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Topografia del Stato d’Ascoli della Marca con suoi confini

Topografia del Stato d’Ascoli della Marca con suoi confini

Autore: Odoardo Odoardi de' Catilini
Anno: 1680

Editore / stampatore / tipografo:

Link:
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=50712 https://commons.wikimedia.org/wiki/File:11_-_Topografia_Del_Stato_D%27Ascoli_Della_Marca_Con_Suoi_Confini,_1680_-_Odoardo_Odoardi_de%27_Catilini.jpg

Rimandi ad altre schede:
11057

Autore della scheda:
Annalisa D'Ascenzo, 222

Annotazioni:

Chauchard, Alexis-Nicolas

Alexis-Nicolas Chauchard
N. Parigi 18 ottobre 1799
M. 1798

Relazioni di parentela: Non risultano

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo

Biografia:
Nasce a Parigi il 18 ottobre 1739 da Alexis Chauchard, chirurgo, e da Louise- Marie mARICE.
Muore nel 1798 nel corso dell'evacuazione militare dell'isola di Santo Domingo.

Produzione scientifica:
Inizia la sua attività di cartografo dei confini nel 1764 al seguito di Grandpré, brigadiere di fanteria, incaricato nel 1768 di far levare la Carte des Aldudes (paese al confine con la Spagna) definita da Berthaut «un beau travail, qui n'a malheurese­rnent pas été achevé». In seguito a questo lavoro continuato per circa sei a anni merita un giudizio molto lusinghiero da parte di Grandprè: «un sujet qui a du zèle, des talents, de l'intelligence>> e che può diventare «un des meilleurs ingénieurs géographes que le Roy puisse avoir à son service soit à la guerre soit pendant la paix», visto che era stato anche distinto in due campagne di guerra in qualità di «Marechal des logis» (SHAT, Dépot de la Guerre, YA 92). La previsione, a giudi­care dalle notizie della sua attività dare dal Berthaut, sembra essersi pienamente avverata. Le operazioni alle quali partecipò, soprattutto sul confine settentrionale, servirono a rettificare la carta di Francia di Cassini.
Continua a lavorare sotto gli ordini di Grandpré fino al 1776, con incarichi di fi­ducia nelle Fiandre e in Haynaut, con piena soddisfazione del marchese di Monteynard. Nel 1776 viene impiegato, insieme a molti altri cartografi, a levare la car­ta delle coste della Bretagna.
Dopo diciassette anni di servizio come ingegnere geografo venne privato del suo stato da De Vault, direttore del Dépòt, senza motivo e malgrado il maresciallo di campo Grandpré avesse rinnovato il suo giudizio più che lusinghiero, come scrive lo stesso C. nella supplica del 21 dicembre 17771 volta ad ottenere una pensione adeguata per la moglie e i tre figli.
Diventa allora «ingegnere geografo militare di S.A. il Conte d'Artois». A questo punto si perdono le informazioni sulla sua attività, ad eccezione di una supplica al re della figlia Marie-Victoire dalla quale si apprende che <<Nicolas Chauchard, ancien Capitaine d'infanterie, ingénieur géographe militaire de mons. Le Comte d'Artois d'Artois et chevalier de l'ordre militaire de Saint Louis, partit en 1790 avec son fils unique pour se rendre à l'armée du prince de Condé, où il fut employé en qualité de Grand Maitre Maréchal des Logis jusqu'à l'époque où cette armée fut dispersée, qu'il passa alors en Amérique en qualité d'ingénieur en chef de Sa Majesté Britannique», dove combattendo insieme ad altri emigrati trova la morte nel 1798, dopo l'evacuazione di Santo Domingo. La figlia chiede non solo il rico­noscimento dei servizi prestati da controrivoluzionario ma soprattutto il riconoscimento della sua attività di cartografo e in particolare del suo capolavoro: la Carta della Germània frutto di venti anni di lavoro, per la quale sacrificò la fortu­na della sua sposa e che fu costretto a vendere prima di sfuggire al Terrore (SHAT, Dépòt de la Guerre, YA 92). Di questa carta, pubblicata nel 1781-84 in 9 fogli e nel formato della carta di Cassini, Berrthaut dice che era tornata utile an­che nel periodo napoleonico.
La stessa sorte aveva subito la Carta dell'Italia <li cui Berthaut dice che fu quella di cui più ebbe a servirsi l''Armée d'Italie nella sua prima campagna: «la maggior par­te dei canovacci delle reconnaissances, preparati prima di andare sul terreno, erano ingrandimenti di questa carta» (Berthaut, I, p. 186). Limitata all'Italia settentrionale era stata stampata in 4 fogli a Parigi nel 1791 dall'ingegnere geografo Dezau­che. Se dobbiamo credere alle memorie di de Bourienne, venne utilizzata da Na­poleone anche nella preparazione della seconda campagna d'Italia. In questi ter­mini, infatti, Louis de Bourienne ci rappresenta il Bonaparte alla vigilia della di­scesa in Italia: «Le Premier Consul me dit de faire dérouler dans son cabinet la grande carte d'Italie de Chauchard; il s'etendir dessus et me fit mettre a coté de lui. Puis il piqua avec une serieuse attention des épingles dont les tètes étaient garnies de cire rouge et de cire noire. Il me dit: Passant par les Alpes ic (en montrant le Grand-Saint-Bernard) je tombe sur Melas et je le joins ici, et il plaçait une épin­gle rouge dans la plaines de la Scrivia, entre Alexandrie et Tortone où la bataille de Marengo aura lieu» (L. e G. Aliprandi, 2005). Ma sappiamo che Bourienne è poco affidabile.
Berthaut dice ancora che all'Armée d'ltalie venne utilizzata anche una Carta del Tirolo cli Chauchard (Benhaur, I, p. 186).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
L. e G. ALlPRANDl, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, I, Ivrea. Priuli e Verlucca, 2005.
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-.1831, 2 voll., Paris, Impr. du Services Geographique, 1902, vol. I.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chabrier, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste Chabrier
N. Aigueperse 1 luglio 1769
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono per ora relazioni di parentela che possano far pensare a una dinastia. Nello stesso periodo è in attività come ingegnere geografo un altro Cha­brier di nome Auguste che viene spesso confuso col nostro ma non sembra avere nessun grado di parentela.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Aigueperse, dipartimento del Puy de Dòme il primo luglio 1769 da Joseph Chabrier e Gabrielle Raymond. La sua attività militare si chiude nel 1808 con le dimissioni dovute a una grave ferita. Muore dopo il 1840.

Produzione scientifica:
All'inizio del 1793 è inviato in Italia, dove «ho servito -dice -senza interruzione, in qualità di ufficiale del Genio, fino al primo nivoso a. 8» (22 dicembre 1800). Di stanza a Nizza è nominato dal generale Bonaparte aggiunto al cittadino Andreos­sy, diretwre <lei pomi dell'Artiglieria, ed è incaricato della strada di Nizza a Esa (Eze). Nella primavera del 1794, come aggiunto del Genio di prima classe, è incaricato di «levare trigonometricamente la carta della valle di Nizza» (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160, nota dei servizi svolti fino all'anno 10-11). Nell'anno se­guente si trova alla battaglia di Loano, dove è incaricato di fare il pian del campo di battaglia. Comandando il Genio a Loano, fa costruire sul Centa un ponte mobi­le di sua invenzione. Segue l'esercito a Peschiera e al blocco di Mantova e, dopo essere stato incaricato di vari lavori di fortificazione, riceve l'ordine di raggiungere l'Armèe de Rome.
A Roma nel marzo 1798 viene incaricato da Campredon (comandante generale del Genio) di fare la <<reconnaissance générale» dello Stato romano, particolar­mente delle sue frontiere meridionali, comprensiva di una memoria sulla boni­ficare delle paludi pontine approvata dall'Institut National. In seguito a questo lavoro viene chiamato allo stato maggiore del generale Championnet nel mo­mento in cui prende il comando dell'Armée de Naples. Questi, avendo apprezza­to le sue qualità lo promuove da capitano aggiunto del Genio a chef de Bataillon e gli attesta tutti i suoi meriti (in particolare per aver levato una «carta prezio­sa»). Dopo essere stato nominato capo di stato maggiore della divisione di Roma dal generale Macdonald e poi della divisione Lemoine dell'Armée d'ltalie, viene aggregato all'Armée des Alpes et d'Italie fino alla fine del 1799. Alla morte del generale torna a Parigi dove gli si assegna il comando degli Ingegneri geografi «attachés au Génie à l'Armée de reserve». Partecipa alla battaglia di Marengo. Il 24 giugno 1800 viene incaricato di fare la Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini voluta dal primo console ed estesa successivamente anche alla valle del Tanaro e fino alle sorgenti del Po. Il 2 no­vembre 1801 viene incaricato di levare trigonometricamente il campo di batta­glia di Marengo, operazione che lo occupa fino a novembre del 1802 quando gli viene ordinato di andare in Svizzera.
Sulla base di questo curriculum e come capo sezione degli Ingegneri geografi, con domanda del 27 dicembre 1802 chiede di essere confermato in un grado corri­spondente a·quello di capo di battaglione accordatogli dal generale Championnet per i servizi resi nell'Arméé di Napoli.
A questo punto terminano i suoi servizi in Italia essendo successivamente impie­gato in Germania al seguito del maresciallo Bernadette (dove rimane impelagato in una questione di matrimonio con la figlia del Bailli di Lavemburg). Nel 1807 presenta domanda di dimissioni dal corpo degli Ingegneri geografi per condizioni precarie di salute e di vista a causa delle fatiche della guerra e di una ferita che lo sfigurava. Non si hanno più notizie fino al 1832, quando, alla bella età di 63 anni, presenta al ministro della Guerra domanda <li essere riammesso in ser­vizio, offrendo le sue competenze e la sua grande esperienza e «facilitè à recon­naitre et à figurer le terrain propre aux opérations d'une armée en campagne et à rediger des rapporrs sur ce sujer. J'ai parcouru - dice - toute l'Iralie, fait des reconnaissances militaires dans l'Etat Romain et dans le Royaume de Naples qui ont facilité nos premières campagnes dans ces contrées; j'ai encore entre mes mains un pian très détaillé du littoral des Etats Romains depuis Orbitello er Por­to-I-fercole jusq'au delà de Terracina, et une Carte manuscrite de la frontière de ces Etats du còté de Naples avec indicadon des chemins et des positions milirai­res etc. Un séjour de 10 ans en Italie m'a procuré non seulement la connaissance du pays, mais encore celle du langage et des mceurs». La domanda non ebbe seguito, visto che nel 1840 presenta una domanda di integrazione della pensione di impiegato del Département de la Seine come riconoscimento dei servizi militari prestati, dice, dal 1788 al 1808 (SHAT, Dossiers Ingénieurs géographecs, X em 17_5, sub nome).

Carte

Della sua attività di topografo rimane nell'archivio militare di Vincennes una fit­ta corrispondenza con il direttore del Dépot in cui descrive i suoi lavori in ma­niera molto analitica. Le carte si conservano nello stesso archivio. Fra le sue pro­duzioni sembra prediligere la carta del campo di battaglia di Marengo, di cui scrive: «j'exécutai seul cette commission pénible, dans la saison la plus rigoureu­se, au milieu de l'hiver; je déterminai les longitudes et les latimdes et je recucillis tout ce qui avait rapport à l'histoire naturelle et à l'historique de ce pays célè­bre» (Dossier cit.).
A proposito di questa carta, in una lettera a Andreossy del 24/5/1802 scrive: «Le plan de la Bataille de Marengo qui a 18 decimètres de longueur sur 15 de hauteur est si détaillé qué je n'ai terminé qu'hier de mettre le trait à l'encre, pourtant j'ai constamment travaillé onze heure chaque jour [ ... ] j'ai près de 1200 noms à écri­re. J' ai toures les notes désirables sur Marengo et Ics environs, je les rédigerai à Paris>, (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160).
La documentazione prodotta nel corso e dopo la sospensione della «Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini» sono raccolti nell'archivio del Dépòt e si compongono di tre rapporti che sono solo un riassunto «cles notes nombreuses que j'ai recueillies sur la topographie militare et l'histoire naturelle des Apennins». Quanto alla carta, secondo un inventario coe­vo, si compone di 7 fogli dedicati allo Stato piacentino, due fogli che comprendo­no l'Appennino ligure e piemontese nell'area di feudi imperiali e le sorgenti della Trebbia e dell'i\veto, della Srnifora e del Curone, della Vobbia e della Scrivia e due fogli che riguardano il Milanese.
Nell'archivio cartografico del Dépot, sotto la collocazione M 13 B I 83 si trova la Carte des /fiefs Imperiaux in 5 fogli alla scala <li 1 :42.000, non tutti ugualmente rifiniti essendo stata sospesa. Sotto la colloc. M13 B I 82 sono raccolti diversi materiali per servire alla medesima carta, interessanti anche per capire le varie fasi del lavoro.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-1831, Paris, 2 voll., lmpr. du Service Géographique, 1902.
V. PANSINI, Un'operazione di cartografia e statistica 1801-1810, tesi di laurea in Storia Moderna, Università di Genova, 1994-95.
M. QUAlNI, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere geografo nelle periferie dell'impero napoleonico, in Quaderni storici XXX, 1995, pp. 679-696.
M. QUAIN - G. FERRERO, li contributo degli ingegneri geografi alla conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. il caso della Val Trebbia da Matteo Vinzoni a Jean-Baptiste Chabrier, in G. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746. Una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, 1998, II, pp. 489-504.
V. VALERIO, Società, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, Istituto Geografico Militare, .1993.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Codeviola, Michele

Michele Codeviola
N.
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono rapporti di parentela né ascendenti né discendenti che possano far pensare ad una dinastia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La nascita rimane oscura. Dalle suppliche rivolte al governo genovese si sa che do­vette essere nato a Genova nel secondo decennio del Settecento ma che «in tenera età» si era trasferito in Catalogna. Il Quarenghi, non sempre pienamente affidabi­le, dice che nasce a Genova nel 1717 ma che in gioventù vive e studia a Barcello­na. Secondo il prospetto dell' Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-65 (ASG, Foglietta, 1209) risulta essere di nazione genovese, avere 46 anni e dun­que di essere nato intorno all'anno 1718. Anche la data della morte non è stata finora precisata: secondo fonti archivistiche il C. avrebbe goduto della pensione fino all'anno 1800, secondo altri sarebbe morto nella primavera del 1801.

Produzione scientifica:
La sua attività, che ha riguardato soprattutto il campo dell'artiglieria e delle fortifi­cazioni, è stata ricostruita in maniera dettagliata da L.C. Forti, al quale si rimanda. Riassumendo, si può dire che all'iniziale attività svolta soprattutto in campo didatti­co con la preparazione nel 1755 del manuale Descrizione dell'artiglieria antica e moderna secondo il stile di varie nazioni composta dal Cap. Michele Codeviola, direttore nell'Accademia Linguistica del Architettura militare e civile ( che si conserva nell' Archi­vio Storico del Comune di Genova), si dedica, fra il 1756 e il 1760, al rilievo siste­matico di tutte le fortificazioni nella Capitale e successivamente anche in Corsica. Della sua attività di insegnante presso l'Accademia l' Alizeri non dà un giudizio molto positivo, limitandosi a definirlo «zelantissimo (qual ch'egli fosse per gno) delle discipline accademiche» e non apprezzando il fatto che allora «l'archi­tettura civile si apparava ad un tempo colla scienza delle fortificazioni, colla geo­metria, colla aritmetica e colle pratiche degli artiglieri» al punto da sostenere che «l'insegnamento di lui procedeva per siffatto miscuglio da uscirne non già profitto per molti, sebbene una _confusione per tutti» (Alizeri, 1864, p. 104).
Nel 17 65, in occasione della generale riforma del corpo degli ingegneri, il C. ven­ne nominato «Quartier Mastro Maggiore» al posto di Gaetano Tallone, giubilato insieme a Alberto Medoni e Matteo Vinzoni. Da una relazione anonima approvata dal Magistrato nello stesso anno risulta che tale carica doveva essere conferita a «un Ingegnere dello Stato maggiore di ben nota habilità ed esperienza» e che fra i compiti da eseguire quelli cartografici non erano i minori: «Doverà formare una Pianta esattissima di questa Capitale che comprenda il terreno adiacente alli due Torrenti di Polcevera e Bisagno, per poter comprendere ed imparare con fonda­mento qual sia la parte più forte e più debole di questa Piazza [ ... ]» e ancora «la Pianta e Profili delli Quartieri ed Alloggi» e «li sei Disegni delle comarche in che si considera diviso il Recinto delle amiche e nuove mura e de' Postamenti e fortifi­cazioni esteriori» (ASG, Foglietta, 1242).

Carte e Memorie

Da allora e fino alla sua giubilazione nel 1788 si occuperà esclusivamente delle fortificazione di Genova con una infinità di progetti caratterizzati sempre da di­segni in scala, che si trovano sparsi in diversi istituti di conservazione. Su alcune delle questioni più rilevanti, dall'ampliamento della cerchia daziaria e ddperi­metro urbano della città al rinforzo della difesa del fronte marittimo e terrestre della Capitale, il C. si trova a collaborare con gli altri ingegneri e in particolare con G. Brusco, che nel 1788 gli subentrerà nelle funzioni. Particolarmente cura­te sono le planimetrie del porto che il Codeviola disegna fra 1784 e il 1787 quando, oltre che sul miglioramento della funzionalità dello scalo, si discute, an­che con l'intervento dell'abate Ximenes e di altri esperti, del prolungamento del Molo Nuovo.
Anche dopo la giubilazione, dovuta a detta del Magistrato a «varie mancanze commesse» negli ultimi anni, il C. continua a lavorare in particolare alla sua opera cartografica di maggior impegno commissionatagli da Carlo F. Doria: il «Libro de' disegni delli Quartieri, Corpi di Guardia e Terreni coltivati nel recin­to delle vecchie e nuove mura» che il Nostro consegna al Doria nel 1791 in due volumi riccamente rilegati in pelle. Lavoro che gli era costato 506 giornate lavo­rative di due misuratori e tre anni e mezzo di lavoro a tavolino. Di questa opera si è conservato solo «il Libro de disegni delli Quartieri et Alloggi che sono nel recinto delle Nuove Mura della Città di Genova» (Biblioteca delle Belle Arti del Comune).
È anche andata dispersa la grande planimetria del territorio di Genova, che il Forti identifica con la carta in 24 fogli usata anche dai francesi, completata dal Codeviola negli anni 1797-99 ma costata a quanto dice l'autore «quindici anni di sudori».

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, I, Genova, Sambolino, 1864.
R. DELLEPIANE, Mura e fortificazioni di Genova, Genova, Nuova editrice genovese, 1984.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINJ, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e ùtituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
C. QUARENGHI, Ricerche storico-illustrative sulle fortificazioni di Genova e del Ge­novesato (1875), Archivio Storico del Comune di Genova, Manoscritti, n. 774.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; De Sicre; Flobert; Tallone; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Carlo da Corte

Carlo
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo a Genova nel 1592.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Di mano di Carlo da Corte fata in Genova ann. 1592 (carta nautica, Newberry Library, Chicago, Ayer Coli. Ms 23).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, Erga, 2000.
C. DESIMONI, Elenco di carte nautiche ed atlanti di autore genovese oppure in Genova fatti o conservati, in «Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti», 2, 1875, p. 63.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Carlo Astengo



Costo, Giovanni

Giovanni Costo
N.
M.

Relazioni di parentela: Forse parente di Gerolamo Costo.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo 1602 in Genova.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
1) Johannes Costo fecit hanc cartam in Janua anno domini 1602 die 5 julii (carta nautica scomparsa; posseduta da Miche! Giuseppe Canale fu da lui donata nel 1844 al console americano a Genova Edward Lester).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
M.G. CANALE, Storia del commercio, dei viaggi, delle scoperte e carte nautiche degli italiani, Genova, Tipografia Sociale, 1866, pp. 481-482.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo



Costo, Gerolamo

Gerolamo Costo
N.
M.

Relazioni di parentela: Forse parente di Giovanni Costo.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: «Magister cartarum pro navigando».

Biografia:
Attivo a Barcellona prima del 1605. Morto nel 1607. Magister cartarum pro navi­gando della Repubblica di Genova tra il 1605 e il 1607.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
1) Carta navigatoria fatta per me Gieronimo Costo genovese in Bar ... (carta nautica, Società Ligure di Storia Patria, Genova).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, Erga, 2000.
C. DESIMONI, Elenco di carte ed atlanti nautici di autori genovesi oppure in Genova fatti o conservati, in «Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti», 2, 1875, pp. 63-64.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo



Caveri, Nicolò

Nicolò Caveri
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo all'inizio del Cinquecento.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
1) Opus Nicolay de Caverio ianuensis (planisfero nautico, 1502-1506 c., Bibliothèque Nationale, Parigi, S. H. Archives 1).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, Erga, 2000.
L. GALLOIS, Le portulan de Nicolas de Caneiro, in «Bulletin de la Société de Géographie de Lyon», 9, 1890, pp. 97-112.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo

Chiodo, Giovanni Battista

Giovanni Battista Chiodo
N. 1799
M.

Relazioni di parentela: Il nome Chiodo individua, alle origini, una delle più conosciute famiglie di maiolicari e ceramisti savonesi, attiva tra il XVII e il XVIII secolo. Attorno alla bottega dei Chiodo, a testimonianza della capacità tecnica e dell’importanza commerciale acquisite fino alla chiusura, avvenuta nel 1770, si muove un variegato gruppo di artisti, pittori e disegnatori (tra questi i Guidobono, il Levantino, il Besio, l’Ampugnani, il Torteroli ed il Ratti).
Il capostipite della dinastia è probabilmente Giovanni Francesco nato nel 1647 (per le notizie riguardanti l’origine della dinastia si rimanda a G. Santuccio, 1981, p. 14-16 e C. Varaldo, 1978, pp. 125-131).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Giovanni Battista (1779-), padre di Domenico, entrato come aiutante nel corpo del Genio della Repubblica di Genova (1797) diverrà poi tenente (ASG –, Sala Foglietta, militarium, 1037; Magistrato delle Fortificazioni, 1251; ISCAG, 2, 3, 5 88/N) capitano, maggior generale e direttore generale del corpo del genio marittimo.
Subentrerà a Francesco Pezzi nella direzione della scuola per ingegneri del Corpo del Genio (M. Quaini [1]. p. 28).
Col Sassernò lavora ai progetti delle installazioni portuali di Oneglia (1825-1850 – G. De Moro, 1986, p. 63)

Produzione scientifica:
Istituto Geografico Militare, IGM, Firenze:
Progetto di ampliamento del porto di Lerici, 27 settembre 1817, IGM, Archivio, cart. 36, doc. 297

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
G. De Moro, Città parallele: lineamenti urbanistici a confronto fra Oneglia e Porto Maurizio (secc. XVI-XIX), in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp.61-67
A. Fara, La Spezia, Laterza, Bari, 1983
A. Fara, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Olschki, Firenze, 2006
T. Calderai, Della vita e delle opere del commendatore Domenico Chiodo maggiore generale del Genio, Carlo Voghera, Firenze, 1871
T. Calderai, Domenico Chiodo e La Spezia nella vita e nelle opere, ristampa anastatica, Luna editore, La Spezia, 1995
P. Cevini, La Spezia, Sagep, Genova 1984
L. C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dall’analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 232-238
L. C. Forti, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, 1992
M. R. Mari, Gli interventi del Genio militare nel golfo della Spezia per la realizzazione dell’Arsenale, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 273-283
M. Quaini [1], Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 7-60
M. Quaini [2], Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 171-218
M. Ricchebono, Architettura ed urbanistica del complesso del santuario, in AA.VV., La Madonna di Savona, 1985, pp. 147-176
G. Santuccio, Chiodo in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 14-18
M. Tassinari, Cartografi locali nel savonese tra Cinquecento e Settecento, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 201-208
C. Varaldo, Ceramisti savonesi del XVII secolo: i Folco, i Chiodo e i Peirano. Note storiche, in Atti dell’XI convegno internazionale della ceramica, Albissola, 1978, pp. 125-131
P. Visani [1], Chiodo, Agostino, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 16-17
P. Visani [2], Chiodo, Domenico, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 17-18.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Francesco Pezzi, Giacinto Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Chiodo, Domenico Vincenzo

Domenico Vincenzo Chiodo
N. Savona 1752
M.

Relazioni di parentela: Dinastia. l nome Chiodo individua, alle origini, una delle più conosciute famiglie di maiolicari e ceramisti savonesi, attiva tra il XVII e il XVIII secolo. Attorno alla bottega dei Chiodo, a testimonianza della capacità tecnica e dell’importanza commerciale acquisite fino alla chiusura, avvenuta nel 1770, si muove un variegato gruppo di artisti, pittori e disegnatori (tra questi i Guidobono, il Levantino, il Besio, l’Ampugnani, il Torteroli ed il Ratti).
Il capostipite della dinastia è probabilmente Giovanni Francesco nato nel 1647 (per le notizie riguardanti l’origine della dinastia si rimanda a G. Santuccio, 1981, p. 14-16 e C. Varaldo, 1978, pp. 125-131).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:

Produzione scientifica:
Atlante a corredo delle Relazioni intorno ai principali lavori eseguiti nell’arsenale militare marittimo di Spezia, a cura del Comitato delle Armi di Artiglieria e Genio, Roma, 1881, tav. 5

Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, ISCAG, Roma: Piano della località di San Bartolomeo con la indicazione dei lavori eseguiti, 1863, ISCAG, FT 65°, 4093

memorie (si veda in particolare A. Fara 1983, p. 130):
Brevi note concernenti il progetto di massima del nuovo Arsenale Marittimo da formarsi nel piano sito a levante di S. Vito nel Golfo della Spezia, stato compilato d’ordine di S.E. il Ministro della Marina, Torino, 14 aprile 1860

Nuovo Arsenale Marittimo della Spezia. Relazione che va unita al progetto del 1° Agosto 1860, La Spezia, 1 agosto 1860

Arsenale Marittimo della Spezia. Relazione a corredo del progetto del 1° Aprile 1861, La Spezia, 1 aprile 1861

Brevi note in risposta alle asserzioni contenute nella lettera indirizzata al Signor Ingegnere Sarti al Ministro della Marina, Torino, 19 luglio 1861

Relazione sulle modificazioni introdotte nel progetto dell’Arsenale Militare Marittimo di Spezia a senso del parere espresso dalla commissione mista nominata dal Ministero della Marina, Torino, 20 dicembre 1861

Relazione del 10 Aprile 1866

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
G. De Moro, Città parallele: lineamenti urbanistici a confronto fra Oneglia e Porto Maurizio (secc. XVI-XIX), in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp.61-67
A. Fara, La Spezia, Laterza, Bari, 1983
A. Fara, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Olschki, Firenze, 2006
T. Calderai, Della vita e delle opere del commendatore Domenico Chiodo maggiore generale del Genio, Carlo Voghera, Firenze, 1871
T. Calderai, Domenico Chiodo e La Spezia nella vita e nelle opere, ristampa anastatica, Luna editore, La Spezia, 1995
P. Cevini, La Spezia, Sagep, Genova 1984
L. C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dall’analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 232-238
L. C. Forti, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, 1992
M. R. Mari, Gli interventi del Genio militare nel golfo della Spezia per la realizzazione dell’Arsenale, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 273-283
M. Quaini [1], Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 7-60
M. Quaini [2], Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 171-218
M. Ricchebono, Architettura ed urbanistica del complesso del santuario, in AA.VV., La Madonna di Savona, 1985, pp. 147-176
G. Santuccio, Chiodo in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 14-18
M. Tassinari, Cartografi locali nel savonese tra Cinquecento e Settecento, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 201-208
C. Varaldo, Ceramisti savonesi del XVII secolo: i Folco, i Chiodo e i Peirano. Note storiche, in Atti dell’XI convegno internazionale della ceramica, Albissola, 1978, pp. 125-131
P. Visani [1], Chiodo, Agostino, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 16-17
P. Visani [2], Chiodo, Domenico, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 17-18.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Francesco Pezzi, Giacinto Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani