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Fantastici, Bernardino

Bernardino Fantastici
N. Siena 1750
M. 1815

Relazioni di parentela: Padre di Agostino Fantastici

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Le prime attestazioni grafiche della sua produzione cartografica risalgono al 1769, anno in cui realizzò la Raccolta di piante di beni della Comunità di S. Lorenzo a Merse nel Senese (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 70-78); le mappe riproducono con singolare accuratezza gli alberi rilevati e numerati dall’ingegnere negli appezzamenti prevalentemente coltivati a castagno.La raccolta comprende nove mappe illustranti i beni fondiari contraddistinti dalle specifiche coltivazioni di “polloneti” e “marroneti”, appartenenti alla suddetta comunità (Vichi, 1990, pp. 90-91).
Sempre nel 1769 si occupò del territorio di Montieri e disegnò la Pianta della Confinazione tra le Comunità di Travale e Montieri e delle differenze insorte fra Esse in Luogo d.o Fonte a Pi.lla. 1769 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 80) (Vichi, 1990, p. 48).
Nel 1770 progettò la sistemazione viaria della comunità di S. Casciano dei Bagni in Val di Paglia, all’interno di un programma più vasto, rivolto preminentemente ad un adeguamento e ad una ristrutturazione della viabilità carrozzabile voluto dal granduca Pietro Leopoldo. Gli interventi viari furono eseguiti in collaborazione con Alessandro Nini, cui spetta il ruolo di collaboratore anche per i due disegni relativi (in ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 82 e 89). In particolare realizzò il profilo della Strada che dal Fiume Elvella porta à Sancasciano de’ Bagni, secondo la livellazione fatta il dì 4 maggio 1770, che riguarda il tracciato di collegamento dalla via romana al nucleo termale, mentre il Profilo che della Strada che dà Sancasciano porta ai Bagni indica il tracciato che collega S. Casciano al Palazzo della Commenda Magni.
La collaborazione tra i due ingegneri esplicita con evidenza i rispettivi ruoli svolti nella produzione cartografica, della quale il Nini sembra piuttosto essere stato il rilevatore ufficiale, particolarmente esperto nella tecnica della livellazione, mentre al Fantastici è da attribuire la redazione e restituzione grafica delle carte.
Negli anni compresi tra il 1771 e il 1783 svolse l’attività di docente di Aritmetica presso l’Università di Siena.
Le esperienze condotte durante il periodo in cui rivestì l’incarico di Provveditore di strade della Comunità di Siena ma certamente anche le sue conoscenze nel campo della trigonometria e della prospettiva furono gli elementi essenziali che lo qualificarono particolarmente nell’attività di cartografo. Infatti abbiamo notizia che nel 1775 Bernardino impartì lezioni di prospettiva per gli artisti.
Nel 1771, nel territorio di Sinalunga, ebbe incarichi di risolvere problemi confinari per i quali eseguì la Pianta del Sodo, e dei Terreni adiacenti alla Strada che và alla Chiana per dimostrare le differenze delle comunità d’Asinalunga e Torrita.3 Aprile 1771 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 94), una carta di estremo pregio nelle tecniche grafiche utilizzate che raffigura il confine marcato dal fiume Foenna a delimitare le due comunità; la carta era allegata alla relazione dell’ingegnere Alessandro Nini trasmessa al Provveditore, che ne chiarisce i particolari (Vichi, 1990, p. 48).
Nel medesimo anno realizzò anche il Disegno Topografico del Territorio delle due Comunità di Boccheggiano, e Montieri, e della Tenuta di Magrignano che costituisce una delle realizzazioni di Fantastici di maggiore interesse, che si distingue sia per le caratteristiche grafiche che per quelle stilistiche: il Disegno infatti si presenta con una redazione grafica di grande pregio ed effetto resa mediante eleganti cartigli con soggetti e figure georgiche. La carta costituisce il risultato di una ricognizione del territorio ordinata dalla Magistratura dei Quattro Conservatori e compiuta dal Fantastici insieme all’Auditore dei Feudi Agostino Martini e a Liborio Lanfredini, ingegnere deputato per parte del Duca Salviati. Le fasi di realizzazione del lavoro cartografico non furono facili, tanto che il Fantastici dichiarò di aver impiegato "la maggior diligenza possibile che permetteva la faccia del luogo, la maggior parte selvatico e macchioso", ma di non essere riuscito a fissare un tratto della linea di demarcazione a causa delle "pretenzioni troppo discordi" (Vichi, 1990, pp. 92-93). Di estremo interesse sono le annotazioni a margine decorate dai suddetti cartigli, nelle quali sono specificate le misure dei beni fondiari dei Salviati. Alcune notizie sulla redazione del Disegno sono riportate nella lettera inviata il 23 luglio 1771dal Fantastici al Provveditore del Magistrato senese dei Conservatori Ansano Landucci (ASS, Quattro Conservatori, f. 1973, Relazioni d’Ingegneri e Capi Maestri dal 1766 al 1773, fasc. 6).
Nel 1773 redasse la pianta Poggibonzi, Radda con lo Stato di Siena. Copia di Pianta, indicante la Linea di Confino tra la Potesteria di Poggibonzi, e la Giurisdizione Civile di Radda con lo Stato di Siena. 1773, con Ferdinando Morozzi, avente il fine di ridefinire i confine tra la giurisdizione dello Stato senese e il dominio fiorentino, in questo caso specifico rappresentato dalla Giurisdizione civile di Radda; l’operazione cartografica fu affidata a Ferdinando Morozzi per quanto riguarda la ricognizione e il rilevamento e al Fantastici per la verifica e il controllo da parte dei Quattro Conservatori (Vichi, 1990, p. 49).
Il Fantastici continuò ad occuparsi di opere di assetto stradale (1773), per le quali costruì le carte relative alla Strada Romana nel tratto del ponte sull'Orcia con Florenzio Razzi, riconducibili all'ispezione compiuta nello stesso anno dal matematico Leonardo Ximenes (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 239).
Negli anni compresi tra il 1769-76 realizzò numerose planimetrie di terreni nel Senese e nel Volterrano, finalizzate essenzialmente a risolvere le controversie confinarie fra enti pubblici, religiosi e privati (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 79, 80, 83, 85, 88, 90, 92-95, 101, 102, 104, 109, 112 e 222): tali carte sono quasi sempre il risultato di ricognizioni e misurazioni effettuate in loco per conto della Magistratura senese preposta a tali competenze, alcune delle quali furono eseguite in collaborazione con altri cartografi noti e già molto attivi nella redazione di carte di quei medesimi territori, quali Florenzio Razzi, Cosimo Peintinger, Francesco Rigacci, Alessandro Nini, Ferdinando Morozzi; le carte erano spesso corredate da minute e dettagliate relazioni scritte.
Tra queste spicca la Pianta d’una parte del Lecceto della Comunità di Trequanda, nella quale si dimostra il prospetto delle controversie insorte fra la d.a. Comunità e li Nobb.SS.ri Gio.Batta Pannellini e Sigismondo Finetti. 10 Agosto 1773, con Francesco Rigacci (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 222) (Vichi, 1990, p.46).
Nel 1775 Fantastici, in qualità di ingegnere sostituto del Magistrato dei Quattro Conservatori, e Cosimo Peutinger, si occuparono della Riconfinazione fra la Comunità di Volterra e l’Opera di Casole. Settembre 1775 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 109); Fantastici nella suddetta carta ricalcò i caratteri consueti di rappresentazioni cartografiche per controversie confinarie in cui veniva rimarcato il tratto della “Strada che da Volterra và à Casole”, dividendo i beni dell’Opera di Casole dal “Bosco di Tatti” della comunità di Volterra (Vichi, 1990, p. 42).
Nel 1779 Fantastici ebbe l’incarico di dirigere i lavori d’innalzamento del ponte delle Taverne d’Arbia, progettato da Pietro Ferroni.
Svolse per lungo tempo attività presso la Magistratura dei Quattro Conservatori di Siena. Per tale motivo il vasto patrimonio cartografico da lui prodotto si conserva in questo fondo dell’ASS. Collaborò con Valentino Calosi, Gaetano Razzi, Giulio Nucciotti, Alessandro Nini e altri operatori senesi del tempo.
Intorno al 1780 dall’ente dei Quattro Conservatori fu incaricato di esaminare i comprensori di bonifica del territorio senese.
Tra il 1780 e il 1781, Fantastici si interessò agli importanti interventi di prosciugamento per il Piano di Sinalunga, per i quali elaborò documenti cartografici con relazioni allegate (in ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 281, 282 e 284). Questi sei elaborati hanno come oggetto le misurazioni di carattere idrometrico per Pian del Lago; nello specifico sono costituiti dalla Pianta dei Fossi principali del Pian-del-Lago e del Sistema Idrometrico in cui devono ridursi per il costante prosciugamento di quella palude (1781) (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 267), dal Profilo del fosso-Maestro del Pian-del-Lago, dalla soglia dell’Incile del Canale-Sotterraneo, fino alla strada di S.Colomba. 1781 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 268); dal Profilo del nuovo e vecchio fosso dell’Istia di mezzo e del Fosso dell’Olmarone dalla soglia dell’Incile del Canale-sotterraneo del Pian-del-Lago fino alla Strada di S.Colomba. 1781 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 269), dal Profilo del Fosso del Ponte […].1781 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 270), dal Profilo del nuovo Fosso del Casalino per il Prato della Selvarella […], e dal Profilo del Nuovo Fosso del Pantàno dei Giunconi […].1781 (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 272), tutte testimonianze di una tra le più importanti imprese di bonifica della Toscana settecentesca nel territorio senese.
Nel medesimo periodo Fantastici, insieme al matematico Pietro Ferroni, che ne fu il direttore, intervenne nel piano di prosciugamento del territorio palustre di Pian del Lago nei dintorni di Siena, per il quale già a partire dal 1765 e fino al 1780 altri matematici e ingegneri erano già intervenuti, quali Leonardo Ximenes, Francesco Bombicci, Gaetano Conti, Alessandro Nini e Donato Maria Fini, proponendo la realizzazione di un canale sotterraneo funzionante come botte. Nel 1781 Fantastici realizzò carte topografiche del territorio interessato dal suddetto intervento e disegnò mappe idrografiche e i profili di livellazione (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 267-272).
Sono noti anche alcuni suoi disegni, conservati nella Biblioteca comunale di Siena, che illustrano progetti ed elaborazioni di ristrutturazione di porte urbane della città di Siena, oltre ai più famosi progetti riguardanti il convento di S. Agostino a Siena.
Sono essenzialmente queste ultime elaborazioni che gli richiesero una particolare attenzione alla scala topografica dei luoghi, di cui abbiamo però ancora solo una conoscenza parziale delle testimonianze grafiche.
Nel 1784 fu impegnato nella bonifica del Padule d'Orgia, sempre nelle vicinanze di Siena, realizzando, in collaborazione con l'ingegnere Alessandro Nini, i disegni del bacino idrografico relativo con i profili altimetrici (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 276-279); tali interventi furono portati a termine mediante l’ausilio di rilievi e misurazioni già effettuati nei primi giorni del maggio dello stesso anno sotto la direzione del matematico Leonardo Ximenes; è poi da ricordare che del medesimo territorio, già nel 1698, l'ingegnere Giovanni Franchi aveva prodotto delle rappresentazioni su commissione granducale.
Nel 1787 presentò un progetto di trasformazione per la casa della Sapienza di Siena (AUS, I, 26) che non venne realizzato.
Tra il 1786 e il 1789 eseguì la ristrutturazione del complesso del Rifugio a Siena proprietà dei Conservatori Femminili Riuniti di Siena, per l’adeguamento dei provvedimenti granducali di annettere il soppresso convento di Monna Agnese al Refugio.
Nel 1789 divenne provveditore di strade della Comunità di Siena e, nello stesso anno, compilò il Campione della Comunità di Siena, Campione di tutte le fabbriche, strade, piazze, fonti, acquedotti, canali e cloache pubbliche appartenenti alla Comunità di Siena. Tale campione risulta però composto secondo una redazione solamente descrittiva e privo di rappresentazioni cartografiche allegate.
Nel 1796 produsse la raccolta di piante dei beni della Commenda di Padronato Petrucci dell'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano in una sorta di atlante riconducibile, per le sue caratteristiche, a un cabreo, costituita da otto planimetrie di appezzamenti, composti da poderi con edifici padronali e da lavoratore, posti nella campagna senese presso Asciano, conservate presso l’ASP (Archivio dell'Ordine di S. Stefano, Ruoli, bilanci, cause di commende ed altro, n. 4532), realizzata in collaborazione con l'ingegnere Giuseppe Palchetti, anche se al Fantastici è da attribuire la parte più consistente delle campagne di rilevamento e della redazione delle mappe e dei prospetti, molti dei quali di ottima esecuzione e di grande pregio stilistico nel disegno.
Nel 1795 gli eredi Petrucci incaricarono gli ingegneri Fantastici e Palchetti di effettuare una ricognizione e descrizione grafica della Tenuta di Monselvoli. Delle otto rappresentazioni cartografiche, comprendenti soprattutto vedute del patrimonio edilizio signorile e rurale della tenuta, solo l’ottava, denominata Pianta di una parte della Villa di Monselvoli nella fronte adiacente al fiume Arbia. N.VIII, reca la firma di Bernardino Fantastici. Essa rappresenta la vasta area poderale lungo il fiume Arbia e i confini con i beni dei Piccolomini e di altre proprietà. Con grande efficacia gli appezzamenti sono rappresentati in giallo e quotati accuratamente (Barsanti, 1991, pp. 209-212).

Produzione di cartografia manoscritta:
Senesi=mm 187 per le altezze, scala di Canne 20 Senesi di Braccia 4 l’una=cm 117 per le lunghezze, cm 69x46,5, penna e acquerello su carta (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 271);
Profilo del Nuovo Fosso del Pantàno dei Giunconi fino al più basso fondo presso i Bottini Tancredi. 1781, scala di 30 braccia senesi=mm 189 per le altezze, scala di 40 tavole senesi di braccia 6 l’una=mm 206 per le lunghezze, cm 140x45, penna e acquerello su carta (ASS, Piante dei Quattro Conservatori, n. 272);
Planimetrie di appezzamenti, poderi con edifici padronali e da lavoratori, posti nella campagna senese presso Asciano, facenti parte dei beni della Commenda di Padronato Petrucci dell'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, 20 dicembre 1796 [8 disegni raccolti in atlante], in collaborazione con l'ingegnere Giuseppe Palchetti (ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano, n. 4532);
Disegni con ipotesi di ristrutturazione di alcune porte della città di Siena e progetti per il convento di S. Agostino a Siena, 1800-1801 (BCS, Coll.E. I°, I).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Vichi, 1990, pp. 42, 46, 48-49, 68-70, 74-77, 90-96, 100-102, 106-107 e 120-122; Vichi, 1983 e 1984; Romagnoli, 1840; Romagnoli, 1976, ff. 556r, 631 e 634v; Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, II, 1970, p. 396, III, 1974, pp. 341, 366, 384, 399 e 611; Cagliaritano, 1971, p. 279; Barsanti, 1991, pp. 209-212; Cresti, a cura di, 1992; Borgogni, 1994, p. 623; Mazzoni, 2003; ASS, Piante dei Quattro Conservatori; AUS, Indici, anno 1826; BCS, Archivio Storico del Comune, Rete idrica D. 59; BCS, Coll.E. I°, I; Relazione sopra lo stato delle fabbriche dei tre Conservatori Riuniti del Refugio, di S. Monaca e delle Abbandonate con i progetti ideati per la Convenienza del Conservatorio e per comodo della decorosa educazione delle fanciulle nobili, 1786 (Archivio dei Conservatori Femminili); Campione della Comunità di Siena, Campione di tutte le fabbriche, strade, piazze, fonti, acquedotti, canali e cloache pubbliche appartenenti alla Comunità di Siena, 1789; ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giancarlo Macchi

Fantastici, Agostino

Agostino Fantastici
N. Montalcino 1782
M. Siena 24 luglio 1845

Relazioni di parentela: Architetto e ingegnere, figlio dell’ingegnere Bernardino Fantastici cartografo e provveditore di strade della Comunità di Siena

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere, architetto

Biografia:

Produzione scientifica:
Negli anni compresi tra il 1809 e il 1814, Agostino eseguì una planimetria del complesso della Chiesa e Convento di Sant’Agostino a Siena. La planimetria molto dettagliata del complesso architettonico era ampliata fino a comprendere l’intero isolato, del quale si prevedeva anche una sistemazione paesaggistica del verde molto accurata dal punto di vista topografico.
Nel 1818, Fantastici si interessò a lavori che richiesero abilità idraulico-ingegneristiche sempre maggiori e una competenza territoriale piuttosto specifica, oltre che quella meramente architettonica, per poter eseguire opere lungo il fiume Bozzone – il torrente situato in Val d’Arbia che scorre dai Monti Liscai e si immette poi nell’Arbia – nei dintorni di Marciano per il conte Luigi Borghesi.
Sempre in Val d’Arbia, nel 1819, ritornò ad occuparsi di infrastrutture territoriali, progettando un ponte sull’Arbia al guado di Pianella ed altre strutture dello stesso tipo, come il sostegno e la pescaia nel mulino di Cellole nella tenuta di Fagnano dei Piccolomini Bandini.
Un anno dopo, nel 1820, Fantastici si dedicò in prevalenza alla pratica professionale di tipo essenzialmente estimativa di beni fondiari di Siena e dintorni, eseguendo numerose perizie di immobili e possedimenti della nobiltà senese.
Nel 1821, elaborò disegni per la nuova Steccata al mulino di Rosia nella Val di Merse, a circa due miglie da Sovicille, ed intervenne nuovamente anche al ponte sul Bozzone presso il Serraglio.
Tra gli anni ‘30 e ‘40, nell’ambito della sua principale attività di architetto, si occupò di progetti rivolti alla trasformazione dell’immagine della cittadina toscana di Castelnuovo Berardenga: la cappella gentilizia della famiglia Saracini, la chiesa parrocchiale del paese e il parco della villa, definito da lui stesso come “il giardinaggio con tutte le fabbriche annesse al medesimo nella villa di Castelnuovo Berardenga dei Nobili Sig.ri Saracini”.
Nel 1842, progettò la sistemazione paesistica della Villa di Marciano – contrada omonima detta delle Masse di Città, situata appena fuori di porta Camollia a Siena – adottando i principi romantici del giardino. In tale intervento il Fantastici disegnò l’intero contesto topografico dell’area retrostante la villa.

Produzione di cartografia manoscritta:
Nello specifico di elaborazioni di carte topografiche e di progetti riguardanti contesti territoriali e paesaggistici, si enumerano di seguito alcuni tra i documenti più interessanti disegnati a china e acquarello:
Chiesa e Convento di Sant’Agostino. Pianta del piano terreno, 1809-1814 (BCS, E.I.1);
Progetto di ristrutturazione del collegio di S. Vigilio a Siena, 1820 (AUS, I, 85);
Planimetria dell’Ospedale di S. Maria della Scala, 1838 (BCS, E.I.1);
Pianta a terreno del secondo chiostro del Convento di Sant’Agostino col progetto della sua riforma. Parte del primo chiostro (BCS, E.I.1);
Pl. 1., Pl. 2 e Pl. 3, Plan au rez-de-chaussée de l’etat actuel du Couvent de Saint Augustin de Sienne, et avec les reformes pour un Lycée (ANP, III, Ombrone I - Prov. Siena, Catalogues General des Cartes, Plans et Dessins d’Architecture, in collaborazione con Lorenzo Turillazzi);
Progetto di un nuovo Oratorio o Cappella da costruirsi in contiguità della Villa di Castelnuovo Berardenga dei Nobili Cavalieri Marco ed Alessandro Fratelli Saracini, “Pianterreno” e “al livello del Coretto e del Piano buono” – prospetto facciata e sezione trasversale, Anno 1841 (ACSBMPS);
Progetto di una nuova Chiesa Parrocchiale e di una nuova Canonica da costruirsi nella terra di Castelnuovo Berardenga a tutte spese dei Nobili Signori Cavalieri Marco e e Alessandro Fratelli Saracini, AC, dodici tavole a partire dalla “Pianta dei fondamenti e parti costruttive”, 1841 (ASS, Resoconto di Cassa di S. E. Sig. Cav. Franco Spannocchi. I agosto 1803 al 31 luglio 1806, C.17 fasc. II);
Progetto di riforma per la Villa di Marciano dell’Ill.mo sig.barone Gio.Spannocchi, 1842 (ASS, Resoconto di Cassa di S. E. Sig. Cav. Franco Spannocchi. I agosto 1803 al 31 luglio 1806, C.17 fasc. II).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Saltini, 1862, p. 15; Borsi, Morolli e Zangheri, 1974; Cresti e Zangheri, 1978, pp. 92-93; Patrignano, 1984; Cresti, 1992; Borgogni, 1994; Cusmano, 2003, pp. 77-92; Orefice, 2002; ASS, Resoconto di Cassa di S. E. Sig. Cav. Franco Spannocchi. I agosto 1803 al 31 luglio 1806, C.17 fasc.II; ACSBMPS; BCS, E.I.1; AUS, I, 85; ANP, III, Ombrone I - Prov. Siena.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giancarlo Macchi

Falleri, Salvatore

Salvatore Falleri
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio o nipote di Antonio

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1774 disegnò la Pianta dimostrativa il circondario appartenente alla giurisdizione della Macelleria del Piano e i popoli inclusi in detto circondario, che inquadra un piccolo territorio posto tra Firenze, l’Arno e l’Ema (ASF, Miscellanea di Piante, n. 658).
Il 22 dicembre 1777 stese una relazione per rialzare gli argini del torrente Agna nella pianura di Prato (ASF, Mannelli Galilei Riccardi, f. 439, ins. 46).
Nel 1780 realizzò la Pianta del Podere di Montifanna di Sotto posto nel Popolo di S. Michele a Muscoli... nel territorio fiesolano, di proprietà dello Spedale di S. Maria Nuova, allivellato al Sig. Giuseppe Bartolozzi (il disegno è in ASF, S. Maria Nuova, f. 707).
Pare che nel 1798 abbia eseguito un Cartone dell'Imposizione del Fiume Magra: nel 1836, ad opera dell'Ingegner Cesare Cappelli, per conto della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, fu copiata una pianta estratta da tale raccolta (la copia è in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 635).
Nel 1811 era responsabile dei lastrici e fogne della Comunità di Firenze, dove dal 1815 al 1817 fu anche attivo come architetto.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:
Il 22 dicembre 1777 stese una relazione per rialzare gli argini del torrente Agna nella pianura di Prato (ASF, Mannelli Galilei Riccardi, f. 439, ins. 46).
Nel 1780 realizzò la Pianta del Podere di Montifanna di Sotto posto nel Popolo di S. Michele a Muscoli... nel territorio fiesolano, di proprietà dello Spedale di S. Maria Nuova, allivellato al Sig. Giuseppe Bartolozzi (il disegno è in ASF, S. Maria Nuova, f. 707).
Pare che nel 1798 abbia eseguito un Cartone dell'Imposizione del Fiume Magra: nel 1836, ad opera dell'Ingegner Cesare Cappelli, per conto della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, fu copiata una pianta estratta da tale raccolta (la copia è in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 635).
Nel 1811 era responsabile dei lastrici e fogne della Comunità di Firenze, dove dal 1815 al 1817 fu anche attivo come architetto

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 91; Rombai, 1983, p. 216; Rombai, a cura di, 1990, p. 114; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 163; ASF, S. Maria Nuova; ASF, Miscellanea di Piante; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Fallani, Bernardo

Bernardo Fallani
N. Firenze 1742
M. 16 settembre 1804

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: architetto

Biografia:

Produzione scientifica:
dell'estensione del terreno che occupano ai piedi della medesima, 1770 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 676), la Veduta della cava di marmo statuario nel Monte Romolo a Campiglia, 1772 (ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi, f. 1984/18), le Piante di Palazzo Pitti a Firenze, 1774 (SUAP, RAT 303/a-e) e le molte Piante e prospetti delle nuove Dogane, redatte fra il 1785 e il 1790: Massa Marittima, Monterchi, Cortona, Lago Trasimeno, Abetone, Bientina, Arezzo, Sansepolcro, Montepulciano, S. Casciano dei Bagni (con Giuseppe Valentini), Pescia, Barberino di Mugello, Firenzuola, Vernio e Palazzuolo sul Senio (con Francesco Marinelli), Vellano presso Pescia, Bientina, S. Croce sull'Arno (con Gaetano Magrini), Sambuca Pistoiese (ASF, Miscellanea di Piante, n. 292 bis).

Produzione di cartografia manoscritta:
Cabrei con oltre 200 mappe delle proprietà granducali, ville e fattorie, situate in Toscana e a Roma, attribuzione con altri ingegneri, 1776-77 (SUAP, RAT 48-52);
Cabrei dei beni dell’Ospedale di S. Giovanni di Dio a Firenze (con circa 50 mappe), 1771-73 (ASCF, Archivio dello Spedale di S. Giovanni di Dio, Effetti e sbozzi dei Beni di campagna, n. 181);
Pianta della Real Villa di Cerreto Guidi con l'indicazione dei confinanti e dell'estensione del terreno che occupano ai piedi della medesima, 1770 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 676);
Veduta della cava di marmo statuario nel Monte Romolo a Campiglia, 1772 (ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi, f. 1984/18);
Piante di Palazzo Pitti a Firenze, 1774 (SUAP, RAT 303/a-e);
Piante e prospetti delle nuove Dogane, con Giuseppe Valentini, Francesco Marinelli, Gaetano Magrini, Costantino Orsi e Pietro Conti, 1785-90 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 292 bis).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Almanacco fiorentino, 1782; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 142-151 e 416-426; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, pp. 38, 100, 115, 155, 165, 212, 230-231, 273, 302-303, 335, 337, 345, 354 e 357; Ginori Lisci, 1978, pp. 103, 106, 172 e 285; Melis e Melis, 1996; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 127-128, 135-136, 260-272 e 430; Stante, 1992-1993; Vivoli, 1992, p. 81; Toccafondi, 1996, pp. 156 e 160; Bonelli Conenna, Brilli e Cantelli, 2004, p. 395; ASF, Scrittoio delle Fortezze e fabbriche. Fabbriche Lorenesi; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Patrimonio Ecclesiastico; ASCF, Archivio dello Spedale di S. Giovanni di Dio; AMFEC; AOIF, Filza di disegni; SUAP, RAT; GDSU.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Gabriella Orefice

Fabbroni, Pier Giovanni

Pier Giovanni Fabbroni
N. Prato
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere, architetto e agrimensore.

Biografia:
attivo negli anni ’50 e ’60 del XVIII secolo, quando dovette far parte dell’organico del Magistrato di Sanità.

Produzione scientifica:
Nel 1753 eseguì, insieme ad Antonio Vannucci, il cabreo dei beni urbani e rurali della Famiglia Galli Tassi, relativo alle Fattorie di Torre Galli (presso Scandicci) e di Carmignano (Poggio a Caiano) e ad altri beni della nobile casata posti in Firenze e nelle immediate vicinanze (in ASF, Archivio Galli Tassi, f. 45, 3).
Nel 1754, su incarico della Magistratura di Sanità di Firenze, in occasione della Peste di Messina, realizzò una pianta della costa toscana con tutte le strutture fortificatorie; la bella carta di grandi dimensioni (770x2110 mm), che il Fabbroni copiò, come richiestogli, da un originale del 1743 (sempre in ASF, Miscellanea di Piante, n. 38), venne dedicata dall’autore al sovrano e fu arricchita con figure ornamentali e con l'arme lorenese. Il prodotto spicca senza dubbio nel panorama della cartografia costiera per la sua altissima qualità grafica e contenutistica. Oggetto principale del disegno, eseguito per rispondere ad esigenze di natura sanitaria – e rifatto con correzioni rispetto all’originale, in seguito a variazioni territoriali (come emerge dal cartiglio contenente il lungo e dettagliato titolo) –, è l'articolato sistema difensivo costiero della Toscana, dettagliato anche per quanto riguarda il numero dei militari e l'armamento. Proprio a conferma dello stretto rapporto che storicamente ha sempre legato tali manufatti al territorio circostante, la carta ci rappresenta con un grande dettaglio, e con ricchezza sia di particolari topografici che di riferimenti scritti di tipo toponomastico, l'immediato entroterra.
All’inizio degli anni ’60 si occupò della sistemazione di alcuni corsi d’acqua che apportavano frequenti disordini nella pianura tra Firenze e Prato; si veda la sua Relazione del 6 febbraio 1760 sui danni apportati dai torrenti Agna e Goraccia (in ASF, Mannelli Galilei Riccardi, 439, ins. 46).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta della costa del Mare Toscana guarnita con tutte le sue torri e casotti fatta in occasione della peste di Messina, l'anno MDCCXXXXIII, principia dalla Torre del Cinquale fino alla Torre di Cala del Forno che confina con lo Stato di Orbetello, e la detta Pianta è stata ricorretta e amplificata da me Pier Gio.ni Fabbroni Ing.re, e fatta per servizzio del Clariss.mo Magis.to di sanità di Firenze l'anno MDCCLIIII con l'aggiunta della Pianta di tutta la Lunigiana nella quale tutto quel colore vinatro denota quello che si appartiene al Gran Ducato di Toscana, 1754 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 258);
Cabreo dei beni urbani e rurali della Famiglia Galli Tassi, relativo alle Fattorie di Torre Galli (presso Scandicci) e di Carmignano (Poggio a Caiano) e ad altri beni posti in Firenze e dintorni, con Antonio Vannucci, 1753 (ASF, Archivio Galli Tassi, f. 45, 3).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, p. 283; Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, p. 216; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 186; ASF, Archivio Galli Tassi; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Mannelli Galilei Riccardi.

Rimandi ad altre schede: G.

Autore della scheda:

Eegat, Francesco Antonio

Francesco Antonio Eegat
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Nel 1760, il granduca imperatore Francesco Stefano di Lorena incaricò il tecnico Eegat (che si firma come "Geometra di Sua Maestà Cesarea", ossia lo stesso sovrano lorenese) di trasferirsi da Vienna nella Maremma toscana, e precisamente nell’ampio quadrante delle Colline Metallifere fra Volterra e Massa Marittima, per cartografarvi le aree minerarie reali o potenziali che potevano essere meglio conosciute grazie alla presenza di impianti ancora attivi o di resti di antiche coltivazioni: ciò che il tecnico non mancò di fare come dimostrano le puntuali ed efficaci quattro rappresentazioni topografiche manoscritte acquerellate in lingua tedesca, datate tra il 1760 e il 1765.
Le carte raffigurano in dettaglio, con disegno raffinato, la vasta area massetana (con la fonderia e la miniera di rame di Cagnano-Carbonaie qualche anno prima diretta da Giovanni Arduino, i pozzi e le discariche di antiche coltivazioni di Campo Chinandoli, Carbone, Sant’Ansoni, Boccheggiano, Zeriota, Monte Gajo, Monte Sirigajo, Fonte Grilli, Poggio del Montone e Serrabottini), l’area di Monterotondo Marittimo (con gli impianti quattrocenteschi della cava e fonderia dell’allume del fosso Risecco al Frassine), l’area di Montecatini Val di Cecina (con la miniera e fonderia del rame di Radivena e Santa Croce) e l’area di Querceto (con i pozzi della Steccaia).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta topografica del territorio compreso tra Montieri, Boccheggiano, Prata e Massa Marittima con l’indicazione dei giacimenti minerari antichi e moderni;
Pianta e veduta della miniera e dell’opificio dell’allume di Monterotondo Marittimo;
Pianta e veduta della miniera e dell’opificio di rame situato nel territorio di Montecatini Val di Cecina;
Pianta e veduta di giacimenti minerari situati nel territorio di Querceto (tutte conservate in ASF, Miscellanea di Piante, n. 29/a, 29/b, 29/c, 29/d).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Francovich e Rombai, 1990; Rombai e Vivoli, 1996; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 70-71; Riparbelli, 1989, p. 105; ASF, Miscellanea di Piante.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Dolcini, Andrea

Andrea Dolcini
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Livornese, ottenne la nomina di ingegnere del Genio Militare lorenese nel 1746, dopo la morte del titolare Giuliano Anastasi. Fu poi promosso tenente e, nel 1765, fu proposto senza successo per la nomina a capitano in alternativa ad Innocenzio Fazzi: entrambi, vengono qualificati dal comandante del Corpo de Baillou come quarantenni, il che collocherebbe la sua data di nascita intorno al 1725.
Nello stesso documento, de Baillou afferma che Dolcini “possiede la Geometria, il Disegno, le conoscenze teoriche del suo mestiere, ma non ha nessuna sorte di cultura” (ASF, Reggenza, f. 182, ins. 17, Impieghi nel Corpo degli Ingegneri).
Nella relazione della gita a Livorno dell’aprile 1774, il granduca Pietro Leopoldo, lamentandosi della situazione del corpo militare, sentenzia che “Dolcini non sa altro che copiare una pianta” (Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, III, 1974, pp. 296-297).
Fu uno degli autori principali della poderosa raccolta di piante delle fortificazioni toscane coordinata dal colonnello Odoardo Warren, la Raccolta delle principali Città e Fortezze del Granducato di Toscana, eseguita fra il 1739 e il 1749, con la collaborazione di alcuni fra i migliori ingegneri e cartografi dell’epoca: si tratta di un vero e proprio censimento che fotografa, in un atlante rilegato dedicato al granduca imperatore Francesco Stefano, tramite una sessantina di rappresentazioni, le torri, i forti e i centri urbani fortificati del Granducato, con i relativi armamenti e funzioni e con ampio inquadramento dei medesimi nei territori insulari, costieri e interni circostanti. Le mappe, disegnate minuziosamente con grandi e artistici cartigli, stemmi e figure allegoriche, sono accompagnate da dettagliate e precise descrizioni in lingua italiana e francese (in ASF, Segreteria di Gabinetto, f. 695).
In particolare, Dolcini firma la carta topografica della costa livornese – disegnata “con accattivante maestria” – e datata 1749 e la carta dell’isola della Gorgona datata 1744 (Principe, 1988, pp. 34 e 128).
Della Raccolta faceva parte anche la Carta della Toscana divisa nei stati fiorentino, sanese, pisano e pietrasantese […] (in SUAP, RAT 151), una grande figura d’insieme in 6 sezioni, eseguita nel 1755 proprio da Andrea Dolcini sempre sotto la direzione del colonnello Warren, correggendo l’arcaica Etruria Vetus e Nova del Vercruyss. La nuova rappresentazione si basa sui rilevamenti sul terreno e sulle planimetrie delle singole fortificazioni eseguite dagli ingegneri del Genio Militare (Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 108-109).
Soppresso nel 1777 il Genio Militare, Dolcini fu trasferito ad altri uffici dell’amministrazione statale.
Nel 1780-85 fu in Valdichiana, al seguito del matematico Pietro Ferroni e dei suoi allievi, per eseguire colmate in Val di Tresa e alle Bozze di Chiusi (memorie in ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 879, mazzo I).

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta topografica della costa livornese, 1749 (ASF, Segreteria di Gabinetto, f. 695);
Carta dell’isola della Gorgona, 1744 (ASF, Segreteria di Gabinetto, f. 695);
Carta della Toscana divisa nei stati fiorentino, sanese, pisano e pietrasantese […], 1755 (SUAP, RAT 151).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, III, 1974, pp. 296-297; Gurrieri, a cura di, 1979; Principe, 1988, pp. 34 e 128; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 108-109; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 174; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001; ASF, Reggenza; ASF, Segreteria di Gabinetto; ASF, Segreteria di Finanze ante 1788; SUAP, RAT.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Diletti, Stefano

Stefano Diletti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
E' autore di numerosissimi disegni di mappe cabreistiche, di strade, di canali e paduli.
La prima mappa reperita che porta la firma di Stefano è una veduta prospettica del Marchesato di S. Leolino in Valdisieve, eseguita nel 1772 (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 154).
Al seguito del Ferroni nella visita alla pianura pisana del 1773-74, disegnò nel 1774 la grande Carta Corografica del Valdarno di Pisa alla scala di 1:34.000 (in SUAP, RAT 215; una carta analoga è in ASF, Miscellanea di Piante, n. 203).
Per la visita generale in Valdichiana del 1778, Pietro Leopoldo affiancò il Diletti (insieme al Puliti) a Giovanni Franceschi, come aiuti per la formazione “delle piante e dei disegni” di tutti i beni stabili dello Scrittoio delle Regie Possessioni. L’operazione si concluse nel 1779 (Di Pietro, 2005, p. 129).
Nel 1780 disegnò un’altra grande rappresentazione, la Mappa topografica che dimostra lo stato delle acque di Valdinievole, della Pianura di Bientina e Comunità convicine della maggior parte della Provincia Pisana e della porzione confinante del Territorio della Repubblica di Lucca in scala 1:71.000, a corredo di una memoria del Ferroni dell’8 giugno 1780 sulla bonifica della zona umida bientinese (in ASF, Piante di Ponti e Strade, n. 21).
Nel 1780-85 fu in Valdichiana al seguito del matematico Pietro Ferroni e di suoi allievi per eseguire colmate in Val di Tresa e alle Bozze di Chiusi. Queste operazioni furono eseguite nell’area di confine fra Granducato e Stato Pontificio grazie alla stipulazione nel 1780 del concordato definitivo fra i due Stati che venne preparato da una memoria stesa da Ferroni stesso e dal matematico papale Pio Fantoni (memorie in ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 879, mazzo I).
Progettò nel 1787 la strada “dai confini di Torrita fino alla pianura di Valiano” in Valdichiana.
Nel 1785 e 1786 si occupò di questioni confinarie realizzando: la Mappa topografica per dimostrare la situazione idrografica delle campagne fra Arno e Serchio, al confine fra Granducato di Toscana e Repubblica di Lucca, del 1785 (in ASF, Ponti e Strade, 12); e le Piante di territori al confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio (5 disegni) con definizione della linea giurisdizionale, nel 1786 (in ASF, Miscellanea di Piante, nn. 539 a-d).
Ricordiamo anche il suo impegno nella realizzazione di cabrei: tra il 1782 e il 1792 eseguì il Cabreo di Beni della Signora Settimia Feroni nata Strozzi, insieme a Francesco Magnelli (in ASF, Carte Strozziane, Serie IV, n. 639); nel 1802 il Cabreo della Fattoria di Tizzano, di proprietà dei conti Pandolfini (ex possesso Alamanni), una raccolta assai particolare, contenente disegni di piccole dimensioni, eseguiti però con grandissima precisione ed un attento uso del tratto e del colore, che permettono di distinguere bene l'uso del suolo (Bagno a Ripoli, Firenze, Archivio Privato Famiglia Pandolfini).
In campo architettonico, ricordiamo i progetti, datati 1780-81, per la costruzione del nuovo edificio della Misericordia di Firenze, una raccolta rilegata contenente 11 disegni ed una lunga relazione (nell'Archivio della Arciconfraternita della Misericordia di Firenze); e nel 1786 la Pianta del nuovo Spedale da costruirsi in Castiglione della Pescaia (in ASGr, Ufficio dei Fossi, n. 17, c. 795r, sc. 21).
Portano la firma di Stefano Diletti anche alcune mappe poderali relative alla Valdipesa, nella campagna fiorentina: si tratta di 5 disegni eseguiti in collaborazione con Giuseppe Manetti nel 1804 (16 novembre) e di un'altra rappresentazione di terreni sempre appoderati, con villa padronale e mulino, datata maggio 1808 (in ASF, Miscellanea di Piante, nn. 600-604 e 51).
Nel settore della viabilità, il Diletti progettò la nuova strada da realizzarsi da Porta San Marco a Livorno alla Strada Regia Pisana, realizzando, nel 1818, la relativa pianta (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 74).
Il lavoro forse più impegnativo del Diletti fu il contributo offerto alla campagna di rilevamento topografico dei beni fondiari e insediativi delle quattro fattorie lorenesi di Pitigliano, Sorano, San Giovanni alle Contee e Castell’Ottieri, come operazione propedeutica all’alienazione del vasto patrimonio pubblico (disposto con mp del 2 maggio 1781). L’operazione fu effettuata da quattro giovani ingegneri granducali (oltre al Diletti, Camillo Borselli, Antonio Capretti e Salvatore Piccioli), allievi del matematico Pietro Ferroni, con prescrizioni date dal capo ingegnere Giuseppe Salvetti di redigere mappe alla “medesima scala degli Estimi”, cioè del catasti geometrici che dal 1780 in poi si stavano realizzando, a titolo sperimentale, in varie Comunità del Fiorentini (Valdinievole e Montagna Pistoiese) e del Senese: non a caso, si sa che Camillo Borselli il 26 ottobre stava proprio lavorando al catasto della Montagna Pistoiese, probabilmente come Salvatore Piccioli che in quei giorni era anch’egli a Pistoia.
Le operazioni nell’antico territorio delle Contee iniziarono il 29 novembre 1781, con ciascun ingegnere che era coadiuvato da quattro canneggiatori. La responsabilità dell’impostazione del lavoro ricadde nel più esperto, cioè Capretti. I nostri topografi comunque lavorarono intensamente in équipe fino al 20 giugno 1782, quando dovettero sospendere il lavoro a causa dei gravi pericoli – la malaria – correlati all’estate maremmana. Le operazioni ripresero nell’autunno 1782 e furono nuovamente sospese nel giugno 1783. L’ultima campagna durò dall’autunno 1783 alla primavera 1784. In realtà, durante la seconda e soprattutto la terza campagna, questo o quell’ingegnere (soprattutto Capretti e Piccioli) dovettero abbandonare alcune volte le Contee per svolgere missioni in Valdichiana e nella pianura grossetana (Rombai, 1982, p. 19).
Non venne mai costruita (a causa dei costi ritenuti troppo elevati) la carta d’insieme dell’intero territorio delle Contee di Pitigliano e Sorano: in relazione al patrimonio granducale, furono invece disegnate 13 carte relative a più corpi di tenute riunite, 39 carte di singole tenute, 48 mappe di singoli poderi, 61 mappe di appezzamenti di varia estensione, 21 planimetrie di fabbricati rurali, 27 planimetrie di fabbriche civili e militari ubicate nei centri abitati e 6 planimetrie di edifici religiosi, per un totale di 215 figure; in relazione a beni di particolari (vigne, orti e fabbricati) tenuti con patti livellari, furono poi disegnate altre 22 planimetrie.
Complessivamente, dunque, le rappresentazioni disegnate tra il 1782 e il 1784 dai quattro ingegneri Diletti, Borselli, Capretti e Piccioli risultano 237 (sono conservate in rotoli e cartelle in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, nn. 174, 201-287, 439 e 459-460): esse si qualificano come mappe geometriche di tipo catastale (ma con ricorso ai simboli e cromatismi della tradizione agrimensoria per restituire le varie destinazioni d’uso del suolo), con il nord in alto e in scala conforme di 1:3000 per i terreni e di 1:140 per i fabbricati (Rombai, 1982, pp. 22-25).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:
Veduta prospettica del Marchesato di S. Leolino in Valdisieve, 1772 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 154);
Carta Corografica del Valdarno di Pisa, 1774 (SUAP, RAT 215; ASF, Miscellanea di Piante, n. 203);
Progetti della nuova fabbrica da farsi alla Misericordia a Firenze, 1780 (AAMF);
Mappa topografica che dimostra lo stato delle acque di Valdinievole, della Pianura di Bientina e Comunità convicine della maggior parte della Provincia Pisana e della porzione confinante del Territorio della Repubblica di Lucca, 1780 (ASF, Piante di Ponti e Strade, n. 21);
Pianta di alcuni edifici poderali e di due opifici idraulici nel territorio di Sorano, 1782 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 239);
Pianta della Tenuta della Fiorita posta nella Reale Contea di Sorano, 1783 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 236);
Cabreo di Beni della Signora Settimia Feroni nata Strozzi, insieme a Francesco Magnelli, 1782-1792 (ASF, Carte Strozziane, Serie IV, n. 639);
Mappa topografica per dimostrare la situazione idrografica delle campagne fra Arno e Serchio, 1785 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 539 a-d);
Piante di territori al confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio, 1786 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 539 a-d);
Pianta del nuovo Spedale da costruirsi in Castiglione della Pescaia, 1786 (ASGr, Ufficio dei Fossi, n. 17, c. 795r, sc. 21);
Mappe poderali di proprietà in Valdipesa, con Giuseppe Manetti, 16 novembre 1804 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 600-604);
Mappe poderali con villa padronale e mulino della famiglia Ricasoli in Valdipesa, maggio 1808 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 51);
Pianta della nuova strada da realizzarsi da Porta San Marco a Livorno alla Strada Regia Pisana, 1818 (ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 74);
Piante della fattoria di Tizzano e Pianta del Podere del Palagio, 1802 (Archivio Privato della Villa di Tizzano del conte Pandolfini, Bagno a Ripoli).

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, pp. 284, 287 e 289; Rombai, 1982, pp. 19, 22-25 e 89; Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, p. 104; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 84, 133, 389-90 e 409-410; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 360-361; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, pp. 163, 171 e 174; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, pp. 69, 83 e 98; Caciagli e Castiglia, 2001, p. 334; Di Pietro, 2005, p. 129; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante di Ponti e Strade; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Segreteria di Finanze ante 1788; ASF, Carte Strozziane; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASGr, Ufficio dei Fossi; Bagno a Ripoli, Firenze, Archivio Privato della Villa di Tizzano della Famiglia Pandolfini; SUAP, RAT.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Della Porta, Bernardino

Bernardino Della Porta
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Insieme con Anastasio Anastasi, prestò assistenza alla costruzione della Barrocciabile Casentinese tra Pontassieve e il passo della Consuma nel 1786-89, e insieme ai coevi lavori stradali di ammodernamento della Firenze-Pontassieve e di costruzione della Pontassieve-Ponticino di San Godenzo.
Il Della Porta si distinse nel genere cabreistico: alla sua mano si devono infatti alcune tra le più importanti raccolte della seconda metà del XVIII secolo, che si apprezzano sia per l'accuratezza del rilievo e del disegno topografico (straordinariamente ricco di particolari), sia per la loro bellezza in campo decorativo, con le rappresentazioni delle ville che appaiono sugli eleganti frontespizi. Si ricordano i due cabrei del 1776 rappresentanti alcune grandi proprietà della famiglia fiorentina Rinuccini: il primo delle fattorie di Empoli Vecchio, Fucecchio e Lastra a Signa e il secondo della Fattoria di Fiesole e beni attorno a Firenze..., ambedue di grandissimo formato (conservati in archivi privati) (Ginori Lisci, 1978, pp. 289-290).
Inoltre, i tre cabrei delle tenute appartenenti al patrimonio delle Reali Possessioni granducali: la Fattoria di Montevarchi (1783), e quelle del Bastardo (1787) e di Dolciano (1789) in Valdichiana (tutti in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, tomi XXII, XXXVI e XXXIX).
Con Giovanni Franceschi, tra gli anni ’70 e ’80 del XVIII secolo, Bernardino si occupò anche della progettazione di nuove case coloniche da realizzarsi nei terreni acquistati nelle aree di bonifica della Valdichiana, che diventavano uno dei principali ambiti di sperimentazione dell'aggiornamento tipologico dell'edilizia rurale, secondo i nuovi canoni di razionalizzazione e funzionalità. Si ricordano i progetti per le case rurali nei poderi della Fattoria granducale di Frassineto, eseguiti nel 1780: una serie di disegni, con prospetti, sezioni e piante degli edifici assunti come modelli dell’edilizia razionale pietroleopoldina per tutto il Granducato.
Nel 1792 Bernardino fu incaricato dal gonfaloniere di Colle di Val d'Elsa di risolvere una questione di controversia confinaria con il principe Della Cisterna, verificatasi in seguito all'apertura di una strada nel territorio di Poggibonsi; egli, con una relazione (datata 10 giugno) e l'ausilio di una pianta, dimostrò che la strada non occupava la proprietà del privato che reclamava un indennizzo (in ASCSG, Y, 39, p. 370).
Nel 1800-01 si occupò di un progetto relativo al complesso siderurgico di Follonica, realizzando anche alcuni schematici disegni planimetrici di edifici produttivi e non (magazzini, quartiere, bottega, ecc.) (in ASF, Magona, f. 2401).
Il granduca Pietro Leopoldo, nelle sue Relazioni..., giudicava Bernardino in maniera non proprio positiva, definendolo "di mediocre capacità, lento, lungo, interessato e di cattivo carattere" (1969, I, p. 82).

Produzione di cartografia manoscritta:
Cabreo della fattoria di Empoli Vecchio, Fucecchio e Lastra a Signa, 1776 (Archivio Privato);
Fattoria di Fiesole e beni attorno a Firenze [...], 1776 (Archivio Privato);
Cabreo della Fattoria di Montevarchi, 1783 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XXII);
Cabreo della Fattoria del Bastardo, 1787 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XXXVI);
Cabreo della Fattoria di Dolciano, 1789 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XXXIX);

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Pietro Leopoldo, 1969, I, p. 82; Ginori Lisci, 1978, pp. 20, 153, 265, 267-268 e 289-290; Rombai e Tognarini, 1986, p. 118; Vichi, 1986, p. 99; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, pp. 163 e 166; Di Pietro, 2005, p. 134; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Magona; ASCSG.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

De Greyss, Benedetto Felice

Benedetto Felice De Greyss
N.
M.

Relazioni di parentela: Antonino Fortunato e Benedetto Felice erano figli di Francesco, di famiglia di origine tedesca, ambedue religiosi dell'Ordine dei Frati Predicatori Domenicani

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Benedetto è noto per la tecnica del "tocco in penna", consistente nel ripassare con una sottile penna inchiostrata i contorni di un disegno, in modo tale da renderlo simile ad una incisione. Grazie alla sua particolare abilità in questo campo, nel 1749 egli ottenne l'incarico, da parte dell'allora granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena (all'epoca residente a Vienna), di realizzare un inventario figurato della Galleria degli Uffizi, sulla base di un'opera redatta per la Pinacoteca di Vienna nel 1735. Benedetto si dedicò con grande perizia a questa operazione coordinando un gruppo di disegnatori, ma il lavoro procedette con estrema lentezza e proseguì ben dopo la sua morte avvenuta il 15 aprile 1759 a Venezia, mentre transitava per quella città diretto a Vienna per mostrare all'imperatore i suoi lavori (i volumi completati sono conservati al GDSU e, in parte, nella Biblioteca Nazionale di Vienna). Sappiamo che Benedetto si dedicò anche all'incisione, ma non ci è nota nessuna opera cartografica.

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 124-129; Rombai e Ciampi, 1979, p. 104; Barsanti e Rombai, 1987, p. 240; Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 29; Rombai, 1987, p. 305; BMF, Manoscritti Bandini; ASS; SUAP, RAT.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai