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De Cotte, Pierre-Paul

Pierre-Paul De Cotte
N.
M. Parma 1770

Relazioni di parentela: è probabilmente originario di una famiglia di Pezenas nella Linguadoca, aggregata alla nobiltà tra il XVII e il XVIII secolo e dedita al mestiere di ingegnere milita­re (Blanchard, 1981). Si può avanzate l'ipotesi che Pierre-Paul, non citato dalla Blanchard, facesse parte di un ramo cadetto della famiglia o fosse comunque imparentato con Bernard Cotte (1661-1714) e Barthélémy-Louis-Marie Dc Cotte (1756-1817), ambedue ingegneri. Né si sa se siano esistiti rapporti di parentela con il più celebre Robert de Cotte, architetto civile.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare e cartografo

Biografia:
Secondo l' Alizeri era noto ne! popolo con il soprannome di Colonnello Ricotta. La malignità sembra basata su una testimonianza di F.M. Accinelli, il quale accusa di «imperizia» e «scipitaggine>>Monsieur Decotté-[sic] «detto per ischcrzo Monsieur Recotto», aggiungendo che «l'affezione de' Genovesi a' forestieri è sempre stata cagione di rimarchevoli inconvenienti sì al publico che al privato» (Accinelli, 11, p. 25). F. Alizeri riferisce il soprannome ai maso: lavori <> (Alizeri, 1864, p. 93).

Non si conosce né il luogo né la precisa data di nascita (ma intorno all'anno 1714-5 .15). Da un prospetto della Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-6 (ASC, Foglietta, 1209) si ricava infatti che era di nazione francese, di anni 50 e con moglie a carico. Lavora per la Repubblica di Genova dal 1745 al 1765 e da questo anno alla morte per il Ducato di Parma. Muore a Parma nel 1770.

Produzione scientifica:
Dopo l'attività svolta fino al 1744 in Germania, dove risulta essere distaccato «dal serviggio di Francia», nel 1745-46 svolge per due mesi una missione a Serravalle Scrivia e poi per dieci mesi in Corsica, nei presidi di Calvi, Aiaccio, Bonifacio e Bastia (ASG, Foglietta, 377 e Senarega, 271).
Rientrato a Genova per le esigenze della guerra in corso, svolge fra il 1746 e il 1748, per conto del Magistrato di Guerra e altre magistrature, diversi incarichi a Savona, Genova, Portofino, la Spezia. Fra questi spiccano le missioni volte «a riconoscere le fortezze tutte della Riviera di Levante e della Riviera di Ponente» fi­no a Nizza, dimostrando sempre «prontezza e zelo indefesso» e meritandosi nel 1749 il titolo di Colonnello (ASG, Foglietta, 383).
Nel 1749 esegue a Savona la demolizione di 126 case del Borgo della marina, la ristrutturazione della Fortezza e la riapertura del porto <<totalmente chiuso ed impe­dito». Dall'insieme di questa prima fase di attività «sussiste che in tutte le occasio­ni di pubblico comando si è sempre impiegato con speciale atrenzìone, speditezza e disinteresse, avendo già egli prima d'ora formati i Piani delle fortezze di Terra­ferma ed anche delle piazze di Corsica con avere anche suggerito vari lavori [ ... ]» (ASG, Senarega, 271, 18 maggio 1753).
Dal 1749 al 1752 dirige a Genova i lavori della grande caserma dello Sperone progettata dal maresciallo Sicre. Nel 17.50 è a Gavi per riparare i danni causati dall'assedio.
Nel 1751 lavora alle fortificazioni del Golfo della Spezia e in particolare alla For­tezza di S. Maria.
Nel 1752 lavora a Sarzana per opere di arginamento del torrente Chiara.
Nel 1753, tenuto conto dell'indisposizione del maresciallo Sicre e della abilità dimostrata nelle <<incombenze proprie del suo istituto ma anche per altre straordinarie appoggiategli», gli viene portato lo stipendio a L 180 mensili (ASG, Senarega, 271). Nel 1754 viene incaricato della progettazione della strada carrozzabile Sestri Levan­te -Parma per il passo di Cento Croci (già assegnata a Matteo Vinzoni nel 1751) e l'anno seguente subisce in zona un attentato «a motivo di zelo dimostrato per il pubblico serviggio» onde viene invitato a trasferirsi sotto scorta da Varese a Sestri e quindi in Genova (Senarega, 277). Nel 1756 viene riconosciuto dal Magistrato di Corsica come «il solo che abbia cognizione del paese» corso (ASG, Senarega, 278) e lavora anche ad alcuni rilievi della Fortezza di Gavi (ASG, Foglietta, 1261).
Dal 1757 è nuovamente a Genova dove lavora soprattutto alle fortificazioni pro­gettando e realizzando il forte Diamante in virtù di un finanziamento di L. 50.000 di Giacomo Filippo Durazzo.
Nel 1758 ha modo di criticare l'operato del brigadiere Flobert a proposito del­le fonificazioni del Golfo di Vado (già soggetto a critica da parte di Matteo Vinzoni l'anno precedente). Si riparla anche dei lavori progettati alle fortificazione del Golfo della Spezia, già interrotti per mancanza di fondi. Nello stesso anno si denuncia l'assenza dell'ingegnere alle mostre o riviste che gli ufficiali sono tenuti a fare davanti ai Deputati del magistrato di Veditoria per le paghe delle truppe.
Nel 1760 viene incaricato di lavorare alle fortificazioni di Ovada, dovendo, per ragioni di salute, far cambiare aria alla consorte.
Nei primi mesi del 1761 è in Corsica insieme agli ingegneri Gustavo, Ferretto e Policardi (ASG, Senarega, 289).
Nel 1763 torna a lavorare alla strada per Parma, compiendo ricognizioni sui luoghi e presentando l'anno successivo un Piùlan géographique del tracciato da Fornovo al passo di Cento Croci, e, sempre con la collaborazione dell'ingegnere parmense Boldrini, anche del tracciato fino al mare, con relazioni e memorie conservate nell'Archivio di Stato di Parma (ASP, Strade, 77 /87-89) .
Nel marzo del 1765, dopo aver richiesto il congedo che gli viene concesso «con le consuete onorifiche lettere patenti» (ASG, Senarega, 298), passa al servizio del Ducato di Parma dove lavora fino al 1770, anno della sua morte. Il Benassi osser­va che il C, venne <<riformato senza pensione dalla Repubblica per accuse di negligenze, malversazioni ed errori nella costruzione dei forti della Bastia in Corsica» ma che, a riprova dell' insussistenza delle accuse, venne «raccomandato caldamen­te da Marcello Durazzo [ ... ] e quindi assunto al servizio ducale» con decreto del 28 maggio, con il titolo di ingegnere in capo, il grado <li colonnello di fanteria e paga mensile dì Lire 7.50 (Benassi, 1923). In realtà le accuse erano semplici voci che circolavano in Genova, dovute probabilmente più a risentimenti contro la famiglia Durazzo che lo proteggeva che i suoi effettivi demeriti (lo stesso inviato di Parma, che le raccolse, non sembra dar molto credito a tali voci), Curiosa l'accusa di essere troppo condiscendente nei confronti della moglie «la quale nelle sue spedizioni ha sempre desiderato di andare con il marito» (Forti, 1992 , p. 211).
La sua attività nello Stato parmense è indirizzata soprattutto alla definitiva delineazione della Strada di Genova (o di Centocroci) e alla stima dei terreni da espropriare, in collaborazione con gli ingegneri Regalia, Borell, Bresciani e di G.P. Sardi, assunto nello stesso anno 1765 e impegnato nell'opera di catastazione. Del­l' «apporto della nuova cultura ingegneristica francese filtrata a Parma, col de Corre, attraverso Genova>> (Zermani, 1881 ), rimangono tracce consistenti nell'Ar­chivio di Stato di Parma, in gran pane ancora da studiare.
Come per altri ingegneri liguri (Carbonara, Vinzoni e Brusco) è accertata anche una certa attività professionale, in particolare per la famiglia Durazzo, per la quale risulta aver progettato e diretto la costruzione del palazzo di Cornigliano, come risulta dal Catalogo della Biblioteca di Giacomo Filippo Durazzo in cui compare questa citazione: <> (Archivio Durazzo, Cataloghi, n. 20).
Muore a Bardi l' 11 agosto 1770. Con decreto del 28 agosto viene concessa alla moglie l'annua pensione di lire 3600. NeI ruolo di capo ingegnere gli succede il piacentino Gioseffo Porcelli, perito camerale (Benassi, 1923 e ASP, Strade, busta 1).

Carte e memorie

Nella Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova si conserva un buon numero dì piante su diversi luoghi della Repubblica e della Corsica in cui si dimostra buon topografo e sulle quali si veda il catalogo della stessa. Particolarmente interessami quelle relative alla progettazione della strada Sestri Levante - Parma. Diverse memorie sulle piazzeforti della Liguria e della Corsica si conservano in diversi fondi dell'ASG.
Nell'Archivio di Staro di Parma carte e memorie si conservano nel fondo Strade, fra cui la Relazione riguardante la Mappa per una strada carregiabile da Fornovo o Sala di Parma fino a Sestri levante di Genova portata a sua Eccel.za il Sig. D. Guglielmo du Tillot, redatta da G.B. Tamburini nel 1764, in cui si motiva la chiamata del de Cotte e si anticipa la sua perlustrazione sul tracciato nell'anno 1763 in virtù di una <> (Strade, 77/87-89). Nel fondo Ponti e Strade esistono co­pie dì varie memorie, per ultima quella di Giacomo Brusco in cui si discutono i progetti per superare sul versante genovese il monte di Ceentocroci dei capitani genovesi Ferretto e Gustavo e dell'ingegnere Porcelli di Parma.


Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F.M. 1750, ACCINELLl, Compendio delle storie di Genova dalla sua fondazione sino all'anno 1750, Lipsia, 1750, 2 voll.
F. ALZIERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla sua fondazione dell'Accademia, I, Genova, Sambolino, 1864.
U. Benassi, Guglielmo Du Tillot. Un ministro riformatore del secoloXVIII. Du Tillot ministro d'Azienda: l'economia, in Archivio Storico delle Province Parmensi, XXIII (1923), pp. 56-73.
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingenieurs militaries 1691-1791, Montpellier, Imp. Louis Jean, 1981.
F. BONORA, Il palazzo Durazzo Bombrini a Cornigliano, Genova, Sagep, 1991.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri militari a Genova alla metà del Settecento, in <>, II, 1986, pp. 107-115.
M. QUAINI, A proposito di <> e <> nella cartografia genovese del Settecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia e Patria, 1987, II, pp. 783-802.
M. QUAINI, Levanto nella storia, I, Genova, Compagnia dei Librai -Comune di Levanto, 1988.
L. ROSSI, Lo specchio del Golfo, Sarzana, Agorà, 2003.
P. ZERMANl, Rappresentazione e ingegneria del territorio negli Stati Parmensi sotto i primi Borboni, in <>, 19, 1981, pp. 37-49.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Giacomo Brusco; Policardi, Matteo Vinzoni.

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Combes, Benjamin (alias DeScombes)

Benjamin de Combes
N. 1649
M. Caen 1710

Relazioni di parentela: Ha un fratello, Michel, ingegnere, e diversi figli che non continuano l'attività.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Figlio di un «capitano delle armate navali» nasce nel 1649. Esce da una famiglia di ufficiali di marina cli cui si ignora l'origine provinciale (secondo una testimonianza dell'ingegnere Claude Masse i Descombes sarebbero figli di un patrone di barca dell'isola di Yeu) e che riceve il titolo nobiliare nel 168.5. Muore ancora in attività, all'età di 61 anni, nel 1710 a Caen.

Produzione scientifica:
L'attività riguardante la Liguria (che fu comune anche a un terzo fratello Pierre), svolta nel 1684, è connessa al bombardamento di Genova, dove fa ricognizioni, leva piante in incognito e guida anche lo sbarco sulla spiaggia di Sampierdarena.
Le sue cane relative a Genova sono conservate negli archivi militari francesi e sono state studiate da E. Poleggi.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
E. POLEGG[, Carte francesi e porti italiani del Seicento, Genova, Sagep, 1991.
M. QUAINI (a cura di), Carte e Cartografi in Liguria, Genova, Sagep, .1986;.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Stefano, Alberto

Alberto De Stefano
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
1) Carta navegante fata per mano de alberto de ste/ano navigante nella nobile cita de Genova anno 1644, carta nautica, National Maritime Museum (G.230:1/14 MS), Greenwich.
2) Fato per mano de Alberto de Stefano anno domini 1545 -nella nobile cita de Genova, atlante nautico, British Library (Add.Ms 19511), Londra.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
C. ASTENGO, La cartografia nautica mediterranea dei secoli XVI e XVII, Genova, Erga, 2000, p. 88.
S.CRINÒ, Metodi costruttivi ed errori nelle carte da navigare: a proposito di un gruppo di carte della Biblioteca Olschki, in «La Bibliofilia», 1932, pp. 161-172.
C. DESIMONI, Elenco di carte nautiche ed atlanti di autore genovese oppure in Ge­nova fatti o conservati, in «Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti», 2, 1875, p. 67.
D. HowsE -P. BILLINGS, Handlist o/ Manuscript Sea Charts and pilot Books executed be/ore 1700, Greenwich, National Maritime Museum, 1973.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo

De Dulceto Agostino, Dulceti Angelino (alias Angelino de Dalorto, Angelino Dulcert)

Angelino De Dulceto
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo tra il 1330 e il 1339.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
1) Hoc opus fecit Angellinus de Dulceto anno dni MCCCXXX de mense martii composuit hoc, carta nautica, Collezione dei Principi Corsini, Firenze.
2) Hoc opus fecit Angelino Dulceti ano MCCCXXXVIII! de mense Augusti in civi­tate maioricharum, carta nautica, Bibliothèque Nationale, Parigi.
3) Carta nautica anonima e senza data, attribuita dal Caraci, British Library, Londra.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
T.CAMPBELL, Portolan Charts /rom the Late Thirteenth Century to 1500, in J.B. HARLEY e D. WooDWARD (a cura di), The History o/ Cartography, vol. 1, Car­tography in Prehistorical, ancient end Medieval Europe and the Mediterranean, Chicago, The University of Chicago press, 1987.
G.CARACI, Italiani e Catalani nella primz'tiva cartografia nautica, Roma, 1959.
C.F. DURO, Los cart6grafos mallorquinos Angelino Dulceti -Jafuda Cresques, in «Bol. de la Soc. Geogr. de Madrid», XXXI, 1891.
G.GEROLA, L'elemento araldico nel portolano di Angelino Dall'Orto, in «Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», XCIII, 1933-34.
A.MAGNAGHI, Angellinus de Da/orco, cartografo italiano della prima metà del secolo XIV, in «Rivista Geografica Italiana», 1897, fase. V-VI e VII.
A.MAGNAGHI, La carta nautica costruita nel 1325 da Angelino Dalorto, Firenze, 1898
M.MoLLAT -M. DE LA RoNCIÈRE, Les portulans: Cartes marines du XIIIe au XVIIe siècle, Fribourg, Office du Livre, 1984.
R.J. PUJADES I BATALLER, Memòries d'una mar solcada: El dibuix i l'escripturaciò del litoral valencià en la cartografia portolana medieval, in «afers», 40, 2001.
M.QUAINI, Catalogna e Liguria nella cartografia nautica e nei portolani medievali, in «Atti del Primo Congresso Storico Liguria -Catalogna», Bordighera, 1974.

Altro:
Edizione e schede delle carte:

A.R. HINKS (a cura di), Reproduction o/ early manuscript maps: I, The portolan chart of Angellino de Dalorto. MCCCXXV, Londra, Royal Geographical Society, 1929.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo



De Martinel, Joseph-Francois-Mariee

Joseph-Francois-Mariee De Martinel
N. Aix-les-Bains 23 ottobre 1763
M. Lione 8 aprile 1829

Relazioni di parentela: Della famiglia (di nobiltà savoiarda) non conosciamo altri rappresentanti che si siano illustrati nella cartografia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ufficiale di stato maggiore, cartografo e pittore.

Biografia:
Nasce a Aix-les-Bains il 23 ottobre 1763 da Jacques Melchior de Martinel e Josèphe Marie de Carpinel.
Muore a Lione l’8 aprile 1829 e viene inumato nel cimitero di Loyasse dopo esequie celebrate nella chiesa di S. Francesco di Sales.

Produzione scientifica:
I principali passaggi della sua carriera militare sono i seguenti:
sottotenente dal 19 giugno 1781, diventa tenente del corpo dei pionieri il 3 febbraio 1793 e con questo grado inizia la campagna contro i francesi, ottenendo nel febbraio del 1794 il grado di capitano dello stato-maggiore. Con questo grado svolge le funzioni di aiutante di campo del governatore della piazza di Cuneo e nel 1796 quella di quartier mastro generale della divisione Stura.
La sua ammissione al servizio della Francia avviene nel dicembre 1798 su proposta dell’adjudant general Cesar Berthier, dopo aver fatto per un anno parte dell’Ufficio topografico di Torino. A questo periodo sono legate le sue prime produzioni cartografiche delle quali si dirà più avanti. A riguardo del periodo francese occorre dire che il suo operato era molto apprezzato anche nel vivo della guerra, tanto che Sanson, nel 1805, lo volle con sé nello stato maggiore della Grande Armée in occasione della campagna contro l’Austria. Malgrado tutte queste qualità, la sua carriera non fu facile e certamente dovette scontare tanto la diffidenza generata dal precedente servizio, quanto la franchezza del suo carattere e la gelosia manifestata da Brossier in seguito all’incarico di dirigere la Carta dei campi di battaglia che costituì la sua principale opera di topografo in Italia. La diffidenza politica arrivò al punto che il Direttorio, malgrado la sua appartenenza all’esercito francese, lo considerò “emigrato” e mise all’asta i suoi beni. Solo l’intervento del Bonaparte valse a restituirgli i beni. I suoi avanzamenti e servizi sono così riassumibili:
nell’aprile del 1799 riceve l’ordine di unirsi, in qualità di aggiunto, allo stato maggiore dell’Armée d’Italie. Nominato capo di battaglione a titolo provvisorio dal generale Moreau nel giugno 1799, serve allo stato-maggiore della divisione Richepance. Nel marzo 1802 è incaricato da Brossier di dirigere la levata della carta tra l’Adige e l’Adda e ottiene la conferma del grado di capo di battaglione. Attaché al Dépôt général de la Guerre di Parigi, nell’aprile del 1803 gli viene assegnata la direzione della sezione topografica incaricata di levare la “Carta dei campi di battaglia”. Interrompe questo lavoro nel settembre del 1805 per partecipare alla campagna contro l’Austria, in qualità di aggiunto al generale Sanson incaricato della direzione del servizio topografico della Grande Armée. Confermato nel grado di “Chef d’escadron ingénieur géographe” nel novembre del 1808, dopo aver servito come direttore del bureau topographique dell’Armée du Nord è impiegato al Dépôt général de la Guerre a Parigi dal primo gennaio 1811 e poi distaccato in Italia nel periodo 1811-1814.
Messo a riposo nella prima Restaurazione viene richiamato nei Cento Giorni e partecipa a diverse operazioni militari con il maresciallo Suchet e i generali Berthezène, Valence e Bonnamy in diversi punti del territorio francese. Finita l’avventura napoleonica, il 15 novembre 1815 viene messo definitivamente a riposo con una pensione di 2400 franchi.

Al biennio 1797-98, quando entra a far parte dell’Ufficio topografico di Torino, Martinel riferisce la sua prima produzione cartografica, ricordando di aver inciso “quelques cartes pour expliquer mes idées sur une route tracée dans les montagnes du Piémont dans la guerre précédente” (SHAT, X em, 146). Queste prime opere, che peraltro devono essere ancora rintracciate, non sono le uniche del periodo di transizione verso il servizio francese. E’ lo stesso Martinel a elencare le opere fatte «avant mon admission à l’Armée française: une carte militaire depuis le Viso au Col de Tende; une carte militaire et historique de tous les faits qui ont eu lieu dans la Vallée de Vraita dans le deux dernières guerres; […] et les mémoires qui se trouvent dans le recueils de ces faits par les officiers de l’Etat-major en Piémont qui ont été portés a Paris avec les autre papiers de la Topographie; enfin depuis que je suis à l’Armée française la reconnaissance de la ligne de Vintimille; celle des sources du Pesio et de la Vermegnana en Piémont; celle d’un partie du Padouan».
Martinel chiude questo periodo della sua vita con una significativa considerazione: «Il est peu d’hommes aimant son pays qui, en reportant ce qu’il a fait pour sa patrie, n’éprouve le regret de ne pas en avoir fait assez: c’est celui dont je suis pénétré» (SHAT, X em, 146).
La sua più nota e rilevante attività cartografica è legata alle due maggiori operazioni topografiche del Dépot de la Guerre in Italia:
- la Carta tra l’Adige e l’Adda che dirige insieme a Brossier fino a quando viene incaricato della direzione della
- Carta dei campi di battaglia, nella quale collabora con Bagetti per le vedute di battaglia, con Brambilla, Bentabole, Castellino, Simondi e più tardi Schouany per le levate topografiche. E’ probabile che questo lavoro gli sia stato affidato in base alle sue competenze non solo topografiche ma anche artistiche. Di fatto riesce a indirizzare con maestria sia il lavoro di Bagetti sia quello dei topografi rivolto a costruire una carta del Piemonte e della Liguria, teatro delle grandi battaglie napoleoniche, alla scala 1:50000 da rilievi al 10000 e 20000. L’operazione non venne conclusa per le ragioni che sono illustrate da Berthaut. Ne rimangono diversi fogli, conservati sia nell’archivio del Dépôt général de la Guerre, sia nell’Archivio di Stato di Torino, che denotano l’alto livello raggiunto dai topografi franco-piemontesi.
Si conservano anche diversi mémoires storico-statistici sui vari comuni dell’area, frutto di inchieste analitiche svolte dagli stessi topografi e di recente studiate da Valeria Pansini. La fitta corrispondenza con il Dépôt e fra i topografi e i materiali (appunti, abbozzi, disegni) dell’archivio personale di Schouany (sparso fra i faldoni del Dépôt) fa di questa operazione un interessante laboratorio ricostruibile in tutti i dettagli e problemi.
La stessa sorte subisce la Carta tra l’Adige e l’Adda, poi diventata Carta della Repubblica italiana, della quale Martinel, prima del suo passaggio alla Carta dei Campi di battaglia, aveva collaborato a levare circa 8 fogli e a fare i necessari lavori trigonometrici.
Quanto alla passione per la pittura di paesaggio, si conosce un suo olio del 1787 intitolato Le Passage des Echelles, che è stato esposto alla mostra “Le paysage et la question du sublime”, tenutasi a Valence nei mesi di ottobre e novembre 1997.
Nel catalogo della mostra si legge un giudizio complessivo molto significativo su questo uomo di frontiera: “Martinel est l’homme des frontières: frontière historique (entre le XVIII e le XIX siècle), politique (entre monarchie, république et empire), culturelle et sociale (aristocrate mais républicain, militaire et artiste). Il fut pris dans toutes les tourmentes de son temps […]. Frontière professionnelle aussi: ce militaire ne fut ‘ni géographe, ni topographe, ni artiste’ mais à la conjonction de tout cela. Frontière géographique enfin: savoyard de naissance, sujet du roi de Sardaigne puis considéré pendant longtemps comme un émigré, dans ce no man’s land des nationalités, avant d’etre, bien tardivement, naturalisé français».

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Col. Berthaut, Les Ingénieurs géographes militaires, 1624-1831, Paris, 1902, vol. I e II.
D. e B. Quintin, Dictionnaire des Colonels de Napoleon, Paris. 1996, p. 585.
M. Carassi, Bagetti e la rappresentazione dei campi di battaglia napoleonici in Piemonte secondo il rapporto di un ufficiale al generale Menou, in «Studi Piemontesi», VII, fasc. 2 ( nov. 1978).
M. Quaini, Appunti per una archeologia del “colpo d’occhio”. Medici, soldati e pittori alle origini dell’osservazione sul terreno in Liguria, in L. Coveri e Diego Moreno (a cura di), Studi di etnografia e dialettologia ligure in memoria di Hugo Plomteux, Genova, Sagep, 1983.
M. Quaini, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in Id. (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.
M. Quaini, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell’ingegnere cartografo nelle periferie dell’impero napoleonico, in “Quaderni Storici”, n. 90 (dic. 1995).
V. Pansini, Un’operazione di cartografia e statistica 1801-1810, Tesi di laurea in Storia moderna, Università di Genova, 1994-95.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Chauchard

Autore della scheda: Massimo Quaini

Duchetto Claudio, vedi Duchetti Claudio

Claudio Duchetto
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Altro:

Rimandi ad altre schede: Duchetti Claudio

Autore della scheda: Giuliana Baso, Francesca Rizzi e Vladimiro Valerio

Di Agostini Bartolomeo, vedi Agostini Bartolomeo

Bartolomeo Di Agostini
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Altro:
Agostini Bartolomeo

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giuliana Baso, Francesca Rizzi e Vladimiro Valerio

Dal Cortivo Nicolò, vedi Del Cortivo Nicolò

Nicolò Dal Cortivo
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Altro:

Rimandi ad altre schede: Del Cortivo Nicolò

Autore della scheda: Giuliana Baso, Francesca Rizzi e Vladimiro Valerio

Del Cortivo Angelo, vedi Dal Cortivo Angelo

Angelo Del Cortivo
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Altro:

Rimandi ad altre schede: Dal Cortivo Angelo

Autore della scheda: Giuliana Baso, Francesca Rizzi e Vladimiro Valerio

Dalla Aloisa – Dalla Luisa Domenico, vedi Lovisa Domenico


N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Altro:

Rimandi ad altre schede: Lovisa Domenico

Autore della scheda: Giuliana Baso, Francesca Rizzi e Vladimiro Valerio