Archivi tag: Genova

Stefanini, Giacinto

Giacinto Stefanini
N.
M. Levanto 1812

Relazioni di parentela: Non si conoscono rapporti di parentela né ascendenti né discendenti che possano far pensare a una dinastia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La data precisa della nascita rimane per ora oscura, ma si presume sia nato a Le­vanto intorno al 1770. Muore assassinato, a Levanto, nel 1812. In un registro del- 1' archivio comunale della località (registro 189) si conserva notizia dell'omicidio. Con lettera del 31 maggio 1812 il maire informa il prefetto del fatto avvenuto nel­la notte del giorno precedente. Con lettera successiva (6 giugno 1812) si descrive la dinamica del fatto in questi termini: il «capitano dimissionario del Genio, Gia­cinto Stefanini, mentre si recava a casa con la figlia Luisa di anni 15, alle ore 1 O della notte, in località Piano di S. Rocco del comune di Levanto, veniva assalito e pugnalato a morte». L'omicida riconosciuto dalla figlia è il nipote, Francesco Bar­letta, che uccide per vendicarsi della mancata restituzione di somme dovute dal padre dello Stefanini.

Produzione scientifica:
Il 16 dicembre 1796 firma, a Genova, con Giacomo Brusco, Francesco Pezzi e Ago­stino Menici, la Relazione per la batteria sulla punta detta della Torre d'Amore da leuante della cittd e sulla punta o penisola di Sant'Andrea da ponente (Fara, 2006, p. 207l.
Conosciamo poi una carta intitolata Piano dell'attacco di Serravalle successiva al giugno 1798: ASG, Raccolta cartografica, n. 1079, Serravalle, 7, busta 17 bis (per la scheda descrittiva si rimanda al catalogo di Barlettaro-Garbarino, 1986).
Redatta attorno al 1800 è la Descrizione del Golfo della Spezia, delle sue fortificazioni, e dello stato attuale delle medesime e Sentimento sulla difesa del Golfo della Spezia.
Nel 1805, insieme a Girolamo Spinola, esegue rilievi sul terreno dello Sperone e del Diamarne, chiavi del sistema difensivo genovese (ISCAG, FT 2560, 2562). Nel 1806 esegue un rilievo della Spezia e del suo circondario (Pian de la ville de la Spezzia et de ses environs levé trigonométriquement (ISCAG, FT 64/ A, 4014) e il Pian de !'anse des Graces dans le Gol/e de La Spezia avec sondes (ISCAG, FT 64/A, 4023) con risultati molto lodati dai contemporanei. La precisione del Pian de la mlle sarà superata solo con l'introduzione del sistema a curve di livello da parte dei topografi francesi comandati dal capo di battaglione P.-A. Clerc (Rossi, in stampa). Così A. Fara: «Il capitano Stefanini svolse nel 1806 il rilievo della cinà e dell'Ansa delle Grazie sulla costa occidentale del Golfo. Egli adottò una rappresentazione classica dell'orografia, a sfumo e luce obliqua, che non era an­cora quella delle curve orizzontali che verrà impiegata dopo qualche anno in ma­niera sistematica proprio sul territorio della Spezia. Ma il suo rilievo della città assume ora una notevole importanza nella cartografia della Spezia. Si distingue per l'esattezza trigonometrica e rappresenta una delle piante fondamentali per lo studio della città ancora chiusa nelle mura seicentesche e dotata di sei porte» (Fara 1983, p. 32).
Fara dice anche che nello stesso anno, su ideazione del capitano Etienne Delmas, Stefanini compila il progetto per una ridotta fra il monte Due Fratelli e lo Spero­ne, alle spalle di Genova (ISCAG, FT 2533, 2537) e che con Etienne Delmas e Francesco Pezzi collabora alla stesura del Mémoire sur le golphe de la Spezia di Hyacinthe Boucher de Morlaincourt datato luglio 1807.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
C. BARLETTARO - O. GARBARINO, La Raccolta cartografica dell'Archivio di Stato di Genova, Genova, Tilgher, 1986.
P. CEVINI, La Spezia, Genova, Sagep, 1984. A. FARA, La Spezia, Bari, Laterza, 1983.
A. FARA, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Firenze, Olschki, 2006.
L.C. Forti, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dal­l'analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 232-238.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
L. ROSSI, La nascita della cartografia a curve di livello in Italia, in A. CANTILE (a cura di), La cartografia in Italia. Nuovi metodi e nuovi strumenti dal Settecento a oggi, Firenze, Istituto Geografico Militare, 2007.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco, Clerc, Pezzi

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Policardi, Domenico

Domenico Policardi
N.
M.

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Capitano ingegnere, cartografo.

Biografia:
Originario del Regno di Corsica, esattamente di Bastia, non si conosce la data di nascita. Risulta esercitare il servizio militare dal 1732. Muore il 10 marzo 1787 con il titolo di Capitano Ingegnere e la paga di L. 90 mensili (ASG, Foglietta, 1035

Produzione scientifica:
Col titolo di volontario e al seguito del Medoni fra il 17 44 e il 17 45 fa le sue prime esperienze nella fortificazione dei passi della valle di Finale.
Dopo aver fatto ulteriore «pratica sul terreno» al seguito delle truppe spagnole, rientra in servizio sempre col titolo di volontario e presta la sua attività a Sanremo e in Corsica, dove viene mandato nel 1755 in qualità di Aiutante Ingegnere del capi­tano Medoni diventato cieco e dove si distingue nella direzione ed edificazione del baluardo di S. Carlo in Bastia in sostituzione del capitano Medoni rientrato a Gnova. In seguito alla buona prova data, gli vengono appoggiati altri lavori in Bastia e Saint Florence, la cui buona esecuzione viene approvata dal Brigadiere Flobert. In seguito alla proposta di riforma del corpo degli ingegneri militari avanzata dal­lo stesso Flobert nel 1756, Policardi, essendogli riconosciuto dal Magistrato di Corsica «ottime qualità», nel gennaio del 1757 viene aggregato al corpo col titolo di primo Tenente Ingegnere e paga di L. 50 mensili (ASG, Foglietta, 388 e 1240; Senarega, 284). Con tale grado viene prima inviato a Vado per i lavori alle fortifi­cazioni diretti dal Flobert e poi in Corsica, dove rimane a lungo.
Ceduta la Corsica alla Francia nel 1768, Policardi, non molto soddisfatto del trat­tamento economico, tenta di farsi assumere dal Re di Francia di cui, essendo cor­so, si sente suddito. La carta della Corsica stampata a Genova nel 1769 e dedicata all'ambasciatore francese, va letta anche in questa chiave. Nel 1776 entra in con­tatto con l'ambasciatore francese a Genova, De Pinet, che promettendogli l'assun­zione lo convince a collaborare con il Dépòt de la Guerre fornendo carte e infor­mazioni riservate sul territorio della Repubblica. In meno di due anni fornisce di­verse carte dello Stato Genovese e della Corsica che ancora oggi si trovano negli archivi francesi.
Dopo questo episodio di vero e proprio spionaggio cartografico e tradimento del suo datore di lavoro e committente ufficiale il P. vive ancora 10 anni in Genova. Nel 17 84 invia una supplica al Senato, con allegato disegno, perché gli sia ricono­sciuta con «paterna munificenza e per sollievo del suo bisognevole stato» l'inven­zione del moto perpetuo, ottenuto con «una macchina idrostatica che allo stesso moto assai s'avvicina: consiste questa in una poca quantità di acqua distribuita in due picoli recipienti con la quale si macinano diversi molini sempre con la detta acqua stagnante e per ora col solo aiuto leggiero di una persona a continuare il moto» (ASG, Confinium, 155).

Produzione di cartografia manoscritta:
Diverse carte manoscritte e anche a stampa testimoniano le capacità cartografiche del Policardi. In ASG, Raccolta Cartografica si conservano diversi «tipi» relativi al­la Corsica (Bonifacio, Furiani, Bastia ecc.) e a diverse località della Liguria (Geno­va, Portofino, Lavagna, Gavi).
Fra le carte manoscritte, a esemplificazione della tecnica più raffinata usata dal P. basti citare:
- Gavi 1: Carta Geometrica in Pianta e Profili della Città Fortezza e parte del terri­torio di Gavi nelle viccinanze del fiume Lemo, torrente Neirone e suoi influenti ... anno 1785 (ASG, Raccolta Cartografica, Busta 9. bis, 291).
Diverse carte, frutto dell'attività spionistica del P. sono conservate presso l' archi­vio e la raccolta cartografica del.Dépot de la Guerre a Vincennes (Parigi).

Produzione di cartografia a stampa:
L'unica carta a stampa che finora si conosce è la
-Carta dell'isola di Corsica ... Domenico Policardi Capitano Ingegnere in Genova l'anno 1769 dedicata a Giuseppe Rocco Boyer de Fronscolombe, ambasciatore del Re di Francia presso la Repubblica di Genova.
Due copie si conservano presso la Biblioteca Nazionale di Francia (Richelieu). Una copia del fondo cartografico corso della Biblioteca Nazionale di Napoli è sta­ta segnalata e descritta da V. Aversano, 2000.

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
V. AVERSANO, Il fondo cartografico corso nella Biblioteca Nazionale di Napoli e la «Pianta Topografica della Corsica» del 177 3 ... , Università degli Studi di Saler­no, 2000, pp. 27-30.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Com­pagnia dei Librai, 1992.
P. PESCARMONA, Note e documenti sul Corpo degli Ingegneri Militari a Genova alla metà del Settecento, in «Bollettino Ligustico», III, 1986.
M. QUAINI, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
M. QUAINI, Ingegneri e cartografi nella Corsica genovese fra Seicento e Settecento, in A.M. SALONE -F. AMALBERTI, Corsica immagine e cartografia, Genova, Sagep, 1992.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Flobert

Autore della scheda: Massimo Quaini

Pezzi, Francesco

Francesco Pezzi
N. 1764
M. novembre 1813

Relazioni di parentela: Non se ne conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, professore di matematica e ingegneria militare.

Biografia:
Molte tra le notizie riguardanti la carriera militare di Pezzi sono reperibili presso il Service Historique de l'Armée de Terre di Vincennes dove si conserva il fascicolo personale comprendente tra l'altro lo stato di servizio (SHAT, 2Y e, François Pezzi). Il primo settembre 1781 si addottora all'Università di Genova sostenendo una «pubblica disputa di matematica» (Farinella, 1986, p. 767).
Il 16 gennaio 1782 è Cadetto nel corpo del Genio della Repubblica di Genova. Dal 1783 al 1786, subentrato ad Agostino Domenico Menici, si forma all'Accade­mia di Architettura militare e artiglieria di Strasburgo usufruendo di un lascito di G. Giacomo Grimaldi a favore di giovani cadetti-ufficiali della Repubblica.
Fin dal 1784 (ma la data precisa appare controversa perché nello stesso periodo Pezzi risulta seguire i corsi a Strasburgo) «fa scpla gratis» insegnando matematica elementare all'Università di via Balbi in Genova (Forti, 1986, p. 234).
Il 24 luglio 1786 è nominato con Menici tenente del corpo degli ingegneri della Repubblica con paga di f,. 35 «fino alla morte del Cap. Policardi» (ASG, Foglietta, 1035). Lavorerà a lungo come aiutante di Giacomo Brusco.
Il 3 aprile 1788 ottiene la cattedra (retribuita) di matematiche elementari all'Uni­versità, presentando come titolo scientifico la traduzione dal latino in francese del­l'Introduction à l'analyse des infiniment petits de M. Euler. Première partie (Fari­nella, pp. 766 e 772).
Nel 1789, con Menici, istruisce la pratica per la promozione a capitano (ASG, Confinium, 163, Diversorum Collegi, 367). Opera nel Gotfo della Spezia con Gia­como como Brusco (Rossi, 2003, p. 94) e si occupa di analizzare il sistema difensivo co­stiero in vista di un suo potenziamento.
Il 17 febbraio 1794 è nominato capitano in seguito all'incremento dell'organico del corpo degli ingegneri con l'inserimento dei tenenti Giacinto Stefanini e Vin- cenzo Chiodo.
Tra il 1794 e il insieme al Menici, prende parte attiva al movimento rivolu- zionario che porterà alla nascita della Repubblica Democratica Ligure (Forti, 1992, p. 269). Nel 1797 è eletto da Bonaparte nel Governo provvisorio. Il 25 lu­glio 1797 è nominato 2° capo Battaglione del Corpo Imperiale del Genio francese (nel quale è confluito il Corpo del Genio Ligure), sottoposto al colonnello coman­dante Giacomo Brusco.
Nel marzo 1799 fa parte del Consiglio di Guerra straordinario indetto per risolve- re il problema della difesa costiera delle due Riviere (Forti, 1992, p. 270). È con Massena durante il blocco di Genova (1800).
Nel Regolamento per lo Corpo del Genio (1802), art. X, conservato nel Registro del burò del genio dell'anno V, cioè 1801 (collezione privata; vedi anche Quaini 1, 1986, p. 38) si specifica l'affido al Comandante in Seconda del corpo (in quel momento ruolo ricoperto dal Pezzi) della direzione della scuola per ingegneri e subalterni. Nello stesso anno è affidato a Pezzi il compito di levare i piani di alcu­ne fortificazioni genovesi.
Dal 1805, divenuto capo battaglione del Genio imperiale, è dì nuovo nel Golfo della Spezia per riorganizzarne il sistema difensivo.
Nel 1806 subentra a Brusco col grado di colonnello. Nel 1807 diviene direttore interim della Direzione di Genova delle fortificazioni (Fara, 2006, p. 216).
Nel 1809 cade da cavallo durame una visita alle fortificazioni nella parte orientale del Golfo fratturandosi un femore.
Insignito della Legion d'Onore, muore a Genova nel 1813 lasciando moglie e due figli. È sostituito da François Marie Riverieulx (Fara, 2006, pp. 235 e 260).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
A. FARA, La Spezia, Bari, Laterza, 1983.
A. FARA, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Firenze, Olschki, 2006.
C. FARINELLA, Un matematico genovese del XVIII secolo. Lettere di F. Pezzi a A.
M. Lorgna e S. Canterzani, in «Miscellanea storica ligure», XVIII, n. 2, Studi in onore di Luigi Bulferetti, Genova, Istituto di Storia Moderna e Contempora­nea, 1986, pp. 765-881.
L. C. FORTI, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-1794). Dal­l'analisi topografica alla difesa marittima del golfo, in M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 232-238.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINI 1, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in ID. (a cura di), Carte e cartografi' in Liguria, cit., pp. 7-60.
M. QUAINI 2, Il Golfo della Spezia: dal fascino delle rovine al teatro del progetto, in ID. (a cura di), Carte e cartografi in Ligurza, cit., pp. 171-218.
M. QUAINI 3, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Set­tecento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografi'a e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1986, II, pp. 783-802.
L. Rossi, Lo specchio del Gol/o. Paesaggio e anima della provincia spezzina, Sarza­na, Agorà, 2003.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco: Policardi; Stefanini

Autore della scheda: Carlo Alberto Gemignani

Multedo, Ambrogio

Ambrogio Multedo
N. Genova 30 marzo 1753
M. Genova 25 febbraio 1840

Relazioni di parentela: Figlio di Angelo G.B. Multedo e Giacinta Novaro. La famiglia è originaria di Cer­vo, dove un nobile Gio. Ambrosia Multedo nel 17 46 rivolge supplica al Magistra­to di Guerra per trasferire la propria patente di «Capitano della Compagnia de' Scielti» al nipote Carlo Giuseppe Viale (ASG, Foglietta, 379).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Matematico, cartografo e abate

Biografia:
Nasce a Genova il 30 marzo 1753 e muore il 25 febbraio 1840 in Genova. Viene sepolto nella chiesa di N.S. Assunta in Carbonara dove si conserva l'iscrizione dettata dall'abate Spoterno.

Produzione scientifica:
Morto il Correard, Multedo gli successe nella cattedra di matematiche sublimi dell'ateneo genovese che mantenne fino al 1816. Quando a Parigi «i matematici di molte parti d'Europa s'adunavano a determinare l'unità delle misure e dei pesi>> vi rappresentò lo stato genovese ed ebbe modo di farsi apprezzare e di coltivare anche in seguito l'amicizia di alcuni dei maggiori scienziati tempo colà convenuti. Rientrò a Genova nel dicembre 1800, dopo aver consegnato al Bonaparte una sua memoria in cui dimostrava che il titolo di capitale politica della Repubbli­ca italiana si addiceva più a Genova che a Milano. A Genova oltre all'insegnamen­to della matematica si occupò di progetti stradali e meteorologia soprattutto per i naviganti (materia collegata alla Nautica che fin dal 1778 aveva proposto di inse­gnare nella Scuola che doveva sorgere all'interno dell'Accademia Ligustica).

Carte e Memorie

L'unica carta di cui si conosce l'esistenza riguarda la valle di Andora e porta que­sto titolo: Carta tipografica (sic) della Magnifica Comunità e valle di Andora. Incisa e stampata dall'editore Sci onico in Genova nel 1785 come allegato alla memoria dell'avvocato Angelo M. Anfosso sui diritti della medesima Comunità. Venne co­struita nel 1785, come risulta da documentazione inedita (A.S.G., Con/inium, 157). Il 2/11/1785 i consoli di Laigueglia scrivono al Senato che «nei giorni ad­dietro siasi portato in questa V alle di Andora certo Prete Ambrogio Moltedo del luogo del Cervo e che furtivamente, senza farne in prima parola a questo M.co Po­destà, abbia cannellato terreni, preso livelli, osservato termini e confini e posto in pratica tutto quello che è necessario per formare un disegno di quella V alle».
Fra le sue memorie va citato anche il Rapporto presentato alla Commissione straor­dinaria di governo sul nuovo sistema metrico dal cittadino prete Ambrogio Multedo, Scionico, Genova 1801, pp. 14.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
AA. Vv., Il territorio di Albenga da Andora alla Caprazoppa. Quattro secoli di carto­grafia, Bordighera, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 1990, pp. 68-70.
P. SCOTTI, I toponimi di una Carta della «Magnifica Comunità e valle di Andora» (sec. XVIII), in «Atti dell'Accademia Ligure di Scienze e Lettere», X, 1954, pp. 112-126.
G.B. SPOTORNO, Vita e studi del cav. abate Multedo, in «Nuovo Giornale Ligusti­co», NS. voi. III, s.d., pp. 107-113.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Massimo Quaini

Codeviola, Michele

Michele Codeviola
N.
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono rapporti di parentela né ascendenti né discendenti che possano far pensare ad una dinastia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La nascita rimane oscura. Dalle suppliche rivolte al governo genovese si sa che do­vette essere nato a Genova nel secondo decennio del Settecento ma che «in tenera età» si era trasferito in Catalogna. Il Quarenghi, non sempre pienamente affidabi­le, dice che nasce a Genova nel 1717 ma che in gioventù vive e studia a Barcello­na. Secondo il prospetto dell' Ufficialità dello Stato Maggiore e Capitani del 1764-65 (ASG, Foglietta, 1209) risulta essere di nazione genovese, avere 46 anni e dun­que di essere nato intorno all'anno 1718. Anche la data della morte non è stata finora precisata: secondo fonti archivistiche il C. avrebbe goduto della pensione fino all'anno 1800, secondo altri sarebbe morto nella primavera del 1801.

Produzione scientifica:
La sua attività, che ha riguardato soprattutto il campo dell'artiglieria e delle fortifi­cazioni, è stata ricostruita in maniera dettagliata da L.C. Forti, al quale si rimanda. Riassumendo, si può dire che all'iniziale attività svolta soprattutto in campo didatti­co con la preparazione nel 1755 del manuale Descrizione dell'artiglieria antica e moderna secondo il stile di varie nazioni composta dal Cap. Michele Codeviola, direttore nell'Accademia Linguistica del Architettura militare e civile ( che si conserva nell' Archi­vio Storico del Comune di Genova), si dedica, fra il 1756 e il 1760, al rilievo siste­matico di tutte le fortificazioni nella Capitale e successivamente anche in Corsica. Della sua attività di insegnante presso l'Accademia l' Alizeri non dà un giudizio molto positivo, limitandosi a definirlo «zelantissimo (qual ch'egli fosse per gno) delle discipline accademiche» e non apprezzando il fatto che allora «l'archi­tettura civile si apparava ad un tempo colla scienza delle fortificazioni, colla geo­metria, colla aritmetica e colle pratiche degli artiglieri» al punto da sostenere che «l'insegnamento di lui procedeva per siffatto miscuglio da uscirne non già profitto per molti, sebbene una _confusione per tutti» (Alizeri, 1864, p. 104).
Nel 17 65, in occasione della generale riforma del corpo degli ingegneri, il C. ven­ne nominato «Quartier Mastro Maggiore» al posto di Gaetano Tallone, giubilato insieme a Alberto Medoni e Matteo Vinzoni. Da una relazione anonima approvata dal Magistrato nello stesso anno risulta che tale carica doveva essere conferita a «un Ingegnere dello Stato maggiore di ben nota habilità ed esperienza» e che fra i compiti da eseguire quelli cartografici non erano i minori: «Doverà formare una Pianta esattissima di questa Capitale che comprenda il terreno adiacente alli due Torrenti di Polcevera e Bisagno, per poter comprendere ed imparare con fonda­mento qual sia la parte più forte e più debole di questa Piazza [ ... ]» e ancora «la Pianta e Profili delli Quartieri ed Alloggi» e «li sei Disegni delle comarche in che si considera diviso il Recinto delle amiche e nuove mura e de' Postamenti e fortifi­cazioni esteriori» (ASG, Foglietta, 1242).

Carte e Memorie

Da allora e fino alla sua giubilazione nel 1788 si occuperà esclusivamente delle fortificazione di Genova con una infinità di progetti caratterizzati sempre da di­segni in scala, che si trovano sparsi in diversi istituti di conservazione. Su alcune delle questioni più rilevanti, dall'ampliamento della cerchia daziaria e ddperi­metro urbano della città al rinforzo della difesa del fronte marittimo e terrestre della Capitale, il C. si trova a collaborare con gli altri ingegneri e in particolare con G. Brusco, che nel 1788 gli subentrerà nelle funzioni. Particolarmente cura­te sono le planimetrie del porto che il Codeviola disegna fra 1784 e il 1787 quando, oltre che sul miglioramento della funzionalità dello scalo, si discute, an­che con l'intervento dell'abate Ximenes e di altri esperti, del prolungamento del Molo Nuovo.
Anche dopo la giubilazione, dovuta a detta del Magistrato a «varie mancanze commesse» negli ultimi anni, il C. continua a lavorare in particolare alla sua opera cartografica di maggior impegno commissionatagli da Carlo F. Doria: il «Libro de' disegni delli Quartieri, Corpi di Guardia e Terreni coltivati nel recin­to delle vecchie e nuove mura» che il Nostro consegna al Doria nel 1791 in due volumi riccamente rilegati in pelle. Lavoro che gli era costato 506 giornate lavo­rative di due misuratori e tre anni e mezzo di lavoro a tavolino. Di questa opera si è conservato solo «il Libro de disegni delli Quartieri et Alloggi che sono nel recinto delle Nuove Mura della Città di Genova» (Biblioteca delle Belle Arti del Comune).
È anche andata dispersa la grande planimetria del territorio di Genova, che il Forti identifica con la carta in 24 fogli usata anche dai francesi, completata dal Codeviola negli anni 1797-99 ma costata a quanto dice l'autore «quindici anni di sudori».

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, I, Genova, Sambolino, 1864.
R. DELLEPIANE, Mura e fortificazioni di Genova, Genova, Nuova editrice genovese, 1984.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINJ, A proposito di «scuole» e «in/lussi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e ùtituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
C. QUARENGHI, Ricerche storico-illustrative sulle fortificazioni di Genova e del Ge­novesato (1875), Archivio Storico del Comune di Genova, Manoscritti, n. 774.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; De Sicre; Flobert; Tallone; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Brusco, Tommaso (Di Gerolamo)

Tommaso Brusco
N. Savona
M. Francia

Relazioni di parentela: Nipote di Giacomo Brusco, continua l'attività del più illustre zio che, non avendo figli maschi, non tralasciò di avviare al suo stesso mestiere i parenti più stretti: il fratello Stefano, pittore, firma alcune piante di Savona conservate all'ISCAG e il figlio di lui, Antonio, risulta avere nel 1803 il titolo di tenente del Genio.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nato a Savona intorno al 1788 è figlio del pittore Gerolamo fratello del Giacomo. Muore in Francia, dove si era trasferito definitivamente.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Non si conoscono carte.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, II, Genova, Sambolino, 1865, pp. 318-319.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Compagnia dei Librai, 1992.
M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; Gustavo

Autore della scheda:



Brusco, Giacomo Agostino (anche Bruschi)

Giacomo Agostino Brusco
N. Savona 23 agosto 1736
M. Genova 27 ottobre 1817

Relazioni di parentela: È fratello maggiore dei pittori Paolo Gerolamo e Angelo Stefano. Secondo F. Ali­zeri la figlia Nicoletta «anteponendo alle donnesche vanità lo studio delle lettere e delle matematiche, non avea maggior bene che di prendere sopra di sé le fatiche più ingrate del padre».
Non avendo figli maschi -in una lettera parla della sua «famiglia femminina» - la sua attività viene continuata, in maniera diversa, dai nipoti Antonio e Tom­maso. Anche il fratello Stefano, pittore, non si sottrae a lavori di architettura e cartografia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere militare, architetto civile e cartografo.

Biografia:
Detto Bruschetto ad imitazione del fratello pittore. Nasce a Savona il 23 Agosto 1736 da Giovanni Battista coloritore di ceramiche e «uomo di modesta fortuna, benché derivasse di antico casato e cospicuo» (Alizeri) e da Anna Romé e viene battezzato nella cattedrale il 30 agosto.
Muore a Genova il 27 Ottobre 1817 e viene sepolto con tutti gli onori nella chiesa di San Martino di Albaro accanto alle spoglie della moglie Susanna Verando e del­la figlia Nicoletta, sua collaboratrice.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia essenzialei:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, II, Genova, Sambolino, 1865.
N. CALVINI, Brusco Giacomo Agostino, in Dizionario biografico degli italiani, XIV, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1972. (Più interessante per gli aspetti architettonici che per quelli cartografici: «si dedicò per tutta la vita a opere di ingegneria, ma furono altri ad avere la gloria delle sue fatiche»).
L.C. FORTI, Le «gite» nel golfo della Spezia di Giacomo Brusco (1793-94). Dall'ana­lisi topografica alla difesa marittima, in M. QUAINI (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 232-238.
L.C. FORTI, Note sulla rappresentazione cartografica del territorio di Giacomo Bru­sco, in Cartografia e istituzioni in età moderna, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, II, pp. 561-579.
S.E. PORTA, Un documento su Campo Ligure: il cabreo di Vincenzo Spinola, in Una famiglia e il suo territorio. Campo Ligure e gli Spinola tra medioevo ed età mo­derna, Campo Ligure, 2000, pp. 225-246.
L. PROFUMO MULLER, Brusco, Paolo Gerolamo, in Dizionario biografico degli italia­ni, cit., (interessante anche per il profilo di Angelo Stefano, pittore specializza­to in vedute prospettiche e paesaggi).
M. QUAINI, Dalla cartografia del potere al potere della cartografia, in ID. (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 7-60.
M. QUAINI, A proposito di «scuole» e «influssi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria,1987, pp. 783-802.
L.Rossi, Lo specchio del Golfo. Paesaggio e anima della provincia spezzina, Sarza­na, Agorà, 2003.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Flobert; Gustavo; Panfilo Vanzoni Junor

Autore della scheda: Massimo Quaini

Bassignani, Giovanni

Giovanni Bassignani
N. Brescia 1653
M. Chiavari 1717

Relazioni di parentela: La famiglia, originaria di Bagnone (Lunigiana), non sembra avere svolto negli ascendenti mestieri affini a quello esercitato dal Nostro che non risulta aver avuto continuatori in famiglia. Lo prova anche il fatto che Matteo Vinzoni, che ne fu al­lievo, conservava nel suo archivio familiare alcune carte e documenti del maestro (fatto confermato anche da G.C. Ratti).

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La sua attività prosegue con visite e lavori in altre piazze della Terra ferma e so­prattutto nelle operazioni militari dell'Oltremare, dove il B. si segnala soprattutto in Morea negli assedi di Corone, Modone, Napoli di Romania e Negroponte. In questo «infelice assedio», nel 1689, «restò da colpo di spingarda gravemente ferto nella testa, onde caduto a terra e smarriti i sensi fu tenuto per morto». Miraco­losamente guarito, «faceva sempre una specie d'orrore, qualunque volta discopri­va la parte superiore della fronte vicino al polso destro, ove gli si vedeva una buca tutta intorta e più d'un dito profonda» (Soprani-Ratti, 1769).
«Sazio di una vita sì aspra ed esposta a' primi pericoli» matura l'idea di ritirarsi, ma «troppo avendo di lui bisogno l'armata, perciocché di quattro Ingegneri, che in quel­la servivano, egli solo era rimasto vivo, benché malconcio e debole, onde il portavano in una sedia a vedere i lavori», dovette rimanere in servizio fino al 1692 (e non 1693 come dice il Ratti). La morte del Generale e Doge Morisini, suo grande protettore, lo spinse a chiedere ed ottenere, sia pure «malvolentieri», il sospirato congedo. Rientrato a Venezia e mortagli la moglie «risolvette d'andare a starsi col suo vec­chio padre, che d'alcuni anni s'era ritirato in Sarzana [ ... ]. Quivi egli stimò suo dovere il presentarsi al Signor Commissario di questa città, che cortesemente ac­coltolo, conobbe il buon fondamento di lui nella profession d'Ingegnere [., .] e diede tosto ragguaglio a Genova». Invitato a presentarsi davanti al Senato, il Bas­signani «con qualche suo bellissimo disegno diede tal saggio di se che fu tantosto ammesso al servizio. Vent'anni durovvi; e molto contento, perché fuori d'ogni di­sturbo di guerra. In questo tempo prese di nuovo moglie, che fu una signora di Chiavari della famiglia Varese» (Soprani-Ratti, 1769).
La documentazione d'archivio rettifica e completa queste notizie, sia anticipando al 1692 il suo arrivo in Liguria, sia aggiungendo che dopo quattro mesi di prova venne assoldato per cinque anni e che alla scadenza, nel 1697, l'incarico gli venne ulteriormente prorogato con queste motivazioni espresse dal Magistrato di Guer­ra:«[ ... ] restando il Magistrato pienamente soddisfatto del detto Basignani e della sua capacità e maniera di operare qui, ma anche per le notizie che ha della peritia e forma con cui si è diportato et ha servito altrove e considerando il vantaggio che vi è se si offerisse il bisogno di bavere persona già pratica del paese e della situa­zione de' posti e che essendo egli nativo di Pontremoli et accasatosi in questo do­minio pare si possa vivere con sicurezza della sua fedeltà [. .. ]» (ASG, Foglietta, 1136). Quanto alla designazione di Pontremoli come luogo di nascita è probabile che con tale indicazione si volesse indicare il capoluogo della Lunigiana alla quale apparteneva anche Bagnone.
L'attività al servizio della Repubblica cesserà solo con la morte e si esercitò in mol­te e diverse «commissioni che effettuò con universale soddisfazione» soprattutto nel campo della fortificazione delle principali piazze (Genova, La Spezia, Savona) ma anche nel campo dell'architettura civile per strade, porti, regolazione di fiumi (compreso il progetto del celebre ponte di Carignano, poi realizzato dal de Lan­glade). Per cui anche oggi si può confermare il giudizio già dato (Quaini, 1884): «la storia dell'ingegneria e della cartografia di questo periodo si identifica in larga misura con la sua persona e con quella dei suoi aiutanti» fra i quali si devono an­noverare sia Gherardo de Langlade, sia Matteo Vinzoni, il quale del Bassignani e del de Langlade fu allievo nella scuola da costoro istituita nel 1714. A merito del Bassignani va anche riconosciuto l'aver introdotto al servizio della Repubblica il de Langlade «capitato in Genova fuggiasco per cagion di sinistro occorsogli» e di­ventato suo aiutante. Insieme operarono nel 1713 sia alla demolizione del «famoso castello Gavone» di Finale sia alla misurazione e minuta descrizione dei «borghi, villaggi e confini di quel Marchesato» che successivamente portò alla costruzione della grande carta del Marchesato e Langhe del Finale ad opera di G. de Langlade e di L. Gaetano Tallone (ASG, Raccolta cartografica, 273).
Il Bassignani aveva l'esperienza e le conoscenze necessarie per dirigere una scuola che accanto allo studio teorico ebbe come palestra soprattutto il contesto savonese, dove oltre ai lavori per la fortezza si dedicò ai problemi del porto, del torrente Lava­gnola e delle strade. Secondo la testimonianza raccolta dal Ratti «possedeva cinque lingue, cioè la francese, la tedesca, la greca popolaresca e la latina, oltre alla sua nati­va italiana» delle quali si valeva per «parlare con istranieri o legger libri in alcune di quelle». In conclusione «insegnò a parecchi la professione: ma chi in essa gli ha fat­to distintissimo onore è stato il poc'anzi defunto Brigadiere Matteo Vinzoni, che non cessava di predicar le lodi di questo suo insigne Maestro, di cui varj disegni, tratta­telli ed instrumenti matematici ereditò» (Soprani-Ratti, p. 355). L'Alizeri, a sua volta, definisce il Vinzoni «creatura del Bassignani e buon seguace di tal maestro». Anche se è vero che Matteo Vinzoni non poté valersi di tale magistero a lungo, vi­sto che il Bassignani ottenuto il congedo all'inizio del 1716 si ritira a Chiavari, dove muore l'anno seguente, onorato con «solennissime esequie» e seppellito nella chie­sa di Nostra Signora dell'Orto, «in particolare avello al lato sinistro della porta maggiore col semplice nome: Ioannes Bassignani H.S.E.» (Soprani-Ratti, p. 354).

Produzione scientifica:
Quanto alla produzione cartografica, oltre alle indicazioni appena date, si può ri­petere il giudizio dell' Alizeri: «mi compiacqui a vederne i disegni, che son molti ed intatti nel nostro Archivio, e con tanto garbo e diligenza eseguiti, che non più farebbe l'intaglio a delinearli e buon colorista a disporvi le tinte. Riguardano tutti alle opere di Savona e di Vado, notate anche dal Ratti per principali tra le fatiche del Bassignani» (Alizeri, 1867, pp. 36-7). Anche se meno intatti di allora, tali dise­gni si possono ancora ammirare e sono descritti, insieme a qualche altro, nel Cata­logo della Raccolta Cartografica, con l'eccezione di un atlante del 1708, «ove son pur descritte le opere savonesi e con eguale dottrina se non con eguale avvenenza di tipi» rispetto a altro atlante di Benedetto Guerrini (questo ancora conservato in ASG, Raccolta Cartografica, 1034-41 - Savona 48).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
F. ALIZERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Acca­demia, I, Genova, Sambolino, 1864.
T.O. DE NEGRI, Matteo Vinzoni e l'atlante storico del Genovesato, in <>. XIII, 1971, 4, pp. 17-27.
L.C. FORTI, Fortificazioni e ingegneri militari in Liguria (1684-1814), Genova, Com­pagnia dei Librai, 1992, pp. 53-64.
M. QUAINI, Per la storia della cartografia a Genova e in Liguria. Formazione e ruolo degli ingegneri-geografi nella vita della Repubblicai, in «Atti Società Ligure di Storia Patria», N.S. XXIV, 1984, 1, pp. 219-266.
M. QUAINI, Carte e cartografi a Savona: l'immagine di una città e del suo territorio, in ID. (a cura di), Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986, pp. 171-81.
M. QUAINI, A proposito di «scuole» e «influssi» nella cartografia genovese del Sette­cento e in particolare di influenze franco-piemontesi, in Cartografia e istituzioni in età moderna, II, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1987, pp. 783-802.
G. ROSSINI, Le fortificazioni genovesi a Vado dal XVI sec.: un capitolo di architettu­ra militare, in «Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria», N.S. XIV, 1980, pp. 107-139.
R. SOPRANI - C.G. RATTI, Le vite de' Pittori; Scultori ed Architetti genovesi ... , 2 voli., Genova, Casamara, 1768-1769, I, pp. 349-355.

Altro:

Rimandi ad altre schede: Tallone; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Accinelli, Francesco Maria

Francesco Maria Accinelli
N. Genova 23 aprile 1700
M. Genova 7 ottobre 1777

Relazioni di parentela: Non sembra che la famiglia originaria di Varazze e di estrazione popolare abbia concorso alla sua formazione tecnica e tanto meno abbia prodotto altri cartografi.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Prete e poligrafo, con la passione per la cartografia.

Biografia:
noto nel suo quartiere con il soprannome di Prete Checco.

Produzione scientifica:
La prima produzione cartografica, sulla base di ripetute affermazioni dell' A. che gli studiosi ritengono non del tutto affidabili, si riferirebbe a una «carta distinta [. .. ] longa palmi 10 e alta palmi 5 » della Corsica fatta «d'ordine pubblico» nel 1732 e «mandata all'Imperatore Carlo VI prima che le truppe tedesche ausiliare della Repubblica passassero nella medesima». Altre copie vennero fatte per il Ge­nerale principe di Wuttemberg e per diversi signori genovesi e francesi (come di ce in Descrittione Geografo-Cronologica della Corsica col disegno dell'Isola, Piazze e Luoghi Principali conservato presso la Biblioteca Universitaria di Genova). La ricchezza dei particolari relativi alla costruzione della carta - «questa mappa fu fatta con tutta la maggior attenzione et assistenza di nazionali medesimi chiamati a bella posta da tutti i paesi e luoghi benché minimi della medesima Isola et in ca­sa dell'Ecc.mo Alessandro Pallavicino», che nel 1715 come Deputato del magi­strato di Corsiva «avea girato l'Isola per Xl mesi continui tanto dentro terra che alle marine, onde e con le notizie da esso raccolte e con l'istruzione de' medemi nazionali fu ridotta a perfezione la divisata mappa» - e l'interesse dimostrato per la Corsica anche in altri manoscritti fanno pensare che al di là di qualche esagera­zione ci sia qualcosa di vero. Resta ancora da verificare se la carta della Corsica pubblicata a Parigi nel 173 8 da J aìllot con dedica a Gio. Francesco Brignole Sàle a cui l' A. aveva consegnata la sua carta sia una versione di questa medesima tavo­la, come sostiene l' A.
Oltre all'abbondante produzione sulla Corsica, fatta anche di carte corografiche e vedute di centri abitati, il nostro cartografico lavorò molto su Genova e sulla Ligu­ria. Nel 1747 partecipò all'insurrezione popolare di Genova: l'A. «capitanava la coorte dei sacerdoti che in numero di cinquecento schieravansi in arme in Val Bi­sagno» (E. Celesia) e nel corso delle operazioni militari, mentre era intento a rile­vare una mappa, venne scambiato per una spia e catturato dai paesani. Di questa sua esperienza scrisse in un Compendio delle Storie di Genova in due tomi che ven­ne pubblicato nel 1750 a Lipsia (in realtà nel 1751 a Massa Carrara), che gli creò non pochi problemi e la fama di storico partigiano. Sia nel primo che nel secondo tomo fa riferimento a «un disegno dell'assedio di Genova riuscito di tutta perfe­zione ed esattezza», stampato dal Campi in Genova nel 1749 e inserito nell'opera di Gianfrancesco Doria, Storia di Genova dal trattato di Worms alla pace di Aqui­sgrana, Leida (ma Modena), 1750, con il titolo di Carta topografica de' contorni di Genova e delle sue Valli di Polcevera e Bisagno con sue adiacenze (con la sola indi­cazione dell'incisore Giuseppe Benedetti).
Due grandi carte manoscritte, conservate presso la Curia di Genova, dedicò negli anni Cinquanta ali' arcivescovo Giuseppe M. Saporiti: la prima della Diocesi di Genova con ampie legende, stemmi gentilizi e qualche veduta prospettica è datata 1757; la seconda non datata ma dello stesso decennio è la Pianta della città di Ge­nova del suo recinto ... che riproduce un meno rifinito disegno del 1752.
Una Carta geografico-storica della Riviera di Genova co' suoi veri confini e strade delineata da Prete Accinelli, che riprende anche nel titolo la carta di Joseph Cha­frion (ma con correzioni) viene dedicata al Doge Gio.Batta Negrone ed è quindi databile agli anni 1769-71. Presenta molte annotazioni storiche ed è conservata presso il Museo Navale di Pegli.

Instancabile nella sua attività, l' A. mise insieme anche alcuni atlanti:

- Pianta di Genova di tutte le sue Strade, Piazze e Fabbriche ... divisa in più tipi con moltissime annotazioni storiche (1752), che risulta essere una riduzione in volume di 16 tavole dela carta del 1656 commissionata dal Comune agli otto architetti (di l
cui una riedizione in volume farà anche Giacomo Brusco).
- Stato presente della Metropolitana di Genova, di tutte le Parrochie tanto in Città che nella Diocesi ... che è in realtà una descrizione di complessive pp. 480 correda­ta da trenta tipi (ms. conservato in più copie in diverse biblioteche di Genova).
- Atlante Ligustico o sia del Dominio della Republica di Genova (conservato nella Biblioteca Berio, proveniente dalla biblioteca di Gian Carlo Ageno), che viene considerato il suo capolavoro e che, a detta di A. Capacci che l'ha studiato, dove­va già essere completato nel 1773. Comprende una parte descrittiva con varie me­morie e una parte iconografica che si compone di 55 disegni di vario formato e at­tinenti sia a regioni e località sia ad alcuni monumenti genovesi.
L'interesse dell'Accinelli per la geografia o cosmografia è ancora dimostrato da una «Miscellanea.storico-geografica» parzialmente conservata presso la Biblioteca Universitaria di Genova dove accanto a molto materiale cartografico di varia natu­ra e provenienza si contengono estratti di trattati della Sfera e di Geografia.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:

Altro:

Rimandi ad altre schede: Giacomo Brusco; Matteo Vinzoni

Autore della scheda: Massimo Quaini

Romano, Nicolò (Nicolaus Romano)


N.
M.

Relazioni di parentela: Non si conoscono.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Attivo a Messina, 1576?.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
l) Nicolaus Romano F Mrssane Anno [1576], carta nautica, venduta nell'asta Rubinacci, Genova, 1996.
2) Messina, 1576, carta nautica del Tirreno meridionale, New York, Richard B. Arkway, Catalogo XXXI, n° 126.
3) Messina, 1576, carta nautica del Tirreno settentrionale, asta Sotheby's 13-04-1989, lotto 235 e asta Sotheby's 07-12-1989, lotto 215.
Le tre carte, di dimensioni molto simili cm 52-55 x 74-75, devono avere fatto par­te di un piccolo atlante. La data, in parte abrasa sulla prima carta, lascia qualche perplessità. Lo stile, con ricche decorazioni alquanto grossolane, ricorda piuttosto le carte del XVII secolo; inoltre l'asse del Mediterraneo corretto è molto raro nel XVI secolo e si incontra di frequente solo nel secolo successivo.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia studi:
Non se ne conoscono.

Altro:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradino Astengo