archivio del Dépòt e si compongono di tre rapporti che sono solo un riassunto «cles notes nombreuses que j'ai recueillies sur la topographie militare et l'histoire naturelle des Apennins». Quanto alla carta, secondo un inventario coe­vo, si compone di 7 fogli dedicati allo Stato piacentino, due fogli che comprendo­no l'Appennino ligure e piemontese nell'area di feudi imperiali e le sorgenti della Trebbia e dell'i\veto, della Srnifora e del Curone, della Vobbia e della Scrivia e due fogli che riguardano il Milanese.
Nell'archivio cartografico del Dépot, sotto la collocazione M 13 B I 83 si trova la Carte des /fiefs Imperiaux in 5 fogli alla scala <li 1 :42.000, non tutti ugualmente rifiniti essendo stata sospesa. Sotto la colloc. M13 B I 82 sono raccolti diversi materiali per servire alla medesima carta, interessanti anche per capire le varie fasi del lavoro.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-1831, Paris, 2 voll., lmpr. du Service Géographique, 1902.
V. PANSINI, Un'operazione di cartografia e statistica 1801-1810, tesi di laurea in Storia Moderna, Università di Genova, 1994-95.
M. QUAlNI, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere geografo nelle periferie dell'impero napoleonico, in Quaderni storici XXX, 1995, pp. 679-696.
M. QUAIN - G. FERRERO, li contributo degli ingegneri geografi alla conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. il caso della Val Trebbia da Matteo Vinzoni a Jean-Baptiste Chabrier, in G. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746. Una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, 1998, II, pp. 489-504.
V. VALERIO, Società, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, Istituto Geografico Militare, .1993.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Brossier, Simon-Pierre

Simon-Pierre Brossier
N. Versailles 9 gennaio 1756
M. Parigi 5 aprile 1832

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo, direttore del Bureau topografico di Milano per tutta l'età napoleonica.

Biografia:

Produzione scientifica:
L'attività che concerne l'Italia ha inizio dopo che nel 1794 viene assegnato al gabi­netto topografico del Comitato di salute pubblica e da questo importante centro di informazione, voluto da Carnot, nel 1796 viene inviato in Piemonte come commissario del governo nella delimitazione del confine fra la Francia e gli Stati del re di Sardegna. In questa occasione ha modo di conoscere e apprezzare i topografi piemontesi con alcuni dei quali si troverà in seguito a collaborare.
Aggiunto allo staro maggiore dell'Armèe des Alpes dal luglio del 1799, viene inca­ricato nel 1800 delle reconnaissances in Savoia necessarie per decidere il passaggio dell'esercito guidato dal Bonaparte. Con il grado di colonnello partecipa alla campagna, assistendo all'assedio di Bard, al passaggio del Ticino e alla battaglia di Ma­rengo, Per i meriti acquisiti ottiene il grado di aiutante generale e la nomina a capo del Bureau topografico dell'Armée d'Italie. Sciolto questo ufficio, viene incaricato di costituire a Milano il Bureau della Repubblica Italiana incaricato di confezionare subito la Carta tra l'Adda e l'Adige, che successivamente fu ampliata alla Carta tra l'Adige e il Piave e tra il Piave e l'Isonzo (per non dire di altre operazioni compiute nel Polesine e in Dalmazia).
Da questo momento Brossier diventa il principale referente del Depot de la Guerre in Italia e il coordinatore delle principali operazioni topografiche, anche se non sempre felicemente a causa del suo carattere accentratore e insofferente di chiun­que potesse fargli ombra agli occhi di Napoleone. Non furono facili i suoi rappor­ti con gli ufficiali del Genio operami in Italia, in particolare con J.B. Chabrier, con gli astronomi di Brera e con il governatore italiano, infine anche con J.F.M. de Martinel, incaricato della Carta dei campi di battaglia. Malgrado ciò, continuò ad avere la fiducia del ministro della Guerra e di Napoleone e rimase in Italia fino al 1814.
Abile nell'organizzazione, pretendeva di essere quotidianamente informato dagli ufficiali topografi che lavoravano con lui. La mole cli documentazione prodotta dal suo ufficio e conservata al Depot de la Guerre (SHAT dì Vincennes) ci con­sente così di ricostruire nei minimi dettagli tutte le operazioni svolte sotto la sua direzione.
Durante la Restaurazione venne ancora impiegato nella demarcazione delle frontiere del nord della Francia, ottenendo nel 1817 la nomina di maresciallo di campo insieme al pensionamento.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
V. ADAMI, Gli studi topografici in Lombardia negli ultimi anni del secolo XVIII e nei primi del secolo XIX, in «L'Universo», IV, 1923, n. 3-4.
COL. BERTHAUT, Les Ingénieurs géographes militaires 1624-1831, 2 voli., Paris, Impr. du Service Géographique, 1902.
M. SIGNORI, L'attività cartografica del Deposito della guerra e del corpo degli ingegneri topografi nella Repubblica e nel Regno d'Italia, in Cartografia e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure Storia Patria, II, 1987, pp. 495-.525.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Chabrier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Clerc, Pierre-Antoine

Pierre-Antoine Clerc
N. Nantua, Département de l’Ain (Bresse) 8 novembre 1770
M. Metz 18 luglio 1843

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Militare, professore di disegno e di topografia, cartografo

Biografia:
Nato a Nantua, Département de l’Ain (Bresse), l’8 novembre 1770; morto a Metz il 18 luglio 1843.
Attivo nell’attività topografica e cartografica dal 1793 al 1829 in Francia, Italia, Germania.

Produzione scientifica:
Scritti inediti di metodologia della topografia:

Exposé de la méthode de lever et de niveler suivie par la brigade topographique du dépôt des fortifications, 1819, MS conservato in SHAT, Bibliothèque, Manuscrits, 787 (31 fogli e 15 tavole).
Exposé sommaire de la méthode de lever suivie par la Brigade topographique, et observations sur les avantages que cette méthode présente, en reponse à celles transmises par le Comité des fortifications en date du 9 mai 1820, 1820, MS conservato in MPR, Conservation, Carton 15, Brigade topographique I, Art. IX, Chemise 1809-1820.

Opere edite:
CLERC, P.-A., Cours élémentaire de la pratique des levers topographiques, Metz, Verronnais, 1838.

Carte e disegni relativi alla missione in Liguria (1809-1811):
Clerc eseguì personalmente il rilievo del sito da fortificare che doveva servirgli a dimostrare i vantaggi del metodo delle curve di livello per la rappresentazione del rilievo (BARDIN).
I risultati delle operazioni sono rappresentati dalla prima carta a curve di livello di un territorio sufficientemente vasto della storia della cartografia.
La carta era finalizzata alla realizzazione del grande plastico per il quale furono eseguiti numerosi schizzi e disegni (vedute, morfologia costiera, dettagli della struttura geologica, piante degli insediamenti e alzate dei singoli edifici, militari e civili) in parte di sua mano, in parte di altri componenti della brigata.

Carte nivelée par courbes horizontales. Presqu’ile de Castellana et Porto-Venere dans le Golfe de la Spezzia levée pour servir à l’exécution de la Carte-Relief ordonnée par Sa Majesté [1812], un foglio, cm 91,5x94, scala 1:5000, disegno a penna acquarellato. Conservata in MPR, Conservation, inv. 772. Art. IV, E, Carton 4.

Carte-relief La Spezia, scala 1:1000, m 7,53x4,04, colorato e non decorato, costruito nel 1811, restaurato nel 1920, conservato in MPR, immagazzinato.

Carte-relief La Spezia (parte del precedente), scala 1:1000, m 2,58x1,58, colorato e decorato, conservato in MPR, immagazzinato.

Vedute, piante, alzate, 1809-181, conservati in MPR, Conservation, Art. IV, E, Carton 4, Cahiers de développement de La Spezia, nn. 170, 180-186.

Pietro Antonio Clerc, Tavole Topografiche del Golfo della Spezia 1808-1811 Raccolte da G. Capellini. Tre album di disegni b/n e acquarellati (56, 81 e 95 tavole) conservate nella Biblioteca Civica “Ubaldo Mazzini” della Spezia. La datazione 1808 è errata.

Canevas de 18 Bandes du Lever nivelé du bord et des iles du Golfe de la Spezzia exécuté en 1809 1810 et 1811 par la Brigade Toopographique, sous les Ordres du Chef de Battaillon du Génie Clerc. Pour copie conforme à la minute conservée au Dépôt des fortifications. Paris le 26 Octobre 1858. Disegno a penna nero, il costruito rappresentato in rosso, quadro di unione e 18 fogli (bandes) formati di 47 tavolette di cinque decimetri di lato, doppia firma (di Clerc e del copiatore Noché), senza scala (ma 1:1000), Conservata in Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma (ISCAG), SPLIG FT/B 4052 (quadro di unione) e FT 64/B 4039-4050; FT 64/A 4033-4036. Non sono ancora catalogati il foglio delle isole Tino e Tinetto e quello di Porto Venere. Ogni foglio è in doppia copia.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:
- Service Historique de l’Armée de Terre di Vincennes (SHAT), 3Yf, Dossier Clerc; 2Ye, Dossier Clerc.
- Musée des Plans-relief di Parigi (MPR), Conservation, Carton 15, Brigade topographique I, Art. IX (1809-1889), Chemise I (1809-1820); Chemise II (1820-1847).
- Institut Géographique National di Parigi (IGN), Cartothèque, Chemises 181-185.
- Biblioteca Civica “Ubaldo Mazzini” della Spezia, Pietro Antonio Clerc, Tavole Topografiche del Golfo della Spezia 1808-1811 Raccolte da G. Capellini (la datazione 1808 è errata): tre album di disegni b/n e acquarellati (rispettivamente di 56, 81 e 95 tavole).

Bibliografia:
BARDIN, Notice biographique sur le Lieutenant-Colonel du Génie Clerc. Nécrologie, Estratto da «Annuaire du département de la Moselle», Imprimerie de Verronnais, Metz, 1844, pp. 1-9.
Procés-verbal des Conférences de la Commission chargée par les différens services publics intéressés à la perfection de la topographie, de simplifier et de rendre uniformes les signes et les conventions en usage dans les cartes, les plans et les dessins topographiques, in «Mémorial topographiqe et militaire», 5, IIIe trimestre, an XI, pp. 1-64.
PROST, P., Les forteresses de l’Empire. Fortifications, villes de guerre et arsenaux napoléoniens, Paris, Editions du Moniteur, 1991, pp. 128-129.
QUAINI, M., Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.
QUAINI, M., Le forme della Terra, in «Rassegna», IX, 32/4, dicembre 1987, pp. 63-73.
ROSSI, L., Dalla profondità all’altitudine. Luoghi, autori e tecniche nella nascita della cartografia a curve di livello, Seminario di Studi “Professione Cartografo. Apporti locali e intrecci internazionali dall’osservatorio ligure”, Genova 22 giugno 2006 (Genova, Brigati), in stampa.
ROSSI, L., Lo specchio del Golfo. Paesaggio e anima della provincia spezzina, La Spezia, Agorà Edizioni, 2003.
ROSSI, L., Pierre-Antoine Clerc (1770-1843): biografia di un cartografo napoleonico, Seminario di studi “Storie di cartografi, storia della cartografia: la biografia nella ricerca geografica”, Torino 8-9 giugno 2006 (Alessandria, Edizioni dell’Orso), in stampa.
ROSSI, L., Un episodio rilevante nella storia della cartografia della montagna: la missione dei topografi francesi nel Moncenisio (1812-13), Convegno di Studi “La Montagna attraversata: pellegrini, soldati e mercanti”, Bard, 16-17 settembre 2006 (in preparazione).

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brigata topografica

Autore della scheda: Luisa Rossi

De Martinel, Joseph-Francois-Mariee

Joseph-Francois-Mariee De Martinel
N. Aix-les-Bains 23 ottobre 1763
M. Lione 8 aprile 1829

Relazioni di parentela: Della famiglia (di nobiltà savoiarda) non conosciamo altri rappresentanti che si siano illustrati nella cartografia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ufficiale di stato maggiore, cartografo e pittore.

Biografia:
Nasce a Aix-les-Bains il 23 ottobre 1763 da Jacques Melchior de Martinel e Josèphe Marie de Carpinel.
Muore a Lione l’8 aprile 1829 e viene inumato nel cimitero di Loyasse dopo esequie celebrate nella chiesa di S. Francesco di Sales.

Produzione scientifica:
I principali passaggi della sua carriera militare sono i seguenti:
sottotenente dal 19 giugno 1781, diventa tenente del corpo dei pionieri il 3 febbraio 1793 e con questo grado inizia la campagna contro i francesi, ottenendo nel febbraio del 1794 il grado di capitano dello stato-maggiore. Con questo grado svolge le funzioni di aiutante di campo del governatore della piazza di Cuneo e nel 1796 quella di quartier mastro generale della divisione Stura.
La sua ammissione al servizio della Francia avviene nel dicembre 1798 su proposta dell’adjudant general Cesar Berthier, dopo aver fatto per un anno parte dell’Ufficio topografico di Torino. A questo periodo sono legate le sue prime produzioni cartografiche delle quali si dirà più avanti. A riguardo del periodo francese occorre dire che il suo operato era molto apprezzato anche nel vivo della guerra, tanto che Sanson, nel 1805, lo volle con sé nello stato maggiore della Grande Armée in occasione della campagna contro l’Austria. Malgrado tutte queste qualità, la sua carriera non fu facile e certamente dovette scontare tanto la diffidenza generata dal precedente servizio, quanto la franchezza del suo carattere e la gelosia manifestata da Brossier in seguito all’incarico di dirigere la Carta dei campi di battaglia che costituì la sua principale opera di topografo in Italia. La diffidenza politica arrivò al punto che il Direttorio, malgrado la sua appartenenza all’esercito francese, lo considerò “emigrato” e mise all’asta i suoi beni. Solo l’intervento del Bonaparte valse a restituirgli i beni. I suoi avanzamenti e servizi sono così riassumibili:
nell’aprile del 1799 riceve l’ordine di unirsi, in qualità di aggiunto, allo stato maggiore dell’Armée d’Italie. Nominato capo di battaglione a titolo provvisorio dal generale Moreau nel giugno 1799, serve allo stato-maggiore della divisione Richepance. Nel marzo 1802 è incaricato da Brossier di dirigere la levata della carta tra l’Adige e l’Adda e ottiene la conferma del grado di capo di battaglione. Attaché al Dépôt général de la Guerre di Parigi, nell’aprile del 1803 gli viene assegnata la direzione della sezione topografica incaricata di levare la “Carta dei campi di battaglia”. Interrompe questo lavoro nel settembre del 1805 per partecipare alla campagna contro l’Austria, in qualità di aggiunto al generale Sanson incaricato della direzione del servizio topografico della Grande Armée. Confermato nel grado di “Chef d’escadron ingénieur géographe” nel novembre del 1808, dopo aver servito come direttore del bureau topographique dell’Armée du Nord è impiegato al Dépôt général de la Guerre a Parigi dal primo gennaio 1811 e poi distaccato in Italia nel periodo 1811-1814.
Messo a riposo nella prima Restaurazione viene richiamato nei Cento Giorni e partecipa a diverse operazioni militari con il maresciallo Suchet e i generali Berthezène, Valence e Bonnamy in diversi punti del territorio francese. Finita l’avventura napoleonica, il 15 novembre 1815 viene messo definitivamente a riposo con una pensione di 2400 franchi.

Al biennio 1797-98, quando entra a far parte dell’Ufficio topografico di Torino, Martinel riferisce la sua prima produzione cartografica, ricordando di aver inciso “quelques cartes pour expliquer mes idées sur une route tracée dans les montagnes du Piémont dans la guerre précédente” (SHAT, X em, 146). Queste prime opere, che peraltro devono essere ancora rintracciate, non sono le uniche del periodo di transizione verso il servizio francese. E’ lo stesso Martinel a elencare le opere fatte «avant mon admission à l’Armée française: une carte militaire depuis le Viso au Col de Tende; une carte militaire et historique de tous les faits qui ont eu lieu dans la Vallée de Vraita dans le deux dernières guerres; […] et les mémoires qui se trouvent dans le recueils de ces faits par les officiers de l’Etat-major en Piémont qui ont été portés a Paris avec les autre papiers de la Topographie; enfin depuis que je suis à l’Armée française la reconnaissance de la ligne de Vintimille; celle des sources du Pesio et de la Vermegnana en Piémont; celle d’un partie du Padouan».
Martinel chiude questo periodo della sua vita con una significativa considerazione: «Il est peu d’hommes aimant son pays qui, en reportant ce qu’il a fait pour sa patrie, n’éprouve le regret de ne pas en avoir fait assez: c’est celui dont je suis pénétré» (SHAT, X em, 146).
La sua più nota e rilevante attività cartografica è legata alle due maggiori operazioni topografiche del Dépot de la Guerre in Italia:
- la Carta tra l’Adige e l’Adda che dirige insieme a Brossier fino a quando viene incaricato della direzione della
- Carta dei campi di battaglia, nella quale collabora con Bagetti per le vedute di battaglia, con Brambilla, Bentabole, Castellino, Simondi e più tardi Schouany per le levate topografiche. E’ probabile che questo lavoro gli sia stato affidato in base alle sue competenze non solo topografiche ma anche artistiche. Di fatto riesce a indirizzare con maestria sia il lavoro di Bagetti sia quello dei topografi rivolto a costruire una carta del Piemonte e della Liguria, teatro delle grandi battaglie napoleoniche, alla scala 1:50000 da rilievi al 10000 e 20000. L’operazione non venne conclusa per le ragioni che sono illustrate da Berthaut. Ne rimangono diversi fogli, conservati sia nell’archivio del Dépôt général de la Guerre, sia nell’Archivio di Stato di Torino, che denotano l’alto livello raggiunto dai topografi franco-piemontesi.
Si conservano anche diversi mémoires storico-statistici sui vari comuni dell’area, frutto di inchieste analitiche svolte dagli stessi topografi e di recente studiate da Valeria Pansini. La fitta corrispondenza con il Dépôt e fra i topografi e i materiali (appunti, abbozzi, disegni) dell’archivio personale di Schouany (sparso fra i faldoni del Dépôt) fa di questa operazione un interessante laboratorio ricostruibile in tutti i dettagli e problemi.
La stessa sorte subisce la Carta tra l’Adige e l’Adda, poi diventata Carta della Repubblica italiana, della quale Martinel, prima del suo passaggio alla Carta dei Campi di battaglia, aveva collaborato a levare circa 8 fogli e a fare i necessari lavori trigonometrici.
Quanto alla passione per la pittura di paesaggio, si conosce un suo olio del 1787 intitolato Le Passage des Echelles, che è stato esposto alla mostra “Le paysage et la question du sublime”, tenutasi a Valence nei mesi di ottobre e novembre 1997.
Nel catalogo della mostra si legge un giudizio complessivo molto significativo su questo uomo di frontiera: “Martinel est l’homme des frontières: frontière historique (entre le XVIII e le XIX siècle), politique (entre monarchie, république et empire), culturelle et sociale (aristocrate mais républicain, militaire et artiste). Il fut pris dans toutes les tourmentes de son temps […]. Frontière professionnelle aussi: ce militaire ne fut ‘ni géographe, ni topographe, ni artiste’ mais à la conjonction de tout cela. Frontière géographique enfin: savoyard de naissance, sujet du roi de Sardaigne puis considéré pendant longtemps comme un émigré, dans ce no man’s land des nationalités, avant d’etre, bien tardivement, naturalisé français».

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Col. Berthaut, Les Ingénieurs géographes militaires, 1624-1831, Paris, 1902, vol. I e II.
D. e B. Quintin, Dictionnaire des Colonels de Napoleon, Paris. 1996, p. 585.
M. Carassi, Bagetti e la rappresentazione dei campi di battaglia napoleonici in Piemonte secondo il rapporto di un ufficiale al generale Menou, in «Studi Piemontesi», VII, fasc. 2 ( nov. 1978).
M. Quaini, Appunti per una archeologia del “colpo d’occhio”. Medici, soldati e pittori alle origini dell’osservazione sul terreno in Liguria, in L. Coveri e Diego Moreno (a cura di), Studi di etnografia e dialettologia ligure in memoria di Hugo Plomteux, Genova, Sagep, 1983.
M. Quaini, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in Id. (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.
M. Quaini, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell’ingegnere cartografo nelle periferie dell’impero napoleonico, in “Quaderni Storici”, n. 90 (dic. 1995).
V. Pansini, Un’operazione di cartografia e statistica 1801-1810, Tesi di laurea in Storia moderna, Università di Genova, 1994-95.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Chauchard

Autore della scheda: Massimo Quaini

Schouany, Rodolphe

Rodolphe Schouany
N. Choisy (Département de la Seine) 30 luglio 1759
M. Parigi 3 ottobre 1809

Relazioni di parentela: Non risultano.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo.

Biografia:
Nasce a Choisy (Département de la Seine) il 30 luglio 1759 da Jacques Schouany «suisse des appartemens du Roy en son chateau de Choisy» e da Marie Catherine Mourry.
Muore il 13 ottobre 1809 a Parigi.

Produzione scientifica:
Conclusa la formazione teorica e pratica – quella in “guerra viva” avviene soprattutto in Italia con il Bonaparte – riesce a mettersi in buona luce nel biennio 1796-98 tanto da essere scelto per la Spedizione d’Egitto. Nell’Armée d’Orient rimane fino al rientro a Parigi con la Divisione del generale Belliard (avvenuto il 19 termidoro anno 99) e fa una rapida carriera diventando prima chef de Bataillon e poi “chef d’escadron attaché a l’Etat major général”. Viene allora impiegato al Dépôt fino al marzo del 1803 quando gli viene ordinato di raggiungere il Bureau topografico della Carta della Baviera in qualità di Capo sezione. Vi rimane fino alla fine di febbraio del 1805, quando viene inviato in Piemonte e aggregato al Bureau topografico della Carta dei campi di battaglia in vista della partenza di Castellino e soprattutto di Martinel per la Germania. Vi lavora fino all’aprile del 1809, quando viene richiamato al Bureau topografico dell’Armée d’Allemagne fino alla morte, avvenuta a quanto dice la vedova in seguito a “une santé delabré par une suite non interrompue de services depuis le commencement de la guerre et surtout en Egypte” (SHAT, Xem 176, Schouany).
Schouany muore dunque a 50 anni dopo aver fatto 8 anni di campagne di guerra e 6 anni di campagne topografiche: 2 in Baviera e 4 in Italia. Le campagne d’Egitto sono effettivamente le più dure. Dall’analitico Etat des Reconnaissances Militaires faites en Egypte (SHAT, Xem 176) emerge che Schouany lavorò, in condizioni difficili sia per gli attacchi degli arabi sia per la mancanza di strumentazione adeguata, tanto nel Basso quanto nell’Alto Egitto, essenzialmente per le esigenze dell’esercito e solo in parte per fini conoscitivi, come invece nella provincia di Tebe dove ai rilevamenti fatti con una piccola bussola da tasca allegò un mémoire sul paesaggio agrario e la rete dei canali.
Molto materiale di questi rilevamenti si è conservate nei faldoni del Dépôt de la Guerre e solo in minima parte è stato finora studiato (Quaini, 1995).
Altrettanto materiale – corrispondenza, disegni, appunti – si è conservato a riguardo dell’attività per la Carta dei campi di battaglia, solo in parte studiata da Quaini e Pansini. A questi lavori si rimanda per una prima informazione sull’operazione e sul cartografo che ebbe l’ingrato compito di portare a termine un lavoro, che per la molteplicità delle sue direzioni e la varietà delle sollecitazioni a cui dovette sottostare e malgrado le quattro campagne annuali e la perizia degli operatori, rimase incompiuto e finì per avere più che altro un significato di sperimentazione. Per sottolinearne i travagli Martinel definì l’intera operazione una grande “romanzo topografico”.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Col. Berthaut, Les Ingénieurs géographes militaires, 1624-1831, Paris 1902, vol. I .
M. Quaini, Appunti per una archeologia del “colpo d’occhio”. Medici, soldati e pittori alle origini dell’osservazione sul terreno in Liguria, in L. Coveri e Diego Moreno (a cura di), Studi di etnografia e dialettologia ligure in memoria di Hugo Plomteux, Genova, Sagep, 1983.
M. Quaini, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in Id. (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.
M. Quaini, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell’ingegnere cartografo nelle periferie dell’impero napoleonico, in “Quaderni Storici”, n. 90 (dic. 1995).
V. Pansini, Un’operazione di cartografia e statistica 1801-1810, Tesi di laurea in Storia moderna, Università di Genova, 1994-95.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier, Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini