Archivi tag: Siena

Pozzi, Giuseppe

Giuseppe Pozzi
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Disegnatore e incisore

Biografia:
Giuseppe Pozzi, omonimo di un altro cartografo vissuto esattamente un secolo dopo, operò, sia come disegnatore che come incisore, dalla metà agli anni ‘40 del XVIII secolo.
Assai scarse sono le notizie reperite sulla sua vita e sul suo operato.

Produzione scientifica:
Nel 1747 disegnò una carta topografica della Provincia del Mugello, con indicazione puntuale – mediante prospettini – di ben 88 ville signorili, che fu incisa da C. Faucci e pubblicata a corredo del noto odeporico intitolato Descrizione della Provincia del Mugello... dell’erudito Giuseppe Maria Brocchi (Firenze, A.M. Albizzini, 1748).
Durante il regno di Pietro Leopoldo (1765-90), eseguì un cabreo delle oltre 20 bandite di caccia e pesca poste entro un raggio di 20 miglia da Firenze (con l'aggiunta posteriore delle bandite pisane di Coltano e S. Rossore e di quella di Sanmezzano presso Reggello, Firenze); la maggior parte erano di proprietà granducale, alcune anche di note famiglie fiorentine (Rinuccini, Corsini, Salviati, Ximenes) (in ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, t. XII).
La raccolta, composta dai singoli disegni delle bandite e da una bella e particolareggiata mappa d'insieme in cui compaiono tutte con i rispettivi toponimi, è apprezzabile per la precisione delle rappresentazioni, ove si ha cura di evidenziare le varie destinazioni d’uso agrarie e forestali del suolo, e di particolare interesse per la storia della caccia e della pesca in Toscana.
Lavorò anche con Leonardo Ximenes, incidendo, nel 1775 tre figure che corredano l’opera del matematico Esame dell’esame di un libro sopra la Maremma Senese ripartito in tante note da uno scrittore maremmano (Firenze, Cambiagi, 1775): la Carta dell’antica Etruria, la pianta della città di Roselle secondo i ritrovamenti del 1774 e la pianta con sezione dell’antico anfiteatro rinvenuto nella stessa città (Zangheri, a cura di, 1984, p. 65).
e nel 1781, il disegno del ponte sul fiume Sestaione sulla Strada Modenese, progettato dal noto matematico, e disegnato da Giuseppe Valentini.

Produzione di cartografia manoscritta:
Topografia della Provincia del Mugello situata alle falde degli Appennini in Toscana, delineata da Giuseppe Pozzi e incisa da C. Faucci, 2 agosto 1747;
Prospettiva del Ponte Reale del Sestaione con la sua armatura e castello, delineato con secondo disegno [...], incisione di Pozzi su disegno di Giuseppe Valentini (BNCF, Nuove Accessioni, VII, 151);
Cabreo delle oltre 20 bandite di caccia e pesca di proprietà granducale o signorile poste entro un raggio di 20 miglia da Firenze, seconda metà del XVIII secolo (ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, t. XII);
Tre figure incise per Leonardo Ximenes, Esame dell’esame di un libro sopra la Maremma Senese ripartito in tante note da uno scrittore maremmano (Firenze, Cambiagi, 1775): Carta dell’antica Etruria, la pianta della città di Roselle secondo i ritrovamenti del 1774 e la pianta con sezione dell’antico anfiteatro rinvenuto nella stessa città (Zangheri, a cura di, 1984, p. 65).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, pp. 131-132 e 263; Barsanti, 1992, p. 60; Rombai e Torchia, 1994, p. 190; Zangheri, a cura di, 1984, p. 65; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni; BNCF, Nuove Accessioni.

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Autore della scheda: Anna Guarducci

Pinamonti, Achille di Giovanni

Anchille di Giovanni Pinamonti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
E' autore di 5 cabrei firmati e di uno attribuito, tutti dedicati (salvo quello per il Convento di S. Pancrazio) a beni ubicati a Pistoia e nella sua campagna e di proprietà di enti cittadini.
Godette di grande prestigio, non solo per la raffinatezza artistica del disegno ma anche per l'uso magistrale degli apparecchi di rilevazione e misurazione; egli – come afferma Ginori Lisci (1978, p. 203) – "sapeva riportare su carta i dati e gli elementi raccolti con particolare esattezza e chiarezza... [e] le figure umane con le quali usò abbellire alcuni suoi frontespizi costituiscono un esempio unico fra i cabrei toscani del Cinquecento".
Nel 1588 ad un certo Achille Pinamonti fu concesso dalle autorità papali il diritto di raccogliere tributi sulle carte da gioco nella misura di 10 soldi per un mazzo di tarocchi (forse di 78 carte) e 5 soldi per un mazzo della Primiera (Frati, 1890, p. 133).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Cabreo dei Beni dell'Opera di S. Giovanni fuori Civitas di Pistoia, 1572 (ASPt, S. Giovanni fuori Civitas, D. 262): con disegni assai semplici e schematici rispetto a quelli dei cabrei successivi;
Campione dei Beni della Congregazione dei Preti dello Spirito Santo, 1577 (ASPt, Patrimonio Ecclesiastico, G. 200);
Cabreo della Fattoria di Montevettolini in Valdinievole, 1577 (ASF, Santa Maria Nuova, n. 702), intitolato Campione delle piante de' beni dello Spedale... misurati, confinati, lineati e situati per me Achille di Giovanni Pinamonti Aritmetico et Geometrico pistoiese, con i suoi 18 poderi;
Cabreo dei Beni Immobili della Pia Casa della Sapienza di Pistoia, 1577-1580 (ASPt, Pia Casa della Sapienza, n. 440); con aggiunte di Giovan Battista Pini del 1725. Si tratta icuramente del più celebre cabreo pistoiese: si tratta di una raccolta di oltre 150 figure intitolata Campione delle Piante [...], molte relative a edifici urbani e rurali e molte a pezzi di terra e poderi localizzati nel suburbio pistoiese. I disegni (piante e prospetti) spiccano dal punto di vista agrimensorio e grafico con il nostro Achille che sa raggiungere "una certa bravura unita a un certo estro" tanto da poter considerare le sue rappresentazioni come "artistiche" e l'autore come il "miglior disegnatore dell'epoca", maestro iniziatore di un genere. Il Campione è arricchito nelle prime carte da disegni allegorici che mirano a magnificare il buon governo dei Medici. Il disegno che decora l’antiporta del Campione è opera del pittore pistoiese Bartolomeo Carafantoni;
Cabreo dei Beni dell'Opera di S. Leonardo, 1580 (ASPt, Opera S. Leonardo, D. 413): raccolta di poche carte di edifici urbani restituiti con la consueta eleganza grafica che contraddistingue il Pinamonti;
Cabreo dell'Ospedale del Ceppo (attribuito alla cerchia dei Pinamonti), un centinaio di tavole di beni immobili urbani ed extraurbani fra edifici e terreni (in ASPt, Archivio Spedali Riuniti, ex 1885, 5 ora 40). Ginori Lisci lo data ultimo quarto del XVI sec., mentre Vivoli lo colloca all’inizio del XVII secolo, ritenendo anche che molte siano frutto di addizioni successive e di autori diversi;
Cabreo dei Beni del Convento di S. Pancrazio di Firenze, 1585 (ASF, Conventi soppressi, 88, n. 83. Convento di S. Pancrazio. Ordine Vallombrosano), stesse caratteristiche agrimensorie e grafico-artistiche dei prodotti precedenti, con figure relative a beni fiorentini e di campagna.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Frati, 1890, p. 133; Ginori Lisci, 1978, pp. 13, 22, 26, 36-38, 56, 203, 276, 279, 303 e 304; Vivoli, 2004, p. 191; Gai, 1980, pp. 120-121 e 145; ASPt, S. Giovanni fuori Civitas; ASF, Santa Maria Nuova; ASF, Conventi soppressi, 88, n. 83. Convento di S. Pancrazio. Ordine Vallombrosano; ASPt, Pia Casa della Sapienza; ASPt, D. 413, Opera S. Leonardo; ASPt, Patrimonio Ecclesiastico.

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Autore della scheda: Anna Guarducci

Buontalenti, Bernardo

Bernardo Buontalenti
N. Firenze 15 dicembre 1531
M. Firenze 6 giugno 1608

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Architetto, ingegnere militare, scultore e scenografo.

Biografia:

Produzione scientifica:
Il Buontalenti fu un rinomato costruttore di fortezze e presso di sé conservava una raccolta di piante di fortezze che comprendeva oltre ai propri progetti quelli di vari ingegneri e architetti militari.
In questo campo, oltre alla giovanile (1556) prestazione presso il duca d’Alba (Ostia e Civitella del Tronto), sono da ricordare le fortificazioni di Marradi e Castrocaro (1556), Portoferraio (1560 c.), Terra del Sole (1565), Porto Ercole (1565 c.), S.Piero a Sieve (1571 c.), Pistoia (1571) e i progetti per la nuova città di Livorno (1576 e 1587-89 ) e per il forte di Belvedere a Firenze (1590) (Fara, 1988; Fara, 1995; Romby, 2005) .
La esperienza nell’architettura militare lasciò significative tracce anche in numerose ville realizzate per i granduchi, come quelle di Seravezza (1561-65), Cerreto Guidi (1575 c.), Artimino (1594), mentre elaborò formule architettoniche semplificate attuate attraverso l’impiego di assi di simmetria e la compattezza dei corpi di fabbrica, l’utilizzo di ridotti apparti decorativi abbinati alla parete intonacata come nelle ville di Magia (1574 c.), Marignolle (1575), Ambrogiana (1587), Castello (1575 c.), Petraia (1589 c.). In questo quadro un caso a parte è rappresentato dalla villa di Pratolino (1569-80), realizzata per Francesco I dei Medici, al centro di un parco arricchito da fontane, da grotte e da una popolazione di statue e automi che ne facevano un ineguagliato esempio di tecnologia e d’arte.
Anche i palazzi hanno caratteristiche che via via si rinnovano pure attingendo ad un repertorio di termini linguistici consolidati, come avviene nella Casa di Bianca Cappello in via Maggio a Firenze, nel palazzo granducale di Pisa (1583-88), di Siena (1590-94), nel palazzo Acciaiuoli (poi Corsini sul Prato a Firenze, 1594 c.) e nel palazzo Pazzi (Non finito, 1593-1600).
Dal 1568 entrò a far parte dei Capitani di Parte Guelfa, la magistratura tecnica cui erano demandati i lavori pubblici in materia di strade, ponti, canali, nonché la realizzazione di edifici pubblici sia civili che militari; mantenne il ruolo di tecnico della Parte fino al 1608, anno della morte (Casali e Diana, 1983). Dal 1570 fu nominato “architetto di S. A.”; successivamente venne affiancato da vari tecnici come Davide Fortini (1570-90), Lorenzo Vestrucci (1572-88), Luigi Masini (1571-1585), Gherardo Mechini (dal 1581), Raffaele di Pagno (Casali e Diana, 1983).
Nella vasta produzione grafica (conservata presso il GDSU, la collezione del duca di Devonshire, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Cabinet des dessins del Louvre, il Gabinetto nazionale delle stampe di Roma, l’ASF, la coll. Scholz di New York, l’archivio storico del comune di Prato, l’archivio dell’Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze), le carte e le mappe di significato più propriamente geografico sono relative alla attività di controllo del territorio in seno alla magistratura dei Capitani di Parte. I grafici, spesso stilati con immediatezza per illustrare lo stato dei luoghi ed i lavori necessari per risolvere problemi di dissesto di argini, esondazioni di fiumi, variazioni di tracciati stradali, ricostruzioni di manufatti (ponti), si trovano allegati a relazioni e perizie stilate da Buontalenti o dai suoi collaboratori.
L’ambiente geografico viene restituito con tratti sommari e mediante l’adozione di simbologie semplificate per illustrare sia la vegetazione arborea sia la natura dei terreni; gli abitati o i centri urbani sono rappresentati in proiezione zenitale tramite il disegno schematico del circuito murario e della viabilità di attraversamento (ASF, Capitani di Parte Numeri Neri, n. 722, c. 181), raramente si trovano vedute prospettiche o rappresentazioni “a volo d’uccello”. Una maggiore cura si registra nella rappresentazione dei caratteri strutturali e figurativi dei ponti, manufatti per i quali si susseguono restituzioni grafiche interessanti tratti fluviali urbani ed extraurbani (BNCF, Ms. Panciatichi 178, c.44r; GDSU, nn. 2346A-2350A).

Produzione di cartografia manoscritta:
Molte mappe sono allegate alle perizie effettuate per la magistratura dei capitani di Parte Guelfa, sono relative a rilievi ed interventi d’urgenza e risultano comunque limitate a manufatti od ambiti territoriali definiti; fra le mappe di più ampio respiro si ricordano:
Lavori presso il ponte a Buriano (ASF, Piante dei Capitani di Parte Piante, cartone VIII, c. 24);
Piano per la consegna di terre tra Montevarchi e Levane e rettificazione del letto dell’Arno (ASF, Piante dei Capitani di Parte Piante, cartone X, c. 9);
L’Arno a Legnaia (ASF, Piante dei Capitani di Parte Piante, cartone V, c. 7);
Un tratto dell’Arno (ASF, Piante dei Capitani di Parte Piante, cartone IX, c. 29);
I ponti di Firenze (BNCF, Ms. Panciatichi 178, c. 44r);
Disegno di Capalbio in Maremma (GDSU, n. 2329A);
L’Arno alla fortezza vecchia di Firenze (GDSU, n. 2330A);
Progetti di ponti (GDSU, nn. 2346A-2350A).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Vasari, 1881; Baldinucci, 1770; Promis, 1874; Giovannozzi, a cura di, 1932; Berti, 1967; Botto, 1968; Borsi, 1974; Fara, 1978; Fara, 1988; Fara, 1995; Fara, a cura di, 1998; Livorno progetto e storia di una città, 1980; Casali e Diana, 1983; Romby, 2005; DBI, ad vocem; ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri Neri; ASF, Piante dei Capitani di Parte Piante; GDSU.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giuseppina Carla Romby

Buoninsegni, Domenico

Domenico Buoninsegni
N. Firenze 1384
M. Firenze marzo 1466

Relazioni di parentela: Nato da Leonardo di Domenico e da Piera di Lapaccino del Toso

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Umanista e cartografo fiorentino

Biografia:
Il suo nome, come cartografo, è sempre associato a quello di Francesco Lapaccini, insieme al quale avrebbe prodotto i primi codici tolemaici con le carte tradotte in latino

