Archivi tag: Leonardo Rombai

Moretti, Pietro

Pietro Moretti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Anche Pietro Moretti, come Ferdinando di cui è probabilmente parente (forse figlio) lavorò per l’amministrazione doganale, perché nel 1783 è autore dell’impegnativa Mappa generale di porzione del Territorio Riunito che confina collo Stato di Lucca, Modena e Bologna, ove sono stabilite le Dogane di Frontiera del Pisano, Val di Nievole e Pistoiese e l’altre situate sulle gronde del padule di Pescia (in ASF, Piante delle Regie Rendite, n. 178) (Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, p. 104; e Vivoli, 2003, p. 175).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Karwacka Codini e Sbrilli, 1987, p. 104; Vivoli, 2003, p. 175; ASF, Piante delle Regie Rendite.

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Autore della scheda: Leonardo Rombai</

Moretti, Marco

Marco Moretti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Nel 1778 (in data 25 giugno) presentò una relazione con allegato il Disegno d'un Ponte da erigersi sul Fiume Foci per la Via di Colle (in ASCSG, Y, 58), in cui si rappresentava planimetricamente e in alzato il nuovo manufatto da costruire sulla strada da S. Gimignano a Colle di Val d'Elsa; nella relazione il Moretti (che si definisce ingegnere) specificava che il ponte doveva assolutamente essere realizzato in muratura, e non in legname come era "riprovato costume del paese. Evidentemente, il ponte non fu costruito perchè, una quindicina di anni dopo venne presentato un altro progetto, con più soluzioni, da parte dell'ingegnere Neri Zocchi.
Sempre nel 1788 fu incaricato, come perito delle parti in causa (insieme a Gaetano Bercigli per la Comunità di Prato e Antonio Bicchi per lo Scrittoio delle Regie Possessioni), di autenticare una Pianta planimetrica della cerchia muraria della città di Prato realizzata da Camillo Borselli (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 581).
Nei primi anni del XIX secolo, a quanto emerge da una relazione di Pietro Ferroni del 1803, si occupò delle colmate di Romaiano, nei pressi di Santa Croce sull'Arno, nelle basse campagne di Bientina, elaborando un progetto insieme al matematico gesuita Francesco Puccinelli (Nanni, Pierulivo e Regoli, 1996, p. 54).
All'inizio del XIX secolo risale anche una sua precisa e pure elegante rappresentazione topografica del suburbio nord-orientale di Firenze, con il dettaglio del reticolo idrografico e di quello viario e con la maglia insediativa, assai ricca di riferimenti toponomastici e con i diversi appezzamenti di terra numerati progressivamente (in BNCF, Nuove Accessioni, IV, 81).
Sotto di lui (e sotto anche Luigi Kindt) dichiara (nel novembre 1829, allorché inoltra domanda di assunzione al Corpo degli Ingegneri del Circondario) di "aver fatto pratica" l'ingegnere senese Mario Chiatti (ASF, Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade, ff. 1-2).

Produzione di cartografia manoscritta:
Disegno d'un Ponte da erigersi sul Fiume Foci per la Via di Colle, 25 giugno 1778 (ASCSG, Y, 58);
Rappresentazione topografica del suburbio nord-orientale di Firenze, inizio del XIX secolo (BNCF, Nuove Accessioni, IV, 81).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Vichi, 1986, pp. 107-108; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 404; Rombai e Torchia, 1994, p. 110; Nanni, Pierulivo e Regoli, 1996, p. 54; ASCSG; ASF, Miscellanea di Piante; BNCF, Nuove Accessioni; Soprintendenza alla Conservazione del Catasto poi Direzione Generale delle Acque e Strade.

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Autore della scheda: Leonardo Rombai</

Moretti, Ferdinando

Ferdinando Moretti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ispettore Appalto Generale/Ispettore Dogana di Pisa

Biografia:

Produzione scientifica:
Entrò nel ruolo dei dipendenti della Regia Dogana di Pisa nel 1755; nel 1760 era già “Ispettore delle Porte e della Dogana” (ASF, Amministrazione Generale delle Regie Rendite, f. 1088, Ruolo dei Ministri dei Dipartimenti Dogane e Zecca, 1760), e nel 1762 si firmava come Ispettore dell'Appalto Generale (così il 12 agosto 1762).
Nel 1773, allorché disegnò la carta della Corsica oggi conservata a Napoli, era ancora “Ispettore della Regia Dogana di Pisa” (Aversano, 2000, pp. 11-13, 17-19 e 36-37).
Il suo operato non dovette incontrare il favore del granduca Pietro Leopoldo se lo stesso sovrano, che pure manifesta parole di stima per le sue qualità tecniche (col definirlo “uomo abile e accorto”), alla fine degli anni ’70 (e precisamente nel resoconto della gita a Pisa fatta tra il 5 e il 16 luglio 1779), manifestò l’intenzione di sollevare dall’incarico Moretti – oltre a vari altri impiegati della Dogana pisana – in considerazione del suo comportamento “dispotico” e volto a seminare discordia, probabilmente perché contrario agli indirizzi del progetto riformatore lorenese, o forse solo per rivalsa in seguito al suo avvenuto declassamento da unico ispettore ad aiuto ispettore.
Nulla sappiamo circa la sua eventuale qualifica tecnica, se ingegnere architetto o disegnatore autodidatta. In ogni caso, è autore di varie rappresentazioni cartografiche manoscritte di rilevante impegno e interesse, tutte correlate alle sue funzioni amministrative, oltre alla grande figura della Corsica, in scala di 1:250.000 circa, prodotto “di valore” per la quantità e la qualità dei contenuti topografici (Aversano, 2000, pp. 17-19).
A quanto è dato sapere la sua produzione tematica ha inizio nel 1762, con la Pianta topografica della posizione dei Mulini di Calcinaia (in BNCF, Nuove Accessioni, V, 8), nel territorio della Valdelsa al confine fra Stato Fiorentino e Stato Senese. L'intento dell'Ispettore-cartografo era quello di stroncare il contrabbando della carne, dei grani e della farina, quest'ultimo favorito anche dal fatto che i contadini senesi potevano recarsi a macinare gratuitamente presso i mulini del Fiorentino (oggetto della rappresentazione), in base ad una antica concessione fatta da Cosimo III dei Medici nel 1696: si progettava pertanto, il progetto la costruzione di una nuova dogana nella zona a ridosso di una casa colonica.
Nella seconda metà del secolo realizzò una pianta di una parte del territorio volterrano con indicazione della viabilità utilizzata a fini commerciali (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 665).
Una Pianta delle mura di Siena (in BNCF, Nuove Accessioni, IV, 21) non datata rappresenta la cerchia muraria con la fortezza e gli edifici vicini alle cortine, senza il centro urbano. Alcune indicazioni fornite dall'autore indicano alcuni punti deboli delle mura, non sul piano militare ma su quello doganale: infatti il Moretti osserva che erano molti i punti attraverso i quali i contrabbandieri potevano evadere i controlli fiscali introducendo merci (soprattutto carni) in città. In due riquadri, si rappresentano alcuni particolari della cinta ove occorreva intervenire.
E’ firmato da Ferdinando “doganiere di Altopascio” e datato 27 gennaio 1783 il Piano generale della Provincia di Val di Nievole (ASF, Piante delle Regie Rendite, n. 50): una rappresentazione complessa e costruita all’interno dell’amministrazione doganale toscana, in quanto riporta l’elenco delle dogane, con la correlata trama delle strade e delle idrovie, comprese ai confini fra Granducato e Repubblica di Lucca (Vivoli, 2003, p. 175).
E’ al momento introvabile la Carta del Contado di Pisa del 1773 ricordata da un’annotazione amministrativa del 1853 come tra quelle affisse in cornici alle pareti della Direzione Doganale di Pisa (Gabellini, 1987, p. 419).
Altri Moretti compaiono tra i cartografi toscani, dei quali però non sono documentati legami di parentela con Ferdinando.
Ad esempio, si hanno notizie di un Giovan Battista Moretti, ingegnere di Acque e Strade, in servizio nel Circondario di San Giovanni Val d'Arno tra il 1826 e il 1828, quando collaborò con Giovanni Inghirami alla costruzione della Carta Geometrica della Toscana, inviando carte con lo stato aggiornato della viabilità, nella sua articolazione fra strade rotabili, comunali, provinciali, regie (Rombai, 1989, pp. 96-98).

Produzione di cartografia manoscritta:
Pianta topografica della posizione dei Mulini di Calcinaia (BNCF, Nuove Accessioni, V, 8);
Pianta Topografica della Corsica, 1773 (BNN, Sezione Manoscritti, B.a 6, 59);
Pianta della posizione della Villa di Menzano con gl’altri Castelli circonvicini, Strade che portano alla Maremma, e confini del Distretto di Volterra, e della Contea d’Elci, praticate da’ vetturali del vino, seconda metà del XVIII secolo (ASF, Miscellanea di Piante, n. 665);
Piano generale della Provincia di Val di Nievole e dogane toscane in essa stabilite opposte al confine dello Stato della Repubblica di Lucca, 1783 (ASF, Piante delle Regie Rendite, n. 50);
Pianta delle mura di Siena, seconda metà del XVIII secolo (BNCF, Nuove Accessioni, IV, 21).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Gabellini, 1987, p. 419; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 427-428; Rombai, 1989, pp. 96-98; Rombai e Torchia, 1994, pp. 92 e 114; Aversano, 2000; Vivoli, 2003, p. 175; BNN, Sezione Manoscritti; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Amministrazione Generale delle Regie Rendite; ASF, Piante delle Regie Rendite; BNCF, Nuove Accessioni.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai</

Mechini, Gherardo

Gherardo Mechini
N. 1550
M. 1621

Relazioni di parentela: Il padre, Francesco Mechini, semplice scalpellino di Settignano (Firenze), per oltre un decennio, poté servire come perito, o “capomaestro”, nella più importante magistratura tecnica dello Stato Fiorentino, i Capitani di Parte Guelfa e, proprio rivestendo questo prestigioso incarico, poté avere la possibilità di far assumere il figlio, prima (nel 1580) come suo sostituto temporaneo e poi, dopo le buone prove date, nel 1582, come “capomaestro” di ruolo.

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Architetto di S.A.S., Capomaestro Capitani di Parte Guelfa.

Biografia:

Produzione scientifica:
Chiana nel territorio di Chiusi Stato del Granduca di Toscana, del territorio di Città della Pieve Stato della Chiesa dove si dimostra la choncordia chonvenuta sechondo la chapitolazione fattane, disegnata tra il 1595 e il 1605 (quasi sicuramente tra il 1601 e il 1605) dagli architetti dei due stati interessati, Gherardo Mechini per il granducale e Girolamo Rinaldi per il pontificio, con grandissima cura grafica (presenza di stemmi e rosa dei venti, di eleganti cartigli, scale grafiche e prospettive degli insediamenti, ecc.), al fine di offrire, per la prima volta, un ‘ritratto’ comune ufficializzato ad un territorio dai connotati così cangianti (per effetto sia delle divagazioni naturali, sia degli interventi alla rete idrografica prodotti dalle popolazioni locali) come il fondovalle, nei pressi del confine internazionale.
Nel territorio fra il chiaro di Chiusi e lo sbarramento costituito dal ponte e argine con torre di Buterone, la linea giurisdizionale del 1595, peraltro, continuava ad essere oggetto di accese contestazioni dovute anche all’incessante dinamica delle acque favorita dalle opere che non compaiono nella carta IGM (nuovi letti del canale del Buterone e della Tresa, del “Fiume che va al Campo alla Volta”, con il corollario di nuove arginature), opere realizzate ora dai cetonesi e ora dai pievaioli, con inevitabili danneggiamenti reciproci (ASF, Miscellanea Medicea, f. 93, ins. V, c. 144; v. Rombai, a cura di, 1993, p. 290).
Corre obbligo di concludere con il Livello della Val di Chiana disegnato congiuntamente e “d’accordo”, tra il 4 ottobre e il 2 novembre 1601, dal gruppo di architetti diretti da Gherardo Mechini (per il Granducato) e Girolamo Rinaldi (per lo Stato Pontificio). La leggenda spiega che “fu principiato a livellare tutta la Val di Chiana dal Ponte Buterone fino a’ Ponti Murati d’Arezzo” con il riscontro “da luogo a luogo” di “calate e distanze”. In basso, fuori del campo disegnato, è riportato pure il profilo di livellazione della Chiana dall’Arno al Tevere, con indicazione dei ponti (in prospettiva), dei porti e dei chiari.
Questo Profilo di livellazione del Canale Maestro e delle acque della Chiana dai Ponti di Arezzo al Ponte di Buterone venne ridisegnato nel 1605 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 752), in base alle nuove operazioni metriche effettuate proprio in quell’anno, “di concordia”, dai periti granducali e pontifici, con consueta raffigurazione di tutti i manufatti e delle zone umide esistenti sul lungo corso d’acqua artificiale o nei suoi dintorni: tra l’altro, un’annotazione spiega che, tra i chiari di Chiusi e Montepulciano, l’acquitrino ristagnava completamente (“sta l’acqua in fra essi chiari in piano”) (Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 40 e 472-473).
La particolare bellezza grafica di questa grande figura (cm 48x179,5) – chiaramente derivata dalla carta IGM – giustifica la sua conservazione, a quasi due secoli di distanza dalla sua redazione, nell’archivio privato o “intimo” del granduca Pietro Leopoldo di Lorena (che nel 1859 seguì i Lorena in esilio ed oggi è in SUAP, RAT 261/a) (Calzolai e Rombai, 1991, pp. 332-333). In effetti, la carta rappresenta in modo relativamente schematico, ma con linguaggio pittorico-vedutistico assai elegante, tutta la valle: così, insieme ai corsi d’acqua ad andamento naturale o canalizzato, ai chiari e ai paduli, ai ponti e ai porti, si restituiscono in prospettiva, con configurazioni che richiamano le forme reali, città e castelli, piccoli aggregati rurali e singoli edifici di uso agrario, religioso, industriale, militare o fiscale, di ristoro.

Produzione di cartografia manoscritta:
Disegno dell’area di Santa Croce a Firenze, 1581 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 983, c. 103);
Veduta a volo d’uccello di Pescia e dintorni, 1583 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 988, c. 63);
Piante di Popoli e Strade del vicariato di Certaldo, del capitanato di Volterra e Campiglia, della potesteria di Vicchio di Mugello, 1583-86 (ASF, Piante dei Capitani di Parte. Piante di Popoli e Strade, tomo 121/II, cc. 603-646);
Disegni idrografici della Valdichiana, 1585 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 992, cc. 99-105);
Disegno del mulino con gualchiera sul fiume Elsa nei pressi di Poggibonsi, 1587 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 997, c. 26 bis);
Disegno della pescaia sul Bisenzio al Cavalciotto di Prato, con Raffaello di Pagno, 1588-92 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, cartone IX, c. 8);
Pianta del fiume Bisenzio, 1590 (ASF, Piante dei Capitani di Parte, cartone XIX, c. 8);
Pianta dell'Arno a Castelfranco di Sotto con il Callone, 1596 (ASF, Capitani di Parte. Numeri neri, f. 1009);
Planimetria della città di Empoli, 1594 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 1004, c. 376);
Carta topografica di tutta Valdichiana toscana e umbra, dalla confluenza del Canale Maestro nell’Arno fino al Tevere, 1592-95 (IGM, Collezione Fossombroni, n. 1 d’ordine, inv. generale n. 4451;
Carta della Valdichiana, 1593-95 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 498);
Due figure del territorio di confine di Cetona, Chiusi e Castel della Pieve, fine del XVI secolo (ASF, Miscellanea Medicea, f. 29, ins. 27, cc. 14 e 54);
Disegno del territorio di Foiano e Lucignano con il suo reticolo idrografico, fine del XVI secolo-inizio del XVII secolo (ASF, Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVI, c. 48);
Pianta della Chiana nel territorio di Chiusi Stato del Granduca di Toscana, del territorio di Città della Pieve Stato della Chiesa dove si dimostra la choncordia chonvenuta sechondo la chapitolazione fattane, con Girolamo Rinaldi per lo Stato Pontificio, 1601-1605 (ASF, Miscellanea Medicea, f. 93, ins. V, c. 144);
Livello della Val di Chiana, con Girolamo Rinaldi (per lo Stato Pontificio), 4 ottobre-2 novembre 1601, insieme con il Profilo di livellazione del Canale Maestro e delle acque della Chiana dai Ponti di Arezzo al Ponte di Buterone, ridisegnato nel 1605 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 752, e SUAP, RAT 261/a);
Disegno di un tratto del fiume Bisenzio a monte di Prato, agosto 1602 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 1013, c. 108);
Profili di livellazione di corsi d'acqua in Valdichiana, 1605 ca. (ASF, Miscellanea di Piante, n. 752);
Disegno dell’Arno al Ponte a Buriano, 1606 (ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri, f. 1017, c. 481);
Pianta del Fiume Cerfone in Valtiberina, con Lorenzo Petrozzi, 1613-13 (ASF, Piante Antiche dei Confini, n. 1, c. 6).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Rombai, 2001; Rombai, 1987; Rombai, 1996; Salvagnini, 1983; Casali e Diana, 1983; Spini, 1976; Vichi, 1990, p. 57; Vivoli, 1992, p. 70; Archivio di Stato di Firenze, 1991, pp. 332-333; Piccardi, 2001, p. 23; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 472-473; Toccafondi, 1996, p. 149; Pansini, 1989; Rombai, 1989; Rombai, a cura di, 1993; Breschi et Al., 1981; Istituto Geografico Militare, 1934; Di Pietro, 2005, pp. 98-111; ASF, Scrittoio delle Regie Possessioni e ASF, Capitani di Parte Guelfa. Numeri neri; ASF, Piante dei Capitani di Parte. Piante di Popoli e Strade; ASF, Piante dei Capitani di Parte; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante Antiche dei Confini; IGM, Collezione Fossombroni; SUAP, RAT .

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Mazzini, Carlo Massimiliano

Carlo Massimiliano Mazzini
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Toscano, coordinatore e autore della celebre inchiesta agraria sulle critiche condizioni della classe contadina – promossa dal senatore Stefano Jacini e attuata per conto della Giunta Agraria di cui fu segretario dall’aprile 1877 al dicembre 1882 – negli anni ’80 del XIX secolo, vale a dire quelli della grande crisi, per larga parte della Toscana (con l'eccezione delle province di Massa Carrara e Grosseto): l’inchiesta fu pubblicata nel volume La Toscana agricola. Sulle condizioni dell'agricoltura e degli agricoltori nelle Province di Firenze, Arezzo, Siena, Lucca, Pisa e Livorno, Firenze, Telemaco Giani, 1884.
La provincia di Grosseto è invece considerata nel volume di Francesco Nobili Vitelleschi, Province di Roma e Grosseto. Italia: Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola, Roma, 1884; e quella di Massa Carrara è inserita nell’opera di Agostino Bertani, Relazione del Commissario A. B. sulla Ottava Circoscrizioni (Province di Porto Maurizio, Genova e Massa Carrara), Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola, Roma, 1883.
Grazie alla risonanza dell’inchiesta, Mazzini ottenne l’ambito riconoscimento di socio dall’Accademia dei Georgofili il 10 maggio 1885 e da allora poté pubblicare svariati scritti nella rivista accademica (“Atti dell’Accademia dei Georgofili”, s. IV) tra il 1887 e il 1901 d’impostazione economico-sociale. Precisamente: Di alcune indagini sulle condizioni fisiche-organiche della classe agricola in Toscana, vol. X (1887), pp. 53 ss.; L’imposta fondiaria e il reddito netto dell’agricoltura in Italia, vol. XIII (1890), pp. 125 ss.; La funzione economica e sociale dell’assicurazione sulla vita, vol. XX (1897), pp. 96 ss.; L’assicurazione e la legislazione sociale, vol. XXI (1898), pp. 265 ss. ; e Relazione della commissione giudicatrice del concorso per uno studio sulle relazioni che intercedono fra capitale e lavoro nella mezzeria toscana, vol. XXV (1901), pp. XV ss.
L’interesse dell’opera consiste anche nel fatto che Mazzini è autore di ben cinque carte tematiche della Toscana, tra le prime figure speciali in assoluto, litografate da A. Paris di Firenze-Roma in scala 1:600.000. Trattasi de:
la Carta orografica della Toscana, con segnalazione a punteggio e sfumo in nero delle cime dei monti con tanto di richiami numerici e alfabetici;
la Carta idrografica della Toscana, con la segnalazione con linee rosse dei perimetri dei bacini fluviali, contrassegnati con numerazione romana ed araba;
la Carta della viabilità della Toscana, con la presenza delle ferrovie (in nero) e con l’identificazione delle strade nazionali (in blu), provinciali (in rosso) e comunali (in bianco);
e la Carta geologica della Toscana, con indicazione a colori e tratteggio della natura dei terreni e del periodo della loro formazione (recenti, quaternari, terziari, secondari);
la Carta delle zone agrarie della Toscana a corredo della Relazione sulle condizioni dell'agricoltura e degli agricoltori nelle Province di Firenze, Arezzo, Siena, Lucca, Pisa e Livorno compilata per incarico della Giunta per la Inchiesta Agraria da C. M. Mazzini, 1880-1881. Questa carta distingue, con diversi cromatismi, in una Toscana incardinata (ma non completamente) sulla mezzadria con le sue migliaia di poderi e le sue centinaia di fattorie, le varie zone agrarie della pianura ("a gran coltura promiscua", "a piccola coltura senza irrigazione", "a piccola coltura irrigua", "a gran coltura estensiva"), delle colline ("a piccola coltura" e "a gran coltura estensiva"), dei monti, della zona transappenninica e finalmente della zona insulare (le ultime tre zone senza distinzioni interne)

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Barsanti, 1992, pp. 81-82; Di Pietro, 2005, pp. 183-184.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Anna Guarducci e Leonardo Rombai

Matani, Antonio

Antonio Matani
N. 1730
M. 1779

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Naturalista

Biografia:
Nel 1762 pubblicò – sul grande e ormai indiscusso modello delle Relazioni di viaggio in Toscana di Giovanni Targioni Tozzetti – l’opera Delle produzioni naturali del territorio pistoiese. Relazione istorica e filosofica (Pistoia, Bracali, 1762), che voleva essere ed effettivamente è un’importante descrizione scientifica che si pone finalità dichiaratamente sociali. Il naturalista, come è prassi consolidata della storia naturale e di tutta la scienza del suo tempo, intende offrire un utile contributo alla conoscenza dello spazio nelle sue componenti fisico-naturali e antropiche (spesso inestricabilmente intrecciate) per possibili fruizioni economico-sociali delle risorse territoriali (acque, vegetali, animali, suoli, minerali).
Per tale ragione, il ricercatore pistoiese che si fa esploratore non manca di caratterizzare l’organizzazione umana dello spazio, con l’assetto socio-economico e urbanistico della città (pur subalterno alla descrizione storico-erudita e monumentale), della sua circostante e “deliziosa” pianura solcata sia da vari fiumi che nel passato la impaludavano (ma che ora “era stata resa più fruttifera con le più vantaggiose coltivazioni”, grazie “alla costante applicazione dei pistoiesi” e all’uso irriguo delle acque fluviali) e sia da molte strade (“che facevano sì che fiorisse il commercio sia con i territori vicini sia con quelli lontani”), delle sue contigue e “leggiadre” colline che via via trapassano nella montagna appenninica: uno spazio che, “pur scosceso e montuoso, era importante vuoi per le numerose piante, vuoi per gli animali, che ivi ritrovano il pascolo più adatto”, e vuoi anche per “le buone sorgenti d’acqua che tanto giovano gli abitanti”.
Dopo il riconoscimento degli elementi positivi segue la messa a fuoco di alcuni problemi aperti: essenzialmente il completamento dell’opera di regimazione e bonifica idraulica, anche mediante fitte piantate di alberi lungo gli argini dei fiumi appenninici “precipitosi” e sempre “pericolosi”, di colonizzazione agricola della pianura più depressa, e dell’opera di sistemazione a fini idraulico-agrari e forestali delle terre alte, con ricostituzione e governo dei boschi di abete e faggio distrutti o fortemente degradati (da effettuare “secondo criteri regolati da leggi e con le dovute licenze”), sempre all’interno di un quadro geografico ovunque chiaramente modellato e fertilizzato dalla plurisecolare azione dell’uomo, seppure in diversa misura da luogo a luogo.
A corredo del trattato c’è la bella rappresentazione cartografica Carta topografica del Territorio Pistoiese, d’impianto pittorico-vedutistico, dell’antico contado di Pistoia costruita da Matani ed incisa dallo stesso stampatore Francesco Bracali, che si fa particolarmente apprezzare rispetto alle precedenti e ben più rozze e schematiche corografie a stampa del Pistoiese, come la Planta Pistorien Diocesis edita a Roma nel 1621 da Giacomo Lauro e come Pistoia e sua vasta Diocesi con la città di Prato fatta incidere con le sue giuste misure dall’Ill.mo e Rev.mo Mons. Colombino Bassi vescovo dell’una e dell’altra città l’anno 1727 (su disegno dell’ingegnere Giuseppe Merlini) (Crini, 1993, pp. 365 e 368).
Questa cartografia può apparire a prima vista alquanto oleografica e celebrativa della piccola patria cittadina e territoriale dello studioso, e tuttavia si rivela come assai significativa al lettore, perché assume un significato geografico-contenutistico e simbolico-culturale insieme: la figura vale infatti a caratterizzare in modo originale la città che, con le proprie svariate funzioni, organizza e illumina il suo antico contado, ben al di là della capacità grafico-descrittiva propria della cartografia scientifica di matrice euclidea/tolemaica.
Pistoia, infatti, grandeggia fuori scala – con la sua classica forma quadrata (ma significativamente inscritta in un cerchio, figura geometrica che è simbolo di perfezione) – al centro del territorio che nel Medioevo costituì il suo contado, confinato a nord dal Modenese e Bolognese, ad ovest dal Lucchese e Pesciatino, a sud e a est dal Fiorentino e Pratese: dell’antico spazio vitale della città non rientrano, nella figura, solo alcuni margini del Montalbano (ad occidente l’area di Lamporecchio e Cecina-Larciano, a sud-est quella di Quarrata-Tizzana).
Il Pistoiese è poi adeguatamente rappresentato con le sue reti delle acque superficiali, delle strade e degli insediamenti, questi ultimi restituiti prospetticamente, così come si fa con semplici accenni per registrare la presenza delle maggiori aree forestali.

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 157; Rombai, 1990; Rombai, 2004; Crini, 1993, pp. 365 e 368; ASF, Miscellanea di Piante, n. 208.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Marmocchi, Francesco Costantino

Francesco Costantino Marmocchi
N. Poggibonsi 1805
M. Genova 1858

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fu un uomo del Risorgimento, di impegno politico attivo come democratico-radicale e mazziniano, coinvolto nei moti del 1831 e ministro dell’Interno nel breve governo rivoluzionario toscano del Guerrazzi del 1848-49 (Pesendorfer, a cura di, 1987, pp. 365 e 382). Col ritorno del granduca Leopoldo II fu obbligato all’esilio nel Regno di Sardegna dove rimase fino alla morte prematura.
Geografo, ma anche instancabile e prolifico poligrafo, fu fondatore e direttore o costante collaboratore di riviste e quotidiani toscani di ispirazione democratica e socialista, fortemente impegnati sui più scottanti problemi politici e sociali e in dura polemica con gli indirizzi conservatori o moderati del governo lorenese, come “L’Alba”, “Il Popolano” e “Il Sabatino”.
E’ interessante rilevare come al biennio rosso ante litteram del 1848-49 va riferito il Corso di geografia toscana compìto in XV lezioni del quale però – per gli eventi politici traumatici che ne seguirono – poterono vedere la vita solo il piano generale dell’opera e il primo fascicolo.
Il Corso aveva per Marmocchi un chiaro intento pedagogico – far conoscere ai cittadini la piccola patria toscana, secondo il progetto scientifico-culturale avviato negli anni ’20 dal gruppo degli intellettuali gravitanti intorno al promotore di cultura Giovan Pietro Vieusseux, fra i quali Emanuele Repetti, Giovanni Inghirami e Attilio Zuccagni Orlandini – ma si segnala per la serietà e l’organicità scientifica dell’impianto.
Partendo dalla premessa che “lo studio di un paese, perché riesca ad un tempo facile e fruttuoso, bisogna che proceda dalle parti inorganiche alle organizzate: dalla terra, dalle acque e dall’aria, alle piante, agli animali e all’uomo”, Marmocchi ignorava la geografia regionale descrittiva dei singoli paesi per affrontare la geografia generale, con l’articolare l’opera in quattro parti: “geografia fisica” (con le componenti orografia e idrografia, geologia e mineralogia, clima, vegetazione e animali spontaneamente viventi in Toscana, che non vengono mai presentate a se stanti, ma sempre in stretta relazione con la vita e i bisogni dell’uomo), “geografia politica” (divisioni amministrative e organi istituzionale dello Stato, popolazione e suo andamento nel tempo, sua distribuzione territoriale e sua articolazione professionale nei diversi settori dell’agricoltura, delle manifatture e opere pubbliche, dei porti e del commercio, infine produzioni economiche e situazione finanziaria, il tutto con il ricorso frequente alla comparazione con realtà toscane del passato e con quelle presenti in altri Stati italiani e stranieri), “corografia e topografia toscana” (suddivisione del Granducato in dieci “regioni naturali”, le valli, secondo la tradizione inaugurata da Giovanni Targioni Tozzetti e ripresa da Attilio Zuccagni Orlandini) e “geografia storica della Toscana antica, del medio evo e moderna” (evidenziazione non solo erudita dei resti archeologici e dei monumenti storici ma anche delle eredità del passato inscritte nel territorio presente, dalle città alle campagne e alle vie di comunicazione).
Marmocchi fu mente vasta di geografo ed erudito, il quale non tanto nei suoi lavori di sintesi e compilazione, quali gli altri testi scolastici e di divulgazione popolare su temi di geografia universale, quanto invece nel Prodromo della storia naturale generale e comparata d’Italia del 1844, mostra di anticipare talune correnti della geografia contemporanea (per l’aver saldamente posto l’uomo al centro della trattazione del mondo fisico-ambientale); e forse anche per questo riuscì a suscitare un largo interesse nel pubblico. Il Prodromo godette infatti di un autentico successo popolare, tanto che Marmocchi fu stimolato a dar vita ad iniziative per quei tempi ardite e non ripetute, come la grande Raccolta dei viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente sino ai dì nostri del 1845.
Quasi tutte le ponderose compilazioni marmocchiane – anche il progetto del Corso toscano – sono corredate da atlanti costituiti da raccolte di carte geografiche ordinarie (rappresentazioni generali e corografiche), per lo più a piccola scala e non aventi necessariamente caratteri di originalità, oltre che da carte tematiche: queste ultime si allargano un po’ a tutte le categorie che compongono oggi l’ampio ventaglio della cartografia speciale (carte idrografiche, orografiche, mineralogiche, itinerarie, amministrative) costruite con cura dall’autore spesso con il supporto di ampie note e spiegazioni. Anche per queste caratteristiche il geografo Marmocchi interessa – assai più di tanti altri geografi italiani del XIX secolo – la storia della cartografia.
La cartografia di Marmocchi è costituita dai tre atlanti, a solo il primo è originale, precisamente:
L’Atlante di geografia universale per servire al Corso di geografia universale in 48 tavole del 1840, che si presenta “come un repertorio iconografico piuttosto sui generis in quanto in luogo delle consuete tavole raffiguranti i vari paesi (o parte di essi) vi si trovano soprattutto profili orografici, distribuzione di vulcani attivi, tavole di geografia astronomica ecc.: insomma tutto quanto potesse illustrare al meglio i caratteri fisici della Terra. L’atlante, preceduto da un dizionario dei termini geografici e corredato da quadri statistici relativi alle varie suddivisioni politiche del globo, segue fedelmente la ripartizione del Corso in Cosmografia (tavv. I-XVII), Geografia fisica (tavv. XVIIIa-XXIII), Storia della geografia dai tempi biblici ed omerici infino alla scoperta del Nuovo Continente (tavv. XXIVa-XXXII) e Geografia statistica (tavv. XXXIII-LVIII)”, con l’ultima tavola che – in evidente omaggio alla Patria – costituisce la carta geometrica della Toscana (Marrucci, 1992, pp. 98-99).
Le altre raccolte grafiche furono pubblicate postume, con recupero delle tavole originali e con l’aggiunta di nuove rappresentazioni. E’ il caso dell’opera del 1858 – Il Globo. Atlante di carte geografiche compilate da F.C. Marmocchi per servire di corredo al suo Corso di Geografia commerciale – costituita da 50 tavole incise da Giuseppe Cattaneo, Campo Antico, Cesare Poggiali, G. Bonatti e G. Magrini, con numerose didascalie e decorazioni; e della più corposa compilazione del Magrini del 1864 (di ben 83 tavole), intitolata Atlante geografico universale. Cioè cosmografico, fisico, storico e politico-statistico compilato colla scorta delle migliori e più recenti opere storiche e cosmografiche composto di 83 Carte incise in rame da valenti Artisti, e diligentemente miniate per cura del Professore.
Tra le due raccolte, quella del 1858 si segnala non solo per la chiarezza delle rappresentazioni generali e regionali ma anche per certi tematismi aggiornati, come ad esempio la distribuzione geografica delle colonie europee, le linee di navigazione, le vie ferrate e postali, la distribuzione geografica delle piante coltivate che forniscono i principali mezzi di nutrimento, ecc. (Barsanti, 1992, pp. 91-92).

Produzione scientifica:
Corso di geografia universale, Firenze, Batelli, 1840-1843, 6 voll.;
Prodromo della storia naturale generale e comparata d’Italia, Firenze, Poligrafico Italiano, 1844;
Raccolta dei viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente sino ai dì nostri, Prato, Giachetti, 1840-45, 18 voll.;
Corso di geografia toscana compìto in XV lezioni, Prato, Giachetti, 1847;
Dizionario di geografia universale, Torino, Società Editrice, 1854-1862, 2 voll.;

Produzione di cartografia manoscritta:
Atlante di geografia universale per servire al Corso di geografia universale, Firenze, Batelli, 1840;
Il Globo. Atlante di carte geografiche compilate da F.C. Marmocchi per servire di corredo al suo Corso di Geografia commerciale, Genova, Paolo Rivara del fu Giacomo Editore, 1858;
Atlante geografico universale. Cioè cosmografico, fisico, storico e politico-statistico compilato colla scorta delle migliori e più recenti opere storiche e cosmografiche composto di 83 Carte incise in rame da valenti Artisti, e diligentemente miniate per cura del Professore, Torino, Tipografia Scolastica di Seb. Franco e Figli, 1864 (opera curata da Martini G.).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Mori, 1949, vol. XXII, p. 379; Rombai, 1990, pp. 168-170; Barsanti, 1992, pp. 91-92; Pesendorfer, a cura di, 1987, pp. 365 e 382.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Marchi, Baldassarre

Baldassarre Marchi
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica: Ingegnere

Biografia:
L’ingegnere livornese Marchi partecipò alle operazioni del catasto geometrico del 1817-32 (nel 1823 si ritenne ingiustamente “perseguitato” dall’ispettore Belli che soprintendeva ai lavori nel Senese) (Rombai, 1989, p. 79), e divenne presto uno dei principali collaboratori del Manetti sia nel Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade (1825) e sia nell’Ufficio di Bonificamento delle Maremme (1828).
Molte delle figure cartografiche e di livellazione eseguite nei grandi comprensori di bonifica anche extramaremmani sotto la direzione del Manetti sono firmati o attribuibili da Baldassarre Marchi: ad esempio, i Rilievi di campagna dell’ingegner Marchi (quindici tavole di livellazione dai laghi di Fucecchio e Bientina fino al mare di Viareggio e Livorno, con disegni della Botte sotto l’Arno, “con progetti per l’essiccazione del Lago di Bientina” (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.6); la Mappa generale del Lago di Bientina in scala 1:15.000 in dieci fogli con quadro d’unione, “rilevata in campagna dall’ingegner B. Marchi nell’anno 1841” (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.7); e la Mappa delle pianure lucchese e pisana rilevata nel 1841 dall’ingegner Marchi ed “eseguita nell’I. e R. Laboratorio”, in scala 1:40.000 e in nove fogli (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.8: Bencivenni, 1984, p. 79-80; e Bencivenni, 1990, p. 445).
Nei primi anni ’40 fu tra l’altro autore del progetto della Strada Ferrata Carbonifera, linea a scartamento normale della lunghezza di oltre 26 km, costruita nel 1849 – per conto della Società Anonima per la Ferrovia di Montebamboli – per condurre allo scalo costiero detto allora di Carbonifera, nel golfo di Follonica, la lignite estratta nelle miniere di Montebamboli ubicate nelle colline di Massa Marittima tra i fiumi Cornia e Pecora (in ASF, Piante del Ministero delle Finanze, n. 61). Lo stesso Marchi nel 1845 elaborò il progetto di proseguimento della ferrovia fino al Piano dei Mucini nei pressi di Massa Marittima (in ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 90-94 e 182) ma il commissario regio dei lavori alle strade ferrate, architetto Carlo Reishammer, genero del Manetti, non lo approvò perché il tracciato presentava pendenze ritenute troppo forti (Riparbelli, 1989, pp. 116-117).
Sempre nell’area di Montebamboli, nel 1849 Marchi disegnò quattro planimetrie con la localizzazione di tutti i pozzi della miniera di lignite (in ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 90-94) (Rombai e Vivoli, 1996, p. 159).
Nel marzo 1858 redasse una pianta generale e due mappe parziali con quattro profili longitudinali della città di Siena funzionali al progetto di sventramento urbano per realizzare il nuovo edificio doganale e una nuova via principale ed altra secondaria dalla strada Romana in località Chiasso Largo per il convento di San Donato (con ritorno poi alla Romana alle Cappuccine), per evitare la Croce del Travaglio (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 290.a-g).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:
Piante e profili con progetto della Strada Ferrata Carbonifera da Montebamboli al golfo di Follonica, inizio degli anni ’40 del XIX secolo (ASF, Piante del Ministero delle Finanze, n. 61);
Piante e profili con progetto di proseguimento della Ferrovia Carbonifera da Montebamboli fino al Piano dei Mucini nei pressi di Massa Marittima, 1845 (ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 90-94 e 182);
Rilievi di campagna dell’ingegner Marchi (quindici tavole di livellazione dai laghi di Fucecchio e Bientina fino al mare di Viareggio e Livorno, con disegni della Botte sotto l’Arno, “con progetti per l’essiccazione del Lago di Bientina” (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.6);
Mappa generale del Lago di Bientina in scala 1:15.000 in dieci fogli con quadro d’unione, “rilevata in campagna dall’ingegner B. Marchi nell’anno 1841” (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.7);
Mappa delle pianure lucchese e pisana rilevata nel 1841 dall’ingegner Marchi ed “eseguita nell’I. e R. Laboratorio”, in scala 1:40.000 e in nove fogli (AAADF, Fondo Manetti, Cat. E.8;
Planimetrie dell’area di Montebamboli con i pozzi della miniera lignitifera, 1849 (ASF, Piante del Ministero delle Finanze, nn. 90-94);
Pianta della Città di Siena, 1858 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 290.a);
Mappa topografica esprimente una frazione della Città di Siena..., 1858 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 290.b);
Particolare planimetrico della Città di Siena con progetto della nuova via, 1858 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 290.f).

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Giuntini, 1991, pp. 136-144; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, pp. 248-250; Rombai, 1989, p. 79; Bencivenni, 1984, p. 79-80; Bencivenni, 1990, p. 445; Riparbelli, 1989, pp. 116-117; Rombai e Vivoli, 1996, p. 159; ASF, Miscellanea di Piante; ASF, Piante del Ministero delle Finanze; AAADF, Fondo Manetti.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai

Manetti, Giuseppe

Giuseppe Manetti
N. Firenze 16 novembre 1762
M. 12 febbraio 1817

Relazioni di parentela: Padre del più conosciuto Alessandro

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:

Produzione scientifica:
Piante di nuove case rurali per la Valdichiana, 1793 (ASF, Miscellanea di piante, n. 72);
Quattro piante di appezzamenti di terreno di proprietà della chiesa di S. Cristina a Monte Firidolfi, con Stefano Diletti, 1804 (ASF, Miscellanea di piante, nn. 600-604);
Disegni con ipotesi per la costruzione di un “giardino moderno” annesso alla villa di Poggio Imperiale, 1810 (GDSU, 6297A, 6298);
Disegni e vedute di monumenti e scorci urbani italiani, di giardini e parchi fiorentini, fine del XVIII secolo-inizio del XIX secolo (AAADF, cart. Composizioni dell’Architetto Giuseppe Manetti);
Piante del parco, di viali e del ponte in ferro sull’Ombrone (AMFCE, Relazione e piante di progetto di un nuovo ponte da costruirsi sull’Ombrone a Poggio a Caiano, anno 1812);
Progetto per l’allargamento della via fra Porta S. Giusto e il Corso ad Arezzo, 1812 (ASA, Piante sciolte del Comune 26).

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Riferimenti bibliografici e archivistici

Cresti, 1984; Zangheri, 1984, pp. 15-20 e 38-45; Bencivenni, 1984, pp. 82-83; Orefice, 2002; Orefice, 2005; Zangheri, 1996, pp. 21, 45, 153,160,161,163 e175; ASF, Scrittoio delle Regie Possessioni; ASF, Miscellanea di piante; ASF, Segreteria di Gabinetto; ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche. Fabbriche Lorenesi; ASF, Carte Serristori; GDSU; AAADF; AMFCE; ASA, Piante sciolte del Comune.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Gabriella Orefice

Manetti, Gaspero

Gaspero Manetti
N.
M.

Relazioni di parentela:

Ente/istituzione di appartenenza:
Qualifica:

Biografia:
Fiorentino, fu archivista nell'Ufficio della Conservazione del Catasto, e quindi facente parte della burocrazia amministrativa dello Stato granducale.
Grazie a questa funzione, dopo il successo arriso alla stampa della “piccola carta” della Toscana di Girolamo Segato, il 14 dicembre 1832 ottenne dal governo lorenese di poter anch’egli pubblicare, in veste di privato editore, due rappresentazioni tematiche derivate dal modello geometrico di Giovanni Inghirami, pur se con maggiore riduzione e con più specifica caratterizzazione contenutistica sui temi al centro dell’interesse rispetto a quella del Segato.
Per procurarsi le consuete sottoscrizioni stampò un Manifesto illustrativo del prodotto nel “Giornale Agrario Toscano” del 1833 (vol. VII, pp. 115-116).
Ne scaturì, nel 1833, la policromatica Carta Geometrica delle Strade e Corsi d'Acqua principali compresi nel Granducato di Toscana sulla proporzione di 1 al 510.000 (in BNCF, Nuove Accessioni, VII, 2): si tratta di un esempio di rappresentazione elaborata per mettere a fuoco l’assetto gerarchico e funzionale della rete viaria con la componente idrografica che la interseca.
Nel 1834 seguì, sempre con utilizzazione della stessa base, la Carta geometrica del granducato di Toscana divisa per circondari comunitativi da Gaspero Manetti sulla proporzione di 1 al 510.000 (in ASF, Miscellanea di Piante, n. 256b), poi ripubblicata con aggiornamenti anche riguardo alle vie di comunicazione ferroviarie in costruzione nel 1846.
Come già enunciato, questi due ottimi lavori a stampa, entrambi colorati, furono ricavati dalla carta dell'Inghirami con aggiornamenti ed integrazioni, e per la prima volta contengono la precisa e completa delineazione, mediante specifiche campiture cromatiche e altri simboli, rispettivamente della maglia comunale ed altre suddivisioni amministrative del Granducato, e della rete stradale (con evidenziazione delle vie regie, provinciali e comunali e delle stazioni di posta), con le componenti insediative (con distinzione delle città maggiori dai centri urbani minori e di tutti i capoluoghi comunali sedi o meno di cancelliere o di ingegnere di Acque e Strade): vale a dire, quei contenuti topografici che era necessario far conoscere agli Ingegneri di Acque e Strade e agli altri rappresentanti amministrativi del governo statale distribuiti sul territorio. E non è un caso se copie delle due rappresentazioni vennero subito distribuite dal governo ai funzionari statali, per i quali sembra di poter dire le due edizioni vennero specificamente effettuate.
Manetti pubblicò nel 1837 anche la Carta Geometrica della Lunigiana Granducale e sue adiacenze... (in ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 621), rappresentazione con la suddivisione dei circondari comunitativi, finalizzata ad un progetto di miglioramenti viari (Rombai, 1989, pp. 120-121; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 182; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 106 e 541).

Produzione scientifica:

Produzione di cartografia manoscritta:

Produzione di cartografia a stampa:
Carta Geometrica delle Strade e Corsi d'Acqua principali compresi nel Granducato di Toscana sulla proporzione di 1 al 510.000, 1833 (BNCF, Nuove Accessioni, VII, 2);
Carta geometrica del granducato di Toscana divisa per circondari comunitativi da Gaspero Manetti sulla proporzione di 1 al 510.000, 1834 (ASF, Miscellanea di Piante, n. 256b);
Carta Geometrica della Lunigiana Granducale e sue adiacenze..., 1837 (ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa, f. 621).

Fonti d’archivio:

Bibliografia:
Riferimenti bibliografici e archivistici

Rombai, 1989, pp. 120-121; Rombai, Toccafondi e Vivoli, 1987, p. 182; Rombai e Torchia, 1994, p. 143; Caciagli e Castiglia, 2001, pp. 106 e 541; Manifesto illustrativo della carta di Gaspero Manetti in “Giornale Agrario Toscano”, VII (1833), pp. 115-116; BNCF, Nuove Accessioni; ASF, Miscellanea di Piante; ASP, Camera di Soprintendenza Comunitativa.

Rimandi ad altre schede:

Autore della scheda: Leonardo Rombai