N. Genova
M.
Relazioni di parentela: Storace (famiglia), nel XVI secolo definiti Storasio. Attivi a Genova tra XVII e XVIII secolo.
Capostipite Giovanni Battista Storasio (prima metà XVII secolo). Nella seconda generazione sono menzionati Angelo Storasio e Stefano Storace, uniti da non precisati legami di parentela; nel XVIII secolo sono attivi Angelo Maria Storace e Giovanni Battista Storace, il cui figlio, Claudio Storace, è l’ultimo cartografo attestato dalle fonti.
Famiglia al servizio di varie magistrature della Repubblica di Genova, in particolare dei Padri del Comune. Risultano progetti realizzati su commissione di privati liguri come la famiglia Fieschi.
I membri della famiglia sono perlopiù definiti “architetto” o “architetto camerale” (Stefano, Giovanni Battista, Claudio), ovvero a servizio delle magistrature genovesi. Angelo Storasio è definito come “maestro” (fine XVII sec.).
Ente/istituzione di appartenenza: Padri del Comune di Genova
Qualifica: Architetto, Architetto camerale, Maestro
Biografia:
La prima attestazione relativa ad un componente della famiglia che esercita come cartografo a Genova risale al 1656, quando un architetto Giovanni Battista Storace (o Storasio) partecipa con altri cartografi locali come Stefano Scaniglia alla realizzazione di una carta dell’Antica città di Genova. Fino alla fine del Settecento, vari membri della famiglia risultano operare in Liguria come architetti, cartografi e vedutisti, sovente al servizio di vari istituzioni della Repubblica; in questo senso, la dinastia rappresenta un caso paradigmatico di quelle scuole cartografiche familiari messe in luce da Massimo Quaini nel caso dei Vinzoni.
Data la mancanza di un archivio familiare, le attività dei vari Storace possono essere parzialmente ricostruite sulla base della loro produzione e dei documenti presenti negli archivi storici dello Stato ligure e dei privati committenti. Già a fine Seicento Stefano Storiasio risulta essere «architetto camerale», ovvero impiegato presso la Repubblica, mentre Angelo S. viene descritto come “maestro” e firma alcune vedute di fortificazioni militari di Campo Ligure. Ad inizio Settecento, l’incarico di architetto camerale presso la magistratura dei Padri del Comune, che aveva il compito di gestire le infrastrutture pubbliche della città di Genova, è ricoperto da Giovanni Battista Storace, che risulta anche «Sovrastante» (ispettore) dell’acquedotto urbano, come attestato da varie relazioni in cui dichiara di accompagnare i Magistrati all’Acquedotto nelle periodiche ricognizioni di controllo. L’ufficio passa intorno al 1770 al di lui figlio, Claudio, sino al 1797. Inoltre, un Antonio S. collabora come pittore in un volume sugli artisti e architetti genovesi del 1769.
Nel complesso, la famiglia sembra occupare per oltre un secolo posizioni tecniche all’interno dell’amministrazione cittadina. Parallelamente agli incarichi pubblichi, i membri della famiglia sono autori di numerose planimetrie e progetti edilizi su committenza delle grandi famiglie genovesi.
Produzione scientifica:
Il primo prodotto cartografico di un membro della famiglia è la Antica città di Genova nel solo giro delle sue mura vecchie delineata nel 1656, frutto della collaborazione di diversi architetti genovesi tra cui Giovanni Battista S., della quale ci è pervenuta una copia realizzata nel 1922. A fine Seicento, Stefano S., in qualità di architetto camerale, realizza alcune pregevoli rappresentazioni zenitali del porto di Genova (Progetto per il prolungamento del molo vecchio; Pianta del porto di Genova con progetto di un molo) e delle fortificazioni urbane (Disegnio della porta di Carbonara con suoi baluardi, 1617) mentre Angelo S. produce alcuni schizzi e vedute di fortificazioni di Campoligure (Disegno del Castello di Campo et altro, 1689-1697). Tra il 1722 e il 1724 Giovanni Battista S. è autore di varie planimetrie e prospetti per la progettazione e la manutenzione dei forni pubblici sulla collina di Castelletto. Tra 1770 e 1797 Claudio S. realizza numerose planimetrie e vedute per corredare progetti relativi alla viabilità, alle infrastrutture portuali e alla gestione dell’acquedotto sempre in qualità di impiegato presso la magistratura dei Padri del Comune della città di Genova.
Produzione di cartografia manoscritta:
Produzione di cartografia a stampa:
Fonti d’archivio:
Archivio di Stato di Genova, Fondo Cartografico, Piano del sito fissato al Zerbino vicino alle Mura di Genova per la costruzione del nuovo Conservatorio Fieschi, Fondo Cartografico, 324/Genova, 22; Tipo che dimostra le situazioni […], 331/Genova, 29; Progetti, 274/Genova; Progetti, 589/Genova, 101bis.
Archivio Storico del Comune di Genova, Manoscritti, b. 368, 1585 a 1797, Relazione del magistrato [...], 1784; b. 237-95, Acquedotti, varie pratiche, 8 aprile 1728; b. 1008, Perizia sul Molo Vecchio, 1779.
Bibliografia:
Caroli P., Gardini S. (a cura di), Carte di terra per una Repubblica di mare, Archivio di Stato di Genova, Genova, 2012, p. 245.
Gabellieri N., Conflitti per le risorse ambientali e produzione cartografica: la cartografia storica settecentesca dell’acquedotto di Genova, «Geotema», 58, 2018, pp. 95-102.
Guastoni C., L’acquedotto civico di Genova: un percorso al futuro, Franco Angeli, Milano, 2004.
Ratti C.G., Delle vite de’ pittori, scultori, ed architetti genovesi, Stamperia Casamara, Genova, 1769.
Rimandi ad altre schede: Claudio Storace, Matteo Vinzoni
Autore della scheda: Nicola Gabellieri