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Giuli, Giuseppe

Giuseppe Giuli
N. 1778
M. 1851

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Medico e naturalista (botanico, chimico e studioso di storia naturale) senese

Biografia:

Produzione scientifica:
Dal 1822 fu docente di Scienze Naturali e Botanica nello Studio di Siena ove diresse anche l’Orto Botanico.
Fu autore di svariati saggi sulle acque minerali toscane e su altri argomenti di varia cultura. Nella “Continuazione Atti dell’Accademia dei Georgofili”, pubblicò due lavori: Sulla distillazione del sugo fermentato dei frutti del Sambucus Ebulus, vol. VIII (1807), pp. 388-407; e Memoria sull’istituzione del Monte dei Paschi di Siena, vol. IV (1818), pp. 202-230.
Fu anche direttore dei Bagni di Montecatini.
Al 1835 risale il suo Progetto [a stampa] d’una carta geognostica ed orictonostica della Toscana per servire alla tecnologia, o al modo di rendere utili i minerali del Granducato alle arti, ed alle manifatture che venne ultimata nel 1840 e pubblicata nel 1843 (insieme ad una memoria interpretativa o Saggio statistico di mineralogia utile della Toscana per servire agli ingegneri, ai possidenti, ai medici, agli artisti e manifattori ed ai commercianti), alla scala di 1:200.000, con utilizzazione della Carta geometrica della Toscana di Giovanni Inghirami del 1831. Con velature cromatiche, si raffigurano i vari tipi di terreni e i diversi giacimenti minerali. Nonostante i tanti errori di classificazione di rocce e minerali (dovuti alle sue fonti, rispettivamente Abram Gottlob Werner e Francois-Sulplice Beudant) (Vitali, 1996, p. 312), questa rappresentazione tematica è particolarmente apprezzabile in quanto costituisce in assoluto una delle prime carte mineralogico-geologiche italiane.


Progetto d’una carta geognostica ed orictonostica della Toscana per servire alla tecnologia, o al modo di rendere utili i minerali del Granducato alle arti, ed alle manifatture, Siena, Onorato Porri, 1835;
Saggio statistico di mineralogia utile della Toscana per servire agli ingegneri, ai possidenti, ai medici, agli artisti e manifattori ed ai commercianti, Bologna, Nuovi Annali delle Scienze Naturali di Bologna, 1843.

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta geografica di mineralogia utile della Toscana, Siena, Bindi, Cresti e Compagni, 1843 (e Gran carta geografica mineralogica della Toscana del Cav. Giuseppe Giuli, 1840-43, in otto pezzi, ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 178-185).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Francovich e Rombai, 1990, p. 699: Rombai e Vivoli, 1996, p. 161; Vitali, 1996, p. 312; ASF, Piante del Ministero delle Finanze

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Girardi, Giuseppe

Giuseppe Girardi
N. Udine 1790
M. Udine 1840

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Corografo, agronomo

Biografia:

Produzione scientifica:
Storia fisica del Friuli, San Vito al Tagliamento, 1841-42

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
NAZZI G., (a cura di), Dizionario Biografico friulano, III ed., Clape Culturâl Acuilee, Udine 2002
CELOTTI A., La massoneria in Friuli, Udine 1982.
MARCHETTI G., Il Friuli. Uomini e tempi, Udine, 1979, pag. 973
TELLINI A., Della vita e delle opere di Giulio Andrea Pirona, Udine, 1897, pag. 95




LAGO L. - ROSSIT C., Theatrum Forii Iulii. La Patria del Friuli ed i territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il sec. XVIII, Trieste, Ed. Lint, 1988, vol.I, pp. 35, 37, 38, 45

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo

Giovannozzi, Pietro Paolo

Pietro Paolo Giovannozzi
N. Settignano (FI) 1658
M. Firenze 1734

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Architetto e aiuto ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa

Biografia:
attività documentata tra il 1722 e il 1725

Produzione scientifica:
Autore, nel 1680, dell’altare maggiore nella chiesa di S. Verdiana a Firenze, insieme ad Antonio Masoni, subentra all’attività del fratello Giovannozzo come ingegnere della Parte nel 1722; nel 1725 chiede ed ottiene di potersi avvalere dell’aiuto del figlio Innocenzio.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Thieme e Becker, 1921; Rombai, 1987; Archivio di Stato di Firenze, 1991; Pansini, 1993; Rombai, 1993; Piccardi, 2001.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Giovannozzi, Innocenzio

Innocenzio Giovannozzi
N.
M.

Relazioni di parentela: Innocenzio, figlio di Pietro Paolo Giovannozzi, nipote quindi di Giovannozzo Giovannozzi

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Capitani di Parte Guelfa

Biografia:

Produzione scientifica:
Diventò aiuto-ingegnere e rimase nei ranghi della Parte almeno fino al 1734, ma molto poco si sa della sua attività professionale e della sua produzione cartografica.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Thieme e Becker, 1921; Rombai, 1987; Archivio di Stato di Firenze, 1991; Pansini, 1993; Rombai, 1993; Piccardi, 2001.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Giovannozzi, Giovannozzo

Giovannozzo Giovannozzi
N. Settignano (FI)
M. 1722

Relazioni di parentela: Il padre è Francesco Giovannozzi

Fratello di Pietro Paolo Giovannozzi e zio di Innocenzio Giovannozzi

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Agrimensore e ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa e dello Scrittoio delle RR. Possessioni, viene definito «abile disegnatore».

Biografia:
La sua attività risulta documentata tra il 1690 e il 1722, soprattutto come compilatore di cabrei.

Produzione scientifica:
Tra il 1690 e il 1697 redige i cabrei dei beni dell’Ospedale di S. Maria Nuova; nel 1696 il cabreo della fattoria granducale di Careggi; il 12 giugno dello stesso anno firma un contratto per l’edificazione dell’altare della cappella nella fattoria granducale di Bellavista. Nel 1698 elabora una carta della fattoria granducale di Montevarchi per conto del marchese Antonino Salviati.

Produzione di cartografia manoscritta:
Descrizione Geografica di tutto il Comune di Monte Murlo fatta per dimostrare i luoghi ove sono posti gli Effetti dell’Ill.mo e Cla.mo Sig. e Seatore e Marchese Ludovico Tempi..., estratta dall’originale che si conserva nell’Archivio delle Riformagioni, I metà XVIII sec. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 173);
Pianta di una porzione del fiume Pesa dai Beni dello Spedale di S. Paolo dei Convalescenti, e dei Beni dei Marchesi Albergotti sopra il mulino di Montelupo, 20 settembre 1712 (ASF, Piante dei Capitani di Parte Guelfa, cartone VIII, n. 2);
Cabreo della fattoria di S. Piero a Massa, 1690 (ASF, S Maria Nuova, n. 693, 62);
Cabreo della fattoria dell’Olmo, 1693 (ASF, S. Maria Nuova, n. 694, 63);
Cabreo della fattoria di Grezzano, 1694 (FRP);
Cabreo della fattoria di Monte Vettorini, 1697 (ASF, S. Maria Nuova, n. 703, 72);
Cabreo della fattoria di Castagneto, 1697 (ASF, S. Maria Nuova, n. 701, 70);
Cabreo della fattoria di Careggi, 1696 (ASF, Piante delle R. Possessioni, t. VIII – 652, 11);
Pianta della fattoria di Monte Varchi, 1698 (AS, n. 11);
Dimostrazione di parte del corso del fiume Elsa, sopra al ponte e pescaia del Mulino di S. Galgano, inizio XVIII sec. (ASSG, Y.32).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Baldini Giusti, 1981-82; Bellinazzi e Manno Tolu, 1995; Ginori Lisci, 1978; Guarducci e Rombai, 1994, pp. 137-156; Karwacka Codini e Sbrilli, 1993; Rombai, 1993; Rombai, 2003; Rombai, 1987; Valentini, 1993; Vichi, 1986, pp. 61-130; Vivoli, 2003; Vivoli, 1994; Vivoli, 2004; Thieme e Becker, 1921; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dei Capitani di Parte Guelfa; ASF, S. Maria Nuova; ASF, Piante delle R. Possessioni; AS; ASSG; FRP.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Giovannitto, Giuseppe

Giuseppe Giovannitto
N. Oratino 1693
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Agrimensore (ASC, Protocolli notarili del comune di Baranello, fondo notaio De Maio Francescantonio, scheda n.1).

Biografia:
Nato ad Oratino nel 1693, è attivo nella prima metà del XVIII secolo in Molise fino alla morte nel 1761 (LORUSSO, 2006, p.98).

Produzione scientifica:
La Pianta, di seguito citata, assume un valore aggiunto perché Giovannitto riproduce anche, come particolare, Campobasso città turrita.

Produzione di cartografia manoscritta:
- Pianta del Feudo di Santa Maria Monteverde in tenimento di Mirabello diocesi di Boiano, 1743.
F.to: Giuseppe Giovannitto dell’Oratino agrimensore
ASC, Protocolli notarili del comune di Baranello, fondo notaio De Maio Francescantonio, scheda n.1.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Vincenzo Aversano e Emilia Sarno

Gioria, Cesare

Cesare Gioria
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza: Servizio Cartografico del Ministero delle Colonie; Servizio Cartografico del Ministero dell’Africa Italiana; Istituto Geografico Editoriale Italiano (IGEI)
Qualifica: disegnatore

Biografia:

Produzione scientifica:
È nota la sua attività in quanto dipendente del Servizio Cartografico del Ministero delle Colonie (poi dell’Africa Italiana), ma non si sa a partire da quale data. La sua firma, in qualità di disegnatore, compare talvolta al piede delle carte prodotte dal Servizio; ma va rilevato che nella produzione del Servizio Cartografico vigeva il criterio di assegnare al responsabile del Servizio (Achille Dardano) la paternità delle carte prodotte: al punto che la firma di Dardano ricorre ancora dopo il suo pensionamento nel 1936 (forse per opere che erano state impostate in precedenza) e perfino anni dopo il suo decesso, avvenuto nel 1938 (nel caso di riedizioni più o meno aggiornate).
Da carte d’archivio conservate presso l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, è possibile ricavare che nel 1943 Cesare Gioria, in conseguenza degli eventi politico-militari del momento, seguì il trasferimento in Italia settentrionale (dapprima a Cremona, poi a Pallanza, Ghiffa, Intra, Laveno e infine Brenta di Cittiglio) del Servizio Cartografico, insieme con gli altri uffici del Ministero dell’Africa Italiana; in questa circostanza, in assenza del reggente il Servizio (Icilio Zappieri), Gioria ebbe la responsabilità della conservazione del materiale e del funzionamento del Servizio; per gli anni 1942-1948, peraltro, non risulta né pubblicata né prodotta alcuna carta del Servizio Cartografico.
All’intera responsabilità di Gioria risalgono poche carte successive al 1948 e probabilmente databili fino ai primissimi anni Cinquanta, rimaste allo stato manoscritto.
Lasciato il Servizio Cartografico, forse al momento della soppressione del Ministero dell’Africa Italiana (1954), forse poco prima, Cesare Gioria prese a collaborare con l’Istituto Geografico Editoriale Italiano (IGEI), da cui peraltro si separò dopo pochi anni. Non si hanno notizie su eventuali ulteriori attività.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
C. Cerreti, La raccolta cartografica dell’Istituto Italo - Africano, Tip. G. Pioda, Roma, 1987;
M. Mininni, La cartografia coloniale e l’opera del Ministero dell’Africa Italiana, in Atti del XIV Congresso Geografico Italiano, Bologna 1947, Bologna, 1949, pp. 213-221.

Rimandi ad altre schede: Achille Dardano, Servizio Cartografico del Ministero dell’Africa Italiana, Servizio Cartografico del Ministero delle Colonie e Icilio Zappieri

Autore della scheda: Claudio Cerreti

Giorgini, Gaetano

Gaetano Giorgini
N. Montignoso (oggi in Provincia di Massa Carrara ma all’epoca appartenente allo Stato di Lucca) 15 giugno 1795
M. Firenze 14 settembre 1874

Relazioni di parentela: Nacque da Niccolao (che rivestì le più cariche importanti amministrative a Lucca e nel suo Stato fino al 1848) e da Giovanna Fortini, di nobile e ricca famiglia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1824 e 1825 pubblicò le sue prime opere idrauliche, ove – oltre a difendere il suo operato del taglio del Serchio durante l’inondazione dalle critiche del padre Michele Bertini – sosteneva che la causa principale, se non esclusiva, della malaria stava nella miscela di acque dolci e salse, ragion per cui la bonifica doveva impedire una simile mescolanza mediante la costruzione di cateratte angolari a bilico e scatto sulle foci in mare dei corsi d’acqua, come già avvenuto nel XVIII secolo nei laghi-paduli di Porta e Massaciuccoli.
Nello stesso 1825, esasperato dalle opposizioni in patria e dalla soppressione della sua cattedra nel Liceo di Lucca (20 ottobre 1824), si trasferì a Firenze ed entrò in stretto rapporto con il governo granducale, da cui ebbe immediatamente la nomina a professore di matematiche applicate nell’Accademia di Belle Arti di Firenze, e scelto con Giuseppe Del Rosso e Giuliano Frullani a comporre il consiglio che doveva dar vite e presiedere il nuovo Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade, di cui nel 1826 il nostro divenne membro effettivo (Barsanti, 1994, pp. 257-262).
Il 30 maggio 1826, Giorgini scrisse una inedita Relazione intorno alle bonificazioni proposte nel padule di Scarlino (una delle zone umide più malsane della Maremma) e subito ebbero inizio le committenze pubbliche come idraulico. A Scarlino, Giorgini pensava di combinare il metodo della colmata con le acque della Pecora con quello del prosciugamento per scolo naturale, però previa costruzione di un ponte con cateratte a bilico alla foce del Puntone per impedire la miscela delle acque. Con altra memoria del 5 marzo 1827, egli propose di chiudere la vecchia foce del Puntone – cronicamente soggetta ad interrimenti – e di scavarne una nuova “in terreno più stabile” sotto ai poggi di Portiglioni (ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice, f. 145, Affare relativo al prosciugamento del Padule di Scarlino).
Leopoldo II scrive di aver a lungo discusso dei problemi maremmani e dei possibili rimedi, nel corso di quello stesso anno 1826, con Giorgini che tendeva a sottolineare l’efficacia delle cateratte apposte sulle foci fluviali a Viareggio e Porta in Versilia. Convinto da tali argomentazioni, il granduca incaricò lo scienziato “di fare una ispezione accurata delle condizioni delle foci dei paduli della Maremma, aggiungendo alla relazione suo parere. Egli soddisfece all’incarico nel verno 1826 e 1827, e propose le cateratte angolari per tutti quei paduli”(Pesendorfer, a cura di, 1984, pp. 101-104).
Tra il 1826 e il 1828, Giorgini – grazie anche alla redazione e in parte alla pubblicazione delle memorie del 1824-25 e di nuove altre del 1826-27, ove ribadiva la sua teoria della pericolosità della miscela delle acque anche e soprattutto nelle Maremme – fu incaricato della bonifica grossetana, ove egli applicò le sue idee nella pianura di Grosseto e di Castiglione della Pescaia, oltre che in quella di Scarlino, mediante la costruzione del grandioso ponte a tre luci con cateratte angolari (ruotanti lateralmente) sulla Fiumara di Castiglione e del ponte a paratoie sul nuovo emissario del Padule di Scarlino a Portiglioni. In questo secondo comprensorio, il matematico lucchese provvide pure a deviare il fiume Pecora (ed altri corsi d’acqua minori) per colmare la parte occidentale – la più prossima al nuovo insediamento industriale e residenziale granducale di Follonica – della zona umida scarlinese, e a costruire il ponte-canale per far soprapassare sulla Pecora il canale alimentatore dello stabilimento siderurgico.
Giorgini – che redasse nel 1827 un’ampia Relazione storica e geografica sulla Toscana litoranea e sullo stato della bonifica maremmana (ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice, f. 145, ins. 1), edita dal Salvagnoli Marchetti nel 1859 (Barsanti, 1994, pp. 262-265) – sembrava allora sulla cresta dell’onda; ma quando però, alla fine del 1828, Leopoldo II si accorse che i risultati attesi (in termini di risanamento ambientale) tardavano a manifestarsi, si convertì all’idea della colmata generale delle zone umide maremmane prospettatagli da Vittorio Fossombroni con le sue Memorie sulla Grossetana. Di conseguenza, Giorgini (che il 23 luglio 1827 aveva redatto un’altra organica relazione Sopra i paduli di Campiglia e Piombino, stimolata da un progetto dell’ingegnere granducale Graziano Capaccioli basato su “un combinato sistema” di canalizzazioni e colmate) fu esonerato dalle operazioni della bonifica maremmana – di cui venne incaricato Alessandro Manetti alla guida dello specifico Ufficio del Bonificamento avente sede a Grosseto – e ottenne soltanto di proseguire la sistemazione mediante colmata della Paduletta di Livorno in collaborazione con Giuliano Frullani.
Giorgini svolse comunque prestigiosi incarichi nell’amministrazione lorenese. Nel 1826-34, fu membro del Consiglio degli Ingegneri della Soprintendenza alla Conservazione del Catasto ed al Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade; dal 1835 al 1837, fece parte (come membro ordinario) della Direzione del Corpo d'Ingegneri di Acque e Strade; nel 1838-49, fu Consigliere Onorario dello stesso ente.
Nel 1837, venne nominato Cavaliere dell'Ordine di S. Stefano e Conservatore del Catasto, mentre dal 1838 fu nominato Provveditore dell’Università di Pisa (di cui già da qualche anno era professore ordinario di matematica), e dal 1840 Soprintendente Generale agli Studi del Granducato. Grazie anche a questi ultimi incarichi accademici, poté essere uno dei più influenti promotori e organizzatori del I Congresso degli Scienziati Italiani, tenutosi a Pisa nell’ottobre 1839. Nel 1841 fu “assessore” del congresso scientifico tenutosi a Firenze, nel 1843 presiedette la sezione di fisica, chimica e matematica in quello di Lucca e non mancò di intervenire a quello genovese del 1846.
Nel 1839 fu impegnato nel dibattito progettuale della bonifica del Padule di Bientina, per la cui sistemazione – a suo parere mediante l’apertura di un emissario a nord, da utilizzare pure come idrovia, e da far sfociare presso il forte del Gombo non lontano dal Fiume Morto – pubblicò un altro documentato Ragionamento sopra il regolamento idraulico della pianura lucchese e toscana interposta fra Arno e Serchio, illustrato da due rappresentazioni: la carta dei bassi bacini del Serchio e dell’Arno e lo Spaccato della Galleria di Ripafratta (disegnate da V. Simoncini e stampate da Ballagny a Firenze).
Anni dopo fu anche ambasciatore granducale a Modena e Parma (1847) e ministro degli Esteri nel breve governo Capponi (agosto-ottobre 1848).
Dal 1850, fu membro del "Consiglio d'Arte" della Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade e delle Fabbriche Civili dello Stato e, dal 18 maggio 1859 – dopo la caduta di Leopoldo II e del Granducato – ne divenne Direttore Generale (con guida anche degli uffici e soprintendenze delle bonifiche maremmane e chianine), in sostituzione di Alessandro Manetti.
Il nuovo Governo Provvisorio guidato da Bettino Ricasoli (1859-60) dette infatti pieno credito al ‘partito della miscela delle acque’, e Giorgini – coadiuvato dall’ispettore sanitario Antonio Salvagnoli Marchetti – si prese la sua tardiva rivincita, tornando a punteggiare gli emissari dei paduli maremmani, da Rimigliano al Chiarone, di ponti cateratte a bilico, senza rinvigorire l’ormai stanza azione delle vecchie colmate nelle piane di Piombino, Scarlino e Castiglione. I due tecnici – nel comprensorio del padule di Castiglione – chiusero gli emissari Bilogio e San Leopoldo, che si erano rivelati non necessari alle operazioni di colmata che proseguivano a rilento, e scavarono i fossi Allacciante e nuovo Tanaro anche per finalità irrigue e idroviarie.
Per la prima volta, però, pensarono e cominciarono a provvedere al disseccamento delle zone umide minori di Pian d’Alma, Gualdo (oggi Punta Ala) e Pian di Rocca, tutte nel territorio di Castiglione della Pescaia, sempre con la prevalente erezione di dighe e paratie automatiche alle foci degli emissari. Nell’Orbetellano, poi, area dove non erano mai stati effettuati veri lavori di bonifica salvo la diga acquedotto (che saldava la cittadina all’Argentario) realizzata negli anni ’40 da Manetti, Giorgini chiuse l’emissario della Peschiera di Fibbia nella laguna di Orbetello, onde evitare che il fiume Albegna riversasse le sue acque dolci nella laguna; nella piana di Talamone, per prosciugare l’omonima zona umida costiera, scavò il fosso Bentegodi che fu dotato di portoni a bilico; un po’ più a sud, nel piano di Campo Regio, approfondì il fosso Primo per far scolare i laghetti ivi esistenti; e, finalmente, a Burano sbarrò la foce del lago con una diga e aprì un nuovo canale parallelo al Tombolo per essiccare le piccole zone umide retrodunali di Macchiatonda e della Tagliata, con l’escavazione di un altro canale comunicante con il padule delle Basse mediante una fabbrica con cateratte.
Furono altresì costruite strade (come quella del Padule fra Castiglione e Grosseto) e ferrovie (la tirrenica Livorno-Grosseto-Chiarone e la trasversale Grosseto-Asciano), ma nonostante questo fervore di lavori, nell’immediato i risultati non furono pari alle attese, e nuove critiche e polemiche rivolte dal Manetti e altri esponenti ‘granduchisti’ misero ancora una volta in discussione il suo operato di idraulico che egli difese puntualmente con vari rapporti editi (anche insieme al Salvagnoli Marchetti) tra il 1859 e il 1863, tra i quali spicca la documentata ed appassionata Relazione sullo stato del bonificamento delle Maremme Toscane nel luglio 1863 (Barsanti, 1994, pp. 273-279).
Nel marzo 1860 era stato nominato Senatore del Regno e nel 1863, amareggiato, volle ritirarsi a vita privata nella sua Montignoso.
Ha lasciato una mezza dozzina di lavori di matematica fra cui sono da segnalare alcuni di cinematica e di statica. Precursore del Möbius nella considerazione delle reciprocità nulle, fu anche membro dell'Accademia dei XL.
Fra i suoi numerosi allievi, si ricorda anche Pellegrino Papini (ingegnere di Pescia) (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, ff. 1-2).
Da notare che la Relazione a stampa rivolta al governo nel 1863 comprende due carte topografiche relative ad altrettante sezioni della costa maremmana (Littorale compreso fra S. Vincenzo e Bocca d’Ombrone e Littorale compreso fra Bocca d’Ombrone ed il confine Pontificio), mentre le Repliche all’ingegner Pietro Passerini sempre del 1863 contengono la Pianta del Padule di castiglioni della Pescaia illustrante l’andamento della bonifica all’anno 1863 che utilizza la ben nota base litografata dell’I. e R. Laboratorio.



Produzione scientifica

Osservazioni sopra un’opinione del prof. M. Bertini esposta nel suo trattato teorico-pratico de’ fiumi, Lucca, Tip. Ducale, 1824;
Sur les causes de l’insalubrité de l’air dans le voisinage des marais en communication avec la mer (edito nel 1825 dall’Académie Royale des Sciences di Parigi, poi riedito nel volume Sull’insalubrità dell’aria delle Maremme e sui mezzi per toglierla. Memorie tre, Firenze, Tip. delle Murate, 1859, pp. 5-18);
Dell’apertura di un canale navigabile che dall’Adriatico, a traverso dell’Italia sbocchi per due porti nel Mediterraneo, “Antologia”, 65 (1826), pp. 74-80;
Relazione intorno alle bonificazioni proposte nel Padule di Scarlino (1826), in SALVAGNOLI MARCHETTI A., Rapporto a S.E. il Presidente del R. Governo della Toscana sul bonificamento delle Maremme Toscane dal 1828-29 al 1858-59, Firenze, Tip. delle Murate, 1859, pp. 134-139;
Sopra i paduli di Campiglia e Piombino (1827), in SALVAGNOLI MARCHETTI A., Rapporto a S.E. il Presidente del R. Governo della Toscana sul bonificamento delle Maremme Toscane dal 1828-29 al 1858-59, Firenze, Tip. delle Murate, 1859, pp. 116-120;
Relazione (1827), in Sull’insalubrità dell’aria delle Maremme e sui mezzi per toglierla. Memorie tre, Firenze, Tip. delle Murate, 1859, pp. 18-59;
Ragionamento sopra il regolamento idrico della pianura pisana e lucchese, interposta tra l'Arno e il Serchio, Pisa, Pieraccini, 1839;
Memoria intorno alla causa più probabile della insalubrità della Maremma (1827), in Sull’insalubrità dell’aria delle Maremme e sui mezzi per toglierla. Memorie tre, Firenze, Tip. delle Murate, 1859, pp. 59-80;
Rapporto del direttore idraulico, in GIORGINI G. e SALVAGNOLI MARCHETTI A., Rapporti a Sua Eccellenza il Governatore Generale della Toscana sulle operazioni idrauliche ed economiche eseguite nel 1859-60 nelle Maremme Toscane, Firenze, Tip. delle Murate, 1860, pp. 3-40;
Relazione sullo stato del Bonificamento delle Maremme Toscane nel luglio del 1863 a S.E. il Ministro dell’Agricoltura Industria e Commercio, Firenze, Bettini, 1863;
Repliche delli Ufficiali del Genio Civile addetti al Bonificamento delle Maremme al Rapporto dell’ingegnere Pietro Passerini Ministro Economo dei Regi Possessi in Grosseto sul Bonificamento della Maremma Grossetana, Firenze, Le Monnier, 1863.

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta dei bassi bacini del Serchio e dell’Arno, e Spaccato della Galleria di Ripafratta, disegni di V. Simoncini e stampa di Ballagny a Firenze, 1839, in Ragionamento sopra il regolamento idrico;
Due carte topografiche relative ad altrettante sezioni della costa maremmana (Littorale compreso fra S. Vincenzo e Bocca d’Ombrone e Littorale compreso fra Bocca d’Ombrone ed il confine Pontificio), edite nella Relazione sullo stato del Bonificamento delle Maremme Toscane del 1863;
Pianta del Padule di Castiglioni della Pescaia illustrante l’andamento della bonifica all’anno 1863, in Repliche all’ingegner Pietro Passerini del 1863.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Azzari e Rombai, 1986, p. 118; Pertempi, a cura di, 1990, pp. 47 e 50; Gabellini, 1987, p. 153; Cresti e Zangheri, 1978, p. 116; Caciagli, 1984, p. 84; Barsanti, 1989; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, pp. 257-281; Barsanti, DBI, ad vocem; Pesendorfer, a cura di, 1984, pp. 101-104; ASL, Inventario Direzione, poi Commissariato delle Acque e Strade; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade; ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice; ASF, Ufficio di Bonificamento delle Maremma; AADF, Fondo Manetti; ASGr, Ufficio del Bonificamento della Maremma.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Giorgi, Francesco

Francesco Giorgi
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò la mappa 433/37 Violatella, per conto del monastero romano di Santa Maria in Via Lata.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Giorgi, Eusebio

Eusebio Giorgi
N. Lucca 3 gennaio 1847
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Padre scolopio lucchese di nascita, fisico, professore di matematica al Collegio Tolomei di Siena, fu poi operante nell'Osservatorio Ximeniano di Firenze, dove ricoprì la cattedra di idraulica e meccanica fin dal 1836-37 e fu stretto collaboratore dell’Inghirami.

Produzione scientifica:
Nel 1830 stese per i Georgofili un lavoro meteorologico quale il Rapporto di una deputazione speciale incaricata di esaminare le opinioni esposte dal Prof. Giovacchino Taddei nella sua memoria sulla brina caduta il 1° maggio 1829, edito in “Continuazione Atti dell’Accademia dei Georgofili”, vol. VIII (1830), pp. 58-69.
Lo stesso Inghirami il 3 gennaio 1847 annunciò la morte di Eusebio al conte Alessandro Della Gherardesca (Rombai, 1989, pp. 45 e 123; e Barsanti, 1989, p. 9).
Nel 1844 – subito dopo una delle più tragiche inondazioni dell’Arno che si ricordi – costruì e pubblicò (con disegno di Cosimo Bartoli e incisione di G. Maina), per chiare finalità di studi idraulici e di politiche territoriali, la bella carta del Corso dell’Arno dal Capo alla Foce coi suoi principali influenti alla scala di 1:200.000, che è chiaramente derivata dalla gran carta toscana dell’Inghirami e si configura però in senso tematico e precisamente oro-idrografico.
Nel 1845 venne chiamato alla presidenza della società creata dagli imprenditori fratelli Cini di San Marcello Pistoiese, proprietari della grande cartiera della Lima, per studiare il tracciato della prima ferrovia transappenninica per Pistoia-Porretta-Bologna, che venne poi costruita tra gli anni ’50 e ’60 grazie anche al contributo tecnico offerto dal confratello Giovanni Antonelli che fu coinvolto dallo stesso Giorgi.
Giorgi fu pure autore della breve biografia Cenni storici sulla vita e sulle principali scoperte del cav. Leopoldo Nobili, “Memorie di Matematica e di Fisica della Società Italiana delle Scienze di Modena”, tomo XXII, 1839.
Il suo ritratto – inciso in nero nel 1839, su disegno "a memoria", da Gaetano Palazzi, con dedica degli allievi: “Ecco la cara immagine paterna di lui che coi precetti ed insieme coll'opera ci vien mostrando come l'uom si eterna” – è compreso nella raccolta Ritratti di scienziati a cura della Litografia Ballagny e altri della fine del XIX secolo (in OX di Firenze) (Barsanti, 1992, pp. 76 e 123).

Produzione di cartografia manoscritta:
Corso dell’Arno dal Capo alla Foce coi suoi principali influenti, 1844, disegno di Cosimo Bartoli e incisione di G. Maina.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Rombai, 1989, pp. 45 e 123; Barsanti, 1989, p. 9; Barsanti, a cura di, 1992, pp. 76 e 123; OX.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai