Archivi tag: S

Service Impérial des Ponts et Chaussées (1808-1814) (Toscana napoleonica)

Anche nella Toscana, con l’annessione all’Impero (1808), venne istituita la tradizionale e ben gerarchizzata e disciplinata amministrazione francese dei Ponts et Chaussées (Ponti e Strade) con competenze sulla viabilità e sui ponti, sui corsi d’acqua e sui canali navigabili e persino sugli acquitrini e sugli edifici pubblici in tutti e tre i Dipartimenti (dell’Arno, del Mediterraneo e dell’Ombrone) nei quali venne suddivisa.
Il Servizio toscano, come gli altri, dipendeva sotto il profilo burocratico dal Ministero dell’Interno e sotto il profilo tecnico dall’ingénieur divisionnaire residente a Torino, Giovanni Fabbroni, uno degli scienziati di punta dell’illuminismo fiorentino ai tempi del granduca Pietro Leopoldo. Il Servizio doveva principalmente provvedere – come in effetti provvide – alla recognizione e classificazione delle strade più importanti nelle tre categorie previste dalla circolare 11 marzo 1803 e alla progettazione ed esecuzione dei necessari lavori di manutenzione e miglioramento.
A capo del Servizio furono posti i tre ingegneri in capo (appositamente trasferiti da altre regioni dell’Impero) Duvergier, Guglielmo Goury e Giacinto Garella (responsabili rispettivamente dei Dipartimenti dell’Ombrone, dell’Arno e del Mediterraneo). Ma vennero pure utilizzati altri ingegneri toscani provenienti dall’amministrazione granducale poi borbonica, o almeno dalle amministrazioni locali, come Roberto Bombicci figlio di Francesco (uno dei più importanti operatori dell’età pietroleopoldina), Giuseppe Manetti (già architetto granducale e docente alla fiorentina Accademia di Belle Arti), Neri Zocchi (già ingegnere della Congregazione di Ponti e Strade), Pasquale Poccianti (dal 1794 nello Scrittoio delle Regie Fabbriche) e Alessandro Gherardesca (dal 1804-1807 secondo ingegnere della Camera delle Comunità).
Oltre alle numerose memorie “d’inventario”, incentrate cioè sulle condizioni delle strade, dei canali e dei corsi d’acqua e delle zone umide, e ai tanti progetti di nuova viabilità o di adeguamento delle strade principali (a partire dalla Bolognese-Senese, dalla Pistoia-Modena, dalla Firenze-Pistoia-Lucca-La Spezia, dalla nuova strada dell’Adriatico Arezzo-Urbania, dalla nuova strada Livorno-Volterra) e di nuovi ponti, gli ingegneri si occuparono soprattutto dell’adeguamento delle strutture commerciali e militari dei porti di Livorno e Portoferraio, della sistemazione del corso dell’Arno e del progetto mai attuato di costruzione del Navigante Fiorentino parallelo all’Arno tra Firenze e l’Ombrone Pistoiese con utilizzazione, come primo tratto, dell’antico Canale Macinante (tutti documenti conservati prevalentemente nei diversi archivi parigini, ma anche all’ISCAG di Roma e nei vari Archivi di Stato di Firenze, Siena e Livorno).
In conclusione, di fronte alla grande mole dei documenti descrittivi e progettuali, c’è da rilevare che “si fanno pochi lavori […] anche per la mancanza soprattutto verso la fine del periodo francese dei mezzi finanziari”.
Se la breve esperienza del Servizio “ha lasciato ben poche tracce” nel territorio toscano, sono state però “fatte tante belle cartes itinéraires [a partire dalla Carte itinéraire du Département de l’Arno avec l’indication des relais de poste qui forment les divers cantons des routes impériales, conservata in ANP, F.14.980.2], tante belle piante e tanti rapporti che provano la buona volontà e le capacità tecniche di conoscere sempre meglio i problemi […] della Toscana”(Filippini, 1990, pp. 110-117).

Produzione cartografica

La cartografia più interessante prodotta – oltre alle tante figure a scala grande/grandissima o a scala architettonica relativa alle città fortificate e alle altre strutture edilizie militari, per lo più correlata a progetti di potenziamento o di ristrutturazione delle difese (nelle quali rappresentazioni si distinsero gli operatori del Genio militare) – riguarda:
la serie delle tre piante dell’Arno da Pontedera al mare, disegnate dall’ingegnere Roberto Bombicci nel 1808 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 307, 317 e 367); la quindicina di piante con progetto di trasformazione del vecchio Canale Macinante da Firenze alla confluenza dell’Ombrone in una comoda idrovia, in alternativa al tratto praticabile dell’Arno tra le Signe e Firenze, opere redatte nel 1811 dall’ingegnere Guglielmo Goury (ASF, Regie Fabbriche, l. 3022, e Ministero delle Finanze, f. 516); e la Pianta indicativa dei terreni da occupare per la rettificazione della Strada da Parigi a Napoli nella Comune di Vaglia, Cantone di Cafaggiolo, disegnata dall’ingegner Neri Zocchi nel 1813 (AMFCF) (Orefice, 2002, pp. 52-68 e 71-84).

Operatori

Ingegneri in capo Duvergier, Guglielmo Goury e Giacinto Garella (responsabili rispettivamente dei Dipartimenti dell’Ombrone, dell’Arno e del Mediterraneo); almeno quattro ingegneri ordinari, vale a dire i giovani Roberto Bombicci, Pasquale Poccianti e Alessandro Gherardesca, e i più esperti Giuseppe Manetti e Neri Zocchi.
In un rapporto sul personale steso da Goury il 20 luglio 1812 si legge che Zocchi “c’est un ingénieur de merite, plein de zèle et d’une grande activité” e che Manetti père “remplit ses fonction actuelles avec autant d’éxactitude que de talent”, tanto da essere stato incaricato dei lavori della nuova strada imperiale “de Florence à Ancone” (Filippini, 1990, p. 108).

Riferimenti bibliografici e archivistici

Filippini, 1990, pp. 105-117; Toccafondi e Vivoli, 1993, p. 242; Giglia, 1997; Orefice, 2002; Principe, 1988. ANP; ISCAG; ASF, Dipartimento dell’Arno; ASS, Dipartimento dell’Ombrone; ASL, Dipartimento del Mediterraneo; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Regie Fabbriche; ASF, Ministero delle Finanze; AMFCF.

Anna Guarducci, Leonardo Rombai (Siena)

Segreteria di Stato (Granducato di Toscana)

L’istituzione ha assunto nel corso del tempo le seguenti denominazioni:

Segreteria di Stato (1739-1848)

Ministero dell’Interno (1848-1860)

Con mp del 25 aprile 1739 furono istituiti il Consiglio di Reggenza e di Stato, il Consiglio di Finanze e il Consiglio di Guerra, con le rispettive Segreterie.
Continuarono a funzionare, con varie disposizioni particolari e aggiustamenti, fino al 1848, salvo la parentesi della dominazione francese tra il 1808 e il 1814.
Con mp 16 marzo 1848 furono istituiti i ministeri degli Affari esteri, dell’Interno, delle Finanze, di Giustizia e Grazia, di Guerra, funzionanti fino al 1860.
Il Ministero dell’Interno, che subentrò alla Segreteria di Stato, ebbe competenze sull’amministrazione dell’interno, degli enti territoriali, dei luoghi pii, sull’istruzione pubblica e belle arti (queste ultime poi trasferite al Ministero della pubblica istruzione), sugli ospedali, sulla sanità e la beneficenza. Cessò il 23 marzo 1860.

Produzione cartografica

In merito alla produzione cartografica della Segreteria di Stato prima e del Ministero dell’Interno poi, in ASF, Miscellanea di Piante, si conservano due carte del litorale della Toscana predisposte in occasione della peste di Messina del 1743, già attribuite al Magistrato di Sanità, soppresso nel 1778 e le cui competenze furono trasferite alla Segreteria di Stato.
Altre carte riguardano il Lazzaretto di Livorno, il penitenziario di Pianosa, mentre altre ancora sono da riferire alla Deputazione sugli Ospedali (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 38, 158, 147, 148, 305, 11, 31, 47, 50, 164, 179, 186).
Altre carte sono in ASF, Piante del Ministero dell’Interno, di cui si segnalano in particolare:
nn. 148, 149: Prospero Badalassi, Pianta della linea del Cordone di Sanità, 1804;
n. 53: Luigi Lucatelli e Vincenzo Zabeo, Pianta di un mulino, 1813;
n. 46: E. Lombardi, Pianta di un ospedale, 1843;
n. 41: Atlante d’Italia, stampato in Firenze da Achille Paris, 1854;
n. 42: Tito Passigli, Atlante degli Ospedali della Toscana, 1841.

Operatori

Prospero Badalassi (1804), Luigi Lucatelli (1813), Vincenzo Zabeo (1813), Alessandro Manetti, Santangeli, Evangelista Lombardi (1843), Bourguignon Duperré (1846), Giovanni Inghirami (1850), Gustavo Adolfo Mellini, Tito Passagli (1841), Gaetano Fazzini (1843), Olinto Paradossi (1840).

Riferimenti bibliografici e archivistici

Toccafondi e Vivoli, 1987; Morandini e Pansini, 1962, pp. 160–264; Guida generale agli Archivi di Stato italiani, 1983, p. 113. ASF, Segreteria di Stato, 1765–1808; ASF, Segreteria di Stato, 1814–1848; ASF, Ministero dell’Interno; ASF, Piante del Ministero dell’Interno; ASF, Miscellanea di Piante del Ministero dell’Interno e delle Finanze; ASF, Miscellanea di Piante.

Rosamaria Martellacci (Siena)

Segreteria intima di Gabinetto (1770-1859) (Granducato di Toscana)

Sorta di segreteria personale del sovrano, la Segreteria di Gabinetto venne creata nel 1770 e vi confluivano gli affari di Stato più importanti, che Pietro Leopoldo riteneva di dover esaminare personalmente. La segreteria intima di Gabinetto continuò a funzionare fino al tramonto del Granducato, vale a dire al 1859.
Il fondo attualmente in ASF conserva informazioni, relazioni e memorie e si compone anche di molte filza miscellanee; in Appendice, si trovano documenti importanti per la politica estera, interna e riformista con applicazione al territorio.

Produzione cartografica

In ASF, Segreteria di Gabinetto, si segnalano le filze nn. 695–707 “Piante e altro”, nelle quali si trovano i seguenti eleborati grafici:
f. 695: Raccolta di piante delle fortezze del Granducato (dovute ad E. Warren e aiuti);
f. 696: Piante di fortezze della Toscana;
f. 697: Piante di fortezze del grossetano in forma di atlante;
f. 698: piante e disegni di riduzione per la sacrestia del duomo di Pisa;
f. 699: prolungamento del lungarno, dovuto all’architetto Giuseppe Cini, 1864;
f. 700: progetto di riforma di giudicature, con varie carte geometriche su tela, ad opera di G. B. Patronici potestà di Monticelli, 1838;
f. 701: progetto artistico, forse di un manicomio;
f. 702: macchina per escavazione del Tevere, di Benedetto Giuseppe Naro;
f. 703: progetto di casa colonica nelle Chiane, ad opera dell’ing. Balocchi Lorenzo, 1822; pianta del magazzino della fattoria del Pozzo, di Giuseppe Manetti, 1822;
f. 704: pianta della strada ferrata Maria Antonia;
f. 705: pianta dello stanzone degli agrumi in Boboli;
f. 706: prolungamenti del lungarno, di Ignazio Villa;
f. 707: pianta geometrica strada ferrata Firenze-Arezzo;
In ASF, Segreteria di Gabinetto, Appendice, f. 170, ins. 62 sono conservate piante di diverse città della Toscana; nelle ff. 401-402 i “Regolamenti e istruzioni per il Corpo degli Ingegneri”;
in App. Vol II, f. 4, ins. 7 si conservano le carte topografiche del ducato di Modena e altri Stati. Nelle buste 187–207 vi sono carte e piante relative soprattutto alla Maremma e alla Valdichiana. Molte carte sono conservate in altre buste (in particolare, busta 251: piante e carte geografiche), altre ancora riguardano il fiume Arno, le diverse città della Toscana, bonifiche, tenute granducali, confinazioni, fabbriche granducali.
Vi sono inoltre:
carte topografiche dei vari comprensori lacustri sottoposti ad interventi di bonifica (ASF, Segreteria di Gabinetto, Appendice, nn. 191, 192, 197);
Carta geometrica della Toscana, G. Segato, 1844 (ASF, Segreteria di Gabinetto, Appendice, n, 251);
Carta del litorale maremmano, G. Callai, P. Papini, F. Mingazzini, G. Giorgini, 1827 (ASF, Segreteria di Gabinetto, Appendice, n. 145).

Operatori

Giuseppe Cini, Balocchi, Giovan Battista Patronici, Ignazio Villa, Giuseppe Manetti, Benedetto Giuseppe Naro, Alessandro Manetti, Francesco Renard, Baldassarre Marchi, Lorenzo Frosini, Felice Francolini, Ferdinando Morozzi (1765–67), Girolamo Segato (1844), Giovacchino Callai (1827), Pellegrino Papini (1827), Ferdinando Mingazzini (1827), Gaetano Giorgini (1827), Pietro Bacchini (1845–50).

Riferimenti bibliografici e archivistici

Rombai, 1993, pp. 37-81; Rombai, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987, pp. 25-53; Guida generale agli archivi di stato italiani, 1983, p. 77. ASF, Segreteria di Gabinetto; ASF, Segreteria di Gabinetto, Appendice; ASF, Miscellanea di Piante.

Rosamaria Martellacci (Siena)

Segreteria di Finanze (Granducato di Toscana)

L’istituzione ha assunto nel corso del tempo le seguenti denominazioni:

Segreteria di Finanze (1739-1848)

Ministero delle Finanze, Commercio e Lavori Pubblici (1848-1860)

Il Consiglio di Reggenza e di Stato, il Consiglio di Finanze e il Consiglio di Guerra, con le rispettive segreterie, furono istituiti dal governo lorenese con mp 25 aprile 1739.
Al Consiglio di Finanze era affidata la soprintendenza generale di tutte le rendite pubbliche e private ed esercitava un controllo diretto su tutti gli uffici che amministravano pubblico denaro. La Segreteria di Finanze ebbe competenza su tutti gli affari concernenti le finanze, i lavori pubblici, le poste, il patrimonio, il demanio, il commercio, l’industria e, fino al 1848, le comunità e i luoghi pii. La sua attività si svolgeva soprattutto attraverso il controllo dei diversi organi competenti in queste materie, sia che si trattasse di uffici e magistrature stabili (Scrittoio delle Possessioni, Capitani di Parte, Nove Conservatori, Camera delle Comunità), sia che si trattasse di commissioni o deputazioni straordinarie espressamente stabilite per risolvere particolari problemi (come ad esempio le bonifiche del territorio).
Con varie disposizioni e aggiustamenti, i Consigli continuarono a funzionare fino al 1848, salvo la parentesi della dominazione francese dal 1808 al 1814.
Con mp 16 marzo 1848 furono istituiti i ministeri degli Affari esteri, dell’Interno, delle Finanze, di Giustizia e grazia, di Guerra.
Al Ministero delle Finanze, Commercio e Lavori pubblici, suddiviso in tre sezioni (Imposizione diretta e contabilità dello Stato; Dipartimenti attivi delle finanze, commercio, marina mercantile; Lavori pubblici) continuarono a far capo gli affari trattati dalla Segreteria di Finanze, con l’esclusione di quelli relativi alle comunità dello stato, passate al Ministero dell’Interno. Fino al 22 maggio 1849 vi si concentrarono anche le facoltà e le ingerenze esercitate dell’Amministrazione delle Dogane e Aziende riunite. Il Ministero cessò la sua attività nel 1860.

Produzione cartografica

Sono da riferire alla Segreteria di Finanze e al Ministero delle Finanze le piante conservate in ASF, Miscellanea di Piante, già attribuite alla Deputazione sulla Valdichiana e alla Deputazione sulla Maremma.
Appartengono inoltre alla produzione degli stessi istituti le seguenti carte:
Neri Andrea Mignoni, Carta della Toscana, 1767, compilata per il Ministero delle Finanze, conservata in ASF, Miscellanea di Piante, n. 102;
Rocco Francesconi e Stefano Piazzini, Quattro profili di misurazione del bacino di Bientina, 1790, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 26 (già conservata in Segreteria di Finanze);
Salvatore Piccioli, Progetti di rettificazione di strade e di nuove opere d’arte, fine XVIII sec., in ASF, Miscellanea di Piante, nn. 230/a-d (già in Segreteria di Finanze);
Anton Felice Perondi, Mappa del fiume Salsero, 1785, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 234 (già in Segreteria di Finanze);
rilievi cartografici di supporto alle ricerche minerarie, in ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 90–94, n. 182;
carte topografiche dei vari comprensori lacustri in cui si stavano progettando o realizzando interventi di bonifica, in ASF, Ministero delle Finanze, nn. 544, 545;
molte carte del periodo francese;
il grande cabreo in ASF, Piante del Ministero delle Finanze, n. 545.

Operatori

Giovanni Boldrini (1775), Leonardo Ximenes (1766, 1769), Neri Andrea Mignoni (1767), Stefano Piazzini (1790), Rocco Francesconi (1790), Salvatore Piccioli (1788), Pietro Ferroni (1788), Anton Felice Perondi (1785), Augusto Schneider (1828–30), Paolo Savi (1832–1847), Giuseppe Giuli (1843), Giuseppe Manetti (1828–1859), Lorenzo Frosini, Felice Francolini, Gaetano Baccani (1843), Francesco Renard (1848), ing. Seguin (1836), Baldassarre Marchi (1849), arch. Luigi Bettarini, Girolamo Segato (1832), Bouchet (1851), Gaspero Manetti (1843), Pietro Municchi (1837), Giuseppe Valori (1837), Carlo Ristori, ing. Giuseppe Potenti (1846), Giuseppe Buonamici (1835), Begat (1852), ing. De La Roche–Poncié (1852), Dorandeau (1851), Bourguignon (1847), Tommaso Perelli (1783), Luigi de Cambray-Digny (1832), Giuseppe Tortori (1854), Guasti (1841), Angiolo Turchi (1850), Giuseppe Finzi (1850), Lorenzo Materassi (1847), Morelli (1850), Giovanni Guglieri (1851).

Riferimenti cartografici e archivistici

Rombai, 1993, pp. 37-81; Rombai, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987, pp. 25-53; Morandini e Pansini, 1962; Guida generale agli Archivi di Stato italiani, 1983, p. 113. ASF, Ministero delle Finanze; ASF, Capirotti di Finanze; ASF, Segreteria di Finanze, 1745–1808; ASF, Segreteria di Finanze. Affari prima del 1788; ASF, Piante del Ministero delle Finanze; ASF, Miscellanea di Piante del Ministero dell’Interno e delle Finanze; ASF, Miscellanea di Piante.

Rosamaria Martellacci (Siena)

Scrittoio delle Regie Possessioni (metà XVI secolo-1808) (Granducato di Toscana)

Lo Scrittoio delle Regie Possessioni amministrava il patrimonio del sovrano, consistente in beni fondiari e in entrate di carattere fiscale.
I beni medicei, inizialmente amministrati dalla famiglia, vennero successivamente passati sotto la gestione di uffici che avevano assunto una connotazione sempre più pubblica: per l’amministrazione dei beni mobili era stata istituita una Guardaroba, incaricata del funzionamento corrente e quotidiano dei palazzi e delle ville, nonché della conservazione di suppellettili ed oggetti d’arte in essi conservati; per la cura e la manutenzione dei palazzi e delle ville e in genere della maggior parte degli stabili di proprietà pubblica, funzionò dalla seconda metà del XVI sec. uno Scrittoio delle Fabbriche, mentre le fattorie e i beni fondiari, ottenuti non solo mediante una intensa politica di acquisti ed investimenti, ma anche mediante allivellazioni ed incorporazioni di beni ecclesiastici e comunitativi, erano amministrati dallo Scrittoio delle Possessioni.
Non si conosce con esattezza la data di istituzione dello Scrittoio delle Possessioni, riferibile comunque alla metà del XVI sec., durante il principato di Cosimo I. Oltre all’amministrazione delle oltre trenta fattorie granducali, rientravano tra le competenze dello Scrittoio numerosi poderi spezzati, mulini, case e botteghe, comprese quelle del ghetto ebraico, l’amministrazione delle boscaglie e delle selve toscane – parzialmente condivisa con i Capitani di Parte – nonché la gestione delle entrate derivanti dalle privative del ghiaccio, delle foglie di gelso, dei laghi di Castiglione della Pescaia e di Fucecchio, di alcuni passi di nave. Intorno alla metà del Cinquecento le Possessioni granducali si estendevano su quasi tutto il territorio toscano e godevano di una gestione totalmente separata: i beni medicei erano infatti esenti da imposte e vi era una giurisdizione esclusiva per eventuali contenziosi civili e penali.
A capo dell’amministrazione dello Scrittoio, che aveva sede centrale a Firenze e contava uffici periferici a Pisa, Siena e presso la fattoria della Marsiliana nella Maremma grossetana, si alternarono fino ai primi anni del XVII sec. un Soprintendente generale oppure una commissione di più persone, denominata Congregazione o Deputazione delle Possessioni, che dal 1626 assunse un carattere stabile, mantenuto almeno fino al 1666, quando venne ripristinata la carica di Soprintendente. I funzionari erano scelti direttamente dal Principe e constavano di un Soprintendente, di un visitatore, di un segretario del granduca, di un auditore e del depositario generale in carica al momento. Il Soprintendente provvedeva al funzionamento dell’ufficio mentre il Visitatore generale, che era tenuto a visitare periodicamente le fattorie e le proprietà granducali, costituiva il tramite tra il personale amministrativo e quello tecnico al servizio dello Scrittoio, interpellato ogni qualvolta si ritenesse necessario.
Fino alla fine del XVII sec. l’ufficio non ebbe nessun tecnico stabile al suo servizio e si servì di ingegneri e architetti “imborsati” nei ruoli dei Capitani di Parte e Ufficiali dei fiumi, con compiti di ispezioni ai poderi, di regimazione dei fiumi lungo le proprietà granducali, e più in generale per tutti quei lavori necessari ad assicurare un corretto funzionamento delle fattorie e delle altre proprietà amministrate dalle Possessioni. Tra i lavori richiesti agli ingegneri vi era quello di «levar le piante delle fattorie», operazione indispensabile per avere un’idea la più esatta possibile dei confini e delle colture delle medesime.
Solo verso la fine del Seicento, durante i primi anni del governo di Cosimo III e sotto la soprintendenza del Depositario generale Francesco Feroni, la situazione si modificò con la nomina di un ingegnere a specifico servizio dello Scrittoio e con la messa a punto di norme più precise per il lavoro degli ingegneri, che da questo momento dovevano presentare la loro perizia, spesso corredata da una pianta, al Sovrintendente, il quale provvedeva alla sua approvazione mediante un decreto della Congregazione di Strade e Ponti; una copia veniva quindi inviata al fattore competente per l’esecuzione dei lavori e un’altra copia archiviata nella cancelleria dello Scrittoio.
Nel 1683 comparve per la prima volta nei ruoli dello Scrittoio delle Possessioni il nome dell’ingegnere Michele Gori, che segnò l’inizio della formazione di quadri stipendiati all’interno dello Scrittoio stesso. Con la nomina del Gori venne anche effettuato un primo censimento cartografico delle principali fattorie granducali.
Con l’avvento dei Lorena, che ereditarono i beni delle Possessioni in cattivo stato di gestione, si assistette ad un generale riordino dell’ufficio. Venne infatti iniziata una vasta opera di censimento delle proprietà che produsse non solo stime e descrizioni, ma anche mappe, piante e carte, in particolare delle fattorie e dei poderi che le componevano. La ricognizione cartografica fu legata soprattutto all’opera di Bernardo Sansone Sgrilli, Giuseppe Soresina e Giuliano Anastagi. A Giuseppe Ruggieri si deve invece l’esecuzione dei rilievi architettonici dei palazzi, delle ville e delle altre fabbriche pertinenti allo Scrittoio delle Fabbriche.
A queste iniziative si richiamò Pietro Leopoldo al suo arrivo nel 1765, quando riprese l’opera riformatrice. Circa il patrimonio granducale, due furono le azioni compiute dal nuovo Granduca: razionalizzare e semplificare l’attività dei vari uffici e quindi continuare, con più vigore e con maggiore chiarezza di obiettivi, i progetti di alienazione di parte dei patrimoni pubblici iniziati in precedenza. A questo fine venne ristrutturata l’articolazione degli uffici della Corte: il 1 gennaio1766 vennero unificati i dipartimenti del Maggiordomo maggiore, delle Regie Razze, della Guardaroba e delle Regie Fabbriche; nel 1770, il patrimonio reale e dello Stato fu assoggettato al pagamento di imposte. La riorganizzazione dello Scrittoio delle Fabbriche, attuata il 2 settembre 1777, comportò la soppressione dello Scrittoio delle Fortificazioni e del Corpo degli Ingegneri militari per essere tutto riunito sotto lo Scrittoio delle Fabbriche, sottoposto direttamente al Consiglio (di Stato, Finanze, Guerra).
Nel 1780 mutò anche l’organizzazione dello Scrittoio delle Possessioni, che venne ridotto a semplice scrittoio di amministrazione, con un Soprintendente, un cassiere, compustisti e scrivani e con abolizione degli ingegneri fissi, per servirsi all’occorrenza degli ingegneri più abili. Tra i licenziati, Giuseppe Salvetti, che rimase però ingegnere alla Camera delle Comunità, Cosimo Mascagni, Ferdinando Morozzi, che era al servizio delle Possessioni fin dal 1765-68.
All’opera di alienazione del patrimonio granducale si affiancò costantemente quella tesa ad avere un’idea il più possibile precisa di quanto si andasse ad allivellare o a vendere: da qui la necessità di accurati documenti cartografici.
In seguito all’opera di revisione fatta da Pietro Leopoldo delle bandite di caccia, nel 1793 lo Scrittoio delle Possessioni predispose le piante delle nuove bandite di caccia, anch’esse attualmente conservate nell’Archivio praghese.
Con mp 31 dicembre 1740 le mansioni giurisdizionali dello Scrittoio vennero affidate alla Camera granducale e con il regolamento del 15 ottobre 1743 la Toscana venne divisa in Cinque dipartimenti con sedi rispettivamente a Firenze, Siena, Pisa, Arezzo e Cortona, Pistoia, poi smantellati con mp del 24 ottobre 1780. Nel quadro della sistemazione generale del patrimonio reale, già con mp 28 marzo 1770 Pietro Leopoldo aveva assoggettato ad imposta anche i beni amministrati dallo Scrittoio, mentre con mp 8 agosto 1780 venne aggregato allo Scrittoio delle Possessioni il Dipartimento dei Boschi e negli anni successivi quello di Caccia e Pesca e quello delle RR. Razze di Pisa.
Con la riorganizzazione voluta da Ludovico I di Borbone, il 26 agosto 1802 l’amministrazione dello Scrittoio fu soppressa e le Possessioni, le RR. Fabbriche, il Museo di Fisica e Storia Naturale, l’Officina delle Pietre dure vennero incluse nel Demanio e messe alle dipendenze della Segreteria di Finanze. Nel 1808, infine, l’amministrazione dei beni della Corona passò ad un Intendente generale.

Produzione cartografica

L’ingentissima produzione cartografica fra i secoli XVI e XIX consiste in carte sciolte e in diversi cabrei, anche conservati nell’Archivio di Stato di Praga e non solo in quello di Firenze.
Tra i corpi praghesi: Ville e fattorie di SAR, Piante di diverse Possessioni di SAR, Palazzi uffizi e tribunali e altre fabbriche pubbliche di appartenenza di SAR, Palazzi di SAR in Pisa, Livorno, Pistoia, Siena e Roma, Palazo Pitti, Boboli e loro attenenze, Palazzo Pitti e Poggio Imperiale, Chiese della città di Firenze.
La vasta attività grafica dello Scrittoio delle Reali Possessioni è però documentata soprattutto in due fondi dell’ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni e Piante topografiche dello Scrittoio delle Regie Possessioni, oltre che nel fondo descrittivo principale Scrittoio delle Regie Possessioni.
I fondi contano circa 1000 segnature archivistiche per un totale di più di 5000 disegni, relativi agli stabili in Firenze e provincia, a fattorie, ville, poderi, bandite forestali, boschi e allevamenti e in generale ai beni della Corona in Toscana e oltre. Comprendono inoltre cartografia di natura idraulica, raffigurazioni fluviali prodotte per esigenze di manutenzione e sistemazione, immagini geo-iconografiche del territorio, ecc.
Per quanto riguarda le tenute granducali, si segnala in particolare il ricco corpus cartografico dei cabrei, di cui si conservano circa 40 volumi, due dei quali risalenti al XVII sec. e uno al XIX sec.; tutti gli altri furono redatti nella seconda metà del XVIII sec.
Altre piante sono rintracciabili nei fondi: ASF, Miscellanea di Piante e Mappe del Fondo Lorena dell’Archivio di Stato di Praga (SUAP RAT).

Operatori

Lavorarono al servizio dello Scrittoio i seguenti ingegneri:
XVII sec.: Alfonso Parigi, Gherardo Mechini, Alessandro Bortolotti, Stefano Fantoni (fratello di Francesco, aiuto alla Parte, muore nel 1636), Guglielmo Gargiolli (sostituisce S. Fantoni alla sua morte nel 1636), Francesco Generini (1652–1660), Francesco Nave o della Nave, Francesco Landini, Giuseppe Santini (dal 1688 al 1697, lavora anche all’Ufficio dei Fossi di Pisa, sua è la Mappa dei Beni che sono nella Tenuta di Montenero…, del 1688), Michele di Salvestro Gori (nel 1683 è il primo ingegnere con stipendio fisso, che percepirà fino al 1695), Pier Antonio Tosi (dal 1695 alla prima metà XVIII sec., suoi sono i Disegni preparatori sulle colmate e sugli appoderamenti delle fattorie granducali della Valdinievole, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 8), Pettinini Giuseppe, Luigi Matteo Sgrilli (lavora a cavallo tra XVII e XVIII sec.), Antonio Giovanni Gherra, Giovan Francesco Cantagallina, Luigi Matteo Sgrilli (tra XVII e XVIII sec.), Giuliano Ciaccheri (a cui si devono le piante del fiume Regola, la documentazione delle colmate in Valdichiana, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 355), Pier Francesco Silvani (1664), Cesare Antoniacci (1610), Pietro Guerrini (1681), Pietro Antonio Camboni (1672), Orazio Federighi (1654), L. Del Nobile (? 1669), Michele Benedetti (1661), Giovannozzo Giovannozzi (1696), Andrea Sandrini (1607), Orazio Taviani di Fucecchio (1627), Antonio Ferri (1696), Leonardo Marcacci (1615), D. Amerighi (1607), N. Conti (1607), Pietro Petruccini (1639), Vincenzo Viviani (1693), Dionigi Guerrini (1673), Bertino Casella (1647), Vincenzo d’Agnello Briganti (1647), Gherardo del Duca (1647), Iacopo Ramponi (1681), A. V. Pollini (1696);
XVIII sec.: Alessandro Nini, Giovanni Franchi, Leonardo Ximenes, Dionisio Mazzuoli, Antonio Capretti ( a cui si deve la copia della Carta geografica della Provincia inferiore di Siena, 1778, in ASF, R. Possessioni, n. 79), Serafino Calindri, Giuseppe Salvetti, Antonio Giachi, Francesco Giachi, Luigi Giachi, Bartolommeo Borghi, Antonio Falleri, Fiorenzo Razzi, Antonino De Greyss, Neri Zocchi, Giovanni Nicola Mazzoni, Pietro Ferroni (anni ’70 del XVIII sec.), Luigi Matteo Sgrilli (dal 1715), Francesco Bombicci (è ingegnere delle Possessioni intorno al 1760, nel 1767 è promosso ingegnere all’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa), Placido Ramponi (è sua la Pianta del territorio cortonese…, 1711, in ASF, Piante R. Possessioni , t. 3, c. 6), Matteo Tolazzi (autore della Pianta di tutto il piano di Livorno fatta nell’anno 1694,…, fatta e terminata da me sottoscritto M. T. anno 1718, in BNCF, Fondo Frullani, ms. 39), Stefano Diletti (a cui si deve la Pianta dei terreni sottoposti all’Imposizione del canale delle Chiarine…, 1789, aggiornata da Stefano Capei nel 1822, in ASF, Scrittoio delle R. Possessioni, f. 5270), Giuseppe Medici (Pianta generale di corografia della fattoria di Antignano…, 1760), Giovan Battista Ruggieri, Giuseppe Cantoni, Giuseppe Soresina (1746), Cosimo Mascagni, Giovanni Maria Veraci, Giovanni Caluri (1777, inoltre è sua la Pianta della pianura pisana e sue adiacenze…, 1811, in ASF, Piante R. Possessioni, n. 508), Salvatore Piccioli (1780), Giovanni Franchi (1719), Neri Andea Mignoni (ingegnere granducale), Ferdinando Morozzi (lavora per le Possessioni dal 1765 al 1780, nel 1768 era stato nominato secondo ingegnere delle Possessioni al posto di Francesco Bombicci, trasferito a Pisa), Antonio Falleri (ingegnere anche nei Capitani di Parte fin dal 1732), Carlo Maria Mazzoni (1766), Gregorio Michele Ciocchi, Donato Maria Fini, Agostino Fortini, Angiolo Maria Mascagni (nel 1739 partecipa al rilevamento delle fattorie granducali), Anastasio Anastasi (nel 1729 si occupa del rilevamento delle fattorie granducali), Bernardo Sansone Sgrilli (nel 1739 lavora al rilevamento delle fattorie granducali), Giuseppe Forasassi (nel 1739 lavora al rilevamento delle fattorie granducali), Camillo Borselli, Neri Zocchi, Giovanni Prestanti (a cui si deve il restauro del ghetto ebraico di Firenze), Pio Fantoni, Michele Ciocchi (1710), Andrea Puccini (è sua la Pianta delle Tenuta di S. Rossore, 1788, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 231), Giovan Domenico Rinaldi (nel 1723, rilievo della fattoria di Colle Salvetti, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 352), Niccolò Gaspero Maria Paoletti (1787, nel 1791 rileva gli edifici dei Bagni di Montecatini, in ASF, Miscellanea di Piante, n. 365, 365/a), Giuseppe Manetti (1789), Giovan Battista Puliti (1780), Marco Moretti (1794), Francesco Chiesi (1790), Giuseppe Nelli (1781), Giuseppe Ruggini (1759), Filippo Lovve (Philippe Low?, 1778), Giuseppe Cartoni (1761), Gaspero Nistri (1758), Giuseppe Maria Forasassi (1754), Giuseppe Del Rosso (1788), Domenico Piccinetti (1788), Giovan Battista Lascialfare (1786), Giuseppe Salvetti (XVIII sec.), Giovanni Franceschi (1785), Giovanni Pacini (1785), Giovanni Michele Piazzini (1781), Stefano Piazzini (1781), Demetrio Benvenuti (1781), Pietro G. Bicchierai (1783), Angiolo Parlanti (1780), Antonio Capretti (1784), Giuseppe Baldassarre Puliti (1787), Gregorio Natalini (XVIII sec.), Pierantonio Tosi (XVIII sec.), Dionisio Mazzuoli (1716), Giuseppe Soresina (1757), Albizini (XVIII sec.), Vittorio Amedeo Pollini (XVIII sec.), Francesco Gaeta (1700), Angiolo Maria Mascagni (1759), Antonio Rindi (1759), Antonio Falleri (XVIII sec.), Francesco Magnani (XVIII sec.), Alessandro Nave (XVIII sec.), Stefano Turchini (1765), Giovanni Mariano Lippi (1718), Giovanni Domenico Rinaldi (1726), Vittorio Anastagi o Anastasi (XVIII sec.), Giovanni Malanimo o Malanima (1779), Giovanni Giorgio Kindt (1744), Pietro Paolo Calini (1761), Giovanni Michele Piazzini (1777), Giuseppe Maria Picchianti (1740), Bernardo Sansone Sgrilli (1743), Giuseppe Pozzi (XVIII sec.), Francesco Betti (1772–74), Lorenzo Cerri (1772–74), Anton Felice Perondi (1780), Bernardino Della Porta (1783), Agostino Silicani di Stazzema (II metà XVIII sec.), Jacopo Gugliantini (fine XVIII–XIX sec.), Antonio Bicchi (1788), Agostino Fortini (1742), Alessandro Saller (1745), Bini (perito, 1745), D. Mazzuoli (1715), Angiolo Maria Mascagni (1740), Giulio Mannaioni (1749), Niccolò Torelli (1741), Giuseppe Salvetti (1781), Bernardino Della Porta (1777), Vincenzio Berni (1785), Luigi Orlandi (1728), Pasquino Boncinelli (1728), Carlo Giuseppe De Segnis (1715), Guido Grandi (1715), Anton Felice Perondi (1780), Antonio Falleri (1764), Giovanni Franchi (1704), Niccolaio Kaser (?), Francesco Bozzoli (1779);
XIX sec.: Giovanni Inghirami, Stefano Capei, Pietro Municchi (Piante di bandite cedute nel 1836, in ASF, Miscellanea di Piante, nn. 36/a–d), Filippo Santini (XIX sec.), Jacopo Gugliantini, Luigi Kindt (1824), F. Bertelli (1856).
Altri ruoli furono ricoperti da Albertino Casella (agrimensore, 1647), Vincenzo d’Agnello Briganti (agrimensore, 1647), Gherardo Del Duca (agrimensore, 1647), Frosino Zampogni (fattore, 1627–1629), Cosimo Colombini (incisore, 1780), Mattia Gasparrini (agrimensore, 1771), Pietro Ferroni (matematico, 1788)), Vincenzo Viviani (matematico, 1681), Giuseppe Antonio Carrara (agrimensore, XVIII sec.), Niccolò Gaetano Torelli (perito agrimensore, 1751), Mattia Caparrini (agrimensore, 1770), Antonio Parlanti (fattore, 1784), Cosimo Zocchi (incisore, 1787), Gaetano Vascellini (incisore, 1787), Giovan Battista Cecchi (incisore, 1878), Benedetto Eredi (incisore, 1787), Ferdinando Gregori (incisore, 1787), Antonio Terreni (disegnatore, 1787), abate Grandi (1722).
In ruoli non identificati lavorarono inoltre G. T. Bajolet, A. Tolazzi, Giovanni Boldrini, Giovanni Canocchi, Sebastiano Flosi, F. Bertelli, E. S. Guadagni, D. Amerighi, L. Michelucci, F. Valenti, Giovan Battista Moretti, Angelo M. Bandini, Matteucci Antonio, Francesco Calderini.

Riferimenti bibliografici e archivistici

Barsanti, 1984; Barsanti, 1991; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, a cura di, 2001; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989; Bellinazzi e Manno Tolu, 1995; Benigni e De Gramatica, 1998, pp. 18-34; Bertocci, Bini e Martellacci, 1991; Breschi et Al., 1981, pp. 23-66; Casali et Al., 1985; Casali e Diana, 1983; Cresti, 1987; Francovich, 1976; Greppi, a cura di, 1993; Guarducci, 2001; Guarducci e Rombai, 1998; Guida generale agli Archivi di Stato Italiani, 1983, p. 71; Karwacka Codini e Sbrilli, 1993; Karwacka Codini e Sbrilli, 1987; Mazzanti e Sbrilli, 1991, pp. 237-266; Orefice e Martellacci, 1988; Pellegrini, 1984; Rombai, 1983; Rombai, 1987; Rombai, 1993; Rombai, 1995; Rombai, 1997; Rombai e Romby, a cura di, 1993; Rombai e Romby, a cura di, 2001; Rombai e Sorelli, 1992, pp. 37-71; Rombai, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987; Rombai e Torchia, 1998; Stopani, 1984; Toccafondi e Vivoli, 1993; Valentini, 1993, pp. 245-303; Vivoli, 1998; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Piante topografiche dello Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni-Serie Tomi; ASF, Miscellanea di Piante; SUAP, Rat.

Rosamaria Martellacci (Siena)

Suave, Pietro

Pietro Suave
N. Castelnuovo Belbo
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: misuratore, agrimensore

Biografia:

Produzione scientifica:
La produzione sinora identificata è legata alla committenza della famiglia Crova di Vaglio, che è fra le non numerose famiglie nobili piemontesi a commissionare la realizzazione di cabrei dei propri beni (si veda anche la scheda relativa a Pietro Giovanni Petrino). I due libri figurati realizzati da Pietro Suave nel 1723 e nel 1730 non appartengono a tale categoria, poiché non sono sottoscritti da un notaio e non rivestono quindi valore legale, ma contribuiscono comunque a confermare una particolare tradizione di quella famiglia per l’utilizzo della cartografia quale strumento di gestione del proprio patrimonio fondiario.
Il libro di misure del 1723, composto da cinque fogli numerati, è offerto da Suave al barone Crova con una singolare dedica, capace di evocare le difficoltà del lavoro di agrimensura: “Dopo molti Giri fatti atorno à certe coline, non con pocca fatica, alla Fine sono constretto dare alla luce il parto de miei sudori, et ecco ad innondare queste carte con certe linee, et ponti, angoli, et treangoli, quali dubitando io, che essendo queste opere di debole Geometra, non venissero col tempo contaminate, et per evitare tal sospetto, penso di apogiarle al ombra di V.S.Illma alla cui presenza resterà immobile colui, che pretendesse di stender mano per contaminare tali disegni, a fine di disonorare l’autore delle med[esim]e [...]”(ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 1). Seguono le mappe, nelle quali l’acquerello è utilizzato solo per alcuni dettagli (gli edifici, rappresentati in alzato, i rivi, l’indicazione dell’orientamento) mentre le destinazioni d’uso non sono rappresentate graficamente ma elencate a margine. Il successivo libro dei boschi raffigura beni situati nei territori di Nizza, Vaglio, Rocchetta Palafea, Mombaruzzo e Castelvero ed è composto da 80 fogli numerati, con mappe delineate in inchiostro nero e rosso, con l’utilizzo di acquerello verde nel solo frontespizio; insieme a tale documento sono conservate alcune mappe di autori diversi identificate come “Allegati al libro dei boschi” e di datazione posteriore ad esso, tra cui una a firma dello stesso Suave.
I lavori eseguiti per la famiglia Crova rappresentano probabilmente solo gli esordi della sua carriera: nel 1764 infatti entra in possesso di una Piazza per il Monferrato affittandola dagli eredi dell’agrimensore Gio Batta Costa ed in tale documento viene qualificato come misuratore (ASTO, Controllo Generale Finanze, Notai e Misuratori, reg. 19, f. 18), ma sinora non sono state reperite altre attestazioni della sua attività.

Produzione di cartografia manoscritta:
- 1723 / Libro di misure dedicate all’ / Ill.mo Sig.re Barone / Crova, 2 dicembre 1723 (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 1).
- 1730 / LIBRO FIGURAto / DI TUTTI / LI BOSC[H]I DELL’ / ILLSS.MO / SIGNORE BARONe / CROVA, 27 maggio 1730 (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 2).
- [Tipo di due pezze di bosco appartenenti al barone Crova poste sulle fini di Nizza], s.d. (ASAT, Archivio Crova di Vaglio, m. 11, fasc. 2 bis).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Elena Marangoni

Stassi, Pietro

Pietro Stassi
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio di Niccolaio.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
A fine Settecento si firmava come "Agrimensore", mentre nel 1819 si definiva già "ingegnere".

Produzione scientifica:
Svolse attività come perito ingegnere nelle comunità pisane di S. Giuliano e di Vecchiano e nel 1825 entrò nel Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade.
Sia nel 1819 che nel 1833 operò per conto della Magistratura Comunitativa di Bagni di S. Giuliano, che lo incaricò di dirimere una controversia per alcuni terreni di proprietà di un ente religioso amministrati dall'ente pubblico, di cui lo Stassi redasse le planimetrie (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 430).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta di terreni ubicati nella campagna del Pisano, fine del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 130).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987, p. 111; Rombai, 1987, p. 374; Rombai, 1993, p. 44; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 486-487; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Stassi, Niccolò

Niccolò Stassi
N.
M.

Relazioni di parentela: Padre di Pietro.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Operò come architetto e “aiuto” ingegnere dell'Ufficio dei Fossi di Pisa e, saltuariamente, per conto dei Cavalieri di Santo Stefano, nella seconda metà del XVIII secolo.

Produzione scientifica:
Tra il 1764 e il 1794 eseguì diversi importanti lavori alla Certosa di Calci.
Fra i numerosi progetti in ambito pisano ricordiamo: la ristrutturazione di S. Marta e di S. Cassiano; l’abbellimento del Teatro Pubblico (con l'architetto Mattia Tarocchi); il rifacimento del campanile della chiesa di S. Sisto (1765); il rifacimento del campanile della chiesa filiale di San Rocco (1765); la ristrutturazione della Villa Del Rosso di Capannoli (1771); i lavori al Palazzo dei Cavalieri di S. Stefano per ricavarne dei locali per il nuovo Istituto della Carovana (1777); i lavori al Palazzo Pretorio e al Palazzo delle Vele (1785); il rifacimento della Chiesa di S. Vito in Lungarno Simonelli (1787).
Si occupò anche della Tenuta di Migliarino, realizzando una bella pianta acquerellata assai ricca di indicazioni (in AS, Piante, c.n.n.).
Nel 1765 realizzò l'allestimento per i funerali del granduca e imperatore Francesco I di Lorena nella Chiesa dei Cavalieri di S. Stefano.
Nel 1793 avanzò domanda per il posto di Maestro di Architettura presso l'Istituto della Carovana stefaniana, ma la richiesta venne respinta.
Da allora, sembra finire il suo impegno di architetto, mentre continuò quello di ingegnere al servizio del pisano Ufficio Fiumi e Fossi.

Produzione di cartografia manoscritta:
Disegni diversi relativi al progetto di alcuni lavori di ristrutturazione del Palazzo Salviati di Pisa, 1754 (AS, Piante, n. 106);
Inserto rilegato di 16 piante di appezzamenti fondiari del Comune di Calci, seconda metà del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 168);
Piante di poderi (3 carte) posti nel Pisano, con Giovanni Giuseppe Ricci, 30 gennaio 1761 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 563-565);
Pianta di porzione del Palazzo delle due scale, progetto eseguito (in più copie) per l'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano e approvato dal Granduca, 1777 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 151);
Pianta della Villa Galletti a Montecastello presso Pontedera, 1781;
Pianta della tenuta di Migliarino (AS, Piante, c.n.n.);
Pianta di alcune Tenute poste nella Pianura Pisana, realizzata insieme a Giovanni Michele Piazzini, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 607);
Pianta della Fortezza di Pisa, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 200);
Pianta del territorio di Pietrasanta, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 367);
Nota di tutte le fonti che si trovano nella citàà di Pisa, sì pubbliche come private, disegno a penna colorato, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 492);
Pianta che dimostra il mulino progettato farsi ai Bagni di Pisa, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 528).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987, p. 116; Rombai, 1987, p. 374; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 152, 399-400 e 411; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989, p. 134; Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, pp. 46-47; Mazzanti e Sbrilli, 1991, pp. 243-258; Rombai, 1993, p. 44; Melis, 1996, p. 263; Giglia, 1997, p. 111; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche; AS, Piante.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Stanchi, Filippo

Filippo Stanchi
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Per il Catasto Alessandrino del 1660 realizzò la mappa 433/65 Ripalta.
Altre notizie risalgono al 1675, quando risultava firmare alcune misure relative alle proprietà fondiarie del capitolo di Santa Maria Maggiore.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Susanna Passigli

Spinelli, Giacomo Giovanni

Giacomo Giovanni Spinelli
N.
M.

Relazioni di parentela: Forse figlio di Gio.Batta Spinelli, pure perito.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Pubblico perito

Biografia:
Friuli- XVII-XVIII sec.

Produzione scientifica:
Pubblico perito del fiume Tagliamento nella zona di Valvasone. Forse commissario esaminatore all’esame di licenza per pubblici periti, a Udine nel 1701

Produzione di cartografia manoscritta:
[Carta dell’alveo del Tagliamento presso Valvasone «Grava del Tagliamento»], Udine, 1696

• [Disegno del castello della “Chiusa”], 1703, (Archivio di Stato, Venezia)

• [Disegno delle rive del fiume Tagliamento e delle Ville circostanti nella zona di Spilimbergo, Dignano, Valvasone ], 27 Luglio1709, (Archivi Storici Diocesani- Archivio Capitolare di Udine, Udine)

• [Carta della zona di confine tra il Friuli veneziano e i possessi della Casa d’Austria],1713, (Archivio di Stato- Provveditori alla Sanità, Venezia)

• [Carta di parte della Slavia Friulana],1714, (Archivio di Stato- Provveditori alla Sanità, Venezia)

Produzione di cartografia a stampa:
[Carta del Friuli occidentale «Parte della Patria del Friuli»], 1688

• [Pianta della città di Udine «Novissima pianta della città d’Udine metropoli del Friuli con l’indice de luoghi più conspicui cioè templij, ospitali et fabbriche publiche presa in disegno da Gio. Giacomo Spinelli geometra e dedicata all’illustrissima Convocatione »], 30 giugno 1704, (Archivi Storici Diocesani- Fondo disegni e stampe - n.13, Udine; (Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, Udine)

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
PESARO A., Di carta, terre. Di terre carte. Il territorio friulano rappresentato e significato in antiche carte manoscritte, Udine, Gaspari editore, 2006, p.37
DE PIERO G. Brevi note storiche sulle antiche parrocchie della città di Udine, Udine, 1982



DI DONATO M., a.c.d., Le carte salvate. Piante e stampe storiche restaurate della Biblioteca Civica “Joppi” di Udine, Udine, 1993
DE MARTIN PINTER A., Due carte geografiche del territorio cividalese dei secoli XVI e XVII, estr. da “Quaderni Cividalesi”, 99, III serie, Cividale, 1992, p. 82
BERGAMINI G.- DONAZZOLO CRISTANTE C., Udine illustrata: la città e il territorio in piante e vedute dal XV al XX secolo, Padova, 1992, p. 49
LAGO L., Theatrum Adriae, Trieste, 1989, pp.179-180, figg.114-115; p.290, n. 291, p.291, n. 292, n. 294, n. 295
LAGO L. - ROSSIT C., Theatrum Forii Iulii. La Patria del Friuli ed i territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il sec. XVIII, Trieste, Ed. Lint, 1988,tav. CXXVIII, tav.CXXIX, tav. CXXX,p.189
BIANCO F., Comunità di Carnia. Le comunità di villaggio della Carnia (secoli XVII-XIX), Udine, Arti Grafiche Friulane, 1985, pp.92 e 94
RIZZI A., Udine tra storia e leggenda nell’arte e nell’iconografia, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Fagagna, Grafiche Tirelli, 1983, p.195
RIZZI A., Udine, piante e vedute, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Plaino, Grafiche Missino,1983, p. 56, n. 19
TENTORI F., Udine: mille anni di sviluppo urbano, Udine, 1982, p.349
Arti Antiche, catalogo della mostra, Udine, 1978
MUSI F.- TOSOLINI G., a.c.d., Società Alpina Friulana. Mostra cartografica, Udine, 1974,p.19,n.44
CAPORIACCO (di) G., Udine appunti per la storia, Udine,1972, pp.16, 124, 154
LAGO L., L’opera cartografica di Giovanni Giacomo Spinelli, Trieste, 1970, pp.9-15, 17, 28-38, 39-41
CATONE L., La Città di Udine nelle piante e nelle vedute prospettiche dei sec. XVI, XVII e XVIII, Tesi di laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Magistero, a.a. 1967-1968, p.118
CAPORIACCO (di) G., Storia dei periti pubblici agrimensori geometri in Friuli, Udine, 1966, p. 43
CUCAGNA A., Il Friuli e la Venezia Giulia nelle principali carte geografiche regionali dei secoli XVI, XVII e XVIII. Catalogo ragionato della Mostra storica di cartografia, “Atti del XVIII Congresso Geografico Italiano”, Vol. III, Trieste, 1964, pp.253-255, n. 85, p. 365
MAZZARIOL G., Catalogo del fondo cartografico queriniano, Venezia, Lombroso, Ed., 1959, p. 52, n.103
SCARIN E., Udine, ricerche di geografia urbana, Udine, 1941, p.4
MUSONI F., Udine. Dalle origini al principio del sec. XVI, Udine, 1915, p. 25
TELLINI A., Carta geologico-agraria del podere d’istruzione del R. Istituto Tecnico di Udine, Udine, 1900, p.22
MARINELLI G., Saggio di cartografia della regione veneta,
“Monumenti Storici pubblicati dalla R. Deputazione Veneta di storia Patria”, vol. VI, serie IV, Miscellanea, vol. I, Venezia, 1881, p.34, n. 164, p. 39, p. 75, n.363; p.204, n. 992

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anonimo