Produzione scientifica:
Nel 1404 il Buoninsegni fu immatricolato nell’arte della lana. Inizialmente possessore di un fondaco, il nostro aveva poi fatto investimenti anche nell’industria della seta. Aveva avuto cinque figli (Francesco, Niccolò, Caterina, Roberto e Piero), da due matrimoni: il secondo, nel 1425, con una Piera di Filippo di messer Ruberto.
Partecipò attivamente alla vita politica del Comune, ricoprendo numerose cariche fra il 1427 e il 1450. Intorno al 1451 aveva liquidato tutti i suoi investimenti commerciali, mantenendo soltanto alcuni possedimenti terrieri. Gli ultimi anni li dedicò al completamento di una Historia fiorentina in nove libri, progettata come compilazione di cronache già esistenti (da Giovanni Villani a Leonardo Bruni), della quale rimangono tre manoscritti presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, e che venne pubblicata solo nel 1580 e nel 1637. Sono stati attribuiti al Buoninsegni anche alcuni epigrammi.
La sua produzione cartografica, riconosciuta dai contemporanei e importante anche economicamente, va dunque identificata nella produzione dei primi codici tolemaici con le carte in latino, derivati dal codice greco della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (Conventi soppressi 626) che era rimasto a Firenze a disposizione della cerchia degli umanisti. Gentile propone di attribuire alla scuola fiorentina anche il più antico di questi codici, il Vaticano latino 5698, che sarebbe frutto della mano di Buoninsegni e del suo collega Lapaccini.

Produzione di cartografia manoscritta:
Geographia di Tolomeo, primo quarto del XV secolo, con mappamondo e 26 carte geografiche regionali (BAV, Vaticano lat. 5698).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Gentile, 1992, pp. 80-84; Almagià, 1929; Fischer, 1932; Molho, DBI; BAV.

Rimandi ad altre schede: C. G.

Autore della scheda:

Buonenove, Dario

Dario Buonenove
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa

Biografia:
La sua attività risulta documentata tra il 1697 e il 1712.

Produzione scientifica:
Ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa; lavora anche per i Nove Conservatori dello Stato e del dominio fiorentino.
Nella carta in ASF, Miscellanea di Piante, n. 751/n, è raffigurato lo stesso Buonenove intento alle misurazioni, con canna e livella, del ponte di Marradi insieme al suo assistente.

Produzione di cartografia manoscritta:
Piante e profili di ponti (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 751/i - 751/hII);
Pianta delle terre della comunità di Foiano, 1697 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 28);
Pianta originale dell’andamento delle confinazioni del terriotrio di Firenzuola e Bologna, 1704 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 42/b);
Pianta del confine controverso tra S. Sofia e Bascio, 1698 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 43);
Pianta che dimostra la disputa dei confini tra Isolano, Stato di SAR e Terme, Stato del marchese di Fosdinovo, 1701 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 76);
Disegno in pianta della chiesa di S. Maria del Monte Mignaio, s.d. (ASF, Piante dei Capitani di Parte, XXVI, n. 38);
Schizzo che dimostra in veduta come stanno i confini tra i SS.i Donati Caramelli e Fabbri al luogo detto Poggio Rinaldi podesteria di Sesto e Fiesole, inizio XVIII sec. (BNCF, Nuove accessioni, cartella I, n. 2);
Schizzo che dimostra il muro che regge il terreno de’ SS.i Donati e Gerini, inzio XVIII sec. (BNCF, Nuove accessioni, cartella I, n. 3);
Pianta della tenuta di Campiglia, 1700 (copia di una pianta del 1623; ASF, Piante antiche dei Confini, cas. III, n. 38);
Pianta dell’ing. Dario Giuseppe Buonenove copiata nel 1700 da altra simile che si trova nello Scrittoio delle Possessioni di SAR del 1623, 1700 (ASF, Confini, casella III, Piante n. 38, c. 11);
Pianta originale del Sig. Bonanave inginiero per le differenze del podere di Portaccia, s.d. (ASF, Miscellanea Medicea, F. 93, ins. V, c. 146).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Archivio di Stato di Firenze, 1991; Breschi, 1981, pp. 23-66; Francovich e Rombai, 1990, pp. 695-709; Gabellini, 1987; Rombai, 1993; Rombai e Sorelli, 1992, pp. 37-71; Rombai e Torchia, 1994; Valentini, 1993, pp. 245-303; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante antiche dei Confini; ASF, Piante dei Capitani di Parte; BNCF, Nuove accessioni; ASF, Miscellanea Medicea.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Buondelmonti, Cristoforo

Cristoforo Buondelmonti
N. Firenze 1385
M. Grecia 1430

Relazioni di parentela: Di nobile e antica famiglia, un ramo della quale aveva avuto la signoria di Giannina in Epiro, imparentato con gli Acciaiuoli, duchi d’Atene e signori di Corinto, era in qualche modo predestinato a coltivare particolare interesse per la cultura greca.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Umanista, religioso e cartografo fiorentino.

Biografia:

Produzione scientifica:
La sua prima opera di interesse geografico è la Descriptio Insulae Cretae, inviata nel 1417 al Niccoli. Si tratta di una minuziosa descrizione dell’isola, che l’autore aveva visitato in lungo e in largo, traversandola in ventisei giorni a cavallo, accompagnata da vedute di città e di luoghi o monumenti notevoli. Alla prima redazione seguirono altre due rielaborazioni, l’ultima delle quali, completata a Costantinopoli nel 1422, comprende anche una carta corografica di tutta l’isola, conservata nel codice Rossiano 703 della Biblioteca Apostolica Vaticana, che Roberto Almagià considera il prototipo delle successive raffigurazioni dell’isola (Almagià, 1944, p. 116).
Più o meno negli stessi anni il Buondelmonti elaborava la sua opera maggiore, il Liber Insularum Arcipelagi, concepito come itinerario storico-geografico-archeologico ad uso dei viaggiatori e degli eruditi, esteso a tutte le isole dell’Egeo, anche a quelle che l’autore non aveva visitato, e corredato da un notevole apparato cartografico. Lo stile delle carte deriva da modelli nautici, ma si ritiene che il Buondelmonti fosse capace di disegnare carte di propria mano (Gentile, 1992, scheda n. 56). L’opera, dedicata al cardinale Giordano Orsini, del quale sono noti gli interessi geografici, ebbe grande successo, come testimoniano i numerosi manoscritti e le traduzioni in volgare e anche in greco. “L’ordine in cui figurano le isole corrisponde a un ipotetico percorso, con andamento sinuoso, che inizia dalle Ionie, si muove fra Sporadi e Cicladi, giunge ai Dardanelli e a Costantinopoli, si chiude a Egina” (Cassi e Dei, 1993, p. 214).
Il codice conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Magliabechiano XIII 7) comprende le carte di ottantanove località dell’Arcipelago e della terraferma, incluse Costantinopoli, Gallipoli, la penisola del Monte Athos. Fra le copie successive si segnala quella composta negli anni ’80 dal cartografo tedesco Enrico Martello (v.), inclusa nel codice Magliabechiano XXIX 25 della stessa BNCF, riprodotto in tre successivi isolari delle stesso autore, opere di notevole qualità innovativa.

Produzione di cartografia manoscritta:
Descriptio Insulae Cretae, 1417, con 6 carte geografiche (BAV, Rossiano 703; e BMLF, XXX 42);
Liber Insularum Arcipelagi, 1422 circa, con 89 carte geografiche (BNCF, Magliabechiano XIII 7).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Almagià, 1944; Cassi e Dei, 1993; Gentile, 1992, pp. 107-110; Sitran Gasparrini, 1992; Weiss, 1964; Weiss, 1972; Barsanti, 2001; BMLF; BNCF, Magliabechiano XIII 7; BAV, Rossiano 703.

Rimandi ad altre schede: C. G.

Autore della scheda:

Borselli, Cammillo

Cammillo Borselli
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Borselli, almeno alla fine degli anni ’80 del XVIII secolo, ebbe studio a Firenze ove svolgevano apprendistato tanti aspiranti ingegneri architetti, a partire da Giuseppe Lazzerini.
Fu autore di innumerevoli disegni di mappe cabreistiche (restituite con modulo planimetrico-pittorico assai suggestivo), di strade, di bonifiche, dimostrando ottime capacità grafiche e precisione nella restituzione delle componenti paesistiche.
Borselli partecipò alla campagna di rilevamento topografico dei beni fondiari e insediativi delle quattro fattorie lorenesi di Pitigliano, Sorano, San Giovanni alle Contee e Castell’Ottieri, come operazione propedeutica all’alienazione del vasto patrimonio pubblico (disposto con mp del 2 maggio 1781), effettuata da quattro giovani ingegneri granducali (appunto il Borselli con Antonio Capretti, Stefano Diletti e Salvatore Piccioli), allievi del matematico Pietro Ferroni, con prescrizioni date dal capo ingegnere Giuseppe Salvetti di redigere mappe alla “medesima scala degli Estimi”, cioè del catasti geometrici che dal 1780 in poi si stavano realizzando, a titolo sperimentale, in varie Comunità del Fiorentino (Valdinievole e Montagna Pistoiese) e del Senese: non a caso, si sa che Camillo Borselli il 26 ottobre stava proprio lavorando al catasto della Montagna Pistoiese, probabilmente come Salvatore Piccioli che in quei giorni era anch’egli a Pistoia.
Le operazioni nell’antico territorio delle Contee iniziarono il 29 novembre 1781, con ciascun ingegnere che era coadiuvato da quattro canneggiatori. La responsabilità dell’impostazione del lavoro ricadde nel più esperto, cioè Capretti. I nostri topografi comunque lavorarono intensamente in équipe fino al 20 giugno 1782, quando dovettero sospendere il lavoro a causa dei gravi pericoli – la malaria – correlati all’estate maremmana. Le operazioni ripresero nell’autunno 1782 e furono nuovamente sospese nel giugno 1783. L’ultima campagna durò dall’autunno 1783 alla primavera 1784. In realtà, durante la seconda e soprattutto la terza campagna, questo o quell’ingegnere (soprattutto Capretti e Piccioli) dovettero abbandonare alcune volte le Contee per svolgere missioni in Valdichiana e nella pianura grossetana (Rombai, 1982, p. 19).
Non venne mai costruita (a causa dei costi ritenuti troppo elevati) la carta d’insieme dell’intero territorio delle Contee di Pitigliano e Sorano: in relazione al patrimonio granducale, furono invece disegnate 13 carte relative a più corpi di tenute riunite, 39 carte di singole tenute, 48 mappe di singoli poderi, 61 mappe di appezzamenti di varia estensione, 21 planimetrie di fabbricati rurali, 27 planimetrie di fabbriche civili e militari ubicate nei centri abitati e 6 planimetrie di edifici religiosi, per un totale di 215 figure; in relazione a beni di particolari (vigne, orti e fabbricati) tenuti con patti livellari, furono poi disegnate altre 22 planimetrie.
Complessivamente, dunque, le rappresentazioni disegnate tra il 1782 e il 1784 dai quattro ingegneri Borselli, Capretti, Diletti e Piccioli risultano 237 (sono conservate in rotoli e cartelle in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, nn. 174, 201-287, 439 e 459-460): esse si qualificano come mappe geometriche di tipo catastale (ma con ricorso ai simboli e cromatismi della tradizione agrimensoria per restituire le varie destinazioni d’uso del suolo), con il nord in alto e in scala conforme di 1:3000 per i terreni e di 1:150 per i fabbricati (Rombai, 1982, pp. 22-25).
E’ autore nel 1788 della pianta della cerchia muraria di Prato (la mappa, assai accurata, è autenticata dai periti delle parti in causa: Gaetano Bercigli per la Comunità di Prato, Antonio Bicchi per lo Scrittoio delle Regie Possessioni granducali e Marco Moretti) (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 178, e ASF, Miscellanea di Piante, n. 581) e di alcuni bei cabrei di possessi granducali della Valdichiana, a partire da quello della fattoria di Frassineto del 1801 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XLI) (Ginori Lisci, 1978, pp. 152, 259 e 268; Rombai, 1982, p. 84).

Produzione di cartografia manoscritta:
Copia di una mappa di terreni poderali della campagna fiorentina, 1764 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 137a);
Pianta di tre opifici idraulici (due mulini ed un frantoio) della Contea di Pitigliano di proprietà granducale, 1782 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 213);
Pianta di un podere nella Comunità di Pitigliano, 1784 (in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 248);
Pianta della cittá di Prato con le ripe e i terreni contigui alle mura allivellati dal Reale Scrittoio a diversi particolari, fatta in occasione di una causa vertente fra la Comunitá di Prato, i livellari di dette ripe ed il Reale Scrittoio, 1788 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 178, e ASF, Miscellanea di Piante, n. 581);
Cabreo della Reale Fattoria di Frassineto con i disegni in dettaglio dei 29 poderi che la componevano, 1801 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, t. XLI).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, pp. 152, 259 e 268; Rombai, 1982, pp. 19 e 84; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 126 e 404; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 163; Toccafondi, 1996, pp. 156 e 160; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, pp. 69 e 84; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni.

Rimandi ad altre schede: G.

Autore della scheda:

Borghi, Bartolomeo

Bartolomeo Borghi
N. Monte del Lago (Magione) sul Trasimeno 5 settembre 1750
M. Firenze 4 maggio 1821

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Geografo, cartografo, incisore, attivo in Toscana e in Umbria

Biografia:
In giovane età entrò nel seminario di Arezzo, dove rimase fino al compimento degli studi ed all'ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1774 a Perugia. Svolse le funzioni di cappellano e di sacerdote rettore, prima a Monte del Lago, poi a Magione e infine a Sant'Andrea di Sorbello (nel comune toscano di Cortona), fino al 1809.
Seguace delle idee illuministe, entrò spesso in polemica con le autorità civili e soprattutto ecclesiastiche. Nel 1809, sotto il governo napoleonico, abbandonò la parrocchia, ove tornò solo nel 1814 in occasione della Restaurazione. A causa del precedente immotivato abbandono e della sua attività filo-francese, fu arrestato dal governo pontificio e condannato a sette anni di reclusione, condanna commutata all'esilio perpetuo per la intercessione del granduca Ferdinando III di Lorena, che lo accolse a Firenze (it.wikipedia.org/wiki/Bartolomeo_Borghi).
Già in anni giovanili cominciò a svolgere attività di incisore e cartografo: nel 1774 è infatti autore, come incisore, della Carta scenografica della città di Bari (disegnata da Vincenzo Lapegna), allegata al volume di Cesare Orlandi, Delle città italiane, Perugia, Stamperia Augusta, 1774.
Nel 1790 sostenne con successo l'esame di perito geometra. Ma già ai primi anni '80 e poi a quelli '90 risalgono le 107 tavole disegnate da Borghi e componenti l'impegnativa opera dell'Atlante geografico, stampato a Siena dall'editore Pazzini Carli, che comprende pure la Lettera del sig. arciprete Bartolommeo Borghi al sig. avvocato Lodovico Coltellini di Cortona sopra la carta geografica pubblicata da Antonio Zatta e figli col titolo Parte dell'Impero Ottomano, che confina con gli stati austriaco, e veneto (Siena, Pazzini Carli, 1788).
Questo lavoro si rifà strettamente agli atlanti italiani e francesi di poco precedenti, e soprattutto a quello del veneziano Antonio Zatta, al quale Borghi aveva precedentemente fornito materiali per delineare la carta Il Gran Ducato di Toscana, inserita nel terzo volume dell'Atlante novissimo del 1782.
La sua produzione in scala geografica e corografica successiva, ovvero degli ultimi anni del XVIII secolo – come la manoscritta Carta geografico fisica del Granducato di Toscana dedicata a Ferdinando III, la tavola, pure manoscritta, Antiquae Hetruriae dedicata a Pietro Leopoldo e la carta a stampa dell’Italia antica (Carta Italiae antiquae ex aevi romani monumentis...), con altre tavole che fanno del corpo allora edito un vero e proprio atlante storico, composto da più tavole, eseguito per conto dell'Accademia Etrusca di Cortona, ove il Nostro operava – non presenta particolare originalità, essendo le figure per lo più derivate dalle note carte dei grandi geografi e cartografi francesi della prima metà del secolo: Guglielmo Delisle e Giovan Battista Bourguignon D'Anville.
Semmai, nella corografia toscana Borghi introduce contenuti innovativi, in coerenza con il titolo (elenchi di produzioni naturali, come acque termali, cave e miniere, con distinzione fra le risorse attive e quelle esaurite o comunque povere per consistenza), tanto da qualificarsi come una sorta di cartografia tematica.
Contemporaneamente, Borghi si cimentò anche nella redazione di prodotti a scala topografica di una certa originalità, i primi due dedicati, non a caso, rispettivamente ai granduchi Pietro Leopoldo e Ferdinando III: trattasi della Pianta del Vicariato di Cortona, “composta sulla faccia del luogo” nella seconda metà del XVIII secolo (in NAP, RAT Map 202), e della Pianta topografica della Comunità di Sinalunga, derivata nel 1795-96 dalle mappe del nuovo catasto geometrico realizzato dall'ingegnere senese Bernardino Tozzetti, negli anni ’80, sotto la direzione dello stesso Borghi, che porta in legenda svariati dati di tipo geografico-fisico e umano, insieme con informazioni erudite (in NAP, RAT Map 252).
Sembra attribuibile al Borghi pure la analoga Carta topografica del Territorio di Cortona delineata in faccia del luogo, manoscritto del 1784 (NAP, Petr Leopold ms. 34, c. 125r): un prodotto singolare, che è arricchito di dati demografici e insediativi (abitanti e case nel centro e nella campagna, nati e morti nell’ultimo quinquennio), di dati toponomastici e di informazioni geografiche (articolazione del Cortonese nelle sue diverse unità amministrative e territoriali), il tutto in funzione di una visita granducale nella valle (Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 97).
Anche ai primi del XIX secolo, a Firenze, Borghi fu autore di apprezzate opere cartografiche, a partire dalla Mappa indicante il confine della Toscana collo Stato Romano... del 1815, con la delineazione del territorio dei feudi di Monte Santa Maria e di Sorbello, delineata per stabilirvi le nuove dogane, in esecuzione delle decisioni del Trattato di Vienna del 9 giugno 1815 (in ASF, Piante dell'Amministrazione Generale delle Regie Rendite, n. 28).
Le cartografie manoscritte dimostrano il favore che i granduchi di Toscana – prima Pietro Leopoldo e poi Ferdinando III – ebbero per il religioso e geografo perugino, accademico a Cortona (venditastampeantiche.com/bartolomeo-borghi.html).
Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati all'atlante geografico moderno e storico-politico dell’Italia e del Mondo, e di altra cartografia a piccola scala, produzione compilativa e di interesse commerciale, riunita, appunto, nel 1819, nell'Atlante generale (edito a Firenze da Aristide Parigi), ricco di 156 carte geografiche (incise da Agostino Costa, Gaetano e Raimondo Giarrè, G. Poggiali), oltre che di prospetti statistici e di informazioni storiche, politiche e naturalistiche; l'atlante venne ristampato nel 1835, sempre a Firenze, ora da Vincenzo Batelli e Figli. Le figure appaiono aggiornate secondo i mutamenti determinati dal Congresso di Vienna, e abbastanza precise anche per quanto concerne i territori extraeuropei (venditastampeantiche.com/bartolomeo-borghi.html).
Tra gli altri prodotti, sono da segnalare la piccola ma interessante pianta di Firenze e dintorni del 1817 (Topografia della città e contorni di Firenze, incisa da G. Frilli e pubblicata a Firenze dal canonico Zucchini nel 1817); e la Carta itineraria de' viaggi de' Poli per servire all'illustrazione del Milione (con scritte di G. Frilli e incisione di G. Canacci), edita postuma, a Firenze, presso Giovacchino Pagani nel 1822.
Da notare che Borghi è anche autore di un'opera geografico-descrittiva dedicata alla sua terra, la Descrizione geografica, fisica e naturale del lago Trasimeno comunemente detto il lago di Perugia, Spoleto, Bassoni, 1821, contenente la carta topografica del lago e dei suoi contorni. Un'opera manoscritta del medesimo Borghi, di analogo contenuto, risalente al 1777, è stata poi pubblicata con il titolo di Notizie appartenenti alla storia naturale del Lago Trasimeno oggi detto di Perugia (1777), Trascrizione e commento a cura di Francesco Girolmoni e Giuseppe Dogana, Prefazione di Ermanno Gambini, “Quaderni del Museo della Pesca del Lago Trasimeno”/9, Magione, Comune e Biblioteca Comunale di Magione, 2007.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta corografica manoscritta Antiquae Hetruriae, 1780 circa (NAP, RAT Map 131);
Carta geografico fisica manoscritta della Toscana, fine del XVIII secolo (NAP, RAT Map 36/a);
Pianta del Vicariato di Cortona con dedica al granduca, ms. della seconda metà del XVIII secolo (NAP, RAT Map 202);
Carta topografica del Territorio di Cortona delineata in faccia del luogo, attribuzione, 1784 (NAP, RAT 24 Petr Leopold ms. 34, c. 125r);
Pianta topografica della Comunità di Sinalunga, 1795-96 (NAP, RAT Map 252);
Mappa indicante il confine della Toscana collo Stato Romano... nel territorio dei feudi di Monte Santa Maria e di Sorbello per stabilirvi le nuove dogane, 1815 (ASF, Piante dell'Amministrazione Generale delle Regie Rendite, n. 28).

Produzione di cartografia a stampa:
Carta scenografica della città di Bari, allegata al volume di Cesare Orlandi, Delle città italiane, Perugia, Stamperia Augusta, 1774;
Carta Italiae antiquae ex aevi romani monumentis..., incisione di Agostino Costa, stampa a Siena, 1783-84;
Atlante geografico, Siena, Pazzini Carli, 1780-1801;
Topografia della città e contorni di Firenze, pianta incisa da G. Frilli e pubblicata a Firenze dal canonico Zucchini, 1817;
Atlante generale dell'ab. Bartolommeo Borghi corredato di prospetti istorici, politici, civili, naturali di ciascheduno stato, Firenze, Aristide Parigi, 1819 (ristampa Firenze, Vincenzo Batelli e Figli, 1835);
Carta itineraria de' viaggi de' Poli per servire all'illustrazione del Milione, Firenze, Giovacchino Pagani, 1822.

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Marinelli, 1900; Barbieri, 1947, pp. 31-32; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 112-115, 306, 352-353; Bonelli Conenna, a cura di, 1997, pp. 72-73 e 97; Barsanti, a cura di, 1992, p. 64; Vivoli, 1992, pp. 42 e 49; Mori e Boffito, 1926, p. 99; ASF, Piante dell'Amministrazione Generale delle Regie Rendite; NAP, RAT Map e Petr Leopold; Vladimiro Valerio, 1988, p. 14; Vladimiro Valerio, 1990, pp. 322-325; Vladimiro Valerio, 1993a, p. 186; e – specificamente – Giuseppe Danzetta Alfani, Vita di Bartolomeo Borghi e notizie sul lago Trasimeno e suo circondario, Perugia, Bartelli, 1882.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai, Siena

Bordiga, Ignazio Gaudenzio

Ignazio Gaudenzio Bordiga
N. Varallo 31 luglio 1773
M. Milano 18 gennaio 1837

Relazioni di parentela: Fin da giovane, si stabilì a Milano con il fratello Benedetto. Anche Gaudenzio fu disegnatore ed incisore.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Disegnatore e incisore

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1791 iniziò la pubblicazione di una serie di tavole, assai precise e di buona qualità, destinate ad illustrare l'opera botanica Storia delle Piante forestiere le più importanti nell'uso medico od economico colle loro figure in rame incise da B. B. (Milano, Stamperia di Giuseppe Marelli, 1791-94). L'opera, in quattro volumi, è costituita da ampie descrizioni delle piante condotte da diversi autori: Luigi Castiglioni, Alfonso Castiglioni, Carlo Onofrio Mozzoni e Paolo Brambilla e le tavole che raffigurano con estrema accuratezza le piante di cui si tratta sono realizzate su incisioni dei fratelli Benedetto e Gaudenzio Bordiga.
L’opera di gran lunga più importante fu però la grande carta in 8 fogli alla scala di 1.86.400 della Lombardia degli Astronomi di Brera del 1788-96: Benedetto iniziò ad incidere i rami fin dal 1793, con l’opera terminata insieme al fratello nel 1796.
Il contenuto informativo della carta seguì la stessa impostazione di quella del Cassini, dando particolare attenzione al dettaglio topografico, con delineazione sintetica dei centri abitati, descrizione dei rilievi montuosi e delle accidentalità del terreno, dell’idrografia, della viabilità, dell’uso del suolo e della denominazione di luoghi.
L’opera aprì in definitiva la produzione di cartografia topografica regolare in Italia: tutte le carte realizzate successivamente con contributi finanziari statali vennero rigorosamente informate ai nuovi criteri geometrici e di contenuto definiti in Francia, per rispondere nel modo più adeguato alle incombenti necessità di ordine militare, prima, e politico-amministrativo poi.
Nel suo settore, Benedetto venne da allora considerato uno dei massimi operatori a livello italiano, tanto da essere scelto, nel 1797, insieme al fratello, dallo Stato Maggiore francese, per incidere la celebre Carte générale du théâtre de la guerre en Italie di Bacler-D’Albe, edita nel 1802. Per effettuare tale impegnativo lavoro, Gaudenzio, nel 1799, dovette recarsi e soggiornare per molti mesi a Parigi; nel 1801, venne poi assunto in organico nel Deposito della Guerra di Milano.
Nel 1796, i due fratelli – in omaggio alla loro patria – incisero la bella Veduta dell’insigne borgo di Varallo col Sacro Monte dalla parte di mezzo giorno.
Nel 1798 o 1799, Benedetto e Gaudenzio incisero – per il Bureau Topographique de l’Armée – la Carte de l’itineraire des étapes établies en Italie pour la marche des troupes Francaises; di questo periodo sono pure la carta Mantova ed il suo circondario (disegnata, come già quella degli Astronomi, da Giacomo Pinchetti) (Peco, 1998, p. 20).
Nel 1807 i due Bordiga pubblicarono a Milano il volume Elementi di figura, con 17 figure di particolari scultorei classici e due tavole anatomiche.
Nel 1804, dopo avere presentato un saggio di incisione, i due fratelli furono incaricati dell’incisione della grande Carta della Repubblica Italiana “che doveva essere rilevata sotto la direzione degli Astronomi di Brera e di cui uscirà un solo foglio (quello di Milano) nel 1807” (Peco, 1998, p. 17).
Nel 1808, Benedetto venne assunto come incisore di prima classe nel Deposito della Guerra di Milano, alle dipendenze del fratello “capo incisore”.
Nel 1814, con il ritorno a Milano degli austriaci, Benedetto, particolarmente apprezzato, venne confermato in servizio nel nuovo ente cartografico asburgico – l’I. R. Istituto Geografico Militare di Milano che mantenne il vecchio direttore maggiore Antonio Campana – come incisore di prima classe e professore di incisione, e anche Gaudenzio rimase “capo incisore”: in tal modo, i due fratelli contribuirono per molti anni ancora (Benedetto fino al pensionamento del settembre 1835 causato da un’incipiente cecità, Gaudenzio fino al decesso avvenuto nel gennaio 1837) “alla vasta e pregevolissima produzione cartografica dell’Istituto, nella quale spiccano le varie carte del Mare Adriatico, la Carta topografica dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla del 1828 e la Carta topografica del Regno Lombardo-Veneto del 1833-38” (Peco, 1998, p. 18).
Nel 1820, Benedetto incise a Milano, insieme al fratello, la Nuova carta degli Stati Pontifici Meridionali, un prodotto di notevole efficacia e bellezza che per la prima volta – riguardo al Lazio – rappresenta l’orografia col tratteggio.
Gaudenzio Bordiga, in ruolo dal 1801, dal 1807 ricoprì il ruolo di capo incisore del Deposito della Guerra e dell'Istituto Geografico Militare di Milano, sotto il dominio francese, e mantenne tale carica anchedopo l'occupazione austriaca.
Con o senza la collaborazione del fratello, disegnò e a volte anche incise soprattutto cartografia militare.
Nel 1804 realizzò la Carta delle Stazioni Militari in Italia eseguita per ordine del Ministro della Guerra della Repubblica Italiana.
Nel 1806 disegnò la Carta militare del Regno d'Etruria e del Principato di Lucca..., stampata in nero e acquerello su carta telata in 6 fogli, a Milano, in scala 1:200.000. L. Antonini (incisore), Campana Direttore del Deposito della Guerra (controfirmatario) (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 209). Si tratta della grande carta ufficiale della Toscana napoleonica (Regno d'Etruria), poco prima dell'annessione all'impero, per la cui costruzione vennero utilizzati, dai tecnici del Deposito della Guerra del Regno d'Italia, tutti i migliori prodotti cartografici disponibili, insieme a dati e informazioni originali di ordine amministrativo.
La carta non è geometrica e presenta evidenti difetti sia sul piano della rappresentazione d'insieme (come dimostra la configurazione largamente erronea della costa e delle isole) e sia sul piano dei contenuti topografici minuti. Essendo però un prodotto rimasto ineguagliato fino all'ultimazione del catasto geometrico particellare lorenese e dei rilevamenti geodetici svolti da Giovanni Inghirami (dai quali lavori scaturì la carta geometrica della Toscana edita nel 1831 dallo scienziato fiorentino), continuò ad essere utilizzato fino alla seconda metà degli anni ‘20 per strategie e progetti territoriali, come dimostrano le copie conservate nell'ASF: ad esempio, quella utilizzata da Vittorio Fossombroni in preparazione alla visita della Maremma del 1828, da cui scaturì il progetto di bonifica di quella provincia (cfr. il fondo Segreteria di Gabinetto Appendice, f. 142).
E' da segnalare nella carta di Gaudenzio Bordiga, in giustapposizione con i contenuti della geografia reale toscana del primo Ottocento, la presenza di numerose annotazioni di tipo storico-archeologico e antiquario che la rendono uno strumento degno di considerazione anche da parte degli studiosi dell'antichità.
A proposito di questo prodotto, l’astronomo tedesco Francesco Saverio De Zach ricorda di avere esaminato la rappresentazione ancora manoscritta – giudicandola una delle migliori in circolazione – a Firenze presso il generale Menou, allora governatore della Toscana, e di averne anche suggerito l’incisione e la commercializzazione: operazione che, a suo dire, avrebbe avuto largo successo, perché “in questo secolo militare le carte furoreggiano, le si vende quasi più dei libri”.
Nel 1813 fu la volta della Carta amministrativa del Regno d'Italia co' suoi stabilimenti politici, militari, civili e religiosi e con una parte degli Stati limitrofi..., costruita dal Deposito della Guerra e Marina nel 1811 e corretta nel 1813; incisa "sotto la vigilanza" del capo incisore Gaudenzio Bordiga. Trattasi di una notevole carta topografica stampata in nero formata da 8 riquadri, ricavata in gran parte da altri prodotti dell'epoca.
Come già enunciato, nel 1820, incise a Milano, insieme al fratello Benedetto, la Nuova carta degli Stati Pontifici Meridionali.
E’ da notare che Benedetto e Gaudenzio incisero carte geografiche e topografiche e piante cittadine anche di interesse culturale e scolastico per l’editoria privata (come per gli stampatori Vallardi e Artaria), mentre Gaudenzio diede alle stampe anche numerose opere di erudizione storico-artistica, completate da incisioni sue e del fratello (Peco, 1998, pp. 144-147).

Produzione di cartografia manoscritta:
Carte de l’itineraire des étapes établies en Italie pour la marche des troupes Francaises, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1798-99;
Mantova ed il suo circondario, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1798-99;
Carte générale du théâtre de la guerre en Italie di Bacler-D’Albe, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga in 30 fogli, 1802, scala di 1:259.000 circa;
1804 realizzò la Carta delle Stazioni Militari in Italia eseguita per ordine del Ministro della Guerra della Repubblica Italiana, disegno e incisione di Gaudenzio Bordiga, 1804, scala di 1:2.400.000 circa;
Carte militaire du Piemont et de la Republique Italienne, incisione dei fratelli Bordiga, s. d.;
Pianta della città di Milano e suoi contorni pel circuito di tre o più miglia, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1805 circa;
Carta militare del Regno d'Etruria e del Principato di Lucca..., disegno e incisione di Gaudenzio Bordiga e di Leone Antonini in 6 fogli, 1806, scala di 1:200.000;
Foglio di Milano della grande Carta della Repubblica Italiana, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1807;
Nuova carta topografica del Mantovano e sue adiacenze, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1807;
Carta amministrativa del Regno d'Italia co' suoi stabilimenti politici, militari, civili e religiosi e con una parte degli Stati limitrofi..., costruita dal Deposito della Guerra e Marina nel 1811 e corretta nel 1813, incisa "sotto la vigilanza" del capo incisore Gaudenzio Bordiga in 8 fogli, 1813, scala di 1:500.000;
Nuova carta degli Stati Pontifici Meridionali, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1820, scala di 1:200.000;

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Caramel, in DBI, ad vocem; Barsanti, 1992, pp. 16-18 e 67-70; Peco, 1998; Rombai, 1989, p. 63; Istituto Geografico Militare, 1934, pp. 28, 30, 33, 121, 304 e 369-369; ASM, Ministero della Guerra; ASM, Confini; AOB, AAV 8.11/2-3; OSKW, Istituto Geografico Militare di Milano.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci e Leonardo Rombai

Bordiga, Benedetto

Benedetto Bordiga
N. Varallo 27 aprile 1768
M. Varallo 16 giugno 1847

Relazioni di parentela: Figlio di Giuseppe, di professione arrotino. Fratello di Gaudenzio.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Incisore

Biografia:
giovanissimo si trasferì a Milano

Produzione scientifica:
La prima opera in cui Benedetto Bordiga ebbe la possibilità di fare apprezzare le sue doti di incisore fu l'illustrazione del viaggio in America di Luigi Castiglioni, stampato in due volumi da Giuseppe Marelli nel 1790 con il titolo Viaggio negli Stati Uniti dell'America Settentrionale.
Le 14 tavole ivi comprese rappresentano non solo una perfetta dimostrazione dell'abilità manuale del Bordiga (all'epoca appena ventiduenne) ma, soprattutto, la sua capacità di tradurre in immagini quanto gli veniva più o meno fedelmente narrato dal naturalista milanese al ritorno dai suoi itinerari. Benedetto, con le sue illustrazioni, riuscì a cogliere la molteplicità degli interessi del viaggiatore lombardo, attraverso un'ampia varietà di soggetti che vanno dall'iceberg incontrato al largo delle coste americane ai manufatti indiani, dalle fasi della lavorazione del tabacco, del riso e dell'indaco ai sistemi di recinzione in uso in quella terra. Sicuramente le immagini legate al contesto naturale sono le più efficaci, ma non si devono mettere in secondo piano le mappe delle città di Boston, New York, Philadelphia e Charleston, uniche in un contesto settecentesco a dimostrare la progettualità di questi agglomerati urbani nelle loro strutture originarie.
Nel 1791 iniziò la pubblicazione di una serie di tavole, assai precise e di buona qualità, destinate ad illustrare l'opera botanica Storia delle Piante forestiere le più importanti nell'uso medico od economico colle loro figure in rame incise da B. B. (Milano, Stamperia di Giuseppe Marelli, 1791-94). L'opera, in quattro volumi, è costituita da ampie descrizioni delle piante condotte da diversi autori: Luigi Castiglioni, Alfonso Castiglioni, Carlo Onofrio Mozzoni e Paolo Brambilla e le tavole che raffigurano con estrema accuratezza le piante di cui si tratta sono realizzate su incisioni dei fratelli Benedetto e Gaudenzio Bordiga.
L’opera di gran lunga più importante fu però la grande carta in 8 fogli alla scala di 1.86.400 della Lombardia degli Astronomi di Brera del 1788-96: Benedetto iniziò ad incidere i rami fin dal 1793, con l’opera terminata insieme al fratello nel 1796.
Il contenuto informativo della carta seguì la stessa impostazione di quella del Cassini, dando particolare attenzione al dettaglio topografico, con delineazione sintetica dei centri abitati, descrizione dei rilievi montuosi e delle accidentalità del terreno, dell’idrografia, della viabilità, dell’uso del suolo e della denominazione di luoghi.
L’opera aprì in definitiva la produzione di cartografia topografica regolare in Italia: tutte le carte realizzate successivamente con contributi finanziari statali vennero rigorosamente informate ai nuovi criteri geometrici e di contenuto definiti in Francia, per rispondere nel modo più adeguato alle incombenti necessità di ordine militare, prima, e politico-amministrativo poi.
Nel suo settore, Benedetto venne da allora considerato uno dei massimi operatori a livello italiano, tanto da essere scelto, nel 1797, insieme al fratello, dallo Stato Maggiore francese, per incidere la celebre Carte générale du théâtre de la guerre en Italie di Bacler-D’Albe, edita nel 1802.
Nel 1796, i due fratelli – in omaggio alla loro patria – incisero la bella Veduta dell’insigne borgo di Varallo col Sacro Monte dalla parte di mezzo giorno.
Nel 1798 o 1799, Benedetto e Gaudenzio incisero – per il Bureau Topographique de l’Armée – la Carte de l’itineraire des étapes établies en Italie pour la marche des troupes Francaises; di questo periodo sono pure la carta Mantova ed il suo circondario (disegnata, come già quella degli Astronomi, da Giacomo Pinchetti) (Peco, 1998, p. 20).
Nel 1807 i due Bordiga pubblicarono a Milano il volume Elementi di figura, con 17 figure di particolari scultorei classici e due tavole anatomiche.
La carriera di incisore di Benedetto proseguì con successo nel settore delle carte geografiche e topografiche, in collaborazione stretta col congiunto, ma anche da solo.
Nel 1804, dopo avere presentato un saggio di incisione, i due fratelli furono incaricati dell’incisione della grande Carta della Repubblica Italiana “che doveva essere rilevata sotto la direzione degli Astronomi di Brera e di cui uscirà un solo foglio (quello di Milano) nel 1807” (Peco, 1998, p. 17).
Nel 1808, Benedetto venne assunto come incisore di prima classe nel Deposito della Guerra di Milano, alle dipendenze del fratello “capo incisore”.
Nel 1814, con il ritorno a Milano degli austriaci, Benedetto, particolarmente apprezzato, venne confermato in servizio nel nuovo ente cartografico asburgico – l’I. R. Istituto Geografico Militare di Milano che mantenne il vecchio direttore maggiore Antonio Campana – come incisore di prima classe e professore di incisione, e anche Gaudenzio rimase “capo incisore”: in tal modo, i due fratelli contribuirono per molti anni ancora (Benedetto fino al pensionamento del settembre 1835 causato da un’incipiente cecità, Gaudenzio fino al decesso avvenuto nel gennaio 1837) “alla vasta e pregevolissima produzione cartografica dell’Istituto, nella quale spiccano le varie carte del Mare Adriatico, la Carta topografica dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla del 1828 e la Carta topografica del Regno Lombardo-Veneto del 1833-38” (Peco, 1998, p. 18).
Nel 1820, Benedetto incise a Milano, insieme al fratello, la Nuova carta degli Stati Pontifici Meridionali, un prodotto di notevole efficacia e bellezza che per la prima volta – riguardo al Lazio – rappresenta l’orografia col tratteggio.
Tra il 1821-23, da solo, Benedetto Bordiga lavorò all'incisione di 14 tavole rappresentanti operazioni geodetiche e astronomiche (con ampie vedute panoramiche e con la Carte chorographique d’une partie du Piémont e de la Savoie comprenant la réseau trigonométrique fait pour joindre la grande triangulation de France avec celle de l’Italie in scala di 1:500.000), raccolte in due tomi, stampate in varie dimensioni e in diverse scale a Milano nella "Impremerie Royale et Impériale" nel 1825-27: all'opera collaborarono, come disegnatori e redattori delle descrizioni, Francesco Carlini (1783-1862, astronomo e geodeta milanese, direttore dell'Istituto lombardo-veneto e dell'Osservatorio di Brera) e Giovanni Antonio Amedeo Plana (1781-1864, matematico e astronomo piemontese).
Altre incisioni di Benedetto che risalgono ai primi decenni del XIX secolo sono il Panorama, ou Vue perspective de l’horizon de la Coupole de Superga presso Torino, e la Vue pittoresque de ville de Turin del 1818.
Si devono poi a Benedetto, numerose incisioni – adesso disperse in collezioni pubbliche e private – di tavole in cui sono trascritti in rame (con notevole accuratezza) dipinti di altri artisti, oppure anche lavori originali di gusto neoclassico, con particolare interesse per i generi del vedutismo pittorico e del ritratto (Peco, 1998, p. 18).
E’ da notare che Benedetto e Gaudenzio incisero carte geografiche e topografiche e piante cittadine anche di interesse culturale e scolastico per l’editoria privata (come per gli stampatori Vallardi e Artaria), mentre Gaudenzio diede alle stampe anche numerose opere di erudizione storico-artistica, completate da incisioni sue e del fratello (Peco, 1998, pp. 144-147).

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta della Lombardia degli Astronomi di Brera, incisione di Benedetto Bordiga in 8 fogli, 1788-96, scala di 1.86.400;
Carte de l’itineraire des étapes établies en Italie pour la marche des troupes Francaises, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1798-99;
Mantova ed il suo circondario, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1798-99;
Carte générale du théâtre de la guerre en Italie di Bacler-D’Albe, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga in 30 fogli, 1802, scala di 1:259.000 circa;
Carte militaire du Piemont et de la Republique Italienne, incisione dei fratelli Bordiga, s. d.;
Pianta della città di Milano e suoi contorni pel circuito di tre o più miglia, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1805 circa;
Foglio di Milano della grande Carta della Repubblica Italiana, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1807;
Nuova carta topografica del Mantovano e sue adiacenze, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1807;
Carta del Mare Adriatico, incisione di Benedetto Bordiga, G. Caniani e G. Bonatti, 1811;
Nuova carta degli Stati Pontifici Meridionali, incisione di Benedetto e Gaudenzio Bordiga, 1820, scala di 1:200.000;
Carte chorographique d’une partie du Piémont e de la Savoie comprenant la réseau trigonométrique fait pour joindre la grande triangulation de France avec celle de l’Italie, incisione di Benedetto Bordiga, 1825-27, in scala di 1:500.000.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Caramel, in DBI, ad vocem; Barsanti, 1992, pp. 16-18 e 67-70; Peco, 1998; Rombai, 1989, p. 63; Istituto Geografico Militare, 1934, pp. 28, 30, 33, 121, 304 e 369-369; ASM, Ministero della Guerra; ASM, Confini; AOB, AAV 8.11/2-3; OSKW, Istituto Geografico Militare di Milano.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci e Leonardo Rombai