Archivi tag: Siena

Santini, Giuseppe

Giuseppe Santini
N.
M.

Relazioni di parentela: Padre di Filippo Santini.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La sua attività professionale è documentata tra il 1671 e il 1716 ca.

Produzione scientifica:
Definito da G. Targioni Tozzetti (Viaggi, t. II, pp. 83 e 87) «celebre architetto e abilissimo ingegnere», fu capitano militare, forse della milizia urbana, e Primo ministro a cavallo dell’Ufficio dei Fossi di Pisa; lavorò spesso anche per lo Scrittoio delle RR. Possessioni.
Nel 1671 è soprintendente alla costruzione di sei ponti, al restauro del castello di Lari, alla costruzione delle strade fra Ponsacco e le Colline, fra Ripafratta e Lucca, fra Cevoli e le Colline e della Strada Maremmana (Emilia). Progetta inoltre l’escavazione del Fosso Reale, compare nelle opere di normale gestione idraulica, ed è richiesto di numerosi pareri.
Tra il 1672 e il 1673 si occupa della navigazione del canale di Ripafratta e dei Navicelli, della sistemazione delle fogne di Pisa, della costruzione del Palazzo e delle Logge del Podestà a Pontedera.
Dal 1677 al 1682 dirige il tentativo di deviare le acque del fiume Versilia a sfociare in mare verso il Cinquale, con la costruzione di una notevole arginatura. Nel 1679 redige il progetto di bonifica del Padule di Guinceri; cura i lavori per la costruzione del campanile di Peccioli e di alcuni ponti sul canale dei Navicelli e i lavori dell’Arsenale Mediceo Pisano per la fornitura di legname e per permettere la navigazione sull’Arno di una grossa galera varata in quell’anno (Fiaschi, 1938).
Nel 1679 elabora una carta sulla terminazione del padule di Fucecchio, poi riutilizzata nel 1681 da Vincenzo Viviani. Risale al 1686 la redazione, per conto del granduca, di tre mappe del Capitanato Vecchio di Livorno, di cui due, riguardanti la zona di Salviano, Tregolo e Calamosca e la zona del Cigna, Cignolo, Riseccoli e Corallo, attualmente perdute (Relazione Generale del 1777, in ASLi, Comunità, n. 697).
Nel 1695 firma la stima dell’edificio della ex Dogana, ristrutturato in funzione della costruzione della scala del nuovo palazzo dei Priori di Pisa. Nel 1700 redige la pianta delle fortificazioni pisane; negli anni intorno al 1716 compie una ricognizione del corso dell’Arno nella campagna pisana, insieme al colonnello Cornelio Meyer e a Vincenzo Viviani

Produzione di cartografia manoscritta:
Disegno in piante dei beni del Tellini di Calci adiacenti al Baluardo di Porta a Piagge, 1701 (ASP, Piante dell’Ufficio Fiumi e Fossi, n. 12);
Pianta delle differenze di Castelvecchio con S. Quirico al Monte dell’Uso, 1695 (ASF, Piante antiche dei Confini, n. 103);
Pianta del Padule di Fucecchio, 1679 (OXF, V, n. 7; edita in Targioni Tozzetti, 1761);
Il presente Disegno in pianta mostra come sono situati li beni che sono nella tenuta di Montenero, 1686 (ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, n. 82);
Beni che sono nella tenuta di Montenero fatta da me capitano Giuseppe Santini Ingegnere di SAS l’anno 1688 (ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, n. 82);
Carta della Valdinievole (citata da F. Morozzi, cfr. Francovich, 1976, p. 489);
Pianta della valle o pianura di Bientina Calcinaia e Vico Pisano compresa da monti pisani colline di Montecchio e S. Colomba e fiume Arno, s.d. (poi copiata da F. Morozzi, cfr. Francovich, 1976, p. 504).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987; Azzari, 1993; Barsanti e Rombai, 1994; Caciagli, 1984; Francovich, 1976; Gabellini, 1987; Greppi, a cura di, 1991; Mazzanti, 1984; Rombai, 1993; Rombai, 2003; Toccafondi e Vivoli, 1987; Caciagli, 1995; Nepi, 2003; Melis e Melis, 1996; ASP, Piante dell’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa; ASF, Piante antiche dei Confini; ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni; OXF; ASLi, Comunità.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Santini, Filippo

Filippo Santini
N.
M.

Relazioni di parentela: Figlio del capitano Giuseppe Santini ingegnere dell’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
La sua attività professionale è documentata a partire dagli anni 1720 ca., con il progetto del nuovo canale parallelo a quello “dei Mulini” tra Pisa e S. Giuliano.

Produzione scientifica:
Dal 1725 fa parte, prima come aiuto e poi come ingegnere effettivo, dell’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa, e lavora anche per l’Ordine di S. Stefano.
Nel 1724 è a capo dei lavori presso la chiesa di S. Domenico in corso Italia a Pisa, e redige un progetto per la chiusura della Loggia dei Bianchi. Nel 1725 inizia a lavorare nell’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa. Nel 1731 firma una perizia su alcuni lavori presso la chiesa della Madonna dell’Acqua. Nel 1740 accompagna Pompeo Neri e Tommaso Perelli nella visita alle pianure pisane, ordinata dalla Reggenza lorenese per provvedere ad una loro organica sistemazione. Al 1741 risale la pianta delle Terme di S. Giuliano, e nello stesso anno visita con Guido Grandi la rete idrografica della pianura pisana fra l’Arno e il Serchio.

Produzione di cartografia manoscritta:
Piante dei beni dell’Ordine di S. Stefano al confine con la comunità di Perignano, 1750 ca. (ASP, Piante e disegni dell’Ordine di S. Stefano, n. 34);
Veduta di diversi profili fatti nel fosso del Mulino di Pisa che viene da Ripafratta dal Serchio in tempo che era levata l’acqua (...), con Giovanni Domenico Rinaldi, 1727 (ASF, Miscellanea di Piante, n, 616);
[Podere] nel Com. di Lavaiana L.o D.o Il Rigone e [Terreni] In Comune di Lavaiana e Gello L.o D.o La Girotta, 1732 (ASP, Piante e disegni dell’Ordine di S. Stefano, n. 29);
Plan des la chasse de Saint Rossore distant de La Ville de Pisa trois Mille du Coste du Ponent, s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 532);
Plan de territoire de Coltano appartenent a S.A.R. [...], s.d. (ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, 535).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, a cura di, 1992; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989; Barsanti e Rombai, 1994; Guarducci e Rombai, 1999, pp. 71-109; Valentini, 1993, pp. 245-303; Nuti, 1986; Melis e Melis, 1996; Caciagli 1995; ASP, Piante e disegni dell’Ordine di S. Stefano; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dello Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Sandrini, Andrea

Andrea Sandrini
N.
M.

Relazioni di parentela: Nipote di Raffaello Pagni o di Pagno.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Di origine senese, nel 1588 è capomastro dell’Ufficio dei Fossi di Pisa, poi ingegnere dei Capitani di Parte Guelfa di Firenze; lavora anche per l’Ordine di S. Stefano. La sua attività risulta documentata tra il 1588 e il 1608.

Produzione scientifica:
Nel 1588, come capomastro dell’Ufficio dei Fossi di Pisa, viene incaricato da Ferdinando I della costruzione dell’acquedotto da Asciano a Pisa, detto Fabbrica delle Fonti, che completa nel 1595. Nel 1601 viene eletto deputato del granduca, insieme con Gherardo Mechini e Cosimo Pugliani, per una perizia sul livello della Valdichiana. Nel 1607 compie diverse visite nella zona di Tirli e Pian d’Alma, presso Castiglione della Pescaia. Proprio sul confine con il principato di Piombino, progetta la riduzione del torrente Alma a canale navigabile, da utilizzare per l’esportazione dei prodotti forestali.

Produzione di cartografia manoscritta:
Percorso dell’acquedotto mediceo da Asciano a Pisa, 1591-95 (attribuita, ASP, Piante dell’Ufficio Fiumi e Fossi, n. 6a);
Sorgenti e tratto iniziale dell’Acquedotto di Asciano, 1590 ca. (attribuita, ASP, Piante dell’Ufficio Fiumi e Fossi, n. 6b);
Carta della tenuta del feudo di Camposervoli, 1608 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 370);
Pianta della fattoria della Fonte al Ronco, 1608 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 113/a);
L’altra parte della Fattoria di Montecchio che seguita in verso a Valiano, 1608 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 113/b);
Livello della Valdichiana a dì 4 ottobre 1601, con Carlo Maderno, Giovanni Paolo Maggi, Girolamo Rinaldi, Gherado Mechini, Cosimo Pugliani (SUAP, RAT, 261/a);
Pianta del castello di Montecchio, 1600 (ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, n. 434);
La confinazione in Pian d’Alma, 1607 (ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, f. 645, t. 1, n. 39).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Archivio di Stato di Firenze, 1991; Barsanti, 1987; Barsanti, 1984; Barsanti, 1992; Barsanti e Rombai, 1986; Guarducci e Rombai, 1999, pp. 71-109; Orefice, 1996; Rombai, 2003; Rombai, 1995; Rombai, 1993; Rombai, 2001; Toccafondi e Vivoli, 1993; Valentini, 1993; ASP, Piante dell’Ufficio Fiumi e Fossi; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni; ASF, Scrittoio delle RR. Possessioni; SUAP, RAT.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Rosamaria Martellacci

Salvetti, Giuseppe

Giuseppe Salvetti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere e architetto granducale

Biografia:
Almeno dal 1770 e per circa un ventennio fu il capo ingegnere e quindi fu al vertice della burocrazia tecnica dello Stato lorenese. In tale veste fu anche il principale collaboratore – con tanto di autonomia che non di rado si tradusse in posizione critica – dei vari matematici che svolsero il ruolo di coordinatori delle politiche territoriali granducali, come Tommaso Perelli e Leonardo Ximenes, Pietro Ferroni, Pio Fantoni e Vittorio Fossombroni.
Il granduca Pietro Leopoldo nelle sue Relazioni lo definì alla fine degli anni ‘80 "uomo di sufficiente abilità" ed "onesto", ma che si dimostrava poi "lento e comodo nelle sue commissioni", eseguendo "i suoi lavori con troppo lusso e magnificienza" e fidandosi " dei suoi giovani e capimaestri, per i quali ha delle preferenze e le spese crescono a dismisura" (Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, 1969, I, pp. 81 e 125).
Fra i suoi allievi viene ricordato l'ingegnere fiorentino Gaspero Pampaloni.

Produzione scientifica:
Nell’impossibilità di elencare tutti gli incarichi che lo videro protagonista, si ricordano almeno quelli principali.
Nel 1766-68 fu in Valdichiana con il collega Angelo Maria Mascagni per progettare la colmata a sinistra del Canale Maestro tra il Callone di Toscana e il Ponte di Valiano, poi eseguita col matematico Pietro Ferroni nel 1771-72 (Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 174).
Nel 1769, sempre in Valdichiana, collaborò con Tommaso Perelli (insieme a Bombicci e Veraci) per elaborare – contro il piano di Ximenes contrario al proseguimento delle colmate e favorevole allo sbassamento della Chiusa dei Monaci per consentire almeno il parziale prosciugamento naturale della valle – un progetto minimale incentrato sulla ripulitura del Canale Maestro, il miglioramento delle confluenze nel Canale dei suoi tributari e il rifacimento ad una sola arcata dei Ponti di Arezzo. Nell’occasione, disegnò il Profilo della livellazione del Canal Maestro della Chiana dalla Pescaia dei Monaci della Badia di S. Flora e Lucilla della Città di Arezzo fino al Callone fatta nel mese di Giugno dell’anno 1769 nell’occasione della Visita del Matt.co Tommaso Perelli dall’Ing.re Salvetti, poi inciso da Giovanni Canocchi nel 1789 nelle Memorie del Fossombroni (Barsanti e Rombai, 1986, p. 101; e Di Pietro, 2005, pp. 123-124).
Il 21 gennaio 1768, con A. Tosi, redasse una Relazione ai Deputati sopra le Strade sul tratto Incisa-Malafrasca di Levane della via Aretina in corso di costruzione come arteria rotabile; sempre per questa importante direttrice nel 1770 stese una memoria progettuale per il nuovo tratto tra Levane ed Arezzo per Pratantico (in ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 867, ins. 1770; Sterpos, 1977, pp. 3 e 13; Pieri, 1997, pp. 74-75 e 88).
Nel 1771, stese insieme al padre Vestrini una perizia sui torrenti Cilone, Vingone e Biguerro che – con provenienza dalla Val di Chio – rendevano difficile il travaso delle acque nel Canale Maestro a seguito della loro abnorme opera di deposito alluvionale (Di Pietro, 2005, p. 125), e il 23 dicembre dello stesso anno scrisse una Memoria sulle Maremme per il granduca Pietro Leopoldo, in previsione o a consuntivo di una visita sovrana nell’area (SUAP, RAT, Petr Leopold, ms. 7, cc. 512r-525r: Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 29).
Nel 1772 redasse relazioni e progetti preliminari per la rifondazione dei Bagni di Montecatini (Cresti, 1984, pp. 12 ss.).
Nel 1774 operò con Ximenes per ricercare la linea migliore onde tracciare la nuova strada Modenese sui tornanti che dal ponte del Sestaione conducono al valico di Boscolungo poi Abetone, e fu proprio la proposta Salvetti (ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 1087, minuta della relazione Salvetti del 23 maggio 1774) ad essere approvata dal granduca (Tognarini, a cura di, 1990, pp. 130-131; e Sterpos, 1977, p. 7). Con lo stesso scienziato gesuita, tra il 1773 e il 1783, provvide ad ammodernare la strada Lucchese in Valdinievole e a progettare e costruire la Traversa della Valdinievole tra la Lucchese a Borgo a Buggiano e la Pisana alle Fornacette (Rombai e Romby, 1988, p. 18).
Nel 1775 fu inviato nella Maremma Grossetana, con altri deputati (tra cui Ferroni) per verificare lo stato della bonifica condotta da quasi un decennio nel comprensorio della grande zona umida di Castiglione della Pescaia da Leonardo Ximenes; l’ingegnere collaborò con il matematico per la redazione nell’anno seguente di alcune delle memorie rimaste inedite (quella d’insieme Visita generale della Provincia Inferiore di Siena, e le tematiche Memoria sopra i laghi e paludi sparsi nei vari territori tanto della Maremma Senese, quanto ancora degli Stati adiacenti, e Relazione sopra le paludi adiacenti alla Città di Massa Marittima) e delle manoscritte carta della pianura di Grosseto e del corso del fiume Bruna del 1776 (ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 749, Memorie, con le figure alle cc. 1-2).
Tra il 1777 e il 1779 tornò ad occuparsi della Strada Aretina: il 17 novembre 1777 fu incaricato di visitare il territorio e di approntare – come fece – la cartografia necessaria che, esaminata dal granduca, il 25 agosto 1778 valse all’approvazione dei lavori che dovevano essere ultimati nel 1787 (Pieri, 1997, pp. 74-75 e 88).
Negli stessi anni stese anche la Relazione sulla Strada Aretina in preparazione della visita sovrana in Romagna e Valdichiana (SUAP, RAT, Petr Leopold, ms. 15, cc. 142r-150r: Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 35) e altre memorie con piante per la costruzione della via della Valdichiana nel tratto Arezzo-Cerro-Ponte a Chiani (Sterpos, 1977, p. 14), e – mentre accompagnava il granduca, a Torrita, il 9 settembre 1777 – redasse anche una memoria sulla Chiana insieme a Cini (SUAP, RAT, Petr Leopold, ms. 18, cc. 979r-986r: Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 38).
Nel 1778 – nell’occasione della visita in Valdichiana di Pietro Leopoldo – dovette ricevere la censura sovrana per i lavori idraulici che aveva diretto negli ultimi anni e che per l’esigente principe non erano stati eseguiti a regola d’arte anche per “l’indolenza” del capo ingegnere (Barsanti e Rombai, 1986, p. 102).
Ma la fiducia sovrana nei confronti del tecnico non dovette venir meno se proprio nel 1778 quest’ultimo venne incaricato dallo stesso Pietro Leopoldo di collaborare con Leonardo Ximenes nell’esame dei vari percorsi (ideati dal matematico Pietro Ferroni) per la costruzione della strada rotabile (oppure anche di una nuova e agevole idrovia) tra la Valdinievole e il porto di Livorno che in qualche modo doveva mettere la via Modenese in rapporto con lo scalo labronico in modo più veloce, evitando cioè il nodo di Firenze e il corso dell’Arno (Tognarini, a cura di, 1990, p. 19); se il 20 e 27 luglio dello stesso anno si occupò delle condizioni della via Pistoiese nei due rami per Prato e per Poggio a Caiano (Sterpos, 1977, p. 6); e se il 28 novembre dello stesso anno redasse una memoria sui ponti della Cecinella, delle Fornacette e di Pontedera sulla via Pisana (Sterpos, 1977, p. 4).
Del resto, sempre nel contesto territoriale chianino si occupò anche di questioni confinarie, realizzando nel 1778 la Pianta della confinazione concordatata fra i deputati pontifici e toscani l'anno 1777... (in diverse copie in ASF, Miscellanea di Piante, n. 541; e anche in ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 245-246 e 264-266), con il matematico Pietro Ferroni per la Toscana e il matematico Francesco Maria Gaudio e l'ingegnere Francesco Tiroli per lo Stato della Chiesa; e nel 1779 disegnò la Pianta del Lago Trasimeno... e Pianta della campagna che si estende dal Lago Trasimeno... (in SUAP, RAT 248 e 250), copiate da due disegni originali di Andrea Chiesa (fatti in occasione della formazione dell'Estimo di Perugia), sottoscritte dal Salvetti e da Ferroni (per la Toscana) e dai tecnici di parte pontificia, vale a dire il canonico Pio Fantoni (matematico del Papa) e Pietro Paolo Qualeatti (ingegnere pontificio).
Nel 1778 redasse con Ferroni una memoria sulla via Lauretana (SUAP, RAT, Petr Leopold, ms. 22, cc. 159r-173v: Bonelli Conenna, a cura di, 1997, p. 42).
Nel 1779 fece con Ximenes la visita delle strade e dei canali della Valdinievole e della Valdichiana
(Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, passim). In quello stesso anno, in Valdichiana diresse l’escavazione di un nuovo canale dal Callone di Valiano al chiaro di Montepulciano che produsse il rapido prosciugamento delle Chiarine, con conseguente costruzione di un altro canale unente i due chiari di Montepulciano e di Chiusi (Di Pietro, 2005, p. 129).
Nel 1780 fece nuovamente parte della deputazione di tecnici e funzionari che, in Valdichiana, nell’area di confine fra Granducato e Stato Pontificio, doveva provvedere, e provvide, alla stipulazione del concordato definitivo fra i due Stati, sotto la direzione scientifica dei due matematici Pietro Ferroni per la Toscana e Pio Fantoni per il papa. Tra l’altro, Salvetti fu successivamente incaricato con Ferroni di redigere il regolamento per l’apertura del Callone di Valiano (Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 174; e Di Pietro, 2005, pp. 129-130).
Non è da dimenticare che contemporaneamente, tra il 1778 e il 1781, Salvetti dovette assistere ai lavori di costruzione della strada regia della Valdichiana (detta Cassia) tra Firenze e lo Stato Pontificio, che era stata progettata dallo stesso ingegnere (Di Pietro, 2005, p. 131).
Nel 1780-85 fu nuovamente in Valdichiana col matematico Ferroni e con suoi allievi per eseguire le colmate in Val di Tresa e alle Bozze di Chiusi (Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, p. 174).
Tra ottobre e novembre 1781 preparò il piano di rilevamento topografico dei beni fondiari e insediativi delle quattro fattorie lorenesi di Pitigliano, Sorano, San Giovanni alle Contee e Castell’Ottieri, come operazione propedeutica all’alienazione del vasto patrimonio pubblico disposto con mp del 2 maggio 1781, poi effettuata da quattro giovani ingegneri granducali Camillo Borselli, Antonio Capretti, Stefano Diletti e Salvatore Piccioli, allievi del matematico Pietro Ferroni: le prescrizioni per tale lungo lavoro furono infatti date da Salvetti, in forma di redazione di mappe alla “medesima scala degli Estimi”, cioè del catasti geometrici che dal 1780 in poi si stavano realizzando, a titolo sperimentale, in varie Comunità del Fiorentino (Valdinievole e Montagna Pistoiese) e del Senese (Rombai, 1982, p. 19).
Nel 1783 era responsabile della direzione dei lavori per la costruzione del nuovo Cimitero Suburbano di Pisa.
Tra il 1784 e il 1787 operò per conto dell'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, eseguendo le piante di edifici posti in Firenze, facenti parte dei beni dell'Ordine: Baliato di Cortona Gangiotti-Rinaldi (1784, disegni realizzati in collaborazione con Giovanni Franceschi e Gaetano Bercigli) e Baliato di Cortona Giugni (1787, in collaborazione con Giovanni Franceschi e Giuseppe Manetti) (in ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano, n. 4498, inss. 14 e 20).
Nel 1782, Salvetti ebbe la direzione dei lavori del primo tratto Pontassieve-Ponticino di San Godenzo della nuova via di Romagna (Sterpos, 1977, p. 33), che però fu ultimata nel tratto di valico verso la Romagna soltanto negli anni ‘30 del XIX secolo, con l'apertura del passo del Muraglione. Nel 1787, progettò la strada fra le comunità di Montepulciano, Sarteano e Chianciano (Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, pp. 166 e 171), ed ebbe l’incarico di affiancare Pietro Ferroni nell’impegnativa esplorazione della dorsale appenninica per poter scegliere il tracciato migliore ove indirizzare la via di Romagna (Sterpos, 1977, p. 33).
Contemporaneamente, egli si occupò del progetto e dei lavori di riadattamento della Strada Lauretana, importante direttrice di collegamento fra Siena e la Valdichiana. Già il 17 novembre 1773, Salvetti indirizzò al granduca una memoria d’insieme in cui suggeriva il restauro della vecchia e malmessa via, dotandola però di un ponte in muratura in luogo del guado sul fiume Arbia a Taverne d’Arbia; la proposta fu accolta e l’anno successivo cominciarono i lavori che si trascinarono per molti anni e poterono completarsi solo nel 1788, dopo che il capo ingegnere fu affiancato dal matematico Ferroni (Sterpos, 1977, pp. 7 e 27-30).
Sempre nel 1785 ebbe l'incarico di trasformare il soppresso monastero fiorentino di San Jacopo a Ripoli (in Via della Scala) in conservatorio per nobili fanciulle (Conservatorio delle Montalve); nel 1787 progettò invece nuove soluzioni per l'Ospedale di S. Bonifazio sempre a Firenze.
Ancora nel 1785, la committenza granducale richiese un progetto per la nuova fabbrica della fattoria delle Cascine; all'invito risposero Gaspero Maria Paoletti e Giuseppe Manetti (allora ventiquattrenne); nel 1787 fu scelto, in seguito a pesanti correzioni, il progetto di quest'ultimo a patto che al giovane architetto fosse affiancato nella messa in opera dal più esperto Salvetti.
Nel 1786 circa progettò la realizzazione di un fosso regolatore ad uso di alcuni mulini nella piana tra Anghiari e Sansepolcro, lavoro approvato con decreto granducale del 23 maggio 1786 ed eseguito sotto la direzione dell'ingegnere Anastasio Anastasi/Anastagi.
Nei mesi di aprile e maggio 1788 accompagnò il matematico Fantoni in un’accurata visita della pianura di Grosseto per verificare lo stato della bonifica ximeniana che dal 1781 era diretta – con vari correttivi soprattutto a favore delle colmate – dal matematico Ferroni (Salvadori, 1994, p. 207): nell’occasione, progettò lavori di restauro e perfezionamento al monumentale acquedotto di Castiglione costruito pochi anni prima da Ximenes (Barsanti, 1984, p. 140).
Sempre nel 1788, affiancò Pietro Ferroni nella redazione della grande Pianta che dimostra l’andamento dei principali Fiumi e Fossi e Strade di tutta la Val di Chiana (ASF, Camera delle Comunità e Luoghi Pii, f. 1548) (Rombai, 1987, p. 314).
Nel 1789, si occupò del progetto del ponte sul fiume Serchio a Ponte a Serchio con relativa variante della via da Pisa per Pietrasanta (Sterpos, 1977, p. 19).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta del Palazzo Portinari-Salviati in Firenze, con Gaspero Maria Paoletti, 1768 circa (AS, Buste I, n. 129, fasc. 18);
Pianta topografica generale del Lago di Castiglione, con Pietro Ferroni, 1776 (ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 749, c. 1);
Pianta d’una porzione del corso del Fiume Bruna, con Pietro Ferroni, 1776 (ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 749, c. 2);
Valdichiana – Pianta della confinazione concordatata fra i deputati pontifici e toscani l'anno 1777..., con il matematico Pietro Ferroni per la Toscana e il matematico Francesco Maria Gaudio e l'ingegnere Francesco Tiroli per lo Stato della Chiesa, 1778 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 541; e ASS, Piante dei Quattro Conservatori, nn. 245-246 e 264-266);
Pianta del Lago Trasimeno... e Pianta della campagna che si estende dal Lago Trasimeno..., 1778, copiate da due disegni di Andrea Chiesa, con Pietro Ferroni (per la Toscana) e con il canonico Pio Fantoni e Pietro Paolo Qualeatti per lo Stato della Chiesa (SUAP, RAT 248 e 250);
Piante di edifici in Firenze dell'Ordine di Santo Stefano: Baliato di Cortona Gangiotti-Rinaldi (1784, con Giovanni Franceschi e Gaetano Bercigli) e Baliato di Cortona Giugni (1787, con Giovanni Franceschi e Giuseppe Manetti) (ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano, n. 4498, inss. 14 e 20);
Pianta del Fiume Cecina con alcuni ripari da costruire, seconda metà del XVIII secolo (ASF, Miscellanea di Piante, n. 629);
Pianta topografica del territorio appenninico al confine fra Toscana e Contea di Castiglione de' Pepoli, con l'ingegnere deputato della Contea Domenico Marsi Viaggi, seconda metà del XVIII secolo (ASF, Miscellanea di Piante, n. 499);
Pianta che dimostra l’andamento dei principali Fiumi e Fossi e Strade di tutta la Val di Chiana, con Pietro Ferroni (attrib.), 1788 (ASF, Camera delle Comunità e Luoghi Pii, f. 1548).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, 1969, I, pp. 81 e 125; Sterpos, 1977, passim; Barsanti e Rombai, 1986, pp. 101-102 e 174; Rombai e Romby, 1988, p. 18; Cresti, 1984, pp. 12 ss.; Cresti, 1987, pp. 159-167; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 378, 390, 417; Rombai, 1982, p. 19; Rombai, 1987, p. 314; Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, pp. 37-42; Tognarini, a cura di, 1990, pp. 19 e 130-131; Vichi, 1990, pp. 54-56; Barsanti, 1984, p. 140 e figg. 53-54; Barsanti, 1991, pp. 186 e 189; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 342-349; Vivoli, 1992, p. 75; Barsanti e Rombai, a cura di, 1994, passim; Salvadori, 1994, p. 207; Melis, 1996, p. 261; Bonelli Conenna, a cura di, 1997; Pieri, 1997, pp. 74-75 e 88; Di Pietro, 2005, pp. 123-131; ASF, Segreteria di Finanze ante 1788; ASF, Miscellanea di Piante; ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano; ASS, Piante dei Quattro Conservatori; AS; SUAP, RAT, Petr Leopold, ms. 7, cc. 512r-525r; ms. 15, cc. 142r-150r; ms. 18, cc. 979r-986r.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Salvagnoli Marchetti, Antonio

Antonio Salvagnoli Marchetti
N. Empoli 13 agosto 1810
M. Empoli 28 luglio 1878

Relazioni di parentela: Nacque ad Empoli il 13 agosto 1810 dal dottor Cosimo, appartenente ad una delle più antiche famiglie di quella cittadina, ove il nostro morì il 28 luglio 1878.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Medico ispettore sanitario della Maremma.

Biografia:

Produzione scientifica:
E’ autore di due memorie a stampa sulla Maremma nel 1845-46 contenenti entrambe una figura tematica, la Carta sanitaria della Provincia di Grosseto, con l’indicazione mediante velature di colore della diffusione territoriale più o meno grave della malaria. La seconda opera presenta pure un’importante – perché aggiornata in fatto di contenuti topografici – Carta geografica della Provincia di Grosseto estratta dalla Carta geometrica della Toscana, rettificata ed accresciuta di notizie sui recenti miglioramenti fino al 1845.
Queste due sue memorie hanno un’impostazione non solo sanitaria ma più in generale geografico-umana e statistica (Rombai, 1989, p. 123).
Tra il 1842 e il 1868, Salvagnoli Marchetti scrisse pure – con loro pubblicazione nella “Continuazione degli Atti dell’Accademia dei Georgofili” e nel “Giornale Agrario Toscano” – decine di memorie sui problemi agrari e più in generale economici e ambientali della Maremma (Rombai, 1980).
Nel 1847, si occupò anche del complesso problema della bonifica e del risanamento del Padule di Scarlino e della bassa Val di Pecora con una memoria inedita del 26 aprile, intitolata Osservazioni sul Padule di Scarlino dedicate a S. A. R., ove tra l’altro suggerisce il modo di dividere e sistemare il terreno già prosciugato per la sua messa a coltura in “grandi campi larghi almeno Braccia 200, delimitati da regolari scoline e da piantate di pioppi; le Osservazioni sono corredate di una bella carta topografica dell’area (ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice, f. 182, inss. 9 e 18) (Azzari e Rombai, 1986, p. 124).
A partire dall’aprile 1859, con il nuovo Governo Provvisorio guidato da Bettino Ricasoli, Salvagnoli Marchetti coadiuvò il matematico Gaetano Giorgini nella bonifica maremmana, con opere volte ad applicare ponti cateratte agli emissari dei paduli maremmani da San Vincenzo al Chiarone.
Per la prima volta, i lavori investirono l’Orbetellano, con la chiusura dell’emissario della Peschiera di Fibbia nella laguna di Orbetello, con l’escavazione del fosso Bentegodi e del fosso Primo, e con l’apertura di un nuovo canale parallelo al Tombolo di Burano per essiccare le piccole zone umide retrodunali di Macchiatonda e della Tagliata.
I risultati non furono pari alle attese, e Giorgini e Salvagnoli Marchetti dovettero difendere il loro operato con vari rapporti editi nel 1859 e nel 1860.
Il Rapporto al governo toscano del 1859 contiene le due tavole Padule di Castiglione e sue adiacenze nel 1859 dell’I. e R. Laboratorio e Carta geografica della Provincia di Grosseto estratta dalla Carta geometrica della Toscana, rettificata ed accresciuta di notizie sui recenti miglioramenti fino al 1859, oltre alla ximeniana Carta topografica generale del Lago di Castiglione e sue adiacenze fino alla radice de’ Poggi utilizzata nel 1788 da Pio Fantoni per illustrare la sua Memoria idraulica sulla pianura di Grosseto.
Il Rapporto del 1860 contiene invece tre carte topografiche in scala 1:100.000 relative ad altrettante sezioni del territorio costiero maremmano tra Livorno e il Fiora fatto oggetto di bonifica.
Saggio illustrativo le tavole della statistica medica delle Maremme Toscane compilate per ordine di S.A.I. e R. il Granduca di Toscana. Secondo biennio 1842-43 e 1843-44, Firenze, Le Monnier, 1845;
Memorie economico-statistiche sulle Maremme Toscane con appendice e due carte topografiche, Firenze, Le Monnier, 1846;
Saggio di studi storici sul Bonificamento delle Maremme, Firenze, Galileiana, 1850.
Rapporto a Sua Eccellenza il Presidente del Regio Governo della Toscana sul Bonificamento delle Maremme Toscane dal 1828-29 al 1858-59, Firenze, Tip. delle Murate, 1859;
Rapporti a Sua Eccellenza il Governatore Generale della Toscana sulle operazioni idrauliche ed economiche eseguite nel 1859-60 nelle Maremme Toscane, Firenze, Tip. delle Murate, 1860 (scritto insieme a Gaetano Giorgini).

Produzione di cartografia manoscritta:
Carta sanitaria della Provincia di Grosseto, stampa, 1845;
Carta geografica della Provincia di Grosseto estratta dalla Carta geometrica della Toscana, rettificata ed accresciuta di notizie sui recenti miglioramenti fino al 1845, stampa, 1846;
Carta topografica manoscritta del Padule di Scarlino con il modo di dividere e sistemare il terreno già prosciugato per la sua messa a coltura, 1847 (ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice, f. 182, ins. 18);
Padule di Castiglione e sue adiacenze nel 1859, stampa, 1859;
Carta geografica della Provincia di Grosseto estratta dalla Carta geometrica della Toscana, rettificata ed accresciuta di notizie sui recenti miglioramenti fino al 1859, stampa, 1859;
Tre carte topografiche di altrettante sezioni del territorio costiero maremmano tra Livorno e il Fiora, stampe, 1860.

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1984; Azzari e Rombai, 1986, p. 124; Rombai, 1980, pp. 106 ss.; Rombai, 1989, p. 123; Pertempi, a cura di, 990, p. 50; Barsanti e Rombai, 2004; ASF, Segreteria di Gabinetto Appendice.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Ruggeri, Giuseppe

Giuseppe Ruggeri
N. Firenze 1708
M.

Relazioni di parentela: Giuseppe Ruggeri, fratello di Ferdinando Ruggeri, è molto più giovane di età.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Sostituisce il fratello Ferdinando nel cantiere di S. Lorenzo dopo la sua morte e, a partire dal 1743, nella carica di Architetto della Real Casa, occupandosi nel 1746 del rifacimento della scala principale di Palazzo Vecchio, sino a rimpiazzare nel 1755 l’architetto lorenese Jean-Nicolas Jadot nell’incarico di curare la manutenzione delle fabbriche granducali. L’impiego è mantenuto sino al 1766.
Giuseppe cura fra l’altro gli apparati funebri di tutti i membri della famiglia imperiale, compreso quello per Francesco Stefano nel Duomo di Firenze nel 1765. Nel 1751-55 ristruttura completamente la chiesa di S. Pancrazio; fra il 1757 e il 1757 cura la riduzione della soppressa chiesa di S. Apollinare a Uffici e carceri; nel 1764-65 è impegnato nei lavori di ampliamento di palazzo Pitti, dove costruisce il Rondò di Bacco, e nel 1771 nella ristrutturazione interna della chiesa di S. Maria del Carmine, dopo l’incendio che l’aveva parzialmente distrutta.
Giuseppe muore a Firenze nel 1772 (ASF, Segreteria di Finanze ante 1788, f. 436).
A lui si devono la bella Pianta del Palazzo del Ser.mo Granduca di Toscana in via della Crocetta, 1742 (BNCF, Palatino 3.B.1.5, tav. 16), con la descrizione, forse di fantasia, del giardino spartito a parterres, e le tre piante dello stesso palazzo, 1759-64 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 89).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta del Palazzo del Ser.mo Granduca di Toscana in via della Crocetta a Firenze, Giuseppe Ruggeri, 1742 (BNCF, Palatino 3.B.1.5, tav. 16);
Tre piante del palazzo granducale di via della Crocetta a Firenze, Giuseppe Ruggeri, 1759-64 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 89).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Mori e Boffito, 1926, pp. 75, 78, 86 e 88; Gli ultimi Medici. Il tardo barocco a Firenze, p. 464; Fanelli, 1980, p. 272; Cresti, 1987, p. 54; La Tosa, 1990; Orefice, 1994, p. 21-22; Romby, 1993, pp. 347-348; Zangheri, 1996, pp. 21, 48, 55, 69, 90 e 101-104; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Segreteria di Finanze ante 1788; BNCF, Palatino.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Gabriella Orefice

Ruggeri, Ferdinando

Ferdinando Ruggeri
N. Firenze 25 aprile 1687
M. 27 giugno 1741

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Divenuto nel 1718 membro dell’Accademia Fiorentina, inizia un’intensa opera di rilevamento dei principali edifici cittadini, i cui disegni, incisi da Bernardo Sansone Sgrilli, hanno esito, fra il 1722 e il 1728, nello Studio di architettura civile sopra gli ornamenti di porte e finestre colle misure, piante, modini e profili tratte da alcune fabbriche insigni di Firenze, pubblicato in tre volumi dalla Stamperia Reale. In questa opera, oltre ai molti disegni di particolari architettonici delle fabbriche monumentali fiorentine, sono contenuti piante e prospetti relativi al Loggiato degli Uffizi, al Mercato Nuovo e a numerosi palazzi nobiliari. Lo studio del Ruggeri ha una seconda edizione nel 1755 con il titolo Scelta di architetture antiche e moderne della città di Firenze ad opera dell’editore Giuseppe Bouchard che amplia l’opera con un quarto volume contenente anch’esso incisioni dello Sgrilli.
La formazione di Ruggeri lo porta a svolgere attività professionali che si muovono parallelamente fra la progettazione architettonica e la produzione cartografica, non cospicua ma di interessante livello, in particolare per le sue indubbie qualità di disegnatore e di intagliatore.
Per quanto riguarda il primo aspetto, fra le sue opere più importanti, oltre ad una serie di apparati funebri e celebrativi, quali l’arco innalzato a Livorno nel 1731 per l’entrata in città dell’Infante di Spagna Don Carlos, e l’apparecchio funebre realizzato in occasione della morte dell’ultimo granduca mediceo Gian Gastone nel 1737, vi sono a Firenze la facciata della Chiesa di S. Filippo Neri (1731), la ristrutturazione della chiesa di S. Felicita (1736), la ristrutturazione di palazzo Corsi in via Tornabuoni (1736), la costruzione della scala monumentale per la Biblioteca Magliabechiana (1737), i restauri ai sotterranei e il progetto per il campanile per la Basilica di S. Lorenzo (1738-1741), la realizzazione di palazzo Capponi (poi Bastogi) in via Larga e per gli stessi committenti i lavori alla villa la Pietra (1740). Di lui si ricordano anche il progetto presentato al concorso per la facciata di San Giovanni in Laterano a Roma (1732), i lavori eseguiti a palazzo Sansedoni a Siena (1736-1738) e il progetto per la ristrutturazione della zona compresa fra via delle Oche, via della Morte e Piazza delle Pallottole a Firenze, del 1754.
Nel 1761 redige la Pianta e profilo del Magazzino che resta sotto la Loggia dell’Orcagna.
Per quanto riguarda la sua attività di cartografo e di intagliatore si sa che incide Le quattro parti del mondo da allegare al trattato di geografia dallo stesso titolo scritto da monsignor Giuseppe Maria Ercolani, che vede la luce solo nel 1756. Nel 1723, con Pier Francesco Guerrini, esegue la Pianta dimostrativa una parte dei confini tra il territorio di Brisighella…Stato di Sua Santità et il Capitanato di Marradi…Stato di S.A.R. di Toscana, circostanziata planimetria dei territori di confine fra i due stati (ASF, Miscellanea di Piante, n. 500).
Le specifiche competenze maturate negli anni con l’attività di rilevatore di architetture trovano la loro massima applicazione nel 1731 con la pubblicazione della bella Pianta della città di Firenze nelle sue vere misure colla descrizione dei luoghi più notabili di ciascun quartiere, che, come spiega lo stesso Ruggeri nella dedica al granduca, inserita in un cartiglio in alto a desta, risponde ai desideri dei fiorentini e soprattutto degli stranieri cui mancava una rappresentazione esatta della città. La pianta, che raffigura Firenze divisa nei quattro quartieri di S. Giovanni, S. Maria Novella, S. Croce e S. Spirito, può essere considerata il più importante contributo per la conoscenza della topografia cittadina alla fine del dominio mediceo. Redatta in scala di circa 1:10.000, la pianta è orientata con il nord in basso e presenta nei quattro angoli cartigli contenenti notizie sommarie sui principali edifici civili e sacri dei singoli quartieri.
Nella pianta, campiture a tratteggio permettono di distinguere gli isolati costruiti, all’interno dei quali il disegno schematico delle coperture fornisce indicazioni volumetriche dei principali edifici religiosi e della residenza granducale di Palazzo Pitti, di cui si dà anche il disegno del giardino. La pianta ha diverse edizioni, fra cui quella curata da Giuseppe Bouchard nel 1755, inoltre è utilizzata come base per la stampa della Pianta della città di Firenze inondata dalla piena del M.DCC.XL e inserita nello studio di Ferdinando Morozzi, Dello stato antico e moderno del fiume Arno, Parte I e II. Firenze, 1762-1766. Dalla pianta del Ruggeri deriva anche la Pianta della città di Firenze, disegnata e incisa in periodo lorenese da Giuseppe Poggiali nel 1784, che ripropone la stessa impostazione con i quattro cartelli angolari, contenenti le legende relative ai quartieri fiorentini.

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta dimostrativa una parte dei confini tra il territorio di Brisighella…Stato di Sua Santità et il Capitanato di Marradi…Stato di S.A.R. di Toscana, Ferdinando Ruggeri, con Pier Francesco Guerrini, 1723 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 500);
Pianta della città di Firenze nelle sue vere misure colla descrizione dei luoghi più notabili di ciascun quartiere, Ferdinando Ruggeri, stampa del 1731;

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Pianta dimostrativa una parte dei confini tra il territorio di Brisighella…Stato di Sua Santità et il Capitanato di Marradi…Stato di S.A.R. di Toscana, Ferdinando Ruggeri, con Pier Francesco Guerrini, 1723 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 500);
Pianta della città di Firenze nelle sue vere misure colla descrizione dei luoghi più notabili di ciascun quartiere, Ferdinando Ruggeri, stampa del 1731;

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Gabriella Orefice

Rossini, Gioacchino

Gioachino Rossini
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Agrimensore e perito pisano, operò per l’Ufficio dei Fossi di Pisa.

Biografia:

Produzione scientifica:
Per conto della Comunità di Rosignano Marittimo, il Rossini – coadiuvato dai periti estimatori Giovan Battista Buoncristiani e Ranieri Dini, nonché dall’ingegnere Giovanni Andreini per le stime e le misure del popolo di Castelnuovo – realizzò il nuovo estimo comunitativo che fu iniziato nel 1787 e terminato nel 1795; i lunghi tempi di attuazione si devono alla scarsa collaborazione, anzi alle numerose avversità, che gli operatori incontrarono fra i proprietari terrieri. Il 22 settembre 1796, all’indomani dell’entrata in vigore dello strumento fiscale, le numerose proteste e denunce da parte dei possessori ingiunsero il granduca a sospenderlo e solo il Plantario allegato rimase legalmente riconosciuto come strumento di riferimento negli atti di voltura dei beni. Poco tempo dopo l’estimo del Rossini fu riadattato con aggiornamenti e correzioni eseguiti dall’ingegnere Andreini.
La parte cartografica è composta da 33 mappe, ciascuna in due copie (una destinata probabilmente all’Ufficio dei Fossi di Pisa), “fatte in foglio d’Olanda”, raffiguranti le proprietà particella per particella, con indicazione dei proprietari, delle misure e delle tipologie colturali; per tale lavoro il Rossini ottenne 1650 lire (Ferri e Rossi, 1989, pp. 74-81; la documentazione relativa alle operazioni catastali è conservata in ASCRM, mentre il plantario e gli allegati sono in ASLi.
Nel 1817, in qualità di perito, Rossini eseguì il restauro della chiesa e del convento di S. Francesco a Pisa.

Produzione di cartografia manoscritta:
Plantario allegato all’Estimo del Comune di Rosignano Marittimo compilato il dì 30 maggio 1795, 1787-1795 (ASLi);
Pianta di terreni appresellati nella Comunità di Pisa, fine XVIII secolo (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 128);
Pianta del Monastero di Santa Marta di Pisa eseguita insieme all'ingegnere Francesco Riccetti, 7 febbraio 1817 (ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi, n. 9).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1987, pp. 70 e 110; Ferri e Rossi, 1989, passim; Melis, 1996, p. 261; ASLi; ASCRM ; ASP, Piante dell'Ufficio Fiumi e Fossi.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Ristorini, Luca Domenico

Luca Domenico Ristorini
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Agrimensore, architetto e perito fiorentino

Biografia:
Negli anni '90 del XVIII secolo operò come architetto per conto di diverse Accademie fiorentine che gestivano i teatri cittadini.

Produzione scientifica:
Tra il 1792 e il 1798 produsse una serie di progetti per il restauro e la ristrutturazione dei teatri di queste accademie; si ricordano le piante e alzati dei teatri fiorentini: dei Risoluti (in Via S. Maria, s.d.), degli Infuocati (in Via del Cocomero, 1796), degl'Immobili (oggi della Pergola, 1792), degli Intrepidi (in Piazza del Duomo, 1792-93), degl'Ingegnosi (s.d.), degli Arrischiati nella Piazza Vecchia di S. Maria Novella (oggi Piazza dell'Unità d'Italia, attuale Hotel Baglioni, 1796), dei Solleciti (in Borgognissanti, 1796) (tutti i rilievi sono conservati a Praga in SUAP, RAT, 272-275 e 299-302).
Nel 1800 ottenne nuovamente l'incarico per il restauro e l'ampliamento del Teatro degli Immobili, al quale aveva già lavorato nel 1792; rimasti però insoddisfatti della soluzione, gli accademici interpellarono Giuseppe Salvetti che vi apportò delle modifiche ed ottenne la direzione dei lavori, con la conseguenza che al Ristorini toccò l'assistenza alla direzione dei lavori.
E' tra gli autori di alcune mappe (databili alla fine del XVIII secolo) contenute nel cabreo dei beni di campagna del Rev.mo Capitolo Fiorentino (una raccolta di mappe redatte da vari cartografi fra la fine del XVII e la fine del XVIII sec.) (ARCFF, 4.1.2.L.5; una pianta eseguita con l'agrimensore Luigi Cianchi è in ASF, Miscellanea di Piante, n. 593).
A lui viene attribuita con fondamento una singolare mappa acquerellata, databile fine XVIII secolo, che rappresenta una porzione dell'immediato suburbio fiorentino (Novoli), disegnata per evidenziare il percorso più breve dall'abitazione del Ristorini alla sua villa di campagna (in BNCF, Nuove Accessioni, VII, 178).
Alla fine degli anni '70 del XVIII secolo il Ristorini si recò a Buti, nel Pisano, per rilevare e disegnare la Pianta delle pinete dell'Ufficio dei Fossi (Rombai, 1990, p. 35, nota 7, ma non se ne conosce la collocazione). Tale impegno, unitamente ad una malattia e ad altri incarichi che lo trattenevano in Maremma, gli impedì di portare a termine il Campione delle Strade della Comunità di Fiesole che gli era stato precedentemente commissionato. Allorché il Ristorini rinunciò all'incarico, dopo aver consegnato soltanto 10 cartoni (inviando una serie di lettere di giustificazione), a seguito delle pressanti richieste degli amministratori fiesolani, il lavoro fu affidato a Vittorio Gabbrielli (autore anche dei campioni stradali di Galluzzo e di Legnaia, sempre nel suburbio fiorentino) che lo portò a termine nel 1779. La travagliata vicenda dello stradario del Ristorini non finì però qui, ma proseguì con una lunga controversia in merito al pagamento dell'onorario per la parte di lavoro eseguita (ASCFi, Preunitario, n. 105, cc. 781-874).
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 del XVIII secolo, ottenne diversi importanti incarichi per redigere rappresentazioni cartografiche relative ai beni dell’importante famiglia fiorentina dei Riccardi.
Nel 1777 realizzò per i Riccardi alcune figure relative alla proprietà di Valfonda, l’antico palazzo fiorentino di “Guarfonda”, abitato stabilmente dalla potente famiglia e utilizzato anche per finalità economico-produttive. Le tavole sono inserite in una raccolta dedicata alla suddetta proprietà alla quale lavorarono (qualche decennio prima) gli ingegneri Antonio Falleri e Luca Ristorini (ASF, Archivio Riccardi, f. 807) (Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, p. 211).
Nel 1780 realizzò uno splendido cabreo raffigurante le proprietà dei Riccardi nella campagna pisana, composto da ben 108 tavole acquerellate; in appendice sono contenute minute descrizioni dei beni e dei confini controfirmati da tutti i proprietari interessati, tanto che l’opera assume il valore di vero e proprio documento catastale.
Tra il 1781 e il 1783, con un altro cabreo, rappresentò i beni componenti la Fattoria di Campi, nella campagna tra Firenze e Pistoia: un atlante rilegato composto di 26 disegni di terreni, case coloniche e villa-fattoria con le relative tavole descrittive (Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, pp. 207 e 210-211).
Nel 1789, il Ristorini ottenne l’incarico della direzione dei lavori al Teatro della Pergola di Firenze, ristrutturato su progetto dell’architetto Giulio Mannaioni; nel 1804, su progetto del Ristorini e sotto la direzione dell'architetto Giuseppe Salvetti, venne realizzata nel fabbricato posto sul lato est del teatro la sala da musica oggi denominata "il Saloncino".
Verso il 1793 ebbe l’incarico, dai nobili pratesi Andrea e Lorenzo Vai, del progetto di costruzione di un palazzo, detto poi Palazzo Vai, nel centro della città di Prato; nel 1796, senza che se ne conosca il motivo, il Ristorini fu sostituito dall'architetto Giuseppe Valentini. Oggi è sede e proprietà dell'Associazione Industriale e Commerciale Arte della Lana.
Nel 1808 redasse una Nota degl'istabili da riaccendersi e descriversi ai catasti della comunità di Fiesole riscontrati dall'ingegnere Luca Ristorini (ASCFi).

Produzione di cartografia manoscritta:
Campione dei Beni che comprendono la Fattoria di Villa a Saletta di proprietà dell’Ill.mo e R.mo Sig. Marchese […] Riccardi posti nel territorio pisano, e nelle Potesterie di Peccioli e Palaia, 1780 (Firenze, Collezione Privata Ing. Fabrizio Niccolai Gamba Castelli);
Campione dei Beni componenti la Fattoria di Campi di proprietà dell’Il.mo Sig. Marchese Giuseppe Riccardi, 1782 (21 febbraio) (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 282-282e-1);
Pianta di un podere presso Volterra, con l'ingegnere Francesco Magnelli, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 591);
Pianta di un Feudo del Marchese Riccardi nel Pisano, s.d. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 74);
Cabreo dei beni (terreni ed edifici agricoli ed urbani) dei Padri Scolopi di S. Giovannino di Firenze posti nella campagna fiorentina e valdarnese, in collaborazione con altri ingegneri autori di alcune mappe della raccolta datate fino al 1850, 1814 ca. (ASF, Miscellanea di Piante, nn. 306-306r);
Pianta di un pezzo di terra boscata l.o d.o La Castellaccia posto nel popolo di Santa Luce allivellato alla comunità di Lari al Sig. Carlo Nannetti, 1820 ca. (Firenze, Collezione privata).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Cresti e Zangheri, 1978, p. 205; Ginori Lisci, 1978, pp. 120-124 e 287; Falciani Prunai, Minicucci e Rombai, 1983, pp. 207 e 210-211; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 96, 216-221, 302-306 e 406-407; Rombai, 1990, p. 35; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 164-179; Rombai e Torchia 1994, p. 196; ASF, Archivio Riccardi; ASF, Miscellanea di Piante; ASCFi, Preunitario; BNCF, Nuove Accessioni; ARCFF; SUAP, RAT.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci

Riccetti, Giovanni Domenico

Giovanni Domenico Riccetti
N.
M.

Relazioni di parentela: Padre di Francesco e, molto probabilmente, nonno dell’omonimo Giovanni Domenico Riccetti (che operò sempre a Pisa negli anni ’40 del XIX secolo), è stato appellato “il Vecchio”.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Ingegnere e agrimensore pisano, fu "aiuto" presso l'Ufficio dei Fossi di Pisa nella seconda metà del XVIII secolo e fino ai primissimi anni del XIX, quando venne sostituito nell'incarico dal figlio Francesco

Produzione scientifica:
Operò anche per i Cavalieri dell'Ordine di S. Stefano, realizzando nel 1772 un cabreo con 14 piante acquerellate e relative descrizioni dettagliate degli appezzamenti e degli edifici dei beni del Baliato Bonanni; nel 1774-76, seguì il cabreo dei beni della ex Fattoria della Badia di S. Savino, rappresentata in occasione dell’allivellazione a diversi particolari, (rispettivamente in ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano, nn. 52 e 53). Quest’ultimo è un volume rilegato in pergamena contenente 19 mappe acquerellate, eseguite insieme a diversi altri cartografi operanti sempre nel Pisano: gli agrimensori Ranieri Maria Dini, Francesco Antonio Giari, Giuseppe Gini e Giovanni Franceschi. Nel complesso le figure non raggiungono un grande livello tecnico e neppure una grande cura nei dettagli, e le migliori sono quelle del Franceschi e del Riccetti, che figura qui come agrimensore ma che svolgeva il ruolo di coordinatore degli altri tre tecnici.
Si hanno notizie anche di un altro Giovanni Domenico Riccetti, distinto come “il Giovane” (Caciagli e Castiglia, 2001, p. 652), molto probabilmente nipote dell’omonimo cartografo; egli, nel 1844 (il 23 di aprile), in qualità di "aspirante ingegnere" della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa, eseguì una planimetria di terreni della Comunità di Bagni di S. Giuliano da concedere a livello, dal titolo: Nel Popolo di Ghezzano detto Via de’ Condotti (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 981) (Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 651-652).

Produzione di cartografia manoscritta:
Cabreo dei beni allivellati del Baliato Bonanni dei Cavalieri dell'Ordine di S. Stefano, 1772 (ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano, n. 52);
Cabreo dei beni della ex Fattoria della Badia di S. Savino, 1774-76 (ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano, n. 53);
Piante di beni facenti parte delle Commende di Patronato Giuliani (in collaborazione con l'ingegnere Giovanni Andreini) e Priorato di Montepulciano Tonini Del Furia (27 mappe eseguite in collaborazione con il perito Ranieri Sbrana, agrimensore pisano operante a fine secolo XVIII, il quale lavorò anche per l'Ufficio dei Fossi con piante di diversi beni nel pisano), posti nella campagna pisana, dei Cavalieri dell'Ordine di S. Stefano nel Pisano, Pisa, 15 agosto 1791, e Pisa, 31 ottobre 1795 (ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano, n. 592, ins. 42; n. 1023, ins. 1);
Pianta di terreni posti nel Livornese con indicazione dei proprietari, con l'ingegnere Stefano Piazzini, 1798 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 597);
Pianta della Fattoria di Vecchiano, con Giovanni Caluri (la pianta fu realizzata dopo il passaggio della fattoria dal Granducato ai Salviati), 1802 (AGTM).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 408; Rombai, 1987, p. 374; Barsanti, Previti e Sbrilli, 1989, pp. 62-66 e 70-72; Barsanti, 1991, pp. 199 e 207; Mazzanti e Sbrilli, 1991, pp. 245-263; Rombai, 1993, p. 44; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 651-652; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa; ASP, Piante dell'Ordine di S. Stefano; ASP, Archivio dell'Ordine di S. Stefano; ASF, Miscellanea di Piante; AGTM.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci