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Clerc, Pierre-Antoine

Pierre-Antoine Clerc
N. Nantua, Département de l’Ain (Bresse) 8 novembre 1770
M. Metz 18 luglio 1843

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Militare, professore di disegno e di topografia, cartografo

Biografia:
Nato a Nantua, Département de l’Ain (Bresse), l’8 novembre 1770; morto a Metz il 18 luglio 1843.
Attivo nell’attività topografica e cartografica dal 1793 al 1829 in Francia, Italia, Germania.

Produzione scientifica:
Scritti inediti di metodologia della topografia:

Exposé de la méthode de lever et de niveler suivie par la brigade topographique du dépôt des fortifications, 1819, MS conservato in SHAT, Bibliothèque, Manuscrits, 787 (31 fogli e 15 tavole).
Exposé sommaire de la méthode de lever suivie par la Brigade topographique, et observations sur les avantages que cette méthode présente, en reponse à celles transmises par le Comité des fortifications en date du 9 mai 1820, 1820, MS conservato in MPR, Conservation, Carton 15, Brigade topographique I, Art. IX, Chemise 1809-1820.

Opere edite:
CLERC, P.-A., Cours élémentaire de la pratique des levers topographiques, Metz, Verronnais, 1838.

Carte e disegni relativi alla missione in Liguria (1809-1811):
Clerc eseguì personalmente il rilievo del sito da fortificare che doveva servirgli a dimostrare i vantaggi del metodo delle curve di livello per la rappresentazione del rilievo (BARDIN).
I risultati delle operazioni sono rappresentati dalla prima carta a curve di livello di un territorio sufficientemente vasto della storia della cartografia.
La carta era finalizzata alla realizzazione del grande plastico per il quale furono eseguiti numerosi schizzi e disegni (vedute, morfologia costiera, dettagli della struttura geologica, piante degli insediamenti e alzate dei singoli edifici, militari e civili) in parte di sua mano, in parte di altri componenti della brigata.

Carte nivelée par courbes horizontales. Presqu’ile de Castellana et Porto-Venere dans le Golfe de la Spezzia levée pour servir à l’exécution de la Carte-Relief ordonnée par Sa Majesté [1812], un foglio, cm 91,5x94, scala 1:5000, disegno a penna acquarellato. Conservata in MPR, Conservation, inv. 772. Art. IV, E, Carton 4.

Carte-relief La Spezia, scala 1:1000, m 7,53x4,04, colorato e non decorato, costruito nel 1811, restaurato nel 1920, conservato in MPR, immagazzinato.

Carte-relief La Spezia (parte del precedente), scala 1:1000, m 2,58x1,58, colorato e decorato, conservato in MPR, immagazzinato.

Vedute, piante, alzate, 1809-181, conservati in MPR, Conservation, Art. IV, E, Carton 4, Cahiers de développement de La Spezia, nn. 170, 180-186.

Pietro Antonio Clerc, Tavole Topografiche del Golfo della Spezia 1808-1811 Raccolte da G. Capellini. Tre album di disegni b/n e acquarellati (56, 81 e 95 tavole) conservate nella Biblioteca Civica “Ubaldo Mazzini” della Spezia. La datazione 1808 è errata.

Canevas de 18 Bandes du Lever nivelé du bord et des iles du Golfe de la Spezzia exécuté en 1809 1810 et 1811 par la Brigade Toopographique, sous les Ordres du Chef de Battaillon du Génie Clerc. Pour copie conforme à la minute conservée au Dépôt des fortifications. Paris le 26 Octobre 1858. Disegno a penna nero, il costruito rappresentato in rosso, quadro di unione e 18 fogli (bandes) formati di 47 tavolette di cinque decimetri di lato, doppia firma (di Clerc e del copiatore Noché), senza scala (ma 1:1000), Conservata in Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma (ISCAG), SPLIG FT/B 4052 (quadro di unione) e FT 64/B 4039-4050; FT 64/A 4033-4036. Non sono ancora catalogati il foglio delle isole Tino e Tinetto e quello di Porto Venere. Ogni foglio è in doppia copia.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:
- Service Historique de l’Armée de Terre di Vincennes (SHAT), 3Yf, Dossier Clerc; 2Ye, Dossier Clerc.
- Musée des Plans-relief di Parigi (MPR), Conservation, Carton 15, Brigade topographique I, Art. IX (1809-1889), Chemise I (1809-1820); Chemise II (1820-1847).
- Institut Géographique National di Parigi (IGN), Cartothèque, Chemises 181-185.
- Biblioteca Civica “Ubaldo Mazzini” della Spezia, Pietro Antonio Clerc, Tavole Topografiche del Golfo della Spezia 1808-1811 Raccolte da G. Capellini (la datazione 1808 è errata): tre album di disegni b/n e acquarellati (rispettivamente di 56, 81 e 95 tavole).

Bibliografia:
BARDIN, Notice biographique sur le Lieutenant-Colonel du Génie Clerc. Nécrologie, Estratto da «Annuaire du département de la Moselle», Imprimerie de Verronnais, Metz, 1844, pp. 1-9.
Procés-verbal des Conférences de la Commission chargée par les différens services publics intéressés à la perfection de la topographie, de simplifier et de rendre uniformes les signes et les conventions en usage dans les cartes, les plans et les dessins topographiques, in «Mémorial topographiqe et militaire», 5, IIIe trimestre, an XI, pp. 1-64.
PROST, P., Les forteresses de l’Empire. Fortifications, villes de guerre et arsenaux napoléoniens, Paris, Editions du Moniteur, 1991, pp. 128-129.
QUAINI, M., Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.
QUAINI, M., Le forme della Terra, in «Rassegna», IX, 32/4, dicembre 1987, pp. 63-73.
ROSSI, L., Dalla profondità all’altitudine. Luoghi, autori e tecniche nella nascita della cartografia a curve di livello, Seminario di Studi “Professione Cartografo. Apporti locali e intrecci internazionali dall’osservatorio ligure”, Genova 22 giugno 2006 (Genova, Brigati), in stampa.
ROSSI, L., Lo specchio del Golfo. Paesaggio e anima della provincia spezzina, La Spezia, Agorà Edizioni, 2003.
ROSSI, L., Pierre-Antoine Clerc (1770-1843): biografia di un cartografo napoleonico, Seminario di studi “Storie di cartografi, storia della cartografia: la biografia nella ricerca geografica”, Torino 8-9 giugno 2006 (Alessandria, Edizioni dell’Orso), in stampa.
ROSSI, L., Un episodio rilevante nella storia della cartografia della montagna: la missione dei topografi francesi nel Moncenisio (1812-13), Convegno di Studi “La Montagna attraversata: pellegrini, soldati e mercanti”, Bard, 16-17 settembre 2006 (in preparazione).

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brigata topografica

Autore della scheda: Luisa Rossi

Chiodo, Agostino

Agostino Chiodo
N. Savona 16 aprile 1791
M. Torino 15 febbraio 1861

Relazioni di parentela: Il nome Chiodo individua, alle origini, una delle più conosciute famiglie di maiolicari e ceramisti savonesi, attiva tra il XVII e il XVIII secolo. Attorno alla bottega dei Chiodo, a testimonianza della capacità tecnica e dell’importanza commerciale acquisite fino alla chiusura, avvenuta nel 1770, si muove un variegato gruppo di artisti, pittori e disegnatori (tra questi i Guidobono, il Levantino, il Besio, l’Ampugnani, il Torteroli ed il Ratti).
Il capostipite della dinastia è probabilmente Giovanni Francesco nato nel 1647 (per le notizie riguardanti l’origine della dinastia si rimanda a G. Santuccio, 1981, p. 14-16 e C. Varaldo, 1978, pp. 125-131).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Più conosciuto, soprattutto per i ruoli di governo ricoperti negli ultimi anni di vita, è il secondo figlio di Vincenzo, Agostino, (1791-1861 - P. Visani, 1981 [1], pp.16-17). Compie studi matematici e nel 1808 è aiutante del Genio Imperiale a La Spezia dove lavora alla stesura dei piani e dei livelli propedeutici alla costruzione dell’arsenale. Nel 1810 entra come allievo all’Ecole Polytechnique di Parigi uscendone, nel 1812, con il grado di sotto-tenente. Promosso luogotenente degli zappatori partecipa alla campagna napoleonica del 1813 e viene fatto prigioniero a Dresda. Nel 1815 entra come luogotenente del genio nell’esercito piemontese. Capitano nel 1819. Nel 1822 è nominato docente di geometria descrittiva e fortificazioni all’Accademia militare di Torino. Nel 1826, lasciato l’insegnamento,è promosso maggiore e nominato direttore delle fortificazioni di Genova ruolo che lo occuperà, all’incirca per i successivi dieci anni, nella costruzione dei forti di Begato, Castelletto e Ratti e della caserma di S. Benigno. Ulteriori promozioni saranno quelle a tenente colonnello (1832) e colonnello (1836). Nel 1837 si occupa del riammodernamento della cittadella di Alessandria. Nel 1839 è promosso maggiore generale e diventa comandante del corpo del Genio, distinguendosi, nove anni dopo, nell’assedio di Peschiera, impresa che gli farà guadagnare la nomina a luogotenente generale e, il 25 agosto 1848, quella temporanea a capo di Stato Maggiore. Una serie di eventi lo portarono poi a ricoprire prima, il ruolo di ministro della Guerra (9 febbraio 1849) e addirittura presidente del Consiglio (21 febbraio).
Tornò al ruolo di capo del genio militare, dirigendone fino alla morte il Consiglio, il 4 giugno 1849, avendo nel frattempo ottenuto anche la nomina a senatore e il titolo di barone.

Produzione scientifica:
Memorie (si veda in particolare A. Fara 1983, p. 130):
Ispezione delle località in cui devonsi eriggere delle opere di fortificazione nel Golfo della Spezia ed esame dei relativi progetti, Torino, 10 settembre 1858.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
G. De Moro, Città parallele: lineamenti urbanistici a confronto fra Oneglia e Porto Maurizio (secc. XVI-XIX), in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp.61-67
A. Fara, La Spezia, Laterza, Bari, 1983
A. Fara, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Olschki, Firenze, 2006
T. Calderai, Della vita e delle opere del commendatore Domenico Chiodo maggiore generale del Genio, Carlo Voghera, Firenze, 1871
T. Calderai, Domenico Chiodo e La Spezia nella vita e nelle opere, ristampa anastatica, Luna editore, La Spezia, 1995
P. Cevini, La Spezia, Sagep, Genova 1984
L. C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dall’analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 232-238
L. C. Forti, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, 1992
M. R. Mari, Gli interventi del Genio militare nel golfo della Spezia per la realizzazione dell’Arsenale, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 273-283
M. Quaini [1], Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 7-60
M. Quaini [2], Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 171-218
M. Ricchebono, Architettura ed urbanistica del complesso del santuario, in AA.VV., La Madonna di Savona, 1985, pp. 147-176
G. Santuccio, Chiodo in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 14-18
M. Tassinari, Cartografi locali nel savonese tra Cinquecento e Settecento, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 201-208
C. Varaldo, Ceramisti savonesi del XVII secolo: i Folco, i Chiodo e i Peirano. Note storiche, in Atti dell’XI convegno internazionale della ceramica, Albissola, 1978, pp. 125-131
P. Visani [1], Chiodo, Agostino, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 16-17
P. Visani [2], Chiodo, Domenico, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 17-18.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Francesco Pezzi, Giacinto Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Chauchard, Alexis Nicolas

Alexis Nicolas Chauchard
N. Parigi 18 ottobre 1739
M. Santo Domingo 1798

Relazioni di parentela: Non risultano.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo

Biografia:
Nasce a Parigi il 18 ottobre 1739 da Alexis Chauchard, chirurgo, e da Luise Marie Marice.
Muore nel 1798 nel corso dell’evacuazione militare dell’isola di San Domingo.

Produzione scientifica:
Inizia la sua attività di cartografo dei confini nel 1764 al seguito di Grandpré, brigadiere di fanteria, incaricato nel 1768 di far levare la Carte des Aldudes (paese al confine con la Spagna) definita da Berthaut “un beau travail, qui n’a malheuresement pas été achevé”. In seguito a questo lavoro continuato per circa sei anni merita un giudizio molto lusinghiero da parte di Grandpré: “un sujet qui a du zèle, des talents, de l’intelligence” e che può diventare “un des meilleurs ingénieurs géographes que le Roy puisse avoir à son service soit à la guerre soit pendant la paix”, visto che era stato anche distinto in due campagne di guerra in qualità di Marechal des logis (SHAT, Dépôt de la Guerre, YA 92). La previsione, a giudicare dalle notizie della sua attività date dal Berthaut, sembra essersi pienamente avverata. Le operazioni alle quali partecipò, soprattutto sul confine settentrionale, servirono a rettificare la carta di Francia di Cassini.
Continua a lavorare sotto gli ordini di Grandpré fino al 1776, con incarichi di fiducia nelle Fiandre e in Haynaut, con piena soddisfazione del Marchese di Monteynard. Nel 1776 viene impiegato, insieme a molti altri cartografi, a levare la Carta delle coste della Bretagna.
Dopo diciassette anni di servizio come ingegnere geografo venne privato del suo stato da De Vault, direttore del Dépôt, senza motivo e malgrado il maresciallo di campo Grandpré avesse rinnovato il suo giudizio più che lusinghiero, come scrive lo stesso C. nella supplica del 21 dicembre 1777, volta ad ottenere una pensione adeguata per la moglie e i tre figli.
Diventa allora “ingegnere geografo militare di S.A. il Conte d’Artois”. A questo punto si perdono le informazioni sulla sua attività, ad eccezione di una supplica al re della figlia Marie Victoire dalla quale si apprende che “Nicolas Chauchard, ancien Capitaine d’infanterie, ingénieur géographe militaire de mons. Le Comte d’Artois et chevalier de l’ordre militaire de Saint Louis, partit en 1790 avec son fils unique pour se rendre à l’armée du prince de Condé, ou il fut emploié en qualité de Grand Maitre Maréchal des Logis jusqu’à l’epoque ou cette armée fut dispers ée, qu’il passa alors en Amérique en qualité d’ingenieur en chef de Sa Majesté Britannique», dove combattendo insieme a altri emigrati trova la morte nel 1798, dopo l’evacuazione di San Domingo. La figlia chiede non solo il riconoscimento dei servizi prestati da controrivoluzionario ma soprattutto il riconoscimento della sua attività di cartografo e in particolare del suo capolavoro: la Carta della Germania “frutto di venti anni di lavori, per la quale sacrificò la fortuna della sua sposa” e che fu costretto a vendere prima di sfuggire al Terrore (SHAT, Dépôt de la Guerre, YA 92). Di questa carta, pubblicata nel 1781-84 in 9 fogli e nel formato della carta di Cassini, Berthaut dice che era tornata utile anche nel periodo napoleonico.
La stessa sorte aveva subito la Carta dell’Italia di cui Berthaut dice che fu quella di cui più ebbe a servirsi l’Armée d’Italie nella sua prima campagna: “la maggior parte dei canovacci delle reconnaissances, preparati prima di andare sul terreno, erano ingrandimenti di questa carta” (Berthaut, I, p. 186). Limitata all’Italia settentrionale era stata stampata in 4 fogli a Parigi nel 1791 dall’ingegnere geografo Dezauche. Se dobbiamo credere alle memorie di de Bourienne, venne utilizzata da Napoleone anche nella preparazione della seconda campagna d’Italia. In questi termini, infatti, Louis de Bourienne ci rappresenta il Bonaparte alla vigilia della discesa in Italia: «Le Premier Consul me dit de faire dérouler dans son cabinet la grande carte d’Italie de Chauchard; il s’etendit dessus et me fit mettre a coté de lui. Puis il piqua avec une serieuse attention des épingles dont les tetes étaient garnies de cire rouge et de cire noire. Il me dit: Passant par les Alpes ici (en montrant le Grand-Saint-Bernard) je tombe sur Melas et je le joins ici, et il plaçait une épingle rouge dans la plaines de la Scrivia, entre Alexandrie et Tortone ou la bataille de Marengo aura lieu» (L. e G. Aliprandi, 2005). Ma sappiamo che Bourienne è poco affidabile.
Berthaut dice ancora che all’Armée d’Italie venne utilizzata anche una Carta del Tirolo di Chauchard (Berthaut, I, p. 186).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Col. Berthaut, Les Ingénieurs géographes militaires, 1624-1831, Paris 1902, vol. I .
L. e G. Aliprandi, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, I, Ivrea 2005.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier, Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini

Chiodo, Domenico

Domenico Chiodo
N. Genova 30 ottobre 1823
M. La Spezia 19 marzo 1870

Relazioni di parentela: Il nome Chiodo individua, alle origini, una delle più conosciute famiglie di maiolicari e ceramisti savonesi, attiva tra il XVII e il XVIII secolo. Attorno alla bottega dei Chiodo, a testimonianza della capacità tecnica e dell’importanza commerciale acquisite fino alla chiusura, avvenuta nel 1770, si muove un variegato gruppo di artisti, pittori e disegnatori (tra questi i Guidobono, il Levantino, il Besio, l’Ampugnani, il Torteroli ed il Ratti).
Il capostipite della dinastia è probabilmente Giovanni Francesco nato nel 1647 (per le notizie riguardanti l’origine della dinastia si rimanda a G. Santuccio, 1981, p. 14-16 e C. Varaldo, 1978, pp. 125-131).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Domenico Chiodo (Genova, 30 ottobre 1823 - La Spezia, 19 marzo 1870), figlio di Giovanni Battista. In età giovanile frequenta da esterno la scuola di marina e ne esce guardiamarina (1838). Il 6 dicembre 1840 passa al corpo del genio marittimo come sottotenente alle dipendenze del padre, a Genova. Luogotenente del 1844, nel 1848 è capitano e rimane a Genova in servizio presso l’arsenale. Nel 1851 fu inviato in Inghilterra per studio in seguito alla decisione cavouriana di costruire un grande arsenale nel seno del Varignano a La Spezia affidandolo all’ingegnere anglosassone J. M. Rendel cui Chiodo fu affiancato come collaboratore.
Nel 1857 Domenico, che nel frattempo è tornato a Genova, viene destinato alla direzione del genio di La Spezia col mandato di costruire l’arsenale progettato da Rendel. Giudicata più adatta allo scopo l’area situata tra La Spezia e l’abitato di Marola, idea sostenuta con forza da Chiodo (nel frattempo promosso a maggiore), viene incaricato di redigere un progetto di massima, discusso con Cavour nel 1860. Il progetto definitivo è datato 1 aprile 1861 e diventa legge il 28 luglio. Domenico è messo a capo, col grado di colonnello, alla direzione straordinaria del genio istituita appositamente per la costruzione dell’arsenale.
L’opera impegnò Chiodo - promosso maggior generale nel 1866 -
ininterrottamente dal 1861 al 1869 (P Visani [2], 1981, pp. 17-18).

Produzione scientifica:
carte:

Atlante a corredo delle Relazioni intorno ai principali lavori eseguiti nell’arsenale militare marittimo di Spezia, a cura del Comitato delle Armi di Artiglieria e Genio, Roma, 1881, tav. 5

Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, ISCAG, Roma: Piano della località di San Bartolomeo con la indicazione dei lavori eseguiti, 1863, ISCAG, FT 65°, 4093

memorie (si veda in particolare A. Fara 1983, p. 130):
Brevi note concernenti il progetto di massima del nuovo Arsenale Marittimo da formarsi nel piano sito a levante di S. Vito nel Golfo della Spezia, stato compilato d’ordine di S.E. il Ministro della Marina, Torino, 14 aprile 1860

Nuovo Arsenale Marittimo della Spezia. Relazione che va unita al progetto del 1° Agosto 1860, La Spezia, 1 agosto 1860

Arsenale Marittimo della Spezia. Relazione a corredo del progetto del 1° Aprile 1861, La Spezia, 1 aprile 1861

Brevi note in risposta alle asserzioni contenute nella lettera indirizzata al Signor Ingegnere Sarti al Ministro della Marina, Torino, 19 luglio 1861

Relazione sulle modificazioni introdotte nel progetto dell’Arsenale Militare Marittimo di Spezia a senso del parere espresso dalla commissione mista nominata dal Ministero della Marina, Torino, 20 dicembre 1861

Relazione del 10 Aprile 1866

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
G. De Moro, Città parallele: lineamenti urbanistici a confronto fra Oneglia e Porto Maurizio (secc. XVI-XIX), in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp.61-67
A. Fara, La Spezia, Laterza, Bari, 1983
A. Fara, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Olschki, Firenze, 2006
T. Calderai, Della vita e delle opere del commendatore Domenico Chiodo maggiore generale del Genio, Carlo Voghera, Firenze, 1871
T. Calderai, Domenico Chiodo e La Spezia nella vita e nelle opere, ristampa anastatica, Luna editore, La Spezia, 1995
P. Cevini, La Spezia, Sagep, Genova 1984
L. C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dall’analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 232-238
L. C. Forti, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, 1992
M. R. Mari, Gli interventi del Genio militare nel golfo della Spezia per la realizzazione dell’Arsenale, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova, 1986, pp. 273-283
M. Quaini [1], Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 7-60
M. Quaini [2], Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 171-218
M. Ricchebono, Architettura ed urbanistica del complesso del santuario, in AA.VV., La Madonna di Savona, 1985, pp. 147-176
G. Santuccio, Chiodo in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 14-18
M. Tassinari, Cartografi locali nel savonese tra Cinquecento e Settecento, in AAVV, Carte e cartografi in Liguria, Sagep, Genova 1986, pp. 201-208
C. Varaldo, Ceramisti savonesi del XVII secolo: i Folco, i Chiodo e i Peirano. Note storiche, in Atti dell’XI convegno internazionale della ceramica, Albissola, 1978, pp. 125-131
P. Visani [1], Chiodo, Agostino, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 16-17
P. Visani [2], Chiodo, Domenico, in AAVV., Dizionario biografico degli italiani, 25, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1981, pp. 17-18.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Francesco Pezzi, Giacinto Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani