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Bombicci, Tito

Tito Bombicci
N. Pisa 20 ottobre 1802
M. 6 novembre 1858

Relazioni di parentela: Figlio dell’ingegnere Roberto Bombicci

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Le prime attestazioni della sua attività, oltre che come collaboratore in qualità di disegnatore accanto al padre Roberto, risalgono già al 1821. Infatti, già nel 1821 collaborò con il padre nel disegno, nella campitura e colorazione di alcune realizzazioni cartografiche molto impegnative sia per dimensioni che per complessità nella restituzione grafica, come ad esempio nel caso dell’atlante costituito da 5 carte di grande formato che compongono la carta topografica del territorio piombinese.
Fu nominato Aiuto Ingegnere con mp del 1 giugno 1827 (mp del 13 dicembre 1825). Prima di essere destinato al posto di Aiuto-Ingegnere, a partire dal 3 febbraio 1827, fu in servizio come aspirante al Corpo degli Ingegneri presso il Compartimento d’Ispezione di Pisa. Nel 1827, fu nominato 4° aspirante alla Camera di Pisa per la Soprintendenza alla Conservazione del Catasto ed al Corpo d’Ingegneri d’Acque e Strade. Dal 26 agosto del medesimo anno fu nominato ingegnere del circondario di Pontedera. Nello stesso anno Aiuto Ingegnere del Circondario di Pistoia residente a Montale con mp del 1 giugno 1827, e, più tardi, con mp del 26 agosto 1827 fu promosso al posto d’Ingegnere del circondario di Portoferraio,
Nel biennio compreso tra il 1828 e il 1830, esercitò la carica di ingegnere camerale a Portoferraio. Del periodo trascorso presso l’isola d’Elba, rimane anche qualche testimonianza grafica, in particolare un disegno planimetrico di uno stabile situato nel Castello di Marciana con la finalità progettuale di adibirlo a palazzo Pretorio e residenza del podestà, di corredo ad una perizia estimativa. Trascorse quattro anni nel Circondario dell’Elba, prima del trasferimento ad Asciano ove fissò la propria residenza per circa due anni e mezzo.
Con mp dell’11 luglio 1833 fu nominato ingegnere di circondario in V classe a Monsummano, Compartimento di Soprintendenza Comunitativa di Firenze, dove fu riconfermato anche nel 1834 sempre con il medesimo impiego di ingegnere camerale a Monsummano.
Con mp del 4 novembre 1835 fu nominato ingegnere di circondario in IV classe a Montalcino e tre anni dopo fu nominato ingegnere di circondario in IV classe a Poppi in Casentino, a norma del mp del 13 febbraio 1838.

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta topografica del territorio piombinese [Pianta, livellazione e profili traversi per i progetti della costruzione della strada piombinese da Torre Nuova a Piombino, fatti dall’ing. R. Bombicci nel 1821]. Collaborazione con il padre Roberto Bombicci (disegno e colorazione), atlante rilegato di 5 piante e disegni, penna e acquerello, (1) cm 45x203, (2) cm 45x144, (3) cm 45x135,5, (4) cm 45x148, (5) cm 44xcm32, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 32, D1;

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, pp. 92-93; Barsanti, 1987; Rombai, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987; Rombai, a cura di, 1993; Toccafondi, 2000, pp. 321-377; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 453 e 456 e tav.132; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1395, Compartimento amministrativo di Pisa: [cc. 25-26] Tito Bombicci nominato con Motuproprio del 3 Febbraio 1827 Aspirante. Osservazioni. Aiuto Ing. Interino a Rosignano conferitogli con Deliberazione del Consiglio de 10 Aprile 1827. Aiuto come sopra nel Circondario di Pistoia residente al Montale Deliberazione del 28 Aprile 1827. Il Motuproprio del primo Giugno 1827 lo destina definitivamente al posto suddetto; [cc. 109-110] Tito Bombicci nominato Ingegnere del Compartimento di Soprintendenza Comunitativa di Pisa con Motuproprio del 26 Agosto 1827. Provvisione £ 1600. Aspirante al Corpo degl’Ingegneri Compartimento di Pisa. Motup. del 3 Febbraio 1827. Aiuto ing. del Circondario di Pistoia residente a Montale. Mot. del primo Giugno 1827. Osservazioni: Con veneratissimo Mot. del luglio 1830 venne permutato al posto di Ingegnere del Circondario di Asciano; ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e strade e fabbriche civili dello Stato, f. 1394, Compartimento di Soprintendenza Comunitativa di Firenze: [cc. 86-87] Circondario di Pistoia. Classe Prima. Compartimento di Soprintendenza Comunitativa di Firenze. Nome e Cognome dell’Aiuto Ingegnere: Tito Bombicci, nominato in luogo del suddetto Motuproprio del Primo Giugno 1827 (Motuproprio del 13 Dicembre 1825). Patria: Pisa. Data della di lui Nascita: 20 Ottobre 1802. Se sia scapolo Ammogliato, o Vedovo. Sua Famiglia: Scapolo. Provvisione che Egli attualmente ritira dalla R. Cassa: £ 1400; [c. 87] Impieghi coperti dal medesimo prima di essere destinato all’attuale Posto. Epoche nelle quali gli furono conferiti:Aspirante al Corpo degl’Ingegneri nel Compartimento di Pisa. Motuproprio de’ 3 Febbraio 1827. Aiuto Ingeg.re del Circondario di Pistoia residente al Montale. Osservazioni: con Motuproprio de’ 26 Agosto 1827 fu promosso al posto d’Ingegnere del circondario di Portoferraio; cc.164-165. Circondario di Monsummano. Classe Quinta. Compartimento di Soprintendenza comunitativa di Firenze. Nome, Cognome dell’Ingegnere: Tito Bombicci nominato con Motuproprio del 11 Luglio 1833. Ammogliato. Provvisione: £ 1600. Impieghi coperti prima: Aspirante al Corpo degli Ing. A Pisa. Biglietto dei 3 Febbraio 1827. Aiuto Ingegnere al Montale. Motuproprio del 1 Giugno 1827. Ingegnere del Circondario di Portoferraio. Motuproprio dei 26 Agosto 1827. Ingegnere del Circondario di Asciano. Motuproprio degli 8 luglio 1830; ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade, f. 1, Suppliche per un posto di I. e R. Corpo degli Ingegneri nell’anno 1826 [Aspiranti A-G] 1826-1833: [Al Cavaliere Sovrintendente al Corpo d’Ingegneri lì 24 novembre 1825. Tito di Roberto Bombicci di Pisa Umilissimo servo e suddito di Vostra Altezza Imperiale e Reale umiliato al R.o Trono ha l’onore di rappresentare come nella sua età di anni ventitrè ha compito interamente il corso degli Studi di Fisica e Mattematica in questa Università, che ha fino dai primi anni appresa ed esercitata la professione d’Ingegnere sotto la direzione del Padre impiegato nella medesima in questo R.Uffizio de Fossi nel quale pure ha servito il suo avo Francesco Bombicci tutt’ora in ottima estesa memoria per le sue estese cognizioni. E desiderando il Supplicante di rendersi utile nei pubblici Servigij e di essere di qualche sollievo alla Famiglia: perciò Supplica la somma Bontà di Vostra Altezza Imperiale e Reale a degnarsi conferirgli un posto di Ingegnere in questa nuova Montatura d’Uffizio d’acque e strade in uno dei Circondarj più prossimi a questa Città per aver sempre così la sorveglianza Paterna o come più e meglio piacerà alla vostra Sovrana determinazione che della Grazia. Lettera di Tito Bombicci da Asciano del 23 dicembre 1832. [chiede il trasferimento da Asciano a causa dell’aria malsana e per stare accanto alla moglie a Siena, dice di aver prestato quattro anni nel Circondario dell’Elba, prima del trasferimento ad Asciano sempre di 5 a classe, e ad Asciano risiede da circa due anni e mezzo]. Risposta del Frullani di presa in considerazione del trasferimento. Poi proposizioni di nomina d’un ingegnere al vacante posto di Montevarchi; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale dei Lavori d’Acque e Strade e fabbriche civili dello Stato, f. 1039, Registro degli Affari dell’anno 1827: [1827 Bombicci Tito nominato Aspirante a Pisa 57: data registrazione 29 Gennaio 1827, data dell’affare 26 Gennaio 1827. Autorità: Uffizio al Segretario di Finanze Baldasseroni. Sostanza: Rappresentanza con la quale si propone i soggetti onde cuoprire quattro posti di Aspiranti nel CI uno per Compartimento, meno che a Firenze che è completo. Decisione: Risoluto Biglietto di Finanze del 3 Febbrario 1827. Riposto in Filza B. 156. data registrazione 26 aprile 1827. Data dell’affare 7 aprile 1827. Autorità: Pisa il Provveditore: Che sia spedito l’aspirante Tito Bombicci a Rosignano per un mese a sostituzione di Pietro della Pace Aiuto Ingegnere. 165, data registrazione 30 Aprile 1827. Data affare 28 Aprile 1827. Uffizio a Diversi. Gli si partecipa come il Consiglio degl’Ingegneri ha destinato Tito Bombicci Aspirante di Pisa, ad assumere provvisoriamente le funzioni di Aiuto Ingegnere di Pistoia, residenza al Montale, in luogo di Rinaldo Fossi. 173, d.r. 9 maggio 1827, d.a. 8 maggio 1827. Uffizio all’Ingegnere di Pistoia. Una lettere dell’Aspirante Bombicci, destinato provvisoriamente fare le funzioni d’Ingegnere al Montale, con la quale domanda che gl’Ingegneri di detto luogo possa differire otto giorni a recarsi al suo destino. Altre carte nell’Inserto 3. Riposto in filza Atti. 208. d.r. 2 maggio 1827.d.a. 20 Aprile 1827. Segreteria di Finanze Baldasseroni. Col presente Biglietto accompagna due sovrani Motupropri registrati e posti al n.157 viene ordinato che rimanga per breve tempo scoperto il Posto di Aiuto Residente al Montale, e quindi renderne conto. Altre carte nell’inserto al n. 214, diverse Suppliche. Risoluto motuproprio del dì 1 Giugno 1827 Part.o A Tito Bombicci nuovo aiuto ingegnere e ad altri il dì 8 giugno 1827 riposto in filza F; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale dei Lavori d’Acque e Strade e fabbriche civili dello Stato, f. 1041, Registro degli Affari dell’Anno 1829: [Bombicci Tito Ingegnere di Portoferraio domanda un aiuto provvisorio a una Gratificazione 203 d.r. 3 luglio 1829. d.a. 31 marzo 1829. Autorità Segreteria di Finanze Baldasseroni. Riposto in filza in Atti. 291. Tito Bombicci ingegnere di Portoferraio addebiti dati al medesimo. D.r. 30 novembre. D.a. 10 novembre. Autorità Uffizio al Provveditore di Pisa Perizie. Riunito nel n. 327 e n. 136; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1342, Personale degli ingegneri 1827: [Aspirante: Tito Bombicci. Patria: Pisa. Data di nascita: 20 ottobre 1802. Famiglia: [al 2 maggio 1827] scapolo. Provvisione: nessuna. Impieghi: Coperto il Posto di Aspirante nel Compartimento Pisano conferitoli il dì 3 Febbraio 1827 da S.A. Imperiale e R.le e partecipatoli il dì 13 detto. Quello di aiuto Ingegnere interino a Rosignano in detto Compartimento, conferitoli con Deliberazione presa nella Adunanza straordinaria de 10 Aprile di detto Anno. Cuopre presentemente quello di Aiuto Ingegnere interino in Luogo detto Montale conferitoli il 28 Aprile 1827 nel Compartimento Fiorentino. Osservazioni: Ha fatte senza interruzione le pratiche nello Studio di lui Genitore Roberto, attualmente S. Ispettore delle Acque e Strade nel Compartimento Pisano, e sono quattro anni che esercita la Professione, e che è Perito del Tribunale di Pisa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giancarlo Macchi

Bombicci, Roberto

Roberto Bombicci
N. 26 maggio 1776
M. 1852

Relazioni di parentela: Figlio di Francesco

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere dell’Uffizio dei Fiumi e Fossi a Pisa e ingegnere presso lo Scrittoio delle Regie Fabbriche

Biografia:

Produzione scientifica:
La sua attività risulta nota a partire dal 1800 e prosegue fino a tutto il 1832, fatta eccezione di un’unica attestazione anteriore: nel 1793, Bombicci progettò il campanile, poi realizzato, della chiesa dei SS. Vito e Ranieri, situata in lungarno Simonelli a Pisa, complesso che insieme agli Arsenali sarà più tardi oggetto di un rilievo geometrico (1812).
Nel 1800, eseguì la mappa particellare del territorio pisano-livornese (1); probabilmente del medesimo anno sono le carte di grande formato che rappresentano in planimetria il lungarno sinistro da S. Maria della Spina a Porta a Mare a Pisa; nello stesso anno realizzò anche la planimetria del Lungarno Gambacorti e, poi, la mappa della Strada Lucchese tra Pisa e Ripafratta.
A partire dal 1802, su richiesta del padre Francesco, che aveva perso la vista intorno al 1800 e lo richiedeva al suo fianco come aiuto, ottenne la nomina di Aiuto dell’Ingegnere dell’Uffizio dei Fossi di Pisa (rescritto della Regina d’Etruria del 17 settembre 1802).
Nel 1804 gli fu conferito l’incarico di ridisegnare l’area fluviale bonificata del taglio o raddrizzamento dell’Arno a Barbaricina [Barbaregina], zona già ampiamente cartografata nel 1793 dal padre Francesco Bombicci.
Più tardi si occupò più specificamente di architettura, eseguendo nel 1809 gli elaborati architettonici per il Palazzo della Cancelleria di Pisa.
A partire dal 3 agosto 1808 ebbe incarichi (occupando il posto già del padre Francesco) come Architetto della conservazione dei Palazzi e Giardini Regi in Pisa.
Nel 1809, con Ministeriale del Direttore Generale ingegnere capo Garella del 7 aprile 1809, venne eletto Ingegnere Ordinario di 2° classe al Corpo Imperiale dei Ponti e Strade.
Nel biennio compreso tra il 1810 e il 1811, ebbe la nomina di architetto a Pisa per l’Intendenza della Casa Imperiale e dei Beni della Corona del Governo della Toscana.
Dal 1811 ebbe l’incarico di Ingegnere Ordinario a Pisa per il Servizio Imperiale dei Ponti ed Argini.
Nel 1811, elaborò una mappa topografica dell’Arno tra Pontedera e Vicopisano e nel 1812 la planimetria della via S. Martino a Pisa. Nello stesso anno eseguì la mappa topografica dell’Arno tra Riglione e il mare .
Tra il 1811 e il 1812 si occupò di rilevare gli edifici dell’Arsenale e del complesso ecclesiastico di S. Vito a Pisa, a testimonianza dei quali restano le documentazioni grafiche di una pianta e un alzato di grande formato che si conservano nell’Archivio di Stato di Firenze.
Sempre a Pisa, tra il 1818 e il 1825 svolse la carica di ingegnere dell’Ufficio dei Fossi.
Con mp del 6 luglio 1821 fu nominato Secondo Ingegnere dell’Uffizio dei Fossi di Pisa.
Nel 1821 eseguì la Carta topografica del territorio piombinese, costituita da un vero e proprio atlante di 5 carte la cui realizzazione richiese la collaborazione del figlio Tito Bombicci per quanto riguarda la fase di restituzione e di colorazione.
Nel biennio compreso tra il 1825 e il 1826, disegnò la carta oro-idrografica del territorio di Castiglione della Pescaia (13) e quella del territorio di Piombino e Follonica.
Fu nominato Sotto Ispettore Ingegnere di Pisa nel gennaio 1826.
Negli anni 1825-1829 si dedicò alla rappresentazione cartografica dell’area della Maremma, in particolare eseguendo la mappa del litorale maremmano fra Scarlino e l’Ombrone.
Alcune altre notizie della sua attività di architettura riguardano lavori condotti insieme ad Alessandro Gherardesca nel 1831 per il rifacimento del pavimento della chiesa di S. Maria della Spina.
Tra il 1826 e il 1832, espletò il ruolo di sottoispettore per la Camera Comunitativa di Pisa, per conto della Soprintendenza alla Conservazione del Catasto ed al Corpo di Ingegneri di Acque e Strade.
Ancora di interesse urbanistico, nello stesso anno elaborò la planimetria de I due Borghi a Pisa; poi una mappa dell’Arno nel Valdarno Pisano tra Cevoli e S. Giusto a Cisanello.
Roberto Bombicci in qualità di ingegnere del Dipartimento del Mediterraneo ebbe importanti incarichi di progettare strade ex novo, oppure di rettificare i tracciati già esistenti. Allo stesso modo fu molto impegnato nella progettazione di opere quali ponti e strutture legate al Porto di Livorno. Eseguì numerose proposte di regimazione dei fiumi, tra i quali l’Arno e il Serchio, nonché la progettazione di canali. Furono affidate a Roberto la progettazione e la direzione dell’esecuzione di opere come quelle delle Fabbriche dei Tribunali e dei Depositi di mendicità.
Lungo il tracciato della Strada Fiorentina diresse la costruzione del ponte di marmo sul Fiume Era, a Pontedera, modificando il progetto già fatto dall’Ingegnere in capo per alleggerire l’arco, sull’esempio di quello del ponte di S. Trinita di Firenze apprezzato e approvato da Giovanni Fabbroni.
Nella Strada lucchese si occupò della progettazione dell’esecuzione di una rettifica del tronco di Strada da Ripafratta fino al confine Lucchese.
Eseguì il tratto di Strada nuova dal Confine di Lucca fino a quello di Massa, con ponti e muraglioni di marmo della Strada Sarzanese
Diresse la costruzione di un ponte sul Torrente Baccatoio rivelando grande abilità ingegneristica nella disposizione trasversale al torrente medesimo, mediante la messa a punto di volte trasversali.
Migliorò il tracciato della strada Romana e di quella della Valdinievole.
Elaborò un progetto di apertura di una nuova strada nella strada piombinese, e ne seguì in buona parte la realizzazione, il cui compimento però avvenne poco più tardi.
Intorno al 1822, lungo la Strada di Montenero fece eseguire “un Ponte assai grandioso, di bella figura e buon costruzione”.

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta di appezzamenti di terra che godono i fratelli Pampana fra il Fosso Reale e la Fossa Nuova sotto la Via di Collina in luogo detto il Faldo, penna e acquerello su carta, cm 47x67, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 171, D1;
Route de troisième classe n. 215 de Livourne à Modene depuis la Porte de la Ville de Pise ditte à la Mer jusqu’au Pont en marbre dit le Milieu, ou s’embranche avec celle de première classe n. 8 de Paris à Rome par Nice, et Florence, penna e acquerello su carta, cm 42x271, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 1, D1;
Route de troisième classe n. 215 de Livourne à Modene depuis la Porte de la Ville de Pise ditte à la Mer jusqu’au Pont en marbre dit le Milieu, ou s’embranche avec celle de première classe n. 8 de Paris à Rome par Nice, et Florence, penna e acquerello su carta, cm 45x216, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 36, D1;
Pianta della strada che da Pisa conduce a Lucca, fatta dall’ing. Bombicci, 1800-1810, penna e acquerello, cm 68x46,5, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 31, D1;
Pianta del vecchio letto d’Arno alla Voltata di Barbaricina sotto la città di Pisa e dei terreni aggiacenti al medesimo, 1804, penna e acquerello, cm 68x137, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 47, D1;
Plan du Rez-de-Chaussée du Palais à l’usage de Bureau de la Chancellerie du supprimé Ordre de S.t Etienne situé sur la Place ditte de’ Cavalieri, Piante e sezione del Palazzo della Cancelleria, con il Palazzo del Consiglio dei Dodici e il Palazzo del Sig. Presidente (o casa Auditoriale), 1809, disegni a lapis su carta, cm 27x34, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 3;
Piante e sezioni del Palazzo della Cancelleria in piazza dei Cavalieri. Bombicci fils, novembre 1809, matita e china su carta, cm 245x390, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 3, D1;
Département de la Méditerranée. Plan du Fleuve Arno. 15 dicembre 1811, Livorno, penna su carta, cm 64x186, ASF, Miscellanea di Piante, n. 367, D2;
Route de première classe n8 de Paris à Rome par Nice, Gênes etc. Depuis la Porte du coté de Lucques jusqu’à celle ditte Florentine, 1812, penna e acquerello, cm 45x183,5, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 33, D1;
Route de première classe n8 de Paris à Rome par Nice, Gênes etc. Depuis la Porte du coté de ucques jusqu’à celle ditte Florentine, 1812, penna e acquerello, cm 45x173, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 34, D1;
Route de première classe n8 de Paris à Rome par Nice, Gênes etc. Depuis la Porte du coté de Lucques jusqu’à celle ditte Florentine, 1812, penna e acquerello, cm 46x430, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 35, D1;
Département de la Méditerranée. Plan du fleuve Arno, 1812, penna su carta, cm 72x340, ASF, Miscellanea di Piante, n. 317 D2;
Département de la Méditerranée. Plan du fleuve Arno 22 aprile 1812, Livorno, penna su carta, cm 72x175, ASF, Miscellanea di Piante, n. 307, D2;
Dipartimento del Mediterraneo – Sezioni del Canale Navigabile da Pisa a Livorno, dal suo Incile nel Fiume Arno fino al Ponte della Vettola, 30 luglio 1814, inchiostro e acquerello, sedici sezioni trasversali disegnate su sette carte distinte, cm 31x21, scala grafica m11=11cm; e Dipartimento del Mediterraneo – Sezioni del canale Navigabile da Pisa a Livorno, dalla sua imboccatura in Arno sino al Fosso delle Chiatte, 30 luglio 1814, cento sezioni trasversali del canale detto dei Navicelli disegnate su trentasette carte distinte, inchiostro e acquerello, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 1, Motupropri, rescritti e lettere della regia segreteria e dei capi di dipartimento portanti sovrane risoluzioni dal 1 luglio al 20 novembre 1814;
Disegni di progetto del mulino che il sig. Ranieri Federighi intende costruire sul torrente Ugione, nei pressi del ponte Orcione, in Comunità di Livorno, 5 ottobre 1816, cm 39,4x29,6 (Dis. I), 79,7x29,7 (Dis.II), 40,6x29,7 (Dis.III), scala grafica di br 24= 10,4 (dis.I), di br 11 =12,20 cm (Dis.II), di br 8=9,10 cm 8 (Dis.III, altezze), di br 400=9,05 cm (dis.III, distanze); e Pianta e profilo di un Campo di Bartolomeo Bracci situato in comune di S. Giovanni al Gatano, 16 novembre 1816, inchiostro, cm 42x29,9, scala grafica di pertiche 30=12,42 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 384;
Andamento planimetrico di via Santa Marta in Pisa, con l’indicazione del contesto urbano di riferimento compreso tra il porto delle Gondole e il ponte alla Fortezza della città, 10 settembre 1816, inchiostro e acquerello, cm 92,9x30,4 cm, scala grafica br 160=17,45 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 40, Motupropri, rescritti e lettere che portano sovrane risoluzioni del primo trimestre del 1817, Affare 87;
Pianta di quel Tronco della Strada Regia Fiorentina che percorre sul Ponte detto delle Fornacette presso il villaggio di questo nome (Dis.I9 – Profilo del nuovo Tronco della Strada Regia Fiorentina da costruirsi in luogo del Ponte delle Fornacette (Dis.II), 12 febbraio 1817, inchiostro e acquerello, cm 77,5x36,5 (dis.I), 54,5x26,5 (Dis.II), scala grafica di pe 20=11,55 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 39, Motupropri, rescritti e lettere che portano sovrane risoluzioni del primo trimestre del 1817, Affare 30;
Pianta che dimostra una porzione del Pian terreno del soppresso Convento di S.Francesco nella Comunità di Barga, 8 agosto 1818, inchiostro e acquerello, cm 42,1 x 30,1, scala grafica di br 40 = 09,4, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 58, Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dal 18 luglio 1818 al 31 dicembre 1818, affare 43;
Sei sezioni trasversali di un tratto dell’argine sinistro del fiume Arno, in luogo detto “alle Fornacette”, con Stefano Piazzini, primo ingegnere, 7 ottobre 1818, cm 21x30,5, scala grafica di br 20 =15,5, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 70, Arno e Serchio. Affari diversi del 1818, affare 449;
Pianta della nuova Piazza fuori appunto della Porta Fiorentina della città di Pisa e progetto di adornarla con alberi, 15 luglio 1819, inchiostro ed acquerello, cm 52,7x43,6, scala grafica di pe 20=13, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 147. Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 1825, Affare 18;
Sette sezioni trasversali della strada comunitativa detta del Nugolaio, 13 settembre 1820, cm 21x30,5, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 98, Filza di negozi provveditoriali. Lettere delle cancellerie di Pisa e Vicopisano dell’anno 1820, affare 33;
Planimetria del tratto costiero tra la foce del fiume Serchio e il castello di Piombino, 8 aprile 1820, ASP, Camera comunitativa. Dipartimenti e disposizioni generali del 1820, f. 97, C1;
Sette sezioni trasversali di un tratto della strada regia Lucchese, presso il ponte della Figuretta, 9 novembre 1821, inchiostro e acquerello, cm 30,3 x 21, scala grafica di br 18=9,95, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 111, Filza di negozi provveditoriali. Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dell’ano 1825;
Pianta dimostrativa del Piano Terreno della casa del Sig. Monselles in cui deve farsi la nuova fonte portante mezzo denaro di Acqua perenne delle Sorgenti di Asciano, 1 giugno 1821, inchiostro e acquerello, cm 40,5x30,3, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 111, Filza di negozi provveditoriali. Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dell’ano 1825;
Pianta di un terreno compreso tra la fossa della strada regia Fiorentina e il fosso della Lucaia, 18 ottobre 1822, inchiostro ed acquerello, cm 40,3x29,6, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 121, negozi provveditoriali. Ordini, istruzioni, contratti dal 1816 a tutto il 1822, affare 88;
Carta topografica del territorio piombinese [Pianta, livellazione e profili traversi per i progetti della costruzione della strada piombinese da Torre Nuova a Piombino, fatti dall’ing. R.Bombicci nel 1821]. Collaborazione (disegno e colorazione) di Tito Bombicci, atlante rilegato di 5 piante e disegni, penna e acquerello, (1) cm 45x203, (2) cm 45x144, (3) cm 45x135,5, (4) cm 45x148, (5) cm 44x32, ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 32, D1;
Pianta di quel tronco della Strada Regia Pietrasantina nel quale esiste il Ponte detto Torto passato di poco la Chiesa della Madonna dell’Acqua…, 31 marzo 1823, cm 65,8x40,35, scala di br 60=17,35 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 158, istrumenti pubblici e privati interessanti l’ufficio dei Fossi ed Amministrazioni da esso dirette dal di 8 ottobre 1818 al 31 dicembre 1823;
Pianta delle due strade che fiancheggiano il Canale Navigabile presso il Sostegno di Pisa, 25 giugno 1824, inchiostro, cm 55,2x29,6, scala grafica di pe 30=16,7, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 165, Filza di negozi provveditoriali. Rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni del quadrimestre dal 1 settembre 1824 a tutto dicembre 1824;
Pianta dimostrativa di un tratto del canale Navigabile detto dei Navicelli, 19 agosto 1825, inchiostro ed acquerello, cm 46,3x34,8, scala grafica di pe 500=12,05 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 194, affare 380;
Pianta di un terreno posto nel sobborgo detto la Cella, inchiostro e acquerello, 21,35 x 30,35, 1 febbraio 1826, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 232, affare 21;
Tronco della Strada Regia fiorentina tra il Rio Filetto e la prima Salita della Rotta […], 21 ottobre 1825, inchiostro e acquerello, cm 41,4x29,9, scala grafica di pe 15=8,7 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 189. Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dal 1 settembre 1825 a tutto il 1825, affare 39;
Profilo dell’asse del Botro detto delle Carrozze nel sito dove esiste il Ponte sul quale passa la Strada Regia del Littorale Toscano, 26 dicembre 1825, [I disegni, I], inchiostro e acquerello, cm 21x30,5, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 190, Affare 77, Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni dal 1 settembre 1825 a tutto dicembre 1825, Comunità di Livorno;
Tronco della Strada Regia detta Via Emilia nel sito ove è attraversata dal Torrente Sanguigna, 23 luglio 1828, inchiostro e acquerello, cm 44,1x30,1, scala grafica di br 35=13,6 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 234, affare77;
Prospetto e Pianta del Ponte che si propone costruire sul Torrente Sanguigna al passo della Strada Regia Maremmana detta Via Emilia, 23 luglio 1828, inchiostro e acquerello, cm 66,1x29,1, scala grafica di br 50=14,7, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 234, affare 77;
Pianta di un piccol Tronco della Strada Sarzanese tra il Confine collo stato di Lucca in Luogo detto i Bagnetti ed il Torrente Baccatojo, copiata da quella che con tutta accuratezza fece nell’anno 1811 l’ing.re Roberto Bombicci […], 14 aprile 1827, inchiostro e acquerello, cm 40,8x30,65, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 251, affare 48;
Schizzo planimetrico che dimostra il sito dove è prevista la riapertura della pedata che dal rio della Carrajetta sale alla strada regia Sarzanese, 20 febbraio 1828, inchiostro e acquerello, cm 31,6x24,15, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 284, affare 12;
Carta Topografica della Pianura presso al Mare tra la Collina di Rosignano e il Fiume Cecina, 29 ottobre 1828, inchiostro e acquerello, cm 67,3x52, scala grafica di pe 1000=14,65 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 292, affare 7;
Disegni di progetto per il nuovo tracciato da assegnare alla strada che collega le Saline di Volterra a Massa Marittima, 26 maggio 1829, inchiostro e acquerello, cm 78x30,5 (Dis.I), 85,1x30,35 (Dis.II), 85x30,35 (Dis.III), scala grafica di pe 140=16,35 cm (Dis.I), di pe 100=11,65 cm (Dis.II, distanze ), br 100=16,5 cm (altezze, Dis. II), di br 20 =12,05 cm (sezioni Dis.III), ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 295, affare 6;
Tronco della Strada Regia detta Via Emilia comprensivo il passo dei due Torrenti Sanguigna e Chiappino, 24 ottobre 1829, inchiostro e acquerello, cm 60,7x30,25, scala grafica di pe 25=9,6, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 295, affare 59;
Planimetria che dimostra il padule del Bientina, 15 settembre 1830, inchiostro e acquerello, cm 38,5x27,6, scala grafica di pe 1.400=9,6 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 327, affare 13;
Profilo longitudinale della Strada R.a Emilia al passo del Torrente Savolano ove con la linea rossa viene indicato il Ponte che si propone costruirsi, 26 agosto 1830, inchiostro, acquerello e matita, cm 62,8x29,95, scala grafica di br 41=12,15, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 327, affare 75;
Pianta che dimostra un tratto del fiume Arno, nel popolo di Pettori, 20 dicembre 1830, inchiostro e acquerello, cm 48x30,35, scala grafica di pe 200=14,05, di br 19=12,25 cm, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 822, affare 30;
Piccolo tronco della Strada Regia Emilia e Profilo di Livellazione, 25 febbraio 1831, con Ferdinando Piazzini, aiuto ingegnere, inchiostro e acquerello, cm 52,8x29,5, scala grafica di br 80=9,3 (distanze), di br 40 =15,8 (altezze), ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 352, affare 53;
Carta Topografica di un tronco della Strada Regia Emilia; frà il Ponte sul Fiume Fine, ed il T.e Marmolaio con il Profilo di Livellazione, (Dis.I), 25 febbraio 1831, cm 65,3x43,3 (Dis.I e II); Sezione trasversale della strada regia del Litorale e della fogna per lo smaltimento delle acque piovane, 18 aprile 1832, cm 30,75x21,3, inchiostro, ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, f. 401, affare 6;
Carta topografica del litorale toscano dal promontorio di Postiglioni a Castiglione della Pescaia, penna su carta telata, cm 56,5x55,5, ASF, Miscellanea di Piante, n. 278/d, D2;
Carta topografica del litorale toscano da Piombino al promontorio di Portiglioni, penna su carta telata, cm 30,5x110, ASF, Miscellanea di Piante, n. 278/e, D2;
Mappa delle Campagne, Laghi, Paludi Lucchesi e Toscane dell’Arno presso Montecchio e S.Giovanni alla Verna fino al Littorale di Viareggio, coll’indicazione della Linea d’un Nuovo Canale, da nominarsi il Nuovo Ozzeri, litografia di Bart.o Nerini su disegno di Mich.Xav. Flosi con sopra riportate a penna rossa e verde rispettivamente la via per gli scoli del Padule e lago di Bientina prevista dal matematico Anton Mario Lorgna e l’andamento del Nuovo Ozzeri progettato da Leonardo Ximenes. A lettere stampatello a penna rossa sono indicati i tratti della via progettata dal Lorgna ampiamente descritti nella legenda autografa a penna nera aggiunta dal Bombicci al margine sinistro, cm 41,8x55,5, cm 41,8x16,5 misure litografia, AAADF, Memoria Fantoni, Disegni relativi all’essiccamento del Padule di Bientina, Fondo Manetti, E.3, 2;
Plan des bâtiments de l’Arsenal et de S.Vito appartenants a la Couronne de Toscane (1812), penna e inchiostro nero, acquerello colorato su carta bianca, cm 158x74,2. firma e data: le 18 octobre 1811. L’architecte de Pise Bombicci (fils), indicazione di scala metrica in braccia e metri, ASF, Scrittoio delle RR. Fabbriche, cartone VIII G6 N.14;
Elevations des bâtiments de l’Arsenal et de S.Vito appartenants a la Couronne de Toscane, penna e inchiostro nero, acquerello colorato su carta azzurra, cm 106,4 x 33, ASF, Scrittoio delle RR. Fabbriche, cartone VIII G6 N.14.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Da Morrona, 1787-93 (1812); Cresti e Zangheri, 1978; Livorno e Pisa: due città e un territorio nella politica dei Medici, 1980, pp. 195 (pianta, foto), 196 (prospetto, foto), 241 (piante, foto); Zangheri, a cura di, 1984, p. 77; Rombai, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987; Barsanti, 1987; Paliaga e Renzoni, 1991, p. 118; Rombai, a cura di, 1993; Melis e Melis, 1993-94, p. 296; Toccafondi, 2000; Caciagli e Castiglia, 2001, p.317, 340, 347-349, 360, 365, 366, 369, 378-379,406, 443, 454, 456, 457, 467 e 668-670; Orefice, 2002; Barsanti, 2004, passim; Lettera di Roberto Bombicci inviata a Firenze al Signor Giuseppe Parer, Comm. dell’Ordine di S.Giuseppe, Segretario Intimo di S.A.Ia. e Ra., del giorno 8 (s.m.) 1828 da Pisa, Memoria [del canonico] Fantoni, [Tavole del Progetto Fantoni per andare lungo-monte all’Arno, ovvero a Fiume-morto] Disegni relativi all’essiccamento del Padule di Bientina, AAADF, Fondo Manetti, E.3, c. 684; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1395, Compartimento amministrativo di Pisa S.A:I. e Reale con suo R. Dispaccio del 14 Gennaio 1833= ha ordinato che il Bombicci sia tolto dal Ruolo del Corpo degl’Ingegneri, per i motivi riportati in un Biglietto della Ie R.Segreteria di Finanze di detto giorno; ASP, Ufficio Fiumi e Fossi, Piante; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa; ASF, Scrittoio delle RR. Fabbriche; ASF, Miscellanea di Piante.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giancarlo Macchi

Bombicci, Francesco

Francesco Bombicci
N. 1736
M. 1819

Relazioni di parentela: Figlio di Pietro, di famiglia della nobiltà aretina e oriunda di Pisa

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Architetto e ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Nell’anno 1756-57 venne eletto Accademico, in qualità di architetto ingegnere all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (21 settembre 1756) ed immatricolato a partire dal 5 ottobre 1756.
Nel 1764 fu impiegato presso lo Scrittoio delle Possessioni (Pansini, 1991), e in questo stesso anno realizzò la pianta dell’imposizione dell’Orme, aggiornando la pianta eseguita nel 1752 da Angelo Maria Mascagni.
Con mp dell’8 aprile 1767 del granduca Pietro Leopoldo, Francesco Bombicci fu trasferito dal ruolo di Ingegnere dello Scrittoio delle Possessioni in Firenze a quello di Ingegnere dell’Uffizio di Fossi di Pisa, “come quello che fatti aveva i suddetti Studi sotto la direzione dei matematici Tommaso Perelli, e Leonardo Ximenes esprimendosi così l’ottimo Principe nel detto suo motuproprio e conoscendo che dalla perizia ed onestà di un abile Ingegnere che con indefessa vigilanza regoli e diriga tutti i lavori della Campagna Pisana può dipendere la felicità di quella Provincia, ciò dimostra la necessità che oltre alla molta pratica unisca le cognizioni teoriche dell’Arte” (ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade, f. 1, Suppliche per un posto di I. e R. Corpo degli Ingegneri nell’anno 1826 [Aspiranti A-G] 1826-1833).
Nello stesso 1767, insieme al matematico Tommaso Perelli, si occupò di studiare il progetto ximeniano di bonifica mediante prosciugamento del paduletto di Pian del Lago nei dintorni di Siena, giungendo alla soluzione di un canale emissario sotterraneo.
Nel 1769, eseguì la ristrutturazione del palazzo granducale di Pisa, affidatagli da Pietro Leopoldo con la specifica esigenza di residenza invernale. Gli interventi ebbero inizio il 17 febbraio 1769 e impressero all’edificio profondi cambiamenti – ad eccezione che per il fianco orientale – consistenti per lo più nell’ampliamento verso Via S. Maria. In tale intervento fu realizzato un rilevante allargamento verso l’area del giardino con sua conseguente distruzione; venne attuata una radicale riconfigurazione della facciata nella quale gli assi finestrati vennero modificati e il portale ne risultò spostato verso occidente, cosa che inevitabilmente fece scomparire il portale-terrazzo con le insegne medicee.
Tra il 1767 e il 1769 si recò frequentemente, insieme a Perelli, nella pianura di Pisa per eseguire visite nella zona a nord dell’Arno tra Ripafratta e Pietrasanta e compiere altri sopralluoghi per risolvere problemi idrografici, agli acquedotti di Pisa e a quello costruendo di Pontedera.
Per le attività di tali anni è citato nelle Relazioni di Pietro Leopoldo, quale responsabile ai lavori da svolgersi per lo scavo del fosso Reale, e per l’esame del padule di Coltano.
Nel medesimo territorio pisano, abbiamo alcune altre attestazioni riguardanti l’incarico conferitogli di fare una perizia per riempire il fosso delle Fortificazioni e quello della Fagianaia con la terra dei bastioni e per riempire il fosso della Peschiera a Porta Nuova (14 agosto 1769).
Per quanto riguarda la sua produzione grafica, la prima attestazione, per ora conosciuta, è del 1769, ed è l’esecuzione della mappa del territorio di Colle Salvetti e di Lorenzana (1).
La collaborazione con il matematico Perelli, sempre nel 1769, continuò in Valdichiana, dove insieme a agli ingegneri Veraci e Salvetti elaborò – in alternativa al progetto di Ximenes, rivelatosi contrario a proseguire le colmate e prevedente invece un abbassamento della Chiusa dei Monaci in modo da consentire un parziale prosciugamento naturale della valle – un progetto che interessò solo la ripulitura del Canale Maestro, migliorando le confluenze nel Canale e, infine, si occupò del rifacimento dei Ponti di Arezzo.
Il sodalizio professionale con il Perelli continuò nel 1770, anno in cui collaborò al taglio di Barbaricina, come testimoniato dalla mappa del raddrizzamento dell’Arno in questa area a valle di Pisa (2).
Nel 1771, disegnò una carta topografica per poter elaborare anche un progetto di bonifica dell’acquedotto di Pontedera (4).
Bombicci fu poi destituito dalla carica di ingegnere presso l’Uffizio dei Fiumi e Fossi (1773) e trasferito di nuovo – ma solo temporaneamente – presso lo Scrittoio delle Fabbriche e Possessioni, a seguito di inadempienze commesse nella sua attività: tra queste, delegò altri operatori nell’effettuare sopralluoghi nel territorio, uno dei quali risultò un suo familiare, Luca Ristorini.
Alcuni anni più tardi era nuovamente in servizio (pare con rapporto precario) nell’Ufficio Fiumi e Fossi: nel 1776, eseguì una mappa del Fosso di Malaventre a Massaciuccoli nel territorio della Versilia (4). Durante il biennio 1776-78, Bombicci fu impegnato per l’Ufficio dei Fiumi e Fossi a risolvere una controversia giudiziaria tra lo Stato e i Cybo duchi di Massa. Bombicci, sostenuto anche dal matematico Ferroni e dall’ingegner Salvetti, evidenziò i vantaggi di assetto idrologico ricevuti dai Cybo per la realizzazione di un nuovo passaggio sull’Arno.
Bombicci fu riammesso definitivamente ai lavori dell’Uffizio dei Fossi nel 1777, con l’incarico di scavare un canale in Arno per sanare le paduline delle Tamerici, progetto che si rivelò poi impossibile da realizzare e in seguito abbandonato.
Il nome di Francesco Bombicci fu anche annoverato dallo Ximenes nella sua memoria sulla Carta Geografica della Toscana e sul suo Estimario presentata al governo il 26 dicembre 1777, accanto a quelli degli ingegneri Grobert e Nini, quali possibili candidati nel compito di affiancare i geodeti ed astronomi toscani nella redazione della Carta Geografica della Toscana, progetto che verrà abbandonato qualche anno dopo.
Dopo il 1778, si occupò anche di opere urbanistiche di una certa rilevanza: infatti sono di Francesco Bombicci il disegno, datato 1779, e la realizzazione dell’asse viario principale cittadino di Montecatini (5). Ma allo stesso tempo, e cioè a partire dal 30 novembre del 1778, si dava il via al rilevamento catastale dell’intera cancelleria di Montecatini, comprese le due Terre di Monsummano e Montevettolini (ASF, Segreteria di finanze. Affari anteriori al 1788, f. 896), affidando l’incarico a Bombicci, che era già impegnato ai lavori da condursi per le terme. Il rilievo venne condotto per la mappa del catasto pietroleopoldino del ‘castello di Montecatini’, redatta nel 1780 (6) .
Nel 1781 le campagne di rilevamento catastale del territorio della Valdinievole si allargarono anche alle comunità di Pescia, Uzzano, Cozzile, Massa e Buggiano.
Le relazioni pietroleopoldine del triennio 1779-1781 sullle visite agli argini per la strada di Santa Colomba e della Gusciana rivelano il Bombicci ancora in carica. Nel 1782, egli diresse i lavori di escavazione del Canale Usciana (ASF, Scrittoio delle R. Possessioni, f. 2530, n. 53), seppure per breve periodo di tempo, poiché fu poi sostituito dall’ingegnere Piccioli.
Fra 1782 e 1783, Bombicci diresse i lavori di trasformazioni del giardino dei Semplici a Pisa, che riguardarono, oltre ad un riassetto complessivo, in particolare la ristrutturazione del Laboratorio chimico e dell’abitazione del professore di Botanica e, più tardi, nel 1797 veniva eseguita la risistemazione e sostituzione dell’antico acquedotto di adduzione al giardino dalla fonte dello Stellino.
Nel 1783, Bombicci disegnò la pianta e le sezioni del territorio compreso fra l'Arno e il Padule di Bientina, comprendente i corsi della Serezza e del Canale Imperiale, eseguita in collaborazione con Michele Saverio Flosi (di cui è testimonianza in una copia dei primi dell’ Ottocento in ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 64) (Barsanti, 1987, p. 157).
Nel 1785, Bombicci fu incaricato dal Governo Toscano di valutare le proposte di Ximenes e Lorgna per bonificare il Padule di Bientina. L’anno successivo egli eseguì la Livellazione del Canale Imperiale dal Lago di Bientina all’Arno con l’intero corso dell’Antifosso d’Arnaccio, della Fossa Chiara e del Calambrone fino a Livorno (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.3: Bencivenni, 1984, pp. 77-78 e 81-82).
Nel 1788, formatosi come nuovo ente il circondario della Valdinievole, comprendente le otto comunità di Fucecchio, Cerreto Guidi, Montecatini, Due Terre (Monsummano e Montevettolini), Buggiano, Massa, Uzzano, Cecina, Bombicci fu incaricato di redigerne il catasto che venne ultimato nel 1792. In sintesi, del circondario appena menzionato, Bombicci realizzò 13 carte per il territorio di Montevettolini e 8 per quello di Monsummano, tracciate ad una scala di circa 1:3000. Per tutto il comprensorio d’imposizione del Padule di Fucecchio redasse, nel 1796, una grande carta topografica d’insieme.
Nel 1793, disegnò inoltre una sintesi finale del raddrizzamento dell’Arno a Barbaricina mediante una mappa con indicazione del corso nuovo e vecchio dell’alveo del fiume (7).
Nel 1798, Bombicci. si occupò del territorio di Pietrasanta, eseguendo un Disegno scenografico o sia in prospettiva della torre di Porta luogo detto il salto della Cervia nella Provincia di Pietrasanta, con perizia datata il 28 febbraio 1798; poco più tardi, in seguito alla perizia del 26 febbraio 1798, e precisamente il 16 marzo 1798, presso il Salto alla Cervia, nella medesima provincia, si occupò della costruzione di un muro sulla spalletta del Fosso.
A questo stesso periodo risale la carta di notevole pregio Carta del canale di Porta [che circonda la Torre e i Quartieri dei Soldati vicino alla Dogana] nel territorio di Pietrasanta tra la Strada maestra pisana e il Lago di Porta Beltrame e il fosso denominato del Fontanaccio, realizzata ad inchiostro e acquerello e costruita con le curve di livello a pennellate parallele, anche se in basso appare la sigla del figlio R.B. (ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi, f. 2023 [55], Ordini e rescritti dal primo Gennajo a tutto Giugno 1798, ins. 66 ½ ).
Il 4 maggio 1798, Bombicci fu impegnato in lavori da eseguirsi presso il Forte di Bocca d’Arno per il rialzamento della caserma e per l’ingrandimento dell’Oratorio, realizzando vari disegni in pianta e alzato.
Tra aprile e maggio 1798 (ins. 69), fu occupato nello studio presso la Bocca di Serchio, per la costruzione di un tracciato stradale per il nuovo fortino. Ma dal punto di vista cartografico, di grande rilievo fu la realizzazione, sempre nel 1798, della Pianta della Foce del Serchio, e della Strada conducente dal Cotone sotto la Tenuta di Piaggetta al Fortino vecchio, ed al nuovo fabbricato [Fortino nuovo] sulla detta Foce. A corredo della pianta, Bombicci eseguì un profilo di livellazione della Campagna situata tra il Cotone che resta sotto la tenuta di Piaggetta, e il nuovo fortino di Bocca di Serchio, di grande dimensione ed eseguita ad inchiostro nero e acquerello rosso.
Francesco Bombicci verso il 1800 perse quasi totalmente la vista e risultò perciò inabile a sostenere il suo impiego; pertanto, con rescritto regio del 17 settembre 1802, ebbe la concessione di potersi servire del figlio Roberto come aiuto, ma il progredire della perdita della vista fu di tale entità che, nel 1807, nel Ruolo del Regio Uffizio dei Fossi di Pisa, atto 31 agosto 1807 (ASF, Depositeria Generale, Parte antica, 1648 (I) 1807, ins. 105 ), si può leggere negli impieghi relativi a Francesco Bombicci, la seguente “Osservazione: Il Bombicci essendo molto avanzato di età e quasi intieramente privo di vista ottenne la facoltà di prevalersi del Figlio Roberto che serve attualmente l’Uffizio sebbene non sia a Ruolo né goda di alcuna provvisione. [Ha come primo Aiuto l’ing. Giovanni Caluri e altro aiuto Dottor Stefano Piazzini]”. Ciò nonostante, percepiva una provvisione e una pensione.
La perdita della vista dell’ingegnere Bombicci fu in parte addotta a motivi di impegno professionale, come riportato in una delle fonti (ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade, f. 1, Suppliche per un posto di I. e R. Corpo degli Ingegneri nell’anno 1826 [Aspiranti A-G] 1826 –1833). “Gli strapazzi e le fatiche che il detto Bombicci sofferse non tanto per adempiere ai doveri del suo impiego, quanto alle varie commissioni di cui fu onorato dal Granduca Leopoldo e particolarmente gli ardori del Sole, ai quali dovette stare esposto, indebolirono notabilmente la di lui vista, e nell’assistenza alla costruzione del primo Ponte di Legno di Pontedera ne restò quasi del tutto privo, di maniera tale che senza l’aiuto del suo figlio Roberto che già aveva fatti non solo gli Studi delle Matematiche nell’università di Pisa ma anche la pratica necessaria sotto la direzione e cura del Padre, non avrebbe questo potuto tirar più avanti l’Impiego di Ingegnere”.
Nonostante tale menomazione, fino al 1805 continuò a rivestire la carica di ingegnere dell’Ufficio dei Fiumi e Fossi a Pisa, mentre dal 1805 al 1817 coprì diversi incarichi a Pisa per lo Scrittoio delle Regie Fabbriche.
Dalla documentazione archivistica si desume inoltre che Francesco Bombicci ebbe il suo riposo dall’Impiego di Architetto a Pisa a partire dal 1° maggio 1817, motivato per l’età raggiunta ed il suo stato di salute molto instabile.
In anni non ancora ben precisati, come risulta dalla documentazione proveniente dall’ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade, ff. 1-2, Bombicci aprì uno studio nella città di Pisa presso il quale svolsero la loro attività di tirocinio numerosi agrimensori ed ingegneri, tra i quali compare il nome di Pellegrino Galloni.

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta delle linee di confinazione pretese rispettivamente tra la fattoria di S.Regolo di S.A.R. e la comunità di Lorenzana, 25 gennaio 1769, in collaborazione con Ferdinando Morozzi, penna su carta, b/n, cm 28x107,5 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 639, D2);
Pianta della nuova inalveazione d’Arno in Barbaregina, 1770 ca., penna e acquerello su carta, cm 56,5x80 (ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 42, D1);
Dimostrazione in pianta del nuovo taglio d’Arno sotto la città di Pisa al di contro della Voltata di Barbaregina con l’indicazione dei beni stati occupati in tale occasione l’anno 1771, penna e acquerello su cartone telato, cm 76x100 (ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 48, D1);
Pianta e livellazione del Condotto da farsi per portare alla Terra di Pontedera l’acqua della Fonte Donata di là da Treggiaia, 1771, penna su carta, col., cm 55,5x194 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 217, D2);
Pianta della fossa nuova di Malaventre o sia Fosso della Bozza, 1776, penna e acquerello su carta, cm 41x64 (ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 87, D1);
I Bagni di Montecatini con il nuovo stradone, Pianta topografica, penna e acquerello su carta (ASF, Scrittoio delle R. Possessioni, f. 2563, c. 1, R1);
Livellazione del Canale Imperiale dal Lago di Bientina all’Arno con l’intero corso dell’Antifosso d’Arnaccio, della Fossa Chiara e del Calambrone fino a Livorno, 1786 (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.3: Bencivenni, 1984, pp. 77-78 e 81-82);
Il castello di Montecatini nella mappa del catasto pietroleopoldino, 1780 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, tomo XXXI, R1);
Taglio o sia canal nuovo del fiume Arno, dicembre 1793, penna e acquerello su carta, cm 51x82 (ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. 51, D1);
Mappa del catasto pietroleopoldino del settore nord-orientale della comunità delle Due Terre, 1779-1780 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, cartone XXXI, c. 3);
Copia della pianta dell’imposizione dell’Orme, spalla destra di Angelo Maria Mascagni (1752) 1764 (UCIS, B1);
Pianta del corso del Fiume Serchio dalla Tenuta di Piaggeta fino al Mare, 1798 (ASP, Fiumi e Fossi, Piante, n. D1);
Pianta del padule di Fucecchio e sue adiacenze, planimetria affine ai catasti geometrici, colorata su carta 1796 (CBPF, R2);
Mappa topografica della pianura aggiacente al Padule di Fucecchio nella comunità di Montecatini, planimetria affine ai catasti geometrici, a colori su carta, 1786-1788 (CBPF, R2);
Mappa topografica della pianura prossima al Padule di Fucecchio sotto la via della Traversagna nella comunità di Massa, planimetria affine ai catasti geometrici, disegno a colori su carta, 1786-1788 (CBPF, R2);
Mappa topografica del fiume Pescia di Pescia, tronco superiore dalla Calla di Centoni al villaggio di Ponte Buggianese, planimetria affine ai catasti geometrici, disegno a colori su carta, 1786-1788 (CBPF, R2);
Mappa topografica della pianura aggiacente al Padule di Fucecchio nella comunità delle Due Terre cioè di Monsummano e Monte Vetturini, planimetria affine ai catasti geometrici, disegno a colori su carta, 1786-1788 (CBPF, R2);
Mappa topografica della pianura aggiacente il Padule di Fucecchio nelle comunità di Uzzano e Buggiano, planimetria affine ai catasti geometrici, disegno a colori su carta, 1786-1788 (CBPF, R2);
Mappa topografica del Padule di Fucecchio dal fosso traverso che è tra i due canali maestri dell’istesso Padule fino alle calle e de’ terreni aggiacenti al medesimo, parte dei quali resta nella comunità di Fucecchio e parte nella comunità di Cerreto Guidi, planimetria affine ai catasti geometrici, disegno a colori su carta, 1796 (CBPF, R2);
Profilo della Livellazione del Canale Imperiale dal Lago di Bientina al Fiume Arno, e dalla Campagna tra il detto Fiume verso Cesana, e le Fornacette, come ancora dell’intero corso dell’Antifosso d’Arnaccio, della Fossa Chiara, e del Calambrone fino al Mare, Francesco Bombicci Ingeg.re dell’Uffizio dei Fossi di Pisa fece nell’Anno 1786, annotazioni, scale grafiche 1200 pertiche per le distanze e 20 braccia fiorentine per le altezze, annotazioni a penna rossa di Manetti, mm 383x1835, incisione su carta in tre pezzi, velature colorate (AAADF, Memoria Fantoni, Disegni relativi all’essiccamento del Padule di Bientina, Fondo Manetti, E.3, 7. Tav. X);
Tav. VIII di Stefano Piazzini, Profilo della Livellazione eseguita per l’Esame del progettato Emissario del Lago nella linea di lungo Monte il di cui andamento è dedotto dalla Pianta Bombicci dalla Cateratta ecc. (AAADF, Memoria Fantoni n. 683 [quella di Francesco B. n. 684]);
Pianta del piano terra del palazzo granducale di Pisa, [1769], inchiostro e acquerello rosa su carta, cm 44x70 (ASF, Piante RR. Fabbriche, N 14 VIII 3 c6);
Pianta del piano terra nello stato in cui viene ridotto, inchiostro e acquarello rosa su carta, cm 46x70 (ASF, Piante RR. Fabbriche, N 14 VIII 3 c6 );
Rilievo grafico del palazzo Vitelli a Pisa, 1776 (ASF, Piante RR. Fabbriche, N 14 VIII 1 A6) ;
Rilievo grafico del palazzo delle Vedove a Pisa, 1776 (ASF, Piante RR. Fabbriche, N 14 VIII 1 G6).
Piante esemplate su carte originali di Francesco Bombicci: Pianta regolare del fiume Serchio dal canale di introduzione della colmata del Serchio vecchio in Migliarino fino al suo sbocco in mare e confronto del corso di detto fiume con quello del 1798 da una pianta redatta dall’ing. Sig.Francesco Bombicci (ASP, Camera di soprintendenza comunitativa. Motupropri, rescritti e lettere portanti sovrane risoluzioni del rimestre a tutto settembre 1826, f. 212, 52 bis).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, I, 1969, p. 93, e II, 1970, pp. 123, 124, 130, 132, 133, 134, 135, 154, 250, 263, 295, 315, 325 e p. 508 (Relazione dell’ingegner Bombicci sopra lo stato presente delle ripe ed argini dei fiumi Arno e Serchio nel territorio pisano, 6 settembre 1769), e III, p. 290; Salvestrini e Salvestrini, 1978; Tolaini, 1980, pp. 133 (fig.) e 136; Orefice, 1984; Renzoni, 1985; Renzoni, Toccafondi e Vivoli, a cura di, 1987; Barsanti, 1987; Arrigoni, 1988, p. 191; Orefice e Martellacci, 1988; Romby e Rombai, a cura di, 1994, pp. 43, 46-47 n. 2, 166-168 e 170 tav. 54; Benigni et Al., 1998, p. 53 tav.10; Zangheri, 1999, p. 149, e 2000, p. 41; Toccafondi, 2000; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 123 e 404-405; Stopani, 2001, pp. 317 e 322; Tosi, 2002, pp. 85 e 96-97; Rombai, Rombi e Tarchi, 2004, pp. 49-55; Barsanti, 2004, pp. 98 e 116; Bencivenni, 1984; AAADF; UCIS; CBPF; ASF, Accademia del Disegno, f. 21, c. 6r, Detta (12.4.1755-28.11.1771), f. 112, c. 154, f. 133, c. 159, f. 121, lettera F, f. 48, cc. 11r e 23r, f. 50, cc. 11r e 18r, f. 134, c. 37, f. 61, c. 117v, f. 61, c. 117v, f. 61, c. 118r, f. 51, c. 18r, f. 52, c. 18r; ASP, Università G8, cc. 671-674, B.II.8, c. 66 (disposizione della Segreteria di Stato, 8 febbraio 1797), e G12, cc. 449-450; ASP, 531.5, allegato Giardino dei Semplici 1783-1800; ASL, Deputazione sopra il Nuovo Ozzeri, Relazione dell’ingegnere Francesco Bombicci sopra lo scolo del Lago di Sesto, 4 marzo 1785.
Fonti inedite: ASF, Archivio Ceramelli-Papiani, Bombicci, f. 5192, carte sciolte; AABA, Lettera di Francesco Bombicci del 18 febbraio 1788, L. R. Accademia, Catalogo degli Affari esistenti nelle Filze dell’Archivio dall’anno 1611 al 1850. Inclusive; ASF, Depositeria Generale, Parte antica 1648 (I) 1807, Ins.105 – Ruolo del Regio Uffizio dei Fossi di Pisa atto 31 agosto 1807: [impieghi: Francesco Bombicci Provv. £ 1600. Pensione £ 800.Osservazione: Il B. essendo molto avanzato di età e quasi intieramente privo di vista ottenne la facoltà di prevalersi del figlio Roberto che serve attualmente l’Uffizio sebbene non sia a Ruolo né goda di alcuna provvisione [ha come primo Aiuto l’ing. Giovanni Caluri e altro aiuto Dottor Stefano Piazzini]; ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, Fabbriche Lorenesi, 2023, filza 55, Ordini e rescritti dal primo Gennajo a tutto Giugno 1798: [Francesco Bombicci. Disegno scenografico o sia in prospettiva della torre di Porta luogo detto il salto della Cervia nella Provincia di Pietrasanta. Perizia di Francesco Bombicci del 28 febbraio 1798, ins. 43 e ½ - 16 Marzo 1798 Salto alla Cervia – Per la costruzione di un muro sulla spalletta del Fosso – Perizia di Francesco Bombicci, Pisa 26 febbraio 1798 - Carta del canale di Porta [che circonda la Torre e i Quartieri dei Soldati vicino alla Dogana] nel territorio di Pietrasanta tra la Strada maestra pisana e il Lago di Porta Beltrame e il fosso denominato del Fontanaccio [carta acquerellata con curve di livello a pennellate parallele], scala grafica di Pertiche di braccia 5 l’una [cm 40,5 x52] ma a sin. in basso c’è la sigla R.B., ins. 48 – 23 marzo 1798 – Bocca di Serchio -Torre del Cinquale. Pianta del Piano Terreno del nuovo Forte a Bocca di Serchio [Francesco Bombicci]. Risposta, ò Siano Osservazioni sopra la Promemoria riguardante il Fortino di Bocca di Serchio, e la Piattaforma del Cinquale, Francesco Bombicci, ins. 66 ½ – 4 Maggio 1798. Forte di Bocca d’Arno. Perché sieno nuovamente presi in esame e riproposti i lavori da eseguirsi per rialzamento della caserma per l’ingrandimento dell’Oratorio. Pianta e Alzato con aumento del costruito [acquerellato] e Pianta del Quartiere del presidio del ridotto di Bocca d’Arno, ins. 69 – 11 Maggio 1798. Bocca di Serchio - Sulla costruzione di un pezzo di strada per il nuovo fortino, Relazione di Francesco Bombicci da Pisa il 23 aprile 1798. I. Pianta della Foce del Serchio, e della Strada conducente dal Cotone sotto la Tenuta di Piaggetta al Fortino vecchio, ed al nuovo fabbricato [Fortino nuovo] sulla detta Foce [cm 36,5x70,5, interno 34x68 cioè 1,5 cm di margine] in Legenda “Le linee rosse e f g h i dimostrano la Foce nel Serchio nell’Anno 1758. La linea rossa m m m dimostra la Ripa Sinistra del Serchio nell’Anno 1790. Indi si vede quali siano state le mutazioni di detta Foce dopo i Suddetti Anni”. Scala grafica di Pertiche. Francesco Bombicci 1798 [carta inchiostro e acquerello de il fiume Serchio e il Mare Toscano, puntinato nelle isole nel Serchio]. II . Profilo di livellazione della Campagna situata tra il Cotone che resta sotto la tenuta di Piaggetta, e il nuovo fortino di Bocca di Serchio, sulla linea segnata in Pianta con le lettere ddd. Francesco Bombicci 1798. Scala di Pertiche di Braccia 5 l’una per le distanze. Scala di Braccia per le altezze [inchiostro nero e acquerello rosso per il terreno, cm 21x146, margine di 1,5 cm]; ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, Fabbriche Lorenesi, 2062, filza 92, 1817 – Repertorio di Ordini, Rescritti dal 1° maggio a tutto luglio 1817 [ins. 2 – 1° Maggio 1817 Pisa – Francesco Bombicci ha il suo riposo dall’Impiego di Architetto a Pisa suddetta: Sua Altezza Imperiale e Reale in vista dell’età avanzata e dei gravi incomodi di salute di Francesco Bombicci, gli concede il Riposo dall’Impiego di architetto a Pisa, accordandogli in Pensione l’Annua Somma di Lire Dugentocinquanta, corrispondente all’attuale sua Provvisione e da pagarsegli detta somma di lui vita naturale durante dalla Cassa dell’I. e R. Depositeria, senza pregiudizio dell’altra Pensione, che gode come stato Ingegnere dell’Uffizio de’ Fossi di detta città di Pisa - Dato il primo maggio milleottocentodiciassette. V.Fossombroni. Lettera di ringraziamento di Francesco Bombicci del 10 maggio 1817 [del motuproprio del primo maggio che concede al B. il riposo dall’Impiego di Architetto delle Reali Fabbriche di Pisa con pensione di £ 250 senza pregiudizio dell’altra pensione di Ingegnere dell’Uffizio dei Fossi. La carica alle I. e R. Fabbriche passa all’arch. Riccetti]; ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, Fabbriche lorenesi, 2052, filza 82, Ordini e rescritti Primo Settembre a tutto Dicembre 1807 [ins. 70. Pisa Resarcimenti stalla al comodo dei Dragoni. Lettera firmata da Francesco Bombicci]. [ins. 83 B – Pisa per costruire una tettoia fuori della Porta alle Piagge per pesare le Farine. Pianta di Francesco Bombicci, Strada Regia, Cresta dell’Argine dell’Arno, piazza sterrata, allegata alla perizia del medesimo datata gennaio 1807, scala grafica di braccia fiorentine. Acquerellata, vari colori]; ASF, Direzione Generale dei Lavori di Acque e Strade, f. 1, Suppliche per un posto di I. e R. Corpo degli Ingegneri nell’anno 1826 [Aspiranti A-G] 1826 –1833 [E’ fu tal reflesso che con motuprorpio de dì 8 aprile 1767 del Granduca Pietro Leopoldo di felice Memoria fu traslato Francesco Bombicci dal posto di Ingegnere dello Scrittoio delle Possessioni in Firenze al Posto di Ingegnere dell’Uffizio di Fossi di Pisa, come quello che fatti aveva i suddetti Studi sotto la direzione dei matematici Tommaso Perelli, e Leonardo Ximenes esprimendosi così l’ottimo Principe nel detto suo motuproprio e conoscendo che dalla perizia ed onestà di un abile Ingegnere che con indefessa vigilanza regoli e diriga tutti i lavori della Campagna della Pisana può dipendere la felicità di quella Provincia, ciò dimostra la necessità che oltre alla molta pratica unisca le cognizioni teoriche dell’Arte. Gli strapazzi e le fatiche che il detto Bombicci sofferse non tanto per adempiere ai doveri del suo impiego, quanto alle varie commissioni di cui fu onorato dal Granduca Leopoldo e particolarmente gli ardori del Sole, ai quali dovette stare esposto, indebolirono notabilmente la di lui vista, e nell’assistenza alla costruzione del primo Ponte di Legno di Pontedera ne restò quasi del tutto privo, di maniera tale che senza l’aiuto del suo figlio Roberto che già aveva fatti non solo gli Studi delle Matematiche nell’università di Pisa ma anche la pratica necessaria sotto la direzione e cura del Padre, non avrebbe questo potuto tirar più avanti l’Impiego di Ingegnere. Perduta poi del detto Francesco Bombicci verso l’anno 1800 totalmente la vista e reso perciò incapace a sostenere più l’Impiego, col desiderio e nella fiducia di assicurare al detto suo Figlio la sopravvivenza all’impiego medesimo che gli pareva meritarsi e per le cognizioni e pratica acquistata, e per averlo per si lungo tempo assistito, e per aver sotto di lui nome servito il Governo, chiese che gli Fosse il medesimo dato per suo aiuto, ciò che gli fu concessa con Rescritto Regio de 17 settembre 1802].

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Giancarlo Macchi

Pieri, Sansone

Sansone Pieri
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio di Antonio Pieri.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Perito agrimensore e ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa

Biografia:
Non si conosce la data di nascita né quella di morte.
La sua attività professionale, documentata tra il 1698 e il 1735,
si svolse soprattutto come perito
agrimensore e ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa

Produzione scientifica:
Nel 1698 inizia la redazione del cabreo delle proprietà dell’Ospedale di S. Maria degli Innocenti di Firenze, di cui esegue completamente il primo tomo, che riunisce le fattorie dell’area a NO di Firenze e la fattoria di Empoli; gli succederanno nella compilazione Giuseppe Carniani, tra il 1759 e il 1775, e Luigi Carniani, nel 1794.
Nel 1729, insieme al suo aiuto Pasquino Boncinelli, Pieri disegna i nuovi limiti del disboscamento degli argini del Bisenzio, su cui si trova ancora impegnato il 2 settembre 1733, nella zona dei Renai: ne esegue le misurazioni degli argini insieme a Pier Antonio Tosi e Giovanni Maria Veraci. Al 1734 risale il lavoro di sistemazione dei fiumi Piovola e Orme nell’empolese.

Produzione di cartografia manoscritta:
cabreo delle Fattorie degli Alberti, di Tomerello, delle Canicce, 1698 (AOIF, Serie 111, n. 179);
Cabreo della fattoria d’Empoli di proprietà dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze, 1700 ca. (AOIF, Serie 111, n. 81; alcune carte del cabreo sono anche in ASSFiSG, 170);
Pianta che dimostra lo stato della differenza vertente tra la Comunità di S. Felice, e il dott. Anton Domenico Tani di Pistoia, 128 agosto 1725 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVI, n. 50);
Pianta del fiume Orme dalla via di Gricciano allo sbocco in Arno, 28 maggio 1734, con Giovan Filippo Ciocchi (UCIS).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978; Guarducci e Rombai, 1998; Piccardi, 2001; Romby, 2001; Siemoni, 1998; Vichi, 1986, pp. 61-130; ASF, Piante dei Capitani di Parte; AOIF, Serie 111; ASSFiSG, 170; UCIS.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Piccioli, Salvatore

Salvatore Piccioli
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Il Piccioli partecipò alla campagna di rilevamento topografico dei beni fondiari e insediativi delle quattro fattorie lorenesi di Pitigliano, Sorano, San Giovanni alle Contee e Castell’Ottieri, come operazione propedeutica all’alienazione del vasto patrimonio pubblico (disposto con mp del 2 maggio 1781), effettuata da quattro giovani ingegneri granducali (appunto il Piccioli, Camillo Borselli, Antonio Capretti e Stefano Diletti), allievi del matematico Pietro Ferroni, con prescrizioni date dal capo ingegnere Giuseppe Salvetti di redigere mappe alla “medesima scala degli Estimi”, cioè del catasti geometrici che dal 1780 in poi si stavano realizzando, a titolo sperimentale, in varie Comunità del Fiorentini (Valdinievole e Montagna Pistoiese) e del Senese: non a caso, si sa che Camillo Borselli il 26 ottobre stava proprio lavorando al catasto della Montagna Pistoiese, probabilmente come Salvatore Piccioli che in quei giorni era anch’egli a Pistoia.
Le operazioni nell’antico territorio delle Contee iniziarono il 29 novembre 1781, con ciascun ingegnere che era coadiuvato da quattro canneggiatori. La responsabilità dell’impostazione del lavoro ricadde nel più esperto, cioè Capretti. I nostri topografi comunque lavorarono intensamente in équipe fino al 20 giugno 1782, quando dovettero sospendere il lavoro a causa dei gravi pericoli – la malaria – correlati all’estate maremmana. Le operazioni ripresero nell’autunno 1782 e furono nuovamente sospese nel giugno 1783. L’ultima campagna durò dall’autunno 1783 alla primavera 1784. In realtà, durante la seconda e soprattutto la terza campagna, questo o quell’ingegnere (soprattutto Capretti e Piccioli) dovettero abbandonare alcune volte le Contee per svolgere missioni in Valdichiana e nella pianura grossetana (Rombai, 1982, p. 19).
Non venne mai costruita (a causa dei costi ritenuti troppo elevati) la carta d’insieme dell’intero territorio delle Contee di Pitigliano e Sorano: in relazione al patrimonio granducale, furono invece disegnate 13 carte relative a più corpi di tenute riunite, 39 carte di singole tenute, 48 mappe di singoli poderi, 61 mappe di appezzamenti di varia estensione, 21 planimetrie di fabbricati rurali, 27 planimetrie di fabbriche civili e militari ubicate nei centri abitati e 6 planimetrie di edifici religiosi, per un totale di 215 figure; in relazione a beni di particolari (vigne, orti e fabbricati) tenuti con patti livellari, furono poi disegnate altre 22 planimetrie.
Complessivamente, dunque, le rappresentazioni disegnate tra il 1782 e il 1784 dai quattro ingegneri Borselli, Capretti, Diletti e Piccioli risultano 237 (sono conservate in rotoli e cartelle in ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, nn. 174, 201-287, 439 e 459-460): esse si qualificano come mappe geometriche di tipo catastale (ma con ricorso ai simboli e cromatismi della tradizione agrimensoria per restituire le varie destinazioni d’uso del suolo), con il nord in alto e in scala conforme di 1:3000 per i terreni e di 1:140 per i fabbricati.
L’ultimo incarico di Salvatore Piccioli di cui siamo a conoscenza risale al 1803 ed è l’esecuzione, congiuntamente con l’architetto Gaspero Pampaloni, del progetto per la realizzazione del Teatro S. Marco di Livorno, ideato dall’impresario fiorentino Luigi Gargani. Dopo la pubblicazione dei progetti (13 marzo 1803) iniziarono i lavori che si conclusero con la solenne inaugurazione del 27 aprile 1806.

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta della pianura di Valdichiana posta fra il Callone Pontificio e il Lago di Chiusi che comprende ancora un tratto del Fiume Tresa colla campagna adiacente fino alla confluenza del torrente Moiano, 1780, poi stampata (ASF, Piante moderne dei Confini, 225; IGM, Fossombroni, 4475);
Pianura di Valdichiana, 1780-1788 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 97), inserto di 8 tavole allegato al Concordato fra Granducato di Toscana e Stato della Chiesa del 1780, stampato a Firenze da Cambiagi, di autori e incisori vari (Salvatore Piccioli, Cosimo Zocchi, Antonio Capretti, Benedetto Eredi, Giovan Battista Cecchi, Cosimo Colombini, Giuseppe Baldassarre Puliti);
Pianta della Tenuta di Vitozza nella Reale Contea di Sorano, 1783 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 230);
Pianta della Tenuta di Piancistalla di proprietà di S.A.R. posta nella Contea di Sorano […], 1783 (ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni, n. 232);
Carta Topografica della Valle Superiore del Tevere e parte del Casentino, 1788 (ASF, Segreteria di Finanze. Affari (1788-1808), f. 118): il prodotto è collegato ai rilievi effettuati per la nuova strada di collegamento con l'Adriatico progettata dal matematico Pietro Ferroni;
Progetto di un tratto della nuova Strada Romana Firenze-Siena in Valdipesa e Valdelsa, 1791 ca., in 4 disegni di grande valore topografico e grafico (in ASF, Miscellanea di Piante, nn. 230a-d).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Ginori Lisci, 1978, p. 311; Rombai, 1982, pp. 19 e 22-25; Barsanti, 1987, p. 123; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 93-94; Gabellini, 1987, pp. 149 e 159; Vichi, 1990, p. 65; Vivoli, 1992, pp. 78-79; Rombai, a cura di, 1994, p. 163; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 178; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, p. 83; Di Pietro, 2005, pp. 130-131; ASF, Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Segreteria di Finanze. Affari (1788-1808); ASF, Piante moderne dei Confini; IGM, Collezione Fossombroni; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASS, Piante dei Quattro Conservatori.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Piccioli, Antonio

Antonio Piccioli
N. 9 aprile 1788
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Geometra e ingegnere

Biografia:

Produzione scientifica:
Dal 1809 al 1814, durante il governo francese, fu “commesso del percettore del Cantone di Peccioli, e ricevitore buralista” e dal 1812 segretario della Mairie della stessa cittadina.
Dal 1814 al 1818 fu apprendista senza provvigioni presso la Cancelleria di Peccioli.
Dal 1819 fu nominato geometra secondario del catasto nel Compartimento pisano e dal 1823 geometra primario (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1342, fasc. 3).
Entrò in servizio nella Camera di Soprintendenza Comunitativa dal 13 dicembre 1825.
Dal 1826 al 1830 divenne ingegnere di 2° classe ed operò per la Soprintendenza alla Conservazione del Catasto ed al Corpo degli Ingegneri d'Acque e Strade prendendo servizio a Radicondoli.
Nel 1831-32 era ingegnere del circondario di Campiglia; dal 1833 al 1834 a Empoli; in questi due anni ebbe modo di occuparsi in diverse occasioni dell'Arno nell'area empolese. Interessante è una sua relazione, datata 1833, in cui descrive in dettaglio il corso dell'Arno da Ponte a Signa alla confluenza del torrente Pesa, parlando dell'alveo e delle ripe ma anche dei manufatti e degli interventi fatti in quel tratto (in ASCE, Prospetti Statistici dei fiumi e fossi, 1833, n. 382).
Dal 1836 al 1846 fu trasferito a Lari, e fu promosso ingegnere di 2° classe.
Dal 1847 al 1850 divenne ingegnere ispettore di 1° classe, e svolse il suo servizio a Siena.
Nel corso della sua attività di ingegnere pubblico nell'area pisana, seguì direttamente numerosi progetti, sia nel settore della viabilità che in quello urbanistico e idrografico, realizzando diverse rappresentazioni cartografiche (la documentazione seguente è in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, ff. 586, 624, 675, 699, 730, 757, 786 e 1099), in particolare:
nel 1835 si occupò di una controversia confinaria, rappresentando planimetricamente una porzione del castello di Chianni e nel 1840 fu la volta di una porzione di Collesalvetti;
nel 1836-38 eseguì i rilievi e i disegni di alcuni terreni da allivellare nelle Comunità di Fauglia e di Lari;
sempre nel 1837 si occupò dell'ampliamento del Casinò dei Bagni di Casciana; del miglioramento della rete stradale interna della Comunità di Loenzana e della rettificazione di un tratto della Strada Rosignanina nella comunità di Santa Luce;
nel 1838 effettuò il rilievo con pianta del Torrente Sabbiena nella Comunità di Santa Luce.
Negli anni 1848-52, lavorò al progetto di costruzione della stazione ferroviaria di Colle di Val d’Elsa, realizzata dalla Società della Strada Ferrata Centrale della Toscana, con la soprintendenza dell'ingegnere Giuseppe Pianigiani.

Produzione di cartografia manoscritta:
Cartone Generale del Circondario Idraulico di Vada; Cartone Generale del Circondario Idraulico di Cecina; Pianta Planimetrica della Pianura di Vada; Pianta Planimetrica della Pianura di Cecina (in tutto 6 tavole), 1843 (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 399a-b, 400a-b, 401a-b);
Disegno di un ponte sulla strada Grosseto-Siena, 1847 (ASGr, Camera di Soprintendenza Comunitativa, n. 396, f. 79, c. 32, sc. 171);
Pianta delle Macchie e Boschi addetti alla "Tenuta di Tartaglia” posti nelle due Comunità di Lari, e Santa Luce nelle Respettive Sezioni di Lettera F e A., 1853 (Firenze, Collezione privata).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 187; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 343-345; Nanni, Pierulivo e Regoli, 1996, pp. 64-65; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, p. 54; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 133, 532, 545-546, 558, 563, 581, 585, 590 e 705; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade; ASF, Miscellanea di Piante; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASGr, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASCE, Prospetti Statistici dei fiumi e fossi.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Piazzini, Stefano Menelao

Stefano Menelao Piazzini
N. Pisa 10 Ottobre 1762
M.

Relazioni di parentela: Appartenente alla stessa famiglia degli altri due ingegneri Ferdinando e Giovanni Michele Piazzini. Nel 1827 risultava vedovo, con “due figli maschi ed otto figlie femmine delle quali una sola accasata”.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Primo Ingegnere, ispettore Soprint

Biografia:

Produzione scientifica:
Dal 13 ottobre 1781 fu ammesso con rescritto granducale “a fare pratica sotto gl’ingegneri dell’Uffizio de’ Fossi di Pisa senza veruno stipendio, e col solo emolumento delle diarie in occasioni di gite in campagna”.
Dal 13 aprile 1783, con mp fu nominato al posto di “aiuto dell’Ingegnere dello stesso uffizio, posto “vacato per la morte dell’Ingegner Niccolai, e secondo Ingegnere dal 21 gennaio 1815; primo ingegnere dal 13 dicembre 1821 (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1342, fasc. 2).
Nel giugno 1786, nell’ambito dei lavori di bonifica del comprensorio del Bientina, effettuò la Livellazione della parte destra dell’Arno tra lo scolo del Giuntino e la foce della Zambra (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.3: Bencivenni, 1984, pp. 77-78 e 81-82).
Nel 1801 ebbe l’incarico della redazione di alcune piante di poderi appartenenti alla famiglia fiorentina dei Riccardi, posti nel Pisano, fra Pontedera e Ponsacco, e compresi nella Fattoria della Cava e di quella vicina di Villa Saletta, una delle più antiche proprietà della famiglia.
Nel 1820 fece parte di una Commissione di ingegneri incaricata di esaminare i progetti per il nuovo Palazzo Pretorio di Pisa.
Dopo l'istituzione della Camera di Soprintendenza Comunitativa, dal 13 dicembre 1825 fu il primo ingegnere ispettore del compartimento pisano; sotto ispettore era Roberto Bombicci. Al Piazzini, in virtù del suo ruolo, era affidata la competenza sui fiumi Arno e Serchio, sui canali navigabili da Pisa a Ripafratta e da Pisa a Livorno, e la cura della corrispondenza con la Camera di Soprintendenza e con il Corpo degli Ingegneri del Circondario.
Nel 1825 redasse una memoria sul prosciugamento del lago di Bientina.
A questo riguardo, scrive il granduca Leopoldo II, nella sua ricostruzione della vicenda del Progetto Nottolini, che “negli ultimi tempi l’architetto Nottolini lucchese, uomo di molto ingegno ma fervido ed immaginoso, produsse altro progetto col quale tutti si eliminarono i pericoli e tutti si assicurarono i vantaggi: a Bientina lo scolo, a Massaciuccoli le colmate, a Pisa assicurazione dal Serchio; ottenne favore presso la regina d’Etruria che allora governava Lucca. Fu raccomandato a mio padre, e da questi fu deputato l’ingegnere Stefano Piazzini, uomo pratico delle acque nostre e versatissimo nelle condizioni del Pisano, a fare con Nottolini li studi sul terreno e referire sul dispendio”. Dopo le trattative con Lucca e dopo un attento sopralluogo del giovane Leopoldo non ancora granduca in compagnia del Piazzini “colle carte”, l’affare rimase però per anni in sospeso. Fu infine ripreso dal nuovo principe, che così prosegue. “Ripresi il progetto Nottolini e, nelle notti vegliate a Pisa nel 1832, pensai da me la grandissima differenza di spesa tra le due perizie Piazzini e Nottolini, che non poteva nascere da caso o da errore…” (Pesendorfer, a cura di, 1987, p. 246).
Non disdegnò di praticare funzioni di ordine architettonico come dimostra il progetto sui restauri del Duomo steso nel 1825 insieme ad Alessandro Gherardesca e il progetto preparato nel 1826 – con il congiunto Ferdinando e con Giuseppe Caluri – per la ristrutturazione del campanile della chiesa conventuale.
Attorno al 1830, per conto dell'Opera del Duomo di Pisa, diresse, insieme a Giovanni Pacini, i lavori di restauro della Cattedrale.
Dal 14 gennaio 1833 continuò a prestare servizio presso la Camera con il titolo di Ispettore onorario del Corpo degli Ingegneri per i servizi idraulici della Pianura Pisana.
Durante il suo servizio presso gli apparati dello Stato, all’incirca tra il 1807 e il 1833, seguì direttamente numerosissimi progetti per conto dell'Uffizio dei Fiumi e Fossi e poi della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, sia in campo urbanistico-architettonico, sia nel settore della viabilità che in quello del controllo e della manutenzione dei corsi d'acqua e delle aree umide, realizzando una serie nutrita di rappresentazioni cartografiche (tutta la documentazione è in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, ff. 11-12, 22, 52, 57, 59, 70, 94-96, 104-105, 112, 114, 131, 147, 157, 167, 170, 188, 194, 212, 232, 236-237, 263, 265, 290, 292-295, 319, 321, 324, 326, 355, 561 e 822).
Si occupò di numerosissimi rilievi e progetti relativi alla problematica situazione idrografica della Pianura Pisana, rappresentando, in particolare:
il Fiume Serchio nei pressi dello sbocco in mare (nel 1807 e 1812), nel tratto della Comunità di Barga (nel 1819, 1821 e 1829), nella Tenuta di Migliarino (nel 1822) e in altri tratti per lavori alle ripe (nel 1827); un fosso nella Pianura di Stagno nella Comunità di Collesalvetti (nel 1810); il fiume Arno nella Pianura Pisana, con planimetrie e sezioni trasversali (nel 1814, 1821-23 e 1827-1831) e in seguito ad una inondazione (nel 1816) e per un nuovo muro da farsi sul suo corso in Pisa (nel 1820); il nuovo alveo del torrente Baccatojo nella Comunità di Pietrasanta, con annessa relazione (nel 1815); lo Stagnolo di Vada e sue adiacenze (sempre nel 1815); il "Pontino" sul Fosso dei Navicelli presso Livorno per la sua ricostruzione (nel 1818); un ponticello in muratura da costruirsi sullo Scolo Maestro di S. Giovanni alla Vena presso il suo sbocco in Arno, Comunità di Vicopisano, al posto del ponte di legno, con annessa relazione (nel 1818); un ponte in muratura su un affluente dell'Arno (nel 1819).
Eseguì le planimetrie di alcuni terreni comunitativi del comprensorio pisano che dovevano essere venduti, acquistati o concessi a livello, nelle comunità di Bagni S. Giuliano (nel 1807, 1818, 1819, 1828), di Cascina (nel 1815 e 1818); di Pontedera (nel 1827).
In campo architettonico, nel 1814 e 1815 progettò la ristrutturazione interna dello stabile dell'Ufficio dei Fiumi e Fossi; e nel 1818 realizzò la pianta del palazzo di proprietà della Duchessa di Massa posto in Pisa; nel 1820 si occupò della torre campanaria della Chiesa di Barga; nel 1822 eseguì i disegni di alcuni magazzini in Pisa da realizzare in luogo di un'antica cateratta; nel 1822-23 si occupò dei Bagni ad Acqua (Casciana Terme), realizzando due piante su incarico del gonfaloniere di Lari, per un progetto generale di miglioramento dello stabilimento termale; nel 1824 disegnò un edificio di proprietà dell'Opera di Cascina e i Mulini Regi di Ripafratta (con il sottoispettore Roberto Bombicci); nel 1827 la nuova Fonte nella Piazza di S. Caterina.
Si occupò anche del rilievo di terreni edificabili alienabili a privati, in prossimità della viabilità principale e dei corsi d'acqua: sul Canale dei Navicelli presso Pisa (nel 1825); lungo la Strada Regia Lucchese (nel 1827); sulla Strada Regia Vicariese (nel 1827); su alcuni tratti d'argine dell'Arno (nel 1823, 1828, 1829, 1830 e 1833) e del Serchio (nel 1828); lungo il Canale Navigante di Pisa (nel 1827).
I progetti in campo stradale riguardarono: la rettificazione di un tratto della Strada Provinciale da Sarzana alla Cisa (nel 1828); il miglioramento della Strada Regia Postale Livornese (nel 1829); il raddrizzamento della Strada Regia postale Lucchese (nel 1829); la Strada Regia di Sarzana (nel 1829); l'allargamento della Strada Regia Vicariese (nel 1831).
In qualità di incisore, intorno al 1790 eseguì alcuni profili del Padule di Bientina, delineati da Rocco Francesconi, e allegati alla relazione del matematico Pio Fantoni, in un disegno dal titolo: Quattro profili di misurazione del bacino del Bientina e del Nuovo Ozzeri dal padule fino al mare (ASF, Miscellanea di Piante, n. 26).

Produzione di cartografia manoscritta:
Livellazione della parte destra dell’Arno tra lo scolo del Giuntino e la foce della Zambra, giugno 1786 (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.3);
Progetto con disegni di un tratto della "Strada Regia Fiorentina" lungo l'argine di sinistra dell'Arno, in località La Rotta, fine del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 28);
Pianta di terreni comuni della Comunità di Crespina (Pisa) da allivellare e varie altre piante di terreni delle Comunità di Asciano Pisano e Visignano, fine del XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, nn. 148, 111 e 119);
Pianta della Tenuta di S. Rossore di S.A.R., Pisa e altra pianta delle "Tenute boschive" di S. Rossore, 1785 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, nn. 169 e 158);
Pianta dell’andamento del litorale [di Pietrasanta] dallo Scalo dei Marmi fin’a Motrone, 1786 (ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi, 2000, fasc. 10);
Quattro profili di misurazione del bacino del Bientina e del Nuovo Ozzeri dal padule fino al mare, (ASF, Miscellanea di Piante, n. 26), incisione, 1790 ca.
Quattro profili di misurazione del bacino del Bientina e del Nuovo Ozzeri dal padule fino al mare, (ASF, Miscellanea di Piante, n. 26), incisione, 1790 ca.
Pianta di terreni appresellati nella Comunità di Vicopisano (Pisa), 1794 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 132);
Pianta di terreni posti nel Livornese con indicazione dei proprietari, con l'ingegnere Giovan Domenico Riccetti, 1798 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 597);
Pianta del Castello di Rosignano e sue adiacenze, 1799 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 22);
Profilo di livellazione di un corso d'acqua nel territorio di Vada, s.d. (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 105);
Pianta dei due poderi denominati Mulino Dainello e Pinnocchio, 1801 (Firenze, Collezione privata).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 186; Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, p. 215; Barsanti, 1987, pp. 85, 102, 106, 108, 111, 122 e 141; Rombai, 1987, p. 373; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 69-70 e 408; Rombai, 1993, p. 44; Melis, 1996, p. 259; Giglia, 1997, p. 109; Bencivenni, 1984; Pesendorfer, a cura di, 1987, p. 246; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 133, 307, 309-313, 325-326, 329-332, 336, 338, 350, 359, 365-366, 372-375, 382, 384, 387, 393, 404, 410-411, 418-423, 426, 431-440, 443, 445-446, 449, 453, 468, 521 e 601-602; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade; AAADF

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Piazzini, Giovanni Michele

Giovanni Michele Piazzini
N.
M.

Relazioni di parentela: Ingegnere pisano, appartenente alla stessa famiglia degli altri due ingegneri Ferdinando e Stefano Piazzini.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere Ufficio Fossi Pisa

Biografia:

Produzione scientifica:
Già dal 1740 fu attivo come collaboratore presso l'Ufficio dei Fossi di Pisa, ente presso il quale fu anche "ministro a cavallo"; nella seconda metà del secolo gli subentrarono nell’incarico Ferdinando e Stefano.
Nel 1740-41 collaborò con l’ingegnere della Parte Antonio Falleri, in qualità di “aiuto”, ai lavori nella pianura di bonifica pisana che portarono alla redazione di alcune cartografie generali dell’area.
Dal 1745 fu ammesso tra gli "aiuti" della magistratura fiorentina dei Capitani di Parte Guelfa, su parere favorevole di Tommaso Perelli che lo definì "franco e pulito nel disegno".
Operò fino almeno agli anni ‘70.
E' fra gli autori, insieme a Ruggieri e Zocchi, delle tavole dei Bagni di S. Giuliano pubblicate nel trattato del Cocchi del 1750.
Agli inizi degli anni ’60, si occupò di interventi ai corsi d’acqua della Valle del Roglio ed Era nella pianura pisana, fra Palaia e Pontedera, realizzando anche alcune piante (in ASF, Archivio Riccardi, f. 383 e ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, nn. 77 e 78).
Nel 1768 fu in Versilia dove si occupò dei lavori alla Strada di Marina (che conduceva dalla Apuane al Magazzino del Ferro presso il mare); a tal fine produsse una dettagliata relazione con annessa rappresentazione cartografica (Nepi, a cura di, 2003, p. 59).
Alla fine degli anni ’70 si occupò della pianura costiera maremmana a sud di Livorno. In una dettagliata relazione, datata 4 aprile 1778, Giovanni Michele Piazzini così scriveva al Ministro Gerente della Mensa Arcivescovile di Pisa Lorenzo Cipollini: “Ritornando di Maremma mi son fermato nei Paduli di Vada per riconoscere se erano stati fatti i Lavori che mancavano a compirsi per il prosciugamento di essi a forma delle mie Relazioni, e dei Benigni Rescritti di Sua Altezza Reale, ma non ho trovato che vi sia per anche stata posta la mano, anzi avendo visitati i luoghi di maggior importanza ho ritrovato che la Foce di Pozzuolo dopo l'ultima Libecciata rimasta serrata dai rigetti del Mare, non è stata più riaperta, e trattiene una quantità d'acqua che occupa per più della metà il Paduletto. Che il Ponte di Legnami al passo della Strettoia è caduto nel Fosso, e trattiene in esso un mezzo braccio d'altezza d'acqua che occupa qualche piccola parte del Padul Grande. Che altri Ponticelli sono similmente caduti, e fanno tura in altri Scoli, in molti dei quali son nate le cannelle, e paglie che impediscono il libero corso alle acque, ed hanno bisogno di esser ripuliti, come principalmente ha bisogno di esser ripulito lo Scolo Maestro del detto Padul Grande verso il suo Sbocco nello Stagnolo da alcuni ridossi di rena che vi ha portato. Dal Presidio di Vada ancor mi fu fatta istanza di osservare il Fosso detto del Masini (oggi ricoperto) che trovai ripieno, e serrato di cannelle a segno che le acque, come mi dissero, si spandono sopra i terreni contigui alla detta Torre, e viddi che difatto ha bisogno di esser ripulito, ed escavato. A Rosignano interrogai il Geri Fattore dei Signori Affittuari se aveva ordine di metter la mano a ultimare i lavori per il prosciugamento della Macchia, e mi disse di non averlo, e che aspettando prontamente i suoi Signori Principali, gli avrebbe fatto sapere la mia visita, e le mie premure. E siccome s'accosta la terminazione della Proroga di un anno accordata dal Biglietto Riverito del 20 Maggio 1777 per ultimare tutti i Lavori da farsi per il total prosciugamento di quei Paduli, così mi son creduto in dovere di renderne intesa Vostra Signoria Molto Reverenda perché possa sollecitarne l'esecuzione. E pieno del dovuto rispetto e stima, ho l'onore di rassegnarmi di Vostra Signoria Molto Reverenda” (Paolini, 2001). Tra il 1782 e il il 1784 diresse i lavori di ricostruzione della chiesa pisana di S. Apollinare in Barbaricina e ne progettò il campanile.
Nel 1783 fu responsabile dei lavori di ampliamento degli Spedali pisani e del rastauro della Chiesa di S. Chiara.
A Giovanni Michele è attribuita la Pianta del Collegio Puteano, anonima e non datata (ma della metà del XVIII secolo), comprendente le planimetrie di tutti e tre i piani; l’edificio fa parte della "Parete Ovest" della Piazza dei Cavalieri in Pisa, ideata da Giorgio Vasari per conto di Cosimo I nel 1561.

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta dell’adiacenze del Lago di Bientina e dell’argine che difende quella Comunità chiamato l’Argin Grosso dei Bientinesi, [1740-42] (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, f. 1563, n. 1);
Pianta di appezzamenti di terra nelle comunità di Riglione e di Montione, nella Pianura Pisana, per conto dell'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, 1742 (ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano, n. 21);
Copia di una pianta indicante la rete idrografica della pianura costiera tra Pisa e Livorno, 1° febbraio 1757 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 618);
Pianta regolare del corso del Roglio dal Mulino Riccardi fino allo sbocco del Carfano […], 1762 (ASF, Archivio Riccardi, f. 383) e Pianta del torrente Roglio e delle campagne adiacenti, con le livellazioni (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, nn. 77 e 78);
Pianta de' beni incolti della Comunità di Filettole, 1764-1765 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 151);
Andamento della Strada detta di Marina a destra del Fiume Seravezza dal Ponte di Tavole fino alla Piaggia del Mare, 1768 (ASF, Magona del Ferro, f. 1478) (Nepi, a cura di, 2003, pp. 58-59);
Pianta di un podere della Fattoria granducale delle Cascine di Bientina, luglio 1771 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 313);
Pianta della campagna a destra del Serchio dal Mare fino al Confine di Lucca, 1783 (AGTM); in realtà si tratta di una copia rettificata di un'altra mappa disegnata dallo stesso Piazzini nel 1746;
Pianta di alcune tenute poste nella Pianura Pisana, realizzata insieme a Niccolaio Stagi/Stassi, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 607).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, p. 218; Barsanti, 1987, p. 97 e 139-140; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 309, 411 e 415; Rombai, 1987, pp. 393-394; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989, pp. 54-55; Mazzanti e Sbrilli, 1991, pp. 244-260; Melis, 1996, p. 259; Nepi, a cura di, 2003, pp. 58-59; Paolini, 2001; Zagli, 2001, tav. 15; ASF, Magona del Ferro; ASF, Archivio Riccardi, 383; ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano; ASF, Miscellanea di Piante; AGTM.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Piazzini, Ferdinando

Ferdinando Piazzini
N.
M.

Relazioni di parentela: Ingegnere pisano, appartenente alla stessa famiglia degli altri due ingegneri Stefano e Giovanni Michele Piazzini.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere Soprint

Biografia:

Produzione scientifica:
Fu inquadrato nei ruoli dello stato ma provvide anche a servire i Cavalieri di Santo Stefano: infatti, nel 1826 progettò – con il congiunto Stefano e con Giuseppe Caluri – la ristrutturazione del campanile della chiesa conventuale.
Nell'agosto 1821 partecipò al concorso pubblico per aiuto copista nella Camera degli Ingegneri dell'Ufficio dei Fiumi e Fossi di Pisa; per la "prova grafica" assegnata, disegnò la Pianta di una parte della Tenuta di Cecina (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 112), aggiudicandosi il posto e superando l'altro candidato, Gaetano Bonafalce.
Così dal 14 settembre 1821 poté prendere servizio, come aiuto Ingegnere, nell'Ufficio dei Fossi di Pisa.
Dal 13 dicembre 1825, dopo l'istituzione della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, ricopri il ruolo di aiuto ingegnere, specialmente addetto alla copia delle piante, presso l'Ispezione di Pisa.
Nel corso della sua attività nella Camera pisana, seguì direttamente numerosi progetti, soprattutto nel settore della viabilità, realizzando una serie nutrita di rappresentazioni cartografiche (tutta la documentazione è in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, ff. 187, 263, 292, 336, 352, 355, 464 e 981), in particolare:
i progetti in campo stradale riguardarono la rettificazione di una strada minore nel territorio di Barga (1825); il miglioramento della Strada Regia Postale Livornese tra Pisa e il Fosso Reale (1829); la progettazione (eseguendo planimetrie e profili), come aiuto dell'ingegnere Roberto Bombicci, di un nuovo tratto della Strada Regia Emilia nella Comunità di Rosignano, con il nuovo ponte sul Torrente Marmolaio (1831); l'allargamento della Strada Regia Vicariese (con diverse piante del 1831); la costruzione di un nuovo ponte sul Fiume Cecina al passo della Strada Provinciale Maremmana detta del Cerro Bucato (1834).
Nel 1827 progettò la nuova fonte di Piazza S. Caterina e un nuovo canale murato per deviare l'acqua dal Fosso Macinante da Pisa a Ripafratta verso un opificio molitorio del conte Agostini Della Seta; nel 1830 si occupò del sistema idrico-fognario di Pontedera.
Si occupò anche di un’indagine sulla parte terminale del Fiume Morto, dalla quale si evinceva la scarsa pendenza del corso d'acqua ed i problemi da ciò derivanti.
Con Lorenzo Nottolini, Piazzini è autore il 30 giugno 1828 di una perizia (con piante e profili di livellazione) per l’essiccazione del Lago di Bientina (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.13, ins. 4: Bencivenni, 1984, p. 85).
Nel 1850 pubblicò la Memoria intorno ai diversi progetti concernenti la depressione delle acque del Lago di Sesto, ossia di Bientina e la diversione del Fiume Serchio, Pisa, Tip. Nistri, 1850.
Oltre che come ingegnere, si distinse anche per la personalità poliedrica: negli anni '50 ricopriva l'incarico di Presidente della Società Filarmonica degli Alfei di Pisa.


Dell'irrigazione della pianura pisana, “Giornale Agrario Toscano”, vol. XX (1846), pp. 432-440;
Memoria intorno ai diversi progetti concernenti la depressione delle acque del Lago di Sesto ossia di Bientina e la diversione del fiume Serchio, Pisa, Nistri, 1850.


Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta di una parte della Tenuta di Cecina, 1821 (ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 112);
Piante e profili di livellazione per l’essiccazione del Lago di Bientina, con Lorenzo Nottolini, 30 giugno 1828 (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.13, ins. 4);
Progetto (in 4 figure) per la costruzione della nuova chiesa di Montescudaio, 1853 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 175);
Piante di appezzamenti posti nella campagna pisana (presso Bagni di S. Giuliano), facenti parte dei beni della Commenda di Padronato Priorato di Pisa Ginori Conti, dell'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, Pisa, 1° marzo 1856 (ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano, n. 1628, ins. 5).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 186; Caciagli, 1984; Barsanti, 1987, pp. 159-160; Rombai, 1987, p. 373; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 142; Barsanti, 1991, p. 315; Rombai, 1993, p. 44; Melis, 1996, p. 259; Giglia, 1997, p. 109; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 132, 347, 385-386, 423, 433, 460, 463-464, 468, 498 e 652; Bencivenni, 1984, p. 85; ASF, Miscellanea di Piante; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi; AAADF, Fondo Manetti; ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Pianigiani, Giuseppe

Giuseppe Pianigiani
N. Siena 12 Maggio 1805
M. 23 Ottobre 1850

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere e scienziato

Biografia:
Giuseppe Pianigiani nacque a Siena il 12 maggio 1805, quarto dei sei figli di Francesco Pianigiani (impiegato e poi direttore della Regia Posta di Siena, che morì il 15 ottobre 1832) e Orsola Cinatti (che morì il 18 dicembre 1837). Guseppe morì il 23 ottobre 1850 ad appena 45 anni, ancora nel pieno della sua attività di valente ingegnere, fisico accademico e matematico, studioso di meccanica, e allo stesso tempo pittore e inventore, dedito per diletto al gioco del pallone ed alla caccia.
Nel 1844 si era sposato con Albina Dagnino da Novi Ligure, che aveva conosciuto proprio in quell’anno a S. Ansano a Dofana presso Montaperti, dove egli si trovava in qualità di perito d’arte per dirimere una controversia insorta fra il parroco di quella cura e il dott. Cesare Canale, e dove la giovinetta (appena diciottenne) era ospite presso gli zii materni (la stessa famiglia Canale); il matrimonio fu celebrato il 16 maggio nella chiesa di Montaperti (Losi, 1872, pp. 7-8 e 31; Corbani, 1850, passim).

Produzione scientifica:
Dal 1829, in seguito ad una sua domanda inoltrata al granduca, il Pianigiani ottenne di essere impiegato nei cantieri della bonifica maremmana, alle dipendenze di Alessandro Manetti, e si trasferì nel Grossetano per tre anni. Il suo primo lavoro cartografico fu, in questi anni, una rappresentazione della Pianura maremmana con la montagnola di Santa Fiora. In questo periodo si occupò in particolare del canale diversivo del fiume Ombrone, in località Le Bucacce (realizzato nel 1830), progetto per il quale compì diversi esperimenti innovativi, raccolti poi una memoria che verrà pubblicata nel 1834, raccogliendo anche altri progetti sulla bonifica del Piano di Gosseto, nonché di quello di Scarlino e di Piombino. La memoria, seguita da una ricca appendice, era divisa in quattro parti: Descrizione della Pianura di Grosseto; Formazione della Pianura Grossetana, e sua decadenza dallo stato florido, in cui era a tempo degli Etruschi e dei Romani; Opere eseguite dai Granduchi di Toscana, fino a Leopoldo II; Opere eseguite dal Granduca Leopoldo II, per la Bonificazione della Pianura di Grosseto, di Scarlino e di Piombino (Losi, 1872, pp. 11-13).
Nel 1831 richiese ed ottenne la cattedra di Fisica teoretica all'Università di Siena. Correva voce che tale incarico fosse stato sollecitato dal Manetti, invidioso delle promettenti capacità e del talento del giovane Pianigiani. In realtà, anche dopo la sua nomina a professore, ebbe altri incarichi in Maremma sempre alle dipendenze del Manetti: nel marzo 1832 eseguì alcune livellazioni nel Piano di Campiglia; nell’aprile dello stesso anno, si occupò del progetto di diversione di un ramo del fiume Cecina per colmare gli Stagnoli di Vada e di alcuni miglioramenti da fare alla Via Emilia nel tratto da Cecina a Pisa; in novembre ebbe un nuovo incarico per la colmata degli Stagnoli di Vada, per il Canale diversivo del Fiume Cecina e per la rettifica della Via Emilia dal Ponte del Fitto fino al confine della Tenuta di Cecina (Ibidem).
In questi anni rilevò una topografica in rilievo (in cera) della parte montuosa Chianti – in scala 1:35.000, inquadrando il territorio fra il mulino dell’Ombrone presso Pianella, Monte Luco, Ajola presso Vagliagli e Fornacello presso la Villa del Serraglio – coadiuvato dall’amico e collega senese ingegnere Gaspero Pini che si occupò soprattutto dei calcoli per determinare ben 460 punti di altitudini rilevati mediante osservazioni barometriche. Il Pianigiani espose al granduca l’idea di estendere tale rilevamento (per il quale aveva ottenuto un sussidio granducale), poco alla volta, a tutta la Toscana; il Granduca consigliò di iniziare dall’isola d’Elba ma tale operazione non fu mai intrapresa per l’avvento del colera a Livorno e, in seguito, per le numerose altre occupazioni che videro impegnato l’ingegnere (Losi, 1872, p. 16). Il lavoro sul Chianti venne ripreso dal Pianigiani nel 1837, con la realizzazione di un saggio di Topografia altimetrica del Chianti e di un rilievo in gesso (ricavato dal precedente) sul quale vennero evidenziati l’orografia, i corsi d’acqua, i villaggi e le strade; tale opera, eseguita con l’aiuto di un altro amico, il dott. Cesare Canale, fu inviata al granduca (insieme al modellino dei meccanismi utilizzati a Parigi per innalzare l’obelisco di Luxor, che il granduca teneva nel suo Gabinetto privato insieme al quadro) che l’apprezzò particolarmente, ricompensando il Pianigiani con ben 840 franchi (Losi, 1872, pp. 18-20).
Nel 1834 presentò al granduca il progetto di una Villa Reale da costruirsi in Maremma e fu gratificato con una ricompensa pecuniaria (Losi, 1872, p. 16).
Nel 1835-36, su incarico del comune di Siena, elaborò un progetto per il restauro dell’acquedotto cittadino e per l’allacciamento di nuove sorgenti al fine dell’alimentazione di opifici industriali che sarebbero stati costruiti proprio nel centro abitato.
Al fine di integrare le sue conoscenze ingegneristiche, nel 1836, si recò in Francia e in Inghilterra; a Parigi conobbe il barone Prony, ispettore generale dei Ponti e Strade e direttore della scuola del medesimo corpo, e a Londra incontrò Brunel, autore del progetto del tunnel sotterraneo che attraversava il Tamigi. Durante il soggiorno all’estero, durato 4 mesi – visitando numerosi opifici e laboratori –, ebbe modo di conoscere e ammirare i progressi compiuti in molti settori delle scienze applicate e, soprattutto, le nuove vie ferrate che avevano già un notevole sviluppo specialmente in Inghilterra. Rientrato in Italia, forte della sua recente esperianza d’oltremanica, fece parte della Commissione di ingegneri italiani presieduta dal Serristori (con Giovanni Inghirami, Tommaso Bianchi, Paolo Folini, Luigi Bettarini, Francesco Leoni, Domenico Giraldi e Giuseppe Martelli), che affiancavano quelli inglesi (coordinati da Robert Stephenson) incaricati della costruzione della via ferrata Leopolda da Firenze a Livorno.
Da allora divenne grande esperto di questioni ferroviarie e, nel luglio 1838 – dietro raccomandazione dell’imprenditore senese Policarpo Bandini, ben introdotto negli ambienti economici del Granducato – fu incaricato dai promotori delle ferrovie toscane di intraprendere nuovi viaggi in Francia, Inghilterra e Belgio per documentarsi maggiormente sulla nuova architettura ferroviaria e per valutare le possibilità e le condizioni per l’acquisto in quei Paesi di locomotive, guide in ferro ed altri materiali necessari per le strade ferrate. Intraprese tale viaggio con Orazio Hall e con Agostino Kotzian, inviati per conto delle grandi case mercantili di Emanuele Fenzi e di Senn e C. di Livorno (Losi, 1872, p. 24; Catoni, 1981, p. 10).
Nel 1838 fece parte del gruppo di tecnici (incisori e disegnatori, tutti impiegati nella bonifica maremmana, oltre al Pianigiani, furono Felice Francolini, A. Daverio, Francesco Renard, Stefani, G. Gozzini, Luigi Balatri) (in OXF, V, n. 54) che eseguì una carta geometrica delle Maremme Toscane fra il Cecina e l'Alberese e altre "Tavole e prospetti statistici", in un album (27 tavole e 8 prospetti) che costituisce l'Appendice statistico-illustrativa della celebre opera di Ferdinando Tartini (1797-1858, fu uno dei segretari dell'Ufficio di Bonificamento e nel 1841 autore anche di una nota Guida di Firenze), Memorie sul bonificamento delle Maremme Toscane, Firenze, Giuseppe Molini, 1838, finanziata dall'Ufficio di Bonificamento delle Maremme, per far conoscere le grandi trasformazioni territoriali in atto in quella provincia sotto il governo di Leopoldo II di Lorena.
Nello stesso anno, la sua memoria relativa alla bonifica maremmana e in particolare agli esperimenti sul canale dell’Ombrone venne sottoposta al giudizio della R. Accademia della Scienze di Parigi, meritando il plauso di Prony e di Elia di Beaumont e l’inserzione negli Annali francesi di Ponti e Strade (n. CCCXLIV) (Corbani, 1850, pp. 8-11; Losi, 1872, p. 22).
Nel 1840 fu promosso alla cattedra di Fisica Sperimentale.
I risultati del secondo viaggio all’estero non si fecero attendere: nel 1840 il figlio di George Stephenson, Robert, accettato l’incarico della direzione dei lavori per la ferrovia Firenze-Livorno, nominò William Hoppener suo delegato ed il Pianigiani assistente ai lavori. Tale attività, iniziata con l’inizio dei lavori nell’aprile 1841, durò pero soltanto poco più di un anno, poiché nel settembre 1842, il Pianigiani decise di dimettersi, avendo ricevuto fino ad allora incarichi di poco conto (Catoni, 1981, p. 11).
Alla fine del 1841, il Serristori incaricò il Nostro di studiare il progetto per la realizzazione di una linea ferroviaria che collegasse Siena alla Leopolda; dopo una sommaria ma attenta ispezione dei terreni interessati, il Pianigiani pubblicò uno scritto sul Giornale di Commercio, dal titolo Primi pensieri sulla costruzione di un ramo di Strada Ferrata da Siena alla Leopolda, dal quale scaturiva che l’impresa non era impossibile. Nonostante le numerose difficoltà incontrate, qualche anno dopo, il Pianigiani sarà l’artefice tecnico della costruzione della linea senese detta Centrale Toscana Empoli-Siena (Catoni, 1981, passim).
Fin dal suo rientro in Italia si cimentò anche nell’invenzione e perfezionamento di alcuni macchinari e strumenti scientifici, fra cui l’igrometro ad acido solforico, il declinatoriografo, il barometro scorciato, la meridiana tascabile e, soprattutto, l’anemometrografo (per misurare e segnare la velocità, la direzione e la durata del vento), rendendone conto in una memoria a stampa pubblicata nel 1844. Un altro campo di applicazione del Pianigiani fu quello del perfezionamento dei mulini ad acqua e a vento e, nel 1844, formò una società di azionisti per la costruzione di un mulino sperimentale; il progetto non ebbe l’esito sperato per il cattivo funzionamento della macchina, tanto che l’operazione fu oggetto di scherno cittadino (Corbani, 1850, pp. 12-14; Losi, 1872, pp. 28-29 e 33-34).
Nel 1837 la sua attività di inventore venne in parte gratificata con l’incarico da parte della Deputazione dell’Azienda delle escavazioni di Livorno di far realizzare a Siena il modello in legno di una macchina da lui ideata, che fu detta “Tenaglione” o “Curaporto”, destinata al ripulimento della Darsena di Livorno; tale macchina però, che avrebbe dovuto essere costruita nella Ferriera di Follonica, non fu mai realizzata. Nel 1840-41 si occupò del disegno di un forno fusorio per il Sig. Succi di Gavorrano (Losi, 1872, pp. 20 e 25).
Come già accennato, nel 1845, come ingegnere Direttore dei lavori della “Società concessionaria della ferrovia per Siena” (una società di azionisti senesi creata dal comitato promotore), Giuseppe progettò la tratta che appunto da Siena giungeva ad Empoli, congiungendosi poi alla Leopolda, opera che dimostrò il grande ingegno e la forza di volontà del nostro ingegnere, pur non mancando le difficoltà soprattutto tecniche. Assistenti dell’ingegnere furono: Giovacchino Losi (ingegnere), Gaspero Pini, Girolamo Tarducci e Giovambattista Petrioli (Catoni, 1981, passim).
Nell’ambito della linea, il Pianigiani progettò (con una serie di particolareggiati disegni in scala 1:50) e diresse la realizzazione delle numerose strutture ad essa correlate (viadotti, ponti, gallerie), fra cui si ricordano: i tre grandi ponti sul Fiume Staggia, la Stazione e la Piazza di Colle di Val d'Elsa (negli anni 1848-52, con la collaborazione dell’ingegnere Antonio Piccioli) e finalmente la Stazione di Siena presso le Mura medievali. La Centrale Toscana fu inaugurata il 14 ottobre 1849 e il Pianigiani fu insignito della croce di Cavaliere del merito (Catoni, 1981, passim; Corbani, 1850, pp. 16-23; Losi, 1872, pp. 35-37; Maggi, 1996, passim).
Alla fine del 1848, il granduca, in visita a Siena, andò a visionare “il difficile e durissimo lavoro del tunnel presso Siena” e raccontava: “l’abilissimo professor Pianigiani, uno dei primi compagni miei di Maremma, il conduceva” (Pesendorfer, a cura di, 1987, p. 372).
Sempre in quegli anni, studiò la possibilità di proseguire la Centrale Toscana fino al confine con lo Stato della Chiesa e meditò a lungo sulle prospettive di un nuovo sviluppo manufatturiero di Siena, grazie all’inserimento della città, per mezzo della via ferrata, nel circuito commerciale regionale (Corbani, 1850, pp. 16-17).
Ancora negli anni ‘40, il Pianigiani (mentre stava lavorando alla ferrovia per Empoli) fu incaricato di progettare una nuova meridiana per l'Accademia senese dei Fisiocritici (sodalizio del quale fu anche Presidente), che era stata realizzata nel 1704 dal fondatore dell'Accademia Pirro Maria Gabbrielli (medico insigne dello Studio Senese), e distrutta dal disastroso terremoto del 1798. Egli ricostruì fedelmente in marmo graffito la meridiana a camera oscura che fu posta nella sala delle riunioni dove è ancora ben visibile; è ben documentata l'abitudine degli orologiai senesi di recarsi in Accademia, ogni lunedì mattina dalle 11,30 alle 12,30, per la regolazione degli orologi da usare nei loro laboratori.
Insieme a Lorenzo Nottolini, il Pianigiani, alla fine degli anni ’40, fu incaricato da una commissione per il bonificamento del Lago di Bientina (finanziata dal principe Carlo Poniatowsky) di studiare la fattibilità dell’operazione mediante la deviazione del fiume Serchio: da cui la memoria edita collettivamente da Cosimo Ridolfi, Giuseppe Pianigiani e Carlo Matteucci nel 1850 (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.12, ins. 2; Bencivenni, 1984, p. 83).
Nel 1848, in seguito alla concessione dello statuto costituzionale, il Pianigiani fu nominato da Leopoldo II senatore della Toscana. Nell’ottobre dello stesso anno, recatosi a Siena con la famiglia, il granduca (che gli aveva sempre manifestato la propria stima e il proprio incoraggiamento) lo volle come maestro di disegno per i suoi figli, il principe ereditario Ferdinando e l’arciduca Carlo (Losi, 1872, p. 61).
Nello stesso periodo, per la grande esperienza maturata dal Pianigiani nel campo ferroviario e per la stima e la fama ormai universalmente riconosciuta, fu nominato membro della grande Società d’imprese industriali degli Stati d’Italia, presieduta dal Marchese Cosimo Ridolfi ed ebbe la carica di Ingegnere in capo nella sezione amministrativa che faceva parte della Direzione superiore. In quella veste fu invitato a visitare diversi varchi appenninici, allo scopo di individuare il tracciato più agevole per una strada ferrata che congiungesse la Toscana con il Bolognese (Losi, 1872, p. 71).
L’ultimo lavoro al quale attese, alla fine degli anni '40, fu la direzione di un altro tronco ferroviario, la Strada Ferrata Carbonifera, dalla zona mineraria di Montebamboli al mare di Follonica, su progetto dell'ingegnere livornese Baldo Marchi e per conto della Società Anonima per la Ferrovia di Montebamboli. La linea a scartamento normale e a semplice binario, era lunga km 26,023 e, presso Torre Mozza, nel luogo oggi denominato "La Carbonifera", si prolungava sopra un pontile per lo scarico della lignite sui battelli. Questa ferrovia locale, che entrò in esercizio nel 1849 ma venne terminata completamente nel 1853, fu un investimento di ampia portata sul territorio. Ma quando l'ing. Baldo Marchi presentò nel 1845 il progetto del prolungamento della Carbonifera dalle miniere fino a Massa Marittima (Piano di Mucini), il commissario regio dei Lavori delle Strade Ferrate arch. Carlo Reischammer non l'approvò perché il tracciato presentava pendenze ritenute troppo forti (Landi, 1874, passim).
Giuseppe morì il 15 ottobre 1850, dopo pochi giorni di infermità, proprio al ritorno da una gita a Montebamboli, dove si era trattenuto dal 2 al 7 di quel mese. Si narra che le sue ultime parole, in un attimo di lucidità prima di spirare, siano state: “Bella linea! Si correrà come il fulmine”.
Dopo le esequie private nella chiesa di S. Domenico, il 25 novembre i professori dell’ateneo senese fecero celebrare i funerali solenni e il 29 dello stesso mese anche gli impiegati e i lavoranti della Strada Ferrata Centrale Toscana promossero una grande celebrazione nella chiesa di S. Agostino. L’affetto e la stima dei suoi concittadini portò al costituirsi di un comitato promotore per erigere, attraverso una sottoscrizione pubblica che fu estesa a tutta la Toscana, un monumento alla memoria del Pianigiani: l’opera, progettata ed iniziata dallo scultore senese Enea Becheroni ed ultimata (dopo la sua morte) da Tito Sarrocchi, è ancora oggi visibile nella chiesa di S. Domenico.
Nel 1851, il Consiglio della Centrale Toscana acquistò dagli eredi Pianigiani tutti i materiali relativi agli studi per la continuazione della ferrovia verso lo Stato Pontificio e approvò un lascito di 20.000 lire a favore dei figli dell’ingegnere (Losi, 1872, pp. 71-77).


Descrizione di alcuni nuovi strumenti fisici dell’Università di Siena, Siena, Onorato Porri, 1844;
Sopra la miglior linea ferrata tra la Toscana e le Legazioni da Prato a Bologna, Bologna, Società Tipografica, 1847;
Cenni di modificazione sull’insegnamento delle Belle Arti nella città di Siena, Siena, Tipografia del R. Istitutto Toscano dei Sordo-Muti, 1850.

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta geometrica delle Maremme Toscane fra il Cecina e l'Alberese, 1838 (OXF, V, n. 54, poi a stampa), in collaborazione con altri tecnici;
Progetti per la realizzazione della Strada Ferrata Centrale Toscana e dei manufatti relativi.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Corbani, 1850, passim; Losi, 1872, passim; Landi, 1874, passim; Catoni, 1981, passim; Bencivenni, 1984, p. 83; Pesendorfer, a cura di, 1987, p. 372; Barsanti, 1992, pp. 75; Barsanti, Bonelli Conenna e Rombai, 2001, p. 20; Maggi, 1996, passim; OXF.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci