Dati, Gregorio

Gregorio Dati
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Dati Gregorio e Dati Leonardo, fratelli fiorentini, figli del mercante di seta Stagio, o Anastasio, l’uno mercante come il padre, l’altro frate domenicano.
Gregorio (1362-1435) viaggiò molto fra la Toscana e la Catalogna, sia per mare che per terra, e ricoprì numerose importanti cariche cittadine. Scrisse un Libro segreto, memorie di casa e di bottega che vanno dal 1388 al 1434, e una Istoria di Firenze in otto libri, dalle origini alla guerra con il Papa del 1387, oltre a un nono libro che tratta delle magistrature fiorentine.
Ad entrambi i fratelli viene attribuito il celebre poemetto geografico in volgare La sfera, composto sicuramente intorno al 1422. “Di natura didascalica, per certi versi simile al Trésor di Brunetto Latini, e al Dittamondo di Fazio degli Uberti, la Sfera compendia le dottrine cosmologiche, astronomiche, astrologiche e geografiche – ancora tutte nella tradizione medievale – diffuse in ambito fiorentino a cavallo dei due secoli. Essa godette di notevole fortuna in tutto il XV secolo, come testimoniano le oltre centocinquanta copie manoscritte attualmente note agli studiosi: fortuna che venne confermata nelle edizioni a stampa, ben diciotto fra il 1470 e il 1543” (Gentile, 1992, scheda n. 35). Ancora più incerta l’attribuzione del ricco apparato illustrativo, sia di tipo astronomico che geografico, presente in molti dei manoscritti, che comprende anche un mappamondo del tipo cosiddetto di transizione.
A favore dell’attribuzione al maggiore dei due fratelli, il mercante Gregorio/Goro, giocano i riferimenti nei manoscritti e una cultura nautica che si ritrova anche nella cartografia. E’ questa la tesi sostenuta quasi sempre dalla critica, anche dalla più recente (Segatto, 1983; Bertolini, 1988; e Gentile, 1992).
L’attribuzione al monaco Leonardo, sostenuta fra l’altro da Paolo Viti nel DBI, si fonda tanto sui contenuti morali che su quelli “scientifici” dell’opera, che presupporrebbero una formazione culturale superiore a quella del mercante. E’ stata avanzata anche la tesi di una collaborazione fra i due fratelli, della quale però non c’è alcuna prova.
“Solo da una recensione completa dei testimoni (che non dovrebbe neppure escludere lo studio dei disegni che accompagnano quasi sempre il testo manoscritto) potrebbero forse venire indicazioni più precise” (Viti, 1975, p. 43, corsivo nostro).
La seconda parte del testo (terzo e quarto libro), che ha un contenuto geografico e descrittivo, si occupa della navigazione, dell’uso degli strumenti e delle carte nautiche, alle quali si ispira in definitiva il corredo iconografico. Sotto questo punto di vista, la cultura e l’esperienza del mercante Gregorio/Goro sembrano più che adeguate per giustificarne la paternità dell’opera, rispetto alla formazione teologica del fratello che il mare può non averlo neppure visto da lontano.
Ciò non significa necessariamente che possano essere attribuite a Gregorio/Goro anche le carte colorate che consistono in vari piccoli mappamondi e in una dozzina di figure delle coste mediterranee dell’Africa e dell’Asia Minore: da notare che queste si ripetono sostanzialmente uguali nei diversi manoscritti (Segato, 1983) e costituiscono un apparato omogeneo con il testo.

Produzione scientifica:
La Sfera, 1400 circa (BMLF, Conventi soppressi 109; e BMLF, Mediceo Palatino 88).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:
Gentile, 1992, pp. 74-76; Segatto, 1983; Bertolini, 1988; e Viti, 1975;

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede: C. G.

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