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De la Naverre, Noble Pierre-Philibert (alias Navere)

Pierre-Philibert Noble
N.
M. 1774

Relazioni di parentela: Appartiene a una famiglia della borghesia parigina che dopo aver dato diversi uomini di legge, anche in seguito ad alleanze con gli ingegneri Grillot de Prédelys produce due ingegneri topografi che hanno lavorato in Italia anche in tempo di pace per stabilire i confini fra Francia e Piemonte e fra quest'ultimo e la Repubblica di Genova. Ha un figlio, Claude-François, che si forma alla scuola di Mezieres ( del quale non viene fatta la scheda per non aver avuto contatti con i cartografi liguri) e un fratello che si chiama François de La Naverre, sieur de Fleurigny (1689-1754). Partecipa alla campagna d'Italia del 1734-35 e alla delimitazione dei confini di Francia con lo stato sardo nel 1734-35. Succede al fratello anche nel­la mediazione per il trattato sui confini fra il Piemonte e la Repubblica di Genova.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, topografo

Biografia:
Nato probabilmente a Parigi nell'ultimo guano del secolo XVII. Muore nel 1747 nel corso della campagna d'Italia.

Produzione scientifica:
L'attività che più ci interessa è quella di topografo, nella quale eccelleva (come ri­sulta dalla sua scheda personale citata da A. Blanchard, Dictionnaire, s,v.), Per queste sue qualità, nel 1730, venne scelto dal re di Francia come arbitro nella demarcazione dei confini fra lo stato genovese e quello piemontese e a questo titolo venne in contatto con i cartografi italiani che si occuparono della vicenda: Francesco Gallo Matteo Vinzoni. Nelle filze della Giunta dei Confini dell'ASG esi­stono documenti interessami non soltanto sull'espletamento della missione, ma anche indizi di uno scambio di vedute, metodi e perfino di un manuale di inge­gneria dal topografo francese al Vinzoni.
La sua attività cartografica non è stara finora studiata. Della missione al confine fra Liguria e Piemonte, nell'area delle Viozene, si conserva nell'Archivio di Stato di Genova e quello di Torino la carta sottoscritta insieme a Francesco Gallo e Matteo inzoni:
Tipo della Viozena fatto dalli ùinfrascritti [ingegneri di S.M. il re di Sardegna e della Serenissima Repubblica di Genova con l'intervento dell'Ingegniere di S.M. Cristia­nissima, disegno a mano con colorazione all'acquarello di cm 129x81 sottoscritto da Pierre Delanaverre, Francesco Gallo) Matteo Vinzoni (ASG) Raccolta cartogra­fica, b. 20, n1. 1189). Altra copia in formato ridotto (cm 67x43) probabilmente fatta dal Vinzoni per uso personale e conservata nel suo archivio si trova oggi nella medesima Raccolta, b. 20) n. 1192.
Del fratello François de La Naverre, sieur de Fleuigny si conservano tre carte sem­pre controfirmate insieme a Francesco Gallo e Matteo Vinzoni:
- Tipo generale del Territorio di Rezzo con suoi confin i ... (b. 4, n. 180).
- Tipo generale del Territorio di Cosio, Mendatica e Monteogrosso ... (b. 5,214).
- Tipo della Lavina, Dominio di S. Maestà il Re di Sardegna e della Calderaia, Do­minio della Serenissima Repubblica di Genova.,. (b. 10, 621

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des lngénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
M. QUAINI, A A proposito di «scuole» e «influssi>>nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografi e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia Pat ria, 1987, II, pp. 783-802.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Matteo VInzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini



De La Blottiere, Francois

Francois de La Blottiere
N.
M. Montpellier 29 novembre 1739

Relazioni di parentela: Non si conosce nulla dell'origine e delle professioni della famiglia. Muore celibe.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Nato verso il 1673 e morto a Montpellier il 29 novembre 1739 all'età di circa 66 anni e ancora in attività,

Produzione scientifica:
Importante la sua attività in Italia nel 1733-34, in particolare negli assedi di Pizzighettone, Novara (dove è autore del piano d'attacco vittorioso) e Tortona. è considerato un «très remarquable topographe>> (Blanchard, l98l ): capacità che mette a profitto sia nel!a cartografia sia nelle memorie e reconnaissances. ln particolare si dedica si dedica alla conoscenza delle Alpi occidentali e dei Pirenei, sui quali lascia diverse carte e corposi mémoires conservati negli archivi francesi (in particolare nella Biblioteca dell'Ispezione del Genio di Parigi, nel fondo Memories et Reconnaissances del Depot de la Guerre (SHT, Vicennes) e anche presso la Bibliothè­que De Cessole - Musee Massena di Nizza).
Nei mesi di marzo-aprile 1736, a conclusione della campagna d'Italia ispeziona e descrive le montagne appenniniche e tutte le rispettive strade da Livorno al colle di Tenda, fornendo un modello descrittivo di straordinaria precisione intitolato Description des montagnes apenines, depuis le Mont Aventin jusqu'au Col de Ten­de, comme aussi des costes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice e contenuto nel ms. Memorie concernat les frontieres de Piémont et de Savoye, diffuso in diverse co­pie (copia anche al Museo .Massena di Nizza, Bibliothèque de Cessole).
Altre copie sono ricordate da M. de Lavis-Trafford nei suoi lavori sulla cartografia delle Alpi.
è anche autore del Project d'un systeme general de guerre en Lombardie, al quale era allegata una grande carta di 7x4 piedi (nel memoire conervato a Nizza; in altri ms. compaiono invece 10 carte. Non vi mancano osservazioni anche sulla Liguria e la Spezia. L'itinerario da Livorno a Nizza della Description des montagnes apenines (parzialmente pubblicato in Quini 1981) è completo da Detail de toutes les villes er principaux endroits qui se trouvent situez sur les bordes de la mer depuis Livourne jusqu'à Nice comme aussi les portes, golfes et rades, alle pp. 45-62 del memoire conservato a Nizza.
In conclusione, le sue conoscenze sulla Liguria, come anche sulla montagna alpina, appenninica e anche pirenaica, sono da considerarsi veramente eccezionali anche dal punto di vista storico-geografico, come indicato da Numa Broc.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLACHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, lmpr. Louis Jean, 1981.
N. BROC, Les montagnes au siecle des Lumieres: perception et rapresentation, Parigi, 1990.
P. PRESSENDA, Carte topografiche e memorie cartografiche. Un contributo alla storia della cartografia alpina, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
M. QUAINI, La conoscenza del territorio ligure fra medio evo ed età moderna, Genova, Sagep, 1981.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Donnadieu

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Cotte, Pierre-Paul

Pierre-Paul De Cotte
N.
M. Parma 1770

Relazioni di parentela: è probabilmente originario di una famiglia di Pezenas nella Linguadoca, aggregata alla nobiltà tra il XVII e il XVIII secolo e dedita al mestiere di ingegnere milita­re (Blanchard, 1981). Si può avanzate l'ipotesi che Pierre-Paul, non citato dalla Blanchard, facesse parte di un ramo cadetto della famiglia o fosse comunque imparentato con Bernard Cotte (1661-1714) e Barthélémy-Louis-Marie Dc Cotte (1756-1817), ambedue ingegneri. Né si sa se siano esistiti rapporti di parentela con il più celebre Robert de Cotte, architetto civile.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare e cartografo

Biografia:
Secondo l' Alizeri era noto ne! popolo con il soprannome di Colonnello Ricotta. La malignità sembra basata su una testimonianza di F.M. Accinelli, il quale accusa di «imperizia» e «scipitaggine>>Monsieur Decotté-[sic] «detto per ischcrzo Monsieur Recotto», aggiungendo che «l'affezione de' Genovesi a' forestieri è sempre stata cagione di rimarchevoli inconvenienti sì al publico che al privato» (Accinelli, 11, p. 25). F. Alizeri riferisce il soprannome ai maso: lavori <> (Alizeri, 1864, p. 93).

Non si conosce né il luogo né la precisa data di nascita (ma intorno all'anno 1714-5 .15). Da un prospetto della Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-6 (ASC, Foglietta, 1209) si ricava infatti che era di nazione francese, di anni 50 e con moglie a carico. Lavora per la Repubblica di Genova dal 1745 al 1765 e da questo anno alla morte per il Ducato di Parma. Muore a Parma nel 1770.

Produzione scientifica:
Dopo l'attività svolta fino al 1744 in Germania, dove risulta essere distaccato «dal serviggio di Francia», nel 1745-46 svolge per due mesi una missione a Serravalle Scrivia e poi per dieci mesi in Corsica, nei presidi di Calvi, Aiaccio, Bonifacio e Bastia (ASG, Foglietta, 377 e Senarega, 271).
Rientrato a Genova per le esigenze della guerra in corso, svolge fra il 1746 e il 1748, per conto del Magistrato di Guerra e altre magistrature, diversi incarichi a Savona, Genova, Portofino, la Spezia. Fra questi spiccano le missioni volte «a riconoscere le fortezze tutte della Riviera di Levante e della Riviera di Ponente» fi­no a Nizza, dimostrando sempre «prontezza e zelo indefesso» e meritandosi nel 1749 il titolo di Colonnello (ASG, Foglietta, 383).
Nel 1749 esegue a Savona la demolizione di 126 case del Borgo della marina, la ristrutturazione della Fortezza e la riapertura del porto <<totalmente chiuso ed impe­dito». Dall'insieme di questa prima fase di attività «sussiste che in tutte le occasio­ni di pubblico comando si è sempre impiegato con speciale atrenzìone, speditezza e disinteresse, avendo già egli prima d'ora formati i Piani delle fortezze di Terra­ferma ed anche delle piazze di Corsica con avere anche suggerito vari lavori [ ... ]» (ASG, Senarega, 271, 18 maggio 1753).
Dal 1749 al 1752 dirige a Genova i lavori della grande caserma dello Sperone progettata dal maresciallo Sicre. Nel 17.50 è a Gavi per riparare i danni causati dall'assedio.
Nel 1751 lavora alle fortificazioni del Golfo della Spezia e in particolare alla For­tezza di S. Maria.
Nel 1752 lavora a Sarzana per opere di arginamento del torrente Chiara.
Nel 1753, tenuto conto dell'indisposizione del maresciallo Sicre e della abilità dimostrata nelle <<incombenze proprie del suo istituto ma anche per altre straordinarie appoggiategli», gli viene portato lo stipendio a L 180 mensili (ASG, Senarega, 271). Nel 1754 viene incaricato della progettazione della strada carrozzabile Sestri Levan­te -Parma per il passo di Cento Croci (già assegnata a Matteo Vinzoni nel 1751) e l'anno seguente subisce in zona un attentato «a motivo di zelo dimostrato per il pubblico serviggio» onde viene invitato a trasferirsi sotto scorta da Varese a Sestri e quindi in Genova (Senarega, 277). Nel 1756 viene riconosciuto dal Magistrato di Corsica come «il solo che abbia cognizione del paese» corso (ASG, Senarega, 278) e lavora anche ad alcuni rilievi della Fortezza di Gavi (ASG, Foglietta, 1261).
Dal 1757 è nuovamente a Genova dove lavora soprattutto alle fortificazioni pro­gettando e realizzando il forte Diamante in virtù di un finanziamento di L. 50.000 di Giacomo Filippo Durazzo.
Nel 1758 ha modo di criticare l'operato del brigadiere Flobert a proposito del­le fonificazioni del Golfo di Vado (già soggetto a critica da parte di Matteo Vinzoni l'anno precedente). Si riparla anche dei lavori progettati alle fortificazione del Golfo della Spezia, già interrotti per mancanza di fondi. Nello stesso anno si denuncia l'assenza dell'ingegnere alle mostre o riviste che gli ufficiali sono tenuti a fare davanti ai Deputati del magistrato di Veditoria per le paghe delle truppe.
Nel 1760 viene incaricato di lavorare alle fortificazioni di Ovada, dovendo, per ragioni di salute, far cambiare aria alla consorte.
Nei primi mesi del 1761 è in Corsica insieme agli ingegneri Gustavo, Ferretto e Policardi (ASG, Senarega, 289).
Nel 1763 torna a lavorare alla strada per Parma, compiendo ricognizioni sui luoghi e presentando l'anno successivo un Piùlan géographique del tracciato da Fornovo al passo di Cento Croci, e, sempre con la collaborazione dell'ingegnere parmense Boldrini, anche del tracciato fino al mare, con relazioni e memorie conservate nell'Archivio di Stato di Parma (ASP, Strade, 77 /87-89) .
Nel marzo del 1765, dopo aver richiesto il congedo che gli viene concesso «con le consuete onorifiche lettere patenti» (ASG, Senarega, 298), passa al servizio del Ducato di Parma dove lavora fino al 1770, anno della sua morte. Il Benassi osser­va che il C, venne <<riformato senza pensione dalla Repubblica per accuse di negligenze, malversazioni ed errori nella costruzione dei forti della Bastia in Corsica» ma che, a riprova dell' insussistenza delle accuse, venne «raccomandato caldamen­te da Marcello Durazzo [ ... ] e quindi assunto al servizio ducale» con decreto del 28 maggio, con il titolo di ingegnere in capo, il grado <li colonnello di fanteria e paga mensile dì Lire 7.50 (Benassi, 1923). In realtà le accuse erano semplici voci che circolavano in Genova, dovute probabilmente più a risentimenti contro la famiglia Durazzo che lo proteggeva che i suoi effettivi demeriti (lo stesso inviato di Parma, che le raccolse, non sembra dar molto credito a tali voci), Curiosa l'accusa di essere troppo condiscendente nei confronti della moglie «la quale nelle sue spedizioni ha sempre desiderato di andare con il marito» (Forti, 1992 , p. 211).
La sua attività nello Stato parmense è indirizzata soprattutto alla definitiva delineazione della Strada di Genova (o di Centocroci) e alla stima dei terreni da espropriare, in collaborazione con gli ingegneri Regalia, Borell, Bresciani e di G.P. Sardi, assunto nello stesso anno 1765 e impegnato nell'opera di catastazione. Del­l' «apporto della nuova cultura ingegneristica francese filtrata a Parma, col de Corre, attraverso Genova>> (Zermani, 1881 ), rimangono tracce consistenti nell'Ar­chivio di Stato di Parma, in gran pane ancora da studiare.
Come per altri ingegneri liguri (Carbonara, Vinzoni e Brusco) è accertata anche una certa attività professionale, in particolare per la famiglia Durazzo, per la quale risulta aver progettato e diretto la costruzione del palazzo di Cornigliano, come risulta dal Catalogo della Biblioteca di Giacomo Filippo Durazzo in cui compare questa citazione: <> (Archivio Durazzo, Cataloghi, n. 20).
Muore a Bardi l' 11 agosto 1770. Con decreto del 28 agosto viene concessa alla moglie l'annua pensione di lire 3600. NeI ruolo di capo ingegnere gli succede il piacentino Gioseffo Porcelli, perito camerale (Benassi, 1923 e ASP, Strade, busta 1).

Carte e memorie

Nella Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova si conserva un buon numero dì piante su diversi luoghi della Repubblica e della Corsica in cui si dimostra buon topografo e sulle quali si veda il catalogo della stessa. Particolarmente interessami quelle relative alla progettazione della strada Sestri Levante - Parma. Diverse memorie sulle piazzeforti della Liguria e della Corsica si conservano in diversi fondi dell'ASG.
Nell'Archivio di Staro di Parma carte e memorie si conservano nel fondo Strade, fra cui la Relazione riguardante la Mappa per una strada carregiabile da Fornovo o Sala di Parma fino a Sestri levante di Genova portata a sua Eccel.za il Sig. D. Guglielmo du Tillot, redatta da G.B. Tamburini nel 1764, in cui si motiva la chiamata del de Cotte e si anticipa la sua perlustrazione sul tracciato nell'anno 1763 in virtù di una <> (Strade, 77/87-89). Nel fondo Ponti e Strade esistono co­pie dì varie memorie, per ultima quella di Giacomo Brusco in cui si discutono i progetti per superare sul versante genovese il monte di Ceentocroci dei capitani genovesi Ferretto e Gustavo e dell'ingegnere Porcelli di Parma.


Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F.M. 1750, ACCINELLl, Compendio delle storie di Genova dalla sua fondazione sino all'anno 1750, Lipsia, 1750, 2 voll.
F. ALZIERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla sua fondazione dell'Accademia, I, Genova, Sambolino, 1864.
U. Benassi, Guglielmo Du Tillot. Un ministro riformatore del secoloXVIII. Du Tillot ministro d'Azienda: l'economia, in Archivio Storico delle Province Parmensi, XXIII (1923), pp. 56-73.
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingenieurs militaries 1691-1791, Montpellier, Imp. Louis Jean, 1981.
F. BONORA, Il palazzo Durazzo Bombrini a Cornigliano, Genova, Sagep, 1991.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri militari a Genova alla metà del Settecento, in <>, II, 1986, pp. 107-115.
M. QUAINI, A proposito di <> e <> nella cartografia genovese del Settecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, 2 voll., Genova, Società Ligure di Storia e Patria, 1987, II, pp. 783-802.
M. QUAINI, Levanto nella storia, I, Genova, Compagnia dei Librai -Comune di Levanto, 1988.
L. ROSSI, Lo specchio del Golfo, Sarzana, Agorà, 2003.
P. ZERMANl, Rappresentazione e ingegneria del territorio negli Stati Parmensi sotto i primi Borboni, in <>, 19, 1981, pp. 37-49.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Giacomo Brusco; Policardi, Matteo Vinzoni.

Autore della scheda: Massimo Quaini



De Combes, Benjamin (alias DeScombes)

Benjamin de Combes
N. 1649
M. Caen 1710

Relazioni di parentela: Ha un fratello, Michel, ingegnere, e diversi figli che non continuano l'attività.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare

Biografia:
Figlio di un «capitano delle armate navali» nasce nel 1649. Esce da una famiglia di ufficiali di marina cli cui si ignora l'origine provinciale (secondo una testimonianza dell'ingegnere Claude Masse i Descombes sarebbero figli di un patrone di barca dell'isola di Yeu) e che riceve il titolo nobiliare nel 168.5. Muore ancora in attività, all'età di 61 anni, nel 1710 a Caen.

Produzione scientifica:
L'attività riguardante la Liguria (che fu comune anche a un terzo fratello Pierre), svolta nel 1684, è connessa al bombardamento di Genova, dove fa ricognizioni, leva piante in incognito e guida anche lo sbarco sulla spiaggia di Sampierdarena.
Le sue cane relative a Genova sono conservate negli archivi militari francesi e sono state studiate da E. Poleggi.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. BLANCHARD, Dictionnaire des Ingénieurs militaires 1691-1791, Montpellier, Impr. Louis Jean, 1981.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
E. POLEGG[, Carte francesi e porti italiani del Seicento, Genova, Sagep, 1991.
M. QUAINI (a cura di), Carte e Cartografi in Liguria, Genova, Sagep, .1986;.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chauchard, Alexis-Nicolas

Alexis-Nicolas Chauchard
N. Parigi 18 ottobre 1799
M. 1798

Relazioni di parentela: Non risultano

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo

Biografia:
Nasce a Parigi il 18 ottobre 1739 da Alexis Chauchard, chirurgo, e da Louise- Marie mARICE.
Muore nel 1798 nel corso dell'evacuazione militare dell'isola di Santo Domingo.

Produzione scientifica:
Inizia la sua attività di cartografo dei confini nel 1764 al seguito di Grandpré, brigadiere di fanteria, incaricato nel 1768 di far levare la Carte des Aldudes (paese al confine con la Spagna) definita da Berthaut «un beau travail, qui n'a malheurese­rnent pas été achevé». In seguito a questo lavoro continuato per circa sei a anni merita un giudizio molto lusinghiero da parte di Grandprè: «un sujet qui a du zèle, des talents, de l'intelligence>> e che può diventare «un des meilleurs ingénieurs géographes que le Roy puisse avoir à son service soit à la guerre soit pendant la paix», visto che era stato anche distinto in due campagne di guerra in qualità di «Marechal des logis» (SHAT, Dépot de la Guerre, YA 92). La previsione, a giudi­care dalle notizie della sua attività dare dal Berthaut, sembra essersi pienamente avverata. Le operazioni alle quali partecipò, soprattutto sul confine settentrionale, servirono a rettificare la carta di Francia di Cassini.
Continua a lavorare sotto gli ordini di Grandpré fino al 1776, con incarichi di fi­ducia nelle Fiandre e in Haynaut, con piena soddisfazione del marchese di Monteynard. Nel 1776 viene impiegato, insieme a molti altri cartografi, a levare la car­ta delle coste della Bretagna.
Dopo diciassette anni di servizio come ingegnere geografo venne privato del suo stato da De Vault, direttore del Dépòt, senza motivo e malgrado il maresciallo di campo Grandpré avesse rinnovato il suo giudizio più che lusinghiero, come scrive lo stesso C. nella supplica del 21 dicembre 17771 volta ad ottenere una pensione adeguata per la moglie e i tre figli.
Diventa allora «ingegnere geografo militare di S.A. il Conte d'Artois». A questo punto si perdono le informazioni sulla sua attività, ad eccezione di una supplica al re della figlia Marie-Victoire dalla quale si apprende che <<Nicolas Chauchard, ancien Capitaine d'infanterie, ingénieur géographe militaire de mons. Le Comte d'Artois d'Artois et chevalier de l'ordre militaire de Saint Louis, partit en 1790 avec son fils unique pour se rendre à l'armée du prince de Condé, où il fut employé en qualité de Grand Maitre Maréchal des Logis jusqu'à l'époque où cette armée fut dispersée, qu'il passa alors en Amérique en qualité d'ingénieur en chef de Sa Majesté Britannique», dove combattendo insieme ad altri emigrati trova la morte nel 1798, dopo l'evacuazione di Santo Domingo. La figlia chiede non solo il rico­noscimento dei servizi prestati da controrivoluzionario ma soprattutto il riconoscimento della sua attività di cartografo e in particolare del suo capolavoro: la Carta della Germània frutto di venti anni di lavoro, per la quale sacrificò la fortu­na della sua sposa e che fu costretto a vendere prima di sfuggire al Terrore (SHAT, Dépòt de la Guerre, YA 92). Di questa carta, pubblicata nel 1781-84 in 9 fogli e nel formato della carta di Cassini, Berrthaut dice che era tornata utile an­che nel periodo napoleonico.
La stessa sorte aveva subito la Carta dell'Italia <li cui Berthaut dice che fu quella di cui più ebbe a servirsi l''Armée d'Italie nella sua prima campagna: «la maggior par­te dei canovacci delle reconnaissances, preparati prima di andare sul terreno, erano ingrandimenti di questa carta» (Berthaut, I, p. 186). Limitata all'Italia settentrionale era stata stampata in 4 fogli a Parigi nel 1791 dall'ingegnere geografo Dezau­che. Se dobbiamo credere alle memorie di de Bourienne, venne utilizzata da Na­poleone anche nella preparazione della seconda campagna d'Italia. In questi ter­mini, infatti, Louis de Bourienne ci rappresenta il Bonaparte alla vigilia della di­scesa in Italia: «Le Premier Consul me dit de faire dérouler dans son cabinet la grande carte d'Italie de Chauchard; il s'etendir dessus et me fit mettre a coté de lui. Puis il piqua avec une serieuse attention des épingles dont les tètes étaient garnies de cire rouge et de cire noire. Il me dit: Passant par les Alpes ic (en montrant le Grand-Saint-Bernard) je tombe sur Melas et je le joins ici, et il plaçait une épin­gle rouge dans la plaines de la Scrivia, entre Alexandrie et Tortone où la bataille de Marengo aura lieu» (L. e G. Aliprandi, 2005). Ma sappiamo che Bourienne è poco affidabile.
Berthaut dice ancora che all'Armée d'ltalie venne utilizzata anche una Carta del Tirolo cli Chauchard (Benhaur, I, p. 186).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
L. e G. ALlPRANDl, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, I, Ivrea. Priuli e Verlucca, 2005.
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-.1831, 2 voll., Paris, Impr. du Services Geographique, 1902, vol. I.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Chabrier, Jean-Baptiste

Jean-Baptiste Chabrier
N. Aigueperse 1 luglio 1769
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono per ora relazioni di parentela che possano far pensare a una dinastia. Nello stesso periodo è in attività come ingegnere geografo un altro Cha­brier di nome Auguste che viene spesso confuso col nostro ma non sembra avere nessun grado di parentela.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Aigueperse, dipartimento del Puy de Dòme il primo luglio 1769 da Joseph Chabrier e Gabrielle Raymond. La sua attività militare si chiude nel 1808 con le dimissioni dovute a una grave ferita. Muore dopo il 1840.

Produzione scientifica:
All'inizio del 1793 è inviato in Italia, dove «ho servito -dice -senza interruzione, in qualità di ufficiale del Genio, fino al primo nivoso a. 8» (22 dicembre 1800). Di stanza a Nizza è nominato dal generale Bonaparte aggiunto al cittadino Andreos­sy, diretwre <lei pomi dell'Artiglieria, ed è incaricato della strada di Nizza a Esa (Eze). Nella primavera del 1794, come aggiunto del Genio di prima classe, è incaricato di «levare trigonometricamente la carta della valle di Nizza» (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160, nota dei servizi svolti fino all'anno 10-11). Nell'anno se­guente si trova alla battaglia di Loano, dove è incaricato di fare il pian del campo di battaglia. Comandando il Genio a Loano, fa costruire sul Centa un ponte mobi­le di sua invenzione. Segue l'esercito a Peschiera e al blocco di Mantova e, dopo essere stato incaricato di vari lavori di fortificazione, riceve l'ordine di raggiungere l'Armèe de Rome.
A Roma nel marzo 1798 viene incaricato da Campredon (comandante generale del Genio) di fare la <<reconnaissance générale» dello Stato romano, particolar­mente delle sue frontiere meridionali, comprensiva di una memoria sulla boni­ficare delle paludi pontine approvata dall'Institut National. In seguito a questo lavoro viene chiamato allo stato maggiore del generale Championnet nel mo­mento in cui prende il comando dell'Armée de Naples. Questi, avendo apprezza­to le sue qualità lo promuove da capitano aggiunto del Genio a chef de Bataillon e gli attesta tutti i suoi meriti (in particolare per aver levato una «carta prezio­sa»). Dopo essere stato nominato capo di stato maggiore della divisione di Roma dal generale Macdonald e poi della divisione Lemoine dell'Armée d'ltalie, viene aggregato all'Armée des Alpes et d'Italie fino alla fine del 1799. Alla morte del generale torna a Parigi dove gli si assegna il comando degli Ingegneri geografi «attachés au Génie à l'Armée de reserve». Partecipa alla battaglia di Marengo. Il 24 giugno 1800 viene incaricato di fare la Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini voluta dal primo console ed estesa successivamente anche alla valle del Tanaro e fino alle sorgenti del Po. Il 2 no­vembre 1801 viene incaricato di levare trigonometricamente il campo di batta­glia di Marengo, operazione che lo occupa fino a novembre del 1802 quando gli viene ordinato di andare in Svizzera.
Sulla base di questo curriculum e come capo sezione degli Ingegneri geografi, con domanda del 27 dicembre 1802 chiede di essere confermato in un grado corri­spondente a·quello di capo di battaglione accordatogli dal generale Championnet per i servizi resi nell'Arméé di Napoli.
A questo punto terminano i suoi servizi in Italia essendo successivamente impie­gato in Germania al seguito del maresciallo Bernadette (dove rimane impelagato in una questione di matrimonio con la figlia del Bailli di Lavemburg). Nel 1807 presenta domanda di dimissioni dal corpo degli Ingegneri geografi per condizioni precarie di salute e di vista a causa delle fatiche della guerra e di una ferita che lo sfigurava. Non si hanno più notizie fino al 1832, quando, alla bella età di 63 anni, presenta al ministro della Guerra domanda <li essere riammesso in ser­vizio, offrendo le sue competenze e la sua grande esperienza e «facilitè à recon­naitre et à figurer le terrain propre aux opérations d'une armée en campagne et à rediger des rapporrs sur ce sujer. J'ai parcouru - dice - toute l'Iralie, fait des reconnaissances militaires dans l'Etat Romain et dans le Royaume de Naples qui ont facilité nos premières campagnes dans ces contrées; j'ai encore entre mes mains un pian très détaillé du littoral des Etats Romains depuis Orbitello er Por­to-I-fercole jusq'au delà de Terracina, et une Carte manuscrite de la frontière de ces Etats du còté de Naples avec indicadon des chemins et des positions milirai­res etc. Un séjour de 10 ans en Italie m'a procuré non seulement la connaissance du pays, mais encore celle du langage et des mceurs». La domanda non ebbe seguito, visto che nel 1840 presenta una domanda di integrazione della pensione di impiegato del Département de la Seine come riconoscimento dei servizi militari prestati, dice, dal 1788 al 1808 (SHAT, Dossiers Ingénieurs géographecs, X em 17_5, sub nome).

Carte

Della sua attività di topografo rimane nell'archivio militare di Vincennes una fit­ta corrispondenza con il direttore del Dépot in cui descrive i suoi lavori in ma­niera molto analitica. Le carte si conservano nello stesso archivio. Fra le sue pro­duzioni sembra prediligere la carta del campo di battaglia di Marengo, di cui scrive: «j'exécutai seul cette commission pénible, dans la saison la plus rigoureu­se, au milieu de l'hiver; je déterminai les longitudes et les latimdes et je recucillis tout ce qui avait rapport à l'histoire naturelle et à l'historique de ce pays célè­bre» (Dossier cit.).
A proposito di questa carta, in una lettera a Andreossy del 24/5/1802 scrive: «Le plan de la Bataille de Marengo qui a 18 decimètres de longueur sur 15 de hauteur est si détaillé qué je n'ai terminé qu'hier de mettre le trait à l'encre, pourtant j'ai constamment travaillé onze heure chaque jour [ ... ] j'ai près de 1200 noms à écri­re. J' ai toures les notes désirables sur Marengo et Ics environs, je les rédigerai à Paris>, (SHAT, Dépot de la Guerre, 3M 160).
La documentazione prodotta nel corso e dopo la sospensione della «Carta del paese situato tra la Trebbia e la Bormida, il Po e la cresta degli Appennini» sono raccolti nell'archivio del Dépòt e si compongono di tre rapporti che sono solo un riassunto «cles notes nombreuses que j'ai recueillies sur la topographie militare et l'histoire naturelle des Apennins». Quanto alla carta, secondo un inventario coe­vo, si compone di 7 fogli dedicati allo Stato piacentino, due fogli che comprendo­no l'Appennino ligure e piemontese nell'area di feudi imperiali e le sorgenti della Trebbia e dell'i\veto, della Srnifora e del Curone, della Vobbia e della Scrivia e due fogli che riguardano il Milanese.
Nell'archivio cartografico del Dépot, sotto la collocazione M 13 B I 83 si trova la Carte des /fiefs Imperiaux in 5 fogli alla scala <li 1 :42.000, non tutti ugualmente rifiniti essendo stata sospesa. Sotto la colloc. M13 B I 82 sono raccolti diversi materiali per servire alla medesima carta, interessanti anche per capire le varie fasi del lavoro.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
COL. BERTHAUT, Les lngénieurs géographes militaires 1624-1831, Paris, 2 voll., lmpr. du Service Géographique, 1902.
V. PANSINI, Un'operazione di cartografia e statistica 1801-1810, tesi di laurea in Storia Moderna, Università di Genova, 1994-95.
M. QUAlNI, Identità professionale e pratica cognitiva dello spazio: il caso dell'ingegnere geografo nelle periferie dell'impero napoleonico, in Quaderni storici XXX, 1995, pp. 679-696.
M. QUAIN - G. FERRERO, li contributo degli ingegneri geografi alla conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. il caso della Val Trebbia da Matteo Vinzoni a Jean-Baptiste Chabrier, in G. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746. Una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, 1998, II, pp. 489-504.
V. VALERIO, Società, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, Istituto Geografico Militare, .1993.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Brossier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Brossier, Simon-Pierre

Simon-Pierre Brossier
N. Versailles 9 gennaio 1756
M. Parigi 5 aprile 1832

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere geografo, direttore del Bureau topografico di Milano per tutta l'età napoleonica.

Biografia:

Produzione scientifica:
L'attività che concerne l'Italia ha inizio dopo che nel 1794 viene assegnato al gabi­netto topografico del Comitato di salute pubblica e da questo importante centro di informazione, voluto da Carnot, nel 1796 viene inviato in Piemonte come commissario del governo nella delimitazione del confine fra la Francia e gli Stati del re di Sardegna. In questa occasione ha modo di conoscere e apprezzare i topografi piemontesi con alcuni dei quali si troverà in seguito a collaborare.
Aggiunto allo staro maggiore dell'Armèe des Alpes dal luglio del 1799, viene inca­ricato nel 1800 delle reconnaissances in Savoia necessarie per decidere il passaggio dell'esercito guidato dal Bonaparte. Con il grado di colonnello partecipa alla campagna, assistendo all'assedio di Bard, al passaggio del Ticino e alla battaglia di Ma­rengo, Per i meriti acquisiti ottiene il grado di aiutante generale e la nomina a capo del Bureau topografico dell'Armée d'Italie. Sciolto questo ufficio, viene incaricato di costituire a Milano il Bureau della Repubblica Italiana incaricato di confezionare subito la Carta tra l'Adda e l'Adige, che successivamente fu ampliata alla Carta tra l'Adige e il Piave e tra il Piave e l'Isonzo (per non dire di altre operazioni compiute nel Polesine e in Dalmazia).
Da questo momento Brossier diventa il principale referente del Depot de la Guerre in Italia e il coordinatore delle principali operazioni topografiche, anche se non sempre felicemente a causa del suo carattere accentratore e insofferente di chiun­que potesse fargli ombra agli occhi di Napoleone. Non furono facili i suoi rappor­ti con gli ufficiali del Genio operami in Italia, in particolare con J.B. Chabrier, con gli astronomi di Brera e con il governatore italiano, infine anche con J.F.M. de Martinel, incaricato della Carta dei campi di battaglia. Malgrado ciò, continuò ad avere la fiducia del ministro della Guerra e di Napoleone e rimase in Italia fino al 1814.
Abile nell'organizzazione, pretendeva di essere quotidianamente informato dagli ufficiali topografi che lavoravano con lui. La mole cli documentazione prodotta dal suo ufficio e conservata al Depot de la Guerre (SHAT dì Vincennes) ci con­sente così di ricostruire nei minimi dettagli tutte le operazioni svolte sotto la sua direzione.
Durante la Restaurazione venne ancora impiegato nella demarcazione delle frontiere del nord della Francia, ottenendo nel 1817 la nomina di maresciallo di campo insieme al pensionamento.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
V. ADAMI, Gli studi topografici in Lombardia negli ultimi anni del secolo XVIII e nei primi del secolo XIX, in «L'Universo», IV, 1923, n. 3-4.
COL. BERTHAUT, Les Ingénieurs géographes militaires 1624-1831, 2 voli., Paris, Impr. du Service Géographique, 1902.
M. SIGNORI, L'attività cartografica del Deposito della guerra e del corpo degli ingegneri topografi nella Repubblica e nel Regno d'Italia, in Cartografia e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure Storia Patria, II, 1987, pp. 495-.525.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Chabrier; De Martinel

Autore della scheda: Massimo Quaini



Vinzoni, Panfilo Junior

Panfilo Junior Vinzoni
N. Levanto 25 dicembre 1730
M. Levanto 17 agosto 1790

Relazioni di parentela: Figlio di Matteo Vinzoni. Muore celibe e lascia parte del patrimonio cartografico suo e del padre a Giacomo Brusco.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere cartografo militare della Repubblica di Genova al servizio della Giunta dei Confini.

Biografia:

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Non esistono studi dedicati esclusivamente a Panfilio Vinzoni jr, si rimanda perciò alla bibliografia relativa a Matteo Vinzoni.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Agostino Vinzoni

Vinzoni, Matteo

Matteo Vinzoni
N. Levanto 6 dicembre 1690
M. Levanto 12 agosto 1773

Relazioni di parentela: Figlio di Francesco Antonio Panfilio senior, capitano delle milizie locali («stipen­diato di Levanto»).
Il fratello Giovani Tommaso, protonotaro apostolico, lo sostituisce in alcuni rilievi in Val di Vara. Dei due figli, l'uno, Giovanni Francesco notaio, è collaboratore saltuario del padre, l'altro, Panfilio junior, che raggiunge il grado colonnello, ne prende il posto.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere cartografo e ufficiale della Repubblica di Genova.

Biografia:
Nato a Levanto il 6 dicembre 1690. Morto il 12 agosto 1773 nella stessa città di Levanto, trova sepoltura nella parrocchia di S. Andrea, dove ancora esiste l'epi­grafe voluta e fatta incidere dal cartografo.

Produzione scientifica:
In qualità di ingegnere militare e cartografo al servizio della Giunta dei Confini della Repubblica di Genova opera in tutto il territorio della Repubblica ottenendo via via i gradi militari di capitano, maggiore, colonnello e infine, nel 17 63, quando è collocato in pensione, quello di brigadiere.
La sua attività è documentata nel fondo Pratiche depositate dal Colonnello Vinzoni alla Giunta dei Confini, conservato in ASG (filze Vinzoni), di cui si riporta l'elen­co nell'appendice (vedi allegato a). Si tratta di 15 faldoni contenenti brogliacci di carte, disegni, note di viaggio e di spesa, appunti e minute di relazioni, lettere e documenti vari. Alcuni di questi sono riportati negli allegati successivi della mede­sima appendice. Si tratta comunque di uno dei rari archivi personali di un carto­grafo di antico regime che ci sia pervenuto nella sua interezza.
La sua multiforme attività di ingegnere-cartografo può essere così suddivisa:

Tra il 1715 ed il 1730 opera prevalentemente nel Levante ligure per la gestione delle controversie con Parma e Granducato di Toscana, esegue rilievi in Corsiéa ed intraprende i rilievi per la Pianta delle due Riviere divise ne' Commissariati di Sanità. Dopo il 1727 opera anche nel Ponente ligure.
Tra il 1729 ed il 1740 è impegnato prevalentemente nella definizione dei confini del Ponente ligure con il regno di Sardegna, che erano stati modificati dagli accordi conseguenti alle guerre di successione.
Tra il 1740 ed 1750 esegue rilievi nell'intera Repubblica. È particolarmente im­pegnato nei problemi derivanti dalla guerra di successione austriaca e nelle rico­gnizioni necessarie per la conduzione della guerra. Nel 17 46 viene fatto prigio­niero dalle truppe austriache e rinchiuso nel Castello di Milano. Partecipa nel 17 48 al convegno di Nizza, convocato per l'attuazione del trattato di Aquisgrana. Nel 1749/50 esegue una serie di rilievi relativi al territorio di Albenga e dei feu­di compresi tra il regno di Sardegna e Genova, occupandosi anche dei problemi idrografici della Piana.
Dopo il 1750 e fino al 1773, svolge la maggior parte della sua attività nel Levan­te ligure, realizzando anche progetti di opere civili (strade, ponti, studio di vie alternative per la comunicazione tra Genova e Milano). Nel 1755 consegna la Pianta delle due Riviere ...
Nel 1763 realizza la carta generale del Dominio della Repubblica e viene pro­mosso brigadiere. Quest'opera è andata perduta. Nel 17 64 viene nominato capo del Corpo degli Ingegneri (ASG, Foglietta, 1209).
Muore il 12 agosto 1773. Dieci giorni prima firma il suo capolavoro: Il Dominio della Serenissima Republica de Genova in Terra/erma, che, essendo ancora in­completo, non viene consegnato e rimane nelle mani di Panfilio che probabil­mente lo consegnerà per il suo definitivo completamento al Brusco. Di questo Atlante l' Alizeri, oltre a consentirci di ricostruire il viaggio che lo ha portato fi­no a noi, ha offerto una traccia interpretativa che finora non è stata colta: «per queste (e molte altre ch'io non accenno) perlustrazioni in Liguria, gli fu così no­to, e quasi misurato a palmo a palmo il paese, che a gioco di memoria potè de­scriverlo minutamente in due volumi, i quali anche oggi si conservano mano­scritti da un nostro valente giureconsulto» (si trattava dell'avvocato Enrico Bixio, nipote di Giacomo Brusco).

Produzione di cartografia manoscritta:
L'elenco seguente contiene solo i principali documenti cartografici che assomma­no ad alcune centinaia.

- Levanto 5, ASG, busta 10, 635. Carta relativa ai confini tra Genova, il Grandu­cato di Toscana e Parma (1712).
- Levanto 3, ASG, busta 10,633. Pianta precisa del borgo assegnabile al 1722.
- Rapallo 1-2, ASG, busta 15, 867. Realizzata prima del 1730 e firmata Capitano M. Vinzoni. Pianta dei confini della Podesteria di Neirone e del Capitaneato di Rapallo con le Castellanie di Torriglia e Santo Stefano.
- Piano dell'Aquedotto di Genova distinto nelle rispettive custodie (1729) Comune di Genova, Biblioteca della storia dell'arte, Atlante n ° 27.

- Una serie di carte relative al Ponente ligure:

Pieve di Teca 1, ASG, busta 13bis, 797 (anno 1730).
Bordighera 2, ASG, busta 2, 113 (ca. 1730).
Viozena 1, ASG, busta 20, 1189, in diverse copie (1731).
Costa Raineri, ASG, busta 5, 221 (17 3 5).
Bormida, ASG, busta A, 154 (1737).
Briga 2, ASG, busta, 119 (1737).
Caprauna 5, ASG busta 4, 153 (1737).
La maggior parte di questi documenti è stata redatta in contraddittorio con inge­gneri piemontesi e con la mediazione di ingegneri francesi con funzioni di arbitri. Una serie di carte relative alla vertenza tra Sassello e Mioglia:
Mioglia, ASG busta 11, 657/58/59/60/61/62/63/64/66 degli anni 1741-42.
Sassello, ASG busta 17,971 e 972 degli anni 1741/42.
- Genova 4, Riviera di Levante, ASG busta 7,306 (1748).
- Genova 5, Riviera di Ponente, ASG busta 7,307 (1748).
Questi due documenti di grande formato (circa 2,5xl,8 metri quadrati), sono dedicati al maresciallo di Francia duca di Richelieu che comandava le truppe francesi, alleate di Genova, durante la guerra di successione austriaca.
- Una serie di carte relative a parte della Riviera di Ponente (Finale, Podesteria della Pietra, Contado di Albenga, Marchesato di Zuccarello, ed altri Stati di Ge­nova) fino ai confini con il Piemonte avendo incluso i feudi intermedi:
- Genova 14, ASG busta 7, 316 (1750). Pianta di circa 1,7x0,97 metri quadrati, contenente il contado di Albenga, il tratto di costa ç:ompreso tra Albenga e Finale, l'entroterra fino a Ormea e Garessio.
Finale, ASG busta A, 2 (1750).
Albenga, ASG busta D, 77 firmata anche dal figlio Panfilio jr. (1751).
Pietra Ligure 1, ASG busta 13, 795 firmata anche da Panfilio jr. (1751).
- Genova, ASG busta 164 (1750).
- Genova, 17, ASG busta 7,319 (1756).

Di piccolo formato sono due carte di tipo dimostrativo realizzate per fornire al Senato della Repubblica indicazioni circa vie di comunicazione tra Genova e Milano alternative a quelle più usate che attraversavano territori ostili.
Centocroci 10, ASG busta 5, 193, firmata anche da Panfilio jr. (1762). Carta avente dimensione di circa 0,96xl,75 metri quadrati. Si tratta del progetto per la realizzazione di una strada carreggiabile da Sestri Levante al passo di Cento Croci.

Pianta delle due Riviere della Serenissima Repubblica di Genova divise nei Commissariati di Sanità, Genova, Biblioteca Civica Berio, Sezione di Conservazione e Raccolta Locale, m.r.Cf.2.8.
Atlante costituito da 36 tavole realizzato tra il 1720 ed il 1758, contenente tutti i commissariati di Sanità con la descrizione delle regole di guardia per la prote­zione della costa da eventuali contagi.
- Il Dominio della Serenissima Republica de Genova in Terra/erma Genova, Bi­blioteca Civica Berio, Sezione di Conservazione e Raccolta Locale, m.r.Cf.
Si tratta di due volumi contenenti:
- Una tavola di assieme (lo Stato della Repubblica di Genova, datato 1771).
- Una descrizione della città di Genova, con una veduta prospettica.
- Circa 120 piante dei singoli centri e delle relative Podesterie. Ogni pianta è dotata di un descrizione sintetica del territorio, completa di notizie storiche e leggende.
Circa 30 vedute prospettiche, molte delle quali finemente acquarellate.

Altre opere di interesse cartografico o geografico:

- Indice delle Città Borghi Luoghi e Ville che compongono il Dominio della Serenis­sima Repubblica di Genova in Terra Ferma (manoscritto di cui si conoscono di­verse copie, redatto dal Vinzoni a commento della grande carta del 17 64 andata perduta).

Non è difficile trovare carte del Vinzoni in altri archivi, anche esteri. Alcuni tipi ma­noscritti si trovano sia all'Archivio di Stato di Torino, sia nella Collezione Cartes et plans delle Archives Nationales de France, in particolare una grande carta relativa al­la controversia di confine fra Chiusola e Zeri (1773-74), studiata da L. Rossi (2001).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
- T.O. DE NEGRI, Il feudo di Suvero, Strada Reggia e Gambatacca nel Settecento, in «Bollettino Ligustico», XI, 1958;
- Pagine per un Atlante: M. Vinzoni alla scuola del padre, in «Bollettino Ligustico», XI, 1959;
- M. Vinzoni e la cartografia Liguria nel settecento, in «Annali di ricerche e studi di geografia», XVI, 1960;
- M.Vinzoni e l'Atlante storico del Genovesato, in «La Casana», 4, 1971;
- M. Vin­zoni architetto e le fabbriche di Brignole e Grappoli, in «Bollettino Ligustico», XXV, 1973;
- I commissariati della Val Trebbia e la mùsione di M. Vinzoni, in «Bollettino Ligustico», XXVI, 1974.
- R. GHELFI, Matteo Vinzoni e Sarzana, in «Studi Sarzanesi», 1, 2002, pp. 27-28.
- U. LEVRERO, M. Vinzoni Ingegnere e cartografo della Repubblica di Genova, in «A Compagna», IV, 1931; M. Vinzoni contributo alla storia della cartografia Geno­vese nel sec. XVIII, in «Genova», 1932, 2.
- M. QUAINI, La conoscenza del territorio Ligure tra evo ed età moderna Genova, Sagep, 1981; Introduzione a Pianta delle Due Riviere Serenissima Repubblica di Genova, Genova, Sagep, 1983; Formazione e ruolo degli Ingegne­ri-geografi nella vita della Repubblica (1656-1717), in <<Atti della Società Ligure di Storia Patria», XXIV, 1, 1984; M. Vinzoni: la formazione dello sguardo e del linguaggio di un cartografo, in Studi in memoria di T.O. De Negri, «Bollettino Ligustico», 1986; Diversi saggi in Carte e Cartografi in Liguria, Catalogo della mostra del 1986, Genova, Sagep, 1986 e ristampa 1991; La formazione della raccolta cartografica dell'Archivio di Stato, in Miscellanea di studi in onore di Luigi Bulferetti, in «Miscellanea Storica Ligure», XIX, 1987; I cartografi Vinzo­ni e la rissosa comunità di Levanto, in «Bollettino Ligustico», 1999; La mongol­fiera di Humboldt, Reggio Emilia, Diabasis, 2003.
- M. QUAINI - G. FERRERO, Il contributo degli ingegneri geografi conoscenza del territorio ligure nel corso del Settecento. Il caso della Val Trebbia da Matteo Vin­zoni a Jean Baptìste Chabrier, in C. Bitossi - C. Paolocci (a cura di), Genova, 1746: una città di antico regime tra guerra e rivolta, Genova, Archivio di Stato di Genova/Biblioteca Franzoniana, 1998.
- M.S. ROLLANDI, Tradizione ed innovazione in un feudo della Lunigiana M. Vinzoni a Grappoli, in Atti II Convegno Nazionale della Società Italiana degli Storici dell'economia (1993), Bologna, Monduzzi editore, 1996, pp. 65-78.
- L. ROSSI, Per un contributo alla cartografia «minore» e alla toponomastica della Lunigiana. Un grande «Tipo Geometrico» inedito di Matteo Vinzoni conservato nelle Archives Nationales di Parigi, in La cartografia degli autori minori italiani, a cura dì C. CERRETI - A. T ABERINI, in «Memorie della Società Geografica Ita­liana», LXV, Roma, 2001, pp. 439-469.
- R. SOPRANI - C.G. RATTI, Le vite de' Pittori, Scultori ed Architetti genovesi ... , 2 voli., Genova, Casamara, 1768-1769.

Altro:
Repertori carto-bibliografici

C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.
A.M. SALONE -F. AMALBERTI, Corsica. Immagine e cartografia, Genova, Sagep, 1992.
M. STORTI, Il territorio attraverso la cartografia, La Spezia, Luna Editore, 2000.


APPENDICE

Le «Filze Vinzani»
Nell'Archivio di Stato di Genova è conservato un fondo il cui titolo ufficiale è: «Magistrato di Comunità. Pratiche depositate dal Colonnello Vinzoni alla Giunta dei Confini». Comu­nemente chiamato «Filze Vinzoni», è costituito da 15 faldoni suddivisi in circa 90 buste, ognuna delle quali raccoglie molte diecine di manoscritti. I faldoni di questo fondo sono in­dividuati dai numeri 99 7 114.
Ogni busta contiene il frontalino della filza come originariamente individuato dall'autore. Il frontalino riporta un riassunto del contenuto della filza ed è completo delle date di riferimento.
I documenti contenuti in busta possono avere origine e tipologia differente:
• Lettere, istruzioni e richieste varie del Senato della Repubblica o di singole magistrature e minute delle risposte.
• Appunti e note di viaggio.
• Ricerche d'archivio e notizie storiche.
• Brogliacci dei rilievi topografici.
• Minute di documenti cartografici e schizzi prospettici.
• Bozze di note di spesa relative alle missioni.
• Richieste di pagamento.
• Poesie in celebrazione di Genova.
• Corrispondenza personale (lettere a familiari e amici).
L'origine del fondo è nota ed è stata ricostruita da Quaini, 1987. Il colonnello Vinzoni, nel­lo svolgimento dell'attività per conto di varie magistrature della Repubblica, aveva raccolto una quantità notevole di informazioni e documenti, avendo l'abitudine di registrare e con­servare tutti gli appunti e brogliacci relativi alle carte che stava realizzando. Per fare solo qualche esempio: della Pianta delle due Riviere [ ... ] divisa ne' commissariati di Sanità (il co­siddetto Atlante della Sanità) nel fondo si conserva il diario steso nel corso della missione che ci fa capire molto bene i metodi di rilevazione. Un analogo diario ci è rimasto anche per la sua prima missione in Corsica (vedi Quaini, in Amalberti -Salone, Corsica ... 1992). Il primo a rendersi conto dell'importanza di questo fondo è stato Undelio Levriero, che col suo saggio del 1932 aprì la strada a Teofilo Ossian De Negri, che su questi documenti ha ri­costruito parte dell'attività del cartografo.
Come ha fatto a pervenire nell'Archivio di Stato l'archivio personale, familiare di un carto­grafo? La Giunta dei Confini, organo della Repubblica dalla quale il cartografo dipendeva, giudicando a ragione che questo archivio fosse essenziale per gli interessi e la sicurezza del­lo Stato, nel 1755 ordina che venga consegnato al Senato. A malincuore Vinzoni si separa di una parte consistente del suo archivio. Alla sua morte, avvenuta il 12 agosto 1773, i figli Panfilio jr. e Gio. Francesco consegnarono alla Repubblica quanto non era stato consegna­to o era stato realizzato dal padre dopo il 1755. Nel 1790, alla morte del fratello, Gio. Fran­cesco consegna l'ulteriore parte dell'archivio sviluppata da Panfilio jr, che aveva continuato l'attività paterna.
La decisione della Giunta dei Confini aveva causato notevole disappunto in Matteo Vinzo­ni, che la interpretò come mancanza di fiducia nei suoi riguardi, ma salvaguardò un patri­monio di migliaia di documenti di inestimabile valore, contenenti informazioni relative alla vita nei secoli XVII e XVIII.
Ce ne possiamo rendere conto scorrendo l'elenco completo delle filze qui di seguito riportato.

Epigrafe

D.O.M.

Germanica Natione Pressus
Sub Marchiane Botta
Populus Genuensis
/E,xtro Patria? Libertatis Ebrius
Nullo Duce
Ducente Dea
Virginisque Maria: nomine invocato Die Decima Decembris
Deiparm Laurentanm Sacrata
Hostes ad Portas Occidentales
Multiplici Propugnaculo Stipatas
'Igne, Ferro, Cede, Captivitate
Terruit, Vicit, Dispersi!, Fugavi!

Anno Domini 1746

Gli altri sette fogli contengono composizioni analoghe. Una di esse celebra il maresciallo Richelieu, capo degli alleati francesi. L'ultima, costituita da due sonetti, è un'invettiva contro il marchese Antoniotto Botta Adorno che comandava le truppe di occupazione austro-piemontesi.

Rimandi ad altre schede: Accinelli; Bassignani; Giacomo Brusco; De La Naverre; Panfilo Vinzoni

Autore della scheda: Agostino Vinzoni

Tallone, Gaetano Lorenzo

Gaetano Lorenzo Tallone
N.
M. Genova 25 maggio 1770

Relazioni di parentela: Cognato di Gherardo de Langlade e figlio di Filippo Tallone che compare nel Rollo degli Ufficiali della Repubblica del 173 7 con il titolo di Quartier Mastro giubilato con paga mensile di L. 50, mentre il figlio vi compare con il titolo di Cpitano Ingegnere e Quartier Mastro Maggiore (e paga di L. 80). Vi compare anche un Antonio Tallone come aiutante del sopraddetto e paga di L. 30 mensili (ASG, Foglietta, 372)

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Capitano, ingegnere, cartografo.

Biografia:
Di origine corsa, ma non si conosce con precisione data e luogo di nascita. Nato presumibilmente negli ultimi anni del secolo XVII (verso 1697), muore a Genova il 25 maggio 1770.

Produzione scientifica:
Conclusa la fase più formativa, viene soprattutto impiegato dalla Giunta dei Confini nelle campagne volte alla demarcazione dei confini col Piemonte e alla «piantagione dei termini nel Monferrato» che si svolgono nella prima metà de­gli anni '30. Ma in questa attività non darà sempre buona prova, soprattutto quando è necessario confrontarsi con gli ingegneri e i diplomatici sabaudi, per cui viene progressivamente sostituito con Matteo Vinzoni, Alberto Medoni e Domenico Carbonara. Nel 1735 subentra al padre nell'incarico di Quartier Ma­stro Maggiore, alternandolo con altre missioni assegnategli dalla Giunta dei Confini. All'inizio della guerra di successione, tra il 1746 e il 1747 viene incaricato dal Ma­gistrato di Guerra dell'allestimento delle nella valle Stura di Ovada e successivamente, sempre nel corso della stessa guerra, di demolire le stra­de nel sarzanese.
Conclusa la guerra, riprende il suo incarico di Mastro che mantiene sino al 17 65, quando viene giubilato e sostituito da Michele Codeviola.
Carte

Della sua produzione cartografica si da l'elenco in forma abbreviata, desumendolo dai cataloghi della Raccolta Cartografica dell'Archivio di Stato di Genova (con l'av­vertenza anche in questo caso di non seguire le attribuzioni ipotizzate dalle autrici dell'ultimo catalogo per le carte non sottoscritte):

- Apricale 1 e 2: Tipo geometrico riguardante la differenza de' confini vertente tra Apricale del Marchesato di Dolce Aqua con Baiardo ... e Pezza di rapporto rappresen­tante le apparenze e i profili ... relativa alla medesima controversia, sottoscritti nel 1732 insieme all'ingegnere piemontese Pietro Audibert.
- Bagnasco 1 e 2: Tipo geometrico riguardante le differenze di confini tra Bagna­sco e Massimino sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732 e delineato da Carbonara.
- Belforte 1, 2, 3: Tipo geometrico concernente le differenze fra Belforte Monfer­to e Rossiglione Genovesato, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1731 e aggiomato nel 1735 da Pinto e Tallone nell'indice.
- Belforte 5 e 6: Tipo di una parte di territorio posseduto da Tagliolo e preteso da Rossiglione, sottoscritto da Willencourt e Tallone nel 1731.
- Belforte 7, 8, 9, 10: Tipo geometrico e pezze di rapporto fra Belforte Monferrato e Ovada Genovesato, sottoscritti nel 1731 da Willencourt e Tallone, aggiornato nel 1735 insieme a Pinto nell'indice.
- Carpasio 1: Tipo geometrico riguardante le differenze di confini tra Carpasio e Glori, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732.
- Finale 16: «Pianta del marchesato e delle Langhe del Finale». Grande carta (cm 380x420) impostata nel 1722 da Gherardo de Langlade e terminata da Tallone.
- Larzeno 1 e 2: Tipo geometrico riguardante le controversie di confini tra Larze­no e Calderaia, sottoscritto da Audibert e Tallone nel 1732.
- Valle dei Ratti, Tipo Geografico del territorio della Valle de Ratti (Borbera) sotto scritto dal Tallone e non datato.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Com­pagnia dei Librai, 1992.
E. MARENGO, Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria ... , Genova, SIAG, 1931.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri Militari a Genova alla metà del Settecento, «Bollettino Ligustico», III, 1986, pp. 107 -115.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Codeviola, Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini