Archivi tag: Corradina Polto

Carafa Branciforte, Carlo Maria

Carlo Maria Carafa Branciforte
N. Castelvetere (oggi Caulonia) 22 febbraio 1651
M. Mazzarino 1695

Relazioni di parentela: Figlio di Fabrizio Carafa, Principe di Butera e della Roccella, Marchese di Castelvetere e Barone di Occhiolà, e di Agata Branciforte, figlia di Giovanni Conte di Mazzarino

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1671 subentrò al padre nei titoli e nell’amministrazione dei beni. Sposò Isabella d’Avalos, figlia del Marchese di Vasto e di Pescara. Durante la rivolta antispagnola di Messina del 1674-78 offrì il suo aiuto alla corona con un’armata di 500 suoi uomini che inviò dalla Calabria a Milazzo. Nel 1676, essendo morto senza figli lo zio materno Giuseppe Branciforte, ne ereditò il titolo di Principe di Butera. E’ probabile che sia giunto in Sicilia intorno al 1679. Eletto Deputato del Regno nel 1680 e nel 1690; fu nominato anche ambasciatore straordinario presso Innocenzo XI.
Tornato in Sicilia dovette affrontare il disastro sismico del 1693 che distrusse molti centri della Sicilia sud orientale, tra cui Occhiolà, il suo paese, provvedendo alla sua ricostruzione.
Per il nuovo centro fu elaborato dallo stesso Carafa con l’aiuto di Fra’ Michele La Ferla, un architetto appartenente all’Ordine dei Frati Minori Osservanti, un impianto radiocentrico esagonale con sei borghi sui lati del poligono, fondato sulla simmetria delle parti, secondo i canoni rinascimentali tesi al raggiungimento della bellezza formale. Un rilievo planimetrico del nuovo centro, che si chiamò Grammichele, inciso su una lastra di ardesia ( cm 180 x 180) da Fra’ Michele La Ferla, è conservato presso il Municipio di Grammichele. Un altro, elegantemente dipinto, adorna un sopraporta del palazzo Butera di Palermo.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
EMANUELE E GAETANI di VILLABIANCA F.M., Della Sicilia nobile, II. Palermo, 1754, p.17.
GIANFORMAGGIO G., Occhiolà. Catania, Giannotta, 1928.
GUIDONI MARINO A., Il rinnovamento urbanistico dopo il terremoto del 1693. Grammichele. "Storia dell'Arte Italiana". Inchiesta sui centri minori. Parte III, v.I. Torino, Einaudi, 1980, pp.406-441.
BOSCARINO S., Sicilia barocca. Milano Officina, 1986, pp.82-83.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Cantone, Francesco Antonio

Francesco Antonio Cantone
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fu un Padre Minore Conventuale vissuto a Noto tra la fine del ‘600 e la metà del ‘700, noto per aver redatto un rilievo della città prima che il sisma del 1693 la radesse al suolo. Il disegno, salvato in gran parte dalle macerie fu conservato a lungo nel Convento dell’Ordine nella nuova Noto. Intorno al 1780 ne fu fatta una copia da P. Antonino Tedeschi (v.), che oggi, essendo andato perduto l’originale, costituisce l’unica testimonianza cartografica dell’assetto urbano della Noto antica.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Camiliani, Camillo

Camillo Camiliani
N.
M. 1603

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere regio e cartografo

Biografia:
Nacque probabilmente intorno al 1550, ma si sa poco delle sue origini, forse fiorentine. Il cognome potrebbe risalire a “Camigliano”, una località dell’Ombrone senese, ma anche un convento della Lucchesia o a “Camullia”, una borgata di Siena nel X secolo. Camilliani visse a lungo a Palermo, dove anzi sposò nel 1592 una vedova, Olimpia Pisare

Produzione scientifica:
Nel 1583 il Vicerè Marco Antonio Colonna gli affidò l’incarico di ispezionare la cimosa costiera siciliana e descriverne le strutture difensive, sulle orme di Tiburzio Spannocchi (vedi scheda).
Nel 1584 fu nominato “ingegniero regio” dal nuovo Vicerè Diego Enrico de Guzman Duca d’Alba, con il compito di provvedere alle fortificazioni .
Nel 1591 elaborò il progetto della tribuna di S.Placido per la chiesa di S.Giovanni di Gerusalemme a Messina. Nel 1593 e poi nel 1602 creò due apparati effimeri, espressione del gusto per lo spettacolare, assai diffuso all’epoca,; il primo per la festa di Santa Ninfa a Palermo, e il secondo in occasione dell’arrivo del nuovo Vicerè Duca di Feria.
Nel 1596 creò una fontana di marmo per la città di Caltagirone, distrutta poi dal sisma del 1693. Lavorò anche alla costruzione di una cappella di marmo di Carrara nella Casa Professa dei Gesuiti a Palermo.
Nella veste di “ingegniero regio” fu inviato per conto della corona spagnola a Milazzo per affiancare Orazio del Nobile nella realizzazione del quartiere degli Spagnoli. Rivide anche le fortificazioni ed elaborò il progetto per la nuova cattedrale, eretta all’interno del perimetro del castello della città. Apportò alcune modifiche anche al castello di Roccavaldina.
Come cartografo è ricordato per la sua opera “Descrizione delle marine del Regno di Sicilia, così come delle città, fortezze e piante di essa come delle torri fatte”, una relazione scritta e illustrata da disegni sulla situazione dell’apparato difensivo costiero dell’Isola, minacciata dai frequenti assalti barbareschi. Quest’opera costituisce il frutto della ispezione compiuta dal Camilliani tra il 1583-84, insieme con il Commissario Generale Giovan Battista Fresco, sulla cimosa costiera siciliana e le sue strutture difensive. La trattazione è assai approfondita invero e va ben oltre la descrizione delle peculiarità morfologiche del litorale siciliano nell’ottica difensiva, rivelando una particolare attenzione anche all’analisi delle risorse economiche del territorio. Splendidi i rilievi delle città e del profilo costiero, delineato via via in sequenza. in sequenza.
L’opera, conservata presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino ai segni “Codex III.N.I.3”, si compone di tre parti: una relazione scritta di 16 fogli con la descrizione delle marine; una raccolta di 218 tavole con i disegni a china ed acquerello delle opere difensive e infine gli indici. Per le tavole più grandi sono stati uniti più fogli. Si tratta di un codice cartaceo databile tra la fine del XVI secolo ed il principio del XVII. E’ custodito in una teca lignea e si compone di 384 fogli (cm 38x27), che forse in origine avevano dimensioni maggiori ed erano piegati ognuno in due, secondo l’abitudine del tempo di usare solo il “recto”. A seguito delle precarie condizioni del codice, gravemente danneggiato da un incendio che nel 1904 divampò nella Biblioteca, non è possibile individuare la numerazione dei fogli. Forse per effetto di questo incidente si alterò anche l’ordine degli argomenti trattati nella parte scritta ed in quella illustrata.
E’ verisimile ipotizzare che il manoscritto sia stato portato a Torino da Vittorio Amedeo Duca di Savoia, re di Sicilia tra il 1713 ed il 1718, molto interessato alla realtà dell’Isola. In effetti il codice apparteneva in origine alla Biblioteca Ducale Sabauda, i cui manoscritti nel 1732 furono donati da Carlo Emanuele III alla Biblioteca Universitaria di Torino.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
DI MARZO G., Descrizione della Sicilia, “Documenti per servire alla storia di Sicilia”. 7, 1877, pp.143-392
SAMONA’ G., L’opera dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani alla fine del Cinquecento. “Rivista del R.Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte”, a.III, fasc.II-III. Roma, 1933, pp.226-228.
GIULIANA ALAJMO A., Architetti regi in Sicilia dal secolo XIII al secoloXIX.”L’illustrazione siciliana”.Palermo, 1952, pp. 16-17, 179,187,224,236,267
NICOTRA RIZZO A., Un’opera di Camillo Camilliani nel territorio di Mascali. “Atti del VII Congresso Nazionale di Storia dell’Architettura”. (Palermo (1950).Palermo, 1956, pp.????
CASAMENTO A., Il “libro delle torri” del Camilliani. “Storia della città”, 12/13, 1979, pp.121-144.
RASMO G.-ANSELMI A. (a cura di), Camilliani a Palermo. Napoli, 1980.
SCARLATA M., La Sicilia del Cinquecento nella “Descrittione” in disegno di Camillo Camilliani. “Palladio”, n.s.,I,n.2, 1988, pp.???
SCARLATA M., L’opera di Camillo Camilliani.Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Libreria dello Stato.1993.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Calamech, Andrea

Andrea Calamech
N. Carrara 1524
M.

Relazioni di parentela: La sua famiglia era dedita ai commerci e alla lavorazione del grano.
Dal 1549 fu a Messina con il fratello Domenico, con il figlio Francesco e con i nipoti Lazzaro e Lorenzo, lavorando nel commercio del marmo di Carrara, richiesto per il Duomo, i cui lavori erano diretti dal Montorsoli.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1563 fu eletto dal Senato messinese “Protomastro scultore del Duomo”, anche se continuò a lavorare ancora a Firenze per la chiesa di S.Lorenzo. Dua anni dopo, nel 1565, si trasferì definitivamente a Messina, dove era in atto un profondo rinnovamento urbanistico, voluto dal Vicerè Garçia de Toledo. Le reiterate catastrofi sismiche che hanno sconvolto la città dello Stretto hanno cancellato le sue opere. Tuttavia attraverso le fonti storiche e iconografiche è possibile ricostruire la sua attività. Si sa che Calamech lavorò alla ristrutturazione del medievale Palazzo Reale e inoltre ad alcuni palazzi nobiliari della città (palazzo Grano, Palazzo La Corte, Palazzo Patti). Lavorò anche ad alcuni edifici religiosi della città, come la chiesa di S.Gregorio, ed anche a chiese della provincia, come a Roccavaldina , a San Pier Niceto, a Castroreale, a S.Lucia del Mela.
Intorno al 1570 attese a lavori di urbanistica. Sulla scia di quanto era avvenuto a Palermo con la creazione di un nuovo asse viario centrale, il Cassaro, a Messina, seguendo le indicazioni del Calamech, si tracciò la via Austria, che collegava i simboli del potere religioso (il Duomo) con quello civile (il palazzo reale). Progettò anche la piazza S.Maria La Porta e gli edifici prospicienti, ma l’esecuzione di questi ultimi lavori fu affidata, per la sua morte, a Jacopo del Duca.
Come cartografo è ricordato per l’incisione su lastra di bronzo che orna il basamento della statua di bronzo di Don Giovanni d’Austria, raffigurante Messina con la sua rada portuale occupata dall’Armata alla vigilia della battaglia di Lepanto.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
CAMPORI, Memorie biografiche degli scultori, architetti, pittori nativi di Carrara. Modena, 1873
VASARI, Le vite de più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani da Cimabue insino a’ tempi nostri. 1550. Torino, 1881, p.625.
LA CORTE CAILLER G., Andrea Calamech, scultore e architetto del secolo XVI. “Arch.Stor. Messinese”, 1901, 3-4, pp.35-77; 1903, pp.139-156.
DI MARZO, I Gagini e la scultura in Sicilia. Palermo, 1883, v.3, p.785.
VENTURI A., Storia dell’arte italiana. Milano, 1936, p.434. 1936, p.434
NEGRI ARNOLD, Dizionario biografico degli Italiani. 1973, p.414
IOLI GIGANTE A., Messina. Le città nella storia d’Italia. Bari, Laterza, 1980,p. 42.
BOSCARINO, Sicilia barocca. Roma, Officina,1981, pp.363-365.
BOSCARINO S., L’architettura dei marmorari immigrati in Sicilia fra Quattro e Cinquecento. “Storia dell’Architettura”, 1986, 1-2.
BLUNT A., Barocco siciliano.Milano, Il Polifilo, 1968.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Priolo, Giovanni

Giovanni Priolo
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fu un ingegnere stradale, attivo a metà dell’Ottocento. Presso l’Archivio di Stato di Palermo si conservano molti suoi rilievi topografici, funzionali alla realizzazione di nuovi assi viari.
Ricordiamo, in particolare, la “Carta della deviazione della strada di Agrigento dal torrente Faustina a San Pietro”, prodotta nel 1838 con la collaborazione dell’Arch. Nicolò Biamonte.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
PEREZ G., La Sicilia e le sue strade. Palermo, Lao,1861, p.55

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Politi, Vincenzo

Vincenzo Politi
N.
M.

Relazioni di parentela: Capostipite di una famiglia di artisti, disegnatori ed incisori, attiva a Siracusa e ad Agrigento dalla metà del XVIII secolo alla fine del XIX.
Rimasto presto orfano fu preso sotto la tutela del canonico Costa che lo mandò a studiare a Roma. Tornato in Sicilia sposò Eustochia Catanese e ne ebbe tre figli: Raffaello (cfr.), Giuseppe e Michelangelo .

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fu autore di un saggio intitolato “Repertorio di antichi monumenti siracusani da servire di memoria ai viaggiatori, descritti e pubblicati da Vincenzo Politi”, stampato a Girgenti presso Lipomi nel 1835, corredato da numerose tavole illustrate, tra cui ricordiamo la “Veduta di Siracusa dal mare”, il rilievo della “Antica Chiesa di S.Giovanni ove esistono le catacombe” e la illustrazione con il profilo di Siracusa che orna la copertina della “Guida per le antichità di Siracusa”, stampata nel 1856 dal figlio Michelangelo.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
GALLO A., Saggio sui pittori siciliani vissuti dal 1800 al 1842, in CAPOZZO G. (a cura di), Memorie su la Sicilia. Palermo, Virzì, 1842, v.III, p.142.
GARGALLO E., I Politi, una famiglia di artisti siciliani, in “Siracusa urbs magnificentissima. La collezione Beneventano di Monteclimiti”.Milano, Electa, 1995, p.25.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Politi, Raffaello

Raffaello Politi
N. Siracusa 2 settembre 1783
M. Agrigento 10 ottobre 1870

Relazioni di parentela: E’ forse l’esponente più noto della famiglia.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Pittore, incisore, archeologo

Biografia:
Fu pittore, incisore ed anche un valente archeologo; a lui si deve, infatti, la ricomposizione del gigante del tempio di Giove Olimpico di Agrigento. Ebbe molti onori e ricoprì prestigiose cariche pubbliche. Leopoldo di Baviera lo nominò suo Console Generale; Ferdinando II lo insignì del titolo di Custode e Componente Anziano della Commissione delle Antichità agrigentine e Direttore degli scavi. Fu socio dell’Accademia di Archeologia di Roma, dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Ercolanense e di quella delle Belle Arti di Napoli. Anche all’estero fece parte di sodalizi prestigiosi, come l’Accademia degli Antiquari di Copenaghen, degli Architetti Britannici e fu Vice Presidente della Società universale di Arti e Industrie di Londra e dell’Istituto Imperiale di Londra.
Fu autore di numerosi saggi su temi di archeologia corredati da disegni. Scrisse anche “I quattro dialoghi della pittura”, un’opera che si inquadra nell’ambito della riforma dell’insegnamento artistico che lo avvicina alle posizioni di Lo Faso di Serradifalco. In questa ottica elaborò anche un “Discorso sulla necessità di una pubblica scuola di Belle Arti in Girgenti, recitato in seduta della Società economica a 30 novembre 1832”, stampato a Girgenti, presso Lipomi, nel 1833.
Nel 1826 pubblicò una monografia corredata da disegni e vedute ed intitolata “Antichi monumenti per servire all’opera intitolata Il viaggiatore in Girgenti, illustrati, disegnati ed incisi da Raff. Politi in 40 tavole”. E’ inoltre da ricordare per la carta topografica relativa all’area archeologica di Agrigento inserita appunto nell’opera “ Il viaggiatore in Girgenti e il Cicerone di piazza, ovvero Guida agli avanzi d’Agrigento”, pubblicata a Palermo presso la tipografia Muratore nel 1842.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
RUSSO G., Cenni su la vita e le opere di Raffaello Politi. Girgenti, 1870
GARGALLO E., I Politi, una famiglia di artisti siciliani, in “Siracusa urbs magnificentissima. La collezione Beneventano di Monteclimiti”.Milano, Electa, 1995, p.25.
BENEVENTANO DEL BOSCO P.( a cura di), La bottega dei Politi. Disegni e incisioni della collezione Gargallo di Castel Lentini. Siracusa-Palermo, Ediprint, 1996.
PICONE G., Memorie storiche agrigentine. 1866. (Rist. Agrigento, 1984).
GALLO A., Notizie di pittori e mosaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia. (Sec.XIX) Ms. BCRS, XV, H-19, f.1485.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Politi, Giuseppe

Giuseppe Politi
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio di Vincenzo e fratello di Raffaello.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fu uno scenografo molto apprezzato. Collaborò con Luigi Tasca, suo maestro, alle scene del Teatro Carolino. Suoi gli allestimenti di molte delle opere date al San Carlo di Napoli a metà dell’Ottocento.
Nel 1815 elaborò il rilievo del “Simulacro argenteo di S.Lucia che si venera a Siracusa”
Fu anche autore di una monografia “Siracusa pei viaggiatori ovvero descrizione storica, artistica, topografica delle attuali antichità di Ortigia, Acradina, Tica, Neapoli ed Epipoli che compongonevano l’antica Siracusa con più tavole in rame”, pubblicata a Siracusa nel 1835 presso la tipografia Pulejo, corredata da vedute.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
LEONE G., L’opera a Palermo dal 1653 al 1987. Palermo, 1988, v.I, p.115.
DE FILIPPIS F.-ARNESE R., Cronache del Teatro S.Carlo. Napoli, 1963, v.II, p.120.
BENEVENTANO DEL BOSCO P., Siracusa urbs magnificentissima. La collezione Beneventano di Monteclimiti. Milano, Electa, 1995, p.144-145.
BARBERA G.-GALLO F., Siracusa e la sua immagine. Siracusa, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, 2000, p.211.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Bonanno, Giovanni

Giovanni Bonanno
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:
Attivo nell’800 a Catania

Produzione scientifica:
Suo il progetto del 1851 di un ponte sul fiume Simeto sulla strada postale tra Palermo e Catania, conservato presso l’archivio di Stato di palermo. Partecipò con altri alla redazione del progetto del carcere della città etnea.
Come cartografo si deve ricordare per il rilievo di due piccoli centri del Catanese, Biancavilla e S.Agata Li Battiati, entrambi parte dell’Archivio Mortillaro di Villarena.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
CARUSO E.-NOBILI A. (a cura di), Le mappe del Catasto Borbonico di Sicilia. Territori comunali e centri urbani nell’archivio cartografico Mortillaro di Villarena. Palermo, Regione Siciliana, 2001, pp. 184,240.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto

Picherali, Pompeo

Pompeo Picherali
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Sacerdote e architetto siracusano

Biografia:

Produzione scientifica:
Dopo il sisma del 1693 fu il punto di riferimento del recupero dell’edilizia religiosa della città aretusea; a lui si deve la ricostruzione della facciata della chiesa dello Spirito Santo, il portico laterale ed il completamento del campanile della chiesa di S.Lucia . Progettò anche il sepolcro di marmo e la statua lignea della Santa .
Come cartografo si deve ricordare per la delineazione nel 1693 della tavola “ Città di Siracusa in Sicilia dedicata all’illustr.mo Sig.r Generale D.Diego Garzia de Istruiz Governatore”, un’acquaforte incisa poi, nel 1700, da Paolo Petrini, forse a Napoli, dove quest’ultimo operava. Si tratta di un rilievo elaborato probabilmente per scopi militari, dato che della città sono tracciate le strutture difensive e la cinta muraria. In basso, in un riquadro, la veduta dal mare di Siracusa, forse per l’individuazione del suo profilo da parte di chi appunto vi approdava, elemento questo assai comune nella cartografia nordica.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
MAUCERI E., Figura ignota di artista siracusano: Pompeo Picherali, architetto del secolo XVIII. “Arch.Stor.Sic.Orien.”, 1911, pp.227-241.
AGNELLO G., Nuove notizie sull’architetto siracusano Pompeo Picherali. “Arch.Stor.Sic.”, VI, 1940, pp.185-238.
AGNELLO G., Nuovi documenti sull’architetto siracusano Pompeo Picherali. “Arch.Stor.Sic.”, s.III, II, 1948, pp.285-315.
BOSCARINO S., Sicilia barocca. Roma, Officina,1986, pp.185,194.
DUFOUR L., Atlante storico della Sicilia. Le città costiere nella cartografia manoscritta. 1500-1823. Siracusa, Arnaldo Lombardi Editore,1992, p.280.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Corradina Polto